Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 425 del 17/2/2004
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Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 4645.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 4645)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruggeri. Ne ha facoltà.

RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, noi ci troviamo di fronte ad un provvedimento di portata certamente importante, che addirittura ha un impatto costituzionale.
Tutti hanno richiamato l'articolo 21 della Costituzione, nel quale la nostra comunità ha sancito alcune regole fondamentali che riguardano la libertà, il senso della responsabilità, il senso dello Stato. Ebbene, con questo decreto-legge si mettono in discussione proprio questi valori fondanti della nostra comunità. Se dovevamo regolare un mercato attraverso l'inserimento del valore e dell'obiettivo del pluralismo dell'informazione, che è sinonimo di libertà e di democrazia, a conti fatti, possiamo verificare che tale provvedimento non è riuscito a superare le difficoltà di interpretazione.
Ci siamo accorti che il Presidente della Repubblica, la Corte costituzionale, il diritto comunitario, l'Authority per le comunicazioni, l'antitrust, hanno detto in modo chiaro e semplice che è impossibile mettere mano in questo provvedimento, è impossibile capire quali sono gli strumenti e le regole per verificare se c'è o meno pluralismo dell'informazione. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha detto in modo molto chiaro e inequivocabile che il pluralismo informativo viene declinato in termini di pluralità di voci concorrenti e di esistenza di una precisa disciplina legislativa, idonea ad arginare l'insorgere delle posizioni dominanti. Non è in gioco tanto il problema della normativa legata alla concorrenza, come ci è stato ricordato dall'Unione europea; non si tratta di sancire l'abuso della posizione dominante, ma di capire se nel mercato dell'informazione vi è una posizione dominante. Questo è il punto democratico, politico e anche tecnico per poter dare gli strumenti alle Authority al fine di intervenire.
La Commissione europea, con il diritto comunitario sulla concorrenza, contribuisce ad impedire che il controllo delle società del settore massmediatico si concentri in misura tale da mettere in pericolo la presentazione, attraverso i media, di un'ampia gamma di pareri e di opinioni. Di fronte a queste difficoltà dichiarate, di fronte a questi ostacoli che non ci permettono di applicare la legge, bisogna pensare che c'è una volontà di non applicarla. Ministro Gasparri, io sono d'accordo con Storace, la sa? Perché il senso di responsabilità - che ha avuto il suo partito come Msi e come Alleanza nazionale - , il senso delle istituzioni, il senso dello Stato vengono frantumati.
Vi siete divisi il potere fra la Lega e chi ha voluto trovare, invece, una soluzione particolare e, addirittura, familiare per il Presidente Berlusconi. Quindi, mi fa specie che anche il suo partito abbia dato un avallo a questa situazione intollerabile, praticamente unica in tutto il mondo. Tuttavia, la posizione politica spesso viene ribaltata: si dice il contrario e vi sono facce di bronzo che si presentano in televisione per dire le loro verità.
Ebbene, siamo di fronte ad una situazione oggettiva per cui è impossibile capire se vi sia pluralismo o meno. La verità è che voi non volete questo pluralismo (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Squeglia. Ne ha facoltà.

PIETRO SQUEGLIA. Signor Presidente, prendo la parola per preannunciare il voto contrario, mio e del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo, sul provvedimento in esame. Si tratta di un voto contrario che si fonda su tre motivazioni di fondo: in


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primo luogo, l'evidente incostituzionalità del provvedimento; in secondo luogo, le evidenti carenze nel merito delle norme proposte; in terzo luogo, ciò che dal contenuto del decreto-legge si può dedurre sulla linea politica generale del Governo e della sua maggioranza.
Il decreto-legge si è reso necessario a seguito del messaggio con il quale il Presidente della Repubblica ha rinviato la cosiddetta legge Gasparri alle Camere, pena il trasferimento sul satellite di una delle reti Mediaset, presumibilmente Retequattro, e l'eliminazione della pubblicità da una rete della RAI, presumibilmente RAI 3. Questa era la prescrizione della Corte costituzionale nel novembre 2002. Il decreto-legge ha, quindi, il solo obiettivo di aggirare la prescrizione della Corte. Risulta, così, totalmente mortificato l'insieme delle osservazioni contenute nel messaggio del Presidente Ciampi. In altre parole, il decreto-legge non tiene conto della necessità di tutelare il valore centrale che il Presidente della Repubblica e la Corte costituzionale hanno indicato, ossia il pluralismo dell'informazione, che altro non è che uno dei fondamenti di tutte le moderne democrazie.
Fino a quando la nuova legge di sistema, come è stata definita, non verrà approvata dal Parlamento, il decreto-legge, se convertito, costituirà l'unica fonte normativa di legittimazione per Retequattro, in contrasto con le dichiarazioni precise e chiarissime della sentenza della Corte costituzionale del novembre 2002, che prevedono l'accertamento della reale diffusione del digitale terrestre come unico rimedio all'attuale conclamata assenza di quel minimo di pluralismo richiesto dal nostro ordinamento.
L'argomento della incostituzionalità basterebbe, da solo, a motivare un voto negativo. Ma, oltre all'incostituzionalità, vi è anche il merito. I problemi che il decreto-legge lascia irrisolti sono moltissimi. L'ampiezza e l'indeterminatezza della formula scelta dal Governo sui criteri per verificare la diffusione del digitale terrestre non è un omaggio alla discrezionalità dell'Autorità garante, quanto, invece, sinonimo di mancanza di regole. È, quindi, anticamera di possibili errori, se non di veri e propri arbitri.
Troviamo singolare che venga richiesta una copertura del territorio nazionale solo del 50 per cento e non dell'80 per cento, come già previsto dall'ordinamento vigente e, soprattutto, che si parli di copertura e non di reale utilizzo del digitale terrestre o, almeno, di decoder venduti. Prevediamo anche che per l'Autorità sarà impossibile definire quale sia e cosa voglia dire «prezzo accessibile» dei decoder.
Troviamo, inoltre, molto grave che sia stata rifiutata la richiesta di chiarire le caratteristiche di qualità e i generi dei programmi che verranno trasmessi in digitale. Vedrete, saremo sommersi da canali digitali che trasmetteranno programmi di televendita o simili, alla faccia dell'arricchimento del pluralismo. Inoltre, il decreto-legge non prevede termini temporali essenziali a partire dalla data entro la quale l'Autorità sarà chiamata ad adottare i provvedimenti sanzionatori. Ribadiamo che, da calcoli approssimativi, questo termine può sfiorare i 24 mesi.
Il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, professor Cheli, ha ripetutamente ricordato al Parlamento come nella sua attuale formulazione il decreto-legge sia sostanzialmente inapplicabile. Lo stesso presidente Cheli ha poi sottolineato che l'intero sistema degli accertamenti avrebbe dovuto essere indirizzato alla verifica dell'effettivo arricchimento del pluralismo attraverso l'introduzione del digitale terrestre alla data del 31 dicembre scorso. Ma la maggioranza ha dimostrato di non voler sostanzialmente tenere conto delle indicazioni fornite dal presidente Cheli, né delle sue preoccupazioni.
La maggioranza dimostra un evidente disinteresse nei confronti delle indicazioni fornite dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dall'Antitrust, ma anche nei confronti di quelle svolte dal Presidente della Repubblica e delle prescrizioni della Corte costituzionale.
Noi abbiamo ascoltato in Commissione i presidenti dell'Autorità antitrust e di


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quella per le garanzie nelle telecomunicazioni: essi hanno parlato chiaramente. Il messaggio del Presidente della Repubblica Ciampi è stato letto ed apprezzato da tutti. Verso la sentenza della Corte costituzionale abbiamo un solo dovere: rispettare le indicazioni.
Questa però non è l'idea del Governo né della maggioranza! Questo decreto-legge ha un solo obiettivo: addomesticare il mercato televisivo nazionale a favore di chi detiene una posizione dominante ed ostacolare in ogni modo lo sviluppo di un reale ed effettivo pluralismo dell'informazione.
L'obiettivo deve essere raggiunto a tutti i costi, «blindando» il provvedimento attraverso la posizione della questione di fiducia, per paura di qualche modifica. Per questa ragione, noi esprimeremo convintamente voto contrario su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meduri. Ne ha facoltà.

LUIGI GIUSEPPE MEDURI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il ministro Gasparri viene eletto in Calabria e i calabresi sono stati generosi con la sua candidatura alle elezioni politiche del 2001. Solo che i cittadini calabresi che lo hanno votato si aspettavano il mantenimento di altri impegni, avendo contribuito a farlo diventare ministro.
Quando votavano infatti non pensavano di fornire il proprio consenso ad un guardiano severo delle reti Mediaset e di Retequattro. E così, tra peperoncino e 'nduia, il candidato Gasparri conquistava il suo consenso ed ora quegli stessi cittadini calabresi lo ritrovano a parlare di digitale terrestre, a spendere le sue migliori energie per salvare Emilio Fede e quant'altro.
Si tratta di quegli stessi cittadini calabresi, e le assicuro che sono tanti, che hanno difficoltà a ricevere persino il segnale RAI, quello terrestre, senza digitale!
L'importante per il ministro è difendere Mediaset e fare il guardiano della rivoluzione; per il resto, chissà in quale altro collegio elettorale il nostro ministro si vorrà candidare la prossima volta. Magari in uno del nord, per la gioia della Lega Nord Federazione Padana, che, se pur non riuscirà ad avere una rete RAI al Nord, avrà almeno l'opportunità di votare un ex ministro.
Da due giorni il Presidente del Consiglio dei ministri si sta esibendo in discussioni di alta moralità; è moralmente giusto secondo lui evadere le tasse perché chi paga probabilmente è un fesso! Ma vi chiedo se sia moralmente giusto impegnare il Parlamento per i suoi affari, mentre il paese reale è interessato da altri problemi.
Se Retequattro va salvata, i lavoratori della Marlana in Calabria cosa devono dire? Tutti i lavoratori del settore tessile cosa devono dire? Cosa devono dire i lavoratori della siderurgia, di Terni, di Taranto e di Cornigliano? Cosa devono dire i lavoratori della chimica in Sardegna, in Sicilia ed in Val Basento? Ci saranno mai decreti-legge per loro?
Il Presidente del Consiglio sa che per una proroga di una indennità di mobilità di meno di 400 euro al mese bisogna attendere ben cinque o sei mesi prima che il Governo si adoperi per un decreto interministeriale? Eppure si tratta di 20 mila mobilità nel settore industriale!
Non era Berlusconi il presidente-operaio? È evidente che egli è il presidente Mediaset, solo ed esclusivamente il presidente Mediaset. La politica è piegata ai suoi interessi, mortificata ed umiliata.
Istituti parlamentari quali la questione di fiducia sono adoperati per tenere insieme la maggioranza che non esiste più! C'è una volgarità evidente in questo provvedimento, un disprezzo per l'interesse generale e una grave disattenzione istituzionale verso la Corte costituzionale e il Presidente della Repubblica.
Per questa ragione, ancora una volta ribadiamo il nostro «no» su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Enzo Bianco. Ne ha facoltà.


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ENZO BIANCO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ieri sera mi è capitato di sentire un autorevole collega componente del Parlamento di un altro paese comunitario, il quale mi chiedeva se corrispondesse al vero quanto circolava sulle agenzie di stampa e sui giornali circa la possibile candidatura dell'onorevole Berlusconi per le elezioni del Parlamento europeo.
Ho confermato quello che avevo letto sui giornali trovando incredulità nel collega. Infatti, è evidente che nessun altro Presidente del Consiglio degli altri esecutivi europei ha mai pensato per un attimo ad un'operazione di questo tipo. Ho trovato ancora più difficoltà, signor Presidente, nel momento in cui ho dovuto spiegare a tale autorevole collega quanto stavamo facendo alla Camera dei deputati. Mi riferisco alla conversione di un decreto-legge che afferisce ad una materia in cui il Presidente del Consiglio è così direttamente e personalmente interessato. Addirittura, ho trovato impossibile spiegargli che stavamo ponendo in essere un ostruzionismo parlamentare per protestare contro il fatto che su tale decreto-legge il Consiglio dei ministri aveva deliberato di porre la questione di fiducia mortificando il normale dibattito parlamentare.
Mi è venuto in mente un'interessante lettura di un grande scrittore del nostro paese, che appartiene alla mia terra: Leonardo Sciascia. Quasi trent'anni fa Leonardo Sciascia ha pubblicato una raccolta di racconti che reca un titolo di per sé abbastanza curioso ed interessante: Il mare colore del vino. Nell'ambito di tale raccolta uno dei primi racconti riguarda proprio la mia terra, la Sicilia. Racconta, infatti, di un gruppo di siciliani che nell'immediato dopoguerra, all'inizio degli anni cinquanta, come tanti altri abitanti del nostro paese, soprattutto delle regioni più povere, inseguiva il sogno di un futuro più sereno e migliore fuori dai confini nazionali. Seguendo l'esempio di tanti altri siciliani che si erano recati in America avevano deciso di espatriare illegalmente. Vendute le poche cose che avevano, affidarono i loro risparmi, l'equivalente di 250 dollari di allora, ad uno spregiudicato signore che si chiamava Cavalier Melfa. Quest'ultimo aveva promesso loro di imbarcarli su una nave che, dopo dodici giorni di navigazione, li avrebbe portati sulle sponde del New Jersey, non lontano dalla mitica Nuova York.
Finalmente, riescono ad imbarcarsi ed inizia la navigazione. Dopo undici giorni, quindi un giorno prima di quanto promesso, essi, sia pure in condizioni molto difficili - simili a quelle dei disperati che provano ad arrivare oggi sulle nostre coste - sbarcano nella mitica America. Il racconto di Sciascia si fa entusiasmante quando descrive la condizione ed i luoghi che essi vedono. Il primo commento riguarda la bella luce e l'ampio orizzonte del nuovo continente. Certo, si sarebbero aspettati strade più ampie, ma esse sono ben asfaltate. La macchina che passa non è quella grande e larga dei mitici sogni americani, ma è una Seicento: forse, in America è un'auto da collezione. In seguito, vedono un cartello con su scritto «Santa Croce Camerina»: chissà come si pronuncia in americano! Dopo pochi minuti si rendono conto, signor Presidente, che in realtà il Cavalier Melfa li ha sbarcati nel nostro paese, in Sicilia, a poche decine di chilometri dal posto in cui si erano imbarcati.
Tale paradosso mi fa venire in mente quello che sta accadendo nel nostro paese: Berlusconi, che aveva promesso un futuro roseo e positivo al nostro paese, in realtà, dopo due anni e mezzo, ha sbarcato gli italiani nello stesso identico posto. Un Presidente del Consiglio, che, mentre è così poco attento alle vicende generali del paese, viceversa è molto attento a curare gli interessi personali della sua azienda. Anche per questa ragione, signor Presidente, noi voteremo in ogni modo contro un provvedimento che offende la coscienza del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.


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ROBERTO GIACHETTI. Vorrei tentare di riprendere il discorso, che ho interrotto questa notte, anzi questa mattina, per esaurimento del tempo a mia disposizione. Prima di farlo, però, mi consenta, Presidente, di ringraziare i tanti colleghi che hanno voluto dedicarmi qualche parola nei loro interventi, per dire loro semplicemente che interpreto queste loro parole come una spinta ed una sollecitazione a proseguire in questa iniziativa. Non è in discussione ovviamente la persona che in questo momento sta parlando e che ha intrapreso questa iniziativa, ma l'obiettivo di questa iniziativa, che credo stia a cuore a tanti, non solo all'interno di quest'aula, e soprattutto non solo da questa parte.
Vorrei, inoltre, rivolgere un grazie - me lo consenta chi presiede in questo momento - al deputato Publio Fiori. Lo faccio, signor Presidente, perché (io sono un deputato di prima legislatura), di fronte alla situazione che spesso si viene a creare quando ci si sente davvero «all'angolo», per un atteggiamento arrogante da parte della maggioranza - in cui spesso ci si interroga anche sul senso dello stare nel Parlamento -, avere la possibilità di percepire alcune affermazioni, alcune prese di posizione, sussurrate, pacate, ma di grande equilibrio, da parte di coloro che stanno dall'altra parte, che pure appoggiano questo Governo (ma che in talune situazioni hanno evidentemente la forza interiore di esaltare ciò che non va da quella parte), costituisce un fatto di merito nei confronti del Parlamento, non necessariamente nei confronti dell'opposizione, e di questo, signor Presidente, gliene voglio dare atto, perché per me spesso (non è la prima volta che accade) ascoltare, leggere le sue parole è motivo di serenità. Potrà sembrare strano, ma questo accade anche a un deputato dell'opposizione. Ripeto, per me è la prima legislatura, ma volevo, Presidente, farglielo presente.
Detto ciò, vorrei riprendere da dove ho interrotto, cioè dalle bugie del ministro Gasparri, rilasciate ieri alla televisione (ovviamente, innanzitutto la maggioranza riesce a parlare nelle televisioni di Stato, e non solo quelle, e a dire delle cose che, per essere buoni, sono parzialmente vere, ma spesso quando quella parte di verità è la parte più piccola e poi il resto non è la verità, quella verità ha scarso valore e non riesce ad emergere, invece, la parte che non è vera). Il ministro Gasparri ed anche il presidente della Commissione trasporti, Paolo Romani, ieri in televisione hanno annunciato che questo provvedimento serve per recepire le indicazioni contenute nel messaggio di rinvio alle Camere della legge Gasparri da parte del Presidente della Repubblica. Ciò non è vero, tant'è che il ministro Gasparri aveva elaborato un provvedimento diverso, un provvedimento organico, che, a causa delle divisioni all'interno della maggioranza e a causa dei voti segreti, per i quali il ministro Gasparri ha sentito i brividi lungo la schiena, la maggioranza stessa non è stata in condizione di approvare e che dunque ha dovuto riportare in Commissione.
Il decreto «salva Retequattro» - che riguarda direttamente gli interessi del Presidente del Consiglio - è solo una parte di quanto il Presidente della Repubblica ha messo in mora, rinviando il disegno di legge Gasparri alle Camere. Questa è la verità e questa parte riguarda gli interessi del Presidente del Consiglio. Quegli stessi interessi, signor Presidente, per i quali (è utile ricordarlo) l'onorevole Berlusconi - ma, sia chiaro, tutta la Casa delle Libertà, in campagna elettorale, tutti insieme, insieme alle promesse dell'aumento delle pensioni, mai realizzato, insieme alle promesse sull'abbattimento delle tasse, mai realizzato così come promesso (realizzato solo in piccolissima parte) -, ancora poche ore prima del voto, nella campagna elettorale, annunciò urbi et orbi che avrebbe risolto entro 100 giorni il suo conflitto di interessi.

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI. Vi ricorderete i saggi, i passaggi; c'è stato di tutto, signor Presidente.
È un provvedimento completamente vuoto, approvato per due volte alla Camera


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e trasmesso al Senato - il quale ad ottobre ne ha rinviato l'esame in Commissione affari costituzionali -, che è sparito dal calendario dei lavori, nonostante l'opposizione chieda continuamente di porlo ai voti. Non si sa perché, ma questo provvedimento non riesce ad essere approvato.
Oggi, come è stato ricordato da molti colleghi, siamo di fronte ad un decreto-legge, che, in ragione di quanto espressamente previsto dal provvedimento, pur annacquato, sul conflitto di interessi, non doveva essere emanato dal Consiglio dei ministri e sul quale non doveva essere posta la questione di fiducia. Sappiamo, infatti, perfettamente che si tratta di un decreto-legge che riguarda gli interessi specifici del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Verdi-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Camo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CAMO. Signor Presidente, è sotto gli occhi di tutti il fatto che il conflitto di interessi avanza vertiginosamente.
Il rinvio del provvedimento che porta il suo nome, cui è stato costretto il ministro Gasparri due settimane fa, era in realtà un fatto già preordinato. Non potendo permettersi di votarlo a scrutinio segreto (il Presidente del Consiglio e la sua maggioranza non sono, infatti, compatti quando si tratta di votare segretamente), il Governo ha posto la questione di fiducia sul provvedimento e lo ha fatto non per evitare la pratica ostruzionista, come si sforzano di dire agli italiani gran parte dei massimi esponenti della maggioranza, ma perché, in realtà, il problema è all'interno della stessa maggioranza. Non erano certi che, con il voto segreto, operazioni come queste potessero passare indisturbate!
Questo paese ha tanti problemi da affrontare (nonostante l'ottimismo che il Presidente del Consiglio tenta di diffondere con la sua immagine), ma viene inchiodato a discutere - accade spesso - di problemi o di interessi del Presidente del Consiglio, come avviene con il provvedimento in esame.
Non si riesce a capire quanti siano esattamente i posti di lavoro che gravitano attorno a Retequattro dell'onorevole Berlusconi; a tale riguardo, non si perderà alcun posto di lavoro, anche perché vi è un imprenditore italiano, già concessionario delle reti analogiche, che non riesce ad utilizzare effettivamente tale concessione, nonostante abbia già incominciato ad attrezzarsi per lo scopo. Pertanto - ripeto - non si perderà alcun posto di lavoro.
In realtà, la famiglia Berlusconi avrebbe perso lauti introiti e guadagni provenienti dalla pubblicità. Nonostante ciò, si tenta di insinuare tra gli italiani il virus e la preoccupazione che queste operazioni servano per aiutare a sostenere l'occupazione del paese, ma così non è. È un paese che si scopre di giorno in giorno più povero e che avrebbe bisogno di strumenti che spetterebbe al Governo proporre al Parlamento per consentirgli di affrontare tali problematiche.
Noi, da parte nostra, vogliamo confrontarci e non possiamo fare altro che utilizzare lo strumento dell'ostruzionismo per far capire, fuori da quest'aula, quali sono i reali interessi in campo. Ormai, credo siano ben noti (qualche collega qualche minuto fa ha anche accennato quali sono gli interessi che obiettivamente giocano a favore del Presidente del Consiglio).
Quando si prevede di votare a scrutinio segreto, qualcuno della maggioranza si svincola, mettendo in pericolo il ruolo del Parlamento ed utilizzandolo per fini privati.
Noi queste cose vogliamo dirle a tutti e farle conoscere al paese; ecco perché siamo costretti ad utilizzare questa forma consentita dal sistema democratico, che ci fornisce la possibilità di svolgere tale ostruzionismo. Lo facciamo per far sapere all'esterno che queste operazioni non passano in maniera facile sulla testa della minoranza; la maggioranza può anche dire «sì» al Presidente del Consiglio, la minoranza


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dirà sempre «no» (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soro. Ne ha facoltà.

ANTONELLO SORO. Ieri, il Presidente del Consiglio Berlusconi ha detto che gli italiani capiscono quello che il Governo sta facendo. È vero, il Governo nella sua immensa generosità aiuta gli italiani, aiuta le imprese, favorisce la ricchezza di tutti i cittadini.
Ad esempio, oggi l'esecutivo sta facendo uno splendido regalo ad un imprenditore italiano: 160 milioni di euro, distribuiti in 5 mesi, di introiti pubblicitari, che sembravano davvero a rischio. Il Governo ha risolto il problema con efficienza e senza inutili lungaggini parlamentari. Come diceva prima Berlusconi: già fatto!
Dunque, vogliamo esprimere gratitudine al Presidente del Consiglio che, attraverso questa forma di legislazione abbreviata, fa risparmiare tempo al Parlamento che ha tanto da fare, fa risparmiare pericolose tentazioni ai deputati della maggioranza che potevano essere indotti in errore, fa risparmiare fiato ai deputati dell'opposizione, che scambiano il Parlamento per un luogo in cui si può parlare. Insomma, un bel risparmio: complimenti, Presidente!
A questo punto, vorremmo appellarci al Presidente del Consiglio affinché, nella sua infinita generosità, trovi il modo di fare ancora di più. Ad esempio, il senso del mio ordine del giorno n. 9/4645/155 era quello di sollecitare il Governo a realizzare qualcosa di buono per la mia regione, la Sardegna.
È vero, il Presidente ama la Sardegna, ci trascorre molti fine settimana nelle sue residenze; addirittura, qualche volta trasforma le sue case sarde nella Camp David italiana. Non solo, ci risulta che abbia già una bella idea in campo, un grosso progetto, un vero regalo, da realizzare attraverso l'iniziativa di un noto imprenditore turistico - che ha lo stesso cognome del Presidente -, che ha previsto un investimento di molti milioni di metri cubi di cemento sulle coste di Olbia. Proprio un bel favore per l'isola!
Vorremmo chiedere ancora di più - ci perdonerà la sfrontatezza; questo era il senso del mio ordine del giorno -, in particolare pensavamo - pretesa ardita - che sarebbe stato possibile realizzare le infrastrutture necessarie per la ricezione del digitale terrestre, in maniera da consentire ai sardi di godere delle stesse opportunità degli altri italiani. Comprendiamo che, così facendo, si rischierebbe di assecondare gli indirizzi del Capo dello Stato in favore del pluralismo, di osservare addirittura le prescrizioni della Corte costituzionale che, com'è noto e come ieri ci ha ricordato il Presidente, è un organismo di parte contaminato dai comunisti! Forse è per questo che il Governo non ha accettato il mio ordine del giorno n. 9/4645/155.
Tuttavia, suggerisco al Presidente del Consiglio e al Governo di svolgere un supplemento di riflessione, in quanto può darsi che qualcosa si possa trovare per adeguare l'interesse generale a quello privato. Noi confidiamo davvero nelle risorse del nostro Presidente, unto dal Signore e sublimato dal conflitto di interessi (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Loiero. Ne ha facoltà.

AGAZIO LOIERO. Signor Presidente, dividerò il mio brevissimo intervento, nei tempi che il regolamento mi concede, in una parte tecnica ed in una politica.
Il decreto-legge in esame si è reso necessario a seguito del messaggio con il quale il Presidente della Repubblica ha rinviato la legge Gasparri alle Camere, pena il trasferimento sul satellite di una delle reti Mediaset, presumibilmente Retequattro, e l'eliminazione della pubblicità da una delle reti RAI, presumibilmente RAI3. Questo era quanto prescriveva la Corte costituzionale nel novembre 2002.


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I problemi che il decreto-legge lascia irrisolti sono molti; infatti, non tiene conto della necessità di tutelare il valore centrale che il Presidente della Repubblica e la Corte costituzionale hanno indicato: il pluralismo dell'informazione, che altro non è che uno dei fondamenti di tutte le moderne democrazie.
L'ampiezza e la indeterminatezza della formula scelta dal Governo per la verifica sul digitale terrestre non è un omaggio alla discrezionalità dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, quanto invece sinonimo di mancanza di regole e, quindi, anticamera di possibili errori, se non di veri e propri arbitri. Troviamo singolare che venga richiesta una copertura del territorio nazionale solo del 50 per cento, e non del 80 per cento, come è già previsto dall'ordinamento vigente, e soprattutto che si parli di copertura e non di reale utilizzo del digitale terrestre o almeno di decoder venduti. Prevediamo anche che sarà impossibile per l'Autorità definire quale sia e che cosa voglia dire prezzo accessibile dei decoder. Il presidente dell'Autorità, Cheli, ha ripetutamente ricordato in Parlamento come nella sua attuale formulazione il decreto-legge in esame sia sostanzialmente inapplicabile; lo stesso presidente ha anche sottolineato che l'intero sistema degli accertamenti avrebbe dovuto essere indirizzato a verificare l'effettivo arricchimento del pluralismo attraverso l'introduzione del digitale terrestre.
Noi non siamo assolutamente contrari al digitale terrestre, anzi riteniamo che le tecnologie innovative possano offrire un contributo significativo allo sviluppo della nuova televisione. Il sistema è attualmente bloccato dal duopolio RAI-Fininvest e non trova alcun giovamento dalle soluzioni che sono state adottate, le quali nemmeno, in questo decreto-legge, tengono conto delle osservazioni del Capo dello Stato.
Onorevoli colleghi, noi sappiamo che il digitale terrestre oggi non risolve il problema, anzi, se le cose rimangono così, le aggraverà. Detto questo, registriamo che il presente decreto-legge cade in un momento politico delicatissimo, anche se le TV nascondono la realtà. Difatti cade mentre imperversa il carovita, mentre galoppa l'inflazione (quella media nell'Unione europea è dell'1 per cento, in Italia, quella ufficiale è pari al 2,7 per cento, mentre quella reale è pari al 4 per cento) e si verifica un impoverimento della società e del ceto medio, cioè dei ceti che non erano mai stati sfiorati da questo rischio; inoltre, molte famiglie stanno scivolando dal disagio all'indigenza.
Al riguardo, il Governo attuale, che è al giro di boa, non ha fatto grandi cose per questo paese, anzi è sorprendente quello che lo stesso è riuscito a combinare in un tempo così breve. Difatti, in poco più di due anni si sta modificando il sistema dei diritti, il concetto di cittadinanza, l'assetto dello Stato, il ruolo e le garanzie della giurisdizione. Sotto questo aspetto, il presente decreto-legge è il fiore all'occhiello, il culmine di una serie di atti di Governo incomprensibili e pericolosi. Io credo che la cosiddetta Casa delle libertà paghi un prezzo altissimo all'arroganza; in un periodo pre-elettorale, la maggioranza si trova in presenza di un provvedimento che ci rinvia nel bel mezzo del tema cruciale del conflitto di interessi, che ha posto una serie di anomalie, prima fra tutte l'unicità della situazione italiana nel contesto delle democrazie europee.

PRESIDENTE. Onorevole Loiero, si avvii a concludere.

AGAZIO LOIERO. Concludo, Presidente.
Si ha nettissima la percezione che non un Governo ma un paese non regge in presenza di contraddizioni tanto stridenti, perché ciò abbassa notevolmente il livello della nostra democrazia.
Ma la contraddizione più stridente è rappresentata dal ministro, che non ha avvertito l'esigenza di dimettersi dopo il rinvio della legge alle Camere.
L'ordine del giorno n. 9/4645/156 è diretto a ridurre un danno inevitabile. Il decreto-legge stabilisce infatti che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrà accertare la quota di popolazione raggiunta dalle nuove reti digitali.


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PRESIDENTE. Onorevole Loiero, la prego di concludere.

AGAZIO LOIERO. Concludo, signor Presidente. Mi permetto di chiedere che il Governo si attivi per realizzare le infrastrutture necessarie alla ricezione del digitale terrestre, in modo tale da non penalizzare la popolazione della regione Calabria (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villari. Ne ha facoltà.

RICCARDO VILLARI. Signor Presidente, tenterò di continuare il ragionamento che la scorsa notte, dato il limitato tempo a disposizione, non ho potuto completare. In primo luogo, va sottolineato che sono tempi duri e grami per i deputati di questa Camera, sia della maggioranza sia dell'opposizione, che sono costretti, per poter ragionare e dare il proprio contributo all'esame dei provvedimenti, a queste mortificanti maratone. Tale situazione è imbarazzante per noi, ma a mio avviso anche per chi costringe la Camera a dover ricorrere a tali modalità di discussione.
La legge Gasparri è stata rinviata in Commissione per motivi politici, come fu detto in questa Assemblea; la questione di fiducia sul decreto-legge in esame è stata posta per motivi tecnici, come ha dichiarato il presidente dei deputati di Forza Italia. La verità è che si tratta in entrambi i casi di argomentazioni interne alla maggioranza. Sarebbe stato sufficiente leggere velocemente le agenzie di stampa di ieri per rendersi conto di quali siano i problemi. La legge Gasparri è stata rinviata in Commissione perché non regge alle votazioni a scrutinio segreto per l'agguato dei franchi tiratori; sul decreto-legge in esame si pone la fiducia perché la verifica politica all'interno della maggioranza - è sufficiente, lo ripeto, leggere le agenzie di stampa per averne la conferma - non è ancora terminata. Infatti, proprio ieri alcuni autorevoli esponenti della maggioranza hanno ripetuto che la verifica è chiusa al 90 per cento. Dunque, il Governo si blinda innanzitutto nei confronti della propria maggioranza, perché si tratta di una maggioranza sfilacciata, nella quale emerge il disagio di chi è costretto a sostenere provvedimenti che non condivide pienamente.
Sul merito del provvedimento, in ordine al quale preannuncio il voto contrario mio e del gruppo della Margherita, non ho molto da aggiungere a ciò che è stato detto dai numerosi colleghi che sono intervenuti. Tuttavia, mi preme sottolineare la modalità che è stata utilizzata per motivi che riguardano la crisi politica della maggioranza.
Osservo inoltre che, contrariamente a ciò che si vuole far apparire, non proponiamo la chiusura di una rete televisiva, bensì l'affermazione del pluralismo dell'informazione, come richiesto dal messaggio del Capo dello Stato, come ribadito dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e come, da ultimo, sottolineato dai presidenti dell'Autorità garante per la concorrenza e per il mercato e dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che sostengono l'inapplicabilità del decreto-legge nella sua attuale formulazione. Si tratta dunque di un problema importante, e ritengo che il comportamento adottato non aiuti il paese a raggiungere l'obiettivo ineludibile della garanzia del pluralismo dell'informazione, che costituisce uno dei pilastri su cui si fondano le moderne democrazie.
Questo è quanto mi premeva dire, ribadendo anche - perché mi interessa sottolineare la motivazione politica - come il problema sia tutto interno alla maggioranza. Fanno sorridere le dichiarazioni creative di taluno o talaltro esponente del Governo o della maggioranza che lo sostiene. La verità è che tutti i provvedimenti fanno acqua da tutte le parti e la maggioranza ed il Governo hanno necessità di ricorrere a questi espedienti, a queste misure estreme perché i provvedimenti, alla verifica del voto parlamentare, dinanzi alla maggioranza che sostiene il Governo, non avrebbero tenuto.


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruta. Ne ha facoltà.

ROBERTO RUTA. Signor Presidente, insisto per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/4645/160.
Ci troviamo di fronte ad una situazione emblematica che si è tradotta - come ultima fattispecie - nell'intervento del Presidente del Consiglio dei ministri il quale, l'altra sera, in maniera chiara e nitida ha reso conto di un modo di concepire le istituzioni e di un modo di governare. Poco rilevano i temi della libertà di informazione, della democrazia e dell'equilibrio tra tutti i livelli istituzionali. Questi possono essere scalfiti, ogni giorno, da dichiarazioni eccessive, sopra le righe, che mettono in discussione l'autonomia delle varie istituzioni democratiche: una volta la magistratura, un'altra la Corte costituzionale, un'altra ancora il Capo dello Stato, un'altra volta, infine, l'opposizione, in quanto dotata, comunque, di rilevanza costituzionale all'interno del dibattito democratico. Ogni volta si afferma qualcosa di più, qualcosa che va ben oltre, cosicché tutto diventa più facile, tutto diventa possibile. Diventa possibile emanare questo decreto-legge e porre la questione di fiducia sul relativo disegno di legge di conversione, circostanza che ha una sua titolarità soltanto nell'ambito delle Camere. Si imbavaglia il Parlamento, si chiude la partita, non si discute.
Questo avviene perché bisogna affermare sempre qualcosa in più, bisogna andare sempre oltre. Alla fine, ci ritroveremo con un mucchio di macerie. Bisogna far riconquistare agli italiani la fiducia nelle istituzioni e nell'equilibrio che tra esse deve esistere e che rappresenta, sempre, una conquista quotidiana. Il gusto, invece, è quello di demolire per arrivare, alla fine, a un mucchio di macerie e nulla di più. Come faremo poi a dire agli italiani che bisogna credere nelle istituzioni, accettarne le decisioni, accettarne le regole, perché quelle sono le regole della convivenza? Come potremo far rinascere questa fiducia, quanto tempo ci vorrà per poter affermare di nuovo che tutti devono rispettare le leggi, ancorché ingiuste? Ove fossero avvertite come ingiuste, bisognerà, semmai, cambiarle. Ma come si fa a riconquistare gli italiani all'idea di un rigore comportamentale, se ogni giorno chi dovrebbe conservare la forza delle istituzioni la demolisce, la mette in discussione, la distrugge costantemente, con un atteggiamento consistente nel dire qualcosa di più oggi, poi ancora domani e poi ancora dopodomani, generando confusione ma, soprattutto, generando macerie? Sono le macerie di una democrazia che aveva i suoi limiti ma era fondata su una convivenza civile costruita, con fatica, nel corso di 40 o 50 anni. La si distrugge, in questo modo, giorno dopo giorno, per cui tutto diventa possibile, tutto diventa possibile!
Il problema sarà quello di capire dove si vuole arrivare e quando finirà questa opera di distruzione, perché bisogna iniziare l'opera di ricostruzione della fiducia di tutti i cittadini nelle istituzioni, sapendo che c'è la volontà di riformare. Infatti, non è detto che la Costituzione debba rimanere come era; la si può e, forse, la si deve modificare. Bisogna riformare il sistema complessivo ma senza negare la validità delle regole che ci sono, perché se queste sono negate, se queste sono distrutte, il problema sarà quello di concludere una convenzione tra tutti i cittadini italiani, i cittadini di questo grande paese.
Come noi ricostruiamo questa fiducia e il gusto di rispettare le leggi fino in fondo? Questo sarà il vero tema, il nostro vero compito degli anni a venire. Questo Governo e la maggioranza che lo sostiene stanno perpetrando questo. Allora le più alte cariche dello Stato dovrebbero esattamente dire che ci vuole un limite a tutto questo, perché è il bene più importante che abbiamo tutti quanti da difendere (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanni Bianchi. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BIANCHI. Signor Presidente, con l'ordine del giorno a mia firma


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n. 9/4645/103 si tenta di indurre il Governo a ridurre un danno inevitabile. Il decreto-legge stabilisce infatti che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrà accertare la quota di popolazione raggiunta dalle nuove reti digitali terrestri, senza però indicare quale sia la soglia minima. Con l'ordine del giorno che ho presentato chiedo che il Governo si attivi almeno per realizzare le infrastrutture necessarie alla ricezione del digitale terrestre in maniera tale da non svantaggiare la popolazione della regione Marche.
Esprimo due osservazioni di contesto, signor Presidente. Credo che tutto il dibattito abbia chiarito una costante: una cosa è l'agenda del Governo, altra l'agenda del paese, anzi totalmente altra. Da qui, direi in termini complessivi, vi è l'incapacità di dar forma a un blocco sociale, con una reazione curiosa e perfino perversa. In questo Parlamento stava anche De Sanctis, il quale aveva l'abitudine di invitare i colleghi, non so con quale frutto e risultato, a discorsi tutte 'e ccose. Qui non solo non abbiamo i discorsi tutte 'e ccose, ma quando le cose non funzionano si pensa non a cambiarle quanto piuttosto a tentare di cambiare le agenzie e le modalità di rilevazione. Mi sembra vi sia questo nella comunicazione e nella stessa percezione delle realtà e la cosa si volge poi a svantaggio anche di chi esercita l'incredibile, surreale, strana, fuori di testa, modalità di procedere. Questo testimonia un metodo pericoloso e nel contempo l'importanza attribuita alla materia della comunicazione.
Una seconda osservazione nel contesto riguarda, dal nostro punto di vista, il segno della battaglia parlamentare che stiamo conducendo, che non si propone di vincere, di fermare il decreto-legge - la cosa ci è preclusa dal voto di fiducia -, ma di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica del paese nei confronti di un premier che sfiducia la sua maggioranza nel momento in cui chiede il voto di fiducia. Anche questa è un'altra delle anomalie, profondamente politiche, che riguardano nel contempo la gestione e la cultura di questa fase che stiamo attraversando.
Cos'è allora questa nostra iniziativa di ostruzionismo? Ho già detto che è una battaglia di sensibilizzazione della pubblica opinione e un ultimo appello alla stessa inquieta maggioranza che finora, almeno in alcune sue parti, ha messo fuori la testa, ha fatto capolino, dietro il paravento del voto segreto.
Perché facciamo questo? Perché il paese è spaesato - non è purtroppo un gioco di parole - e ha bisogno di indicazioni. Da qui l'uso, starei per dire «in zona Cesarini», in extremis, ma determinato, anche di questi ordini del giorno.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Giovanni Bianchi.

GIOVANNI BIANCHI. Concludo, Presidente. Verrebbe voglia di dire che questo provvedimento si inserisce, a suo modo, nella logica del condono; ma non è così, non è solo così: è la logica, lo ripeto, di chi ha un rapporto patrimoniale con la cosa pubblica e lo Stato. Dichiaro ancora una volta che questa definizione non è farina del mio sacco, ma del sacco di Giuliano Ferrara, il direttore de Il Foglio, persona che, per l'appunto, milita dall'altra parte della barricata (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Rinuncio al mio intervento, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Bressa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gerardo Bianco. Ne ha facoltà.

GERARDO BIANCO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, stanotte il ministro non ha gradito una mia modesta ed estemporanea filastrocca. Ha mostrato di gradire cose più elevate, poesie più significative, ma io, in realtà, avendo letto una citazione


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del Presidente del Consiglio di Machiavelli, ho pensato che non mi trovavo alla corte di Lorenzo il Magnifico né di famose famiglie come gli Estensi o altri, dove potevano trovarsi poeti di alto profilo, bensì di fronte ad una corte più casareccia e allora ho fatto una composizione modesta, da menestrello; ma al ministro non è piaciuta.
Ma il problema non è questo, signor Presidente. Io credo che andrebbe chiarito, proprio in questo Parlamento, un problema che continua a ritornare sulle pagine dei giornali nelle dichiarazione del Presidente del Consiglio, quello cioè di essere assediato e di essere oggetto di odio. Oggi anche alcuni giornalisti che si sono messi non dico al servizio, ma a commentare le posizioni del Presidente del Consiglio, continuano a dire che noi nutriamo odio nei confronti del Presidente del Consiglio. Allora io, per chiarire questo aspetto, come lei sa, Presidente, ho presentato una interpellanza, perché vorrei finalmente conoscere la concezione dell'amore e dell'odio che ha il Presidente del Consiglio ed anche chiarire la nostra posizione. Vorrei capire, ad esempio, se lui opta per una posizione dantesca «Amor, ch'a nullo amato amar perdona» oppure per una posizione un po' più popolaresca, che era quella di un mio zio che diceva «amare e non essere amati è tempo perduto». Insomma, si tratta di capire quale oscillazione bisogna avere. Ma di questo si parlerà in altra occasione.
Comunque, una cosa vera il ministro l'ha detta quando ha aggiunto: ho sentito poesie migliori - la mia non era una poesia, perfino gli endecasillabi erano incerti e scritti in fretta -; ma la frase vera, quella che io condivido, è: siamo ridotti male. Siamo veramente ridotti male! Io penso che lui non voglia divertirsi, ma neanche noi vogliamo più divertirci, perché la situazione diventa sempre più grave.
Alla sua sensibilità, signor Presidente, non sfuggirà che noi ci troviamo sempre più, rispetto a ciò che viene detto da fonte che dovrebbe essere autorevole, ad uno sconvolgimento dello stesso Stato di diritto. Quando si attacca così brutalmente la Corte costituzionale vuol dire che mancano i fondamenti dei principi su cui si regge la Costituzione e il patto degli italiani. Quando si disprezza l'interlocutore soltanto perché è di opposizione e gli si domanda: che cosa hai fatto nella vita? Io posso dire che qualcosa nella vita l'ho fatta e, mentre facevo politica, credo che lui facesse altre cose e costruiva, in questo sistema democratico, le sue fortune.
Questa è la realtà, abbia rispetto per quello che abbiamo costruito in questi anni! In questi anni, noi abbiamo costruito la democrazia e credo sia un furto di parole definirsi «Casa delle libertà» (che sta diventando sempre più un casino delle libertà): la libertà l'abbiamo conquistata noi e abbiamo combattuto contro gli estremismi a destra e a sinistra! È storia nostra quella della libertà!
Ecco perché il Presidente del Consiglio non può permettersi di dare a noi lezioni di democrazia. Impari alcune regole, impari alcuni elementi fondamentali, cominci a rispettare le istituzioni, cominci a rispettare anche le opposizioni e gli interlocutori, e venga qui a chiarire le sue posizioni.
Non c'è nessuno odio e nessun contrasto personale: c'è soltanto il bisogno, che noi avvertiamo, di porre in chiaro quale politica si vuole condurre in questo paese. Quando si oppone, come è stato detto, nientemeno che il volere del popolo, vale a dire il giacobinismo, alle istituzioni, credo che molte letture siano state praticamente dimenticate. Ci si rifà al Machiavelli «sciatto», quello della volpe e del leone, ma non alla grande tradizione culturale dei liberaldemocratici, vale a dire quella che chiede al potere il limite e la misura.
Si tratta di elementi che mancano tutti nella nostra storia recente, e questa storia recente rischia di diventare un regime. Una volta l'onorevole Tabacci ci ha chiesto se questo fosse un regime, ma gli è stato risposto negativamente. Credo che, con queste leggi, in un certo senso ci si avvii verso questo rischio; lo affermo con la sensibilità di chi ha combattuto per una vita


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a favore di alcuni principi e per garantire la libertà non solo personale, ma quella di tutte le forze politiche, affinché potessero concorrere alla costruzione di una grande democrazia in questo paese. E questa democrazia ve l'abbiamo consegnata, grande e solida, ma oggi rischia di essere sfasciata e minata da una visione personalistica e patrimoniale della politica, come ha precedentemente sostenuto il collega Giovanni Bianchi.
Naturalmente, l'informazione è un problema delicato, sul quale i liberali...

PRESIDENTE. Onorevole Gerardo Bianco, si avvii a concludere.

GERARDO BIANCO. Concludo, signor Presidente. Come dicevo, si tratta di un tema delicato, sul quale i liberali presenti in quest'aula dovrebbero nutrire una particolare sensibilità.
Non è piaciuto il mio intervento «poetico»; risparmierò gli altri versi che ho scritto, ma si dica finalmente una parola vera e sincera: quella di riconoscere che si è sulla cattiva strada (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bimbi. Ne ha facoltà.

FRANCA BIMBI. Signor Presidente, siamo tutti qui per cercare di attribuire un significato a questa nostra maratona, che vuole costituire persino il tentativo di dare un significato reale, a beneficio di tutti i cittadini italiani, a ciò che, invece, rappresenta un'appropriazione indebita dell'informazione da parte di un solo soggetto.
Abbiamo provato anche a presentare alcuni ordini del giorno, facendo finta che il digitale terrestre potesse toccare tutte le case della penisola, chiedendo quindi al Governo di far uscire anche il digitale terrestre dal sogno, o meglio di evitare che sia solo un vantaggio economico per chi ha la funzione di essere uno dei vertici dello Stato.
Pensiamo che i cittadini italiani capiscano quanto è stato già evidenziato da molti, quanto il digiuno dell'onorevole Giachetti sottolinea in maniera particolare. Il problema, infatti, non è tanto il fatto di essere in un regime, quanto trovarsi in una democrazia che rischia di diventare una videocrazia, in cui il messaggio principale è trasformare tutti i cittadini in spettatori non riflessivi, ma passivi. Pertanto, ci siamo sottoposti a questa maratona anche per non essere spettatori passivi.
Tuttavia, come sottolineavano molti colleghi, ci sono molte altre maratone, nel paese, che toccano da vicino la vita quotidiana delle persone, delle famiglie, dei ragazzi e delle ragazze. Mi stanno particolarmente a cuore quelle in difesa della scuola pubblica, dell'università e della ricerca, che vengono periodicamente organizzate dall'insediamento di questo Governo.
Desidero ricordare, in particolare, la maratona alla quale hanno partecipato, ieri, i rappresentanti di tutte le figure professionali delle università italiane. La maratona si è svolta qui a Roma ed ha avuto come centro l'università di Roma «La Sapienza», ma i partecipanti provenivano da tutto il paese. La manifestazione, che va al di là della rappresentatività delle sigle sindacali e delle associazioni e che ha trovato uniti studenti, famiglie, ricercatori e docenti di ogni ordine e grado, ha molto a che vedere con quell'articolo 21, comma 1, della Costituzione che è opportuno richiamare anche con riferimento specifico al presente decreto-legge: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione».
Tale diritto non è costituzionalizzato solo rispetto al flatus vocis. Evidentemente, si può parlare qui, si può parlare nelle aule universitarie, si può parlare liberamente nei cortei e nelle manifestazioni e, forse, ma un po' meno, nella televisione di oggi. Voglio dire che la manifestazione del pensiero - con tutti i mezzi di diffusione - abbisogna di mezzi


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materiali. Sulla base del principio di uguaglianza, noi vorremmo che tutti i cittadini italiani avessero, come le ha il Presidente del Consiglio, non solo la possibilità di manifestare il proprio pensiero, ma anche quella di avere proprie televisioni e di parlare, in esse, differenti linguaggi.
Impedendo a noi ed alla sua maggioranza di realizzare tutto ciò, questo Governo ha messo un bavaglio a tutti gli italiani (del resto, ciò avviene anche fuori da quest'aula).
Perciò, credo che la maratona alla quale stiamo dando vita qui sia molto più comprensibile rispetto a tutte le altre maratone, visibili o invisibili, organizzate nel paese: gli italiani capiscono che il partito degli affari e degli interessi personali non può rappresentare i processi di cittadinanza e la maturità del paese. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colasio. Ne ha facoltà.

ANDREA COLASIO. Signor Presidente, mi rendo conto che, oramai, intervenire diventa quasi un rituale, ma desidero cogliere l'occasione per focalizzare un aspetto sul quale ci siamo soffermati a lungo, con il sottosegretario Innocenzi, sia in Commissione sia nel corso della discussione sulle linee generali in Assemblea.
Mi è caro, in particolare, un tema che è stato reiteratamente sollevato in questa lunga maratona. Alludo alla questione dei parametri, degli indici di riferimento, tema senz'altro non residuale sul quale si è soffermata, con grande chiarezza, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Anche dopo il passaggio al Senato, l'Autorità medesima ha ribadito di non essere in grado di accertare l'incremento dell'offerta sotto il profilo del pluralismo informativo perché mancavano gli elementi oggettivi per quanto concerneva l'iter esplorativo.
Se il presidente Cheli (il soggetto, in primis, preposto alla fase accertativa) sollecita il legislatore reiteratamente a definire una metodologia funzionale all'individuazione di un percorso - diceva il presidente - non discrezionale, non suscettibile di contestazione, riteniamo necessaria la definizione di criteri metodologici. Abbiamo individuato uno di questi criteri nel tasso di copertura dei decoder. Molte proposte emendative ed ordini del giorno da noi presentati vanno in questa direzione.
Se è vero che (come è stato dichiarato) il mutamento di scenario è legato all'effettiva ricettività di una parte della popolazione italiana (stiamo parlando indicativamente di un parco di 21 milioni di apparecchi televisivi), allora vorrei sottoporre al sottosegretario la seguente osservazione. L'altro giorno, lei ha ricordato che a Berlino è avvenuto lo switch off (ciò che dovrebbe avvenire nel 2006, in base alla vigente legge n. 66 del 2001). Ha rilevato, altresì, che siamo stati noi a definire il dies ad quem; per questo motivo, oggi, non potremmo affermare che voi state determinando una forzatura, un'accelerazione e state individuando un percorso di innovazione tecnologica pretestuoso.
Vorrei rivolgerle, sottosegretario Innocenzi (mi auguro vi sia la possibilità di ricevere una risposta), la seguente domanda: cosa rappresentava il parco analogico nel Land di Berlino? Lei lo sa meglio di me: rappresentava poco meno del 10 per cento, perché a Berlino funziona la TV via cavo.
Sa benissimo che lì ci si confronta con oggetti che non sono comparabili, così come su tutta un'altra serie di variabili, per la comparazione, ha assunto realtà non omogenee. Ma è evidente che assumere, come emblematico o come suscettibile di confronto in termini evolutivi, la realtà berlinese non vuol dire alcunché, così come non ha significato prendere come esempio la realtà giapponese. Noi abbiamo chiesto di stabilire indicatori empirici e di definire il tasso di copertura; lei non lo ha fatto ed ha richiamato un esempio che, a nostro avviso, è futuribile.


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Un altro aspetto mi lascia perplesso. Su una rivista pubblicata in questi giorni (non la cito), si può leggere l'intervista di un autorevole produttore di quei tre milioni di pezzi di silicio che lei assume come fattore strategico nell'evoluzione del mercato del digitale in Italia. L'indicazione fatta dai produttori è di 400 mila pezzi per fine del 2004.
Capisce che, con questi indicatori e con queste variabili, francamente, siamo incuneati in un dibattito che, sicuramente, non prelude ad un arricchimento effettivo del pluralismo nel nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gentiloni Silveri. Ne ha facoltà.

PAOLO GENTILONI SILVERI. Signor Presidente, mi sono chiesto, in questi giorni, quale fosse la posta in gioco. Perché tanta attenzione nel difendere Retequattro (un decreto «salva Retequattro» su cui viene posta la fiducia)?
Il mio sospetto è che dietro vi fossero ragioni ed interessi economici, ossia che tale salvataggio, nella situazione di conflitto di interessi, procurasse un vantaggio economico al Presidente del Consiglio. Ho ascoltato risposte polemiche: non è così.
Ma cosa si sta difendendo? Forse una voce della televisione. Allora, sono andato a verificare, direttamente, di quale voce si tratti. Che voce è la voce di Retequattro? Che televisione è? Gli ascolti sono così bassi? Spesso, abbiamo sentito dire che Emilio Fede, in fondo, fa un telegiornale marginale. È così marginale il telegiornale di Emilio Fede? A me non sembra. Il telegiornale di Emilio Fede, nell'edizione delle 19, raggiunge un milione e mezzo di telespettatori; tanti telespettatori, non pochi.
Sarebbe interessante andare a vedere che tipo di informazione fa questo telegiornale. Allora sono andato nel sito dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - non è aggiornatissimo, gli ultimi dati risalgono all'estate scorsa - e ho preso in esame solo un mese significativo, il più significativo tra gli ultimi, il mese di giugno del 2003. Sentite com'è l'informazione del TG 4 nel giugno del 2003 (stiamo parlando dello spazio dell'informazione politica): al Presidente del Consiglio in persona, Berlusconi, è riservato il 60 per cento; al secondo posto abbiamo Forza Italia con il 17,4 per cento; al terzo posto il resto del Governo con il 17,3 per cento. Il totale generale tra Berlusconi, Forza Italia e il resto del Governo è il 94 per cento dello spazio dell'informazione politica su Retequattro. Poi al quarto posto viene la Lega Nord Federazione Padana con l'1,8, mentre l'UDC è assente (non c'è neanche un secondo per l'UDC) ed al partito di Alleanza nazionale è riservato lo 0,2.
Ho visto che i colleghi di Forza Italia sono molto attivi nella difesa di questa voce, forse per altruismo, e allora mi continuo a chiedere: capisco l'interesse economico di Berlusconi, ma voi dite che non si tratta di questo, capisco l'interesse politico di Forza Italia e di Berlusconi per un telegiornale che è un house organ, nonostante che le leggi vigenti, la legge Mammì, impediscano anche alle televisioni private di essere degli house organ di un partito; viceversa, non capisco sinceramente l'interesse delle altre forze della maggioranza in questa direzione. Se me lo spiegate, ve ne sarò grato (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pistone. Ne ha facoltà.

GABRIELLA PISTONE. Signor Presidente, parlo per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno a mia prima firma n. 9/4645/165, sottoscritto anche da Maura Cossutta, dell'onorevole Bellillo e del nostro capogruppo, onorevole Rizzo, per chiedere al Governo l'impegno ad adottare iniziative anche di carattere normativo volte a recepire in maniera compiuta i rilievi espressi, in sede di esame del presente decreto-legge, dal presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni


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in ordine alla determinazione di criteri certi a cui l'autorità debba attenersi in sede di verifica, come previsto dal provvedimento d'urgenza in esame, considerando la presenza effettiva sul mercato di decoder a prezzi accessibili, al fine di favorire la loro massima diffusione tra la popolazione italiana.
Penso che le nuove tecnologie digitali possano rappresentare l'occasione per attenuare il duopolio televisivo, che si sta avviando ad essere un vero e proprio monopolio. Sì può garantire - come dice il nostro ordine del giorno, che ho illustrato questa mattina, alle 4,45, nel mio precedente intervento - un maggiore pluralismo. Maggiore pluralismo vuol dire più soggetti, non vuol dire più canali nelle mani degli stessi proprietari, ma è necessario, per garantirlo, che i decoder vengano diffusi sul territorio e che vi siano indicazioni puntuali e precise affinché le famiglie possano accedere a questo nuovo strumento (evitando che anche questi decoder siano nelle mani di pochi). Pertanto bisognava per esempio prendere un'iniziativa per garantire almeno al 20 per cento delle famiglie la possibilità di usufruire di agevolazioni, eventualmente fiscali, per acquistare i decoder. Con questo decreto-legge non si verifica niente di tutto ciò, perché voi vi siete sottratti al confronto, vi siete sottratti ad una vera e propria discussione parlamentare attraverso l'esame di emendamenti - devo dire pochi, per la verità, ma molto qualificanti - che avrebbero avuto quell'unica intenzione di tendere a migliorare e comunque rendere effettivamente pluralista il sistema. Ciò non si verifica, perché è stata posta la questione di fiducia (che dovrebbe essere una fiducia tecnica, come voi avete detto). Ancora una volta, con arroganza, con perseveranza e con insistenza, sulle questioni relative al sistema delle comunicazioni rimanete assolutamente fermi sulle vostre posizioni, respingendo ogni confronto con l'opposizione.
Ciò non avviene, inoltre, perché avete una maggioranza sfaldata, perché avete in atto un conflitto di interessi grande come una casa, gigantesco, che non avete nessuna voglia di risolvere.
Come mai non vengono prese altre decisioni che sono assolutamente di capitale importanza, come, ad esempio, quelle che attengono alla restituzione degli importi delle tassazioni di fine rapporto, che sono stati un vero e proprio scippo operato nei confronti del lavoratori? Perché non si trovano le risorse per incrementare il fondo di sostegno agli affitti da parte di questo Governo? Perché non si affronta una vera questione, la questione del momento, ossia quella salariale?
Non volete affrontare questi temi, non avete nessuna voglia di farlo. Volete semplicemente portare avanti gli interessi di una persona, del vostro capo. E al vostro capo avete anche sacrificato la vostra autonomia, l'autonomia di un dibattito serio e di un confronto. Ciò si fa attraverso i voti di fiducia, soprattutto quando i temi sono così delicati e di carattere personale come in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.

ENRICO BUEMI. Signor Presidente, al di là del merito del provvedimento che abbiamo criticato già nell'intervento precedente, credo che si ponga con particolare rilevanza il problema del rapporto dei colleghi della maggioranza rispetto a questa iniziativa del Governo stesso, il quale, prima con un decreto-legge e poi con l'iniziativa di porre la questione di fiducia, ha voluto vincolare completamente ogni libertà di giudizio dei singoli deputati della maggioranza.
In questi due anni di attività della Camera ho avuto modo di conoscere molti di loro, apprezzarne le competenze professionali e anche, per alcuni versi, la capacità di cogliere in maniera essenziale gli elementi critici di un rapporto politico con la loro leadership.
Oggi, però, questa loro capacità non può essere esercitata, perché è evidente


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che l'aver legato la posizione della questione di fiducia con il merito del provvedimento impedisce loro qualsiasi tipo di movimento.
È, però, altrettanto vero che qui non si discute di un provvedimento qualsiasi, bensì di un provvedimento che ha una grandissima rilevanza rispetto al mantenimento del nostro paese all'interno del novero di quegli Stati in cui si riscontra una normale agibilità democratica.
Il fatto che essi accettino questa situazione, anche comprendendo la pressione che viene esercitata nei loro confronti, è preoccupante. Infatti, ciò significa che, anche quando ci sono momenti di crisi particolare e di passaggio essenziale, la pressione ed il potere di ricatto che il Capo del Governo, il padrone di questa maggioranza, esercita nei confronti dei componenti del suo schieramento sono così forti da impedire qualsiasi espressione, seppure timorosa, di una differenziazione che potrebbe anche esprimersi.
Non stiamo infatti discutendo di cose normali, come dicevo prima, bensì del destino democratico della nostra nazione. Mi rivolgo allora a questi colleghi (che sono sicuramente colleghi di successo e che hanno avuto la capacità di realizzare nel loro privato grandi risultati), chiedendo loro come sia accettabile che chinino la testa ed accettino questo condizionamento che è francamente inspiegabile. A meno che, con il trascorrere degli anni ed avendo raggiunto il successo, abbiamo rimesso le loro potenzialità in soffitta e pensino di essersi conquistati una tranquillità che francamente io non vedo, nel momento in cui pongono a repentaglio non soltanto il loro destino di singoli parlamentari, ma anche quello della loro coalizione, non cogliendo quale sia il passaggio che stiamo attraversando e quali siano le difficoltà che creano per il paese.
Infatti è evidente che su questo passaggio il giudizio degli altri paesi civili e democratici è severo e non consente di dire che queste cose avvengono perché c'è una necessità impellente dovuta all'azione di forze antidemocratiche dell'opposizione, o dei comunisti, se si vuole usare un'espressione del Presidente del Consiglio.
La verità è quella opposta, ovvero che se essi non dimostrano un minimo di sussulto o di capacità di differenziazione rappresentano quell'Italia che in altri momenti difficili vissuti dal nostro paese non seppe reagire, determinando quelle vicende storiche di cui vediamo ancora adesso le conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Socialisti democratici italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ceremigna. Ne ha facoltà.

ENZO CEREMIGNA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo sull'ordine del giorno n. 9/4645/176 che ho presentato insieme ad altri colleghi e sul quale il Governo ha espresso parere contrario, come peraltro per tanti altri ordini del giorno presentati.
Vorrei svolgere una valutazione - perché da ieri mattina siamo ininterrottamente impegnati nella discussione di questo provvedimento - sull'atteggiamento tenuto dalla maggioranza. È la maggioranza che ha imposto, con un voto dell'Assemblea, la seduta fiume; è la maggioranza che ha brillato per assenza in tutte le ore della giornata di ieri ed anche di oggi.
Questo sta a dimostrare che siamo di fronte non soltanto ad un atto alquanto arrogante e di prepotenza della maggioranza nei riguardi del Parlamento, ma anche ad un totale disprezzo del confronto parlamentare. Un confronto parlamentare del quale vi sarebbe estremo bisogno quando si affrontano questioni molto delicate, che si muovono lungo il filo del rasoio del confine fra legalità ed illegalità.
Si tratta, infatti, di interessi personali e familiari del Capo del Governo che vengono protetti da un decreto-legge sul quale è stata chiesta la fiducia al Parlamento. Si tratta di questioni di estrema delicatezza, rispetto alle quali un sereno confronto parlamentare avrebbe potuto, come ancora


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potrebbe, aiutare a dipanare una matassa molto intricata.
L'assenza della maggioranza può essere interpretata in tante maniere. Può essere interpretata, come ho detto, come disprezzo del confronto parlamentare, ma può anche darsi - me lo augurerei dal punto di vista umano, prima che politico - che nella maggioranza qualcuno ancora provi vergogna a difendere un'impostazione come quella del decreto-legge in esame.
Non si capisce perché, se non si tratta di tale sentimento, non vi sia stato un rappresentante della maggioranza - dico uno! - che abbia avuto il coraggio politico e morale di confrontarsi con noi. Nessuno ha preso la parola dicendo che ci stavamo sbagliando ed avevamo assunto una posizione sbagliata dal punto di vista dei contenuti. Siamo di fronte ad un'indisponibilità, ad una sordità complessiva della maggioranza che, probabilmente, scommette sul fatto che, una volta arrivati alla fine di tale maratona, la questione si concluda.

PRESIDENTE. Onorevole Ceremigna...

ENZO CEREMIGNA. Concludo, signor Presidente.
Poiché chiederò di parlare per dichiarazione di voto finale, cercherò di dimostrare in quel momento per quale motivo certamente non finisce qui (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Socialisti democratici italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Intini. Ne ha facoltà.

UGO INTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la situazione del sistema televisivo italiano è formalmente di duopolio - il che già è grave - ma è praticamente...

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Intini. Vorrei pregare i colleghi, in particolare quelli del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, di abbassare la voce. Onorevole Ruzzante, potrebbe aiutarmi, per favore?
Prosegua pure, onorevole Intini.

UGO INTINI. Come dicevo, la suddetta condizione è praticamente di monopolio perché il 50 per cento del sistema, quello privato, è controllato da Berlusconi in quanto proprietario ed il 50 per cento è indirettamente controllato dallo stesso Berlusconi in quanto primo ministro.
Purtroppo, non vi è legge che tenga per correggere una situazione di tal genere. La qualità del prodotto televisivo è catastrofica: ciò è sotto gli occhi di tutti. Non c'è più il servizio pubblico dato che, francamente, è difficile vedere in cosa la RAI si distingua da Mediaset. È anche difficile capire, a questo punto, perché si debba pagare il canone in mancanza di un corrispettivo fornito dal servizio pubblico. Anzi, il canone, una tassa a cui non corrisponde un servizio, è divenuto, nel contempo, un regalo per Mediaset. La RAI, infatti, apparente servizio pubblico, ha il canone e, di conseguenza, limiti nel raccogliere la pubblicità. Senza canone non avrebbe tali limiti e senza...

PRESIDENTE. Mi scuso ancora, onorevole Intini. Onorevole Ruzzante, l'avevo pregata di aiutarmi a consentire al collega di esprimersi!
Prego, onorevole Intini.

UGO INTINI. Senza tali limiti nella raccolta pubblicitaria la RAI, certamente, si approprierebbe di una parte della fetta pubblicitaria di Mediaset sottraendo alcuni milioni di euro dalle casse dell'azienda di Berlusconi.
Ci troviamo inoltre di fronte ad un sistema televisivo sclerotizzato: non c'è ricambio, da decenni abbiamo sempre gli stessi protagonisti. Vi è anche di peggio, perché non è importante tanto l'hardware televisivo, quanto il software.
Non è importante il canale, ma ciò che si mette all'interno di esso. È la produzione televisiva ad essere importante, laddove si tratta di un sistema produttivo in


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cui interagiscono televisione, editoria, industria del cinema, industria musicale, teatro. Un tempo si diceva che le sette sorelle del petrolio avrebbero dominato il mondo; oggi bisogna dire che le sette sorelle che producono il software dello spettacolo e dell'informazione nel mondo sono quelle che hanno un peso decisivo.
Ebbene, avremmo gradito vedere almeno una grande azienda italiana tra le sette sorelle del mondo; invece, vediamo che l'industria di produzione italiana è distrutta. Guardando la bilancia tra l'import e l'export, si può vedere che noi importiamo tutto. Eppure, siamo stati il paese dei grandi registi, della grande musica; oggi, invece, per quanto riguarda l'esportazione, siamo in una condizione peggiore di quella del Brasile o dell'India, paesi che, bene o male, sanno produrre, il primo le telenovele, il secondo ciò che fa Hollywood (il mix fra Hollywood e Bombay). D'altronde, non c'è da stupirsi di questo, perché nella televisione pubblica e privata, anche se abbiamo divi miliardari, essi sono in realtà divi finti, perché non hanno un mercato internazionale; a Nizza, per esempio, nessuno conosce i nostri apparenti divi.
Di fronte ad una situazione così disastrosa, ci si può domandare cosa fare. Personalmente, credo che i buoi siano ormai scappati e che non ci sia molto da fare, in tempi brevissimi; ma credo che una forza di opposizione abbia comunque il dovere di indicare un minimo di programma. Quando vinceremo, se vinceremo, come io spero, le elezioni, credo che noi non capovolgeremo tutto quello che è stato fatto, essendo punitivi nei confronti di Mediaset, e non andremo ad occupare la RAI, così com'è stata occupata dall'attuale Governo. Cercheremo, tuttavia, di introdurre il pluralismo possibile nel sistema televisivo, privatizzando un canale della RAI ed eliminando un canale di Mediaset, consentendo quindi la nascita almeno di un terzo polo televisivo, così da aumentare la concorrenza, senza la quale nessuna industria vive (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Socialisti democratici italiani).

PRESIDENTE. Pregherei l'onorevole Milanato di volgersi verso la Presidenza.

MARCO BOATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Stiamo arrivando alla conclusione degli interventi per dichiarazione di voto sugli ordini del giorno.
Questa mattina, per i pochi che erano presenti, mi pare verso le ore 6 del mattino, abbiamo concluso gli interventi di illustrazione degli ordini del giorno. In quell'occasione, ho chiesto al sottosegretario Innocenzi un'attenzione nei confronti del mio ordine del giorno n. 9/4645/187; vorrei ringraziarlo, dando atto al Governo di averlo accettato. Pertanto, signor Presidente, non insisterò per la sua votazione.
Credo, però, sia importante fare una riflessione ulteriore su quello che sta avvenendo. Ho già detto questa mattina che, se non ci fosse stata la posizione della questione di fiducia da parte del Governo, probabilmente questo decreto-legge, nel momento in cui stiamo parlando, sarebbe già stato convertito in legge. È stata la posizione della questione di fiducia, cioè l'impossibilità da parte di quest'Assemblea di esaminare le poche decine di emendamenti che avevamo presentato - i colleghi della maggioranza che volessero sfogliare il relativo fascicolo, che è ancora a disposizione, si accorgerebbero non solo del numero esiguo di emendamenti, presentati ma soprattutto del fatto che si tratta solo ed esclusivamente di emendamenti di merito -, a produrre come unico risultato quello di impedire qualunque, anche minimale, modifica di merito del decreto-legge al nostro esame...

PRESIDENTE. Onorevole Sabattini...!

MARCO BOATO. Ciò, peraltro, ha prodotto l'ulteriore risultato che nessuno dei colleghi della maggioranza ha potuto prendere la parola (lo dico con dispiacere, perché in questo momento in aula c'è un numero consistente di loro).


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I colleghi della maggioranza sono stati totalmente militarizzati, lo dico tra virgolette, dalla questione di fiducia: è stato loro impedito di pronunciarsi a favore o contro i singoli emendamenti presentati al provvedimento in esame. Eppure, i problemi di merito credo fossero presenti anche all'interno della maggioranza (lo avevamo già riscontrato qualche giorno fa nel corso dell'esame del disegno di legge rinviato, con messaggio motivato, alle Camere dal Presidente della Repubblica Ciampi, ai sensi dell'articolo 74, comma 1, della Costituzione).
In quel caso, vi era la consapevolezza che, da parte non solo dei gruppi dell'opposizione, ma anche di settori significativi (sicuramente quattro decine di deputati) della maggioranza, venivano condivise alcune obiezioni critiche da noi mosse all'epoca in sede di esame del disegno di legge Gasparri, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica per una nuova deliberazione.
Le premesse al decreto-legge (spero che i colleghi le esaminino, io non potrò spiegarlo perché il mio tempo si sta esaurendo) fanno riferimento all'approvazione da parte del Parlamento della legge Gasparri, nonché al rinvio della stessa alle Camere da parte del Presidente della Repubblica.
Vi è poi un richiamo che mi pare letteralmente corretto, ma ipocrita, alla sentenza della Corte costituzionale n. 466 del 2002, secondo la quale la data del 31 dicembre 2003 offre margini temporali all'intervento del legislatore per determinare le modalità della definitiva cessazione del regime transitorio. In realtà, il decreto-legge in esame, che dovrebbe definire queste modalità di definitiva cessazione del regime transitorio, in forza dei commi 2 e 3 dell'articolo 1, prolunga ad oltranza il regime transitorio che la sentenza della Corte costituzionale aveva giudicato incostituzionale, laddove fosse stata superata la data del 31 dicembre 2003, e che il messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica aveva sottoposto a pesanti rilievi di costituzionalità.
Sono queste le questioni di merito, al di là del contesto politico che molti colleghi hanno affrontato e a cui mi richiamo indirettamente, sulle quali discuteremo ancora per alcune ore, anche con riferimento alle pesanti preoccupazioni sollevate sotto il profilo costituzionale, tecnico e giuridico del decreto-legge che, con la posizione della questione di fiducia, si è imposto a questo ramo del Parlamento.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno presentati.
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bogi n. 9/4645/1, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Scusate colleghi, c'è un problema tecnico, una doppia scheda...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 397
Votanti 396
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato
152
Hanno votato
no 244).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Agostini n. 9/4645/2, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 416
Maggioranza 209
Hanno votato
169
Hanno votato
no 247).


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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Innocenti n. 9/4645/3, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato
167
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Panattoni n. 9/4645/4, Montecchi n. 9/4645/5, Calzolaio n. 9/4645/6, Magnolfi n. 9/4645/7 e Nicola Rossi n. 9/4645/8 non accettano la riformulazione proposta dal Governo e insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Panattoni n. 9/4645/4, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato
171
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montecchi n. 9/4645/5, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 430
Maggioranza 216
Hanno votato
174
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Calzolaio n. 9/4645/6, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 432
Astenuti 1
Maggioranza 217
Hanno votato
172
Hanno votato
no 260).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Magnolfi n. 9/4645/7, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 433
Maggioranza 217
Hanno votato
172
Hanno votato
no 261).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicola Rossi n. 9/4645/8, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 438
Maggioranza 220
Hanno votato
175
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che l'onorevole Ruzzante non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/4645/9, accettato dal Governo.


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Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Adduce n. 9/4645/10 e Benvenuto n. 9/4645/11 non accettano la riformulazione proposta dal Governo e insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Adduce n. 9/4645/10, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 439
Astenuti 4
Maggioranza 220
Hanno votato
181
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Benvenuto n. 9/4645/11, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato
183
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che l'onorevole Bolognesi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/4645/12, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Bova n. 9/4645/13, Cennamo n. 9/4645/14, Crisci n. 9/4645/15, Labate n. 9/4645/16 e Lucidi n. 9/4645/17 non accettano la riformulazione proposta dal Governo e insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bova n. 9/4645/13, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato
183
Hanno votato
no 268).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIER FERDINANDO CASINI (ore 16,38)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cennamo n. 9/4645/14, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato
190
Hanno votato
no 263).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crisci n. 9/4645/15, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato
186
Hanno votato
no 267).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Labate n. 9/4645/16, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).


Pag. 319

(Presenti e Votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato
190
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lucidi n. 9/4645/17, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato
190
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grignaffini n. 9/4645/18, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato
181
Hanno votato
no 267).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Melandri n. 9/4645/19, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato
180
Hanno votato
no 266).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ottone n. 9/4645/20, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
182
Hanno votato
no 268).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rava n. 9/4645/21, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 457
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato
184
Hanno votato
no 273).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Albonetti n. 9/4645/22, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato
188
Hanno votato
no 272).


Pag. 320

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Raffaldini n. 9/4645/23, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato
197
Hanno votato
no 279).

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Giulietti n. 9/4645/24, Sasso n. 9/4645/25 e Capitelli n. 9/4645/26, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duca n. 9/4645/27, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato
198
Hanno votato
no 279).

Prendo atto che l'onorevole Mazzarello non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/4645/28, accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vigni n. 9/4645/29, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato
195
Hanno votato
no 273).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rognoni n. 9/4645/30, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 467
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato
192
Hanno votato
no 275).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rossiello n. 9/4645/31, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato
193
Hanno votato
no 276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Soda n. 9/4645/32, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato
184
Hanno votato
no 273).


Pag. 321

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Spini n. 9/4645/33, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato
191
Hanno votato
no 276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Michele Ventura n. 9/4645/34, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 471
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato
195
Hanno votato
no 276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Visco n. 9/4645/35, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato
198
Hanno votato
no 274).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zani n. 9/4645/36, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato
196
Hanno votato
no 275).

Prendo atto che l'onorevole Garagnani non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zanotti n. 9/4645/37, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato
199
Hanno votato
no 273).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Abbondanzieri n. 9/4645/38, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato
197
Hanno votato
no 274).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Amici n. 9/4645/39, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).


Pag. 322

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato
200
Hanno votato
no 276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Angioni n. 9/4645/40, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 467
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato
195
Hanno votato
no 272).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Roberto Barbieri n. 9/4645/41, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
203
Hanno votato
no 277).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bellini n. 9/4645/42, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato
199
Hanno votato
no 280).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bersani n. 9/4645/43, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato
197
Hanno votato
no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bettini n. 9/4645/44, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
202
Hanno votato
no 282).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borrelli n. 9/4645/45, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).


Pag. 323

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
200
Hanno votato
no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Buffo n. 9/4645/46, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
203
Hanno votato
no 280).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Buglio n. 9/4645/47, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato
197
Hanno votato no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cabras n. 9/4645/48, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 481
Astenuti 3
Maggioranza 241
Hanno votato
199
Hanno votato
no 282).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carboni n. 9/4645/49, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
204
Hanno votato
no 283).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cazzaro n. 9/4645/50, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
203
Hanno votato
no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chiaromonte n. 9/4645/51, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato
205
Hanno votato
no 277).


Pag. 324

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chiti n. 9/4645/52, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 482
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato
200
Hanno votato
no 282).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cialente n. 9/4645/53, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 484
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
204
Hanno votato
no 280).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Coluccini n. 9/4645/54, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato
206
Hanno votato
no 277).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dameri n. 9/4645/55, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
203
Hanno votato
no 282).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Brasi n. 9/4645/56, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 486
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato
203
Hanno votato
no 283).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Luca n. 9/4645/57, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato
198
Hanno votato
no 274).


Pag. 325

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alberta De Simone n. 9/4645/58, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 475
Astenuti 3
Maggioranza 238
Hanno votato
197
Hanno votato
no 278).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Serio D'Antona n. 9/4645/59, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato
200
Hanno votato
no 283).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Filippeschi n. 9/4645/60, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
205
Hanno votato
no 287).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Finocchiaro n. 9/4645/61, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
204
Hanno votato
no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fluvi n. 9/4645/62, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 490
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
204
Hanno votato
no 286).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Folena n. 9/4645/63, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 487
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato
204
Hanno votato
no 283).


Pag. 326

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fumagalli n. 9/4645/64, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 490
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
203
Hanno votato
no 287).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Galeazzi n. 9/4645/65, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
204
Hanno votato
no 288).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gasperoni n. 9/4645/66, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
205
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giacco n. 9/4645/67, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 483
Votanti 482
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato
196
Hanno votato
no 286).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grillini n. 9/4645/68, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
199
Hanno votato
no 285).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guerzoni n. 9/4645/69, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 485
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
198
Hanno votato
no 287).


Pag. 327

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Kessler n. 9/4645/70, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
203
Hanno votato
no 283).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lucà n. 9/4645/71, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 491
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
206
Hanno votato
no 285).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lulli n. 9/4645/72, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
207
Hanno votato
no 285).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lumia n. 9/4645/73, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 494
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
210
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luongo n. 9/4645/74, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
201
Hanno votato
no 279).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Manzini n. 9/4645/75, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
203
Hanno votato
no 284).


Pag. 328

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paola Mariani n. 9/4645/76, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
208
Hanno votato
no 287).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mariotti n. 9/4645/77, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
208
Hanno votato
no 289).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Martella n. 9/4645/78, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
204
Hanno votato
no 288).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Motta n. 9/4645/79, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 497
Astenuti 5
Maggioranza 249
Hanno votato
200
Hanno votato
no 297).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nieddu n. 9/4645/80, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
210
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Oliverio n. 9/4645/81, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 497
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato
211
Hanno votato
no 286).


Pag. 329

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Petrella n. 9/4645/82, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 501
Astenuti 3
Maggioranza 251
Hanno votato
207
Hanno votato
no 294).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pinotti n. 9/4645/83, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 493
Astenuti 5
Maggioranza 247
Hanno votato
214
Hanno votato
no 279).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pollastrini n. 9/4645/84, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 495
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato
212
Hanno votato
no 283).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boccia n. 9/4645/86, limitatamente alla parte ammissibile, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 501
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato
214
Hanno votato
no 287).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciani n. 9/4645/87, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 503
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
213
Hanno votato
no 290).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bimbi n. 9/4645/88, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
211
Hanno votato
no 287).


Pag. 330

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bressa n. 9/4645/90, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 502
Astenuti 2
Maggioranza 252
Hanno votato
215
Hanno votato
no 287).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pasetto n. 9/4645/91, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
213
Hanno votato
no 284).

Prendo atto che l'onorevole Volonté non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santino Adamo Loddo n. 9/4645/92, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 489
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato
211
Hanno votato
no 278).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Morgando n. 9/4645/93, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 501
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato
215
Hanno votato
no 286).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rusconi n. 9/4645/94, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
206
Hanno votato
no 285).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bindi n. 9/4645/95, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 473
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato
189
Hanno votato
no 284).


Pag. 331

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Papini n. 9/4645/96, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 489
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato
207
Hanno votato
no 282).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tonino Loddo n. 9/4645/97, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 490
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
211
Hanno votato
no 279).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pistelli n. 9/4645/98, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 489
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato
202
Hanno votato
no 287).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gerardo Bianco n. 9/4645/99, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 485
Astenuti 9
Maggioranza 243
Hanno votato
209
Hanno votato
no 276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marini n. 9/4645/100, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 501
Astenuti 3
Maggioranza 251
Hanno votato
216
Hanno votato
no 285).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fusillo n. 9/4645/101, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 493
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
215
Hanno votato
no 278).


Pag. 332

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tuccillo n. 9/4645/102, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 498
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato
214
Hanno votato
no 284).

Prendo atto che l'onorevole Volonté non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giovanni Bianchi n. 9/4645/103, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 480
Astenuti 2
Maggioranza 241
Hanno votato
209
Hanno votato
no 271).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frigato n. 9/4645/104, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
215
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santagata n. 9/4645/105, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 502
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
216
Hanno votato
no 286).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bottino n. 9/4645/106, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
211
Hanno votato
no 276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stradiotto n. 9/4645/107, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
209
Hanno votato
no 278).


Pag. 333

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Del Bono n. 9/4645/108, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
209
Hanno votato
no 282).

Onorevole Barbieri, non vorrà mica farsi richiamare...
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vernetti n. 9/4645/109, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 493
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
208
Hanno votato
no 285).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcora n. 9/4645/110, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
211
Hanno votato
no 280).

Prendo atto che l'onorevole Volontè non è riuscito a votare e avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rosato n. 9/4645/111, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
208
Hanno votato
no 278).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mattarella n. 9/4645/112, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
207
Hanno votato
no 285).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lettieri n. 9/4645/121, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 499
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
216
Hanno votato
no 283).


Pag. 334

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Franceschini n. 9/4645/122, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 488
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
211
Hanno votato
no 277).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sinisi n. 9/4645/123, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 500
Astenuti 3
Maggioranza 251
Hanno votato
216
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piscitello n. 9/4645/124, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 503
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
213
Hanno votato
no 290).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ladu n. 9/4645/125, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
212
Hanno votato
no 283).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/4645/126, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
213
Hanno votato
no 279).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rocchi n. 9/4645/127, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
215
Hanno votato
no 280).


Pag. 335

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Burtone n. 9/4645/128, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
212
Hanno votato
no 278).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Annunziata n. 9/4645/129, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
216
Hanno votato
no 282).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fioroni n. 9/4645/130, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 497
Astenuti 4
Maggioranza 249
Hanno votato
171
Hanno votato
no 326).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fistarol n. 9/4645/131, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato
209
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duilio n. 9/4645/132, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
210
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fanfani n. 9/4645/133, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
209
Hanno votato
no 282).


Pag. 336

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ruggieri n. 9/4645/134, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 491
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
209
Hanno votato
no 282).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carbonella n. 9/4645/135, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 494
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
208
Hanno votato
no 286).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ruggeri n. 9/4645/136, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 499
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato
211
Hanno votato
no 288).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Banti n. 9/4645/137, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
211
Hanno votato
no 287).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Squeglia n. 9/4645/138, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 495
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
211
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Meduri n. 9/4645/139, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 496
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
208
Hanno votato
no 288).


Pag. 337

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Enzo Bianco n. 9/4645/140, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
220
Hanno votato
no 274).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Realacci n. 9/4645/141, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 484
Astenuti 4
Maggioranza 243
Hanno votato
215
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giachetti n. 9/4645/142, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 490
Astenuti 7
Maggioranza 246
Hanno votato
198
Hanno votato
no 292).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Camo n. 9/4645/154, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 492
Astenuti 4
Maggioranza 247
Hanno votato
211
Hanno votato
no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Soro n. 9/4645/155, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato
208
Hanno votato
no 285).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Loiero n. 9/4645/156, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
215
Hanno votato
no 283).


Pag. 338

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Volpini n. 9/4645/157, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 488
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
208
Hanno votato
no 280).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villari n. 9/4645/158, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato
210
Hanno votato
no 283).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molinari n. 9/4645/159, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
214
Hanno votato
no 283).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ruta n. 9/4645/160, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato
211
Hanno votato
no 276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mantini n. 9/4645/161, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 492
Astenuti 5
Maggioranza 247
Hanno votato
207
Hanno votato
no 285).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rizzo n. 9/4645/162, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 491
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
208
Hanno votato
no 283).


Pag. 339

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Diliberto n. 9/4645/163, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
207
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Armando Cossutta n. 9/4645/164, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 483
Astenuti 5
Maggioranza 242
Hanno votato
197
Hanno votato
no 286).

Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Pistone n. 9/4645/165 se accedano alla riformulazione, proposta dal Governo, fino a ricomprendere le parole: «a prezzi accessibili».

GABRIELLA PISTONE. No, signor Presidente, e insistiamo per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pistone n. 9/4645/165, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 498
Astenuti 4
Maggioranza 250
Hanno votato
216
Hanno votato
no 282).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bellillo n. 9/4645/166, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
213
Hanno votato
no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sgobio n. 9/4645/167, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
210
Hanno votato
no 288).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nesi n. 9/4645/168, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).


Pag. 340

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 495
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
209
Hanno votato
no 286).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vertone n. 9/4645/169, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 499
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
204
Hanno votato
no 295).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Albertini n. 9/4645/172, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 499
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato
216
Hanno votato
no 283).

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Di Gioia n. 9/4645/173, accettato dal Governo, non insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Buemi n. 9/4645/174, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 500
Astenuti 3
Maggioranza 251
Hanno votato
215
Hanno votato
no 285).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boselli n. 9/4645/175, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 491
Astenuti 5
Maggioranza 246
Hanno votato
209
Hanno votato
no 282).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ceremigna n. 9/4645/176, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 486
Astenuti 4
Maggioranza 244
Hanno votato
206
Hanno votato
no 280).


Pag. 341

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Intini n. 9/4645/177, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 500
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato
214
Hanno votato
no 286).

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Cento n. 9/4645/178, accettato dal Governo, non insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zanella n. 9/4645/180, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 490
Astenuti 4
Maggioranza 246
Hanno votato
214
Hanno votato
no 276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bulgarelli n. 9/4645/182, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 491
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
212
Hanno votato
no 279).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pecoraro Scanio n. 9/4645/183, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 482
Astenuti 6
Maggioranza 242
Hanno votato
202
Hanno votato
no 280).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Titti De Simone n. 9/4645/184, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
203
Hanno votato
no 277).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Russo Spena n. 9/4645/185, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 462
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato
194
Hanno votato
no 268).


Pag. 342

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giordano n. 9/4645/186, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 486
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato
198
Hanno votato
no 288).

Ricordo che i presentatori dell'ordine del giorno Boato n. 9/4645/187, accettato dal Governo, non insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pappaterra n. 9/4645/189, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
206
Hanno votato
no 283).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villetti n. 9/4645/190, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
193
Hanno votato
no 291).

Prima di passare alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento, sospendo brevemente la seduta, perché vorrei dare ai colleghi un indirizzo costruttivo sul modo di procedere nel lavoro delle prossime ore. La seduta è sospesa.

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