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problema reale, per tante schiene di altrettanti giovani studenti italiani;
zainetti troppo pesanti, rigurgitanti di libri, quaderni e album: questo è un
da qualche tempo, con sempre più insistenza si parla di un problema che affligge migliaia di studenti italiani: è il peso eccessivo delle cartelle, che potrebbe essere la principale causa di gravi danni e deformazioni alla colonna vertebrale come la cifosi e la scoliosi;
anche i medici sono allarmati dalla maggiore incidenza di casi di scoliosi tra gli alunni delle scuole elementari, un problema spesso sottovalutato, quello dello zaino, incrementato dall'assenza, a scuola, di arredi ad hoc dove lasciare in custodia i libri;
una cartella scolastica pesa, mediamente, tra i sette ed i dieci chili, un peso eccessivo per un bambino che frequenta le elementari e, questo peso aumenta col progredire nei gradi d'istruzione scolastica;
purtroppo la programmazione della settimana scolastica, in genere, non tiene conto dei materiale da trasportare sulle spalle degli scolari, e gli insegnanti possono contribuire a stabilire il peso dello zainetto, sia nella scelta dei libri che nell'organizzazione del lavoro scolastico;
tocca agli insegnati collaborare con le famiglie nell'orientamento all'acquisto dello zainetto giusto, che non sia troppo grande, né troppo piccolo, privo di apertura a soffietto, dotato di schienale rinforzato e bretelle imbottite, con fibbia da allacciare in vita e maniglie per trasportarlo manualmente e tocca ancora agli insegnanti dispensare consigli su come usarlo in modo corretto, che vuol dire riempirlo in altezza, e non in larghezza, e dispensare consigli su come indossarlo appoggiandolo prima su un ripiano e flettendo le ginocchia; regolare le bretelle, in modo tale che la parte inferiore non superi la linea delle anche; e ancora, suggerire agli scolari di indossarlo sempre su tutte e due le spalle e di evitare di correre con lo zaino in spalle;
purtroppo gli zainetti posti in vendita privilegiano colori, modelli ed effetti speciali, prima ancora della qualità biomeccanica, col risultato che studenti giovani e giovanissimi, camminano curvi, o assumono posizioni viziate, portando da casa a scuola e viceversa voluminose antologie, pesanti libri di storia, ingombranti manuali di geografia, e corpulenti testi di narrativa;
i dati a disposizione rivelano che i più a rischio di «zaino pesante» sono i bimbi delle elementari e gli studenti delle medie, nella fase dello sviluppo, per questo, alle dovute precauzioni, è bene suggerire che nelle scuole - ove questo è possibile - sia praticato il nuoto e altro sano sport: tutti antidoti per combattere l'insorgenza di scoliosi, e problemi vari alla schiena;
certamente la produzione di libri in edizione a fascicoli, l'incentivazione all'uso di quaderni ad anelli, contribuiscono a rendere più leggeri gli zainetti -:
se innanzitutto sia a conoscenza che i danni provocati alla schiena dal peso eccessivo delle cartelle sono ormai dimostrati scientificamente;
se non ritenga opportuno e necessario adoperarsi affinché presso le scuole di ogni ordine e grado, insegnanti e professori, nell'organizzazione il lavoro scolastico, tengano in debito conto il peso dello zainetto e perché gli stessi collaborino con le famiglie fornendo una corretta informazione circa le caratteristiche che uno zainetto deve avere per evitare l'insorgenza di cifosi e scoliosi nei giovani scolari;
quali provvedimenti intenda assumere affinché in tutte le aule siano presenti degli armadi ove riporre i libri che gli scolari non devono portare a casa;
se ritiene opportuno sensibilizzare le Case editrici affinché nella produzione di libri scolastici sia privilegiata l'edizione di libri più leggeri attraverso la suddivisione in più fascicoli.
(5-03102)
sabato 27 marzo si è svolta all'interno del liceo classico «O. Flacco» di Bari l'assemblea mensile degli studenti con all'ordine del giorno il tema scottante della violenza negli stadi;
alla suddetta assemblea ha partecipato, essendone stato autorizzato e «calorosamente accolto dalla Preside» (così come egli stesso afferma sulla Gazzetta dei Mezzogiorno del 30 marzo 2004), tale Alberto Savarese, invitato nella sua qualità di «capo degli ultras» della locale tifoseria calcistica, un personaggio noto alle cronache non solo «sportive» della città di Bari con il soprannome di «Parigino»;
il suddetto Savarese, da quanto si apprende dagli organi di informazione, era stato arrestato assieme ad altre sessanta persone il 25 ottobre del 2001 e risulta tuttora indagato per i reati di associazione mafiosa, detenzione di armi e tentato omicidio;
tra i tanti reati ipotizzati sul conto del Savarese, vi sarebbe quello di aver costituito una società che garantiva ai clan mafiosi la gestione degli esercizi commerciali e dei parcheggi che ruotano attorno allo stadio di Bari;
alla summenzionata assemblea scolastica il Savarese avrebbe pronunciato frasi inneggianti alla violenza fisica nei confronti dei tifosi di squadre avversarie, nonché nei confronti dei calciatori della propria squadra rei, a insindacabile giudizio del medesimo Savarese, di «scarso impegno» durante la partita (così come viene ampiamente documentato dal resoconto apparso su la Repubblica del 28 marzo 2004);
tale assemblea si è tenuta dopo una serie di episodi di violenza gratuita ed inaccettabile avvenuti dentro e fuori gli stadi del nostro Paese e culminati nelle vicende aberranti dello stadio Olimpico di Roma della sera del 21 marzo 2004;
compito delle Istituzioni scolastiche deve, insieme alle altre cose, essere quello di educare alla legalità, alla tolleranza e alla non violenza -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti suddescritti;
come sia stato possibile che - al di là delle responsabilità non istituzionali dei rappresentanti di un numero assai minoritario di studenti del liceo Flacco che in circa 50 hanno assistito e partecipato a questo avvilente spettacolo a fronte di una popolazione scolastica di più di mille studenti - sia stata concessa l'autorizzazione all'ingresso nella scuola del Savarese da parte della dirigente scolastica, professoressa Amelia Conte che, tra l'altro, non risulta che abbia concesso analoga autorizzazione a rappresentanti politici e di partito di qualsiasi orientamento e collocazione, forse, ad avviso dell'interrogante, considerandoli portatori di valori «minori» e meno importanti di quelli di cui si fa espressione il «Parigino»;
se non ritengano che l'episodio descritto abbia determinato un vero e proprio vulnus per gli studenti, per il corpo docente e gli operatori tutti del liceo Flacco di Bari, nonché per l'intera città - vulnus causato dalla condotta di chi aveva il dovere di impedire che avvenisse ciò che è avvenuto durante la suddetta assemblea - e in caso affermativo quali iniziative intendano adottare perché non si verifichino mai più a Bari e nell'intero Paese, episodi simili di tale gravità.
(4-09725)
con D. Dir. del 4 febbraio 2004 il M.I.U.R. ha bandito un concorso riservato per docenti di religione cattolica;
tra i requisiti specifici di ammissione al concorso è richiesta (articolo 2) «specifica idoneità per l'insegnamento della religione cattolica (di cui al n. 5 lettera A del Protocollo addizionale all'accordo legge n. 121 del 1985) rilasciata dall'ordinario diocesano»;
il «gradimento» per l'ammissione al concorso, essendo basato su elementi di giudizio discrezionale sulle condizioni della vita privata e non facendo riferimento ad elementi e condizioni oggettive, si risolve, di fatto, secondo l'interrogante, in strumento discriminatorio rispetto all'uguaglianza dei cittadini aspiranti concorrenti;
risulta da organi di stampa e da un appello sottoscritto dai docenti dell'I.T.C.P. statale «De Sterlich» di Chieti, che una docente, la professoressa Clara Baldassarre, pur avendo maturato sedici anni di lavoro continuativo e di insegnamento specifico nella disciplina di religione cattolica, sia stata esclusa dalle prove concorsuali perché divorziata, senza attribuzione di colpa, avendo subìto tale divorzio che è stato sollecitato dall'ex coniuge dopo otto anni dalla separazione consensuale alle condizioni poste esclusivamente dallo stesso;
nel caso in questione, l'idoneità all'insegnamento della religione cattolica da parte dell'ordinario diocesano, è stata confermata per sedici anni consecutivi mentre è mancata l'autorizzazione per l'accesso alle prove concorsuali per motivi non direttamente attinenti l'insegnamento della disciplina di cui sopra, ma riferentisi alla vita privata della docente, che, come sopra ricordato, ha subìto e non richiesto il divorzio;
il caso della professoressa Clara Baldassarre configura un licenziamento in tronco senza possibilità di accedere ad alcun tipo di ammortizzatori sociali (cassa integrazione, liste di mobilità, eccetera), per fatti addirittura non addebitabili, da qualsiasi punto di vista, ad azioni o comportamenti messi in essere dal soggetto interessato;
l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche deve svolgersi comunque con rapporto di lavoro in ambito giuridico amministrativo e civile, assicurando il rispetto dei diritti dei lavoratori e la conservazione del posto di lavoro, con le stesse garanzie che sono applicabili a tutto il personale della scuola;
non risulta che docenti di altre discipline che abbiano maturato diversi anni di lavoro siano stati esclusi da prove concorsuali, come invece accade nel caso della professoressa Clara Baldassarre;
risulta urgente l'emanazione di una norma che tuteli i lavoratori della scuola che, pur avendo maturato tanti anni di servizio, si ritrovano nelle condizioni di essere discriminati per le ragioni indipendenti dalla propria volontà o dai propri comportamenti -:
quali iniziative ritenga di poter adottare presso i soggetti competenti a tutela della professoressa Clara Baldassarre e degli altri lavoratori della scuola italiana che, non solo sono stati esclusi dall'accesso alle prove concorsuali ma anche dall'attività lavorativa, poiché, con molta probabilità, dopo la conclusione del concorso non esisterà per gli stessi alcuna possibilità di reintegro nella scuola né di reimpiego.
(4-09740)