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PRESIDENTE. L'onorevole Annunziata ha facoltà di
ANDREA ANNUNZIATA. Signor Presidente, signor ministro, si aggrava sempre di più, nel meridione e nella provincia di Salerno, la crisi economica ed industriale, concreta e reale spia di una negativa politica economica di questo Governo.
di altri siti, magari per ingiuste ed assurde scelte politiche. Tale stabilimento, infatti, ha notevoli possibilità di rilancio alla luce delle nuove tecnologie legate al digitale terrestre e, più in generale, al multimediale.
PRESIDENTE. Il ministro delle attività produttive, onorevole Marzano, ha facoltà di
ANTONIO MARZANO, Ministro delle attività produttive. Signor Presidente, il gruppo Finmek risente da qualche tempo della crisi che caratterizza il settore dell'elettronica. Alla luce di questa situazione, il Governo ha avviato concrete iniziative di sostegno al settore. In questo contesto, si inserisce l'intervento a favore del gruppo Finmek, nei confronti del quale il Ministero delle attività produttive è impegnato ad agevolare la realizzazione di un complesso piano di ristrutturazione recentemente presentato dal management insediatosi nella società lo scorso mese di marzo.
produttivi e la massima salvaguardia dei livelli occupazionali, ciò che in prospettiva rappresenta anche la massima salvaguardia dei risparmiatori che hanno sottoscritto i bond emessi dalla società.
PRESIDENTE. L'onorevole Annunziata ha facoltà di replicare.
ANDREA ANNUNZIATA. Signor Presidente, signor ministro la ringrazio, non fosse altro per l'impegno che si evince dalla sua esposizione. Tuttavia, restano tutte le preoccupazioni espresse nell'interrogazione.
PRESIDENTE. Onorevole, la invito a concludere.
ANDREA ANNUNZIATA. Lo stabilimento di Pagani si troverà ad avere lavoro che occuperà soli 130 operatori su 350 e per pochi mesi. Questa situazione lascia aperti molti dubbi sul futuro dello stabilimento di Pagani, nonostante l'azienda affermi di essere alla ricerca di altri partner. Con l'accordo con Jabil si può ritenere sfumata anche la possibilità di essere rilevati da un'altra azienda del settore.
PRESIDENTE. Onorevole...
ANDREA ANNUNZIATA. Infatti, la Jabil americana - ho concluso, Presidente - non penserà mai a rilevare un plant quando ha la possibilità di avere da quest'ultimo lavoro a basso costo. È come se la Jabil facesse lo stesso lavoro presso paesi in via di sviluppo, ma con manodopera esperta che lavora nel settore delle telecomunicazioni (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Mi spiace doverla interrompere, onorevole, ma dobbiamo dare la possibilità di parlare anche agli altri colleghi. Dobbiamo concludere lo svolgimento del question time in un'ora, per esigenze televisive.
Il caso oggetto dell'interrogazione riguarda il gruppo industriale Finmek, fino a qualche anno fa primo produttore di schede elettroniche in Italia: in particolare, parliamo della profonda crisi, dovuta a scellerate scelte aziendali, che sta vivendo la Finmek di Pagani, gioiello di tecnologia e professionalità, i cui dipendenti sono, oramai, in cassa integrazione.
Nonostante l'ammirevole impegno della classe politica locale, dei sindacati e di tutti i dipendenti, l'azienda ed il Governo non hanno offerto, fino ad oggi, concrete certezze. Risulta improponibile qualunque progetto che possa compromettere il futuro dello stabilimento di Pagani a vantaggio
Abbiamo presentato questa interrogazione, signor ministro, per sapere, anzitutto, se il Governo ritenga di proporre iniziative legislative ed amministrative adeguate, onde evitare che qualsivoglia gruppo economico, dopo aver beneficiato di agevolazioni e di risorse pubbliche, possa chiudere gli stabilimenti impiantati nel Mezzogiorno per trasferire la produzione altrove in Italia o, peggio ancora, in altri paesi e, inoltre, se intenda intervenire nell'immediato, con maggiore concretezza, per assicurare un meritato futuro ai dipendenti della Finmek di Pagani, contribuendo a salvaguardare, in tal modo, un'importante realtà produttiva del Mezzogiorno nel campo delle telecomunicazioni, stante l'elevata professionalità raggiunta dai suoi operatori.
Il piano presentato evidenzia che il gruppo ha rilevanti potenzialità di sviluppo produttivo ed economico, ma contestualmente rileva l'impraticabilità alla sua realizzazione in conseguenza della situazione debitoria molto pesante che connota la società. Senza consistenti interventi di ricapitalizzazione, ogni concreta iniziativa di recupero dei necessari margini gestionali si manifesta non praticabile allo stato delle cose.
Va al riguardo rimarcato che nel suddetto piano non sono previste chiusure di stabilimento, ivi compreso quello di Pagani, nel quale restano garantite le attività produttive legate all'attuale commessa ENEL e per il quale si prevede una valorizzazione degli asset esistenti e delle professionalità delle locali maestranze.
Per altri stabilimenti si prospettano nuove opportunità a seguito dell'introduzione del digitale terrestre che potrebbero consentire all'azienda, che detiene i necessari know how produttivi, di inserirsi in maniera rilevante nel mercato dei decoder.
Aspetto particolarmente delicato per l'attuazione del piano di ristrutturazione resta quello della ricostituzione di un equilibrio finanziario che possa consentire al gruppo di normalizzare i rapporti con i fornitori e di onorare gli impegni con il personale.
Si è resa manifesta, anche in conseguenza del costruttivo atteggiamento assunto dagli istituti di credito che già sostengono Finmek e che hanno valutato positivamente il nuovo piano industriale, l'esigenza di realizzare una cesura con la passata gestione e di consentire allo stesso di cogliere le opportunità che scaturiscono dall'applicazione della normativa di amministrazione straordinaria per i grandi gruppi industriali.
A seguito della delibera assunta dal consiglio di amministrazione della Finmek, società del gruppo Finmek avente i requisiti previsti dalla legge cosiddetta Marzano per l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese, è stato perfezionato il relativo decreto di ammissione. Successivamente, le altre società del gruppo potranno essere attratte nella procedura stessa.
Il Ministero delle attività produttive riconferma la disponibilità a perseguire, in piena sintonia con il commissario straordinario, tutti gli sforzi possibili per garantire la continuità produttiva del gruppo, sostenendo tra l'altro, con adeguate misure, il livello tecnologico dei diversi siti
Dunque, il Governo centrale è da tempo impegnato a favore di questo gruppo e guarda con prospettive positive la sua evoluzione futura.
Esse non sono attenuate dalle prospettive da lei delineate nella risposta. Tali preoccupazioni derivano da un accordo che la Finmek Acces ha stipulato con la società Jabil per la fornitura di tutti i materiali, scheda elettronica compresa, ed il supporto logistico per la produzione del contatore elettronico ENEL. Jabil è una multinazionale americana con stabilimenti in tutto il mondo. A sua volta, è fornitrice ENEL del contatore elettronico prodotto nel suo stabilimento in Italia a Santa Palomba di Bergamo e in Ungheria.
L'accordo di cui sopra prevede la fornitura della scheda elettronica già assemblata, cosa che prima veniva fatta nello stabilimento di Pagani con l'impiego di ben 160 operatori su tre turni lavorativi, di tutti i materiali e la logistica necessaria per il montaggio del meter elettronico ENEL. Questo perché la Finmek non ha i fondi, come diceva lei, per pagare i fornitori di componenti e di servizi, quindi è costretta a cercare altre aziende che hanno la possibilità di fornire i materiali. La Finmek riceverà da Jabil un appannaggio per l'assemblaggio del meter di 2,50 euro (quasi 5 mila delle vecchie lire) per ciascun contatore assemblato.
Questo accordo potrà occupare, però, solo 130 operatori, signor ministro, dello stabilimento di Pagani, lasciando senza lavoro ben 200 unità operative. Questo accordo è stato formulato per poter consentire alla Finmek il completamento degli ultimi 900 mila pezzi della gara, che era già stata assegnata a Pagani. Oltre a questo, signor ministro, non vi è altra prospettiva concreta.