Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 486 del 7/7/2004
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(Iniziative per garantire il contemperamento tra la tutela del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e quella degli interessi della collettività - n. 3-03546)

PRESIDENTE. L'onorevole Gazzara ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03546 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).

ANTONINO GAZZARA. Signor Presidente, l'argomento sottoposto all'attenzione del Governo richiede, a nostro avviso, una soluzione soprattutto per l'evidente, peraltro verificato, conflitto tra il diritto del cittadino utente di poter contare su un servizio pubblico essenziale e quello del lavoratore di ricorrere allo sciopero come strumento di pressione per la definizione delle vertenze sindacali.
Occorre, quindi, attivarsi per l'adozione di misure che consentano un giusto equilibrio fra tali situazioni, in modo da garantire anzitutto il servizio ai cittadini e, insieme, consentire al lavoratore la migliore e legittima tutela dei propri interessi.

PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, onorevole Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, le agitazioni di questi giorni sono la conseguenza della distanza che si sta registrando tra le parti nella fase di rinnovo contrattuale dopo le convulse vicende che avevano segnato la sigla del precedente contratto con un intervento significativo da parte del Governo. Quella dell'autunno scorso, tuttavia, era una situazione di emergenza. Non si può pensare, quindi, che tocchi sempre al Governo, attraverso il bilancio dello Stato, coprire a piè di lista oneri posti a carico in primo luogo delle aziende, degli enti e delle regioni.
Il settore del trasporto pubblico locale si sta configurando in maniera sempre più chiara come la sede per la sperimentazione


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di un nuovo modello contrattuale decentrato, sostanzialmente territoriale, nel quale gli incrementi retributivi devono riflettere le diverse capacità finanziarie delle singole imprese.
Lo sciopero che si è svolto ieri ha indubbiamente prodotto pesanti e negative conseguenze per i cittadini - ha ragione l'onorevole Gazzara - soprattutto per quelle fasce di popolazione più debole che utilizzano in maniera massiccia tale forma di trasporto.
Il Governo, come ho già sostenuto in quest'aula, non ha mai mancato di condannare forme di sciopero selvaggio, quali quelle verificatesi nell'autunno scorso, in particolare a Milano, condotte nella totale inosservanza delle regole, senza alcun rispetto dei diritti dei cittadini. Lo sciopero di ieri, tuttavia, si è svolto nel rispetto delle regole vigenti per i servizi pubblici essenziali, essendo stato differito, rispetto alla data iniziale prevista, assicurando le fasce obbligatorie di servizio e dando congruo preavviso ai cittadini.
Tuttavia, a seguito delle vicende, che ho citato, dello scorso autunno, il dicastero di cui sono il titolare ha deciso di definire alcune proposte di intervento di modifica della legge attuale che regolamenta il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali. Si tratta di modifiche utili per contemplare, ad esempio, come dice l'onorevole Gazzara, espressamente l'ipotesi dei cosiddetti scioperi spontanei (ipotesi non prevista dalla normativa vigente), sempre più frequenti non solo nel settore dei trasporti, nonché di misure per introdurre nuove forme di «raffreddamento» del conflitto (per esempio il referendum consultivo) e per prevedere il cosiddetto sciopero virtuale, oltre che per concedere alla commissione di garanzia nuovi e più significativi poteri di intervento.
Queste correzioni e le altre che dovessero essere richieste dalla commissione di garanzia stessa o dalle parti sociali sono certamente utili per tutelare in maniera più efficace i diritti costituzionali dei cittadini, senza naturalmente ledere la libertà di sciopero, garantita anch'essa dalla Costituzione.

PRESIDENTE. L'onorevole Gazzara ha facoltà di replicare.

ANTONINO GAZZARA. La risposta mi soddisfa; tuttavia, tendo a precisare che la questione esiste, come il ministro conferma. Accanto alla ricerca di una soluzione tecnica, si pone un notevole risvolto politico. Le regole devono essere poste e vanno rispettate da tutti. Sono convinto, però, che il Governo e il Parlamento debbano fare (rapidamente) quanto è nella loro competenza, per risolvere la questione, in modo che il cittadino non divenga ostaggio e che il lavoratore non venga privato di diritti essenziali.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16.

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