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PRESIDENTE. L'onorevole Titti De Simone ha facoltà di
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, il decreto sul precariato della scuola, approvato in data 4 giugno 2004, ha introdotto - per l'ennesima volta - norme che hanno completamente stravolto il sistema dell'attribuzione dei punteggi, dopo tre
anni di totale confusione alimentata dai provvedimenti di questo Governo su tale tema, così delicato per la scuola.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, ricordo che tale querelle è una fra le eredità più pesanti che l'attuale Governo ha ricevuto dal precedente in materia di precariato.
PRESIDENTE. L'onorevole Titti De Simone ha facoltà di
TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, non sono assolutamente soddisfatta della risposta, anche perché bisognerebbe che questo Governo si assumesse finalmente le proprie responsabilità - che in questo caso sono estremamente significative - con riferimento al disagio ed al caos che si è determinato nel mondo della scuola, in particolare sul tema del precariato. Siete stati voi a bloccare le immissioni in ruolo, ministro Giovanardi! Siete stati voi a stravolgere il funzionamento delle graduatorie, ministro Giovanardi! E l'emendamento sul punteggio raddoppiato con riferimento alle scuole di montagna, che voi cercate di imputare alla discussione parlamentare, è stato presentato dalla Commissione cultura del Senato presieduta dal senatore Asciutti di Forza Italia! L'interpretazione restrittiva e sbagliata del punteggio specifico è responsabilità del Ministero, che ha adottato disposizioni attuative che penalizzano il precariato storico che, invece, noi intendevamo sostenere ed avvantaggiare.
Le norme inserite nel decreto avrebbero dovuto portare ordine. Esse, invece, hanno stravolto il settore, con interventi sulle modalità di calcolo dei punteggi, che sono completamente diversi da prima ed hanno - fatto ancora più grave - effetto retroattivo. Sono state emanate disposizioni attuative su tale decreto, che hanno fornito un'interpretazione restrittiva e distorta del calcolo del punteggio e del servizio non specifico.
Vi è un'ulteriore aggravante: il calcolo raddoppiato del servizio svolto negli istituti di montagna. Si tratta di una norma grossolana, di cui non si capisce la ragione e che deve essere assolutamente cancellata.
Noi chiediamo al Governo di dirci con quali strumenti intenda intervenire per modificare le norme relative al calcolo del punteggio, che stanno creando notevolissimi problemi al precariato.
Il decreto-legge n.255 del 2001 - citato nell'interrogazione - ha, infatti, a suo tempo sbloccato, in termini utili per il regolare avvio dell'anno scolastico, l'assunzione in ruolo per gli anni scolastici 2001-2002 e le supplenze per l'anno scolastico 2001-2002 che, altrimenti, sarebbero rimaste bloccate per effetto dell'imponente contenzioso determinato da provvedimenti emanati dal precedente Governo, per l'applicazione della legge n.124 del 1999.
Il Governo è successivamente intervenuto con un disegno di legge per riequilibrare le posizioni delle graduatorie permanenti delle diverse categorie di personale docente e, precisamente, i precari storici e gli specializzati presso le scuole di specializzazione di insegnamento secondario - i «sissini» - invenzione, come noto, dell'onorevole Berlinguer, per ottemperare a precisi ordini del giorno del Senato e della Camera di deputati.
La complessità dell'iter parlamentare del disegno di legge, nonché l'esigenza di risolvere in tempo utile il problema della revisione dei punteggi, ha reso necessario il ricorso al decreto-legge, secondo il testo già approvato dalla VII Commissione del Senato. Ciò sia per consentire il regolare avvio dell'anno scolastico 2004-2005 sia per poter disporre tempestivamente delle nomine di ruolo già autorizzate per lo stesso anno scolastico, il 19 novembre 2003. Tuttavia, come è noto, il decreto-legge, prima della conversione, è stato modificato dal Parlamento con il parere contrario del Governo proprio con riferimento a quei punti che oggi sono alla base delle lamentele dell'interrogante. È agli atti il parere contrario del Governo e la previsione, da parte di quest'ultimo, sulla possibilità che alcune norme introdotte dal Parlamento avrebbero stravolto il significato del provvedimento ed avrebbero creato problemi. Tuttavia, il Parlamento è sovrano e, quindi, il Governo si è inchinato alla volontà parlamentare.
Oggi, prendiamo atto con soddisfazione che il Senato si sta facendo carico dell'impellente esigenza di modificare alcune norme del provvedimento. Si stanno esaminando, infatti, emendamenti che fanno riferimento proprio al problema del servizio nelle scuole di montagna, a quello delle diverse classi di concorso e della decorrenza dell'efficacia delle norme contenute nel provvedimento. Sono tutte modifiche che, nell'ambito del decreto-legge in via di conversione riguardante i settori della pubblica amministrazione, dovrebbero apportare tempestivamente correttivi parlamentari per legge (questa, infatti, é l'unica cosa da fare) alle anomalie segnalate dall'interpellante e contenute nel disegno di legge licenziato dal Parlamento.
Non so cosa al Senato si vorrà fare per porre rimedio ad una questione che avete fatto precipitare nella disuguaglianza, nella confusione e in un caos che alimenteranno ancora ricorsi come quelli che vi sono stati in questi anni. Certo, è chiaro che bisogna porre rimedio intanto alla retroattività, che è un elemento assolutamente inaccettabile per un provvedimento come questo. Ciò significa stravolgere la vita di migliaia di persone che hanno investito la loro esistenza e la loro professionalità, con regole che modificate ed alterate in corso d'opera. È chiaro che bisogna intervenire per eliminare il doppio punteggio con riferimento alle scuole disagiate di montagna e delle isole. Cosa significa questa norma? È una norma grossolana che va cancellata e ci adopereremo in tal senso.
È chiaro che bisogna valutare il servizio specifico valorizzando l'esperienza professionale di quei docenti inseriti anche in diverse classi di concorso. È chiaro che bisogna lavorare per le immissioni in ruolo. Le opposizioni hanno condotto una battaglia per un piano pluriennale. Noi vi aspettiamo al varco, ossia quello rappresentato dall'esame della legge finanziaria nel corso del quale ci batteremo per trovare le risorse per un piano pluriennale assolutamente necessario per risolvere il problema del precariato della scuola, un precariato che in questi anni avete dimostrato di volere semplicemente alimentare.