Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 460 del 3/5/2004
Back Index Forward

Pag. 1


...
Discussione della proposta di legge: Ramponi: Estinzione degli assegni di pensione e degli assegni straordinari annessi alle decorazioni al valor militare conferiti agli ex militari già dipendenti dalla cessata Amministrazione italiana dell'Eritrea, mediante liquidazione di una somma una tantum (3554).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge di iniziativa del deputato Ramponi: Estinzione degli assegni di pensione e degli assegni straordinari annessi alle decorazioni al valor militare conferiti agli ex militari già dipendenti dalla cessata Amministrazione italiana dell'Eritrea, mediante liquidazione di una somma una tantum.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali - A.C. 3554)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Ramponi, presidente della IV Commissione.

LUIGI RAMPONI, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge che mi accingo ad illustrare si inserisce in un contesto particolare. Vi sono 173 ex ascari facenti parte delle Forze armate italiane, tuttora viventi, che percepiscono in Eritrea, ogni due mesi, una pensione. Sono persone in età avanzata, che hanno molto spesso difficoltà nel recarsi presso l'ambasciata.
In occasione della missione della Commissione difesa in Eritrea, per visitare unità italiane che svolgevano operazione di peace-keeping, abbiamo preso atto di questa


Pag. 2

situazione. Successivamente, ho presentato la proposta di legge in esame che tiene conto di quanto emerge dai rapporti dell'ambasciata e degli uffici del Ministero del tesoro sull'argomento.
In questo contesto, la proposta di legge ha lo scopo di consentire la corresponsione di una somma forfettaria una tantum, a titolo di liquidazione, agli ex combattenti eritrei, già dipendenti dalla cessata amministrazione italiana dell'Eritrea, che, come ricordavo, percepiscono assegni di pensione e assegni annessi alle decorazioni al valor militare.
Il provvedimento si prefigge un duplice obiettivo: da un lato, quello di dare a queste persone, in un unico momento, una somma di una certa valenza e, dall'altro, quello di eliminare l'attività burocratico-amministrativa svolta dagli uffici, sia del Ministero del tesoro sia del Ministero degli esteri, presso la relativa ambasciata. I destinatari, come ricordato, sono 173 ascari eritrei, ovvero soldati indigeni arruolati nelle truppe coloniali italiane, che percepiscono attualmente il trattamento di pensione e quello relativo ad uno o più decorazioni. L'intervento con legge è giustificato dal fatto che i diritti di cui ora godono sono stabiliti per legge. Naturalmente, è previsto nella proposta di legge che la liquidazione di una somma una tantum possa aversi solo a seguito del consenso dei destinatari della pensione.
Per quanto riguarda i pareri espressi, la Commissione ha apportato alcune modifiche al testo della proposta di legge in esame volte a recepire, in particolare, il parere espresso dalla Commissione bilancio. Tali modifiche si sono rese necessarie ai fini del rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, in materia di copertura finanziaria delle leggi.
Per quanto concerne il contenuto dell'articolato, il provvedimento in esame consta di tre articoli, il primo dei quali prevede la sostituzione degli assegni di pensione e degli assegni straordinari annessi alle decorazioni al valor militare degli ex militari già dipendenti dalla cessata amministrazione italiana dell'Eritrea, attribuiti, ai sensi degli articoli 1 e 2 della legge 2 novembre 1955, n. 1117, e successive modificazioni, corrisposti a cura della direzione provinciale dei servizi vari del Tesoro di Roma, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge e, come ricordavo, previo consenso espresso dell'avente diritto, con una somma una tantum non superiore al totale degli assegni in godimento negli ultimi quattro anni. Si tratta, in sostanza, di un'anticipazione.
I commi 2 e 3 del medesimo articolo prevedono che tale somma sia corrisposta tramite l'ambasciata d'Italia in Asmara, secondo le modalità che saranno definite con decreto del ministro dell'economia e delle finanze sì da assicurare che l'impegno di spesa si verifichi nel medesimo anno con riferimento al quale è stata predisposta la copertura finanziaria.
L'articolo 2 prevede che la somma una tantum da corrispondere agli ex combattenti eritrei, in caso di decesso del destinatario prima della corresponsione, non sia percepibile dagli eredi. L'articolo 3, infine, disciplina la copertura finanziaria.
Ciò premesso, sottolineo la necessità di introdurre nel testo alcune modifiche che tengano conto dell'esigenza di rivalutare la somma una tantum da corrispondere ai beneficiari e di adeguare la clausola di copertura finanziaria al nuovo quadro delle risorse definito dalla legge finanziaria per l'anno 2004.
Per quanto concerne il primo profilo, richiamo l'attenzione sul fatto che tali cifre erano state definite cinquant'anni fa: seppure mantengono un significato nei confronti della capacità di acquisto della moneta locale, è atto di doverosa presa di coscienza quello di prevedere un incremento, come proporremo, del 25 per cento.
Per quanto concerne il secondo profilo, è chiaro che è necessario modificare la clausola finanziaria. Innanzitutto, bisogna spostare l'onere sull'esercizio 2004 assicurando, comunque, che l'impegno di spesa si verifichi nel medesimo anno. In secondo luogo, bisogna imputare la spesa complessiva derivante dal provvedimento, ivi compresa quella relativa al riconoscimento della rivalutazione forfettaria - il tutto pari a 317 mila 500 euro -, a carico del


Pag. 3

fondo speciale di parte corrente del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004. A tal fine verrà presentato un apposito emendamento, di cui raccomando fin d'ora l'approvazione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

ROBERTO TORTOLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio. Signor Presidente, mi riservo di intervenire nel prosieguo del dibattito.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Santino Adamo Loddo. Ne ha facoltà.

SANTINO ADAMO LODDO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento in esame vede da parte dell'opposizione un atteggiamento favorevole, come già dimostrato durante i lavori in Commissione. La proposta di legge in esame è finalizzata alla determinazione di una somma forfettaria una tantum da corrispondere, a titolo di liquidazione, agli ex combattenti eritrei già dipendenti della cessata Amministrazione italiana dell'Eritrea, che attualmente percepiscono assegni di pensione e assegni annessi alle decorazioni al valor militare, in sostituzione di questi ultimi.
Il provvedimento si prefigge lo scopo di eliminare gli oneri amministrativo-contabili sopportati attualmente dalla direzione provinciale dei servizi vari del Tesoro di Roma e dall'ambasciata italiana in Asmara, incaricate dell'erogazione di assegni di modesto importo ad un notevole numero di persone.
La proposta di legge in esame, soprattutto, intende permettere ai destinatari di beneficiare in un'unica soluzione di una somma oggettivamente dignitosa tramite l'ambasciata italiana in Asmara. L'importo previsto non sarà superiore al totale degli assegni in godimento negli ultimi quattro anni. Tale importo all'inizio dell'iter era più basso ed è stato elevato con l'emendamento della collega Pisa, prevedendo, appunto, un importo pari alla capitalizzazione di quattro annualità degli assegni di pensione e non recando, quindi, alcun onere aggiuntivo.
Il provvedimento prevede la possibilità da parte degli ex militari già dipendenti dalla cessata Amministrazione italiana dell'Eritrea di fare domanda all'ambasciata italiana in Asmara per fruire della liquidazione una tantum nei casi in cui il diritto ad usufruire del beneficio sia cessato per decorrenza dei termini di prescrizione.
Il provvedimento ha una logica condivisa, quella di prevedere la sostituzione di assegni di pensione con la corresponsione di una somma una tantum. Pertanto, da parte nostra non si è avuta alcuna perplessità in ordine a tale iniziativa legislativa. Si tratta di una giusta iniziativa di razionalizzazione e di riconoscimento verso gli ex combattenti etiopi.
Mi auguro che l'esame di questa proposta di legge, che rappresenta per tutti noi un'occasione per ripercorrere una fase storica del nostro paese, induca il ministro Martino a non ricadere nella tentazione di auspicare per le nostre Forze armate reparti assimilabili a quelli degli ascari. Noi siamo per una modernizzazione vera delle Forze armate e per una loro professionalizzazione, al fine di costruire davvero un esercito europeo, e non per ritornare ad un passato non certo positivo della nostra Italia.
Concludo, confermando la nostra posizione favorevole sul provvedimento in esame.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Pisa. Ne ha facoltà.

SILVANA PISA. Signor Presidente, il provvedimento in esame riguarda la commutazione (in pratica, una sostituzione) degli assegni di pensione e degli assegni straordinari con l'erogazione, subordinata al consenso, di una somma forfettaria. La ratio del provvedimento è duplice. In primo luogo, esso va incontro alle esigenze di vita degli ex militari eritrei, già dipendenti della cessata Amministrazione italiana dell'Eritrea, i quali in questo modo potrebbero godere una tantum di una cifra


Pag. 4

complessiva, di consistenza pari all'ammontare quadriennale della pensione. Ciò potrebbe costituire un vantaggio per gli ex militari che, come rilevava prima il presidente Ramponi, non abitano ad Asmara, dove la pensione viene percepita, i quali non sarebbero più soggetti a spostamenti ogni due mesi per riscuotere la pensione. In secondo luogo, questo provvedimento semplifica il compito dell'ente erogante.
Quello che ci ha convinti di questo provvedimento, al di là dell'attività emendativa svolta in Commissione, è la sua natura parzialmente riparatrice di uno dei tanti danni - nemmeno il più grave - riscontrabili nella deprecata politica coloniale italiana in Africa, iniziata proprio in Eritrea alla fine del secolo scorso, che ha avuto la sua massima espansione con il fascismo. Tale politica coloniale prevedeva l'arruolamento o, meglio, la formazione di truppe indigene. La logica che presiedeva al loro utilizzo era formalmente giustificata dalla necessità di una maggiore conoscenza del territorio, ed ovviamente della lingua, nonché da una maggiore resistenza al clima e alle malattie.
Come sostiene Angelo Del Boca nel testo L'Africa nella coscienza degli italiani, miti, memorie, errori, sconfitte, le truppe indigene dell'esercito italiano nacquero per il motivo che i contingenti italiani inviati in Africa, dopo pochi mesi di permanenza, contavano un terzo di militari da rimpatriare, un terzo di malati e un terzo in grado di prestare servizio solo nelle ore più fresche della giornata. Vi era anche una ragione ben più rilevante - la stessa che si ripropone oggi in tutti quei teatri in cui vengono utilizzate truppe mercenarie di diversa natura -, quella di evitare un costo di vite umane tale da dover essere sottoposto al giudizio dei cittadini italiani.
Le operazioni coloniali condotte da truppe nazionali comportavano, per i Governi in carica, le critiche e la costante attenzione dell'opinione pubblica italiana. Invece, le operazioni condotte con truppe coloniali avevano minore eco, non creavano problemi al Governo e sul campo si dimostravano spesso di maggiore efficacia. Insomma, una logica «zero morti», che è la stessa di sempre, e che vediamo anche oggi presiedere al teatro iracheno, in cui i morti che si contano sono solo quelli occidentali. Sotto questo profilo, il provvedimento in esame, che modifica la legge n. 1117 del 1955 (che prevedeva il riconoscimento della pensione), rappresenta il riconoscimento di un debito morale ed economico nei confronti di truppe indigene, nella fattispecie eritree, che hanno prestato fedelmente servizio ai Governi italiani.
Oggi, fortunatamente, nel teatro del Corno d'Africa si assiste ad una situazione diversa: rispetto all'instabilità esistente nei rapporti tra Eritrea e Etiopia, cerca di provvedere la missione multilaterale di pace e di sviluppo dell'ONU (UNMEE), per giungere ad una determinazione dei confini che eviti un contenzioso.
Ai 173 superstiti eritrei coinvolti dal provvedimento in esame (cifra che si riferisce al dicembre 2003), ex combattenti e dipendenti della cessata Amministrazione italiana dell'Eritrea (quasi tutti vicini ai 90 anni), l'Italia ha deciso di corrispondere una pensione che per noi è pochissima cosa (in media, 150 euro all'anno e 200 euro ai decorati). Costa ancora meno il rispetto dovuto da parte nostra ed il riconoscimento della loro dignità e dei gravi torti commessi nei loro confronti e della loro popolazione. Quindi, si tratta di un atto che concilia le esigenze di eliminazione dei carichi amministrativi contabili del Ministero dell'economia e delle finanze di Roma e dell'ambasciata italiana in Asmara, che erogano bimestralmente gli assegni, e i diritti acquisiti degli ex dipendenti dell'ex Amministrazione italiana dell'Eritrea.
L'iter in Commissione ha permesso di raggiungere un accordo tra maggioranza e opposizione sul senso del provvedimento, dopo l'attività emendativa che abbiamo svolto per subordinare la commutazione degli assegni di pensione con la somma forfettaria al consenso degli interessati (intervento senz'altro dovuto, perché si tratta di diritti riconosciuti con la legge n. 1117 del 2 novembre 1955) ed aumentare non di molto la somma erogata.


Pag. 5


Abbiamo presentato ulteriori emendamenti, secondo noi migliorativi del provvedimento, soprattutto dal punto di vista economico, perché, nonostante la diversità del contesto sociale ed economico rispetto al nostro paese, non si può negare che la cifra proposta sia estremamente bassa. Ci auguriamo che questi emendamenti vengano approvati, perché si tratta di un provvedimento sul quale siamo favorevoli.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

Back Index Forward