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CESARE ERCOLE. Quello che stiamo per approvare è un provvedimento importante, che coinvolge una molteplicità di ambiti di intervento e una molteplicità di interessi
ugualmente meritevoli di tutela: il diritto dei cittadini ad un'assistenza farmaceutica commisurata ai loro bisogni sanitari; il diritto delle imprese alla certezza del quadro normativo di intervento; il diritto della pubblica amministrazione ad una gestione dei servizi efficace ed efficiente.
Trovare il punto di equilibrio ottimale tra questi molteplici profili di regolazione non sempre pienamente convergenti nelle loro attese di attuazione non è certo cosa facile. È peraltro evidente che la scelta dell'interesse o degli interessi da tutelare in via prioritaria corrisponde ad una scelta politica, cui è sotteso un giudizio di valore. Sotto questo profilo, l'equilibrio sancito dal decreto-legge in esame è un equilibrio soggettivo e frutto di una scelta discrezionale, perché molte altre potrebbero essere le possibili soluzioni.
Rispetto alle alternative che potrebbero consentire di raggiungere l'obiettivo del ripianamento del disavanzo, questo provvedimento ha tuttavia il pregio di guardare alla complessità del problema con uno sguardo attento ai molteplici interessi ad esso sottesi. Da una parte, si cerca infatti di garantire la stabilità del tetto di spesa programmato; dall'altra parte, si tutelano le legittime aspettative dei cittadini ad un'assistenza farmaceutica sufficientemente ampia e differenziata.
È evidente che, a fronte di questi pregi, il provvedimento in esame solleva anche alcuni profili di criticità. Più volte, infatti, tanto nel corso dell'esame del decreto in sede referente come, ancora prima, durante la discussione sul collegato alla finanziaria 2004, la Lega Nord Federazione Padana ha cercato di proporre una soluzione alternativa a quella delineata dalla compagine governativa. L'equilibrio ideale cui guarda la Lega Nord Federazione Padana è, infatti, un equilibrio che cerca di cogliere ancora più in profondità i diversi passaggi in cui si articola il servizio di assistenza farmaceutica, dall'attività di produzione a quella di distribuzione e poi di commercializzazione.
Si ritiene, in particolare, che la strada volta a scaricare l'onere del disavanzo solo su una categoria di settore, quelle delle aziende farmaceutiche, corrisponda ad una scelta politica che rischia di risultare arbitraria ed irragionevole, perché penalizza uno solo dei soggetti che dall'ulteriore spesa a carico del Servizio sanitario nazionale hanno tratto maggiori profitti. La nostra proposta era pertanto quella di procedere ad una ripartizione più equilibrata degli oneri di copertura del disavanzo tra le categorie di produttori, distributori e farmacisti operanti nel settore proporzionalmente alle quote di relativa spettanza, ma, come è noto, tale proposta non è stata accolta in sede referente. Alcune rassicurazioni in tal senso arrivano in realtà dal confronto con le parti e con il ministro della salute, che ha recentemente fornito una serie di anticipazioni sulle future modalità di gestione del disavanzo secondo meccanismi incentrati sulla condivisione delle responsabilità tra tutti gli operatori del settore.
Né, d'altronde, la Lega Nord Federazione Padana rinuncia a guardare al provvedimento come ad un atto a carattere assolutamente eccezionale ed a valenza transitoria, che deroga - ma solo temporaneamente - al principio dell'autonomia regionale ormai affermatosi in modo incontrovertibile nel settore dell'assistenza farmaceutica.
Il profilo in esame sembra essere sfuggito nel corso del dibattito in Commissione e in Assemblea, ma a nostro parere non ci si può allontanare dal principio dell'autonomia senza produrre uno sconvolgimento profondo dell'intera organizzazione sanitaria.
In un'ottica di lungo periodo, la chiave di volta per gestire in modo costruttivo il problema dei disavanzi nel settore farmaceutico è infatti quella dell'autonomia, del riconoscimento alle regioni di una piena capacità nella gestione del servizio e delle risorse ad esso corrispondenti. Se, viceversa, si volesse insistere nell'introduzione di meccanismi straordinari e a carattere derogatorio di regolazione dei disavanzi, si ostacolerebbe il cammino di responsabilizzazione delle regioni nella promozione
della qualità e dell'efficienza del servizio, con grave vulnus delle stesse aspettative dei cittadini.
A seguito del decreto-legge n. 347 del 2001, la modulazione della politica farmaceutica è infatti rimessa in larga misura alle regioni, cui spetta la decisione in merito all'introduzione di misure di compartecipazione ovvero il ricorso a meccanismi di distribuzione diretta. Tale contesto di riferimento presenta come palesemente contraddittori quegli interventi statali volti a forzare in un senso piuttosto che in un altro la gestione delle risorse nel settore dell'assistenza farmaceutica, data l'inscindibilità che di regola si impone tra la definizione delle politiche organizzative ed assistenziali e la concreta gestione delle risorse. Per tutte queste ragioni, il gruppo della Lega Nord Federazione Padana intende esprimere il suo voto favorevole al provvedimento in esame, impegnandosi tuttavia a sorvegliare sulla corretta implementazione degli interventi attuativi e/o integrativi che ne seguiranno.
In particolare, la Lega Nord Federazione Padana intende attivarsi affinché l'intervento di regolazione del prontuario terapeutico attribuito all'Agenzia italiana del farmaco non si traduca, in nome del rispetto del tetto di spesa programmato, in un'illogica ed eccessiva compressione delle legittime aspettative di assistenza farmaceutica dei cittadini. In conclusione, ci auguriamo che effettivamente, nell'applicazione e nell'integrazione normativa del provvedimento in esame, questa maggioranza abbia sempre riguardo a quell'equilibrio tra assistenza, sostenibilità della spesa pubblica e promozione dell'attività imprenditoriale che solo può consentire di tutelare i molteplici interessi sottesi all'assistenza farmaceutica.
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