Allegato B
Seduta n. 457 del 27/4/2004

TESTO AGGIORNATO AL 10 MAGGIO 2004


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INTERNO

Interrogazione a risposta immediata:

CÈ, GUIDO GIUSEPPE ROSSI, DARIO GALLI, LUCIANO DUSSIN, BALLAMAN, BIANCHI CLERICI, BRICOLO, CAPARINI, DIDONÈ, GUIDO DUSSIN, ERCOLE, FONTANINI, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, LUSSANA, FRANCESCA MARTINI, PAGLIARINI, PAROLO, POLLEDRI, RIZZI, RODEGHIERO, SERGIO ROSSI, STUCCHI e VASCON. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sono passati ormai quasi due anni da quando la legge n. 189 del 30 luglio 2002 (la cosiddetta «legge Bossi-Fini» sul problema dell'immigrazione) è stata varata;
l'articolo 34 della suddetta legge prevede l'emanazione, da parte del Governo, delle norme attuative, che devono essere emanate dal Consiglio dei ministri dopo essere state elaborate da un tavolo tecnico-ministeriale e vagliate dalle commissioni parlamentari competenti;
tali norme sono indispensabili per l'avvio dei «contratti di soggiorno», che legano la presenza di cittadini extracomunitari al loro effettivo impiego e che rappresentano la vera innovazione legislativa della cosiddetta «legge Bossi-Fini»;
avrebbero dovuto, inoltre, essere costituiti, presso le prefetture, gli sportelli unici per l'immigrazione a cura del ministero dell'interno, che risultano, invece, ancora oggi assolutamente non operanti;
da ultimo si assiste ad un'azione, che agli interroganti appare singolarmente compatta, da parte di una quota consistente della magistratura, che sostanzialmente solleva principi di costituzionalità della norma e blocca i decreti di espulsione già emanati, appoggiandosi su sentenze della Corte costituzionale -:
cosa si intenda fare per sbloccare la situazione descritta, anche in considerazione del fatto che la nuova regolamentazione dei flussi migratori è parte sostanziale del programma della Casa delle libertà e che la presenza incontrollata di masse di cittadini extracomunitari clandestini, soprattutto di origine islamica, sta creando evidenti preoccupazioni, sia relativamente a questioni di inserimento sociale, che a questioni di sicurezza pubblica, evidenziate dai drammatici avvenimenti degli ultimi anni.
(3-03300)


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Interrogazioni a risposta orale:

BUONTEMPO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
quello di Ponte S. Giovanni, in provincia di Perugia, è un territorio molto vasto, con una popolazione di circa 55mila unità;
il territorio in questione rappresenta, dal punto di vista economico, una grande risorsa per la provincia. Sono presenti in quest'area 21 istituti bancari, 9 uffici postali, un aeroporto con voli nazionali e internazionali e il più grande centro commerciale dell'Umbria;
nei territori di Ponte San Giovanni, Pieve di Campo, Balanzano, Collestrada, Ponte Valleceppi, Pretola, Casaglia, Ponte Felcino, Bosco, Lidarno, Villa Pitigliano, Civitella d'Arno e Sant'Egidio, tutti in provincia di Perugia, è stato ridotto il contingente da 18 a 11 carabinieri;
dal 1999 i locali che ospitavano la caserma, non più disponibili a causa di uno sfratto, sono stati sostituiti con un appartamento di dimensioni più modeste e strategicamente in posizione non adeguata;
si è sostanzialmente perduto il controllo sul territorio;
ciò ha provocato un'allarmante impennata degli episodi di microcriminalità e delinquenza sul territorio. Nell'ultimo anno sono state 10 le rapine ai danni degli istituti bancari e due all'ufficio postale. Nel corso del 2003 si sono registrati 1000 reati, e molti sono gli arresti effettuati per grossi quantitativi di droga;
la cittadinanza, costituatisi in comitato, con il sostegno dei commercianti della zona e di tutte le associazioni, ha raccolto 5 mila firme per rappresentare il proprio disagio alle autorità locali e nazionali e sostenere la richiesta per una nuova sede dei Carabinieri e per l'ampliamento dell'organico -:
quali iniziative s'intendano assumere per potenziare l'organico, per riposizionare i locali ospitanti la Caserma dei carabinieri in luogo strategicamente adeguato;
quali urgenti iniziative si intendono assumere nell'immediato per ridare sicurezza ai cittadini della zona considerando altresì che le località indicate insistono su un'area nella quale sono presenti strade a scorrimento veloce che consentono facili via di fuga per i malviventi.
(3-03303)

BOVA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Caulonia (Reggio Calabria) è stato teatro, negli ultimi tempi, di una serie di atti delinquenziali che hanno avuto come obiettivo operatori commerciali e privati cittadini;
l'ultimo episodio, in ordine di tempo, si è registrato in pieno centro cittadino dove una rivendita di tabacchi è stata presa di mira da malavitosi i quali hanno effettuato un furto con scasso utilizzando la fiamma ossidrica senza timore alcuno di essere individuati;
tra la popolazione si va diffondendo il timore e la preoccupazione che possano stabilizzarsi bande delinquenziali che incontrastati turbano la quiete cittadina e la libera convivenza civile -:
quali iniziative intenda assumere per assicurare nel Comune di Caulonia la sicurezza dei cittadini e degli operatori economici ristabilendo le regole della pacifica convivenza.
(3-03305)

BOATO, VIOLANTE, CASTAGNETTI, PECORARO SCANIO e CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta presentato un contrassegno composito da parte della neo formazione politica: «Lista per l'abolizione dello scorporo - Federazione dei Verdi verdi -


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Verdi Federalisti», in occasione delle prossime elezioni europee del 12 e 13 giugno 2004;
questo contrassegno composito vede il simbolo originario della «Lista per l'abolizione dello scorporo» disegnato in proporzioni minime e riportato in modo appena percettibile all'interno del ben visibile simbolo unificato dei Verdi Federalisti e dei Verdi verdi;
con tale espediente la formazione politica appena nata risulterebbe esonerata, ai sensi dell'articolo 12, quarto comma della legge 24 gennaio 1979, n. 18, grazie alla modifica approvata con l'articolo 4 della legge 8 aprile 2004, n. 90, dalla sottoscrizione delle firme per la presentazione dei candidati alle elezioni europee;
secondo gli interroganti, è del tutto singolare, ma altamente significativo, che il contrassegno in questione, che consentirebbe l'esonero dalla raccolta delle firme per la presentazione di liste di candidati al Parlamento europeo, si trovi riportato - graficamente e cromaticamente - in maniera del tutto marginale e impercettibile, anche per le dimensioni che le rispettive componenti grafiche assumono al suo interno;
l'uso dell'espressione letterale «Verdi», ripetuta peraltro due volte - quasi, secondo gli interroganti, a voler insinuare il concetto di autenticità ed unicità - e l'uso di colori uguali a quelli utilizzati nel contrassegno della Federazione dei Verdi (facciamo presente che la sovrapponibilità grafica dei due simboli è evidentemente superiore al 50 per cento) sono, ad avviso degli interroganti, palesemente in contrasto con l'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361;
alle scorse elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio provinciale di Roma, la Federazione dei Verdi presentò ricorso avverso l'accettazione dei simboli dei Verdi Federalisti e dei Verdi verdi, ottenendo l'accoglimento dell'istanza di sospensione da parte del TAR del Lazio. Su richiesta del Prefetto Del Mese, per senso di responsabilità istituzionale, nell'intento di salvaguardare l'interesse generale e per scongiurare l'ipotesi di rinvio delle elezioni, la Federazione dei Verdi ritirò il ricorso sulla base di un protocollo di intesa sottoscritto con le Liste concorrenti, al quale, evidentemente, non è stata riconosciuta da tutte le parti la stessa valenza politica;
nel caso in questione, l'evidente uso strumentale del contrassegno della «Lista per l'abolizione dello scorporo», organizzazione che tutti sanno non avere alcuna consistenza politica effettiva, dimostra palesemente, ad avviso degli interroganti, l'intento di disturbo al fine di confondere gli elettori verdi, con maggior pregiudizio, rispetto alle elezioni amministrative, poiché in queste ultime la presenza del candidato a Presidente poteva costituire una, seppur minima, chiarezza di distinzione;
l'uso strumentale del contrassegno della «Lista per l'abolizione dello scorporo», con l'obiettivo di essere esonerati dalla raccolta delle firme, è sintomo evidente del fatto che l'unico dato che accomuna Verdi verdi e Verdi Federalisti è la volontà di danneggiare la Federazione dei Verdi: entrambe le formazioni sono prive di rappresentanza politica tale da consentire loro l'esonero della sottoscrizione e non sarebbero in grado di raccogliere le firme necessarie, non essendo radicate territorialmente ed essendo irrilevanti sul piano politico;
il rischio di indurre in errore l'elettore è palesemente evidente, considerato il fatto che le formazioni politiche Verdi Federalisti e Verdi verdi sono completamente sconosciute all'elettorato italiano, non avendo alcuna rilevanza politica né in termini di rappresentanza istituzionale significativa, né in termini di presenza sui media locali e nazionali -:
se non ritenga opportuno sottoporre all'esame della Commissione elettorale la necessità di ricusare il simbolo della neo


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formazione politica: «Lista per l'abolizione dello scorporo - Federazione dei Verdi verdi - Verdi Federalisti», in occasione delle prossime elezioni europee del 12 e 13 giugno 2004, in quanto palesemente in contrasto con l'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361;
se non ritenga opportuno intervenire per tutelare la formazione politica «Federazione dei Verdi» in quanto oggetto di quella che agli interroganti appare una vera e propria truffa ripetuta nel corso degli anni;
se non ritenga opportuno verificare l'effettiva esistenza della formazione politica «Lista per l'abolizione dello scorporo - Federazione dei Verdi verdi - Verdi Federalisti», anche tenuto conto dell'assenza di una qualsiasi rappresentanza parlamentare italiana ed europea, alla luce della modifica approvata con l'articolo 4 della legge 8 aprile 2004, n. 90, in base alla quale risulterebbe esonerata dalla raccolta firme per le prossime elezioni europee;
se non ritenga opportuno, anche alla luce di quanto avvenuto in passato, dare indicazioni più precise sui parametri di confondibilità dei simboli e sull'uso di espressioni letterali costituenti elementi di qualificazione degli orientamenti o finalità politiche connesse al partito di riferimento, per rendere effettivamente applicabile il quarto comma dell'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.
(3-03306)

Interrogazioni a risposta scritta:

RUSSO SPENA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
domenica 25 aprile 2004 a Catanzaro, in piazza Prefettura, si è svolto un presidio organizzato da varie forze democratiche ed antifasciste, per ricordare la liberazione dal nazifascismo;
mentre era in corso il presidio, regolarmente comunicato al questore molti giorni prima, intorno alle 19, un gruppo di appartenenti a formazioni di estrema destra, a volto scoperto, ha attaccato i partecipanti con cinghie, bastoni, petardi, strappando lo striscione disteso dagli organizzatori e ferendo diversi partecipanti al presidio;
il suddetto gruppo ha imperversato tranquillamente per quasi quindici minuti, inneggiando al duce e scandendo slogans e minacce, gettando nel panico i partecipanti al presidio e i passanti;
nonostante la regolare comunicazione alla questura, all'iniziativa non erano presenti le Forze dell'ordine, in divisa o in borghese, tanto che la polizia di Stato è giunta sul posto perché chiamata attraverso il 113, quando ormai gli aggressori si erano dileguati -:
quali siano i motivi dell'assenza delle Forze dell'ordine a protezione di un presidio antifascista nella giornata della Liberazione;
quali iniziative il ministro stia ponendo in essere (o abbia intenzione di adottare), per prevenire l'azione violenta di gruppi organizzati di fascisti e nazisti che, in tutta la Calabria, hanno più volte impedito l'esercizio delle libertà democratiche, devastando sedi, picchiando e ferendo persone, dal momento che l'illegittimità e l'incostituzionalità di tali azioni sono, secondo l'interrogante, molto gravi ed evidenti.
(4-09856)

CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da tempo è in atto un preoccupante tentativo di criminalizzare le attività del Laboratorio Occupato Acrobax di Roma (ex Cinodromo) anche attraverso articoli pubblicati su alcuni quotidiani;
alcuni suoi aderenti sono stati oggetto di diffide e denunce da parte delle competenti autorità di polizia;


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tra questi, secondo l'interrogante, particolarmente lesivo dei diritti civili, appare il verbale di avviso orale, ai sensi degli articoli 1 e 4 della legge 1423/56 così come modificati dagli articoli 2 e 5 della legge 327/88, ad Andreucci Dario per conto del Questore di Roma contenente peraltro in premessa fatti, a quanto dichiara il destinatario della diffida, assolutamente non corrispondenti al vero;
tale modalità di diffida appare, secondo l'interrogante, immotivata e comunque sproporzionata ai fatti -:
quali iniziative intenda intraprendere per verificate la legittimità degli atti di diffida orale notificati ai militanti del centro sociale oggetto.
(4-09859)

MAURO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 10 aprile 2004 a Ragusa si è svolto un incontro calcistico tra il Ragusa Calcio e l'Isernia;
al termine della partita per via anche di contestate scelte arbitrali si sono verificati tafferugli e scontri a bordo campo;
dalla relazione arbitrale emergono fatti che sono nella sostanza contestati dai protagonisti della pur incresciosa vicenda;
in virtù di tale relazione arbitrale la Lega Calcio ha comminato una sanzione gravissima a carico del presidente della Ragusa Calcio, signor Giuseppe Antoci, un anno di squalifica, del tecnico signor Rosario Foti quattro anni di squalifica nonostante lo stesso abbia più volte dichiarato di non aver aggredito alcuno, e del campo stesso squalificato per un anno -:
se fossero state predisposte tutte le misure atte ad evitare il verificarsi dei fatti descritti in premessa.
(4-09862)

NICOTRA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 80 della legge n. 289 del 2002 ha autorizzato il Ministero dell'interno ad assumere 1.000 unità nei ruoli della Amministrazione civile dell'interno nelle aree funzionali B e C;
il Dipartimento per la Funzione Pubblica, ha stabilito di assumere gli idonei del suddetto concorso;
tuttavia a chi ha partecipato al Concorso a complessivi 984 posti di coadiutore nei ruoli dell'amm.ne civile dell'interno, (di cui 100 posti da destinare a sede della regione Lazio, come nel caso della signora Patrizia Giovino che si è classificata nel 110o posto della graduatoria definitiva relativa alla predetta regione), si chiudono da parte del Ministero dell'interno le porte, facendo naufragare legittime aspettative che tanti giovani interessati al predetto concorso, sostenendo che non è possibile procedere alla immissione di idonei del concorso in quanto non sussiste capienza nella dotazione organica relativa al profilo di coadiutore amm.vo contabile;
nella nuova pianta organica registrata nel febbraio 2003 alla Corte dei Conti dal febbraio 2003 a tutt'oggi risultano disponibili 35 posti relativi alla qualifica di Coadiutore amm.vo contabile -:
quali siano i motivi che inducono il Dipartimento dagli Affari Interni diretto dal Prefetto Lamorgese a lasciare scoperti i 35 posti che a tutt'oggi sono disponibili nella qualifica di coadiutore amm.vo contabile.
(4-09865)