Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 454 del 21/4/2004
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Sull'ordine dei lavori (ore 13,10).

ALBERTO ARRIGHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO ARRIGHI. Signor Presidente, questa notte a Pisa vi è stato l'ennesimo attentato ai danni di un esponente di Alleanza nazionale: è stato dato fuoco alla macchina del consigliere comunale Diego Petrucci.
Questo attentato segue a quello del 5 aprile ai danni del presidente provinciale di Alleanza nazionale, Marco Meucci, la cui auto è esplosa sotto la sua abitazione a Calci, in provincia di Pisa; l'attentato è stato poi rivendicato da un gruppo autodenominatosi «cellule di offensiva rivoluzionaria». L'odierno attentato segue anche ad un'altra serie di attentati; ne ricordo alcuni: il 29 gennaio due bombe molotov sono state lanciate contro la sede di Azione Giovani di Pontedera (Azione giovani è il movimento giovanile di Alleanza nazionale); il 30 settembre 2003 vi è stato un attentato incendiario (il più grave) contro l'abitazione del consigliere circoscrizionale e dirigente di Azione Universitaria, Giacomo Mannocci, nel quale il padre ha riportato anche delle lesioni gravi alle mani, nel tentativo di spegnere l'incendio appiccato all'abitazione; il 18 marzo 2003 sono state esplose 2 bombe carta contro i circoli di Calci e Capannoli, in provincia di Pisa. Dunque, negli ultimi due anni abbiamo avuto una serie di attentati e di persecuzioni ai danni di sedi, abitazioni e automobili di esponenti di Alleanza nazionale.
Oltre ad esprimere la mia personale solidarietà a Diego Petrucci, che è un mio carissimo amico, alla sua famiglia ed ovviamente a tutta la comunità umana e militante di Alleanza nazionale di Pisa, chiedo che vi sia da parte della Camera dei deputati una dichiarazione di solidarietà verso quanto sta avvenendo. Sono sicuro, come già accaduto in altre occasioni, che tutte le forze politiche del territorio pisano - dopo di me parlerà il collega Realacci - saranno unanimi nel condannare questi gesti, che sono preoccupanti non soltanto per la gravità in sé, ma per l'escalation che si sta determinando. Non possiamo dimenticare che a


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Pisa - senza voler trovare dei collegamenti tra questi gesti e fatti ben più gravi - è stato rinvenuto il principale nucleo delle neonate, rinate Brigate Rosse. Non so se esistano dei collegamenti tra questi fatti, ma so che la situazione sta diventando preoccupante. Non vorrei che vi fossero fenomeni di emulazione o di trasferimento da fatti terroristici a fatti di guerriglia urbana disordinata, che non voglio - mi si creda - definire o colorare politicamente, perché credo che la politica con questo non abbia davvero assolutamente nulla a che fare e a che vedere. La politica ha altre dignità ben più nobili.
Credo però che si debba veramente svolgere un'azione profonda, affinché il Governo, le forze dell'ordine e le autorità competenti intervengano, anche nella maniera più dura, su queste frange minoritarie, escluse ed emarginate dal contesto politico e civile pisano, perché si possa davvero andare a fondo per far cessare questa spirale di violenza (Applausi).

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Anch'io intervengo sullo stesso argomento affrontato dal collega Arrighi, condividendo peraltro le sue dichiarazioni. Il ripetersi di questi episodi rappresenta un fatto grave che merita l'attenzione anche da parte del Parlamento - quindi mi associo alla richiesta fatta dal collega - e che si inserisce in una serie di atti di intimidazione e di violenza, che indubbiamente non possono che preoccupare. Ricordo che ci sono stati anche episodi che non hanno riguardato solo esponenti di Alleanza nazionale (che però sono stati particolarmente colpiti in quest'ultimo periodo); penso, ad esempio, alle bottiglie molotov lanciate contro una caserma dei carabinieri a Portammare, sempre in provincia di Pisa, ma anche all'incendio della sede della CISL e all'invio di una pallottola al segretario della UIL di Pisa.
È chiaro che ciò implica da parte di tutti, delle forze politiche e in primo luogo delle forze dell'ordine e della magistratura, una grande attenzione su quello che sta accadendo. Pisa è una città bellissima, che ha una grande tradizione democratica - so che è molto cara anche a lei, Presidente - ed ha sicuramente le risorse, nelle istituzioni, nelle organizzazioni politiche e in quelle sociali, per elevare il livello di attenzione contro queste minacce, per ora in ogni caso gravi, ma che possono essere collegate anche a situazioni più pesanti che il nostro paese sta vivendo. Questa attenzione obbligata e condivisa (perlomeno per quanto mi riguarda e per quanto riguarda l'Ulivo pisano, ma credo per quanto riguarda tutte le forze democratiche pisane) delle forze politiche e sociali e del mondo della cultura deve essere accompagnata anche da un supporto pieno delle forze dell'ordine - anche oggi ho avuto modo di contattare le forze dell'ordine pisane - e, se necessario, anche da un aiuto del Governo centrale in questa direzione.
A Pisa, come nelle altre regioni, episodi di questo tipo non devono inquinare la vita politica ed essere i germi di atti più gravi che dobbiamo combattere fin dal loro inizio (Applausi).

RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, condivido i giudizi e le affermazioni rese dai colleghi che mi hanno preceduto.
Il ripetersi di simili atti e situazioni non può che ricevere una condanna netta, senza alcun tipo di tentennamenti, da parte delle forze politiche rappresentate in Parlamento. Credo vi sia la necessità, come è stato rilevato, di una forte unità nel respingere simili atti di intimidazione che, fortunatamente, non sono sfociati in episodi peggiori.
Occorre una forte azione di unità, di sensibilizzazione e di richiamo a tutti i centri di responsabilità presenti sul territorio,


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perché si pongano in essere le iniziative necessarie a bloccare questi atti, nonché a preparare un terreno di risposta democratica sotto il profilo di una maggiore sicurezza da garantire.
Associandomi alle richieste avanzate dai colleghi, credo, a tale riguardo, vi sia la necessità (la città di Pisa è, tra l'altro, inserita in un particolare quadro di riferimento di obiettivi sensibili) di un'attenzione maggiore, rispetto a quella che normalmente occorre prestare, nei confronti di tutti gli episodi che si manifestano nel nostro paese. Credo che la città di Pisa, per la sua attrazione dal punto di vista turistico, il suo significato che va ben oltre i confini della stessa nazione, debba richiamarci tutti ad esercitare una maggiore attenzione nei confronti di questa realtà.

PRESIDENTE. Ho apprezzato le parole, il tono, i sentimenti e l'unanime opinione, indipendentemente dalla collocazione politica, circa il ripudio dell'intimidazione, dell'intolleranza e della violenza che sono, come ha detto bene il collega Arrighi, nemici della politica. La politica può essere svolta anche a livello di grande passione, ma mai con l'umiliazione dell'avversario.
Vorrei ricordare che in quest'aula vi sono stati parlamentari come Matteotti (che ho ricordato a Firenze l'altro giorno), che, per aver svolto il proprio dovere, hanno pagato con la vita la differenza di idee tra chi dominava e chi non voleva servire. Ciò ci deve indurre a reagire; vi sono a volte istinti di una malintesa tolleranza nei confronti di quelle frange che non si attengono alle regole del gioco. È un gioco che richiede pazienza, prudenza, fede e, quando è necessario, durezza nel confronto, che non deve mai sfociare in una limitazione della libertà, della dignità, della fisicità, qualche volta, dell'avversario.
Accogliendo pertanto la richiesta avanzata dall'onorevole Arrighi nonché dagli altri colleghi intervenuti, ritengo che la Camera dei deputati, massima espressione, insieme al Senato, della sovranità nazionale e della rappresentanza del popolo italiano, possa manifestare la sua solidarietà a chi ha ricevuto, anche ieri, questo affronto (lo voglio definire solo in questo modo) (Applausi).

MARIO LETTIERI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO LETTIERI. Signor Presidente, intendo sollecitare l'intervento del Governo in ordine ad una situazione esistente nell'area industriale di San Nicola di Melfi, dove è in atto uno sciopero da parte delle maestranze, in quanto tutto il sistema industriale, collegato all'insediamento della FIAT, è investito da una pesante crisi.
La stampa nazionale ne sta parlando da alcuni giorni e credo che il Governo debba adottare provvedimenti, avviando anche un tavolo di confronto con i titolari delle aziende dell'indotto, con i responsabili della FIAT e, ovviamente, con i sindacati e la Confindustria.
Questa è la sollecitazione che mi permetto di rivolgere al Governo, pregando lei, Presidente, di rendersi interprete anche presso il ministro delle attività produttive e presso la Presidenza del Consiglio affinché tale confronto possa essere avviato nei tempi più brevi.

PRESIDENTE. Onorevole Lettieri, la Presidenza si adopererà affinché ciò che lei ha sollecitato possa trovare rispondenza negli atti concreti di chi deve assumere le opportune determinazioni.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, per poi proseguire alle 16 con l'esame degli altri punti iscritti all'ordine del giorno.

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