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PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alfonso Gianni.
ALFONSO GIANNI. Non ho chiesto di intervenire per dichiarazione di voto, signor Presidente.
PRESIDENTE. Eppure, il suo nome compare nell'elenco consegnatomi.
GIUSEPPE GIANNI. Ho chiesto io di parlare per dichiarazione di voto, signor Presidente.
PRESIDENTE. Abbiamo scoperto il mistero: era Gianni, ma non Alfonso!
Ha facoltà di parlare, onorevole Giuseppe Gianni.
GIUSEPPE GIANNI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro voterà a favore del provvedimento in esame, con il quale la disciplina prevista dal decreto-legge 13 aprile 1993, n. 109, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 giugno 1993, n. 185, relativo alla qualità delle acque di balneazione, viene differita al 31 dicembre 2006. Tale differimento riguarda la possibilità di derogare, con provvedimento regionale, agli ordinari parametri riguardanti la presenza di ossigeno disciolto nelle acque.
Nel 1993, in presenza di ricorrenti fenomeni di mucillagine, in particolare nelle acque dell'Adriatico, si è dovuto consentire alle regioni, con il citato decreto-legge n. 109 del 1993, di derogare ai limiti previsti dalla direttiva 76/160/CEE del Consiglio, dell'8 dicembre 1975, e dal decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 1982, n. 470, onde adottare, ai fini del giudizio di idoneità delle acque alla balneazione, limiti più permissivi rispetto al parametro dell'ossigeno disciolto; ciò in presenza di garanzie assolute per la salute e dopo avere puntualmente verificato che il fenomeno fosse da ricondurre unicamente all'eutrofizzazione e non avesse effetti negativi per la persona.
Stante il persistere del fenomeno eutrofico nelle nostre acque marine e dolci, la disciplina contenuta nel suddetto decreto-legge n. 109 del 1993 è stata più volte prorogata. La necessità e l'urgenza dell'attuale decreto-legge derivano dalla constatazione che molti tratti della costa italiana e numerosi laghi sono tuttora interessati dalla formazione di aggregati mucillaginosi, nonché dal fatto che il 1o aprile ha avuto inizio il periodo di campionamento relativo alla stagione balneare 2004. Il fenomeno dell'eutrofizzazione è comparso in gran parte dell'Adriatico e sta allarmando non soltanto gli operatori turistici, ma anche chiunque operi nel settore dell'economia costiera.
Pertanto, per consentire la balneazione in ampi tratti delle nostre coste interessati da attività turistiche e per non compromettere la stagione balneare in località turistiche di grande pregio e attrattiva, si è reso indispensabile adottare un provvedimento di ulteriore differimento del termine di vigenza delle deroghe concesse con il più volte citato decreto-legge n. 109 del 1993 fino al 31 dicembre 2006, a condizione, però, che il fenomeno sia da ricondurre esclusivamente a quello dell'eutrofizzazione e che sia escluso qualsiasi rischio di natura igienico-sanitaria.
Il decreto-legge costituisce un atto dovuto, dal momento che è ormai avviata la stagione balneare, dalla quale dipendono economie e realtà sociali dell'Italia costiera e marinara. Come ha detto un collega, meglio tardi che mai!
Peraltro, occorre rilevare che è all'esame del Consiglio ambiente dell'Unione europea una nuova normativa in materia di balneabilità delle acque che esclude l'indice dell'ossigeno disciolto, in quanto non rilevante ai fini sanitari, da quelli previsti per dichiarare l'idoneità delle acque alla balneazione. Quindi, con ogni probabilità, si tratta dell'ultima proroga che il Parlamento è chiamato a votare, perché il parametro in questione, onorevole Realacci, sarà definitivamente accantonato ai fini della balneabilità.
Il provvedimento in esame non contiene soltanto il differimento fino al 31 dicembre 2006, ma anche una previsione estremamente importante, che subordina lo stesso all'aggiornamento dei piani d'ambito, i quali debbono contenere le misure di adeguamento alla normativa europea dei sistemi di collettamento e depurazione. Si tratta di un elemento di novità del decreto-legge in esame, al quale siamo peraltro tenuti perché l'adeguamento alle prescrizioni comunitarie vigenti nella materia de qua vede l'Italia in una posizione di inadempienza, in relazione alla quale il nostro paese rischia l'apertura di una procedura di infrazione se non si provvederà in tempi rapidi non tanto e non solo all'aggiornamento dei predetti piani, ma anche alla loro concreta attuazione.
Alla luce delle considerazioni esposte, annuncio il voto favorevole del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro sul disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 giugno 2004, n. 144, recante differimento della disciplina sulla qualità delle acque di balneazione. Il differimento di tale disciplina, che deroga ai valori limite di ossigeno disciolto nelle acque, si rende indispensabile per evitare che il persistere del fenomeno di eutrofizzazione in molti tratti costieri abbia conseguenze negative sull'economia turistica italiana, pur in assenza di un concreto rischio per la salute (Applausi dei deputati del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e di Forza Italia - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.
MICHELE VIANELLO. Signor Presidente, nel dichiarare, a nome dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani, l'astensione sul disegno di legge di conversione, desidero sottolineare nuovamente - l'abbiamo già fatto nel corso del dibattito - che quella relativa alla deroga, ai fini della balneabilità, ad uno solo tra i parametri previsti (la quantità di ossigeno disciolto) è una vicenda che si trascina da troppo tempo. Ogni anno, nel mese di luglio, finiamo per occuparci di un provvedimento di differimento della disciplina derogatoria; stavolta, il Governo si è premunito ed ha affermato - in maniera forse profetica! - che il prossimo anno non ci troveremo di nuovo a discutere di un analogo differimento, tanto è vero che quest'ultimo è stabilito fino al 31 dicembre 2006.
Ebbene, questa scelta è indice della scarsa volontà di affrontare il problema nel merito e di dare alle regioni, agli enti locali ed agli ambiti territoriali ottimali un segnale preciso affinché si cominci ad intervenire subito.
Vorrei ricordare che ogni anno, di questi tempi, ci viene detto - l'ha appena fatto il collega che è intervenuto per dichiarazione di voto a nome del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro - che la stagione balneare è già iniziata. Ovvio! In piena stagione balneare, sarebbe da irresponsabili impedire un ulteriore differimento.
Tuttavia, vorrei rivolgere al collega testé intervenuto ed a molti colleghi del Governo i seguenti interrogativi. Ad un paese che, in gran parte della sua bella costa, dal Veneto all'Emilia, alla Calabria, alla Puglia, alla Sicilia, alla Campania,
fonda la sua economia sul turismo si può dire, ogni anno, che faremo una proroga? Non può un paese che si fonda sul predetto tipo di economia mettere mano responsabilmente a questo tema e procedere finalmente a disinquinare le sue acque? Così facendo, eviteremmo anche le periodiche campagne di stampa che i giornali nazionali ed internazionali lanciano, in maniera più o meno interessata, per accreditare l'idea secondo la quale le acque di molta parte del nostro paese sono torbide, sporche e povere di ossigeno (vengono addirittura indicate vere e proprie patologie collegate alla balneazione nelle acque del nostro paese). Possiamo finalmente mettere mano a questo scempio per offrire ai milioni di italiani e di visitatori che vengono in Italia ogni anno un'acqua pulita? Possiamo finalmente dire che l'acqua, le spiagge ed il turismo sono una ricchezza incommensurabile per il nostro paese?
Queste sono le domande che vi poniamo una volta per tutte. Tutti insieme, poniamo rimedio allo scempio vero e proprio che è presente in molte parti del nostro paese! Una volta per tutte, risolviamo il problema! Facciamo sì che una parte delle risorse che vengono spese per infrastrutture vengano investite per la qualità delle acque.
Mi spiego: parte dei nostri mari - penso all'Adriatico ed, in particolare, al litorale di Venezia - sono soggetti a mucillagine. Cosa si fa per rimediare a tale problema? Si investono i fondi - a volte pubblici - per costruire piscine. Pertanto, i bagni non si fanno in mare, come sarebbe giusto e legittimo, ma in piscina. Dunque, milioni di visitatori arrivano sulle nostre spiagge aspettando di fare un bagno in mare e non lo possono fare perché vi è la mucillagine, cosicché vanno in piscina. É il ridicolo del nostro paese. Facciamo allora un'operazione seria: invece di investire soldi in piscine, investiamoli negli impianti di depurazione, investiamoli in un'opera seria di disinquinamento, affinché i fenomeni della mucillagine, dell'eutrofizzazione delle acque e della proliferazione algale siano finalmente risolti.
Questo noi vi chiediamo. Basta proroghe: iniziamo ad intervenire a monte. Ripeto: basta proroghe. Cominciamo a far sì che i turisti, anziché andare nelle spiagge della Croazia, vadano nelle bellissime spiagge italiane, friulane, venete, marchigiane, pugliesi, calabresi, campane, eccetera. Si faccia una grande politica in materia di turismo legato alla qualità delle acque! Oggi la qualità è fondamentale, a volte, ancor più dei prezzi praticati.
Svolgo una seconda osservazione: in questo provvedimento è stata introdotta una parte che non riguarda assolutamente la vicenda dell'ossigeno, ma uno tra i grandi scandali nazionali. A partire dalla legge Galli, si è compiuta la scelta di gestire l'acqua attraverso il ciclo idrico integrato. Il nostro paese è in gravissimo ritardo. Infatti, come ben ricorda il dossier del servizio Studi della Camera, in questo momento, l'Italia è soggetta a procedure di infrazione da parte dell'Unione europea.
Leggo testualmente dal dossier: «Nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione presso il Senato, il sottosegretario Tortoli ha, fra l'altro, dichiarato che i commi 2 e 3 sono stati inseriti successivamente nel testo del decreto-legge, su richiesta del ministro dell'ambiente». Ci saremmo fermati, infatti, come ogni anno, alla parte di proroga. Il provvedimento è uno scandalo, però, alla fine, lo votiamo tutti, come ogni anno. «Si ricorda, peraltro» dice testualmente il dossier «che questi commi hanno la finalità di rimediare alle procedure di infrazione a carico dell'Italia per l'adeguamento degli scarichi (...). Al riguardo, va segnalato che risulta una procedura di infrazione per mancato recepimento della direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre 2000 del Parlamento europeo e del Consiglio, nonché alcune procedure di infrazione relative alla direttive 91/271/CEE del 21 maggio 1991 del Consiglio concernente il trattamento delle acque reflue urbane, già recepita con il decreto legislativo n.152 del 1999».
L'Italia, cioè, è inadempiente, ancora una volta, non solo rispetto alla legislazione
comunitaria, ma anche rispetto alla legislazione di recepimento, varata proprio nel lontano 1999.
Signor sottosegretario Tortoli, possiamo essere d'accordo o meno, tuttavia non solo la Commissione europea, ma lo stesso Parlamento europeo, hanno posto all'Italia l'obbligo di adeguare le nostre direttive a quelle comunitarie, di far sì che milioni di metri cubi di acqua inquinata non finiscano nelle acque comuni e di rispettare le norme in materia di balneazione. Insisto: il tema del decreto è l'ossigeno. Questi due parametri inseriscono anche altro: colibatteri fecali, sostanze chimiche, eccetera. Ciò non è possibile. Con tutto il rispetto dovuto all'augusta sede in cui mi trovo, non possiamo adeguare all'ossigeno anche il risultato delle fognature di gran parte delle nostre realtà. Sono sostanze diverse. Un conto è l'ossigeno, altro è ciò che il nostro corpo produce e l'immissione di tali rifiuti nell'acqua. Si tratta di sostanze completamente diverse.
Stiamo attenti: una parte dei problemi delle nostre spiagge non sono legati alla quantità di ossigeno disciolto, ma al fatto che quando le ASL e le ARPA compiono le misurazioni riscontrano che i colibatteri fecali, anziché le sostanze chimiche, hanno livelli più elevati non solo rispetto alle direttive comunitarie, ma a ciò che il normale senso della salute dovrebbe indurci a prescrivere.
Sarebbe pertanto opportuno, invece di continuare a «sequestrare» in aule nascoste del Senato il disegno di legge delega ambientale, affrontare organicamente e tutti insieme - l'opposizione sarebbe disponibile - il tema della qualità dell'acqua in modo moderno ed una volta per tutte, dando alle regioni un tempo limite entro il quale adeguare i sistemi fognari e di depurazione delle acque, disponendo uno straordinario investimento rispetto a tale grande problema, non solo con fondi pubblici, ma anche con risorse comunitarie e con fondi privati, compiendo ossia una grande operazione utile all'Italia ed al turismo, ad un settore decisivo dell'economia del nostro paese.
Facciamo allora questa operazione, sottosegretario Tortoli, togliendo dalle grinfie del professor Togni questa materia. Liberiamo tale tema, trattiamolo in Parlamento, facciamo il nostro dovere di parlamentari! Vorrei dire ai parlamentari della maggioranza: prepariamo una proposta di legge di iniziativa parlamentare, nelle prossime settimane, poiché la pensiamo tutti allo stesso modo; approviamo tale proposta e, prima dell'anno prossimo, compiamo un'operazione utile all'economia del nostro paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei preliminarmente dire che mi riconosco pienamente nelle parole appena pronunciate dal collega Vianello. Devo sostenere francamente che la saggezza ed anche la competenza che promana dalle sue parole sarebbe un utile contributo se in quest'aula vi fosse un concorso di volontà per legiferare in modo positivo - è ciò cui mi richiamavo fin dall'inizio - giungendo a provvedimenti che effettivamente abbiano una loro efficacia ed incidenza per migliorare la qualità della vita di tutti noi, non solo nel nostro interesse ma anche in quello delle generazioni che verranno.
Nel mio intervento precedente ho voluto sottolineare tale aspetto, signor Presidente, perché forse affrontiamo alcune tematiche con troppa superficialità e non ci rendiamo conto di quanto le decisioni, le valutazioni e le responsabilità che assumiamo in quest'aula ed in questo momento non abbiano un'incidenza ed una valenza esclusivamente nel momento in cui parliamo, ma siano piuttosto destinate ad avere un'efficacia positiva, o magari un'incidenza negativa, nelle settimane, nei mesi e negli anni che verranno.
Dunque, nel momento in cui si affrontano tali tematiche, credo che sarebbe davvero utile provare ad ascoltarsi di più. Le parole del collega che mi ha appena preceduto sono semplici; sono quelle di
chi conosce la materia e di chi, in modo anche umile, tenta di contribuire affinché l'iniziativa legislativa, ancorché proveniente dal Governo, possa avere il concorso di tutti. Lo abbiamo tentato con i nostri emendamenti, ma è stato inutile. D'altra parte, questo Governo opera e si adopera in questo modo, ormai dall'inizio della legislatura. Esso è sordo alle considerazioni, anche le più semplici, che provengono dall'opposizione, ma spesso - lo abbiamo costatato - è sordo anche alle considerazioni ed alle valutazioni che provengono dalla maggioranza. Tale sordità diviene plastica nel momento in cui lo stesso Governo si trova ad affrontare situazioni quali quelle cui tutto il popolo italiano ed anche la classe politica del nostro paese ha dovuto assistere nei giorni e nelle settimane scorse.
Signor Presidente, perché utilizzo tale argomentazione, su un provvedimento del genere? Perché si tratta di un'occasione nella quale alcune considerazioni ragionevoli avrebbero potuto essere assunte dal Governo e dalla Camera ed avrebbero potuto portare ad un risultato positivo.
Abbiamo stigmatizzato alcune questioni, siamo partiti da lontano. Stiamo parlando in regime di applicazione di norme europee.
Tutti ci siamo richiamati, nelle elezioni europee, ad un progetto che ha riguardato tutte le forze politiche, salvo alcune, volto ad assegnare un ruolo importante all'Europa, e dunque anche alla necessità che gli Stati nazionali siano più puntuali nell'attuazione e nel recepimento di norme che devono vincolare la comunità dei cittadini europei. Conosciamo la rilevanza di tali norme nella materia in esame. Da alcuni anni a questa parte - va detto onestamente - il nostro paese è spesso inadempiente nei confronti della normativa comunitaria, e si è persa anche questa occasione.
Come ho già avuto modo di sottolineare nel precedente intervento, il Governo è stato sollecitato due volte ad assumere un'iniziativa volta a rendere almeno un'informazione adeguata al Parlamento e al paese sullo stato della balneazione dei nostri mari e sul livello di inquinamento delle nostre acque. Si tratta di questioni che riguardano le nostre famiglie e che interessano l'opinione pubblica. Occorre avere maggiori informazioni, sia per le famiglie che si recano al mare sia per gli operatori.
Intendo stigmatizzare la bocciatura di un emendamento che si limitava a prevedere un monitoraggio sulla materia, affidato al Ministero dell'ambiente, con il coinvolgimento di esperti che sarebbero stati in grado di fornire indicazioni utili sulla situazione nella quale ci troviamo. Non avete voluto neppure questo, non si vuole che il Parlamento sia informato a tempo debito sullo stato dell'arte per quanto concerne la balneazione nel nostro paese.
Inoltre, come spesso accade, si utilizza il primo provvedimento all'esame del Parlamento per «appiccicarci» norme che non hanno nulla a che vedere con il suo oggetto, come sottolineato opportunamente dai colleghi che mi hanno preceduto: si parla comunque di acque, ma ci si augura che al Governo, anche senza il ricorso agli esperti proposto dal nostro emendamento, vi siano persone che sappiano riconoscere la differenza tra i problemi relativi alla balneazione delle acque e quelli relativi all'intero ciclo della gestione delle acque. Come hanno ricordato il collega Realacci e il collega Vianello si tratta di questioni diverse che vanno affrontate con competenze diverse e, se possibile, con atti normativi specifici. Trattare congiuntamente tali questioni non contribuisce alla soluzione né dell'una né dell'altra e produce una situazione quanto meno ambigua: non si comprende dove cessi la competenza su una questione e dove inizi la competenza sull'altra.
Per tali ragioni, dovrei essere indotto ad esprimere voto contrario sul provvedimento in esame. Devo tuttavia riconoscere che le considerazioni svolte nel corso del dibattito, in particolare da parte dell'onorevole Vianello, mi inducono a considerare il fatto che sussiste un'esigenza alla quale dobbiamo comunque dare risposta. Ritengo pertanto di poter compiere una
valutazione tale da indurci all'astensione, proprio perché interpretiamo la nostra attività parlamentare in modo responsabile e non aprioristico e preconcetto, cercando di comprendere le esigenze del nostro paese, pur avendo dovuto subire di fatto la reiezione di qualunque proposta migliorativa, non soltanto in Assemblea ma anche nelle Commissioni, e, ancor prima, nel corso dell'esame da parte del Senato.
Nonostante tutto ciò, e dal momento che spesso ci viene richiesto di agire con responsabilità, ritengo di condividere le considerazioni dell'onorevole Vianello e annuncio l'astensione del gruppo del quale faccio parte. Si tratta di un atteggiamento che da un lato evidenzia l'insoddisfazione nei confronti del provvedimento in esame, ma dall'altro prende atto dell'esigenza di adottare comunque alcune misure. Nel contempo, esprimo l'auspicio - che credo possa essere da tutti condiviso - che tali misure possano essere adottate in modo condiviso, riconoscendo la competenza e la professionalità dell'opposizione e utilizzandole quando non se ne hanno a casa propria (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zunino. Ne ha facoltà.
MASSIMO ZUNINO. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, nel corso dell'intervento dell'onorevole Gambini e della dichiarazione di voto dell'onorevole Vianello è stata evidenziata la posizione del gruppo dei Democratici di sinistra sul decreto-legge in esame.
In particolare, l'onorevole Gambini ha svolto alcune riflessioni, a mio avviso appropriate ed opportune, relative all'importanza che dovrebbe avere la tutela del nostro mare e delle nostre coste per il turismo, proprio alla luce del peso che quest'ultimo ha nell'economia del nostro paese. Sappiamo che si tratta di un tema fortemente sentito dalle regioni, dagli enti locali e dalle numerosissime province situate sulle nostre coste, che traggono dall'attività balneare durante i mesi estivi un importante e fondamentale contributo allo sviluppo dell'economia dei rispettivi territori. Si tratta, dunque, di un tema particolarmente sentito ed avvertito, come è stato opportunamente messo in evidenza dal dibattito odierno.
Intendo riprendere tale tema, con particolare riferimento ad alcune questioni affrontate dal decreto-legge in esame. La prima di tali questioni, nella quale risiede il motivo della presentazione del provvedimento, è costituita dalla proroga, prevista dall'articolo 1, comma 1, del decreto, al 31 dicembre 2006 del termine fino al quale continua ad applicarsi la disciplina prevista dal decreto-legge 13 aprile 1993, n. 109, relativa alla qualità delle acque di balneazione. Si tratta, come è stato ricordato, dei parametri relativi alla presenza di ossigeno disciolto nelle acque di balneazione.
È stato osservato nel corso degli interventi che mi hanno preceduto come tale proroga, seppure intervenuta in ritardo, vale a dire all'inizio della stagione balneare, sia necessaria per consentire la prosecuzione dello svolgimento della stagione balneare stessa da parte di numerosissimi operatori del settore. Da parte del nostro gruppo, ferme restando le considerazioni che sono state svolte, vi è dunque la consapevolezza dell'esigenza dell'approvazione di tale proroga.
È stato inoltre sottolineato come tale tema andrebbe collegato ad altre questioni. Occorrerebbe, come osservato dal collega Gambini, fare riferimento all'esigenza di rivedere la normativa europea, e non si comprende se questo Governo stia operando al riguardo e, nel caso affermativo, in quali termini. Intendiamo richiamare l'attenzione su ciò che sta accadendo a livello comunitario per quanto concerne la normativa in materia e sull'atteggiamento assunto dal nostro Governo.
È stata inoltre posta una domanda, in relazione alla proroga in esame: è sufficiente tutto ciò? È sufficiente un mero differimento dei termini?
Cosa fa il Governo, oltre ad approvare la proroga, per lavorare, come ho ricordato
all'inizio, in modo da rivolgere tutte le attenzioni possibili verso una vera politica di qualità delle acque e per dire basta, come ricordava il collega Vianello, alle deroghe affinché questo sia l'ultimo episodio, prima di intraprendere una strada nuova?
È stato accolto l'ennesimo ordine del giorno che richiama il Governo a redigere una relazione sullo stato delle acque di balneazione, da presentare al Parlamento, dove si evidenzino le cause che determinano l'inidoneità alla balneazione, nonché le misure e i risultati delle azioni predisposte dalle regioni, dagli enti locali e dai privati.
Abbiamo inoltre richiamato il Governo al rispetto dei termini, ovvero il 31 marzo di ogni anno, ma sappiamo che questo non è sufficiente. Ciò che manca e che, invece, servirebbe è un cambiamento di rotta su questo tema, come peraltro su altri argomenti che riguardano la politica ambientale. Occorre superare una fase di inerzia che vede, ad oltre due anni di distanza, il disegno di legge di delega ambientale giacere nei cassetti del Senato, senza che si giunga alla sua definitiva approvazione. Ciò fa sì che tutta una serie di temi e questioni, fortemente posti dal centrosinistra all'inizio della legislatura e cui il Governo ha dato risposta apparente con quella delega, siano tuttora fermi, senza che si compia alcun atto concreto.
Quindi, basta con le proroghe e sia questo l'ultimo atto che va in tale direzione! Occorre cambiare rotta verso una politica che valorizzi l'importanza delle nostre coste e del nostro mare, tutelandoli in modo effettivo e concreto.
Al di là di tali considerazioni, esistono altri aspetti che determinano il nostro voto sul provvedimento e che ovviamente lo modificano, rispetto a quello che sarebbe potuto essere, qualora il testo si fosse riferito soltanto alla proroga per le acque di balneazione. L'abbiamo già detto, ma intendo ripeterlo: il Governo, in particolare il ministero dell'ambiente, ha introdotto i commi 2 e 3 dell'articolo 1 estranei al tema delle acque di balneazione. Non voglio aggiungere molto altro a quanto già detto dai colleghi, in modo particolare dall'onorevole Vianello, ma il problema posto dal decreto riguarda l'ossigeno delle acque di balneazione, mentre i commi 2 e 3 non rientrano per nulla in questo tema, ma introducono altri parametri, con la finalità di rimediare alle procedure di infrazione sollevate a carico dell'Italia per l'adeguamento degli scarichi a mare, e misure di collettamento e depurazione, volte a rendere le acque reflue idonee al riutilizzo e conformi agli obiettivi di qualità posti dal decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, nonché dalle prescrizioni comunitarie in materia. Come prima ho ricordato, infatti, esisteva una procedura d'infrazione a carico dell'Italia.
È questo un elemento che può produrre danni, non rientra nell'ambito del problema dell'ossigeno, ma introduce ulteriori parametri che rischiano di vanificare la politica delle acque di balneazione.
MASSIMO ZUNINO. Il gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo si asterrà sul voto finale di questo provvedimento, alla luce delle considerazioni che ho appena svolto, ma anche sulla base di quelle evidenziate dagli altri miei colleghi, in particolare dall'onorevole Vianello. Ci asterremo perché vogliamo segnalare la necessità di superare il ricorso del Governo alle proroghe e perché vogliamo che si intervenga effettivamente su questo tema, molto importante per l'economia del nostro paese.
Vogliamo, inoltre, che si diano a tutti - ai cittadini italiani e ai turisti che vengono in Italia e chiedono acque pulite - certezze sulla qualità delle acque di balneazione.
Ci asterremo, inoltre, in quanto siamo assolutamente contrari all'inserimento dei commi 2 e 3 dell'articolo 1. Riteniamo che questo sia un modo sbagliato di procedere
nell'approvazione di questo decreto-legge, come degli altri che hanno precedentemente introdotto materie assolutamente incongruenti con il piano presentato dal decreto. Pensiamo, infine, che questo possa procurare un danno effettivo e non certamente un miglioramento della qualità delle acque di balneazione italiane.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Banti. Ne ha facoltà.
EGIDIO BANTI. Signor Presidente, l'onorevole Vianello ha espresso poco fa la dichiarazione di voto finale di astensione, a nome dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e del Misto-Socialisti democratici italiani. Desidero aggiungere anche la mia voce, non tanto a titolo personale, quanto - se mi si consente - a titolo «regionale», essendo stato eletto in Liguria, in una regione cioè che, per motivi assolutamente validi, è tradizionalmente interessata a tutto quanto attiene alla politica turistica balneare, in senso generale, e in modo particolare alla tutela delle acque di balneazione.
La regione Liguria - come altre regioni soprattutto appartenenti al centro-nord del paese, ma non solo - è oggetto ogni anno di un attento monitoraggio da parte dell'ADAC, l'Automobil club tedesco. I suoi tecnici arrivano in Liguria ogni primavera, come nelle altre regioni italiane, ed esaminano secondo i loro criteri e le loro metodologie la qualità delle acque, per svolgere un servizio informativo di grande importanza nei confronti della clientela tedesca.
Ebbene, è del tutto evidente che non possiamo - pur con tutto il rispetto verso queste persone che vengono a svolgere un compito significativo in Italia - limitarci a questo, ma dobbiamo essere in grado di rappresentare la qualità delle acque dei nostri mari in maniera adeguata, soprattutto puntando sul miglioramento in termini assoluti di questa qualità.
Val quindi la pena di sottolineare come una politica fatta di continui rinvii non dia certezza alle clientele, alle persone interessate e ai turisti italiani e stranieri sullo stato del nostro mare. Le bandiere blu, le vele e gli altri strumenti con cui le organizzazioni di volontariato - quindi non pubbliche: penso a Legambiente, ma anche ad altre - cercano di sopperire alle difficoltà complessive della politica relativa alle acque di balneazione non possono essere sufficienti.
È necessario, quindi, arrivare ad un sistema di qualità e di qualificazione delle acque stesse che dia garanzie per un tempo adeguato. In questo senso, dobbiamo superare il più presto possibile la politica dei rinvii.
Si può obiettare che anche il Governo di centrosinistra - peraltro insediatosi in Italia nel momento in cui il triennio di deroga, stabilito dalla legge del 1993 si era appena concluso - ha utilizzato il sistema delle proroghe ulteriori. Si trattava però di proroghe annuali e, nel frattempo, si cercava di lavorare senza fumose deleghe ambientali, come quelle cui ha fatto riferimento l'onorevole Vianello. Si cercava, inoltre, di lavorare per mettere a norma il sistema paese nel suo complesso, per quanto riguarda la qualificazione delle acque e, in generale, dei beni turistici.
È passato ancora del tempo e siamo non solo arrivati all'ennesima proroga annuale, ma addirittura ad un differimento biennale, fino al 31 dicembre 2006. Sembra insomma che il sistema delle proroghe, delle deroghe e dei differimenti sia ormai diventato tale da alimentare sé stesso, come un terribile cane che si morde la coda, allungando via via i tempi, invece di fornire le certezze di cui avremmo bisogno.
Anche i commi successivi del primo articolo del decreto-legge in esame vanno più nella direzione di creare maggiori difficoltà che non verso quella di risolvere i problemi. Credo che ciò sia stato già sottolineato in maniera abbastanza puntuale, in occasione della discussione delle proposte emendative, purtroppo tutte respinte da una maggioranza sorda anche
nei confronti di modifiche che, oggettivamente, avrebbero migliorato il testo del provvedimento.
Allora, è chiaro che, per questa parte, non possiamo essere favorevoli alla conversione in legge del decreto-legge n. 144 del 2004. Apprezziamo i commi che sono stati inseriti e che concernono la situazione di Venezia: ne hanno parlato, prima di me, altri colleghi. Tuttavia, tali disposizioni non sono evidentemente sufficienti a modificare il nostro orientamento e ad indurci ad esprimere un voto favorevole.
Ci rendiamo conto che, allo stato delle cose, la proroga dei termini è comunque necessaria; tuttavia, stigmatizziamo con forza il ritardo dell'approvazione del disegno di legge di delega ambientale. Vorremmo sottolineare che, quando venne presentato il disegno di legge di delega ambientale, una circolare del direttore generale Togni precisò che non si sarebbe più dovuto intervenire, in materia ambientale, fino all'approvazione della delega. Invece, sia il Governo, sia il Parlamento sono intervenuti più volte, e pertanto ci troviamo in una situazione derogatoria anche rispetto ad un disegno di legge che avrebbe dovuto beneficiare di un percorso privilegiato in Parlamento. Siamo in presenza, insomma, di una situazione terribilmente caotica in materia di politiche ambientali.
Dunque, è chiaro che non possiamo votare contro la conversione in legge del decreto-legge in esame, perché ciò creerebbe, sotto questo punto di vista, una situazione caotica nel paese. È stata disposta un'ulteriore proroga; tuttavia, essa non può incontrare il nostro voto favorevole. Conseguentemente, confermo l'astensione dal voto da parte del mio gruppo sulla conversione in legge del decreto-legge in esame (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piglionica, che può essere anche breve, poiché non sussiste un divieto in tal senso...! Ne ha facoltà.
DONATO PIGLIONICA. Signor Presidente, se anche vi fosse stato un divieto, probabilmente avremmo disposto un'altra deroga, e pertanto mi ritengo legittimato a procedere (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
Signor Presidente, è estremamente complesso essere originali discutendo di un decreto-legge composto da pochi commi e quando le necessità esistenti non sono strettamente legate a tale decreto. Come hanno già sostenuto i colleghi precedentemente intervenuti, siamo di fronte all'ennesima deroga: si tratta di un processo che dura ormai da anni. Le critiche formulate afferiscono soprattutto ad una forma quasi di cedimento della volontà rispetto al problema in campo, vale a dire la rinuncia a pensare che esso possa essere risolto. Infatti, non solo si conferma il processo di deroga - sembra quasi una specie di rito - che caratterizza i mesi estivi, ed il fatto stesso che si debba disporre una proroga, o una deroga, o una proroga delle deroghe, a stagione balneare ampiamente avviata, indica già come, in materia di legislazione ambientale, si proceda sempre in maniera affannata e senza seguire una rotta precisa. La verità è che, in questo caso, si rinuncia anche a pensare di intervenire il prossimo anno, poiché quest'anno si decide una proroga addirittura fino al 31 dicembre 2006; inoltre, si accenna a voler abbassare la guardia anche nei confronti di altri fattori inquinanti. In sostanza, si afferma che quest'anno non ci si occuperà delle acque di balneazione soltanto per quanto concerne l'ossigeno disciolto, ma si interverrà per consentire che anche altri parametri rimangano fuori dalla norma.
Vorrei segnalare che, per molte regioni, sembra quasi una seduta spiritica invocare le autorità di bacino, perché si tratta di invocare entità giuridiche spesso non ancora costituite. In sostanza, si abbassa la resa. Si tratta di una tecnica nota e consolidata: quando l'Unione europea ci invita ad osservare regole piuttosto ferree, si deroga ad esse! Basterebbe pensare a
quanto avviene in tema di rifiuti: di fronte alla necessità di interrompere l'utilizzo delle discariche, approviamo la direttiva europea in materia, ma subito dopo disponiamo delle deroghe che consentono alle regioni poco virtuose di proseguire nei loro comportamenti inadeguati!
Ci vorrebbe uno scatto, ci vorrebbe un colpo d'ala, ci vorrebbe la volontà di intervenire in una materia delicata come il ciclo integrato delle acque. Si tratta di una materia che, dopodomani, vedrà l'autorità competente riferire sullo stato di salute di tale settore in Italia; tuttavia, attendiamo di trovarci di fronte all'ennesima dichiarazione di cattiva salute. Basti pensare, a tal proposito, che, fino a poche settimane fa, una metropoli come Milano, che si dice proiettata in Europa, non disponeva di un apparato di depurazione delle acque adeguatamente funzionante; ed allora si comprende come la pianura Padana riversasse nell'Adriatico settentrionale un apporto non certo adeguato e non certo di qualità.
Si registra una scarsa volontà di incidere, una tendenza a «tirare a campare» sia in tema ambientale, sia anche in altri rilevanti settori. L'ambiente non è una materia sulla quale possiamo consentirci di diminuire le nostre attenzioni, perché gran parte dell'economia di questo paese, in numerosi settori (soprattutto quello turistico), ha bisogno di offrire all'utente, sia esso italiano o no, un'adeguata qualità ambientale.
In questo campo, insomma, c'è poca voglia di intervenire; per questo motivo, non è possibile accettare un decreto-legge che trova nella arrendevolezza il suo limite maggiore. Pertanto, pur consci della necessità di disporre una proroga dei termini, riteniamo che l'arrendevolezza non possa meritare altro che una astensione dal voto (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, ci troviamo di fronte, come già illustrato dai colleghi che mi hanno preceduto - in particolare il collega di Lion, in sede di interventi sul complesso delle proposte emendative -, all'ennesimo differimento della disciplina riguardante la qualità delle acque di balneazione. Si tratta di un differimento che, a questo punto, si istituzionalizza e si incardina nel nostro ordinamento giuridico.
Infatti, da quando l'Unione europea ha emanato le direttive in materia, non abbiamo fatto altro che recepirle e, nel contempo, prevedere che esse entrassero in vigore in un futuro che si allontana vieppiù. Contemporaneamente, nel momento in cui si decide questa deroga continua, non sono state adottate le misure necessarie per raggiungere i livelli di qualità delle acque indicati non soltanto dalla normativa europea, ma dalle necessità oggettive della salute umana e dell'ambiente.
Numerosi sono stati gli interventi che hanno sottolineato l'ammissibilità di misure di deroga solamente in casi davvero eccezionali e per periodi necessariamente limitati, poiché è chiaro che, se di deroga si deve parlare, tale misura non può che essere concepita accanto alla volontà, concretizzata in piani e progetti, di risolvere i problemi una volta per tutte.
Abbiamo sottolineato, non soltanto in questa occasione, la necessità di opere, in particolare sistemi di depurazione delle acque, di interventi atti ad eliminare l'inquinamento dei corsi idrici ad opera di sostanze che provocano l'eutrofizzazione ed una qualità molto bassa dell'acqua di mare o di lago, cioè delle acque costiere, che vengono utilizzate quotidianamente nei periodi estivi dai bagnanti e dai turisti. In sede di discussione della legge finanziaria, abbiamo stigmatizzato la riduzione delle risorse destinate ai programmi volti a dotare il nostro paese dei necessari sistemi di depurazione.
Anche quest'anno ci troviamo di fronte, quindi, all'ennesimo provvedimento che non affronta i problemi ma si limita a rinviarli nel tempo. Ho sentito
evocare, da parte di alcuni colleghi della maggioranza, una presunta non pericolosità per la salute umana della eutrofizzazione delle acque. Si dice che tale fenomeno non provocherebbe alcun danno alla salute: non credo che un fenomeno che provoca la morìa di pesci e danni irreversibili alla flora e alla fauna (parte dell'ecosistema marino) possa essere considerato con tanta superficialità soltanto in considerazione della non dannosità, del non pericolo per la salute umana nel breve periodo.
Comunque, non si tratta tanto di questo, quanto di ciò che rappresenta un provvedimento, come quello in esame, all'interno della politica ambientale. Perché di questo si tratta: di quali siano state tutte le altre misure, tutti gli altri interventi, tutte le altre decisioni ed iniziative politiche nell'ambito della tutela del territorio e in quello complessivo della politica ambientale.
Nella relazione introduttiva al provvedimento in esame si fa un riferimento preciso alla proposta di modifica della direttiva-quadro, con cui si escluderebbe il parametro dell'ossigeno disciolto al fine di legittimare (quindi, alla luce di questa eventuale decisione, futuribile per il momento, e nemmeno certa per quanto ci consta) un'ulteriore deroga in vista del superamento complessivo di questo criterio, non considerando quindi il fatto - com'è stato sottolineato - che la proposta di modifica dei parametri non può che inserirsi nel contesto più vasto e ben più complesso della revisione della disciplina della materia a livello europeo.
Al momento attuale, il parametro dell'ossigeno disciolto è vigente e con questo dato di realtà e di necessità normativa occorre confrontarsi.
Con il decreto-legge in esame si intende differire la disciplina del decreto-legge n. 109 del 1993 al 2006 - questo ci sembra davvero scandaloso! -, ma in realtà si reitera la disapplicazione di una norma vigente, aggirando il fatto che, se si applicasse tale disapplicazione (scusate il gioco di parole) in maniera netta e trasparente, non ci sarebbe da aspettarsi altro che una sanzione europea.
Quindi, noi chiediamo innanzitutto che il Governo ed il Parlamento si misurino davvero con le necessità del nostro paese, applicando con coerenza e rigore la normativa europea, anziché inventare ogni anno un decreto-legge che non fa altro che, surrettiziamente, aggirare o tradire una normativa che dovrebbe invece essere applicata con fedeltà.
Per questo, i deputati Verdi voteranno convintamente contro il disegno di legge di conversione in esame (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-L'Ulivo).
GIACOMO BAIAMONTE, Relatore per la XII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIACOMO BAIAMONTE, Relatore per la XII Commissione. Signor Presidente, il provvedimento in esame reca disposizioni in materia di differimento della disciplina sulla qualità delle acque di balneazione, dovuto al permanere del fenomeno della eutrofizzazione, nonché misure per l'adeguamento dei sistemi di depurazione delle acque reflue e di scarichi di suolo.
La proroga prevista dal decreto-legge al 31 dicembre 2006 riguarda la possibilità di derogare agli ordinari parametri relativi alla presenza di ossigeno disciolto nelle acque di balneazione, nonché gli adempimenti da parte delle regioni affinché si avvalgano di tale possibilità derogatoria.
Il provvedimento ha un legame anche con la problematica posta dalla Comunità europea, in quanto proprio nella direttiva europea si fa riferimento ad uno studio specifico del profilo delle acque di balneazione, fissando dei paletti ben precisi. Si parla del monitoraggio delle acque di balneazione in maniera sistematica, possibilmente ripetuto ogni quattro o otto settimane, anche durante il periodo della balneazione. Sono provvedimenti che danno una certa sicurezza ai cittadini che devono salvaguardare la propria salute, specialmente nei momenti di relax.
Proprio ieri, in sede di discussione sulle linee generali, ho citato un comune rivierasco della mia Sicilia, il comune di Cefalù, che proprio grazie a tali precauzioni sistematiche ha evitato, il 17 luglio scorso, che alcune cariche batteriche si riversassero nelle zone di balneazione, salvaguardando i cittadini da una eventuale infezione e quindi dall'inquinamento delle acque.
In conclusione, Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo di Forza Italia sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
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