La Camera,
premesso che:
a partire dal mese di agosto del 2000 si sono verificati focolai di febbre catarrale degli ovini, inizialmente in Sardegna e poi in molte regioni meridionali e centrali;
con ordinanza ministeriale dell'11 maggio 2001 il Ministro della sanità, in attuazione della direttiva 2000/75/CE del Consiglio dell'Unione europea del 20 novembre 2000 e delle decisioni della Commissione europea 2001/138/CE e 2001/141/CE, disponeva un programma obbligatorio di controllo della febbre catarrale degli ovini, basato su misure di profilassi e principalmente sulla vaccinazione pianificata sia degli ovini che dei bovini allevati nei territori sottoposti a rischio di propagazione dell'infezione;
la legge n. 388 del 2000, all'articolo 129, come modificato dalla legge n. 448 del 2001, ha disposto il finanziamento di 10,329 milioni di euro per ciascuno degli anni 2002 e 2003 per interventi strutturali, di indennizzo e di prevenzione per gli allevamenti siti nelle zone dove sia accertata la presenza dell'infezione, mentre per il 2004 non risulta alcuna disponibilità nella legge finanziaria per il 2004;
le campagne di vaccinazione che si sono susseguite e che hanno interessato sia gli ovini che i bovini, secondo quanto denunciato dagli allevatori e dalle loro organizzazioni, hanno provocato gravissimi effetti collaterali, evidentemente non attesi, che hanno causato notevoli danni alle aziende zootecniche in termini di aborti, riduzione della produzione, morte degli animali e blocco della movimentazione degli animali, che ha prodotto effetti particolarmente gravi alle aziende zootecniche bovine;
il Sottosegretario per la salute, senatore Cesare Cursi, nel rispondere ad un'interrogazione a risposta immediata in Commissione agricoltura presentata nel mese di dicembre 2003, ha fornito dati sconcertanti, affermando che, in seguito alla vaccinazione contro la blue tongue, i servizi veterinari hanno segnalato per il 2001 n. 21 aborti tra gli ovini e n. 318 tra i bovini, mentre per il 2002 si sono registrati n. 32 aborti tra gli ovini e n. 121 tra i bovini;
i dati forniti dal Governo sono in totale contrasto con quanto denunciato dagli allevatori e dimostrano in maniera evidente che il fenomeno sfugge totalmente alle rilevazioni delle autorità veterinarie, a causa di procedure inadeguate e penalizzanti per gli allevatori già danneggiati dai postumi della vaccinazione;
la totale dissonanza tra i dati forniti dal Governo e quelli diffusi dai media nazionali sconcertano e disorientano l'opinione pubblica, che, invece, proprio sui temi della qualità e della sicurezza alimentare, avrebbe bisogno di certezze e rassicurazioni;
le campagne di vaccinazione condotte nei due anni passati hanno mirato essenzialmente a coinvolgere la totalità degli animali presenti nel territorio, indipendentemente dal loro stato di salute, in termini di debilitazione, stato di gravidanza, allattamento, periodo precedente alla rimonta;
la vaccinazione è stata condotta utilizzando un vaccino vivo attenuato e, quindi, dotato di particolare forza, che ha generato fondati sospetti di sieroconversione e, quindi, di propagazione della malattia a causa proprio della vaccinazione;
il vaccino utilizzato è raccomandato per i soli ovini, non risulta testato sui bovini, è privo dell'autorizzazione dell'Unione europea ed è privo, addirittura, dell'obbligatorio foglio illustrativo contenente le controindicazioni;
ad attivarsi affinché siano stanziate risorse finanziarie adeguate per sostenere le aziende zootecniche che risultino danneggiate, sia direttamente che indirettamente, in seguito alla vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini, al fine di accelerare le procedure di liquidazione dei danni diretti e indiretti subiti dalle aziende in seguito alle precedenti campagne di vaccinazione;
ad avviare un costruttivo confronto con gli allevatori - oggi messi in ginocchio anche a causa dei danni subiti in conseguenza della vaccinazione - volto al rilancio della zootecnia di qualità, a partire dalle razze autoctone fino alla chiusura del processo di filiera;
ad intensificare gli sforzi per rendere disponibili al più presto vaccini inattivati;
a disporre, d'intesa con gli istituti zooprofilattici e con le organizzazioni degli allevatori, un approfondito monitoraggio sull'intero territorio interessato dalle precedenti campagne vaccinali, al fine di accertare l'effettiva situazione nelle aziende zootecniche;
tenendo conto della necessità di combattere l'endemizzazione della malattia, a farsi promotore in sede europea di una proposta di cambiamento delle attuali direttive in materia di movimentazione di animali, con particolare riferimento alla rimozione di alcune restrizioni penalizzanti per la zootecnia del nostro Paese, ad ulteriore modifica di quanto già previsto dalla decisione CE del 25 novembre 2003, previa istituzione di uno specifico sistema di sorveglianza;
a sviluppare e migliorare la collaborazione tra tutti gli istituti zooprofilattici per contrastare con maggiore efficacia la blue tongue;
a provvedere allo studio entomologico e ad avviare un programma di lotta contro gli insetti vettori, anche tramite la formazione degli operatori interessati, attivandosi perché siano destinate allo scopo apposite risorse finanziarie;
a rivedere il nuovo protocollo appena definito dal ministero della salute, affinché siano garantite effettivamente l'impossibilità di sieroconversione e la minimizzazione dei danni per gli allevatori;
a sospendere la campagna di generalizzata vaccinazione di imminente avvio, fatta salva la vaccinazione richiesta dagli allevatori che, volontariamente o per stato di necessità, devono ricorrere alla movimentazione del bestiame.
(1-00336) «Marcora, Borrelli, Rava, Franci, Rossiello, Sedioli, Preda, Oliverio, Ruggieri, Paola Mariani, Buglio, Lettieri, Grandi, Zanella, Santagata, Luongo, Merlo, Albonetti, Abbondanzieri, Sandri, Nannicini, Soro, Pasetto, Ciani, Pisapia, Quartiani, Panattoni, Frigato, Realacci, Rosato, Villari, Franceschini, Meduri, Reduzzi, Rusconi, Volpini, Stradiotto, Potenza, Micheli, Mantini, Morgando, Ladu, Iannuzzi, Boato, Fioroni, Fanfani, Carbonella, Lusetti, Monaco,
Boccia, Delbono, Fistarol, Carli, Sasso, Olivieri, Zunino, Angioni, Tidei, Tolotti, Duca, Kessler, Chianale, Raffaella Mariani, Cazzaro, Piscitello, Banti, Innocenti, Ruzzante, Maran, Bimbi, Colasio, Grillini, Guerzoni, Motta, Maurandi, Nieddu, Tonino Loddo, Molinari, Sandi».
(4 marzo 2004)
La Camera,
premesso che:
a partire dall'anno 2000 si sono verificati in Italia diversi focolai di febbre catarrale degli ovini, in particolare in Sardegna e nelle regioni meridionali e centrali;
con ordinanza dell'11 maggio 2001 del Ministro della sanità, in attuazione della direttiva 2000/75/CE del Consiglio dell'Unione europea del 20 novembre 2000 e delle decisioni della Commissione europea 2001/138/CE e 2001/141/CE, veniva disposto un programma obbligatorio di controllo della febbre catarrale degli ovini, basato, principalmente, sulla vaccinazione pianificata sia degli ovini che dei bovini allevati nei territori ritenuti a rischio di propagazione dell'infezione;
le campagne di vaccinazione che hanno interessato sia gli ovini che i bovini avrebbero provocato, come più volte denunciato dagli allevatori, gravissimi danni economici diretti ed indiretti, questi ultimi a causa di un generalizzato blocco delle movimentazioni imposto alle aziende zootecniche delle aree interessate alle azioni di profilassi;
le campagne di vaccinazione sono state avviate in assenza di uno specifico protocollo operativo e non hanno tenuto in conto adeguato lo stato di salute degli animali trattati in termini di debilitazione, stato di gravidanza, allattamento, periodo precedente alla rimonta;
la vaccinazione condotta utilizzando un vaccino vivo attenuato, peraltro non sperimentato sui soggetti di specie bovina, ha generato fondati sospetti di sieroconversione e, quindi, di propagazione della malattia;
per la nuova campagna di vaccinazione, di imminente avvio, che, tra l'altro, dovrà riguardare più sierotipi, il Ministro della salute ha recentemente ufficializzato un protocollo di vaccinazione;
ad attivarsi affinché siano stanziate risorse finanziarie adeguate per sostenere le aziende zootecniche che risultino danneggiate, sia direttamente che indirettamente, a seguito della vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini, oltre che dal blocco delle movimentazioni;
ad intensificare gli sforzi per rendere disponibili al più presto vaccini inattivati;
a farsi promotore, in sede europea, di una proposta di modifica delle attuali direttive in materia di movimentazione degli animali, con particolare riferimento alla rimozione di alcune ingiustificate restrizioni, penalizzanti per la zootecnia delle aree centro-meridionali del nostro Paese;
a sviluppare e migliorare la collaborazione tra gli istituti zooprofilattici per contrastare con maggiore efficacia la blue tongue;
ad attivarsi affinché siano stanziate apposite risorse finanziarie per avviare un programma di lotta contro gli insetti vettori, anche tramite la formazione degli operatori interessati;
a reperire nuove risorse finanziarie necessarie per far fronte ai danni arrecati alle aziende zootecniche, fatta salva la vaccinazione richiesta volontariamente dagli allevatori che per stato di necessità, in attesa della modifica delle attuali direttive in materia di movimentazione degli animali recettivi, debbano ricorrere alla movimentazione del bestiame;
ad avviare un costruttivo confronto con gli allevatori volto al rilancio della zootecnia di qualità e del processo di filiera;
ad attivarsi affinché siano finanziati progetti, anche locali, volti a favorire azioni per il miglioramento della filiera zootecnica.
(1-00330) «de Ghislanzoni Cardoli, Ricciuti, Misuraca, Masini, Marinello, Meroi, Burani Procaccini, Savo, Collavini, Jacini, Zama, Marras».
(1o marzo 2004)
(Testo modificato nel corso della seduta)
La Camera,
premesso che:
in diverse regioni italiane, dall'agosto 2000, sono stati riscontrati focolai di febbre catarrale degli ovini (Blue Tongue), grave infezione virale che può colpire i capi ovini, caprini e bovini;
tale patologia è dovuta al contagio da Blue Tongue Virus, del quale si conoscono, nel mondo, ben ventiquattro ceppi diversi;
l'agente virale infettante si trasmette non già per contagio diretto tra animali sieropositivi, ma perché inoculato dagli insetti vettori (Culicoidi);
risulta altresì che i diversi ceppi del virus sarebbero diffusi da ben individuabili Culicoidi specializzati. Il Terzo Simposio Internazionale sul tema ha ad esempio evidenziato che il ceppo BTV 2 è trasmesso, in Nord America, dal Culicoides in signis, mentre non può essere trasmesso dal Culicoides sonorensis, pur capace, a sua volta, di inoculare nell'animale ospite i ceppi BTV 10, 11, 13 e 17;
in attuazione della direttiva 2000/175/CE del Consiglio e delle decisioni 2001/138/CE e 2001/141/CE della Commissione europea, nel maggio 2001 il Ministero della Salute disponeva, per i territori ritenuti a rischio di propagazione della malattia, un piano di profilassi obbligatoria, incentrato sulla vaccinazione pianificata dei capi ovicaprini e bovini allevati in quelle zone;
la vaccinazione obbligatoria dei capi sensibili alla predetta patologia è stata attuata durante le campagne di prevenzione degli anni scorsi con un «vaccino vivo attenuato», l'unico esistente in commercio nelle quantità richieste per fronteggiare le epidemie, peraltro neppure adeguatamente sperimentato in precedenza sui bovini. Tuttora non risultano invece disponibili, per tali esigenze, i vaccini «inattivati»;
i risultati conseguiti nelle due campagne di vaccinazione già realizzate facendo ricorso ai suddetti «vaccini vivi attenuati» non appaiono certo tranquillizzanti;
infatti, sono stati segnalati dagli allevatori i numerosi e gravissimi effetti collaterali del vaccino, capace di indurre, su animali già in ottima salute, drastica riduzione della produzione di latte, sterilità, aborti e, in molti casi, addirittura la morte dell'esemplare trattato;
si ha ragione di temere, addirittura, che il ricorso a tali vaccini vivi attenuati abbia favorito la diffusione della malattia, anche attraverso lo sviluppo di ceppi virali mai prima individuati nelle zone interessate dalla profilassi. In Sardegna, ad esempio, nel 2002 e nel 2003 la vaccinazione era praticata con il sierotipo BT 2, in quanto questa era l'unica variante del virus riscontrata, nell'isola; durante l'estate del 2003, tuttavia, all'esito di una campagna profilattica che aveva coinvolto il 97,7 per cento del patrimonio ovicaprino, si è registrata una recrudescenza dell'infezione e si è scoperto che essa era dovuta all'azione dei ceppi BT 4 e BT 16, fino ad allora non riscontrati;
nella campagna vaccino profilattica per l'anno in corso dovrà impiegarsi un vaccino vivo attenuato polivalente, non adeguatamente sperimentato, che espone
gli animali a rischi ancor più gravi, per i devastanti effetti collaterali, e che, per questo, sembra ingenerare perplessità anche nelle autorità sanitarie e nei servizi veterinari incaricati di procedere al trattamento;
in Sardegna, nell'anno in corso le vaccinazioni hanno avuto inizio alla fine del mese di febbraio e gli allevatori denunciano quotidianamente, con forza, i drammatici inconvenienti che paiono conseguire, come inevitabili effetti collaterali, a questa pratica sanitaria;
da ultimo, essendosi evidentemente acquisita piena consapevolezza dei danni connessi alla profilassi, un'ordinanza adottata dal Ministro della Salute dì concerto con il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali ha previsto l'erogazione di indennizzi agli allevatori, non solo per gli animali abbattuti nelle zone individuate quali focolai della malattia, ma anche per mortalità, aborti e determinati altri pregiudizi, accertati dalle Autorità regionali competenti;
anche in conseguenza del blocco della movimentazione dei capi le aziende interessate hanno risentito, e risentono, ingenti danni, più marcati nei periodi, quali quelli prossimi alle festività, nei quali è maggiore, sul mercato, la richiesta di carni ovine e caprine;
la campagna di vaccinazione per l'anno in corso, avviata con notevole ritardo, dovrebbe concludersi entro il 30 aprile prossimo e la ristrettezza dei tempi a disposizione dei servizi veterinari competenti non consentirebbe di raggiungere la percentuale di capi vaccinati utile per assicurare l'efficacia preventiva della misura;
il recentissimo provvedimento ministeriale sopra richiamato fra l'altro autorizza le Regioni e le Province autonome a prorogare al 31 maggio p.v. il termine finale della campagna di vaccinazione, tenendo conto, però, dei risultati della sorveglianza entomologica, del clima e delle condizioni fisiologiche degli animali. Tali parametri, peraltro, in molti casi sconsiglieranno di procedere alla vaccinazione oltre la data del 30 aprile originariamente stabilita e, comunque, nemmeno entro il successivo mese di, maggio si potrebbe sottoporre al trattamento immunizzante il previsto 80 per cento dei capi sensibili all'infezione;
pertanto, la campagna profilattica in corso potrà risultare sostanzialmente inefficace, oltre che dannosa;
ad assicurare il costante, capillare e tempestivo monitoraggio della diffusione del virus della Blue Tongue e degli effetti collaterali della vaccinazione, finché essa sarà eseguita;
a stanziare le risorse finanziarie adeguate a sostenere economicamente le aziende danneggiate dal contagio del virus della Blue Tongue e dalle misure adottate per contrastare l'epidemia;
ad accelerare le procedure per l'erogazione degli indennizzi in favore degli allevatori, in relazione ai danni cagionati dal virus e dalle cautele profilattiche a tal proposito imposte;
a riconsiderare - eliminandole o sospendendole, almeno in coincidenza delle prossime festività - le restrizioni adottate per la movimentazione degli animali, promuovendo, se necessario, la modifica delle attuali norme comunitarie in materia, laddove impongano ingiustificate limitazioni, penalizzanti per la zootecnia, soprattutto in determinate aree del territorio nazionale;
a promuovere fin d'ora la più larga sperimentazione dei vaccini che dovranno utilizzarsi nella campagna profilattica per l'anno 2005 (che dovrebbe effettuarsi dal 1 dicembre 2004 al 30 aprile 2005), affinché siano esclusi, o almeno minimizzati, gli effetti collaterali e i rischi di sieroconversione;
a promuovere la ricerca, la sperimentazione e la produzione, per l'immissione
sul mercato dei vaccini inattivati, ritenuti meno insidiosi per il bestiame trattato;
a favorire la lotta contro gli insetti vettori (Culicoidi), innanzitutto con misure di carattere economico, pianificando eventuali disinfestazioni e incentivando le aziende a dotarsi delle strutture adeguate a proteggere gli animali dall'aggressione di tali insetti, quindi con lo studio dei meccanismi di trasmissione dei diversi ceppi virali da parte dei vettori specializzati;
ad adottare ogni utile iniziativa per il rilancio della zootecnia di qualità, ricercando, allo scopo, la collaborazione degli allevatori.
(1-00352)
«Onnis, Porcu, Anedda, Losurdo, Bellotti, Catanoso, Franz, La Grua, Patarino, Villani Miglietta».
(6 aprile 2004)
(Testo modificato nel corso della seduta)