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PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame del disegno di legge di conversione n. 5086.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati votati, da ultimo, gli identici emendamenti Burtone 1.23 e Battaglia 1.58.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meduri 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 285
Maggioranza 143
Hanno votato sì 131
Hanno votato no 154
Sono in missione 77 deputati).
Prendo atto che l'onorevole Zorzato non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Valpiana 1.59, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 325
Maggioranza 163
Hanno votato sì 146
Hanno votato no 179).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Battaglia 1.61.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Labate. Ne ha facoltà.
GRAZIA LABATE. Signor Presidente, con l'emendamento in esame proviamo a fornire al Governo, ancora una volta, una risposta finalizzata al contenimento ed alla razionalizzazione della spesa farmaceutica, invitando a fare riflettere sia l'Esecutivo, sia la maggioranza sul fatto che il modo con cui avviene, nel nostro paese, la negoziazione sul prezzo dei farmaci non solo non ha prodotto fino ad oggi risparmi, ma rappresenta anche una modalità di determinazione dei prezzi che non è propria di un paese che riconosce il mercato come strumento che chiama i soggetti economici a negoziare i prodotti di tale mercato.
Per questo motivo, con l'emendamento in esame abbiamo inteso offrire al Governo la possibilità di rinegoziare con le imprese i prezzi dei farmaci sulla base dell'innovazione dei prodotti e dei loro costi, allineando proprio i prezzi dei farmaci alle categorie terapeutiche e ai principi innovativi immessi nei nuovi prodotti farmaceutici. Occorre tener conto, tuttavia, che quando si pratica una negoziazione di questo genere, bisogna capire quali vecchi prodotti sostituisce il nuovo prodotto.
Il Governo, purtroppo, ha imposto anche alle imprese produttrici una metodica, attraverso l'imposizione del 7 per cento di sconto sul prezzo di un farmaco, che non
ha determinato né una maggiore razionalizzazione, né una minore spesa. È accaduto così che, nel nostro paese, le imprese produttrici abbiano trasferito nella fascia C una serie di prodotti e non abbiano rinegoziato fino in fondo il prezzo dei farmaci recanti innovazioni; ciò forse perché, per alcune categorie innovative, il 7 per cento di sconto costituiva un'imposizione troppo forte.
Allora, occorre che il Parlamento sappia che l'aumento del costo di prodotti farmaceutici, in traslazione dalla fascia A alla fascia C del prontuario, è stato pagato direttamente dai cittadini. È così che è potuto emergere, in sede di analisi, l'aumento della spesa pubblica per l'acquisto dei farmaci da parte dei cittadini. Onorevoli colleghi, non è una questione di poco conto! Questa mattina sembrava che ci fosse uno «scambio» di cifre e di costi sulla base di posizioni ideologiche: non è così, purtroppo. In realtà, è accaduto che, a causa di una visione sbagliata dal punto di vista politico, economico e del sistema di negoziazione, il paese ha offerto ai produttori l'obbligo dello sconto del 7 per cento, ma ha trasferito sui consumatori l'aumento di prezzo registratosi nei farmaci di fascia C.
Allora noi diciamo al Governo che offriamo, con questi emendamenti, soluzioni che - come è stato detto, in quest'aula fino a cinque minuti fa - permettono davvero di razionalizzare, riqualificare e rilanciare il sistema produttivo delle aziende. Voi non accogliete nulla. Purtroppo, il disastro sui farmaci sarà molto grave.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Battaglia 1.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
PIERO RUZZANTE. Presidente!
MAURA COSSUTTA. Presidente, guardi là!
PIERGIORGIO MASSIDDA. Guarda lassù!
PIERO RUZZANTE. L'onorevole Vito...
RENZO INNOCENTI. Signor Presidente!
PRESIDENTE. Invito i deputati segretari ad effettuare il controllo delle tessere di votazione.
(I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 343
Votanti 342
Astenuti 1
Maggioranza 172
Hanno votato sì 168
Hanno votato no 174).
Prendo atto che l'onorevole Castellani non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto altresì che l'onorevole D'Agrò ha espresso erroneamente un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labate 1.62, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 374
Votanti 372
Astenuti 2
Maggioranza 187
Hanno votato sì 173
Hanno votato no 199).
Prendo atto che gli onorevoli D'Agrò e Castellani non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Labate 1.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento Labate 1.41, con riferimento anche ai successivi emendamenti Burtone 1.42, Battaglia 1.43, Battaglia 1.44 e Labate 1.63, tutti strettamente collegati tra loro. Con questi emendamenti, intendiamo offrire un supporto legislativo all'avvio di un processo riformatore che incida sulle questioni strutturali che sono, a nostro parere, alla base della lievitazione della spesa farmaceutica. Si tratta di linee guida per la prescrizione, per l'utilizzo dei farmaci generici, per i controlli; di nuove regole per la propaganda commerciale e per molte altre problematiche.
Dunque, la definizione potrebbe essere quella di un nuovo patto tra ministro, regione, aziende e medici, per controllare la spesa e garantire il diritto alla cura dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Labate. Ne ha facoltà.
GRAZIA LABATE. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per dire che anche il mio emendamento 1.41 offre al Governo la possibilità di non effettuare, attraverso il decreto-legge in esame, questa disastrosa operazione. Tale provvedimento, infatti - lo abbiamo detto già stamani - scarica sui produttori, sulle regioni e sui cittadini italiani un trend previsionale di spesa non solo non corretto, ma che non reggerà all'impatto dell'andamento di questo aggregato di spesa.
Allora, almeno cerchiamo di ragionare in termini equi. Vi si sta offrendo la possibilità di lavorare all'interno dei distretti con i medici di medicina generale, con i pediatri di libera scelta, con i soggetti prescrittori per mettere in piedi una sperimentazione budgetaria che tenga almeno sotto controllo le patologie più rilevanti e le prescrizioni farmaceutiche. Ciò per capire cosa davvero determina l'impennata della spesa e se vi sono trend anomali che ingigantiscono i tetti che diciamo di rispettare. Voi non accettate neanche questo emendamento. Ma allora, vi assumete la responsabilità: colpite le industrie e colpite i cittadini italiani!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Faccio presente che vi è un settore, il quarto, che è «sotto osservazione». Pregherei, quindi, di essere un po' più furbi...
MAURA COSSUTTA. Anche il primo!
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Anche là!
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labate 1.41 , non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Onorevole collega, tolga la tessera da là! Onorevole Sardelli, voti per sé e non per altri.
MAURA COSSUTTA. Vito!
GABRIELLA PISTONE. Presidente, guardi là!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 384
Votanti 382
Astenuti 2
Maggioranza 192
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 211).
Prendo atto che l'onorevole Malgieri non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Battaglia 1.43.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
AUGUSTO BATTAGLIA. Signor Presidente, sinceramente sono un po' colpito dal fatto che la maggioranza e il Governo non riescano a dire nulla sulle proposte concrete che stiamo avanzando. Noi stiamo facendo delle proposte che vogliono aiutare il Governo concretamente ad affrontare le ragioni che hanno portato allo sfondamento della spesa per i farmaci di 1300 milioni di euro. Rispetto a ciò, voi, invece di affrontare i problemi, mettete in atto una misura sommaria che risolve la questione dei 300 milioni di euro e lascia scoperti per le regioni 1000 milioni di euro, ossia 2 mila miliardi di vecchie lire.
Ho sentito poco fa il Presidente del Consiglio parlare di rilancio della politica del centrodestra e delle promesse fatte agli italiani, ma forse bisognava fargli presente che, con questo decreto-legge, voi state accollando alle regioni, che già si trovano in grande difficoltà, altri 2 mila miliardi di lire. Questa misura si comprenderebbe se non vi fossero i problemi strutturali che hanno determinato questa situazione. Tra l'altro, credo si debba tenere conto di un fatto: non si è sfondato il tetto della spesa farmaceutica perché il Governo ha dato tutto a tutti. Qui si sfonda il tetto di 1300 milioni di euro - che si accollano sostanzialmente alle regioni - in un quadro in cui si riduce di un ulteriore 10 per cento la copertura per le famiglie. Quindi, nel 2003 si fanno gravare sulle famiglie 6,4 milioni di euro per pagarsi le medicine. In particolare, i cittadini anziani spendono mensilmente 80 euro per comprare medicine che il Servizio sanitario nazionale dovrebbe distribuire gratuitamente. Nello stesso tempo, sempre in questa fase, registriamo una crescente difficoltà per l'industria farmaceutica italiana, che continua a perdere posizioni. Faccio presente al Governo che nell'export vi è stata una riduzione del 7,81 per cento del prodotto farmaceutico italiano e che il saldo attivo si è dimezzato.
Quindi, voi siete riusciti con otto provvedimenti sui farmaci a «sfondare» il tetto di spesa di 1300 milioni, a ridurre le prestazioni per i cittadini, accollando loro 6,5 miliardi di euro per comprarsi le medicine, e a ridurre l'industria farmaceutica italiana in una situazione di crescente disagio e difficoltà.
Quando i problemi sono di questa natura, non possiamo pensare di risolverli attraverso provvedimenti sommari e, pertanto, in questo emendamento vi proponiamo qualcosa di molto concreto: per quanto riguarda la confezione dei farmaci - secondo ciò che ci dicono i medici e chiunque abbia a che fare con questo settore - occorre prevedere la predisposizione di confezioni ottimali che facciano risparmiare; in tal modo, riusciremo ad ottenere risultati in termini economici che potrebbero determinare risparmi investibili nella ricerca e nell'innovazione, garantendo ai cittadini una maggiore tutela e, al contempo, determinare una situazione diversa per l'intero settore farmaceutico.
Mi sembra che queste siano proposte molto concrete, ed avremmo voluto che da parte del Governo vi fosse maggiore attenzione, e ci si fosse misurati su queste proposte; siamo invece dinanzi ad una chiusura netta, della quale pagheranno il prezzo i malati italiani, perché tra tre mesi la situazione sarà identica a quella di oggi e dovrete adottare altri provvedimenti pesantissimi, che danneggeranno ulteriormente il Servizio sanitario nazionale. Inoltre, procrastinate una situazione di difficoltà della nostra industria farmaceutica, arrecando danni alla nostra economia.
Chiederei al Governo di non esprimere su questo emendamento una posizione pregiudizialmente contraria.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Battaglia 1.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 408
Votanti 406
Astenuti 2
Maggioranza 204
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 230).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Burtone 1.42.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo più volte sottolineato la linea che il Governo ha portato avanti in ordine a questo provvedimento: tentare di intervenire, al solito, attraverso la provvisorietà di iniziative tampone. Noi invece abbiamo avanzato una serie di proposte, da ultimo con questo emendamento, attraverso il quale cerchiamo di prevedere una serie di interventi di carattere strutturale.
Per questa ragione, facciamo riferimento, con l'emendamento al nostro esame, al problema della prescrizione. Si è spesso parlato anche di un processo di moralizzazione che deve toccare i nostri professionisti, ma talvolta si semplifica: noi riteniamo che vi siano alta professionalità, tanta moralità e che siano soltanto casi isolati quelli che devono essere sottolineati e sanzionati.
Per questa ragione, forniamo una serie di indicazioni, pensando che si debba passare alla prescrizione per principio attivo ed evitando di porre, nella ricetta, il nome commerciale.
Questa è una proposta che, insieme alle altre, può essere utile affinché la spesa sanitaria non lieviti ulteriormente (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Labate. Ne ha facoltà.
GRAZIA LABATE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento al nostro esame si pone sempre nella stessa ottica, ovvero quella di fornire assist al Governo qualora realmente questo volesse adottare una politica di razionalizzazione e di qualità nella più generale politica del farmaco. Tuttavia, registro una sordità, anche se è noto che se davvero si accettasse l'idea di proporre la prescrizione per principio attivo, tante di quelle denunce del trend anomalo di spesa, che oscilla durante l'anno di trimestre in trimestre, probabilmente si potrebbero contenere.
Infatti, se non si prescrive il farmaco con il nome commerciale ma attraverso il principio attivo, è possibile consegnare, tra i diversi farmaci che hanno il medesimo principio attivo, quello meno costoso.
Non riesco davvero a capire, sottosegretario Cursi, perché questo da voi non venga nemmeno preso in considerazione. Allora, non volete razionalizzare la spesa, ma volete scaricarla sull'anello più debole: il cittadino.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Burtone 1.42, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 420
Astenuti 4
Maggioranza 211
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 234).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Battaglia 1.44.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
AUGUSTO BATTAGLIA. Signor Presidente, si tratta di una questione che abbiamo posto più volte anche durante l'esame dell'ultima legge finanziaria. Non
riusciamo a capire per quale ragione un Governo che deve fronteggiare una situazione di grave crisi finanziaria e che non riesce ad arginare la spesa farmaceutica si sottragga all'adozione di misure che possono far risparmiare.
Con l'emendamento in esame vi proponiamo una diversa modalità di confezionamento dei farmaci. Un Governo serio avrebbe spiegato il motivo dello sfondamento ed avrebbe dichiarato di adottare determinate misure per contrastare il fenomeno. Invece, vi siete presentati con un decreto-legge senza una relazione tecnica e senza dire al Parlamento quali sono state le ragioni dello sfondamento.
Una delle ragioni per cui, a nostro avviso, si è sfondato il tetto di spesa sta nel confezionamento. Una serie di farmaci hanno adottato confezioni che contengono, rispetto al passato, un maggior numero di pasticche, di fiale, e così via. I medici di famiglia ed i medici prescrittori ci segnalano che ciò può portare alcuni problemi. Ad esempio, un medico può prescrivere una nuova terapia ad un suo utente e, ad un certo punto, rendersi conto che vi sono controindicazioni nell'uso di tale farmaco ed essere costretto a cambiare cura. Una confezione più ridotta consentirebbe ai medici di provare il farmaco per verificare che non vi siano effetti collaterali negativi. In tal modo, potremmo evitare che tanti farmaci finiscano non utilizzati, cosa che determina un evidente aggravio di spesa per il Servizio sanitario nazionale.
Può sembrare una piccola cosa, ma, come è facilmente comprensibile, quando si sfora il tetto di spesa in tali dimensioni i fattori sono tanti. Dunque, dobbiamo avere la capacità di intervenire sui diversi fattori. Su tale punto vi è stato il parere favorevole della Commissione bilancio che, quindi, ha ravvisato nell'emendamento una possibilità di migliorare la situazione finanziaria, altrimenti avrebbe espresso un parere contrario. Dunque, non riusciamo a capire per quale ragione il Governo, essendovi il parere favorevole della Commissione bilancio su una proposta emendativa che fa risparmiare una quota consistente di risorse, abbia espresso parere contrario. Se tali risorse non vengono risparmiate, continuerete ad accollarle sui cittadini italiani. L'esito del decreto-legge sarà che chiederete all'Agenzia per il farmaco di togliere dalla fascia A, quella gratuita, una serie di farmaci e metterli in fascia B. Di conseguenza, i 700 milioni che mancano verranno coperti dai cittadini che saranno chiamati a comprare di tasca propria altri farmaci.
Se, invece, ci si assumesse la responsabilità di accogliere alcuni emendamenti che possono determinare un risparmio - e del fatto che tale tipo di confezione possa portare dei risparmi sono convinti anche i medici italiani - si potrebbe evitare, magari fra due o tre mesi, il ricorso ad altre misure che danneggerebbero ulteriormente i cittadini togliendo loro il diritto fondamentale di ricevere farmaci essenziali gratuitamente.
Vedete, la spesa sanitaria delle famiglie sta aumentando. Faccio presente che lo scorso anno gli italiani hanno speso per curarsi 24 miliardi di euro, cioè 48 mila miliardi di vecchie lire: ormai gli italiani pagano il 25 per cento di tasca propria. Tale misura, inoltre, è in crescita ed è la conseguenza delle scelte da voi effettuate in politica sanitaria. Questo sta determinando un quadro molto grave, perché ci troviamo di fronte a situazioni familiari in cui non sempre si è in grado di tirare fuori ogni mese quegli 80-100 euro per acquistare le medicine. Ci sono pensionati che hanno trattamenti pensionistici minimi - che non raggiungono nemmeno quel milione di lire che avete promesso e che non arriverà mai - che sono costretti ad impegnare una quota crescente della loro pensione per comprare le medicine. Chiediamo, pertanto, al Governo un pronunciamento su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, con grande umiltà abbiamo respinto l'impostazione del Governo di «galleggiare» su questo
decreto, senza fare scelte strutturali. Abbiamo quindi presentato alcune proposte emendative, sulle quali abbiamo registrato però il parere contrario del relatore. Ci sembra tuttavia eccessivo il parere contrario sull'emendamento in oggetto, che a noi sembra utile e che è stato accettato anche dalla Commissione bilancio. Tutti sappiamo che c'è uno sperpero di farmaci - lo dicono anche i cittadini comuni - e, conseguentemente, anche un problema di smaltimento dei farmaci. Abbiamo pertanto fatto una proposta molto semplice, praticabile, che potrebbe essere innovativa: quella di utilizzare, nell'avvio della terapia, le confezioni start (le confezioni ridotte, quelle meno costose), in modo da poterne verificare l'efficacia e la tollerabilità e definire poi la terapia in maniera completa.
Riteniamo, dunque, che il parere contrario sul nostro emendamento sia espressione di irresponsabilità. Non si vuole incidere seriamente per evitare la lievitazione della spesa farmaceutica nel nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giacco. Ne ha facoltà.
LUIGI GIACCO. Siamo d'accordo sulla necessità di mettere sotto controllo la spesa farmaceutica, al punto che, a tal fine, abbiamo presentato delle proposte emendative con semplici accorgimenti. Abbiamo, innanzitutto, proposto una razionalizzazione della distribuzione del farmaco. Abbiamo poi proposto di fare riferimento al principio attivo del farmaco, anziché al nome commerciale. Con questo emendamento, prevediamo il confezionamento dei prodotti medicinali in confezioni tali poter essere utilizzate in modo adeguato, evitando così costi inutili, e al tempo stesso consentendo di verificarne l'efficacia e la tollerabilità sullo stato di salute dei consumatori.
Se non interveniamo, ciò significa che i 1.300 milioni di euro previsti ricadranno sicuramente sulle regioni e sui cittadini. Pertanto, non accogliere questo emendamento significa, indirettamente, far sì che le tasse sui cittadini aumentino senz'altro, sia attraverso i ticket che le regioni dovranno prevedere, sia attraverso una spesa diretta da parte dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Battaglia 1.44, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 220).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Labate 1.63.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Labate. Ne ha facoltà.
GRAZIA LABATE. I colleghi hanno detto quanto questa politica del Governo, con gli sconti forzosi e i tetti di spesa, in sostanza una politica amministrata del farmaco, non porti da nessuna parte. Con questo emendamento abbiamo voluto fornire una possibile soluzione, perché, colleghi, i numeri non hanno ideologia. Da quando abbiamo attuato uno dei famosi otto decreti di questo Governo in tre anni, è avvenuto che, per quello sconto imposto del 7 per cento e per non aver fornito alle industrie una politica di sostegno, le prescrizioni farmaceutiche si sono trasferite verso farmaci a più alto dosaggio.
Bisogna che il Parlamento italiano sappia che, nell'ultimo anno, sono stati prodotti farmaci (con lo stesso principio attivo e a fronte di una stessa patologia) le cui confezioni sono mutate: da confezioni di dieci pastiglie o sei fiale si è passati a confezioni di trenta pastiglie o diciotto
fiale e ciò ha comportato un certo aumento di spesa, come è emerso nel periodo tra gennaio e marzo del 2004 (28,50 euro in più, pari a più del 3 per cento della spesa).
L'opposizione si fa carico del problema; in particolare, ha presentato l'emendamento 1.63, di cui sono prima firmataria, con riferimento al quale, a parte ciò che è stato affermato dai colleghi Battaglia e Burtone, vorrei svolgere la seguente considerazione: abbiamo bisogno, per le caratteristiche del nostro prontuario terapeutico nazionale, di verificare l'efficacia di una prescrizione clinica.
La confezione start non è soltanto una confezione più ridotta, con riferimento al dosaggio, di pastiglie o fiale. Vi sono diversi principi attivi simili che, per diventare innovativi, hanno bisogno dell'introduzione di piccoli elementi aggiuntivi; è bene, pertanto, che il medico di medicina generale, quando viene «spacciato» qualcosa di innovativo, lo sperimenti, in termini di efficacia clinica, con una confezione start, senza partire «in picchiata», dando al paziente confezioni da dieci, venti, trenta pezzi e più. Lo dico anche per preservare una certa qualità dell'ambiente.
A tale riguardo, dovreste esaminare i rapporti sull'inquinamento da farmaci scaduti nel nostro paese e tenere conto della popolazione anziana, che non è in grado, ovviamente, di sapere sempre come si usa un prodotto o meno. Mettetevi una mano sulla coscienza, anche con riferimento ad un emendamento del genere: approvatelo per la spesa, per la salute e contro l'inquinamento!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, spesso sulle questioni sanitarie ci si confronta con emendamenti e documenti molto tecnici, di difficile comprensione per chi non è un esperto della materia. Ebbene, siamo di fronte ad una situazione che ognuno di noi può giudicare, perché ognuno di noi si reca in farmacia per far fronte a malanni di tutti i tipi e si accorge di come le problematiche sollevate dalla collega Labate siano diffuse.
Le confezioni dei farmaci spesso non sono dimensionate alle caratteristiche ed al bisogno del paziente. La gestione della spesa farmaceutica non è un'operazione semplice per nessun Governo, né per le regioni. La differenza tra l'impostazione del precedente Governo (in particolare, mi riferisco all'operato dell'ex ministro Bindi) e quella del Governo attuale sta nelle politiche e nell'approccio ai problemi complessi. Da una parte, vi è il trasferimento (scelta adottata da questo Governo) della spesa farmaceutica sui cittadini e sulle regioni, in un contesto indifferenziato nel quale non si vuole andare alla natura del problema e cercare soluzioni condivisibili; dall'altra, vi è il modello della concertazione, che implica la collaborazione con i medici di base e le imprese farmaceutiche, che non è stato seguito dall'attuale Governo.
Quindi, vi è una rilevante differenza di impostazione che deriva proprio dalla capacità di dialogo con la società, che, anche sulle questioni sanitarie, questo Governo non è riuscito a mettere in atto.
Come si può pensare di governare la spesa farmaceutica, coinvolgendo i medici in un percorso virtuoso positivo in cui le prescrizioni siano sempre più attente alla gestione della spesa, se si è riusciti, caso unico nella storia del paese, a provocare lo sciopero di tutte le sigle sindacali dei medici contro le politiche di privatizzazione della sanità e di allontanamento dai reali bisogni del paziente? Il problema principale è costituito da una sorta di inadeguatezza di fondo nell'approccio ai problemi e da una volontà dirigistica e centralista di affrontare le questioni, senza riuscire a dialogare con gli attori che, sul territorio, devono concordare su un certo tipo di politica da mettere in atto.
Oggi, avete ribaltato il problema su tutte le regioni, in quanto le mancate scelte sul governo della spesa farmaceutica determinano oneri a carico delle regioni a statuto ordinario e anche di quelle a statuto speciale.
Ritengo dunque che questo emendamento, che propone un suggerimento dal costo nullo per le casse dello Stato, attraverso l'individuazione di un modello di intervento utile, intelligente e attento ai reali bisogni, possa essere votato con la consapevolezza di contenere una delle direttrici necessarie per ridurre anche il deficit dello Stato che, inevitabilmente, si ripercuote sui cittadini in termini di maggiori tasse e minori servizi (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labate 1.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 423
Astenuti 2
Maggioranza 212
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 231).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Labate 1.47.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Labate. Ne ha facoltà.
GRAZIA LABATE. Signor Presidente, questo emendamento fornisce una risposta a fenomeni che ormai sono noti da almeno due anni, relativi al fatto - non ne faccio un discorso né scandalistico né moralistico - che una mancata politica di sostegno per lo sviluppo dell'industria nel nostro paese e la presenza molto aggressiva delle multinazionali straniere, che si sono accaparrate gran parte del mercato farmaceutico italiano, hanno determinato un utilizzo da parte delle nostre industrie di politiche di marketing molto aggressive per conquistare le poche fette di mercato che ancora rimangono, vista la scarsità dell'innovazione e della ricerca su questo terreno.
Così, dopo molti altri, abbiamo assistito nuovamente allo scandalo sulle politiche farmaceutiche. Ne sono prova le questioni che hanno investito importanti aziende nel nostro paese in ordine a modalità di politiche di marketing che, ad esempio, il nostro ordinamento non prevede. È vero, esiste un vecchio decreto legislativo, il n. 541 del 1992, che regola la pubblicità e il mondo dell'informazione. A tal proposito abbiamo presentato un emendamento rispetto al quale il Governo ci ha risposto che questa parte è di competenza delle regioni; ma il Governo sa che se non cambiamo i principi generali le regioni non possono attuare nulla!
Dunque, vi è stata una politica di marketing non solo ascientifica, per informare il medico o il cittadino, ma anche molto aggressiva, che in molti casi ha adoperato strumenti illegali. Allora, visto che il costo per il marketing della pubblicità pesa sul costo di un farmaco per il 16,8 per cento, chiediamo al Governo, eliminando le politiche di marketing che non servono, al fine di accantonare un 5 per cento di quel costo, di far in modo che l'Italia, come tutti i paesi europei e di oltreoceano, si doti di un sistema di informazione indipendente.
Anche su ciò la sordità è totale. Riflettete colleghi, perché non possiamo pensare di andare avanti solo con i NAS e la Guardia di finanza!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labate 1.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 422
Votanti 421
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 227).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zanella 1.48.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
AUGUSTO BATTAGLIA. Signor Presidente, credo che un paese avanzato e sviluppato come l'Italia dovrebbe porsi l'obiettivo di una politica del farmaco in grado di raggiungere una serie di obiettivi.
Il primo è certamente quello di garantire l'assistenza ai cittadini e ai malati e, soprattutto, di garantire loro i farmaci di ultima generazione, quelli più innovativi e più idonei a curare meglio gli stati patologici. Il secondo obiettivo dovrebbe essere quello di creare le condizioni per garantire al medico e agli operatori sanitari la libertà nella scelta dei percorsi terapeutici. In terzo luogo, credo che l'obiettivo di un paese moderno dovrebbe essere anche quello di creare le condizioni per un rilancio dell'industria italiana del farmaco, che nel corso degli anni si è ridotta e vive una situazione di difficoltà, nonché quello di ricercare, come avviene nel Regno Unito, in Irlanda o in Spagna, una situazione ottimale affinché i capitali esteri possano individuare nel nostro paese il luogo nel quale investire, sia nel campo della ricerca che in quello della produzione.
Ora, per effettuare tale operazione, credo che dovremmo cercare di risparmiare laddove è possibile - quindi, promuovendo i farmaci generici, i farmaci da banco, esercitando i controlli sul sistema delle prescrizioni e razionalizzando il sistema di distribuzione - al fine di indirizzare le risorse nelle attività più idonee al raggiungimento di quegli obiettivi. Occorre, quindi, convogliare risorse sulla ricerca e creare le condizioni, con provvedimenti di natura economica, finanziaria e fiscale, per attrarre capitali nel nostro paese.
Una caratteristica del sistema farmaceutico italiano è che in Italia la quota di fatturato destinata all'informazione scientifica - ovvero nell'attività di informare i medici sulla produzione di nuovi farmaci, di pubblicizzare la loro azione, magari in concorrenza con altri - si aggira intorno al 14-15 per cento, mentre invece la quota indirizzata verso la ricerca non supera il 7 per cento. Un paese moderno e industriale non si può permettere tali rapporti e dobbiamo porci il problema di invertire il trend. Se guardiamo al Regno Unito, un paese con un numero di occupati analogo al nostro e con un fatturato simile - 14.594 miliardi l'Italia, 14.529 il Regno Unito - ci rendiamo conto che le esportazioni italiane consistono in 7.537 milioni, mentre quelle britanniche in 13.000 milioni di euro. Per quale motivo?
La risposta possiamo subito verificarla, confrontando il numero degli addetti alla ricerca: in Italia lavorano circa 5 mila addetti, mentre nel Regno Unito ne lavorano circa 29 mila. Evidentemente, quel paese è riuscito ad utilizzare le risorse, a parità finanziaria e di mercato nazionale del farmaco, indirizzandole verso la ricerca e l'innovazione, determinando quindi le condizioni per lo sviluppo di quel settore. Questo ha fatto il Regno Unito, questo stanno facendo l'Irlanda e la Spagna!
Ora, un paese come il nostro, che vive una profonda crisi economica e che non deve competere con la Cina sulla plastica o su prodotti di bassa lega, deve gareggiare sulle innovazioni, sulle tecnologie e anche sull'industria del farmaco, perché abbiamo fior di scienziati, istituti a carattere scientifico e un mondo della ricerca che purtroppo non trova nel nostro paese le condizioni per potersi esprimere, dovendo emigrare altrove.
Allora, dal momento che ci troviamo in questa situazione, credo che il Governo non dovrebbe perdere mai l'occasione per
introdurre nel nostro sistema le innovazioni in grado di far raggiungere risultati analoghi a quelli degli altri paesi.
L'emendamento in oggetto non dice altro che questo, ovvero rivisitare tutto il sistema dell'informazione scientifica, cercare di metterlo sotto controllo, ridurre i costi in questo tipo di attività, coinvolgere le regioni in un informazione più autonoma e, allo stesso tempo, recuperare risorse per indirizzarle verso la ricerca e l'innovazione, aiutando l'Italia in due importanti obiettivi: garantire un maggior grado di assistenza farmaceutica ai nostri cittadini e ai nostri malati, il più possibile gratuitamente e non gravando con balzelli, ticket e altre forme di pagamento e, allo stesso tempo, creare le condizioni per il rilancio di un importante settore del mondo economico italiano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, siamo alla conclusione dell'esame degli emendamenti e intendiamo formulare una riflessione, che riguarda non soltanto l'emendamento in esame e che parte dalla constatazione che la lievitazione della spesa farmaceutica, con la conseguente necessità di razionalizzare il settore, potrebbe mettere in serio rischio la garanzia di cui all'articolo 32 della Costituzione, che prevede il diritto alla cura.
Riteniamo che non si possa uscire da tale situazione senza un patto etico tra Stato, regioni, medici e industrie farmaceutiche. A tal fine, abbiamo presentato l'emendamento in esame, volto ad affidare all'Agenzia una funzione di moralizzazione in un settore delicato quale quello dell'informazione scientifica. Tale settore non può essere criminalizzato, ma deve essere reso efficace e trasparente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zanella 1.48, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 418
Votanti 417
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 228).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Battaglia 1.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 236).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meduri 1.49, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 429
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 236).
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.
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