Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 496 del 22/7/2004
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Si riprende la discussione.

GIANCARLO GIORGETTI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Relatore. Signor Presidente, desidero svolgere un


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breve intervento per fornire alcuni doverosi chiarimenti su alcune delle disposizioni recate dal provvedimento, come risultanti a seguito delle modifiche apportate dall'emendamento approvato. Si tratta di chiarimenti che riproducono gli orientamenti emersi con assoluta evidenza nel corso dell'esame in Commissione e, più recentemente, in sede di Comitato ristretto. Essi traggono origine da alcune interpretazioni che alle disposizioni interessate sono state date al di fuori delle aule parlamentari, in particolare sulla stampa. In considerazione dell'importanza delle misure recate dal provvedimento per i settori che ne sono investiti, ritengo quindi opportuno fornire le seguenti precisazioni.
La prima questione concerne la modifica introdotta al comma 11 dell'articolo 1 per quanto riguarda l'esclusione degli enti territoriali virtuosi - vale a dire quelli che hanno rispettato il patto di stabilità interno - dall'obbligo di ridurre del 10 per cento, rispetto alla media degli anni dal 2001 al 2003, il livello della spesa per l'acquisto di beni e servizi, con riferimento alle spese che siano già state impegnate. Su questo punto, la volontà del legislatore è assolutamente chiara: nell'intenzione della Commissione la disposizione introdotta deve intendersi nel senso che, fermo restando ovviamente il principio per cui in ogni caso la previsione della riduzione del 10 per cento non può interferire sostanzialmente nei casi in cui si siano formate situazioni giuridiche soggettive già interamente perfezionate e pienamente tutelate, quali si determinano tipicamente per le spese derivanti dai contratti pluriennali già stipulati, l'esenzione dall'obbligo della riduzione per gli enti territoriali virtuosi, con riferimento alle spese già impegnate, deve intendersi nel senso che il taglio si applicherebbe appunto esclusivamente alla quota che non risulti già impegnata, a prescindere dall'entità di tale quota.
Il secondo chiarimento concerne la modifica apportata al comma 6 dell'articolo 1-bis, che stabilisce nella misura del 2 per cento l'aliquota da applicare a titolo di imposta sostitutiva ai finanziamenti diversi da quelli relativi all'acquisto della prima casa di abitazione. Il tenore letterale della norma ha indotto taluno, in particolare i rappresentanti di diverse categorie produttive, ad interpretare la stessa nel senso che l'aumento si applicherebbe indifferentemente a tutti i finanziamenti erogati e non soltanto a quelli relativi all'acquisto di immobili. Su questo punto, allo scopo di evitare possibili equivoci, rilevo che gli orientamenti emersi chiaramente nel corso dell'esame in Commissione, così come gli ulteriori elementi forniti dalla relazione tecnica, consentono di escludere senza alcun margine di dubbio l'eventualità che la norma si riferisca alla generalità dei finanziamenti, piuttosto che esclusivamente a quelli per l'acquisto di case diverse da quelle di prima abitazione. D'altra parte, anche gli elementi informativi contenuti nella relazione tecnica con riferimento al successivo comma 9, che stabilisce che per il 2004 l'acconto dell'imposta sostitutiva per il secondo semestre, anziché essere pari al 90 per cento dovrà essere pari al 300 per cento di quella versata nel primo semestre, conferma tale interpretazione.
L'ultima precisazione attiene alle disposizioni dirette a modificare parzialmente la base imponibile IRAP per le banche e per gli enti e le società finanziarie, di cui al comma 2 dell'articolo 2. Su questo aspetto, devo chiarire che ovviamente deve assumersi che la neutralità dei componenti positivi e negativi afferenti ai crediti non rileva con riguardo al recupero delle quote di svalutazione contabilizzate in esercizi precedenti.
Nello scusarmi con i colleghi, ritengo opportuno che il Governo confermi in questa sede che i chiarimenti forniti corrispondono interamente alla volontà del legislatore, come risultante dai lavori svolti in Commissione.

MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.


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MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Governo, in questa sede, così come è stato richiesto dal relatore, conferma che i chiarimenti forniti corrispondono integralmente alla volontà del legislatore, così come è emerso dai lavori in Commissione.

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