Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 435 del 9/3/2004
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(Divieto di costituzione di classi iniziali articolate in gruppi relativi a singoli indirizzi negli istituti tecnici, artistici e negli istituti d'arte - n. 3-02606)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, onorevole Aprea, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Capitelli n. 3-02606 (vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni sezione 4).

VALENTINA APREA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, gli onorevoli interroganti esprimono preoccupazioni in merito allo schema di decreto ministeriale relativo alle dotazioni organiche per l'anno scolastico 2003-2004, predisposto in attuazione della legge finanziaria 2003, nella parte contenente indicazioni circa la formazione delle prime classi di indirizzi, sezioni staccate e scuole coordinate funzionanti con un solo corso, con particolare riguardo al divieto di «procedere alla articolazione delle classi in gruppi relativi ai singoli indirizzi».
Gli interroganti si riferiscono, in special modo, agli istituti d'arte e chiedono la modifica delle indicazioni di cui trattasi che, a loro dire, avrebbero «un effetto gravissimo nel funzionamento delle suddette scuole del territorio nazionale».
Vorrei, prima di tutto, fare presente che il decreto in argomento conferma la precedente normativa, in base alla quale le prime classi delle scuole secondarie superiori sono formate da almeno venti alunni, precisando che dette classi non possono essere articolate in gruppi di alunni di diversi indirizzi di studio.
La disposizione riguarda, pertanto, le sole prime classi ed ha lo scopo di evitare il fenomeno di classi iniziali formate da un numero di alunni molto esiguo, che tende a ridursi ulteriormente negli anni successivi fino ad avere gruppi di classe formati da pochissime unità.
Ciò chiarito, il ministero, con note protocollo n. 41 del 11 aprile 2003 e protocollo n. 1021 del 24 aprile 2003, ha comunque interessato i competenti direttori generali regionali e, nel richiamare l'articolo 21 del decreto ministeriale n. 331 del 24 luglio 1998, li ha invitati a porre in essere tutti gli interventi intesi a garantire un'applicazione flessibile delle disposizioni di cui trattasi. Ciò al fine di evitare soluzioni traumatiche che potrebbero limitare attitudini e vocazioni degli allievi e nella salvaguardia delle tradizioni e del patrimonio artistico del nostro paese.
Desidero, pertanto, rassicurare al riguardo gli onorevoli interroganti.
L'esame della situazione delle classi funzionanti nel corrente anno scolastico negli istituti d'arte menzionati nell'interrogazione conferma, infatti, che le loro preoccupazioni sono del tutto infondate.
Presso l'Istituto d'arte per il mosaico di Ravenna funziona la sezione di «decorazione pittorica», per la quale sono state autorizzate due classi prime, nonostante il numero esiguo di alunni. Presso l'Istituto d'arte di Venezia funziona regolarmente l'intero corso della sezione «arte del vetro» a cominciare dalla prima classe (la quarta è articolata con la quinta).
Anche per quanto riguarda gli istituti d'arte della provincia di Pisa la normativa oggetto dell'interrogazione non ha sortito effetti. Non è infatti pervenuta dai dirigenti scolastici alcuna richiesta di articolazione delle classi iniziali, atteso che la consistenza numerica delle iscrizioni degli alunni non comportava la formazione di classi in contrasto con le disposizioni concernenti il divieto di articolazione.
Analogamente, nella provincia di Pesaro-Urbino l'applicazione flessibile delle suddette norme ha consentito di evitare la soppressione della sezione di «grafica editoriale e restauro», autorizzando il funzionamento della prima classe del corso di perfezionamento presso l'ISA di Urbino; così pure è stato autorizzato il funzionamento del «corso di ceramica» presso l'ISA di Pesaro, dei corsi di «decorazione pittorica» e «disegno di architettura e arredamento» presso l'ISA di Fano.
Quanto all'Istituto d'arte di Chiavari, risulta attivata la prima classe per il corso di «decorazione pittorica», per il corso di


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«oreficeria», per il corso «progetto Michelangelo» e per il corso «architettura e arredamento». Non si è proceduto invece all'attivazione della classe prima per il corso «arte del tessuto» perché i dieci alunni inizialmente iscritti, non essendo sufficienti alla formazione di una classe, hanno successivamente optato per un altro corso di studio.
Faccio anche presente che gli indirizzi di studio citati nell'interrogazione, e cioè «restauro del libro» e «cinema di animazione», non esistono nell'Istituto d'arte di Chiavari.
Faccio presente, inoltre, che nell'Istituto d'arte di Sulmona non sono presenti le sezioni di «arte del tessuto» e «decorazione pittorica» menzionate nell'interrogazione.
Quanto infine alle prospettive degli istituti d'arte in relazione al processo di riforma degli ordinamenti scolastici, le esigenze degli stessi istituti saranno adeguatamente tenute presenti in sede di predisposizione dei decreti legislativi previsti dalla legge n. 53 del 28 marzo 2003, che saranno emanati nei termini stabiliti dalla legge stessa.

PRESIDENTE. L'onorevole Sasso ha facoltà di replicare per l'interrogazione Capitelli n. 3-02606, di cui è cofirmataria.

ALBA SASSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi ritengo parzialmente soddisfatta della risposta perché credo che la nostra interrogazione, che riprendeva un atto di sindacato ispettivo precedentemente presentato dall'onorevole Di Giandomenico, intendeva ed intende segnalare, anche per i prossimi anni, una questione molto delicata, ovvero quella riguardante le classi iniziali degli istituti tecnici, artistici e degli istituti d'arte, in ordine alle quali noi riteniamo debba essere tutelata e garantita una vocazione, anche perché, in caso contrario, alcune specializzazioni rischiano di scomparire così come rischia di scomparire quella che è una specificità di un determinato territorio.
Per questo, se posso permettermi un suggerimento da parte dell'opposizione, rispetto a tali situazioni, che sicuramente stanno a cuore anche al ministero, probabilmente sarebbe opportuno non adottare una politica contingente, ma fornire indicazioni generali ai dirigenti scolastici e a quelli regionali perché non sempre le persone che hanno la sensibilità di segnalare un problema si trovano nelle condizioni di farlo. In tal modo, molte volte il problema rimane senza una soluzione, magari nell'ambito degli apparati tecnici, laddove si consiglia ai ragazzi di intraprendere un certo indirizzo. Lei sa bene che questo succede e che l'intera programmazione si riduce allo sportello che la scuola adotta. Dal momento che noi riteniamo che la scuola, e penso lo ritenga anche lei, non debba essere soltanto uno sportello, ma un luogo nel quale si programma l'attività, il nostro suggerimento è questo.
Da ultimo, vorrei ricordare che una classe di dieci persone per una specializzazione di particolare interesse potrebbe essere oggetto anche di una deroga, o prevedendo la collocazione in una classe con due indirizzi.
Si potrebbero quindi trovare soluzioni per non far scemare l'interesse di quei dieci ragazzi che, pur essendo una minoranza, hanno il diritto di assecondare una loro vocazione.

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