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PRESIDENTE. L'onorevole Fioroni ha facoltà di
GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, signor ministro, mentre intervengo, sento in me forte, come tutti i cittadini italiani, l'ansia e l'angoscia per la sorte dei nostri connazionali ostaggio dei terroristi in Iraq ed auspico una rapida e positiva conclusione degli sforzi che il Governo ha messo in atto per restituirli agli affetti dei loro familiari.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, mi associo alla preoccupazione testé espressa dall'onorevole Fioroni; tuttavia, risponderò all'interrogazione, e non a quanto detto in diretta sul messaggio della televisione araba, perché adesso non sono in grado di riferire chi ne sia in possesso e se possa essere trasmesso.
immagini dell'uccisione di uno dei nostri connazionali, che aveva potuto identificare nel povero Quattrocchi.
FRANCO RAFFALDINI. È una pena!
PRESIDENTE. L'onorevole Fioroni ha facoltà di
GIUSEPPE FIORONI. La risposta dell'onorevole Giovanardi si commenta da sola e non mi ritengo soddisfatto. Credo che proprio...
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Un po' di sciacallaggio non fa mai male!
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, lei non deve interrompere.
GIUSEPPE FIORONI. Se lei mi consente di parlare... anche perché il tempo mi viene sottratto! Non mi ritengo soddisfatto e credo che la morte meriti un rispetto maggiore. Anche ai familiari del povero Fabrizio Quattrocchi andava riservato un trattamento diverso. Ritengo di poter attendere entro domani una risposta precisa sull'acquisizione del filmato, non per mostrarlo, perché...
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Fate la domanda! Questa è una scorrettezza! È un atteggiamento scorretto!
GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, non so perché il ministro...
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Non mi si può imputare un fatto di cui peraltro non si fa riferimento sull'interrogazione. Non ne fa parte!
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, l'onorevole Fioroni aveva accennato al problema della conoscenza della videocassetta.
GIUSEPPE FIORONI. Vorrei una risposta sull'acquisizione del filmato, non per mostrarlo ai cittadini italiani, ma per consentire agli inquirenti di operare su un video che uno Stato amico può concederci. Credo che tutta la vicenda irachena, ministro Giovanardi, debba essere trattata
dal Governo con maggiore serietà, con grande senso di responsabilità verso la sicurezza e la pace. È vero che non si può cedere agli attacchi e agli atti di terrorismo, ma è anche vero che le semplici «manifestazioni muscolari» non risolvono i problemi. È ora di passare dalle parole ai fatti e non basta più una semplice risoluzione dell'ONU: occorre che il nostro Governo si impegni affinché l'ONU stessa assuma il comando pieno, sia politico che militare, di una nuova missione a cui partecipino forze di tutta la comunità europea e dei paesi arabi moderati.
Su questo aspetto non vedo nel paese divisione, così come non la intravedo tra le forze politiche. Con questo spirito e con la stessa fermezza, tuttavia, le chiedo, signor ministro, di chiarire agli italiani se corrisponda al vero la ricostruzione secondo la quale la notizia dell'uccisione dell'ostaggio italiano sarebbe stata a conoscenza del ministro Frattini molto prima che venisse comunicata, in diretta, durante la trasmissione Porta a porta.
Signor ministro, non ritiene un fatto gravissimo che i familiari abbiano appreso della morte del loro congiunto solo due ore e mezza dopo che il ministro ne aveva avuto conoscenza, in diretta televisiva? Se fosse vero, signor ministro, tale comportamento sarebbe inaccettabile e per questo il Governo, di fronte gli italiani, deve oggi tenere un comportamento corretto, chiaro ed impostato alla verità: si tratta dell'unico modo per onorare i nostri caduti.
Per lo stesso motivo, signor ministro, vorrei chiederle se sia possibile avere, pur essendo trascorsi cinque giorni, non per mostrarlo, ma per darlo agli inquirenti, il filmato della televisione Al Jazeera del Qatar, uno Stato amico nostro e degli Stati Uniti d'America, affinché da tale filmato si possano ottenere quegli indizi utili ad offrire ulteriori verità a chi la attende riguardo a quel tragico omicidio. Credo che, così facendo, il Governo offrirebbe un contributo di chiarezza alle attese manifestate.
Mi atterrò, pertanto, a quanto era stato chiesto dagli interroganti al Governo, vale a dire la questione della presenza del ministro degli affari esteri negli studi della trasmissione televisiva Porta a porta, alla quale erano presenti anche i parenti di due dei cittadini sequestrati.
Il ministro Frattini, durante la trasmissione, ha appreso da agenzie di stampa, pervenute allo studio televisivo e rese note a tutti gli ospiti, che l'emittente araba aveva comunicato l'uccisione di un ostaggio italiano, senza indicarne il nome, né mostrarne le immagini.
A seguito di tale annuncio, il nostro ambasciatore a Doha è stato incaricato di recarsi presso gli studi televisivi dell'emittente araba per verificare la veridicità della notizia e, quindi, visionare il filmato. L'ambasciatore ha successivamente riferito al Ministero degli affari esteri (erano circa le ore 23,20 di quella sera) di aver visto le
Durante un'interruzione della trasmissione, dopo la mezzanotte (quindi, circa 40 minuti dopo), un giornalista comunicava al conduttore della trasmissione stessa di aver avuto, da fonte giornalistica, la notizia dell'uccisione di Quattrocchi e che intendeva comunicarla alla ripresa di Porta a porta; durante la stessa interruzione, inoltre, era pervenuta al ministro Frattini la notizia del riconoscimento effettuato parallelamente da parte del nostro ambasciatore a Doha.
A quel punto - erano le ore 0,35, vale a dire un'ora dopo -, il ministro non ha più ritenuto possibile opporsi ad una diffusione dell'informazione, da parte di un giornalista, sulla base di una fonte di informazione che era già nota a quest'ultimo e, naturalmente, non solo a quest'ultimo. Egli ha ritenuto, infatti, che la comunicazione alla famiglia fosse già pervenuta, considerando il tempo trascorso tra il momento del riconoscimento, la comunicazione alla struttura ministeriale ed il momento dell'annuncio.
Il tempo trascorso, d'altronde, essendo ormai la notizia conosciuta dai giornalisti italiani, dal giornalista che aveva telefonato, da tutta la struttura ministeriale e, naturalmente, dal giornale di quel giornalista, rendeva inevitabile che essa trapelasse pubblicamente. Infatti, si trattava di una notizia in possesso non più solo della Farnesina, ma anche della stampa italiana, compreso il nome dell'ostaggio ucciso. Vi era anche un problema molto serio: quello della presenza in trasmissione dei familiari di alcuni ostaggi, ma anche dell'assenza di altri familiari che a quel punto sapevano ormai che un ostaggio era stato ucciso, pur naturalmente non conoscendone il nome. Pertanto, essendo le 0.35, oltre un'ora dopo la notizia, il ministro non ha più potuto opporsi al fatto che i giornalisti che conoscevano la notizia potessero diffonderla, comunicando anche il nome dell'ostaggio ucciso.
Credo che questo sia l'unico modo per riuscire a consentire a quel paese di avere una fase di transizione, durante la quale gli iracheni costruiscano l'Iraq che vogliono e non quello che vogliamo noi. È questo il senso di responsabilità che ci aspettiamo dal nostro Governo, altrimenti ogni giorno di permanenza in più in quel paese avrebbe il significato di avallare - come il Governo ha già fatto - una guerra sbagliata, un atto illegale, che ha provocato distruzione e morte, e rispetto al quale - tutti noi lo sappiamo - il nostro popolo si aspetta altro e cioè vedere costruire un paese impostato sulla pace e sulla libertà (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).