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GIORGIO BENVENUTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO BENVENUTO. Signor Presidente, sarei grato alla Presidenza se potesse riconsiderare l'inammissibilità espressa sugli emendamenti di cui sono primo firmatario, in particolare sull'articolo aggiuntivo 2-bis. 02, che propone l'estensione della clausola di salvaguardia ai trattamenti di fine rapporto. Tale clausola è stata adottata in attuazione della riforma fiscale per tutte le forme di reddito.
Rilevo che la mancata estensione della clausola di salvaguardia al trattamento di fine rapporto comporta un aumento della tassazione del 30 per cento, particolarmente concentrata sui redditi più bassi. Sottolineo, altresì, che la mancata attuazione ha danneggiato, nel corso del 2003, 200 mila lavoratori e altrettanti ne saranno danneggiati nel corso del 2004.
Richiamo l'attenzione del Presidente sul fatto che su questo problema vi è stata una pronuncia unanime della Camera e che il Senato non si è ancora pronunciato, mentre una proposta emendativa presentata in sede di discussione della legge finanziaria è stata respinta.
Perché abbiamo presentato quest'articolo aggiuntivo di cui chiediamo il riesame in termini di ammissibilità? Pochi giorni fa, durante lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, il ministro Giovanardi ha espresso l'intenzione del Governo di risolvere tale questione. Andiamo avanti di mese in mese e, per eccesso di consenso, il problema non si risolve, danneggiando un numero rilevante di lavoratori.
Ecco il motivo per cui affidiamo a lei e alla Presidenza la valutazione sulla possibilità
di un riesame dei termini di ammissibilità dell'emendamento in questione.
PRESIDENTE. Onorevole Benvenuto, devo ricordare a lei e a me stesso che, per quanto riguarda le valutazioni di ammissibilità degli emendamenti, la Presidenza si è attenuta, come di consueto, ai criteri dettati dall'articolo 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del regolamento. Sulla base di tali criteri, possono essere presentati in Assemblea, oltre agli emendamenti respinti in Commissione, nuovi articoli aggiuntivi ed emendamenti, purché nell'ambito degli argomenti già considerati nel testo o negli emendamenti presentati e giudicati ammissibili in Commissione. Tale criterio è stato applicato, in particolare, per la valutazione di ammissibilità degli emendamenti presentati agli ultimi decreti cosiddetti «mille proroghe» (vedi sedute del 12 dicembre 2002 e dell'8 luglio 2003). Faccio presente - per quanto attiene a ciò che lei ha ricordato - che questo emendamento e gli argomenti riferiti sono già stati dichiarati inammissibili in Commissione per estraneità di materia, in quanto volti ad introdurre disposizioni non riconducibili all'oggetto del decreto-legge. Mi rendo conto della sua richiesta, ma lei sa che esiste anche una tradizione relativa al rispetto di decisioni già assunte e il Presidente dell'Assemblea non può svolgere un ruolo di modifica diretta. Naturalmente, lei ha avanzato una richiesta e la Presidenza, nella sua più vasta accezione, può sempre ritenere di rivedere ciò che ha deciso. Allo stato, però, devo confermare le decisioni già assunte.
RENZO LUSETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZO LUSETTI. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere il mio disappunto per il comportamento del Governo, che ha presentato l'articolo aggiuntivo 23.01 solamente ieri sera, alle ore 19,45, consentendo in tal modo la presentazione di subemendamenti entro un termine che è scaduto solo alle nove di questa mattina. Lei sa che non è semplice, in così poche ore, elaborare subemendamenti significativi ad un articolo aggiuntivo così importante come quello presentato dal Governo in materia di proroga dei termini relativi ai benefici tributari per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio.
Tuttavia, alcuni colleghi di maggioranza e di opposizione, insieme, hanno presentato in fretta e furia subemendamenti all'articolo aggiuntivo del Governo (sottoscritti dai deputati Armani, Lupi, Iannuzzi, Sandri, Vigni, Realacci e Abbondanzieri), sui quali c'è stato il parere contrario della Commissione bilancio.
Vorrei richiamare la sua attenzione, Presidente, perché questo comportamento del Governo non è il nuovo e purtroppo, temo, non sarà neanche l'ultimo.
MARCO BOATO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intervengo solo per associarmi alla sottolineatura critica che ha fatto il collega Lusetti riguardo alla presentazione da parte del Governo dell'articolo aggiuntivo 23.01.
Quando i gruppi hanno ricevuto il testo di questo articolo aggiuntivo, alcuni alle 19,41 di ieri, altri alle 19,43, di fronte ad un termine per la presentazione di subemendamenti fissato alle 9 di questa mattina, varie componenti del gruppo misto hanno rilevato come un termine così ridotto per la presentazione di subemendamenti riferiti ad una proposta emendativa importante del Governo presentata in tarda serata fosse assolutamente inadeguato.
Mi associo pertanto ai rilievi del collega Lusetti e mi auguro che una situazione del genere non si verifichi più.
PIETRO ARMANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, ho appreso che sul mio subemendamento 0.23.01.1 - riferito all'articolo aggiuntivo 23.01 del Governo che, come hanno ricordato i colleghi Lusetti e Boato, è stato presentato in extremis ieri sera - la V Commissione ha espresso un parere contrario. Non capisco il motivo di tale parere contrario; infatti, il mio subemendamento prevede una corretta copertura finanziaria, a differenza di un altro mio emendamento che ne era privo. Non vedo, quindi, per quale ragione sia stato formulato tale parere contrario.
Tra l'altro, signor Presidente, ritengo che quello della copertura sia un problema, per così dire, di mero «ragionierismo» della Ragioneria generale dello Stato. Infatti, vi è un precedente nato da una presa di posizione relativa ad alcune interrogazioni rivolte al dipartimento per le politiche fiscali del Ministero dell'economia e delle finanze del giugno 2003 a seguito delle quali ho inviato una lettera al ministro Tremonti.
Signor Presidente, quando una provvidenza per l'edilizia viene rinnovata sistematicamente, dal 1997 in poi, senza soluzione di continuità, l'economia e la finanza pubblica insegnano che un problema che è inizialmente di carenza in termini di competenza, nel momento in cui la cassa subentra a compensarlo non è più un problema di competenza, bensì di copertura sistematica.
La Ragioneria non ha ancora compreso questo problema. Pertanto, signor Presidente vorrei lasciare agli atti la mia protesta per questa «mentalità» assolutamente inaccettabile della Ragioneria, per la quale i conti non vengono fatti correttamente.
Quindi, inviterei il Ragioniere dello Stato, che peraltro è un esimio economista, a leggersi alcuni trattati di scienza delle finanze sul rapporto fra competenza e cassa!
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Armani, e auspico che le sue considerazioni siano accettate come suggerimento.
DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, vorrei soltanto chiederle se fosse possibile sollecitare la V Commissione a riconsiderare il parere contrario espresso sugli articoli aggiuntivi Duca 23-septies.08 e Leo 23-septies.019, atteso che gli stessi sono stati riformulati e sottoscritti da tutta la Commissione e dal Comitato dei nove.
Quindi, per suo tramite, chiederei alla V Commissione di riconsiderare tali proposte emendative, sulla base della riformulazione che in sede di espressione dei pareri il relatore ed il Governo illustreranno.
RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, vorrei brevemente sottolineare la questione, che già alcuni colleghi hanno evidenziato, relativa al comportamento del Governo in ordine alla presentazione di alcune sue proposte emendative riferite al decreto-legge in esame.
Tali proposte emendative sono state presentate poco prima dell'inizio della seduta; dopo che, si sono svolti la discussione sulle linee generali e il dibattito sul complesso degli emendamenti. Ci troviamo, quindi, ad esaminarne il contenuto con qualche difficoltà. Peraltro, molte volte si tratta anche di provvedimenti eterogenei per materia. Lei stesso, poco fa, nel rispondere al collega Benvenuto, o subito prima (non ricordo), dichiarando la sua disponibilità (e la ringrazio per questo, signor Presidente), ha parlato di oggettiva eterogeneità della materia.
Signor Presidente, come lei mi insegna, siamo di fronte ad un decreto-legge e la questione della eterogeneità della materia contrasta con alcuni principi della nostra Costituzione e anche con le sentenze della
stessa Corte costituzionale, che richiamano tutti ad una rigorosa applicazione della normativa sulla decretazione d'urgenza.
Questo è un tema di cui discuteremo anche all'interno della Giunta per il regolamento: ci si trova di fronte ad una diffusione della decretazione d'urgenza da parte del Governo caratterizzata anche da una grande eterogeneità di materia, fino ad arrivare alla proroga dei condoni fiscali.
Ricordava prima il collega Armani che siamo negli ultimi anni ormai di fronte ad una situazione di continuità, nel senso che la normalità è rappresentata dal condono e dal pagamento delle tasse.
Veda, collega Armani, mi permetta una battuta: non credo che la Ragioneria generale dello Stato accoglierà sicuramente la sua raccomandazione. Qui siamo di fronte ad un altro problema, ovvero al fatto che Tremonti ed il Governo sono costretti ad adottare questi comportamenti perché le casse dello Stato sono vuote ed emergono preoccupazioni per quanto riguarda la copertura finanziaria di alcuni provvedimenti, anche di pochi milioni di euro! Sappiamo con quanta fatica si cerchi di farlo!
C'è quindi una situazione disastrosa, frutto della decisione, più volte assunta, in termini di finanza creativa da parte di questo ministro e di una politica economica che ha portato a queste conseguenze, per cui anche oggi abbiamo una previsione di proroga relativa ad un condono.
È inaccettabile tutto ciò: credo che non ci si trovi di fronte soltanto alla necessità di essere più rigorosi per quanto riguarda l'ammissibilità degli emendamenti - non è soltanto una questione regolamentare, quanto politica -, perché attraverso l'uso «fiume» della decretazione d'urgenza e dei decreti legislativi il Parlamento viene espropriato del proprio ruolo. Questo, a mio avviso, è negativo per tutti (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!
ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, considerato che si stanno sciogliendo una serie di dubbi e di perplessità, vorrei chiedere alla Presidenza la cortesia di dissipare una perplessità al sottoscritto per il buon andamento dei lavori. È stato introdotto in Commissione, insieme a tutta una serie di emendamenti ed articoli, l'articolo 21 che è stato completamente riscritto, relativo alle concessioni autostradali.
Se lei guarda il testo dell'articolo, si renderà conto che tra il «metro» utilizzato dalla Presidenza dell'Assemblea per la valutazione di ammissibilità degli emendamenti ed il «metro» adoperato dalla Commissione vi è una diversità di giudizio, dal momento che sicuramente gli articoli 86, comma 1, e 96-bis comma 7, del regolamento in questo caso sono stati applicati, con qualche dubbio da parte mia nel senso dell'estraneità della materia; peraltro la compatibilità con il contesto più generale del provvedimento è alquanto dubbia.
So che la Presidenza della Camera, e quindi lei, mi darà una risposta formale (probabilmente anche rispettosa delle decisioni assunte dal presidente della Commissione) e che in qualche modo troverà «appigli» per giustificare quanto accaduto; ma in ogni caso, la pregherei di svolgere un supplemento di istruttoria, magari investendo il presidente Bruno, persona sempre così cortese. Effettivamente queste previsioni ulteriori sono al limite del rispetto della norma regolamentare e appaiono come non giustificate: le chiedo pertanto la cortesia di un riesame, perché appaiono veramente materie nuove e niente affatto compatibili con il titolo del provvedimento, nonché con il complesso delle norme che in esso sono trattate.
PRESIDENTE. Onorevole Boccia, in merito all'emendamento del Governo interamente sostitutivo dell'articolo 21, approvato dalla Commissione, faccio presente che esso è stato ritenuto ammissibile in quanto incidente sulla medesima materia oggetto della norma di proroga con
tenuta nel testo dell'articolo 21 approvato dal Senato e recante una disciplina di tipo ordinamentale avente la medesima finalità della norma di legge.
Onorevole Bruno, ritiene opportuno intervenire su tale argomento?
DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, mi pare che lei abbia colto le motivazioni che hanno indotto la presidenza della I Commissione alla suddetta valutazione. L'ammissibilità dell'emendamento del Governo risiede in quanto da lei adesso riferito.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bruno.
Onorevole Innocenti, lei ha sollevato una questione avente un valore di carattere generale. Penso non si possa risolverla in tale sede, né credo fosse questa la finalità che lei voleva perseguire. In ogni caso, mi farò carico di riferire quanto lei ha detto al Presidente della Camera. Dunque, la Presidenza, nelle sedi opportune, potrà riconsiderare quello che lei segnala come elemento da chiarire ulteriormente.
Per quanto riguarda il termine per la presentazione dei subemendamenti, rilevo, in primo luogo, che la proposta emendativa del Governo presentava contenuti analoghi ad un emendamento già presentato dal Governo, contenuto nel fascicolo e sul quale erano già stati presentati subemendamenti. Il termine, comunque, è conforme alla prassi e, peraltro, non sono state richieste proroghe da parte dei gruppi. Vorrei precisare che, al momento della presentazione di tale proposta emendativa da parte del Governo, nessuno dei gruppi ha sollevato questioni.
Onorevole Lusetti, il problema ha sicuramente a che vedere con i rapporti tra Governo e Parlamento, ma credo che il discorso riguardi più l'opportunità che la regolarità del procedimento seguito.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, il mio emendamento 17.1 è stato dichiarato inammissibile dalla Presidenza. Risulta abbastanza singolare che, rispetto ad un provvedimento che reca la proroga di termini, non venga ammesso un emendamento che non fa altro che prorogare i termini per l'applicazione delle modalità di transito volontario nella pubblica amministrazione da parte del personale dell'ENAV a seguito della privatizzazione della società stessa. Il provvedimento in esame riguarda tantissime materie ed il mio emendamento non fa altro che introdurre elementi di natura temporale. Dunque, da un punto di vista politico può essere opportuno o meno accettare un emendamento di tale natura: si tratterebbe di una valutazione di carattere politico, e non potrei che prenderne atto. Sull'inammissibilità, invece, avanzo qualche riserva.
PRESIDENTE. Onorevole Gibelli, ha fatto bene ad avanzare le riserve che riteneva opportune. Tuttavia, devo ribadire che il suo emendamento 17.1, dichiarato inammissibile dalla Presidenza, non riproduce il contenuto di emendamenti previamente presentati in sede di Commissione di merito.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MAURIZIO SAIA, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Benvenuto 2-bis.01 e Antonio Pepe 2-bis.03, sull'emendamento Fontanini 3.1, sugli identici emendamenti Mascia 9.1, Vianello 9.2, Realacci 9.3 e Boato 9.4, nonché sull'emendamento Realacci 9.6. La Commissione esprime invece parere favorevole sull'emendamento Realacci 9.5, a condizione che venga accolta la seguente riformulazione: sostituire le parole «31 dicembre 2004» con le parole «30 aprile 2005».
La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Mascia 10.2, Vianello 10.6, Realacci 10.7 e Boato 10.8, nonché sull'emendamento Antonio Barbieri 10.4. La Commissione inoltre invita
al ritiro dell'emendamento Carlucci 10.3, per una sua eventuale trasformazione in ordine del giorno; altrimenti, il parere è contrario. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Fontanini 10.1, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Leo 10.5.
La Commissione esprime inoltre parere contrario sugli emendamenti Lion 10-bis.4 e 10-bis.5 e Albonetti 10-bis.2 e 10-bis.3, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Duca 10-bis.1, nonché sugli articoli aggiuntivi Gambini 11.02 (ad eccezione della lettera b), ritenuta inammissibile dalla Presidenza), Bertolini 11.04, sugli identici articoli aggiuntivi Polledri 11.01 e Leo 11.05, sull'articolo aggiuntivo Mazzocchi 11.03, sugli identici articoli aggiuntivi Mazzocchi 11.07 e Paola Mariani 11.08 e sull'articolo aggiuntivo Gambini 11.09.
La Commissione esprime invece parere contrario sugli identici emendamenti Mascia 14.1 e Boato 14.2, nonché sugli identici emendamenti Mazzocchi 14.3 e Paola Mariani 14.4. Allo stesso modo, il parere è contrario sugli emendamenti Mascia 17.2 e sugli identici emendamenti Fontanini 18.1 e Mascia 18.2. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Leo 20-bis.1 e 20-bis.2 del Governo. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Vigni 21.7, Iannuzzi 21.19 e Boato 21.27, sugli emendamenti Fontanini 21.1, Boato 21.28 e 21.29, Iannuzzi 21.20, Vigni 21.8, Boato 21.30, 21.31, 21.32 e 21.33, Realacci 21.22, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Stradella 21.6, contrario sull'emendamento Boato 21.38 e favorevole sull'emendamento Stradella 21.5.
La Commissione esprime, inoltre, parere contrario sugli identici emendamenti Vigni 21.9 e Boato 21. 34, nonché sugli identici emendamenti Vigni 21.10 e Boato 21.36, sugli emendamenti Boato 21.37 e 21.35, Vigni 21.11, Realacci 21.23, Boato 21.39, 21.40 e 21.41, Vigni 21.12 e 21.13, Boato 21.42, Realacci 21.24, Iannuzzi 21.25 e Boato 21.43, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Armani 21.2.
Il parere è contrario sugli emendamenti Boato 21.44, Vigni 21.14, Boato 21.45 e 21.46, Vigni 21.16 e Crisci 21.17. Vi è invece un invito al ritiro dell'emendamento De Laurentiis 21.52, per una sua eventuale trasformazione in ordine del giorno; altrimenti il parere è contrario.
La Commissione invita altresì a ritirare l'emendamento De Laurentiis 21.53 ed a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, altrimenti il parere è contrario. Il parere è contrario sugli emendamenti Crisci. 21.18, Boato 21.47, nonché sugli identici emendamenti Vigni 21.15, Iannuzzi 21.26 e Boato 21.48. L'emendamento Armani 21.4 sarebbe precluso ove fosse approvato l'emendamento Stradella 21.5. La Commissione esprime, altresì, parere contrario sugli emendamenti Boato 21.49, 21.50 e 21.51, nonché sugli emendamenti Pasetto 23.11 e Mascia 23.2 e sugli identici emendamenti Raffaldini 23.4 e Rosato 23.12, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 23.17 del Governo.
Il parere è contrario sugli identici emendamenti Sardelli 23.1, Raffaldini 23.5 e Pasetto 23.13, sugli emendamenti Boato 23.14, Mascia 23.3 e Raffaldini 23.6, nonché sugli identici emendamenti Detomas 23.7, Olivieri 23.9 e Boato 23.16. Il parere è, altresì, contrario sugli identici emendamenti Detomas 23.8 e Olivieri 23.10, nonché sull'emendamento Pasetto 23.15.
La Commissione esprime parere contrario sui subemendamenti Armani 0.23.01.1 e 0.23.01.2 e parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 23.01 del Governo, mentre invita a ritirare, altrimenti il parere è contrario, l'articolo aggiuntivo Iannuzzi 23.03, nonché gli articoli aggiuntivi Fontanini 23.05 ed Abbondanzieri 23.02, i quali, comunque, sarebbero assorbiti dall'approvazione dell'articolo aggiuntivo 23.01 del Governo.
Il parere è contrario sull'emendamento Zanella 23-bis.1, mentre è favorevole sull'articolo aggiuntivo Migliori 23-bis.01 e sull'emendamento 23-quinquies.1 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento); esprimo parere contrario sull'emendamento Valpiana 23-ter.1, sugli identici emendamenti Vianello 23-sexies.1 e Realacci 23-sexies.2, nonché sul
l'articolo aggiuntivo Cozzi 23-septies.05, mentre esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Leo 23-septies.04.
La Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Duca 23-septies.08, a condizione che ne venga accettata la seguente riformulazione: «All'articolo 4, comma 153 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, dopo le parole «di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 139» aggiungere le seguenti «nonché per le finalità di cui all'articolo 5 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito con modificazioni dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, e dell'articolo 1, comma 1, della legge 18 giugno 1998, n. 194».
Al comma 2 si prevede: «Per lo sviluppo e la realizzazione delle infrastrutture aeroportuali, di cui alle predette leggi nn. 139 del 1992 e 135 del 1997 ed alla legge n. 166 del 2002 e successive modificazioni, è autorizzato in favore dell'ENAC un contributo annuo, a decorrere dal 2004, di 10 milioni di euro. Al relativo onere si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1997, n. 250, articolo 7, comma 1 lettera a), come determinato nella tabella C della legge n. 350 del 2003».
La Commissione esprime, altresì, parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Antonio Leone 23-septies.01, a condizione che venga eliminato il primo comma sul quale il parere è contrario.
Gli articoli aggiuntivi Carrara 23-septies. 020, Marras 23-septies. 012 e 23-septies. 016 del Governo sono stati ritirati.
Gli articoli aggiuntivi Maninetti 23-septies. 06, Villetti 23-septies. 07, Benvenuto 23-septies. 09 e 23-septies. 010, Zanetta 23-septies. 011, Parolo 23-septies. 014, 23-septies. 015 del Governo, Lettieri 23-septies. 017, Migliori 23-septies. 018 e 23-septies. 021 del Governo sono inammissibili.
Infine, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Leo 23-septies. 019.
PRESIDENTE. Il Governo?
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore su tutte le proposte emendative, tranne in ordine all'articolo aggiuntivo Leo 23-septies.04, sul quale esprime parere contrario, escludendo che vi possa essere una proroga anche con riferimento all'adesione al concordato preventivo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Benvenuto 2-bis.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mattarella. Ne ha facoltà.
SERGIO MATTARELLA. Intervengo sulla proposta emendativa in esame, che mi offre la prima occasione per entrare nel merito del decreto-legge.
Poco fa la Presidenza ha dichiarato una serie di inammissibilità in considerazione del carattere eterogeneo di alcuni emendamenti e, certamente, ha agito secondo il regolamento. Tuttavia, è l'intero decreto-legge ad essere eterogeneo ed a rappresentare l'esempio lampante di un cattivo modo di legiferare.
Infatti, attraverso questo provvedimento, il Governo ha ricompreso sotto la voce «differimento termini» norme eterogenee che hanno avuto bisogno, oltre che del parere della I Commissione, anche di quello di altre otto Commissioni, trattandosi di materie che attraversano la competenza di due terzi di questa Camera.
Vi sono due ragioni che fanno di questo decreto un pessimo esempio del modo di legiferare. La prima è che, in molti casi, si tratta di differire l'efficacia temporale di norme a causa dell'inerzia delle amministrazioni; con questo provvedimento, il Governo, anziché indurre le amministrazioni, i vari Ministeri, a provvedere agli adempimenti per rispettare i termini previsti da leggi precedenti, li incoraggia all'inerzia rispetto a tali termini. Il secondo motivo consiste nella eterogeneità: qualunque operatore, qualunque cittadino legga questo decreto e le numerose norme che esso contiene ha il diritto di sentirsi disorientato. Infatti, l'eterogeneità rende difficile
districarsi tra le norme del provvedimento e rende difficoltoso per il cittadino comprendere che tipo di disposizioni siano contenute all'interno di un testo denominato «differimento termini».
Inoltre, vi sono norme, Presidente, che non attengono affatto a termini da differire, riguardando invece altre questioni e altri aspetti. Ne cito due tra le tante: il comma 1 dell'articolo 23 e l'articolo 8.
Vi sono articoli di questo decreto-legge al loro interno eterogenei perché ciascuno di essi riguarda materie diverse.
PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, onorevole Mattarella. Prego i colleghi di consentire all'onorevole Mattarella, che sta parlando di cose importanti, di essere ascoltato, quanto meno dalla Presidenza: io gradisco ascoltare chi interviene ed il brusio toglie ogni possibilità di percepire le parole.
Prego, onorevole Mattarella, prosegua pure.
SERGIO MATTARELLA. Grazie, Presidente.
Come è noto, il richiamo alla qualità delle leggi è un po' come le esortazioni che faceva Cassandra: è bene farlo anche in quest'aula.
Come dicevo, vi sono articoli eterogenei al loro interno che hanno titoli e rubriche (che sono quelli che dovrebbero orientare chi legge il provvedimento, ovvero il cittadino e l'operatore del diritto) inadeguati a dar conto di quello che è il contenuto del singolo articolo e che, conseguentemente, trarranno in inganno il cittadino che leggerà i titoli dei singoli articoli di questo provvedimento.
In questo decreto-legge vi sono anche altri difetti. Tra questi, ne ricordo due. In primo luogo, con questo provvedimento il Governo ha rilegificato materie già delegificate; difatti, con l'articolo 4 e con gli articoli 20 e 20-bis, il Governo mette in norma di legge delle materie già assegnate alla normazione secondaria (in particolare, ai regolamenti). Con l'articolo 4, ad esempio, si proroga un termine stabilito con un regolamento emanato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri; sarebbe stato sufficiente, quindi, un altro regolamento emanato nelle stesse forme (con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) per differire il termine. Con gli articoli 20 e 20-bis si provvede a differire i termini, già stabiliti con legge del 1992 e ribadita nel 2003, su materie delegificate ed attribuite a regolamenti amministrativi. In secondo luogo, vi sono dei casi in cui si creano dei vuoti normativi ed il cittadino conseguentemente non saprà come muoversi; a questo proposito ricordo gli articoli 23, comma secondo, e l'articolo 15. Nel secondo comma dell'articolo 23, che riguarda i trattamenti di invalidità civile, non vi è alcuna citazione della materia: chi legge quell'articolo vede soltanto numeri di leggi a cui si fa rinvio senza, ripeto, alcun richiamo alla materia. Inoltre si crea, come detto, un vuoto legislativo; difatti, tre mesi fa, il Governo, con un altro decreto-legge ha previsto un certo regime per il ricorso in tema di invalidità civile. Con il decreto-legge al nostro esame, dopo appena tre mesi, lo modifica. Rimane, però, un vuoto in ordine al trattamento da prevedersi per i ricorsi presentati nei tre mesi che intercorrono fra un decreto-legge e l'altro.
Questi sono problemi che riguarderanno casi concreti di cittadini che non sapranno a chi rivolgersi ai fini del ricorso in tema di invalidità civile. Lo stesso discorso vale per l'articolo 15, e così via.
Il decreto-legge al nostro esame è un'antologia di come non si fanno le leggi: si rilegificano norme già delegificate ed assegnate ai regolamenti amministrativi, si prevedono nello stesso articolo norme di carattere eterogeneo, si evita di chiarire qual è il contenuto delle norme nel titolo degli articoli, si lasciano vuoti normativi.
Presidente, con questo decreto-legge il Governo indica in maniera scolastica come non si fanno norme di legge (Applausi deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, sarò brevissimo. Condivido, dalla prima all'ultima parola, l'intervento svolto dal collega Mattarella, che ritengo assolutamente fondato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benvenuto. Ne ha facoltà.
GIORGIO BENVENUTO. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in esame tende, ponendo un problema di proroga, ad introdurre degli incentivi per le auto ecologiche. Non riesco, quindi, a comprendere il perché del parere contrario espresso sullo stesso dal relatore e dal Governo.
Ricordo che le proposte formulate su tale argomento tengono conto dell'esito di un'indagine conoscitiva svolta dalla Commissione attività produttive e degli orientamenti comuni dei gruppi della maggioranza e dell'opposizione sul tema degli investimenti e delle misure di sostegno volte a favorire le automobili ecologiche.
Si tratta di un meccanismo di incentivi che ha un triplice valore. In primo luogo, esso sostiene e rafforza la ricerca e l'innovazione tecnologica nel nostro paese. Inoltre, è volto al mantenimento e allo sviluppo dell'occupazione, tenendo anche conto della tradizione italiana in questo settore. Infine, affronta il problema della difesa e della valorizzazione dell'ambiente.
In queste settimane ci siamo trovati di fronte alla questione dello smog e delle polveri nelle grandi città e al conseguente blocco della circolazione, riscontrando un atteggiamento unanime di tutte le forze politiche, di sindaci e amministrazioni comunali, sia di centrodestra sia di centrosinistra, che sollecitano soluzioni tempestive rispetto all'esigenza di diffusione di mezzi di trasporto che rispettino l'ambiente e l'ecologia. Abbiamo constatato la notevole attenzione dedicata dalla stampa e dai mezzi di informazione radiotelevisivi ad un rapporto redatto negli Stati Uniti, che segnala il rischio di un profondo degrado ecologico del nostro pianeta nei prossimi anni.
Per tali motivi, abbiamo presentato l'articolo aggiuntivo in esame. Siamo consapevoli di avere a che fare con un ministro dell'economia che affronta i problemi esclusivamente in termini di condoni e facilitazioni in favore di una parte del paese. Tuttavia, ci appelliamo alla sensibilità e alla coerenza dei colleghi e richiamiamo l'attenzione del Governo, in quanto riteniamo che la proroga degli incentivi non solo rafforzi la nostra industria automobilistica e in particolare determinati siti produttivi, contribuendo quindi in modo intelligente e valido alla difesa dell'occupazione, ma fornisca anche risposte importanti e concrete per quanto riguarda la tutela dell'ambiente. Pertanto, invitiamo i colleghi a valutare positivamente la proposta di proroga da noi formulata, al fine di favorire lo sviluppo degli ecoincentivi per la circolazione automobilistica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.
MICHELE VIANELLO. Signor Presidente, intervengo a sostegno dell'articolo aggiuntivo Benvenuto 2-bis.01. In questi giorni, in numerose città italiane si stanno chiudendo i centri storici ovvero si stanno introducendo pedaggi per l'ingresso negli stessi, al fine di abbattere le emissioni delle automobili e dei mezzi pesanti.
Con l'articolo aggiuntivo in esame, si propone di incentivare i mezzi ecologici. Riteniamo infatti inutile penalizzare i cittadini e gli utenti, quando, al contrario, sussiste la possibilità, mediante un provvedimento ad hoc, di promuovere il cambiamento di una parte del parco auto del nostro paese, al fine di intervenire sull'inquinamento delle città a monte, anziché a valle. Tale inquinamento, come è noto, costituisce un grave attentato alla salute dei cittadini, e soprattutto contribuisce a provocare l'effetto serra, di cui in questi giorni ha parlato diffusamente la stampa internazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pistone. Ne ha facoltà.
GABRIELLA PISTONE. Signor Presidente, intervengo per sostenere un emendamento da me sottoscritto e per porre davvero il Governo in mora; infatti, come è stato già osservato, con il provvedimento in esame si propongono - e verranno probabilmente approvate - proroghe davvero assai discutibili (si pensi, anzitutto, ai condoni). Invece, una proposta seria, che davvero favorisca la ricerca e tenda a tutelare l'ambiente, non è neppure presa in considerazione dal Governo. È, davvero, una situazione di cui vi dovrete fare carico; e troppe altre ve ne sarebbero.
Ad esempio, tagliando la ricerca o, appunto, gli ecoincentivi - che volgono l'attenzione verso l'ambiente -, di fatto, non immaginate neanche quali danni provochiate; i tagli alla ricerca e la mancata attenzione ai problemi dell'ambiente, in poco tempo, si ritorceranno contro il paese, in quanto si determineranno danni economici di ritorno. Spiace doverlo dire, ma ne sarete voi i responsabili, atteso che, in questi anni, state perseguendo, da tale punto di vista, politiche scellerate.
Le testate dei giornali hanno dato, ieri, grande eco ad un rapporto del Pentagono - non riconducibile, quindi, alla nostra parte politica - che considera il problema ambientale alla base della più grande calamità del nostro secolo e prevede che mieterà vittime sulla terra molto più di quanto non abbiano fatto molte malattie. Ebbene, ritengo davvero irresponsabile che, in tale frangente, non vi facciate carico della necessità di una proroga accogliendo una proposta emendativa. Quest'ultima, di per sé, certo, non può risolvere il problema ambientale ma va senz'altro nella direzione che dobbiamo tutti seguire, nella convinzione che, se davvero vogliamo difendere l'ambiente, dobbiamo intervenire con i fatti, e non solo con le parole. Di propaganda, infatti, ne abbiamo sentita tanta; noi, gli ambientalisti ed i nostri figli vogliamo i fatti: di ambiente, si può morire (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cima. Ne ha facoltà.
LAURA CIMA. Signor Presidente, sarò breve per non sottrarre troppo tempo al mio gruppo; desidero rendere nota la decisione, mia e dell'onorevole Zanella, di sottoscrivere la proposta emendativa in esame, a prima firma Benvenuto. Infatti, ne condividiamo il contenuto in quanto la situazione delle nostre città è sempre più drammatica; le polveri e l'inquinamento dovuti al traffico inducono, ormai, ad assumere misure quali il blocco della circolazione stradale nelle città. Misure che, se adottate durante la domenica o il sabato, quando molti cittadini sono in vacanza, sono anche piacevoli, facendo riscoprire il silenzio e la bellezza delle nostre città; ma, durante i giorni lavorativi, sono comunque fonte di disagio. Allora, bisogna cercare di trovare altre soluzioni, tenendo presente che l'Italia, in realtà, non sta assolutamente riducendo le emissioni, come, invece, avremmo dovuto fare in base al protocollo di Kyoto (esse, al contrario, stanno continuamente aumentando). La ricerca - che pare sia pervenuta a risultati davvero drammatici -, tenuta segreta da Bush, ma di cui hanno parlato gli organi di stampa in questi giorni, prevede un tempo cortissimo (10, 15 o, al più, 20 anni) perché la catastrofe conseguente al cambiamento climatico provochi situazioni di crisi geopolitica molto più forti del terrorismo.
Quindi, questo vorrebbe dire che il Governo si rende conto che non può più sottovalutare, nel modo in cui fa, i problemi ambientali e poiché questo provvedimento, in realtà, come vediamo, proroga scadenze relative a questioni ambientali che non si possono più rinviare, noi chiediamo, invece, di tenere conto di provvedimenti positivi come quelli previsti da questo articolo aggiuntivo dell'onorevole Benvenuto, che sicuramente possono portare
benefici rispetto all'inquinamento di tutte le nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, volevo innanzitutto sottoscrivere questo articolo aggiuntivo per le ragioni che sono state espresse dal collega Benvenuto, che condivido completamente. Volevo anche chiedere ai colleghi un minimo di attenzione perché il dibattito approfondito che ci sarà su questo provvedimento è anche finalizzato ad ottenere alcuni miglioramenti per noi importantissimi. So che il sottosegretario Ventucci è persona sensibile e noi conosciamo le condizioni in cui ci troviamo a lavorare. Il collega Mattarella ha spiegato che si tratta di un provvedimento estremamente disomogeneo e sappiamo anche che esso dovrà per forza tornare al Senato: quindi, è possibile modificarlo in meglio in varie parti e una di queste è quella proposta dall'articolo aggiuntivo in esame.
In ogni caso, in questo breve intervento voglio sottolineare ai colleghi della maggioranza e anche al sottosegretario Ventucci un problema che è collegato esattamente al tema che stiamo affrontando, vale a dire le questioni ambientali. L'allarme che il rapporto dell'amministrazione americana ha lanciato ieri - ma già lo sapevamo - è che il terrorismo, pericolo terribile, in realtà miete molte meno vittime dell'inquinamento ambientale. È vero oggi e sarà vero anche in futuro: basti pensare alle nostre città e a quello che accade con le polveri sottili.
Ebbene, in questo provvedimento, all'articolo 23, in una misura che fiscalizza...
PRESIDENTE. Onorevole Realacci, la prego di concludere.
ERMETE REALACCI. Concludo, signor Presidente.
In una misura che assorbe le diminuzioni del prezzo della benzina per pagare, giustamente, il contratto dei ferrotranvieri, viene sottratta una parte di questo introito al finanziamento del trasporto pubblico locale. Pertanto, reinserire questo introito è essenziale per le politiche ambientali e permetterebbe un'approvazione più sollecita del provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Filippeschi. Ne ha facoltà.
MARCO FILIPPESCHI. Signor Presidente, a sostegno dell'articolo aggiuntivo in esame porto un esempio concreto, quello dell'azienda ILT, del gruppo PIEL, che produce distributori di idrogeno e adatta le automobili a questo tipo di alimentazione. Questa azienda, con sede a Pontedera, la città della Piaggio, annuncia oggi, proprio oggi, che si ingrandisce, trasferendo lo stabilimento, assumendo 20 nuovi lavoratori e passando così da 70 a 90 addetti.
Si tratta di un segno e di un esempio concreto, come dicevo, che dovrebbe incoraggiare la Camera a procedere anche alla proroga degli ecoincentivi e all'adozione di politiche innovative per la modernizzazione ecologica dell'economia ed in particolare dei sistemi di mobilità, poiché da questi deriva, come sappiamo, una parte rilevante dell'inquinamento che produce l'effetto serra e lo spreco che, come sappiamo bene, la terra non può più permettersi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente: volevo dire all'onorevole Benvenuto e ai firmatari del suo articolo aggiuntivo 2-bis.01 che il Governo,
ovviamente, non ha alcuna contrarietà in merito, anzi condivide moltissime delle osservazioni fatte anche dagli onorevoli Realacci, Pistone ed altri ancora.
Tuttavia, vi è un problema di copertura che il Governo, ovviamente, sta esaminando. Voglio citare un dato: per l'anno 2004 l'onere ammonta a 137 milioni di euro, al quale occorre aggiungere, per gli anni 2005-2006, altri 54 milioni l'anno. Il Governo pertanto condivide il problema - credo, infatti, che tali ragioni siano condivisibili da tutto il Parlamento -, ma sta studiando la questione della copertura
LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor sottosegretario, abbiamo apprezzato il suo intervento e chiediamo a lei e al relatore di accantonare questo articolo aggiuntivo, in attesa che il Governo faccia i suoi calcoli e poi ci dica se la copertura è ammissibile o meno.
ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, il presidente Violante, con la sua saggezza, ha indicato la soluzione più congrua. Tuttavia, il problema riguarda il merito: se si riconosce che viene recato un torto al sistema delle autonomie e dei sistemi locali, la questione della copertura diventa secondaria, perché, in ogni caso, quando è stata fatta questa previsione, la copertura c'era; è la destinazione delle risorse che entra in discussione!
Noi stiamo sostenendo la tesi dell'utilizzazione delle risorse in maniera difforme dalla volontà finora espressa dal Governo. Non credo si tratti di una questione di copertura, bensì, ripeto, di destinazione delle risorse. Quindi, può essere utile una riflessione.
Mi pare che questo sia il modo di procedere più saggio, perché, Presidente - lo dico a lei per il buon andamento dei nostri lavori, ma mi rivolgo anche al Governo e alla maggioranza -, è evidente che agli articoli 10 e 23 l'opposizione sta riservando una particolare attenzione e che i nostri comportamenti dipendono dalla disponibilità che il Governo, il relatore e la maggioranza manifesteranno sulle questioni affrontate da tali articoli. Quindi, se c'è uno spiraglio per aprire un ragionamento sui problemi di ordine generale che l'opposizione sta sollevando, a questo punto, è il caso di avviare immediatamente questo chiarimento.
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, colgo l'opportunità, che non è sfuggita all'onorevole Violante e all'onorevole Boccia, per precisare che io ho semplicemente detto che il Governo valuterà la questione. Non in questa fase, perché il decreto-legge in esame, come lei sa, presidente Violante, deve tornare al Senato. Quindi, mi rendo perfettamente conto del problema; volevo soltanto assicurare che siamo tutti quanti consenzienti nel merito, ma i soldi in questo momento non ci sono, né vi potranno essere tra un paio di ore, né si può accedere a quanto sostenuto dall'onorevole Boccia. Il Governo sta valutando la questione e mi auguro che quanto prima possa venire incontro a quanto da voi richiesto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Benvenuto 2-bis.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione)
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 366
Maggioranza 184
Hanno votato sì 165
Hanno votato no 201).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Antonio Pepe 2-bis.03 (Commenti) Colleghi, credo si possa lavorare ancora dieci minuti (Commenti) Ritengo che si possa sospendere la seduta alle 14,15.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Antonio Pepe 2-bis.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione...
GIORGIO BENVENUTO. Signor Presidente, avevo chiesto di parlare per dichiarazione di voto!
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Benvenuto. Prego, ne ha facoltà (Commenti).
Colleghi, credo che in Parlamento si venga per parlare e che, se un deputato chiede di parlare, abbia il diritto di farlo (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo). Questa è la mia modesta opinione. Riesco ancora a manifestarle, le opinioni!
Parli pure, onorevole Benvenuto.
GIORGIO BENVENUTO. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Antonio Pepe 2-bis.03. Esso propone l'aggiornamento di alcune proroghe, tenendo conto anche dell'impianto generale del provvedimento al nostro esame e delle decisioni che, in maniera improvvisa, il Governo ha assunto ieri sera, immediatamente prima della votazione di questa mattina, impedendo a numerosi colleghi, di fatto, di presentare proposte emendative.
Riteniamo importante, anche in questo caso, che il Governo svolga una riflessione sulle proposte formulate anche da parte del relatore, trattandosi di soluzioni che affrontano i problemi che sono stati particolarmente evidenziati dalle categorie professionali che operano in questo ambito. Ho visto che, nel corso dell'iter del provvedimento, sono pervenute, proprio da quelle professioni, alcune sollecitazioni volte ad individuare uno scadenzario che tenga conto dell'addensamento che si è venuto a creare per quanto riguarda le diverse scadenze, a causa del modo con il quale il Governo procede, ogni due o tre mesi, al loro aggiornamento.
Ci sembra, allora, che le soluzioni formulate nell'articolo aggiuntivo presentato dall'onorevole Antonio Pepe tengano conto di tali sollecitazioni e possano essere accolte: ciò perché vi è un'evidente discriminazione rispetto ad altre proposte di proroga, presentate da altri colleghi, sulle quali il relatore ha finito per esprimere un parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Antonio Pepe 2-bis.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 352
Votanti 350
Astenuti 2
Maggioranza 176
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 199).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontanini 3.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 356
Votanti 353
Astenuti 3
Maggioranza 177
Hanno votato sì 19
Hanno votato no 334).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mascia 9.1, Vianello 9.2, Realacci 9.3 e Boato 9.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.
MICHELE VIANELLO. Signor Presidente, nel corso degli interventi che mi hanno preceduto, i colleghi hanno già evidenziato come, nella giornata di ieri, sulla stampa internazionale siano stati riprodotti alcuni stralci, o perlomeno alcune osservazioni, riguardo al rapporto elaborato dal Pentagono sulle mutazioni climatiche che interesseranno l'intero globo terracqueo nel corso dei prossimi anni.
Le conclusioni riportate da questo studio molto autorevole (elaborato, come detto, dal Pentagono) evidenziano che, se non si metterà rapidamente un limite alle cause che determinano l'effetto serra, ci troveremo di fronte ad un mondo peggiore rispetto a quello con il quale dobbiamo fare i conti oggi e con un clima assolutamente impazzito.
Ne abbiamo, ormai, la riprova quotidiana. E non si tratta più di allarmi lanciati o di discussioni promosse dagli ambientalisti: sono cose di cui parla tranquillamente la stampa internazionale!
Ribadisco che il Pentagono ha autorevolmente affermato che, probabilmente, le conseguenze delle mutazioni climatiche sono addirittura peggiori di Al Qaeda. Analoga posizione è stata espressa, di recente, dall'organismo di ricerca dell'ONU in materia di mutazioni climatiche: quest'ultimo ha affermato che, se non sarà arginato l'effetto serra, si produrrà uno scioglimento delle calotte polari che determinerà, nel corso dei prossimi cento anni, un innalzamento del livello dei mari dagli otto agli ottanta centimetri, per effetto del quale molti chilometri di costa verranno sommersi dalle acque.
Domanderanno molti colleghi: ma cosa c'entra con l'articolo 9? Ebbene, questo articolo proroga al 31 ottobre 2005 l'obbligo, per le aziende italiane, di adeguarsi ad una direttiva comunitaria, la n. 96/61/CE del Consiglio, nota come «IPPC» (Integrated Pollution Prevention and Control). Tale direttiva prevede che le grandi industrie, soprattutto quelle che emettono pulviscolo nell'atmosfera (chimiche, meccaniche, di trasformazione mineraria, cartiere, e così via), debbano adottare nei loro procedimenti produttivi metodi e tecnologie tali da non superare una determinata soglia di emissioni, soprattutto di anidride solforosa, maggiore responsabile, appunto, del cosiddetto effetto serra.
La stragrande maggioranza dei paesi europei si sta rapidamente adeguando. Cosa fa il Governo italiano? Naturalmente, sotto la pressione delle notissime lobby, proroga di un altro anno, al 31 ottobre 2005, l'obbligo per le aziende italiane di adeguarsi alle direttive comunitarie! E non mi si venga a raccontare, per piacere, che il Protocollo di Kyoto non si applica perché gli Stati Uniti e la Russia non ci stanno (le battute sulle amicizie di Berlusconi si potrebbero sprecare, ma poiché si tratta di un argomento troppo serio, non voglio sprecare tempo in facezie)!
L'intera Unione europea, compresa l'Italia, ha deciso di aderire al Protocollo di Kyoto, che questo Parlamento ha ratificato un anno e mezzo fa. Non si può ratificare il Protocollo di Kyoto e, poi, quando si tratta di applicarlo, fare tutt'altro: per quanto riguarda le auto ecologiche, niente da fare; sul fatto che le grandi aziende italiane si mettano in regola, niente da fare; di intervenire sulla necessità di adeguarci agli standard minimi, poi, non se ne parla nemmeno, perché la cosiddetta competitività italiana verrebbe messa in discussione!
Ora, ho apprezzato molto l'intervento del sottosegretario Ventucci, soprattutto
quando ha affermato che tutto il Parlamento ha a cuore le sorti dell'ambiente (certo, siamo pronti a stracciarci le vesti...).
Signor sottosegretario, bisogna pensare quando si proroga di un ulteriore anno l'adeguamento alla direttiva comunitaria se non ci sono conseguenze per l'erario, se non c'è un problema di bilancio, non c'è alcuna giustificazione, ma soltanto una scelta politica, soltanto una scelta di sviluppo, soltanto una precisa scelta di politica ambientale!
Per l'Italia si tratta di decidere: o si segue l'esempio degli altri partner...
PRESIDENTE. Onorevole Vianello...
MICHELE VIANELLO. ...comunitari che hanno aderito da tempo alla direttiva IPPC oppure, subendo, ancora una volta, il peso delle grandi lobby e, in particolare, della grande industria chimica - diciamocelo con molta franchezza, come dimostrerà l'esame del successivo articolo 10 - rimandiamo di un altro anno e mezzo...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vianello.
MICHELE VIANELLO. Signor sottosegretario, questo è assolutamente inaccettabile!
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vianello.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mascia. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, com'è già stato ricordato, il quotidiano britannico The Observer ha rivelato, proprio in questi ultimi giorni, il contenuto di un rapporto segreto del Pentagono circa i bruschi cambiamenti climatici che potrebbero travolgere il pianeta tra il 2010 ed il 2020: siccità, inondazioni ed altri scenari apocalittici minaccerebbero addirittura la sopravvivenza della specie umana. Da tale quotidiano si evince che il Presidente Bush, naturalmente, tenta di occultare questo studio per non mettere in discussione le sue scelte di politica economica.
Il nodo della questione è il seguente: tutti i paesi, ad iniziare dai relativi governi, si sciacquano la bocca sulle emergenze ambientali. Nel corso di questi anni, hanno firmato protocolli, come quello di Kyoto, ma, quando si tratta di compiere le scelte di politica economica, sia quelle grandi sia quelle piccole, si entra in contraddizione.
Come, giustamente ha evidenziato il collega, stiamo discutendo di un articolo, di cui chiediamo la soppressione, apparentemente burocratico, come appare burocratico l'intero provvedimento in esame che tratta di proroghe e di termini, argomento assolutamente non interessante, né appassionante. Tuttavia, si apprende che il Governo, per attuare il decreto legislativo n. 372 del 1999, concernente il rinnovo dell'autorizzazione ambientale integrata, dopo quattro anni dall'adozione di quel provvedimento, chiede altri venti mesi. Questi venti mesi sono importanti, fondamentali. Infatti, quando si tratta di determinare scelte applicative di indirizzi (in questo caso, si tratta di una direttiva europea; la partita di cui discutiamo ha tale dimensione ed ha a che fare con il rischio di disastri ambientali sempre più immanenti), anche il semplice problema di una proroga assume un valore molto importante.
In questo caso, si tratta di stabilire le procedure, i tempi e le modalità affinché gli impianti delle imprese possano essere adeguati, affinché le emissioni in atmosfere, per metodi e per tecnologie, possano rientrare in determinati parametri con riferimento alla preoccupazione dell'effetto serra.
In quest'ottica, l'articolo 9 assume un valore molto importante, poiché la Commissione europea ha già avuto modo di richiamare il nostro paese con una messa in mora per inadempienze. Non si tratta quindi di un fatto burocratico, ma di una questione che assume un valore particolare per la grande sensibilità che le cittadine e i cittadini di questo paese dimo
strano rispetto al problema dell'ambiente e per la giusta preoccupazione che, se non ci sarà un drastico rovesciamento delle politiche economiche e delle scelte del Governo in questa materia, le prospettive del pianeta nel suo insieme saranno assai rilevanti.
C'è un'assunzione di responsabilità che passa anche attraverso scelte specifiche, come quelle riguardanti l'articolo 9, di cui chiediamo la soppressione.
PRESIDENTE. Sono previsti altri tre interventi sugli identici emendamenti in esame e la relativa votazione, dopo la quale sospenderò la seduta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Raffaella Mariani. Ne ha facoltà.
RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, intervengo per ribadire alcune questioni che già sono state evidenziate per ricordare che l'ulteriore rinvio dell'attuazione del decreto legislativo n. 372 del 1999 (quindi, già in atto da circa 5 anni), non tiene conto delle procedure di contenzioso in sede comunitaria.
Dobbiamo ricordare che risale al 19 dicembre 2003 l'ulteriore messa in mora del nostro paese da parte della Commissione europea, perché non sono stati rispettati gli obblighi derivanti dalla direttiva comunitaria n. 85/337/CEE.
Allora, tutti questi richiami - questo non è che l'ultimo, ve ne sono stati altri tre che riguardavano sia la direttiva sull'incenerimento dei rifiuti che quella sulla prevenzione e sulla riduzione integrata dell'inquinamento - fanno pensare che sia pretestuoso il rinvio di un anno, che provoca ancora una volta soltanto la mancata applicazione delle politiche ambientali, rispetto alle quali siamo stati più volte sollecitati. Questo comporta come conseguenza definitiva il rinvio delle politiche relative al rispetto del protocollo di Kyoto (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piglionica. Ne ha facoltà.
DONATO PIGLIONICA. Signor Presidente, intervengo solo per mettere in evidenza alcuni elementi per così dire, di schizofrenia.
C'è un Pentagono che pubblica ampiamente alcuni rapporti, probabilmente non del tutto veri, relativi ai rischi del terrorismo, mentre ne secreta altri, probabilmente un po' più veritieri, che mettono in evidenza questo rischio. L'altro tipo di schizofrenia è rappresentato dal fatto che si continua a sottoscrivere e a ratificare protocolli in sede internazionale e comunitaria, imponendo vincoli spesso anche ambiziosi, tentando poi disperatamente di rinviare tutte le politiche di tipo industriale che potrebbero consentire di raggiungere quegli obiettivi. Sarebbe ora che ci mettessimo d'accordo con noi stessi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lion. Ne ha facoltà.
MARCO LION. Signor Presidente, intervengo sugli identici emendamenti in esame perché ritengo importante denunciare il metodo, la prassi, la filosofia politica e operativa di questo Governo in merito alle questioni ambientali in generale.
L'articolo 9, che proroga i termini dei procedimenti relativi all'adeguamento degli impianti esistenti ai fini del rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, prevista da un decreto legislativo del 1999, ne è l'ennesimo esempio. Penso sia ormai evidente a tutti cittadini che le questioni ambientali, della salute, della qualità della vita, delle modalità di produzione, delle modalità di trasporto nel nostro paese non sono tenute in minima considerazione nell'azione politica dell'attuale Governo. Questa è l'ennesima proroga di un provvedimento importante per il nostro sistema produttivo, per la qualità dell'aria e la qualità della vita dei cittadini e di chi opera in attività industriali. In pratica, il provvedimento non sortirà il suo effetto se non il prossimo anno, quando probabilmente,
sempre secondo la logica stringente del Governo Berlusconi, avremo l'ennesima proroga.
Ebbene, intendo denunciare, come rappresentante dei Verdi, il fatto che questo comma, come al solito, o proroga oppure dà libertà di inquinamento. Non è la prima volta, che ciò si verifica. Voglio segnalare il decreto-legge che permette ad alcune centrali di produzione dell'energia elettrica - tra cui quella di Porto Tolle, ma anche altre tra le più grandi d'Italia - di continuare ad inquinare al di fuori delle normative europee e nazionali; dopo dieci anni, queste centrali non si sono adeguate e il Governo ha dato loro l'autorizzazione ad inquinare.
Voglio ricordare, quindi, un metodo che è stato applicato e che trova una esplicazione ancora più chiara negli articoli successivi di questo decreto-legge: il metodo di smantellare tutta la normativa sui rifiuti che il nostro Stato si è dato, attraverso provvedimenti che rendono i controlli sempre più difficili, e la possibilità sempre più facile di imboscare e buttare i rifiuti pericolosi per il nostro ambiente. Questi sistemi e questo metodo politico vanno denunciati.
Per questo, ritengo importante la dichiarazione di voto della nostra componente politica a favore della soppressione dell'articolo 9.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.
Onorevole Realacci, conto sulla sua nota capacità di sintesi.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, la mia capacità di sintesi è legata anche al fatto che lei, giustamente, ha preannunciato la sospensione dei lavori dell'Assemblea, il che consentirà a tutti noi di fare una pausa di riflessione.
Vorrei chiarire il contenuto della richiesta che rivolgo al sottosegretario Ventucci ed al relatore. Mi associo alle considerazioni svolte dai colleghi che mi hanno preceduto per quanto riguarda gli identici emendamenti in esame, che ritengo sarebbe opportuno approvare. Ricordo anche le parole del collega Mattarella sull'effetto profondamente diseducativo delle proroghe nei confronti della pubblica amministrazione e dei privati.
Tuttavia, vorrei sottolineare al sottosegretario Ventucci, al relatore ed a tutti i colleghi che vi è un aspetto riguardo al quale possiamo lanciare un segnale diverso in campo ambientale, importante per le amministrazioni e per i cittadini. All'articolo 23 viene proposta, sostanzialmente, una fiscalizzazione della diminuzione del prezzo della benzina (prodotta anche dall'andamento del rapporto fra euro e dollaro, che consente al nostro paese di pagare meno la materia prima petrolio), volta (e, al riguardo, siamo assolutamente d'accordo) a coprire i costi del contratto siglato troppo tardi con i lavoratori dell'autotrasporto pubblico. Però, tra la fiscalizzazione prevista e la spesa necessaria vi è una differenza di oltre 120 milioni di euro (si tratta di una disponibilità finanziaria che esiste), che potrebbe essere destinata al potenziamento del trasporto pubblico locale, che da anni viene definanziato ed è fonte di sofferenza per i cittadini e di inquinamento ambientale. Infatti, è chiaro che una delle risposte all'inquinamento ambientale è l'aumento del trasporto pubblico, utilizzando mezzi più puliti, come abbiamo proposto con emendamenti esaminati in precedenza.
In proposito, vi è una richiesta precisa da parte dell'ANCI, che fa seguito anche al fatto che molte nostre città si devono spesso fermare a causa dell'inquinamento da polveri sottili e da altri inquinanti, che causano un rilevantissimo danno sanitario alla nostra popolazione.
Chiediamo al Governo ed al relatore che questo sovrappiù previsto nel provvedimento (non vi è, quindi, la necessità di ulteriori disponibilità finanziarie) sia destinato al potenziamento del trasporto pubblico locale: questa, infatti, è la richiesta dei comuni e dei cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mascia 9.1, Vianello 9.2, Realacci 9.3 e Boato 9.4, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 325
Votanti 324
Astenuti 1
Maggioranza 163
Hanno votato sì 126
Hanno votato no 198).
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30.
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