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PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vascon 2.65.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rava. Ne ha facoltà.
LINO RAVA. Signor Presidente, la settimana scorsa l'esame del provvedimento è stato sospeso alla luce del parere espresso dalla Commissione bilancio, che ha manifestato dubbi su alcune insufficienti coperture rilevate a proposito di determinati emendamenti, in attesa che il Governo affrontasse i problemi sollevati, individuando soluzioni positive e coerenti con le decisioni assunte all'unanimità dalla stessa Commissione. Al riguardo, il parere del Governo era decisamente favorevole, tant'è vero che ha condiviso tali argomenti, proponendo alcuni emendamenti.
LINO RAVA. Il Governo, quindi, avrebbe dovuto - era il nostro auspicio - fornire le relazioni tecniche necessarie al sostegno di quegli emendamenti, dei quali, secondo lo stesso Governo (su alcuni vi è anche la nostra condivisione), è dubbia la necessità di copertura, individuando altresì le risorse necessarie alla copertura di quelli che, invece, ne erano sprovvisti (giustamente la Commissione bilancio li ha ritenuti non corretti dal punto di vista istituzionale). Ci aspettavamo esattamente questo.
Dopo più di una settimana, dobbiamo constatare che si è seguito il primo input fornito dal ministro il quale, a valle della discussione in Assemblea e della sospensione dei lavori sul provvedimento in esame, ha affermato di voler superare i problemi attraverso l'eliminazione di emendamenti che, invece, sono utili per riempire di contenuti un decreto che, al momento, ne è povero.
Tutto ciò non è stato fatto, dunque ci troviamo di fronte ad un provvedimento che, nonostante alcuni sforzi del relatore, non sarà sufficientemente integrato nel corso dell'esame in Assemblea.
È chiaro che, in tal modo, si sta perdendo un'occasione importante per affrontare ed alleviare i problemi delle imprese agricole, di quelle dell'autotrasporto, della logistica e dei servizi, che senza alcuna colpa sono coinvolte nel crack della Parmalat.
Siamo convinti che questo decreto-legge non esaurirà la discussione sulla vicenda Parmalat, sia per quanto riguarda le imprese agricole sia per quanto concerne tutte le altre imprese coinvolte nel crack; dunque, vi sarà la necessità di un altro decreto. Ci auguriamo almeno che la discussione che oggi svolgeremo a sostegno degli emendamenti da noi presentati possa essere utile in vista del nuovo decreto che il Governo sarà obbligato a predisporre.
Ciò che volevo sottolineare è che, ancora una volta, purtroppo, il Governo sta dimostrando - in particolare per quanto concerne il Ministero delle politiche agricole e forestali - l'inconsistenza e la leggerezza della propria azione, in quanto non è in grado di affrontare con determinazione e appieno i problemi reali, ma fornisce da sempre soluzioni parziali e non adeguate. Ciò, purtroppo,
danneggia in primo luogo il mondo agricolo ma, più in generale, lo stesso sviluppo del paese.
PRESIDENTE. Vorrei rivolgere un saluto agli insegnanti e agli alunni della Scuola media statale «Rossetti» di Vasto, che stanno seguendo i lavori dell'Assemblea (Applausi).
TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Signor Presidente, poiché potrebbero esservi altri interventi sul tema sollevato dall'onorevole Rava, vorrei fare alcune precisazioni.
La prima si riferisce alla questione relativa ai rapporti tra la Commissione bilancio e la Commissione agricoltura. Il Governo ha svolto l'approfondimento in ordine al quale si era impegnato in Assemblea e - come già anticipato dall'onorevole Rava - ribadisce che, trattandosi di un provvedimento concernente i settori dell'agricoltura e della pesca, esso non è esaustivo dell'intera materia. Sottolineo, inoltre, che l'approfondimento compiuto ha consentito di mantenere l'emendamento 5.100 del Governo, che estende alle piccole imprese le agevolazioni previste, nonché di superare, a livello di Governo e poi di Commissione bilancio, un'altra difficoltà insorta relativamente ad un emendamento presentato dall'onorevole Marcora sul Corpo forestale dello Stato. Ribadisco che l'approfondimento ai fini di successivi interventi va svolto sul versante sia della compatibilità finanziaria sia della compatibilità comunitaria.
Quindi, il Governo ha trovato in sede parlamentare la coesione necessaria.
Infatti, come sa l'onorevole Rava, il Governo ha già fatto presente in sede di Comitato dei nove che in questa fase preferiva ritirare alcuni emendamenti e chiarire le questioni prima richiamate, riservandosi di affrontare quelle che ritiene significative e importanti con successivi interventi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, intervengo per esprimere la piena insoddisfazione del mio gruppo in merito all'esito della pausa di riflessione che il Governo ha richiesto al fine di individuare la copertura finanziaria per gli emendamenti che la Commissione bilancio aveva segnalato come privi di copertura.
Per questo decreto-legge, nonostante le dimensioni economiche drammatiche della vicenda Parmalat, viene stanziato solo un milione 327 mila euro. Se questo è il segnale della disponibilità del Governo nel cercare una soluzione a questa vicenda, l'entità della cifra disponibile la dice lunga sui risultati degli sforzi compiuti dal Governo.
Ci sono vari problemi. Tra questi, quello relativo al pagamento dell'IVA per le fatture non incassate; quello riguardante la sospensione del pagamento dei contributi previdenziali, che interessa sia gli agricoltori sia gli autotrasportatori. Pertanto, se ci si voleva riferire soltanto al settore agricolo, sarebbe stato necessario prevedere, almeno per gli agricoltori, forme di agevolazione in merito al pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali. Inoltre, l'estensione dell'agevolazione di cui al comma 1 dell'articolo 5, che s'intende operare con l'emendamento 5.100 del Governo, alle piccole imprese, così come definite ai sensi della raccomandazione della Commissione europea del 3 aprile 1996, viene limitata solo a quelle con meno di 50 addetti, nonostante si sappia che molte delle imprese che forniscono servizi di logistica, di movimentazione merci e di autotrasporti alla Parmalat hanno spesso dimensioni numeriche superiori, soprattutto quando si tratta di imprese cooperative.
Infine, c'è il problema del cosiddetto fondo Bersani, di cui chiediamo, attraverso
diversi emendamenti, il rifinanziamento tenuto conto che esso assolve la funzione di garantire la concessione di crediti alle piccole imprese da parte delle banche. Però, se le risorse di tale fondo saranno destinate alle imprese che risultano penalizzate dalla crisi Parmalat, le stesse, evidentemente, non potranno essere destinate alle altre piccole imprese, come sarebbe dovuto avvenire in via ordinaria. Si tratta, quindi, di risorse che vengono distolte alle piccole e medie imprese.
In conclusione, ci troviamo di fronte all'ennesima dimostrazione del fatto che il Governo rimanda sempre ad un successivo intervento legislativo la soluzione dei problemi. Prendiamo atto di questa situazione e, pertanto, non possiamo che esprimere la nostra insoddisfazione rispetto al risultato ottenuto dopo la pausa di riflessione richiesta dal Governo al fine di reperire nuove risorse che, di fatto, non è riuscito a trovare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon 2.65, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato sì 14
Hanno votato no 409).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rava 2.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROSSIELLO. Signor Presidente, della conversione del decreto-legge al nostro esame desidero dare una lettura personale all'insegna della chiarezza. Più precisamente, il ministro dell'economia e delle finanze fa sistematicamente, sulle questioni poste dal Ministero delle politiche agricole e forestali, orecchie da mercante. Non è possibile, tenuto conto della vasta platea che afferisce alla vicenda Parmalat, chiudere una partita così delicata disponendo di risorse pari soltanto ad un milione e 327 mila euro.
È come andare in farmacia e poter comprare soltanto una confezione di aspirine! Si tratta di una soluzione-tampone assolutamente insufficiente.
Con il decreto-legge in esame garantiamo al produttore di latte la copertura dell'85 per cento di quanto gli è dovuto tramite il Fondo interbancario di garanzia, che presta le fideiussioni necessarie. Si tratta di questo e di non più di questo.
Nel corso delle audizioni svolte in Commissione, è stato evidenziato che in tal modo l'imprenditore si fa concedere la fideiussione dal Fondo interbancario di garanzia, pur potendo provvedere altrimenti: egli infatti, molto probabilmente, dovrà pagare interessi più alti rispetto a quelli che avrebbe potuto ottenere nell'ambito del proprio rapporto diretto con la banca.
Abbiamo ottenuto soltanto che, nel caso di mancato pagamento alla prima rata, la banca possa rivalersi sul Fondo interbancario: è qualcosa, ma è troppo poco. Abbiamo chiesto, signor sottosegretario, di congelare per dodici mesi i contributi INPS e di congelare l'IVA. Non si tratta di minori entrate o di esborsi da parte del ministero: si tratta soltanto di spostare l'entrata ai dodici mesi successivi, come si è sempre fatto. Quanto ai possibili rilievi in sede comunitaria, le battaglie in Europa, quando lo si è voluto, sono state combattute e vinte, ma nel caso in esame non cogliamo con nettezza la volontà politica di condurre una battaglia.
Sono state previste alcune disposizioni per gli autotrasportatori, ma tutti gli altri soggetti sono rimasti esclusi. Abbiamo chiesto uno stanziamento di 30 milioni di euro, al fine di mantenere una platea ampia. Infatti, se si intende affrontare la
crisi della Parmalat in termini di continuità dell'impresa, occorre porre tutta la platea nelle condizioni di collaborare alla continuità della produzione. Ciò non è accaduto, in quanto le imprese di manutenzione, di facchinaggio, e via dicendo, sono rimaste escluse.
Si è tentato di attribuire alla sinistra la responsabilità del rinvio dell'esame del provvedimento. Non si è voluto vedere che il presidente della Commissione bilancio si è recato dal Presidente Casini per evidenziare ciò che avevamo già detto, ovvero che non c'era copertura finanziaria, in assenza della quale la Commissione ha ritirato alcuni emendamenti che pure sarebbero stati necessari. Occorre che il ministro dell'economia e delle finanze tenga maggiormente conto degli interessi generali (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, l'emendamento Rava 2.1 è stato proposto dall'opposizione per motivi di mera equità.
L'articolo 2 del decreto-legge prevede disposizioni concernenti la restituzione, in favore dei produttori agricoli, delle multe risultate non dovute dagli allevatori sulla base dei calcoli relativi alla compensazione. Semplicemente, l'emendamento poneva un termine di 90 giorni per la restituzione di queste somme.
Signor Presidente, abbiamo approvato un provvedimento di riforma del sistema delle quote latte che fissa termini molto perentori e tassativi, anche per le scadenze a carico degli allevatori che hanno prodotto latte in esubero rispetto alla quota ad essi adeguata. Ci sembrava assolutamente giusto ed equo prevedere che lo stesso rigore in termini di scadenze e tempi fosse applicato anche agli adempimenti a carico del Governo (in questo caso per la restituzione delle somme non dovute).
Quindi, proponevano soltanto di porre il termine di 90 giorni come scadenza ultima per la restituzione di tali somme, proprio come giusto contrappeso al fatto che gli allevatori che devono pagare le multe hanno dei tempi molto perentori e tassativi per il pagamento delle medesime (il pagamento è addirittura mensile non appena si incomincia a superare la produzione rispetto alla quantità della propria quota). Quindi, ci sembrava assolutamente ovvio che venisse inserito questo termine.
In Commissione era stato accolto un nostro emendamento che si muoveva in tale direzione e ne era stato presentato uno di tenore analogo, da parte della Commissione, che differiva dall'emendamento Rava 2.1 solo per il fatto che gli interessi erano nella misura prevista dalla normativa comunitaria. Per tutto il resto quell'emendamento era esattamente identico al nostro. La Commissione ha deciso di ritirarlo: ce ne doliamo, perché invece andava mantenuto.
Mi permetto inoltre di segnalare che, fra l'altro, non c'era alcun problema di copertura finanziaria, sottosegretario Delfino, perché si trattava semplicemente di porre un termine; quindi, la somma già prevista, 6 milioni di euro, non sarebbe stata modificata.
LUCA MARCORA. L'emendamento in questione non doveva essere segnalato come privo di copertura da parte della Commissione bilancio, perché, ripeto, la copertura era già prevista nell'articolo cui l'emendamento si riferiva. Si trattava semplicemente di porre un termine alla restituzione.
Ci duole che la Commissione abbia voluto ritirare quell'emendamento e ci dispiace anche che il Governo non abbia sostenuto in Commissione bilancio che lo stesso non richiedeva neppure un euro aggiuntivo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 410
Maggioranza 206
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 212).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon 2.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
PIERO RUZZANTE. Presidente....
PRESIDENTE. Ciascuno voti per sé: tutti per uno e uno per ciascuno!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 382
Votanti 381
Astenuti 1
Maggioranza 191
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 187).
MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, lei ha dichiarato aperta la votazione, poi, però, ha cominciato a parlare e non ha più specificato che la votazione era in corso, quindi, qui non abbiamo votato!
PRESIDENTE. Dopo aver dichiarato aperta la votazione, concludo dicendo che la stessa è chiusa...
MARCO ZACCHERA. Sì, ma poi ha continuato a parlare!
PRESIDENTE. Non possiamo seguire il sistema del voto «minuto per minuto». Tutto è rimesso alla diligenza di chi partecipa al voto, che è un atto solenne per chi lo esprime.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.101 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Arnaldo Mariotti. Ne ha facoltà.
ARNALDO MARIOTTI. Signor Presidente l'emendamento testé approvato dall'Assemblea, nonostante il parere contrario del Governo e della Commissione bilancio, aumenta di un milione di euro la spesa.
Quindi, diciamo che torniamo al punto di partenza, a una settimana fa, quando questo decreto-legge è stato rinviato dall'aula in Commissione, appunto, perché non c'era la copertura finanziaria. Lo voglio ripetere, perché anche qui il sottosegretario Delfino ha di nuovo parlato della dialettica tra la Commissione bilancio e la Commissione di merito, in questo caso, la Commissione agricoltura. Non vi è un problema tra le due Commissioni; semmai il problema che si pone in questo momento, in aula e nel paese riguarda il rapporto tra il Governo ed il Parlamento della Repubblica. Noi vediamo, sempre più, diverse facce del Governo. C'è una faccia rappresentata dal ministro dell'economia e delle finanze, che non dialoga con gli altri ministeri di competenza. È un Governo che non riesce a programmare la propria spesa e la propria iniziativa parlamentare: questo è il punto. Quindi, da questo punto di vista, io credo che la prima cosa che dobbiamo fare è una operazione di trasparenza e chiarezza per quanto riguarda i conti pubblici.
E stiamo facendo questo all'interno della Commissione bilancio, signor Presidente, in modo unitario, perché in sede
tecnica non possiamo dividerci tra maggioranza e minoranza. La realtà però è che siamo di fronte ad un Governo che non riesce a coordinare sé stesso, che non riesce a programmare la propria attività politica e legislativa. È un Governo senza una regìa e ciò vuol dire che non c'è Governo in questo paese, tant'è che i conti pubblici sono allo sbando. Ieri, in Commissione bilancio abbiamo ascoltato il presidente della Corte dei conti, le cui affermazioni hanno fatto drizzare i capelli a tutti! Infatti, rispetto ad alcune previsioni di entrata, si registra in questi due mesi dell'anno 2004 una diminuzione del 91 per cento - 91 per cento, colleghi! - rispetto alla previsione, non dell'1 per cento! Quindi, siamo in un paese con conti tanto ingarbugliati che nessuno ci capisce più niente, a cominciare dal ministro dell'economia e delle finanze!
Pertanto, io credo che la prima operazione da fare - signor Presidente, mi rivolgo a lei - è che il Parlamento ponga un problema chiaro e forte al Governo. Vogliamo conoscere i conti del bilancio pubblico del paese, vogliamo sapere come stanno; dopo di che, si possono riprogrammare l'attività parlamentare e di governo nel nostro paese. Infatti, noi rischiamo di fare buchi veri, non i buchi di cui continuano a parlare il Presidente Berlusconi e i suoi ministri (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 429
Maggioranza 215
Hanno votato sì 420
Hanno votato no 9).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Preda 2.2 (Nuova formulazione).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Preda. Ne ha facoltà.
ALDO PREDA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quando i provvedimenti non sono esaustivi - mi rifaccio a un termine utilizzato in precedenza dal sottosegretario -, come non è esaustivo nel suo complesso il decreto-legge che stiamo discutendo, poi sorgono i problemi. L'articolo 2 di questo decreto-legge cerca di risolvere una serie di problemi che si sono verificati relativamente all'approvazione di provvedimenti diversi e non sempre coordinati sulle quote-latte. Il nostro voto sull'emendamento precedente, quello del collega Vascon, non era un voto strumentale per mettere in difficoltà la maggioranza, ma era coerente anche con il contenuto del mio emendamento 2.2. Con l'emendamento precedente abbiamo stabilito una cosa ovvia, di una ovvietà eccezionale, che è quella di riconoscere ai produttori, in caso di restituzione del superprelievo per somme non dovute, anche gli interessi legali. In altre parole, nel momento in cui l'AGEA deve fare le restituzioni, se ci sono stati errori nei versamenti, si deve provvedere anche a rimborsare gli interessi legali.
Questo emendamento è una conseguenza logica di quello esaminato in precedenza. Infatti, con una serie di provvedimenti si sono create notevoli diseguaglianze tra produttore e produttore in caso di rateizzazione delle somme dovute. In particolare, non vi è stato il necessario coordinamento tra la rateizzazione prevista dalla legge n. 118 del 1999 e successive modificazioni, e quella prevista dalla legge n. 119 del 2003. L'emendamento in esame sana questa mancanza di coordinamento.
Quindi, non tanto perché si tratta di un nostro emendamento - e quindi, ovviamente, noi lo voteremo -, ma per coerenza con la posizione che abbiamo evidenziato poc'anzi, volta a sanare una diseguaglianza nelle restituzioni, invitiamo l'Assemblea a votare a favore dell'emendamento in esame che sana una mancanza
di coordinamento tra due provvedimenti relativi alla rateizzazione prevista dalla legge sulle quote latte. Probabilmente, se tale legge fosse stata ampiamente sviscerata e non fosse intervenuta una serie di provvedimenti successivi, questa mancanza di coordinamento non ci sarebbe stata.
Per tali ragioni, chiediamo all'Assemblea di approvare questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, l'emendamento Preda 2.2 sana una palese ingiustizia, per la quale coloro che hanno «splafonato» - cioè hanno prodotto più della loro quota negli anni tra il 1996 e il 2002 - e non hanno proposto ricorso - quindi, hanno usufruito del pagamento rateizzato previsto dalla legge n. 118 del 1999 - vengono penalizzati rispetto a coloro che, avendo presentato ricorso, usufruiscono della rateizzazione prevista dalla legge n. 119 del 2003, che è molto più favorevole per gli agricoltori rispetto a quella di cui alla legge n. 118 del 1999, in particolare perché la rateizzazione prevista dalla legge n. 119 del 2003 è articolata in quattordici anni e non contempla il pagamento di interessi. Coloro che, invece, non avevano proposto ricorso ed avevano pagato in base alla rateizzazione precedente devono pagare gli interessi legali.
Si tratta di una palese ingiustizia, perché chi ha pagato la multa senza fare ricorso si vede oggi penalizzato rispetto a coloro che, invece, hanno messo in atto tutte le battaglie legali possibili per arrivare al ricorso giudiziario e solo oggi decidono di aderire alla rateizzazione prevista dalla legge n. 119 del 2003. È come se chi ha rispettato la legge venisse penalizzato rispetto a coloro che, proponendo ricorso, hanno cercato di non pagare le multe. Ci sembrava, quindi, un'ingiustizia da sanare e l'emendamento in esame propone una soluzione rispetto a tale ingiustizia.
Mi permetto di segnalare che anche questo era uno degli emendamenti accolti dalla Commissione. In un primo momento, infatti, la Commissione aveva espresso un giudizio favorevole, tanto è vero che era stata proposta una nuova formulazione. Fra l'altro, devo dire che anche in questo caso la copertura finanziaria sarebbe stata probabilmente minima, perché sono pochissimi coloro che avevano pagato le multe prima del 2003 e che quindi avevano aderito alla vecchia rateizzazione. Si trattava di una somma sicuramente molto esigua ai fini della copertura finanziaria che il Governo avrebbe dovuto reperire.
Ancora una volta, il ministro ha detto che cercherà di sanare questa ingiustizia attraverso un provvedimento successivo. Si prosegue nella logica del rinvio e non si riescono mai a trovare soluzioni concrete per sanare ingiustizie palesi come quella evidenziata: chi ha rispettato la legge e non ha proposto ricorso oggi è penalizzato rispetto a coloro che hanno messo in atto tutte le battaglie legali per non pagare le multe, i quali invece vengono agevolati dalla rateizzazione senza interessi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Preda 2.2 (Nuova formulazione), non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 228).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon 2.76, non accettato dalla
Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 424
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 407).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato sì 18
Hanno votato no 385).
Prendo atto che gli onorevoli Luigi Pepe e De Franciscis non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Vascon 3-bis.2 e 3-bis.4 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franci. Ne ha facoltà.
CLAUDIO FRANCI. Signor Presidente, noi voteremo contro la soppressione dell'articolo 3-bis, che la Commissione agricoltura ha introdotto per rimediare ad una situazione certamente non felice per la flotta peschereccia della regione Molise. Attualmente, infatti, quest'ultima non beneficia delle misure previste dal regolamento n. 2792/1999/CE del Consiglio, relativo all'arresto definitivo, al rinnovo e all'ammodernamento delle unità di pesca. Posta la questione in Commissione, unanimemente si era deciso di introdurre un'apposita disposizione, la cui soppressione è legata alla mancanza di copertura finanziaria.
Si tratta di una di quelle questioni che gli approfondimenti del Governo non hanno risolto nei dieci giorni trascorsi dall'inizio dell'esame del decreto-legge. In caso di soppressione dell'articolo 3-bis, permarrebbe la grave ingiustizia di escludere dall'applicazione delle misure in questione una regione e le sue unità pescherecce, le quali non potrebbero godere dei menzionati benefici comunitari in materia di ammodernamento o di arresto definitivo delle unità di pesca.
TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Signor Presidente, il Governo ha valutato l'impatto di questa norma e, anche in relazione ai pareri espressi dalla Commissioni affari costituzionali e bilancio, ha riscontrato alcune incongruenze rispetto alla normativa comunitaria.
Pertanto, dopo aver manifestato anche ai proponenti degli altri emendamenti vertenti sulla medesima materia la propria disponibilità ad accettare eventuali ordini del giorno, il Governo si è riservato di valutare in un momento successivo la riprogrammazione delle risorse per andare incontro anche a questa specifica esigenza.
L'impostazione data in un primo momento contrastava con i pareri espressi dalle Commissioni bilancio ed affari costituzionali e, senza i necessari approfondimenti, anche in sede comunitaria rischiava di essere non appropriata. Per queste ragioni, il Governo ha concordato con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario Delfino.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Vascon 3-bis.2 e 3-bis.4 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento), accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 192)
Prendo atto che l'onorevole Ruzzante ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
In conseguenza della precedente votazione, sono preclusi gli emendamenti Di Giandomenico 3-bis.1 e Scaltritti 3-bis.3.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rava 4.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Preda. Ne ha facoltà.
ALDO PREDA. Signor Presidente, sugli articoli 4 e 5 abbiamo presentato alcuni emendamenti. In particolare, l'emendamento in esame ha un contenuto sufficientemente chiaro: proponendo di sostituire la parola: «sussidiaria» con le parole: «diretta e della controgaranzia, escutibili a prima richiesta, a titolo gratuito,» esso mira ad agevolare tutte le procedure relative al credito agrario.
In sostanza, abbiamo inteso predisporre una serie di emendamenti con un loro senso, un loro significato. Stiamo ragionando su un provvedimento che coinvolge una serie di imprese in difficoltà - concetto che ribadiremo anche nei prossimi interventi - in presenza della crisi dell'impresa principale. Parliamo cioé di aziende che nel loro complesso hanno rapporti di fornitura con le imprese ammesse all'amministrazione straordinaria (oggi il riferimento va soprattutto alla Parmalat). Ma questo provvedimento ha valenza anche per il futuro e credo valga la pena di svolgere alcune riflessioni.
Ci sono alcune dinamiche imprenditoriali che vanno al di là del classico sistema di piccole e medie imprese aventi rapporti di fornitura con un soggetto principale, in quanto i processi di esternalizzazione della produzione determinano inevitabilmente una vasta platea di aziende con rapporti di fornitura verso la grande impresa.
Per la maggior parte, questi piccoli soggetti imprenditoriali sono raggruppati in consorzi o in associazioni varie in modo che l'impresa di riferimento abbia a disposizione interlocutori il più possibile unificati, invece di una vasta platea di piccoli imprenditori. I settori interessati da questo processo riguardano non solo le materie prime - stiamo parlando, nel caso della Parmalat, dei produttori agricoli che, ovviamente, a noi interessano in modo particolare - ma anche quei servizi come il trasporto, il facchinaggio, la logistica, l'indotto, che impiegano la stragrande maggioranza della forza lavoro per la grande impresa principale.
La crisi di tale azienda tocca quindi un tessuto di piccole e medie imprese, mettendole in estrema difficoltà. Credo che il nostro compito sia quello di verificare la possibilità che tutte le piccole imprese (mi riferisco a quelle individuate dall'articolo 4 sul credito, dall'articolo 5 sul fondo Bersani e da una serie di altri provvedimenti) possano essere messe sullo stesso piano perché, in caso contrario, ci troveremmo in grosse difficoltà, comunque da superare.
Prendo atto di ciò che ha detto il Governo nella persona del sottosegretario per le politiche agricole, ovvero che tale provvedimento non è esaustivo, ma mi chiedo se l'interlocutore debba essere il relativo Ministero o l'intero Governo che, in presenza di crisi così grandi come quelle che abbiamo in corso e che toccano l'industria agroalimentare, deve fare un discorso più completo rispetto a quello
finora portato avanti; altrimenti, saremo costretti inevitabilmente ad intervenire sugli articoli 4 e 5 con ulteriori norme emanate non più dal Ministro delle politiche agricole ma da quello delle attività produttive. Non credo infatti che possiamo creare situazioni differenti: dobbiamo invece porre tutte le imprese sullo stesso piano.
La settimana di rinvio resasi necessaria per l'esame degli emendamenti in sede di Commissione bilancio si sarebbe dovuta utilizzare per completare questo provvedimento, mettendo sullo stesso piano tutti quei soggetti economici che hanno rapporti con imprese in difficoltà e per attribuire la parternità del provvedimento all'intero Governo, aggiungendo le norme per individuare le risorse necessarie.
PRESIDENTE. Onorevole Preda, la prego di concludere.
ALDO PREDA. Ho concluso, Presidente. Infatti, credo che questo sia il grosso problema che abbiamo davanti. Però, permettetemi di dire che il Governo deve anche indicare le priorità in ordine alle risorse finanziarie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, l'emendamento Rava 4.22 ci è stato segnalato dall'ABI nel corso delle audizioni che abbiamo svolto in Commissione agricoltura, perché la garanzia sussidiaria del fondo interbancario di garanzia sarebbe difficilmente applicabile se non fosse diretta e se non avesse una controgaranzia, come previsto dal nostro emendamento. Questa è l'indicazione che l'ABI ci ha fornito per rendere efficace l'intervento legislativo; altrimenti, molto probabilmente, le banche stenteranno ad applicare la garanzia del fondo interbancario e quindi saranno poche le imprese che potranno accedere al ripristino del proprio capitale circolante attraverso i crediti ottenuti dalle banche.
Dall'altro lato, in questo emendamento è previsto anche che la garanzia sia a titolo gratuito, perché non dimentichiamoci che tutta la grande «scoperta» di questo decreto consiste nel fatto di tramutare dei crediti, che sono quelli delle imprese che non hanno ricevuto i pagamenti dalla Parmalat, in debiti a carico delle imprese stesse nei confronti delle banche. Ora, sicuramente, nonostante l'obiettivo fosse quello di ripristinare il capitale circolante di queste imprese, che avevano bisogno di una boccata di ossigeno, non gli facciamo però una grande concessione nel momento in cui tramutiamo un credito in un debito! Allora, che almeno questa garanzia del fondo interbancario sia a titolo gratuito! Chiedevamo almeno questo a favore di imprese che sicuramente vengono penalizzate dalla crisi Parmalat.
Quindi, si tratta di due elementi che ci sembrava potessero essere senz'altro accolti dal Governo: uno di carattere tecnico segnalato dall'ABI, l'altro di giustizia, affinché la garanzia non sia a titolo oneroso per le imprese. Continuiamo a prendere atto che si tratta di un provvedimento legislativo non esaustivo; ma, se questo vuol dire far bene le cose, secondo me siamo distanti dall'obiettivo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 4.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 425
Maggioranza 213
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 231).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bersani 4.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 228).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bersani 4.25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rava. Ne ha facoltà.
LINO RAVA. Signor Presidente, con questo decreto, come hanno già detto i colleghi, stiamo trasformando, in sostanza, un credito vantato dalle ditte fornitrici nei confronti della Parmalat in un debito di queste stesse ditte nei confronti del sistema bancario, coperto dalla garanzia fino all'85 per cento del fondo interbancario. Ora, il problema è che ci troviamo, in realtà, di fronte ad un vero terremoto aziendale, in cui è coinvolta tutta una serie di piccole e medie aziende, consorzi e cooperative, che, senza colpa, è stata travolta da questo crack.
Ebbene, credo che in un caso come questo sarebbe quanto meno opportuno che lo Stato assumesse su di sé una parte dell'onere, che deriva dal fatto che i creditori non possono escutere la Parmalat per le somme a cui hanno diritto.
Questo emendamento ed i successivi hanno proprio questa ratio: che gli interessi che i creditori dovranno pagare al sistema bancario per poter ricostituire la propria liquidità aziendale, a fronte dei mancati pagamenti della Parmalat, siano sostenuti dallo Stato.
Conosco l'obiezione che il sottosegretario ha già sollevato in Commissione e siamo perfettamente consapevoli del fatto che esiste anche un problema di rapporto con l'Unione europea rispetto ai criteri degli aiuti di Stato. Tuttavia, è altrettanto vero che, in molti altri casi, il Governo si è fatto parte diligente ed ha contrattato con l'Unione europea per definire dei punti di caduta. E il sottosegretario, certamente, sa meglio di me che, in molti casi, è stata resa possibile la compartecipazione dello Stato nel pagamento degli interessi, magari non per intero, ma per una parte.
In questo caso, invece, abbiamo dovuto constatare - come ho già detto e come molti altri colleghi hanno ribadito - l'assoluta inerzia del Governo in tale direzione. Ciò, naturalmente, pesa e peserà rispetto alla capacità di sopravvivenza delle aziende.
Credo che il fatto si commenti da sé. Naturalmente, le imprese interessate saranno i migliori giudici nei confronti dell'azione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bersani 4.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 231).
Prendo atto che l'onorevole Carbonella non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bersani 4.24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sedioli. Ne ha facoltà.
SAURO SEDIOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la settimana che ci separa dalla precedente fase di discussione su questo decreto-legge sarebbe dovuta
servire per una pausa di riflessione. In verità, più concretamente, sarebbe dovuta servire a reperire la copertura finanziaria con riferimento a quegli emendamenti che, in Commissione, maggioranza ed opposizione avevano riconosciuto necessari per conferire maggiore efficacia al provvedimento d'urgenza che si pone l'obiettivo di determinare la continuità produttiva della Parmalat.
In verità, non solo non vi è stata alcuna riflessione, ma soprattutto non è stata individuata alcuna copertura finanziaria. Infatti, la soluzione cui si è pervenuti, come sappiamo, è stata di eliminare quegli emendamenti e, quindi, di non preoccuparsi minimamente della relativa copertura finanziaria.
Ebbene, l'articolo 4, comma 2, riconosce agli imprenditori, i quali abbiano conferito prodotti agricoli alle imprese ammesse all'amministrazione straordinaria, finanziamenti di credito agrario per il reintegro del capitale circolante. Questi finanziamenti sono garantiti dai crediti vantati dai produttori nei confronti delle imprese ammesse alla procedura e godono di una copertura da parte del fondo interbancario di garanzia nei limiti dell'85 per cento.
Noi riteniamo che questa soluzione sia inadeguata. Come è stato detto in precedenza, forse, i produttori non avrebbero bisogno di un provvedimento a queste condizioni, perché sarebbero in grado di trovare soluzioni ancora più vantaggiose a fronte dei rapporti che hanno con il sistema bancario. Quindi, noi proponiamo che almeno gli interessi siano a carico dello Stato.
Signor Presidente, in più occasioni, anche nel corso delle audizioni che si sono svolte sulla vicenda Parmalat, è stata avanzata la richiesta ricorrente di non andare nella direzione di uno «spezzatino» della Parmalat stessa, intendendo con ciò l'esigenza di non dividere il gruppo. Se all'interno di ciascuna azienda separiamo le condizioni della continuità produttiva fra produttori agricoli, trasporto, logistica e manutenzione, rischiamo invece di realizzare uno «spezzatino» per ogni singola azienda.
In altri termini, il timore è che questo decreto-legge, in verità, non sia neppure un provvedimento «tampone» (e non potrebbe esserlo, nel momento in cui non ne conosciamo la prospettiva), ma addirittura sia così inefficace da non produrre gli effetti voluti, tesi a garantire la continuità produttiva e l'unitarietà del gruppo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ribadire quanto è già stato detto in precedenza.
Questo emendamento prevede un contributo sul pagamento degli interessi da parte dello Stato. Ci è stato obiettato che esso è contrario alla normativa comunitaria, ma, come diceva prima il collega Rava, abbiamo altre volte «contrattato» a livello comunitario la possibilità di intervenire attraverso agevolazioni sul pagamento degli interessi.
Ricordo, per esempio, il caso delle quote latte, con riferimento al quale la rateizzazione in 14 anni è stata concessa senza il pagamento degli interessi. Se si fosse voluto, si sarebbe potuto ottenere dunque una deroga alla normativa comunitaria sugli aiuti di Stato per consentire l'elargizione di un contributo da parte dello Stato nel pagamento degli interessi per quei crediti che le imprese riusciranno a tramutare in debiti nei confronti delle banche. Dovranno pertanto restituire anche gli interessi pattuiti con le banche. Ripeto: un credito nei riguardi della Parmalat diventa un debito nei confronti delle banche. Almeno diamo a queste imprese un aiuto sul pagamento degli interessi che dovranno versare nel pagare questo debito nei riguardi delle banche!
Si trattava di una previsione normativa che avrebbe sicuramente permesso un più agevole superamento dello stato di crisi da
parte delle imprese agricole. È quanto abbiamo proposto anche nei riguardi delle imprese di autotrasporto e delle piccole imprese. Evidentemente non si è voluto venire incontro a queste realtà così compromesse dalla crisi Parmalat ed ancora una volta la volontà del Governo va «pesata» in base alle risorse che è stato in grado di mettere in campo su questo tema. Si parla infatti, per quanto riguarda il complesso delle disposizioni del decreto-legge, di un milione e 327 mila euro. Mi sembra un po' poco!
TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei precisare un aspetto, ricordando all'Assemblea che vi è una grande attesa, da parte di tutte le imprese interessate, per una rapida conversione in legge di questo provvedimento. Ciò sta già ad indicare che questo provvedimento è significativo e non è un provvedimento inutile.
Certamente si può fare sempre di più e si possono mettere a carico dello Stato gli interessi, così come imporre nuove tasse, come propongono gli emendamenti che abbiamo respinto. Noi riteniamo tuttavia che assumersi la responsabilità di un provvedimento che vada nella direzione di offrire una risposta credibile, nel rispetto della normativa comunitaria ed in coerenza con le risorse disponibili, sia un comportamento che non può essere tacciato di insensibilità.
Noi lo abbiamo fatto; del resto, siamo impegnati ad effettuare tutte le verifiche sulle aziende in crisi, grandi e piccole, anche perché in termini di equità, se adottassimo certi interventi in questo caso, poi, per le piccole imprese in crisi, a fronte di altri fornitori che non rientrano tra le grandi imprese, vi sarebbero disparità, oltre alle difficoltà che anche i colleghi intervenuti hanno richiamato con riferimento all'osservanza della normativa comunitaria.
Vorrei pertanto precisare che il Governo è determinato ad adottare rapidamente questo provvedimento perché esso risponde ad un'attesa delle imprese interessate ed è largamente condiviso anche dalle organizzazioni del settore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rava. Ne ha facoltà.
LINO RAVA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ricordare al rappresentante del Governo che anche l'opposizione è qui presente a discutere del merito del provvedimento, dopo averlo fatto anche in Commissione, cercando di compiere passi in avanti.
È evidente che questo decreto-legge presenta anche dei contenuti positivi ed infatti noi non proponiamo l'abrogazione di tutti i suoi articoli. Vi sono contenuti positivi: si tratta di giudicare se essi siano sufficienti o meno.
Dal nostro punto di vista, sono gravemente insufficienti ed abbiamo quindi proposto alcune iniziative emendative per migliorare il testo del provvedimento; non abbiamo, come ha affermato il sottosegretario di Stato, proposto l'imposizione di nuove tasse.
TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Come no?
LINO RAVA. No, signor sottosegretario! Il primo emendamento che parla degli interessi tratta del ripristino dell'imposta di successione sui grandi patrimoni e noi abbiamo sempre condotto una battaglia contro l'eliminazione di tale imposta. Si dimostra, ancora una volta, che l'elemento solidaristico contenuto nella norma precedente è tutt'oggi valido.
Nel successivo emendamento, invece, si propone di utilizzare le risorse del fondo speciale del Ministero dell'economia e delle finanze. Peccato che, grazie all'eliminazione
di quell'imposta e grazie anche ad una politica dissennata del Governo, in quel fondo non ci siano più risorse! Forse, tale elemento dovrebbe far riflettere il sottosegretario prima di esporsi ad alcune considerazioni che restituiamo al mittente in quanto degne solo di qualche sorriso (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bersani 4.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 418
Votanti 417
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 227).
Vorrei far presente - si tratta di una considerazione che rimetto alla prudente valutazione dei colleghi - che, se si procede in questo modo, che io apprezzo dal punto di vista dialettico, vi è la possibilità di protrarre i nostri lavori anche nel pomeriggio. Lo dico perché vi possa essere, nell'economia degli interventi, una saggia amministrazione del tempo, che corre inesorabile.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bersani 4.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 392
Votanti 391
Astenuti 1
Maggioranza 196
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 215).
Prendo atto che gli onorevoli Perrotta, Santori e Testoni non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rava 4.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROSSIELLO. Intervengo sull'emendamento in esame per ribadire sostanzialmente un concetto. Non si può dire in quest'aula che allevatori, autotrasportatori ed organizzazioni professionali gioiscono perché sta finalmente per essere convertito in legge il decreto-legge in esame. Signor sottosegretario, non è così!
Tutti sanno che, in effetti, le risorse destinate ai passaggi decisivi di questo decreto-legge sono poco significative. Penso che, nei bilanci più generali, i 30 milioni di euro che abbiamo chiesto, con riguardo a questioni su cui anche voi concordate, non siano poi la fine del mondo. Il problema è un altro: le risorse, sistematicamente, all'interno del Ministero per le politiche agricole e forestali vengono dirottate in mille rivoli che non danno assolutamente l'idea di una gestione politica dei temi dell'agricoltura italiana. In particolare, consentitemi di dire che vi siete limitati a somministrare una pillola per togliere la febbre. Però, mi sembra di capire che all'interno di tale schema si vada in un'altra direzione: fare, cioè, della Parmalat uno «spezzatino». Quando non si tiene conto della platea complessiva, dicendo che altrove succederanno guai di questo genere, si finisce per creare un pozzo di San Patrizio, di san Brandano. Limitandoci alla questione Parmalat, se si smembra la platea, si distrugge il complesso unitario di quell'industria in quella zona.
Se non si vogliono garantire settori terzi, con riferimento all'andamento della produzione complessiva di quel sistema agroalimentare, allora mi pare che si sia
già assunta una decisione: cioè che della Parmalat si farà uno «spezzatino», così come della Cirio e di quant'altro. Non mi sembra che questa sia la strada giusta.
Dovete invece sforzarvi, di volta in volta, di trovare le risorse in ordine alle necessità rilevate dall'opposizione e sulle quali voi stessi convenite! Di fatto, l'attuale Governo, caro signor sottosegretario, ha dovuto ritirare i suoi emendamenti - che erano riformulati sulle nostre proposte emendative -, non solo perché pensate che non vi siano le coperture finanziarie, ma - lasciatevelo dire con chiarezza - anche perché non le volete neanche trovare (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 4.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 425
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 228).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bersani 4.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 219).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 4.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 402
Votanti 401
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 214).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.102 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 431
Votanti 430
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato sì 428
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 4.29, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato sì 419
Hanno votato no 1).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rava 4.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Questo emendamento rappresenta uno dei punti forti, sui quali ci siamo battuti in Commissione; esso riguarda la sospensione del pagamento dei contributi previdenziali dovuti dagli imprenditori agricoli, creditori di Parmalat. Si tratta di una disposizione normativa che era stata accolta dal Governo, per lo meno nelle persone del sottosegretario Delfino e del ministro Alemanno (quando è venuto in Commissione), e che dunque era stata accolta in Commissione anche dalla maggioranza. Si tratta, nel caso specifico, di applicare una norma che solitamente si adotta in casi di calamità naturali e di grandi crisi di mercato: la sospensione del pagamento dei contributi previdenziali.
Evidentemente era un emendamento che coglieva nel giusto, se il Governo, nella figura del ministro delle politiche agricole e forestali, e la maggioranza lo avevano accolto in Commissione. Si trattava semplicemente di trovare una piccola copertura finanziaria, ma anche in questo caso il Governo non è stato all'altezza degli impegni assunti in Commissione e, pur concordando sulla bontà di questo emendamento, di fronte al parere contrario espresso dalla Commissione bilancio, non è riuscito a recuperare le risorse finanziarie in questa settimana di pausa di riflessione dopo la sospensione dell'esame del provvedimento da parte del Presidente Casini.
Era uno dei punti importanti della nostra battaglia, fatto proprio dal Governo e dalla maggioranza in Commissione. Tuttavia, non si sono trovati i soldi e quindi il parere della Commissione è stato modificato, rispetto a quello precedentemente espresso. Pertanto, come abbiamo detto più volte, andiamo ad approvare un provvedimento «monco», che sicuramente perde, per strada, molti dei pezzi, che si erano acquisiti attraverso la battaglia svolta dall'opposizione in Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Preda. Ne ha facoltà.
ALDO PREDA. Non contesto che questo provvedimento, come ha detto il Governo, abbia un valore, così come non contesto che esso sia urgente.
Tuttavia, mi chiedo: perché non prevedere determinate misure a favore di queste povere imprese che, per anni, hanno avuto rapporti (e li hanno tuttora) con la Parmalat, con la Cirio o con altre grande imprese in difficoltà e che, adesso, incolpevoli di ciò che è accaduto, si trovano coinvolte in una situazione estremamente gravosa? Non possiamo prevedere a loro favore crediti agevolati o contributi sugli interessi che pagano sui crediti, ma almeno, a fronte dei problemi che avvertono con i dipendenti, prevediamo di posticipare il pagamento dei contributi previdenziali! Si tratta di una misura minima, tra l'altro già prevista con leggi precedenti in caso di grave difficoltà o di calamità, che si può senz'altro disporre. Le colpe per le difficoltà della grande impresa, di cui sono incolpevoli, rischiano di ricadere sulle piccole imprese!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rossiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROSSIELLO. Signor Presidente, è sicuramente superfluo ricordare a quest'Assemblea che, nella fase di approvazione degli ordini del giorno presentati in occasione dell'esame dell'ultima legge finanziaria, si decise a maggioranza (il Governo espresse, a tale riguardo, un parere contrario) di attribuire una delega al Ministero delle politiche agricole per la verifica dei costi europei della contribuzione e, quindi, di adeguare la contribuzione in Italia alla media dei costi europei, abbattendola secondo una percentuale da stabilirsi soprattutto per le imprese agricole dell'obiettivo 1.
Lo ricordo, perché vi è una certa attinenza con l'emendamento di cui stiamo discutendo: può il ministro dell'economia,
con proprio decreto, rinviare di fatto di 12 mesi il pagamento dei contributi previdenziali per le aziende produttrici di latte e per quelle di autotrasporto?
Penso che la risposta sia affermativa: non siamo di fronte a minori entrate, ma alla posticipazione delle stesse di 12 mesi; e al riguardo è sufficiente un semplice decreto del ministro dell'economia. Ciò permetterebbe a queste aziende di tirare il fiato, senza essere costrette a contrattare per pagare oneri rispetto a prestazioni che hanno fornito senza essere state pagate.
Il Governo ci sta ascoltando, credo, ma il Parlamento deve riflettere sul fatto che il rinvio di 12 mesi significa soltanto ricevere soldi 12 mesi dopo (non si tratta di abbattere le entrate); e ciò verrebbe disposto con decreto del ministro dell'economia. Si tratta, quindi, di una misura semplicissima (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 4.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 228).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Raffaldini 4.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.
FRANCO RAFFALDINI. Signor Presidente, intervengo, con riferimento oltre che all'emendamento in esame, anche agli emendamenti, che saranno esaminati successivamente, 4.35 e 5.7, che recano la mia prima firma, nonché alle proposte emendative Marcora 5.26 e Bersani 5.4 e 5.5, relativamente al tema dei contributi previdenziali, da una parte, e delle misure creditizie, dall'altra.
Vorrei spiegare al sottosegretario il senso dell'emendamento: vorremmo che questi benefici fossero estesi anche alle cooperative ed ai consorzi.
Ognuno di noi sa che molti contratti stipulati con la Parmalat non sono stati conclusi da singole aziende di autotrasporto, ma da consorzi, da cooperative o da aziende di logistica, di movimentazione merci e di fornitura di servizi. Dunque, non comprendiamo perché tali imprese debbano essere penalizzate.
Per tale motivo, in tutti gli emendamenti relativi agli articoli 4 e 5, chiediamo che possano beneficiare delle misure relative ai contributi previdenziali (articolo 4) nonché delle misure creditizie (articolo 5) le cooperative, i consorzi, le aziende di logistica e di fornitura di servizi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raffaldini 4.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 410
Astenuti 3
Maggioranza 206
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 223).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento a Raffaldini 4.35, non accettato
dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 418
Maggioranza 210
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 231).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.101 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rava. Ne ha facoltà.
LINO RAVA. Si tratta dell'emendamento relativo alle osservazioni della Commissione bilancio circa la compatibilità con le norme contabili.
È evidente che la Commissione bilancio, svolgendo il proprio compito, ha evidenziato la necessità di prevedere una copertura finanziaria per emendamenti che, tuttavia, sono ampiamente condivisi dalla maggioranza, dall'opposizione e anche dal Governo che, in Commissione agricoltura, aveva espresso parere favorevole sugli stessi.
Credo che alle osservazioni della Commissione bilancio il Governo non avrebbe dovuto rispondere adeguandosi alla richiesta di soppressione dei commi 3-bis e 3-ter dell'articolo 4, dei quali uno riguarda la sospensione del pagamento dei contributi previdenziali per dodici mesi per le aziende coinvolte nel crack Parmalat e l'altro prevede la sospensione per sei mesi dei versamenti dell'IVA per fatture che non sono state pagate.
Dunque, ritengo che, in un contesto come questo, la ragionevolezza sia stata quella di inserire questi commi, mentre l'irragionevolezza si evidenzia nel fatto di essere chiamati, oggi, a sopprimerli.
Il Governo avrebbe dovuto utilizzare i dieci giorni di sospensione dei lavori sul provvedimento, in primo luogo per spiegare quanto i colleghi Marcora, Preda e Rossiello hanno evidenziato rispetto ai contributi previdenziali e, in secondo luogo, per individuare le risorse necessarie; infatti, i temi posti in questi commi sono seri e condivisi.
Tutto ciò evidenzia l'assoluta leggerezza di azione del Governo su questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. È l'ennesima volta - mi sembra la quarta dall'inizio di questa seduta - che constatiamo come argomenti inseriti nel testo del decreto-legge dalla Commissione, con il parere favorevole del Governo, siano poi di fatto eliminati in sede di parere espresso dal relatore.
Oltre che dei contributi agricoli e previdenziali, che qui si trattava di stralciare rispetto alla possibilità prevista nella legge finanziaria di subordinarli all'emanazione di un decreto da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, che fino ad oggi non è stato ancora adottato sebbene la legge finanziaria sia entrata in vigore dall'inizio dell'anno, qui si parla anche del versamento dell'IVA, rispetto al quale ci troviamo di fronte ad una vera e propria ingiustizia, dato che si impone alle imprese che hanno emesso fatture nei confronti di Parmalat, fra l'altro non ancora pagate, di versare l'IVA relativa a tali fatture. Oltre al danno anche la beffa perché, come detto, si tratta di fatture non incassate, che rappresentano un credito al momento non esigibile; ma nonostante ciò si pretende, ripeto, il versamento del 20 per cento dell'IVA. Questa è una palese contraddizione, perché da un lato si va a sottrarre ulteriore liquidità a queste imprese, dall'altro, attraverso la garanzia dei crediti concessi dalle banche, si cerca di aumentare il loro capitale circolante.
Il nostro era quindi un emendamento assolutamente condiviso da tutta la Commissione, e il Governo si era impegnato a sostenerlo; ma, ancora una volta, dopo il
parere espresso dalla Commissione Bilancio, il Governo ha cambiato opinione ed è ora favorevole all'emendamento soppressivo dei commi 3-bis e 3-ter.
LUCA MARCORA. Onorevole Delfino, non so se, alla luce di tutte queste modifiche del testo, gli allevatori e gli autotrasportatori e le loro organizzazioni di categoria saranno così ansiosi di vedere convertito in legge questo decreto-legge. D'altronde è facile osservare come man mano si sia finito per impoverire la portata e l'efficacia di questo provvedimento per quanto concerne le misure da adottare a favore degli allevatori e delle piccole e medie imprese; pertanto, non so se quanto rimarrà di questo provvedimento sarà giudicato dagli allevatori e dalle piccole imprese come sufficiente per far fronte alla drammatica crisi in cui essi versano.
TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Signor Presidente, al comma 3 dell'articolo 4 si dice chiaramente che si applicano le disposizioni di cui all'articolo 19-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, che prevede, proprio relativamente alla riscossione dei contributi previdenziali, l'emanazione di un decreto del Ministero dell'economia e delle finanze con il quale si prevede una sospensione, fino a 12 mesi, di detti contributi. Nella sostanza, quindi, questa misura è già prevista, mentre l'adesione a quanto disposto dalla Commissione bilancio rappresenta un atto istituzionalmente doveroso.
Per quanto concerne poi il comma 3-ter, è noto che il Governo sta verificando la questione, sebbene in questo caso ci troviamo di fronte ad una situazione d'incompatibilità comunitaria che non sfugge certamente ai colleghi.
LUCA MARCORA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, questo è proprio quello che stavo dicendo prima: si demanda tutto all'emanazione di un decreto da parte del Ministero dell'economia e delle finanze di cui noi abbiamo già constatato la sensibilità in merito a questa partita; in particolare, si è visto come lo stesso ministro Tremonti, pur avendo dato ampia assicurazione alla Commissione e al Governo, successivamente, in Commissione bilancio, abbia dichiarato che mancava la relativa copertura finanziaria.
La cifra, come ho detto in precedenza, ammonta ad un milione 327 mila euro, che rappresenta quanto il Governo attualmente stanzia per far fronte alla drammatica crisi della Parmalat. Dopo di che, dovremo aspettare fiduciosi l'emanazione del decreto da parte del ministro Tremonti; ma, visto che dall'inizio dell'anno sono trascorsi quasi tre mesi, probabilmente di mesi ne dovranno trascorrere altrettanti. Ciò nonostante si sapesse bene che tra i problemi che si ponevano vi era anche quello dell'urgenza; pertanto, il subordinare la sospensione del pagamento dei contributi previdenziali all'emanazione di un decreto ministeriale è un atteggiamento che non viene incontro all'esigenza fondamentale dell'urgenza di fornire risposte a queste imprese, che altrimenti rischiano di chiudere. Purtroppo, agendo in questo modo, ripeto, non si viene certamente incontro alle citate esigenze.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo (Commenti).
Il parere della Commissione e del Governo è favorevole (Commenti).
È chiaro, colleghi, il parere della Commissione e del Governo? È favorevole!
SERGIO SABATTINI. Lo ha detto tre volte!
PRESIDENTE. L'ho detto tre volte, ma ad adiuvandum. È importante che tutti comprendano cosa si vota.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 186).
Avverto che l'emendamento Rava 4.34 è precluso dall'approvazione dell'emendamento 4.101.
Onorevoli colleghi, cerchiamo di accelerare i tempi, in modo da concludere l'esame del provvedimento nel corso della mattinata; in caso contrario, proseguiremo nel pomeriggio.
Passiamo all'esame dell'emendamento Rava 4.33. Tale emendamento è stato accettato dalla Commissione, a condizione che esso sia riformulato nel senso di sopprimere, alla fine, le parole: «della stessa procedura».
Chiedo ai presentatori se accettino tale riformulazione.
ALDO PREDA. Signor Presidente, accettiamo la riformulazione. Chiedo inoltre di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALDO PREDA. Signor Presidente, intervengo brevemente per illustrare il significato dell'emendamento in esame, per la cui accettazione ringrazio i colleghi della maggioranza, in particolare l'onorevole Vascon. Esso è volto a garantire i crediti delle imprese nei confronti dell'amministrazione straordinaria. La giurisprudenza in materia, infatti, non è univoca, e l'emendamento in esame consente a tutte le imprese che hanno rapporti con l'impresa in amministrazione straordinaria di avere la certezza dei propri crediti nel caso di successivo fallimento, senza incorrere nella revocatoria.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 4.33 nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 429
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato sì 427
Hanno votato no 2).
Avverto che l'emendamento Marcora 4.18 è precluso dall'approvazione dell'emendamento Rava 4.33.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 4.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 426
Maggioranza 214
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 229).
Onorevoli colleghi, acceleriamo il ritmo!
PIERO RUZZANTE. Presidente, abbiamo perso tanto tempo all'inizio dell'esame di questo decreto!
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 4.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 426
Maggioranza 214
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 234).
Passiamo all'esame dell'emendamento Marcora 5.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, l'emendamento in esame riguarda un ulteriore aspetto fondamentale del provvedimento, ovvero la richiesta dell'estensione alle piccole e medie imprese delle misure in favore delle imprese di autotrasporto. Il decreto-legge in esame prevede facilitazioni all'accesso al credito bancario, oltre che per gli allevatori, anche per le imprese di autotrasporto, in quanto ritenute cruciali nell'ambito della filiera produttiva di Parmalat e dunque indispensabili per garantire la continuità produttiva. Gli autotrasportatori sono effettivamente indispensabili per la continuazione della produzione da parte di Parmalat: il blocco dell'attività di distribuzione determina evidentemente anche il blocco della produzione.
Tuttavia, non sono indispensabili soltanto gli autotrasportatori, ma anche le imprese di movimentazione delle merci, le imprese di logistica e tutte le altre imprese che prestano servizi alla Parmalat. Non si comprende, dunque, per quale motivo non si siano volute estendere a tali imprese le agevolazioni, peraltro insufficienti, previste per le imprese di autotrasporto (mi riferisco in particolare alla possibilità di ottenere garanzie sui crediti bancari).
La proposta di estendere tali benefici a tutte le piccole e medie imprese è dunque finalizzata a rendere efficace il decreto-legge in esame. Infatti, se ci si limita a salvaguardare le imprese di autotrasporto - sempre che le misure previste, che sono ben poco incisive, siano in grado di conseguire tale obiettivo - senza salvaguardare le altre imprese che sono parimenti indispensabili alla filiera produttiva, non si ottiene alcun risultato, in quanto si rendono inutili anche le disposizioni previste in favore degli allevatori e degli autotrasportatori.
Se si bloccano le imprese di logistica, quelle di movimentazione merci, i concessionari, cioè tutte quelle imprese che, per concessione, vanno in giro per l'Italia a distribuire i prodotti Parmalat, si ferma lo stesso la produzione della Parmalat! Quindi, non avendo voluto estendere anche al resto della platea i benefici previsti da questa legge, voi mettete a repentaglio anche le stesse imprese di autotrasporto e gli allevatori, perché se si ferma l'attività produttiva, questa si ferma per tutti!
Intervengo anche per quanto riguarda i miei successivi emendamenti 5.26, 5.23 e 5.25, in cui per l'appunto prevediamo l'estensione, oltre che alle imprese di trasporto, anche a quelle di logistica, a quelle fornitrici di beni e servizi e alle imprese di movimentazione merci. Con questa estensione, volevamo dare efficacia a questo decreto, perché, lo ripeto, salvare due anelli della filiera produttiva di Parmalat, cioè allevatori e autotrasportatori, non è sufficiente a garantire la continuità produttiva. Non pensando anche agli altri anelli, altrettanto cruciali e indispensabili all'interno della filiera Parmalat, alla fine, si rischia di non salvare nemmeno le imprese di autotrasporto e gli allevatori.
Il Governo, in effetti, ha solo parzialmente e in maniera insoddisfacente accolto la nostra tesi. Con l'emendamento 5.100 del Governo, infatti, viene prevista l'estensione alle piccole imprese, però si fa riferimento alla definizione che della stessa viene data ai sensi della raccomandazione della Commissione europea del 3
aprile 1996 che, tradotta in concreto, vuol dire: piccole imprese sotto i 50 addetti.
Sappiamo - ve lo dice uno che, essendo stato eletto in un collegio di Parma, conosce bene la realtà produttiva di quella zona - che la limitazione dei 50 addetti lascia fuori moltissime imprese che, invece, sono fornitrici quasi esclusive di Parmalat e quindi dipendono, per quanto riguarda il loro futuro, dalla sorte e dal destino di questa azienda. In particolare, con tale limitazione vengono escluse tutte le attività di autotrasporto cooperative e tutte le attività di movimentazione merci e logistiche, che sono costituite in forma cooperativa e superano di gran lunga i 50 addetti.
Quindi, si lascia scoperta una platea molto vasta di imprese, che sono altrettanto indispensabili alla continuità produttiva di Parmalat degli allevatori e degli autotrasportatori.
Per questo, per non avere esteso a tali imprese i benefici previsti, rischiate di renderli inefficaci ed inutili anche per allevatori e autotrasportatori!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.
CARMEN MOTTA. Signor Presidente, desidero ricordare a questa Assemblea che nel dicembre scorso in sede di conversione del decreto-legge sulla vicenda Parmalat, il Governo aveva accolto come raccomandazione un ordine del giorno particolarmente significativo.
Quest'ordine del giorno, in sostanza, impegnava il Governo a valutare la possibilità di costituire una riserva pari a 10 milioni di euro nell'ambito del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, destinata alla concessione delle diverse tipologie di garanzia sui finanziamenti bancari alle piccole e medie imprese creditrici di Parmalat e ad incrementare la dotazione finanziaria del fondo in misura corrispondente - cosa che trovavo giustissima -, affinché si evitasse che tale finalità straordinaria potesse in qualche modo spiazzare l'ordinaria attività di garanzia del fondo a favore delle piccole e medie imprese.
Tale ordine del giorno, proposto dai colleghi Gambini e Quartiani, era stato accolto dal Governo come raccomandazione. Dopo le considerazioni svolte approfonditamente dal collega Marcora, invito il Governo e l'Assemblea a tenere presente che, in quest'aula, si erano assunti degli impegni molto precisi nei confronti delle piccole e medie imprese creditrici di Parmalat.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcora 5.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 226).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 431
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato sì 427
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raffaldini 5.7, non accettato dalla
Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 431
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 225).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bersani 5.3 e Marcora 5.26.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gambini. Ne ha facoltà.
SERGIO GAMBINI. Signor Presidente, vorrei tornare ad insistere su questo punto, perché credo che qui stia lo snodo fondamentale del provvedimento. Abbiamo alle spalle l'approvazione di un provvedimento, quello del ministro Marzano, riguardante la situazione Parmalat che ha modificato alcuni aspetti significativi per quanto riguarda l'amministrazione straordinaria delle grandi, anzi delle grandissime, imprese, visto che abbiamo posto come limite i mille dipendenti e il miliardo di euro di default. Ora, quel provvedimento, che consente oggi alla amministrazione straordinaria di prospettare - ci auguriamo che ciò avvenga rapidamente - un piano di risanamento industriale della grande impresa, doveva essere affiancato da un provvedimento - ed è in parte quanto stiamo discutendo oggi - che consentisse di tutelare e di salvaguardare l'insieme della filiera produttiva, che motiva il tessuto economico e sociale di intere province, le quali, attorno all'attività dell'azienda Parmalat, hanno visto crescere le attività economiche e produttive in questo settore.
Ora, ci troviamo di fronte indubbiamente ad una grande delusione da questo punto di vista perché, come ricordava prima il collega Marcora, si finisce per favorire e sostenere soltanto alcuni anelli di questa filiera e si penalizza, invece, l'insieme del tessuto produttivo. La chiusura nei confronti delle medie imprese, delle imprese cooperative e delle imprese artigiane, vale a dire quelle tipologie di imprese che non sono ricomprese nella definizione che è stata poco fa approvata con l'emendamento proposto dalla Commissione, finisce per lasciare senza sostegno e senza possibilità di guardare al futuro con qualche speranza gran parte delle realtà produttive di quelle province.
Ora, la cosa che più lascia sconcertati è che stiamo parlando di una ridotta spesa che viene richiesta, di un ridotto impegno di bilancio. Per poter coprire queste nuove esigenze, noi abbiamo calcolato che potrebbe essere possibile impiegare dai 20 ai 30 milioni di euro nell'ambito del bilancio complessivo del Ministero delle attività produttive o di quelle attività che nel Ministero dell'economia e delle finanze sono dedicate al sostegno della realtà produttiva. Non credo sia impossibile ricavare questa modesta somma, che invece consentirebbe di riuscire a resistere a quel tessuto di imprese al quale prima facevo riferimento, permettendo di superare i mesi di grave difficoltà che ancora sono di fronte a quelle realtà. È difficile, lo capisco, guardare alle prospettive economiche del bilancio con le scelte che sono state compiute in passato da parte di questo Governo, ma qui ancora una volta si tratta di scegliere. Si tratta di vedere se salvaguardare e tutelare l'imposta di successione dei grandi patrimoni e dei patrimoni ultramiliardari oppure tutelare e salvaguardare la piccola impresa, l'impresa diffusa della - in questo caso si può dire - Padania, perché in gran parte questa struttura produttiva è presente in quelle regioni che vengono tutelate tante volte e di cui si riempiono la bocca coloro che ben sappiamo la invocano nelle nostre aule.
Pertanto, l'emendamento in esame ed altri successivi hanno questo tipo di obiettivo: consentire che venga allargata la platea delle imprese alle quali si forniscono benefici per poter attraversare una
fase di grande difficoltà economica qual è quella che avranno ancora di fronte nel corso dei prossimi mesi. La chiusura del Governo in ordine al reperimento di risorse, ripeto, assai modeste la consideriamo del tutto incomprensibile (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bersani 5.3 e Marcora 5.26, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 429
Maggioranza 215
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 230).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bersani 5.4 e Marcora 5.23, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 426
Maggioranza 214
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 233).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bersani 5.5 e Marcora 5.25, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 431
Maggioranza 216
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 234).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raffaldini 5.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 433
Maggioranza 217
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 238).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bersani 5.6
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.
CARMEN MOTTA. Signor Presidente, questo emendamento è particolarmente importante per le imprese di autotrasporto che hanno svolto e stanno ancora svolgendo la propria attività non soltanto con Parmalat, ma con aziende altrettanto rilevanti nel settore agroalimentare e strettamente connesse all'impresa principale. L'emendamento tiene conto della realtà in cui molte aziende hanno operato ed operano ed esse si aspettano dal Parlamento la soluzione che noi proponiamo con questo emendamento, che ha l'obiettivo - lo dico in estrema sintesi, ma per chiarirlo bene ai colleghi - di estendere i benefici previsti dall'articolo 5 del decreto-legge in esame, vale a dire quelle garanzie sussidiarie sui finanziamenti, in misura pari all'85 per cento dell'importo. Noi chiediamo di estendere questi benefici anche alle imprese di autotrasporto creditrici di
aziende diverse e che per varie ragioni non sono state sottoposte alla procedura di amministrazione straordinaria dal decreto Marzano perché, pur essendo sotto l'influenza dominante di Parmalat, non sono formalmente comprese in quel gruppo. Ad esempio, è il caso, a voi noto, di Newlat.
Riteniamo che con l'approvazione dell'emendamento si potrebbe dare un segnale forte a queste aziende di autotrasporto, affinché, come prima succintamente dicevo, esse possano continuare con tranquillità la propria attività e affinché l'intera filiera agroalimentare non debba vedersi colpita in nessuna delle sue parti. Richiamo quindi l'Assemblea ad un momento di riflessione su questo emendamento, perché è una misura che le aziende di autotrasporto creditrici attendono dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, sarò breve perché ha già detto tutto la collega Motta. Come è stato previsto per gli allevatori, si vuole estendere la possibilità di accedere ai benefici anche alle aziende che hanno fornito servizi ad imprese controllate da Parmalat. Sappiamo che questa situazione riguarda molte realtà locali, in cui ci sono aziende controllate da Parmalat che però non sono state ammesse, naturalmente, alla procedura di cui al decreto n. 347 del 2003, in quanto non appartenenti alla casa madre. Lo abbiamo fatto per gli allevatori; era giusto farlo anche per gli autotrasportatori. Si tratta quindi anche di una questione di equità e di simmetria. Si chiede di estendere i benefici anche alle aziende che hanno fornito servizi alle imprese controllate da Parmalat, che ovviamente non stanno pagando, come non paga Parmalat, in quanto sono imprese affiliate a Parmalat. Tra l'altro, ripeto, è una questione di equità prevedere un trattamento uguale a quello riservato agli allevatori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bersani 5.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 406
Votanti 405
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 224).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bersani 5.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 227).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcora 5.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 230).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato sì 413
Hanno votato no 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bersani 5.12 e Marcora 5.30, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 224).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bersani 5.13 e Marcora 5.31, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Colleghi, ciascuno voti per sé!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 391
Maggioranza 196
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 203).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bersani 5.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.
CARMEN MOTTA. Signor Presidente, le novità che intenderemmo introdurre con questo emendamento sono le seguenti.
Nell'ambito del fondo della cosiddetta legge Bersani si prevede che alle imprese agricole, di autotrasporto, alle piccole e medie imprese, alle imprese artigiane fornitrici di beni e di servizi, alle imprese di movimentazione merci e di servizi che vantino crediti nei confronti di imprese ammesse all'amministrazione straordinaria di cui all'articolo 2 del cosiddetto decreto-legge Marzano, nonché nei confronti di imprese che, per la composizione degli organi amministrativi, o sulla base di altri concordanti elementi, risultino soggette ad una direzione comune a quella dell'impresa sottoposta alla procedura madre di cui al citato decreto-legge Marzano, in luogo della garanzia sussidiaria, venga erogata, per il reintegro del capitale circolante, una garanzia diretta o una controgaranzia, escutibili a prima richiesta, a titolo gratuito.
In sostanza, colleghi, la dazione della garanzia da parte del fondo Bersani diviene, per le categorie di imprese che ho poc'anzi citato, gratuita ed a prima richiesta, in linea con quanto stabilito anche nell'accordo di Basilea 2 sui requisiti patrimoniali delle banche. In altre parole, il fondo Bersani, che è garante e che è escutibile dal debitore diretto, paga ed è surrogato al creditore nelle procedure di recupero del credito.
Com'è evidente, si tratta di una garanzia molto più efficace di quella sussidiaria, equiparabile ad una fideiussione bancaria.
È per questo che l'emendamento è importante. Peraltro, esso non richiede particolari sforzi, sul piano economico e finanziario, da parte del Governo. Credo che questa Assemblea possa approvarlo. L'emendamento Bersani 5.33 va nella stessa direzione di altri emendamenti che, finora, ci siamo sforzati di illustrare: quella di sostenere tutte le imprese della filiera agroalimentare soggette a forti ripercussioni a causa della crisi Parmalat (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, al di là di quanto ha già affermato la collega Motta riguardo alla sostituzione della garanzia sussidiaria con una garanzia diretta e con una controgaranzia a titolo gratuito, entrambe escutibili a prima richiesta (come ci aveva chiesto con forza l'ABI) - e ciò si traduce in un'agevolazione per le imprese agricole e le altre già indicate che si vedono tramutare un credito in un debito nei confronti delle banche - e al di là anche del fatto che, in questo emendamento, viene riproposta la concessione di contributi anche per quanto riguarda gli interessi da pagare sul debito, il dato fondamentale da rimarcare è il proposto aumento della dotazione finanziaria del fondo Bersani. Noi abbiamo indicato 30 milioni di euro perché ci sembrava questa la somma necessaria per operare l'estensione.
Di fatto, con l'attuale formulazione del decreto-legge, il fondo Bersani verrà praticamente prosciugato dall'utilizzo che se ne farà a favore delle imprese creditrici di Parmalat e non potrà più essere utilizzato per le sue finalità ordinarie, vale a dire per prestare garanzie a tutte le piccole e medie imprese.
Quindi si è data la copertura di una garanzia fidejussoria utilizzando un fondo depauperato, che quindi non potrà ottemperare agli scopi per cui era stato creato. La necessità di un aumento di dotazione finanziaria serviva non solo per garantire le imprese Parmalat, ma anche per non penalizzare le aziende che chiedono di accedere al fondo Bersani in merito alla garanzia di crediti richiesta dalle banche. Ancora una volta sarebbe stato compito del Governo aggiungere risorse, invece si va semplicemente a «pescare» in un fondo che non potrà più essere utilizzato da coloro che normalmente vi hanno accesso (Applausi dei deputati del gruppo Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bersani 5.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 407
Maggioranza 204
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 229).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcora 5.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 406
Maggioranza 204
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 221).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 5.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale
la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 227).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raffaldini 5.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 402
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 222).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bersani, 5.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.
CARMEN MOTTA. Vorrei richiamare con forza l'attenzione dei colleghi sul fatto che le misure contenute nei nostri emendamenti sono condivise dalle associazioni di categoria e dal tavolo interistituzionale costituitosi a Parma. Tale tavolo ha diramato diversi comunicati e l'ultimo di questi, datato 23 febbraio 2004, richiama l'attenzione del Governo e del Parlamento affinché tutte le forze politiche agevolino la continuità produttiva alle imprese dell'indotto, a prescindere dalla loro dimensione. Dovrebbe essere questo un obiettivo comune per il Parlamento perché vi è il rischio di compromettere la permanenza sul mercato delle piccole e medie imprese, parte rilevantissima, non solo del sistema economico emiliano-romagnolo, ma anche di tutto il paese.
Se nessuno di questi emendamenti venisse accolto (come purtroppo sta avvenendo) il Parlamento si assumerebbe una grave responsabilità perché non si è affatto usciti dall'emergenza ed è quindi indispensabile approvare misure che diano all'industria un sostegno non solo morale, ma anche concreto: nei fatti e con i fatti.
Con questo emendamento si chiede che il fondo Bersani eroghi anche contributi in conto interesse fino a concorrenza dell'intero importo sui finanziamenti destinati a reintegro del capitale circolante alle piccole e medie imprese agricole, di autotrasporto, artigiane, a quelle di movimentazione merci e di servizi che vantano crediti verso le aziende ammesse all'amministrazione straordinaria di cui al decreto Marzano, nonché nei confronti di imprese che per la composizione degli organi amministrativi o sulla base di altri elementi concorrenti risultano soggette ad una direzione comune a quella dell'impresa sottoposta alla procedura madre, di cui al decreto Marzano. Ribadisco questi concetti perché ritengo che l'accoglimento degli emendamenti in esame sia indispensabile per le premesse di cui dicevo prima. L'insensibilità di quest'aula ovviamente sarà valutata in maniera negativa, non solo dalle imprese stesse, ma anche dalle associazioni che, più volte, in questi giorni, sulla stampa hanno fatto appello a tutte le forze politiche perché questi emendamenti fossero approvati (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bersani 5.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 213).
Prendo atto che gli onorevole De Franciscis e Luigi Pepe non sono riusciti ad esprimere il loro voto ed avrebbero voluto votare a favore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raffaldini 5.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 223).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raffaldini 5.52, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 223).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Bersani 5.03.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.
CARMEN MOTTA. Signor Presidente, vorrei ricordare all'Assemblea che anche su questo argomento, che trattiamo con l'articolo aggiuntivo 5.03, era stato accolto come raccomandazione dal Governo un ordine del giorno. Con i colleghi Lulli, Gambini e Quartiani, che avevano presentato quell'ordine del giorno, avevamo sottoposto all'attenzione del Governo la possibilità di concedere una sospensione del versamento dell'imposta sull'IVA, dovuta in relazione a fatture emesse per forniture a imprese del gruppo Parmalat, a favore delle imprese fornitrici e subfornitrici, che consentono in tal modo la continuazione dell'esercizio dell'impresa. Questo che sto leggendo è il contenuto dell'ordine del giorno che il Governo aveva assunto come raccomandazione per i futuri provvedimenti. Ora, con l'articolo aggiuntivo Bersani 5.03, che introdurrebbe l'articolo 5-bis (relativo alla sospensione del versamento di imposte, tasse e contributi), sostanzialmente prevediamo la sospensione per 12 mesi, con decreto del ministro dell'economia e delle finanze, dei versamenti di imposte, tasse e contributi previdenziali (quindi anche l'IVA) dovuti da imprese agricole, da imprese di autotrasporto, da piccole e medie imprese, da imprese artigiane, da tutte quelle imprese che abbiamo citato finora (le imprese per la movimentazione merci e di servizi, per esempio) e che vantano crediti nei confronti di imprese ammesse all'amministrazione straordinaria.
Riteniamo che questo sia il minimo che possiamo fare concretamente per dare una boccata d'ossigeno a queste imprese, perché si tratta di soldi che le imprese in gravi difficoltà devono comunque spendere subito, che devono comunque avere come cash, in contanti; con questo articolo aggiuntivo, non eliminiamo l'obbligo del versamento, ma lo dilazioniamo nel tempo e diamo alle imprese la possibilità di avere un minimo di recupero e di continuare l'attività con una certa tranquillità, che, peraltro, è sempre relativa, dato il momento di crisi economica più generale di
tutto il paese (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, in merito all'articolo aggiuntivo Bersani 5.03 valgono le stesse considerazioni fatte per le misure relative agli allevatori. In questo caso stiamo parlando degli autotrasportatori, delle piccole imprese, ma torniamo a ribadire la necessità di sospendere i pagamenti dei contributi previdenziali e di sospendere il pagamento dell'IVA sulle fatture non incassate. L'obiettivo del decreto-legge è quello di ripristinare liquidità; queste sono imprese che non vedono saldate le loro fatture perché Parmalat non paga più; allora vogliamo toglier loro ulteriore liquidità, obbligandole a versare i contributi previdenziali in maniera ordinaria e obbligandole a versare l'IVA su fatture che non sono state incassate, che non sono state onorate da Parmalat? Secondo noi è una assoluta contraddizione.
Questa della sospensione del pagamento dei contributi e della sospensione del versamento dell'IVA è una misura che normalmente viene adottata; non riusciamo a comprendere quale possa essere il motivo per non accogliere le richieste che ci vengono dal mondo produttivo volte a dare - come diceva la collega Motta - un po' di respiro a queste imprese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bersani 5.03 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 406
Maggioranza 204
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 215).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Bersani 5.02.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Preda. Ne ha facoltà.
ALDO PREDA. Signor Presidente, intervengo in maniera molto sintetica. L'articolo aggiuntivo prevede la sospensione dei termini dei dodici mesi per gli obblighi tributari e previdenziali, per tutta la platea, cioè senza alcuna differenziazione.
Per quanto riguarda le risorse, vi è giustamente il problema della copertura. Allora, così è, ripristiniamo l'imposta di successione sui grandi patrimoni. È un grande atto di solidarietà.
Le scelte di Governo si devono compiere in base alle risorse disponibili. Le tasse sono un elemento di solidarietà, sono un elemento importante nei momenti di crisi ed è allora che si devono compiere grandi atti di solidarietà. Questo è un grande momento di crisi per decine di migliaia di piccole e grandi imprese e di lavoratori. Dobbiamo, quindi, compiere questo grande atto di solidarietà.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bersani 5.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 402
Votanti 400
Astenuti 2
Maggioranza 201
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 218).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Raffaldini 5.05, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 398
Maggioranza 200
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 217).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Raffaldini 5.054, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 217).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Rava 5.055, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 394
Votanti 391
Astenuti 3
Maggioranza 196
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 210).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon Dis.1.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo) (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 199).
Avverto che l'emendamento Dis.1.30 della Commissione è precluso dall'approvazione dell'emendamento Vascon Dis.1.6.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon Dis.1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 206).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dis.1.31 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Colleghi, ognuno voti per sé!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 395
Votanti 394
Astenuti 1
Maggioranza 198
Hanno votato sì 379
Hanno votato no 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon Dis.1.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
PIERO RUZZANTE. Presidente, votano tutti per due (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ognuno voti per sé!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 387
Votanti 385
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 195).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon Dis.1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione)
Adesso aspetto e non dichiaro chiusa la votazione, così vediamo se qualcuno vota per due (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
Dichiaro chiusa la votazione. Onorevoli colleghi, non so cosa dire!
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 348
Maggioranza 175
Hanno votato sì 18
Hanno votato no 330).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon Dis.1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione) (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
Onorevoli colleghi, calma!
RENZO INNOCENTI. Presidente (Commenti del deputato Cristaldi)!
PRESIDENTE. Onorevole collega, lei che è impegnato con entrambe le mani, si sieda!
DANIELE FRANZ. Deve guardare anche a sinistra!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 346
Maggioranza 174
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 176).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon Dis.1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Onorevole Landolfi, stia attento!
Dichiaro chiusa la votazione.
Onorevole Calzolaio, lei adesso ha votato per due (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia e di Alleanza nazionale)!
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 374
Maggioranza 188
Hanno votato sì 165
Hanno votato no 209).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vascon Dis.1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 355
Maggioranza 178
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 198).
MAURA COSSUTTA. Presidente!
PRESIDENTE. Onorevole Cossutta, lei, forse, mi vuole rimproverare per il fatto di non aver tratto le conseguenze dai rilievi che ho fatto precedentemente, ma se era per questo (Commenti del deputato Maura Cossutta)...
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Vascon 0.Dis.1.50.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 378
Astenuti 1
Maggioranza 190
Hanno votato sì 375
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Guido Giuseppe Rossi 0.Dis.1.50.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 377
Votanti 373
Astenuti 4
Maggioranza 187
Hanno votato sì 11
Hanno votato no 362).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dis.1.50 del Governo (Nuova formulazione), accettato dalla Commissione. Ricordo che, come in precedenza detto dal Governo, la parola «effettuati» deve intendersi sostituita dalla parola «determinati».
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 377
Votanti 375
Astenuti 2
Maggioranza 188
Hanno votato sì 371
Hanno votato no 4).
Poiché il disegno di legge consiste in un articolo unico, si procederà direttamente alla votazione finale.
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