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la vertenza Imesi di Palermo sta determinando un grave stato di tensione tra i lavoratori a seguito della decisione della Ansaldo Breda di cedere la società;
il processo di dismissione pone un grave pregiudizio sul mantenimento dell'unità produttiva e soprattutto sui livelli occupazionali;
ad oggi le proteste dei lavoratori paiono essere inascoltate tant'è che continuano i sit-in, le manifestazioni e le iniziative da parte del mondo del lavoro e delle organizzazioni sindacali;
sono ore di tensione per i lavoratori e le loro famiglie in un contesto generale di grave desertificazione industriale che sta vivendo il territorio siciliano;
i lavoratori attendono certezze sul proprio futuro e sul futuro produttivo della Imesi che deve continuare ad avere la sua vocazione industriale senza perdere l'enorme patrimonio di professionalità presente -:
se non si ritenga utile convocare immediatamente un'unità di crisi presso il Governo per affrontare il futuro della Imesi assicurando il mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi della fabbrica.
(3-03280)
in questi giorni si stanno sviluppando tensioni sociali presso lo stabilimento della Fiat di Melfi a causa delle manifestazioni di sciopero delle maestranze delle aziende dell'indotto SATA;
dette agitazioni sono derivate dalla rottura delle contrattazioni sindacali interne delle aziende dell'indotto Fiat, alcune delle quali hanno chiesto la cassa integrazione guadagno, da ciò ne è scaturita la messa in libertà degli operai della SATA di Melfi, i quali hanno stigmatizzato il comportamento dell'azienda per tale circostanza;
la messa in libertà implica il mancato salario al lavoratore che per cause non ascrivibili a proprie responsabilità non percepirà, per tutto il periodo di assenza al lavoro, il relativo corrispettivo economico;
la Fiat ha rinunciato alla mediazione della Regione Basilicata in ordine a detta vicenda;
l'Azienda Fiat sta attraversando una vera e propria crisi industriale in conseguenza anche del calo delle vendite di auto e ciò sta generando una legittima preoccupazione in ordine ai progetti di sviluppo dell'area nord della Basilicata, giacché l'azienda ha da sempre rappresentato su quel territorio uno dei pochi volani per la tenuta occupazionale -:
se sia a conoscenza di un piano di rilancio industriale della Fiat teso a fronteggiare la crisi aziendale in atto e quali siano le contromisure che saranno messe in campo dall'azienda piemontese in Basilicata.
(3-03281)
Stayer SpA è un'azienda storica ferrarese con un organico attuale ridotto a 113 addetti degli oltre 300 di appena 3 anni fa;
l'azienda produttrice di utensili da lavoro elettrici portatili e stazionari (trapani, troncatrici, ecc.) da qualche anno registra bilanci in disavanzo;
per fare fronte a tali periodi di crisi, le organizzazioni sindacali di categoria e l'azienda hanno concordato processi di riorganizzazione e utilizzo degli ammortizzatori sociali;
dal novembre 2002 con l'ingresso della Finanziaria EFI (proprietà F.lli Bergamaschi) sembrava si fosse aperto, a seguito della presentazione del piano industriale, qualche spiraglio positivo per le attività produttive e per la tenuta dell'occupazione;
successivamente, a seguito di un attento esame, il piano industriale si rivelava privo di consistenza economica causando prima il ribasso della quotazione del 29 per cento e poi la sospensione del titolo che non veniva garantito l'aumento del capitale necessario per la continuità produttiva e industriale dell'impresa;
da 8 mesi a questa parte i dipendenti, sempre presenti sul posto di lavoro, hanno ricevuto tutte le spettanze economiche pur non producendo alcun bene materiale da commercializzare;
nel frattempo si sono insinuate alcune istanze di fallimento da parte di numerosi creditori e fornitori;
dopo tre rinvii il giudice competente del Tribunale di Ferrara ha indicato nella giornata del 21 aprile 2004, prossimo la data decisiva per le sorti dell'azienda -:
se è a conoscenza di tale preoccupante situazione di crisi, del comportamento inusuale dell'azienda e conseguentemente quali iniziative intenda intraprendere nei confronti della proprietà affinché sia sollecitata la ripresa dell'attività produttiva come previsto dagli accordi con le organizzazioni sindacali dei lavoratori.
(4-09780)