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D)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere, premesso che:
nell'intervista rilasciata il 25 febbraio 2004 a Il Corriere della sera sulla vicenda dei bond argentini, il Ministro delle finanze della Repubblica argentina, Roberto Lavagna, ha dichiarato: «Chi ha deciso che l'Argentina deve prima pagare il Fondo monetario internazionale e poi i privati? Il G7» e «Il Governo italiano si è astenuto sul nostro piano all'ultima delibera del Fondo monetario internazionale, in sostanza ci ha votato contro. Chi dovrebbe sentirsi più offeso?»;
sempre secondo Lavagna, viceversa, l'Argentina sarebbe stata disponibile ad «offrire un rimborso differenziato» fra «poveri pensionati» e «fondi avvoltoi che hanno comprato il nostro debito per pura speculazione». Il Ministro argentino ha ricordato, inoltre, che «il G7 o il Fondo monetario internazionale, loro sì, potrebbero studiare una proposta per differenziare i piccoli dai grandi creditori»;
in tal modo il Governo, secondo gli interpellanti, ha colpevolmente lasciato soli ed indifesi non solo i 450 mila risparmiatori italiani, con i loro oltre 14 miliardi di euro di obbligazioni argentine in default dal dicembre 2001, ma anche lo stesso sistema bancario italiano in ulteriore crisi di credibilità;
tale comportamento, evidentemente negativo anche sul piano dei rapporti internazionali, non fa che confermare l'atteggiamento di disimpegno del Governo italiano nei confronti dei piccoli risparmiatori e del risparmio nazionale, già emerso sin dai tempi delle prime iniziative dell'Ulivo in Commissione finanze (aprile 2002) e in Assemblea (settembre 2002) e culminato nell'evasiva risposta resa l'11 febbraio 2004 dal Ministro per i rapporti con il parlamento nella seduta di interrogazioni a risposta immediata alla Camera dei deputati;
il predetto comportamento è tanto più sorprendente, considerato che i risparmiatori italiani sono il gruppo nazionale di gran lunga maggiore fra i sottoscrittori dei titoli pubblici dell'Argentina, Paese legato a noi da una storia ormai ultracentenaria di amicizia e di vicinanza ideale -:
quali siano i motivi della mancata attivazione dell'Italia in sede di G7 per privilegiare la miriade dei piccoli investitori nazionali in bond argentini (che erano a suo tempo ignari e tenuti accuratamente all'oscuro del rating ormai deteriorato del debito argentino), anziché i fondi speculativi e le istituzioni finanziarie internazionali, come etica economica e interesse nazionale avrebbero preteso;
quali siano i motivi dell'astensione, che è stata, secondo gli interpellanti, correttamente interpretata dalla controparte come un rifiuto sul piano di rientro del debito argentino in sede di Fondo monetario internazionale.
(2-01092) «Benvenuto, Olivieri, Boato, Mariotti, Preda, Michele Ventura, Marcora, Panattoni, Lettieri, Sedioli, Albonetti, Bottino, Nannicini, Guerzoni, Nieddu, Rava, Bettini, Cazzaro, Zunino, Frigato, Widmann, Carbonella, Trupia, Zanotti, Giacco, Maran, Marone, Borrelli, Santino Adamo Loddo, Tonino Loddo, Magnolfi, Giovanni Bianchi, Raffaella Mariani, Angioni, Bogi, Buglio, Galeazzi».
(2 marzo 2004)