Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 460 del 3/5/2004
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Discussione della mozione Pistelli ed altri n. 1-00364 sul rifinanziamento della legge sulla partecipazione italiana alla ricostruzione dei Balcani (ore 17,29).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Pistelli ed altri n. 1-00364 sul rifinanziamento della legge sulla partecipazione italiana alla ricostruzione dei Balcani (vedi l'allegato A - Mozioni sezione 1).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione della mozione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali della mozione.
È iscritto a parlare l'onorevole Giachetti, che illustrerà anche la mozione n. 1-00364, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, anche in questo caso, è difficile mostrare un atteggiamento di clemenza.
La mozione a prima firma del collega Pistelli, che ho l'onore di illustrare, affronta un dato politico rilevante: le risorse del fondo speciale per la stabilizzazione, la ricostruzione e lo sviluppo dell'area balcanica dovevano essere ripartite, in parti uguali, tra il Ministero degli affari esteri e quello delle attività produttive; tuttavia, a seguito di alcune decisioni di natura tecnico-contabile - non a caso assunte dal nostro «mitico» ministro Tremonti -, la dotazione relativa al Ministero degli affari esteri è divenuta, all'improvviso, indisponibile quanto ai progetti in corso di approvazione per il 2003 (tali fondi sono confluiti tra le economie di bilancio e, in sostanza, tra i risparmi).
A causa della politica monocratica e, se è consentito dirlo, spregiudicata del Ministero dell'economia e delle finanze, si determinano sovente contrasti all'interno della stessa maggioranza (quale quello, evidente, con il ministro Frattini). Orbene, delle ripercussioni di tali contrasti all'interno della maggioranza il paese può soltanto beneficiare. Il fatto è che tali vicende producono conseguenze negative sulle politiche avviate e, nel caso di specie, infliggono un colpo durissimo ad un progetto di lavoro che, già ampiamente intrapreso, aveva prodotto importanti e significativi risultati.
La mozione Pistelli ed altri n. 1-00364 si propone un obiettivo politico preciso e di primaria importanza. Il mancato rifinanziamento della legge n. 84 del 2001 sta producendo una brusca interruzione delle attività promosse dai Ministeri degli affari esteri, delle attività produttive e dell'ambiente e delle regioni nell'area balcanica.
Com'è a tutti noto, l'area balcanica riveste, per l'Italia, un'importanza strategica notevole. La legge n. 84, approvata dal Parlamento nella primavera del 2001, aveva lo scopo di promuovere una presenza organica e coordinata del nostro paese in quest'area, tuttora caratterizzata da elementi di grave tensione e turbolenza, come dimostrano le grandi tensioni sorte in Kosovo nel marzo scorso.
Lo spirito innovativo della legge n. 84 del 2001 era quello di coordinare le diverse iniziative settoriali, la cooperazione allo sviluppo, la promozione economica, il consolidamento democratico, la sicurezza e la lotta contro il grande crimine organizzato. La lenta e macchinosa fase di avvio dell'attuazione di tale legge ha richiesto quasi due anni e, proprio quando il meccanismo operativo si è finalmente messo in moto, essa non è stata rifinanziata.
La suddetta legge ha stimolato in molti soggetti un approccio innovativo e ha consentito di superare i tradizionali compartimenti stagni. In questo quadro, hanno


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assunto particolare rilievo le iniziative promosse dalle regioni, delle organizzazioni non governative, dalle associazioni imprenditoriali delle camere di commercio e da altri soggetti pubblici e privati.
La paralisi delle attività già avviate e la brusca interruzione della presenza italiana, negli anni futuri, sono destinate, da una parte, a deludere le grandi attese che si sono create nei paesi balcani e, dall'altra, a marginalizzare il ruolo del nostro paese nell'ambito delle iniziative europee multilaterali. Non da ultimo, e più in generale, si rischia di recare un enorme danno all'immagine e alla credibilità dell'Italia.
Proprio per prevenire questi pericoli, abbiamo assunto l'iniziativa di presentare tempestivamente la mozione oggi in discussione. In tal modo, il Parlamento può porre un preciso vincolo al Governo affinché, come sancito nel dispositivo finale della mozione, nel disegno di legge finanziaria per il 2005, per il triennio 2004-2006, siano assicurate le risorse finanziarie necessarie per dare continuità alla presenza italiana nell'area balcanica, attuando gli obiettivi e i progetti previsti dalla legge n. 84 del 2001. Riteniamo indispensabile che tale legge sia attuata assicurando una gestione efficace e coordinata di tutte le tipologie di intervento previste e con una forte concentrazione di tutti i soggetti pubblici e privati impegnati nell'attuazione della stessa.
Ci auguriamo che questo ramo del Parlamento voglia accogliere la nostra iniziativa, assumendosi la responsabilità di un solenne impegno verso i paesi della travagliata area balcanica, stimolando così una presenza attiva e dinamica del sistema Italia in un'area geopolitica che richiede da parte della comunità internazionale, e dell'Unione europea in particolare, un'attenta politica di stabilizzazione.
In questo processo, l'Italia deve continuare a fare pienamente la sua parte. I Balcani non possono essere trascurati. È necessaria una costante ed incisiva attenzione. L'Italia non può essere assente in futuro, come invece accadrebbe se fossero mantenuti gli indiscriminati tagli finanziari operati dal Ministero dell'economia delle finanze e, di fatto, avallati dal Governo, nonostante la deliberazione contraria assunta dal comitato dei ministri - ex lege n. 84 del 2001 - presieduto dal signor Presidente del Consiglio.
Per queste ragioni, signor Presidente, ci auguriamo che il dibattito che domani si svolgerà in quest'aula sia libero e che la Camera assuma solennemente l'impegno di far mantenere all'Italia quel ruolo così importante che ha avuto in quest'area geografica (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Ranieri. Ne ha facoltà.

UMBERTO RANIERI. Signor Presidente, l'esame della mozione sul rifinanziamento della legge sulla partecipazione italiana alla ricostruzione dei Balcani costituisce l'occasione per una rapida discussione sulla situazione dei Balcani occidentali, una complessa realtà territoriale che per l'Italia rappresenta un'area strategica. I Balcani occidentali sono, storicamente, il bersaglio strategico della politica estera nel nostro paese.
La questione posta riguarda l'attuazione di uno strumento di sostegno dell'iniziativa italiana per la ricostruzione dei Balcani, concepito nella fase successiva al conflitto dell'inverno del 1999 per il Kosovo e poi trasformato in legge dal Parlamento nel 2001. Si proponeva di orientare risorse e mezzi in funzione di un sostegno al processo di ricostruzione e, quindi, di stabilizzazione dell'intera area dei Balcani.
La nostra preoccupazione - come è stato ricordato - è che si determini un blocco delle iniziative e dell'operatività della legge, con delle conseguenze in termini di credibilità dell'Italia in quella regione, in presenza di incertezze sulla dotazione dei fondi e del mancato impegno da parte del Governo a sostenere il finanziamento della legge per il triennio 2004-2006, nonostante vi siano state in più occasioni dichiarazioni favorevoli da parte del Governo stesso. Noi crediamo che il rifinanziamento in questione, da cui dipende


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l'effettiva possibilità di attuare il programma di sostegno alla ricostruzione dei Balcani occidentali, rappresenti un punto importante, perché partiamo dalla preoccupazione per lo stato attuale della situazione in quei luoghi. Gli episodi dello scorso marzo nel Kosovo dimostrano che qualunque insufficiente consapevolezza della complessità della situazione costituirebbe un grave errore.
La nostra preoccupazione fondamentale, riflettendo sulla situazione nei Balcani, è che possano riprendere spinte e tendenze nazionalistiche, che in quella realtà sono state sempre all'origine di tragedie. In Bosnia, le elezioni politiche dell'ottobre del 2002 hanno registrato l'affermazione di forze con un orientamento preoccupante da questo punto di vista; in quella realtà la situazione resta difficile, sia per gli aspetti economico-finanziari, sia per i conflitti sociali e le rivalità interetniche che ancora si manifestano, sia per la criminalità organizzata, in particolare per il traffico di armi, che rappresenta tuttora uno dei problemi principali dell'intera regione, sia per la diffusa corruzione che non si è riusciti ancora - ahimè! - ad estirpare. In Serbia, si ripropongono problemi di questa natura. Le ultime elezioni politiche hanno segnato l'affermazione di gruppi nazionalistici in un quadro che indica quanto sia difficile la situazione economica ed elevata la disoccupazione.
In questo contesto, il punto più preoccupante resta il Kosovo, dove, a partire dal 17 marzo scorso, vi sono stati violenti scontri tra serbi kosovari e kosovari albanesi, con la distruzione di monasteri, assalti, morti, fatti che hanno messo in discussione la stessa autorevolezza della NATO e delle Nazioni Unite. Tutto ha avuto origine con la reazione ad un episodio di violenza interetnica, però, man mano, i fatti hanno assunto i contorni di una rivolta contro la comunità internazionale e quanti sono impegnati a preservare il carattere multietnico del Kosovo. Quello che inoltre preoccupa in Kosovo è la marginalizzazione della posizione albanese moderata e il prevalere di posizione estremistiche. La verità è che già dai primi mesi successivi al giugno del 1999, a conclusione del conflitto, il problema della sicurezza, per i serbi kosovari in particolare, non ha trovato una soddisfacente soluzione.
Io non sottovaluto i risultati dello sforzo compiuto dalla comunità internazionale, non dimentico come stavano le cose prima; tuttavia, guai se non sottolineassimo l'esistenza di problemi molto seri!
In particolare, nel concludere, vorrei ricordare due punti che devono restare centrali nell'azione della comunità internazionale e delle autorità locali nelle varie realtà dei Balcani. Il primo punto riguarda la lotta alla criminalità e alla corruzione: dobbiamo evitare che aree dei Balcani occidentali, a cominciare dal Kosovo, si trasformino in un centro di criminalità organizzata, di traffici illeciti di armi e petrolio, se non addirittura in una centrale di terrorismo. È necessario un sostegno ad attività economiche sane. In questo contesto, sarà possibile rilanciare una strategia di stabilizzazione della regione e di costruzione di condizioni per una convivenza interetnica, obiettivo che è al centro della posizione della comunità internazionale.
L'Unione europea ha lavorato sodo. Noi siamo convinti che essa debba mantenere una capacità di iniziativa e di presenza nella realtà dei Balcani. Sarebbe anche importante che in questa sede si potesse discutere, un giorno, dei risultati del Patto di stabilità, concepito all'indomani del conflitto del Kosovo. Dovremo capire cosa si è realizzato e cosa non si è realizzato.
L'Italia è interessata strategicamente alla pacificazione ed alla stabilizzazione dell'area. Vi è un apprezzamento verso i militari italiani che operano sia in Bosnia sia in Kosovo. Vi è altresì la necessità di proseguire nello sforzo di sostegno alla ricostruzione nei Balcani.
Da questo punto di vista, la mozione Pistelli ed altri - che noi condividiamo - si pone l'obiettivo di impegnare il Governo nel rifinanziamento di una legge che costituiva uno strumento essenziale per affermare un ruolo positivo e costruttivo del nostro paese nei Balcani. Ed è per questo che noi la sosteniamo.


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PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali della mozione Pistelli ed altri, n. 1-00364.
Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

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