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PRESIDENTE. Il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, onorevole Tassone, ha facoltà di
MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Con decreto ministeriale 14 marzo 2003, entrato in vigore il 26 giugno 2003, è stato istituito un corrispettivo obbligatorio non già per far fronte alle spese necessarie per garantire i nuovi standard di sicurezza, bensì per coprire i costi sostenuti dal gestore aeroportuale per l'effettuazione del nuovo servizio di controllo del 100 per cento del bagaglio da stiva. Tale servizio è istituito in attuazione di quanto previsto dal regolamento CE 2320/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, del 16 dicembre 2002, in materia di norme comuni per la sicurezza del trasporto aereo.
PRESIDENTE. L'onorevole Tidei ha facoltà di
PIETRO TIDEI. Debbo dichiarare la mia insoddisfazione per due ragioni, onorevole viceministro. La prima è perché lei non ha fornito una risposta ai miei quesiti.
il 59 per cento degli incassi è di margine lordo; a Milano la cifra è ancora più elevata, il 66 per cento, a Torino è pari al 52 per cento ed a Cagliari al 16 per cento.
oggi lucra guadagni impressionanti che, se non vengono sottoposti a controlli da parte o dell'ENAC o di un'autorità neutra, finiranno per danneggiare gli interessi dell'utenza.
L'importo del suddetto corrispettivo, che è differente per ogni singolo scalo, è stato determinato a seguito di una complessa istruttoria, curata dall'ENAC e dal Dipartimento per la navigazione marittima ed aerea, sulla base dei corrispettivi unitari proposti dalle società di gestione aeroportuale. I corrispettivi risultati dall'istruttoria sono inferiori a quelli proposti dai gestori e risultano in linea con le tariffe applicate nei più importanti scali europei. L'ENAC sostiene che, ove si consideri l'insieme della tariffa più alta corrisposta per detto servizio (pari ad euro 2,32) con l'importo di euro 1,81 dovuto per il servizio controllo passeggeri e bagagli (già introdotto con decreto ministeriale del 5 luglio 1999 e confermato, ancora oggi, con il decreto del 14 marzo 2003), si evince come l'importo richiesto all'utenza si collochi ben al di sotto della media europea, specie se si riflette sul fatto che il corrispettivo complessivo per tutti i servizi di controllo di sicurezza nello scalo di Vienna ammonta ad euro 4,36 e in quello di Francoforte ad euro 5,71.
Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, comunque, già con il richiamato decreto 14 marzo 2003 aveva previsto che si procedesse ad una rideterminazione dei corrispettivi dovuti per il controllo sia del passeggero e bagaglio a mano, sia del bagaglio di stiva. Conformemente alle disposizioni del ministero, entro il termine del 20 gennaio 2004, le società di gestione aeroportuale hanno provveduto a presentare all'ENAC i dati di bilancio preconsuntivo per le verifiche di competenza ai fini dell'eventuale ridefinizione degli importi dovuti.
Quanto, infine, all'istituzione di un'autorità che eserciti, nell'interesse del passeggero - credo che ciò fosse sollecitato nella sua interrogazione, onorevole Tidei -, gli adeguati controlli, si osserva che all'ENAC sono attribuiti per legge i compiti di regolamentazione tecnica e di attività ispettiva e sanzionatoria in materia di aviazione civile e, quindi, in essa vi rientra anche la fattispecie in argomento. Ad ogni modo, sulla questione dell'autorità o di quant'altro possiamo sempre discutere; personalmente, su vicende relative alle autorità sono molto prudente, ma ovviamente sono disponibile ad un confronto.
Da uno studio commissionato da tutte le compagnie aeree italiane sulla sicurezza delle persone e dei bagagli e sulla relativa tassa introdotta, è emerso in maniera abbastanza chiara ed inconfutabile il fatto che le società di gestione hanno margini di guadagno incredibilmente alti (lo abbiamo sostenuto anche noi). Ad esempio, a Fiumicino
In questo caso, le ulteriori tasse introdotte hanno incrementato senza alcun controllo le risorse a beneficio degli aeroporti, mentre negli altri scali europei (e lei faceva riferimento anche a standard europei) vi è un'autorità neutrale che controlla. Lei sostiene di essere contrario a queste autorità, ma sta di fatto che in Europa esistono ed è garantito il controllo sui margini di incasso, sui soldi versati dagli utenti che vanno ad arricchire le casse già consistenti della società di gestione. Sono pertanto insoddisfatto, perché non ho ricevuto una risposta su come il Governo intenda garantire un controllo più appropriato e più puntuale sulla destinazione dei soldi versati dai cittadini; se non adeguatamente controllati e verificati, andranno esclusivamente a vantaggio delle società di gestione aeroportuale. Questo è il primo motivo della mia insoddisfazione.
Sappiamo, inoltre, che la crisi di Alitalia è imputabile ad alcuni costi eccessivi, come ad esempio al costo del biglietto, quindi alla mancanza di competitività delle nostre tariffe rispetto a quelle di altri vettori e di altri scali, per cui si rischia di appesantire il costo finale dei titoli di viaggio; pertanto, se questo costo diventa inutile e se rappresenta solo l'occasione per arricchire ulteriormente le casse delle società di gestione, non ci possiamo meravigliare se alcuni utenti, anche italiani, scelgano altre compagnie aeree, altri aeroporti e altri vettori, anziché Alitalia e via seguitando.
Il secondo motivo riguarda la tutela della sicurezza e della salute dei cittadini che lavorano negli aeroporti e vivono all'interno dei comuni limitrofi (è un argomento sul quale torneremo successivamente): sta di fatto che, nonostante gli impegni del Governo ed il decreto emanato dallo stesso, ai comuni in cui sono situati gli aeroporti non sono state attribuite le risorse previste dal Governo (il decreto, purtroppo, non è stato attuato) che avrebbero dovuto essere destinate alla sicurezza del personale aeroportuale. Ciò vale in modo particolare per i comuni che gestiscono i servizi collegati all'aeroporto: mi riferisco alle strade, alla vigilanza, all'insonorizzazione degli edifici pubblici e privati e via seguitando.
Vorrei ricordare che, negli ultimi anni, il quadro delle norme riguardanti i diritti di imbarco si è complicato e oggi vi è una situazione di enorme confusione. A suo tempo, proponemmo un provvedimento il cui contenuto, fortunatamente, è stato sintetizzato e ripreso in un emendamento presentato al disegno di legge finanziaria da parte di un parlamentare dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro, con il quale si prevedeva di garantire ai comuni i suddetti finanziamenti per sopperire alle esigenze di cui parlavo in precedenza. Sta di fatto che, nel frattempo, questa norma si è sovrapposta ad un'altra norma esistente mai attuata.
A partire dal 1999 è stata disposta in via temporanea una serie di integrazioni al diritto di imbarco: nel marzo 2003, con un decreto ministeriale il Governo ha stabilito che, fino alla rideterminazione dei diritti di imbarco, si continua ad applicare il corrispettivo di euro 1,81, già determinato da precedenti decreti ministeriali. In tal caso, si parla di integrazione del diritto di imbarco per il servizio di controllo e sicurezza.
Concludo (avrei voluto, in realtà, svolgere altre considerazioni, ma il tempo a mia disposizione è terminato) dicendo che intendiamo, in primo luogo, conoscere i motivi della mancata emanazione del regolamento attuativo, nonché i tempi entro i quali il Governo intende provvedere (si tratta di un aspetto sul quale non mi è stata fornita risposta).
In secondo luogo, sarebbe opportuno rideterminare la ripartizione dell'addizionale comunale sui diritti di imbarco, prevedendo una quota maggiore per gli enti locali (e sappiamo che gli enti locali questo chiedono). In terzo luogo, occorre sottolineare che su ciò non si può lasciare mano libera alle società di gestione aeroportuale; infatti nell'aeroporto di Fiumicino l'ADR