![]() |
![]() |
![]() |
La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il ministro dell'interno ed il ministro per i rapporti con il Parlamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Antonio Leone ha facoltà di
ANTONIO LEONE. Grazie Presidente. Nell'interrogazione da noi presentata ci riferiamo a quello che è accaduto nella vicenda sindacale dello stabilimento FIAT di Melfi. Si è verificata una serie di episodi di violenza da parte di gruppi di lavoratori che hanno impedito il libero esercizio del diritto al lavoro di una parte significativa di dipendenti, che, evidentemente, avevano invece intenzione di accedere al fine di lavorare. Tutto questo, al di là della giusta riflessione sul diritto allo sciopero, pone una domanda che ritengo tutti si dovrebbero porre in questo Parlamento. Chi vuole lavorare e non intende aderire a forme di lotta sindacale che mettono a rischio la stessa sopravvivenza economica del proprio datore di lavoro, come nel caso di specie, deve essere libero di entrare nei luoghi di lavoro senza che nessuno glielo impedisca con la violenza, o no? È questo che le chiediamo.
PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, onorevole Pisanu, ha facoltà di
BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, le preoccupazioni dell'onorevole Leone trovano fondamento non solo nella vicenda di Melfi, ma anche in altre agitazioni sindacali. Penso all'Alitalia e prima ancora, agli scioperi degli autoferrotranvieri, a quelli dei Cobas del latte, e a diversi altri. Si è trattato spesso di agitazioni dominate da minoranze iperattive, con il ricorso sistematico al blocco statale, all'interruzione di pubblico servizio e alla intimidazione dei lavoratori.
PRESIDENTE. Signor ministro...
BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. ... abbiamo il dovere di ricondurre il conflitto al rispetto del bene comune: il «tanto peggio» non è meglio per nessuno: è peggio per tutti!
PRESIDENTE. Mi corre l'obbligo di rammentare ai signori ministri che, purtroppo, le regole che presiedono allo svolgimento
del question time sono piuttosto severe, in considerazione del fatto che di esso è disposta la trasmissione televisiva in diretta.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, essendo molto soddisfatto della risposta del ministro, gli avrei ceduto volentieri una parte del tempo a mia disposizione (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Questa sua dichiarazione è ispirata a correttezza e le fa anche onore, ma non corrisponde alle regole ed alla prassi.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, debbo dichiarare la mia soddisfazione. Peraltro, la densa e puntuale risposta del ministro è in linea con altre dichiarazioni da lui rese, in quest'aula, in ordine allo specifico argomento.
PRESIDENTE. Onorevole Antonio Leone, nonostante i buoni propositi, ha comunque impiegato tutto il tempo a sua disposizione!
Onorevole Leone, le ricordo che ha a disposizione un minuto di tempo.
Le ricordo, onorevole Pisanu, che ha a disposizione tre minuti di tempo.
Tutto ciò altera gravemente il quadro delle relazioni industriali, incide pesantemente sulla salute delle aziende, sui diritti degli utenti e dei pubblici servizi, da ultimo, ma non certo per ultimo, sullo stato dell'ordine pubblico.
A Melfi la polizia è intervenuta dopo una settimana di blocco degli stabilimenti e solo quando è emersa con chiarezza la necessità di garantire ai lavoratori dissenzienti il diritto di entrare in fabbrica. Peraltro, i blocchi rimossi in quella occasione sono stati dichiarati illeciti dal tribunale di Melfi.
Le regole sono dunque chiare, come chiari sono i valori in gioco: il diritto incomprimibile degli scioperanti a manifestare liberamente le loro opinioni e quello egualmente incomprimibile degli altri lavoratori ad entrare liberamente in fabbrica. A queste regole mi atterrò in ogni analoga occasione, sicuro di poter sempre contare sulla professionalità e sull'equilibrio delle forze dell'ordine. Ma c'è di più.
Queste vicende lasciano intravedere un fenomeno che ho ripetutamente segnalato in Parlamento, e cioè l'attività di gruppi eversivi che tentano di inserirsi nei conflitti sociali e politici con il deliberato proposito di deviarli dal naturale alveo democratico e condurli verso esiti violenti o comunque destabilizzanti. Talvolta i provocatori hanno trovato spazi e compiacenze pericolose in taluni settori sindacali. Queste tendenze si sono accentuate dopo la firma del Patto per l'Italia con attentati a diverse sedi CISL e UIL, con dure contestazioni e gravi minacce, poi improvvisamente cessate, a Savino Pezzotta.
Penso che il Parlamento, nell'esaminare eventuali adeguamenti legislativi, debba riflettere sull'evoluzione della conflittualità sociale e politica nel nostro paese. Troppe volte, in questi giorni, essa ha superato i limiti della legalità e dell'interesse generale. Non solo le forze dell'ordine, ma tutti, proprio tutti ...
Se il ministro che risponde all'interrogazione va al di là del tempo concessogli dal regolamento, finisce per sottrarre tempo ai parlamentari, ai quali va assicurata la possibilità di esprimersi prima del Governo e, dopo la risposta di quest'ultimo, di dichiararsi soddisfatti o meno.
L'onorevole Antonio Leone ha facoltà di
Il problema è che bisogna avviare, su queste vicende, una riflessione comune che dovrà sfociare in iniziative di carattere normativo volte a riequilibrare le posizioni dei soggetti interessati. Ci possiamo riempire la bocca dei diritti di tutti ma, quando il diritto di un altro viene leso (com'è accaduto e come si tenta di fare accadere in molteplici occasioni analoghe), quando la sfera di libertà altrui viene offesa dall'esercizio di una presunta libertà affermata a mo' di assioma, allora dobbiamo avere ben presente che non è in questa direzione che debbono andare l'Italia, il Parlamento e la legislazione.
Le do atto, signor ministro, di tutto quanto è stato fatto dalle forze dell'ordine e dal suo dicastero, dell'equilibrio con il quale sono state gestite le situazioni cui ho fatto riferimento, delle precisazioni che ha reso in ordine alla vicenda oggetto dell'interrogazione ed anche della riflessione che ha proposto al Parlamento ed all'intero paese sul futuro della legislazione per quanto attiene al riequilibrio tra il diritto di sciopero ed il diritto al lavoro. È questo che chiediamo.
La ringraziamo ancora per il suo intervento, signor ministro (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia e del deputato Ballaman).
Può succedere, ma speriamo che non si ripeta!