Allegato B
Seduta n. 450 del 6/4/2004


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PARI OPPORTUNITĄ

Interrogazione a risposta orale:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
quando mancano meno di due anni all'avvio dei Giochi Olimpici invernali che


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si svolgeranno a Torino, si accentuano le polemiche relative all'organizzazione del grande evento;
in particolare, sono sotto accusa i giochi riservati ai disabili che coinvolgeranno circa 600 atleti in rappresentanza di 40 Paesi;
l'osservatorio permanente regionale sulle accessibilità denominato «Piemonte per tutti» ha evidenziato una situazione non certamente accettabile, con il 32 per cento dei siti visitati assolutamente non accessibili per i disabili (cfr. Il Sole-24 Ore di martedì 30 marzo 2004 alla pagina 15);
mentre le province di Novara e di Alessandria hanno «soltanto» il 19 per cento di siti inaccessibili, la provincia di Torino detiene il primato negativo con il 34 per cento;
si consideri, in particolare, che l'indagine ha già magnanimamente considerato «parzialmente accessibili» i locali che presentano come ostacolo un unico gradino, superabile con una pedana collocabile e rimuovibile a seconda delle necessità;
appare incredibile che, offrendosi il nostro Paese ad una vetrina mediatica planetaria, possa presentarsi all'appuntamento con l'organizzazione di giochi anche per disabili in condizioni come quelle descritte dall'osservatorio «Piemonte per tutti»;
è evidente che debbono essere offerte pari opportunità a tutti gli atleti disabili e che non possono essere ammesse deficienze in questo settore -:
se non ritenga di dover avviare una campagna di sensibilizzazione affinché le autorità deputate all'organizzazione dei Giochi Olimpici invernali si adoperino per una pronta eliminazione di tutte le «barriere» riscontrare dall'osservatorio regionale «Piemonte per tutti».
(3-03256)

Interrogazione a risposta scritta:

DELMASTRO DELLE VEDOVE, GHIGLIA, GIANNI MANCUSO, MEROI e LA STARZA. - Al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
il 47 per cento delle donne italiane ignora che all'origine del cancro al collo dell'utero c'è un virus «stanabile» grazie ad un semplice test;
è bene ricordare che il cancro al collo dell'utero registra 3.700 casi l'anno in Italia con 1.800 morti;
il 16 per cento delle donne non ha mai fatto il «pap-test», percentuale che colloca il nostro Paese agli ultimi posti tra i Paesi dell'Europa occidentale;
i dati sono stati ricavati da un sondaggio discusso a Milano durante la presentazione della Prima Giornata europea dell'Hpv (Papillomavirus umano) che si è celebrata in 29 gennaio 2004 in 18 Nazioni con l'obiettivo di favorire l'accesso all'Hpv-test in tutto il vecchio continente;
il dato più importante peraltro è costituito dal vero e proprio abisso fra il nord ed il sud del Paese;
i dati presentati dall'epidemiologo Guglielmo Ronco dei Centro di prevenzione oncologica (Cpo) di Torino (cfr. Doctor News n. 17 del 28 gennaio 2004) consentono di affermare che, negli ultimi tre anni, il 70 per cento delle donne del nord si è sottoposto al «pap-test» contro il 35 per cento delle donne del sud;
il dato rivela la necessità di creare «pari opportunità» fra le donne italiane, atteso che è assolutamente inaccettabile pensare che le donne del sud debbano contrarre una malattia così grave (con un indice di mortalità prossimo al 50 per cento) in misura esattamente doppia rispetto alle donne del nord -:
quali iniziative intende promuovere per favorire la conoscenza, da parte delle donne dei Mezzogiorno d'Italia, della possibilità di efficace prevenzione del cancro al collo dell'utero attraverso il «pap-test», onde ridurre l'inaccettabile gap che le divide dalle donne del nord.
(4-09677)