Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 437 dell'11/3/2004
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Nel sessantesimo anniversario della scomparsa di Silvio Trentin.

FLAVIO RODEGHIERO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FLAVIO RODEGHIERO. Signor Presidente, domani, 12 marzo, ricorre il sessantesimo anniversario della morte di Silvio Trentin, parlamentare durante la XXV legislatura del Regno, nato a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, l'11 novembre 1885, e morto a Monastier, in provincia di Treviso, il 12 marzo 1944.
Personalità di spicco per gli studi di diritto, e in particolare, per il suo lavoro nel campo della ripresa economica soprattutto agraria, del Veneto nell'immediato primo dopoguerra, si distinse, poi, per il suo antifascismo. Fu, infatti, uno dei pochi docenti universitari che si autoesiliò in Francia piuttosto che aderire ufficialmente ai dettami del fascismo. Egli si distinse anche per le sue convinte posizioni federaliste nell'ambito della riforma dello Stato.
Ho già chiesto ufficialmente ai competenti uffici della Camera la pubblicazione dei suoi discorsi e del lavoro svolto in Parlamento.
So che il Presidente Casini ha deciso di presenziare, questa sera, ad uno dei numerosi convegni organizzati sulla sua figura. Con questo intervento, oltre a commemorare il nostro illustre collega (evento che, comunque, vedrà, in uno dei momenti di commemorazione, anche la presenza del Presidente della Camera), desidero rivolgere alla Presidenza l'invito a promuovere la sollecita pubblicazione dei documenti parlamentari che diano conto dell'attività parlamentare svolta in modo da ricordare nel miglior modo possibile la figura di Silvio Trentin.

PRESIDENTE. Onorevole Rodeghiero, per quanto riguarda la sua richiesta, assicuro che farò in modo che la stessa possa essere valutata nelle sedi opportune.


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PIERO RUZZANTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, desidero associarmi alle valutazioni espresse dal collega Rodeghiero perché la figura di Trentin è sicuramente importante per tutto il pensiero federalista a livello nazionale ed europeo.
Ritengo che la figura di questo pensatore vada ricordata nel paese, così come avviene oggi alla Camera. Mi associo anche alla richiesta del collega Rodeghiero, relativa alla pubblicazione dei documenti parlamentari e dei discorsi pronunziati da Trentin, perché ritengo che rappresentino tutt'ora un filo conduttore della memoria storica del pensiero federalista in questo paese, che ha percorso molti gruppi e condizionato le storie parlamentari di tanti colleghi.
Per questo motivo, ritengo molto importante il ricordo che il collega Rodeghiero ha presentato e mi associo alla sua richiesta, rivolta alla Presidenza, affinché Trentin venga ricordato attraverso i suoi scritti e i suoi interventi alla Camera. Ciò consentirebbe anche di capire quanto siano profonde le origini e le radici del pensiero federalista nel nostro paese.

ALFONSO GIANNI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFONSO GIANNI. Mi associo anch'io a questa richiesta, più che opportuna, aggiungendo anche che una lettura in chiave unicamente federalista dell'opera, del pensiero e del contributo sul piano della teoria del diritto e, più in generale, della cultura italiana europea, di Silvio Trentin sarebbe un po' riduttiva.
In effetti, tutte le grandi personalità hanno la caratteristica di essere, per così dire, prismatiche, quindi, di presentare più facce e prestarsi anche ad una molteplicità di interpretazioni. Mi auguro, quindi, che oltre alla cura che la Presidenza porrà nell'opera di edizione degli interventi di Silvio Trentin, venga anche restituita tutta la complessità, che è una grande ricchezza, di una figura che ha segnato, anche con un atto di dignità e di coraggio, non così frequente in ambienti accademici, un capitolo tra i più belli nella storia della cultura del nostro paese.

MARCO BOATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Ringrazio il collega Rodeghiero per l'iniziativa poco fa assunta nei confronti della Presidenza, che ha trovato anche immediato riscontro nelle parole che lei, Presidente Biondi, ha poco fa pronunciato.
Ritengo che la sollecitazione di questo ricordo sia più che opportuna anche per il grande significato, forse dimenticato o mai conosciuto, dalle giovani generazioni.
Quindi, è tanto più opportuno riportare all'attenzione dell'opinione pubblica, del Parlamento e dei cittadini, non solo italiani ma anche europei, il ruolo e la figura straordinaria di federalista, antifascista, «giellista» del compianto Silvio Trentin.
Lo dico anche per un risvolto di carattere umano, che forse non siamo abituati a ricordare in quest'aula, visto che nulla potrei aggiungere alle parole, devo dire belle ed equilibrate, del collega Rodeghiero e degli altri colleghi che hanno parlato prima di me. Per molti anni a Venezia ho avuto l'occasione di vivere nello stesso edificio, in calle dei Cerchieri, dove ha vissuto la vedova di Silvio Trentin - confidenzialmente chiamata Bepa Trentin - e tutta la sua famiglia, che è molto nota anche perché si tratta di una famiglia ricca di energie e di personalità. Ho respirato fin da bambino a Venezia, in quell'abitazione e in quei contatti anche umani, il ricordo della figura storica di Silvio Trentin che, come è stato ricordato, è morto nel 1944, l'anno in cui sono nato: quindi non avrei potuto conoscerlo personalmente.
Parecchi anni fa molti suoi scritti furono pubblicati, se non ricordo male, dalla casa editrice Marsilio, rendendoli così accessibili


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anche a chi non ha fatto parte della sua generazione di federalista e di antifascista.
Tuttavia, la richiesta che il collega Rodeghiero ha formulato all'Ufficio di Presidenza della Camera di promuovere la pubblicazione anche delle iniziative e degli atti parlamentari che riguardano l'attività politica e parlamentare di Silvio Trentin è una iniziativa molto positiva e io mi auguro - anzi, ne sono certo - che troverà, come lei stesso ha preannunciato poco fa, un riscontro positivo da parte della Camera dei deputati.

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, mi associo anch'io alle parole con cui molti colleghi hanno ricordato la figura di Silvio Trentin e anche alla richiesta che la Camera si faccia interprete della pubblicazione dei suoi discorsi.
Silvio Trentin è stato un grande studioso di diritto pubblico italiano, è stato un antifascista convinto, fin dalla nascita del fascismo. Allora, insegnava all'università di Venezia Ca' Foscari, è stato maestro di molti antifascisti e fu amico di Giovanni Amendola. Credo sia divenuto deputato in questa Camera in qualità di appartenente all'Unione nazionale di Giovanni Amendola, nell'ambito di un piccolo gruppo, all'interno del quale nonostante l'ormai intervenuta dittatura, nelle elezioni del 1925 Giovanni Amendola riuscì a portare alla Camera personalità di primissimo ordine.
Questa personalità antifascista merita di essere ricordata e, naturalmente, non limitata ai suoi scritti che possano aver riguardato il federalismo, ma diciamo considerata nella sua più vasta figura di studioso di diritto pubblico e di esponente dell'intellettualità antifascista.

ANDREA COLASIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA COLASIO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per associarmi alla richiesta dell'onorevole Rodeghiero, di cui condivido lo spirito. Sicuramente, quella di Silvio Trentin è figura che merita una ricostruzione filologicamente analitica e rigorosa dei suoi iscritti, ma direi anche qualcosa di più, nel senso che è evidente che si tratta di un percorso emblematico.
Ricordo di aver trovato, quando ero a Parigi, un suo libro pubblicato in Francia proprio sullo Stato federale. Da esule, in Francia pubblicò criticamente un'ipotesi, cioè quella che l'antifascismo fosse correlato anche alla capacità del nostro sistema politico di articolarsi in termini federali. Credo che sia un messaggio il cui significato profondo non debba essere disperso.
Conseguentemente, noi del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo ci associamo a questa richiesta, che troviamo assolutamente meritoria e qualificante.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ribadisco la volontà della Presidenza di farsi interprete, nelle opportune sedi, delle istanze sollevate dai deputati intervenuti.

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