Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 423 del 12/2/2004
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Per la risposta a strumenti di sindacato ispettivo, per fatto personale e sull'ordine dei lavori (ore 13,25).

GIOVANNI RUSSO SPENA. Chiedo di parlare

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO SPENA. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta a due interrogazioni a risposta scritta, la n. 4-07583, indirizzata al Ministero della giustizia e al Presidente del Consiglio dei ministri, e la n. 4-07602.

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, sarò breve, anche perché l'ora non garantisce la piena attenzione.
Ho voluto chiedere la parola adesso e non in apertura di seduta, quando molti colleghi sono intervenuti sulla vicenda di ieri, proprio perché non intendevo e non intendo scaldare, in alcun modo, gli animi. Credo comunque fosse giusto da parte mia, considerata la grande attenzione che alcuni colleghi hanno voluto riservare, non al fatto politico, ma ai comportamenti assunti ieri, svolgere alcune pacate osservazioni.
Comprendo benissimo le motivazioni degli interventi dei colleghi dell'opposizione, sicuramente, non soddisfatti dell'iter del «provvedimento Sofri», del rinvio, soprattutto nella fase di chiarimento in corso all'interno della maggioranza. Sono gli stessi che, in tante altre occasioni, hanno gridato peste e corna contro i partiti della coalizione di maggioranza e che oggi, invece, avevano un atteggiamento - legittimamente - diverso. Capisco che, in una sorta di sconfitta politica, si tenti di trovare altre vie per esternare i propri pensieri.
Tuttavia, ciò non può esimermi dal sostenere che sono state usate parole eccessive... (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e di Rifondazione comunista)

GABRIELLA PISTONE. Non te, noi?

IGNAZIO LA RUSSA. ...nel commentare ciò che è successo ieri. Non ho bisogno di giustificare alcunché.
Signor Presidente, basta guardare i precedenti. A buon intenditor, poche parole. Lo ripeto: basta guardare i precedenti.
Quante volte, in questa e nelle precedenti legislature, sono state sospese le sedute a causa di proteste o tumulti molto più gravi rispetto a quelli di ieri, senza alcun provvedimento disciplinare? Andate a prendere i precedenti. Io li ho. Dopo che li avrete letti, ne riparleremo. Leggete le frasi pronunziate in tante occasioni. Mi permetto di dire che non è corretto, com'è stato fatto anche oggi, attribuirmi frasi che


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sarebbero state pronunciate non durante un intervento, ma parlando con colleghi, frasi che, peraltro, smentisco.
Infatti, se andiamo a censurare quello che si dice tra colleghi, all'interno o fuori dall'aula - capisco che ci vorrà un grande orecchio, quello di Dionisio, o non so di chi altri - , usciamo dal seminato. Vi prego di separare le affermazioni che si fanno e che vengono riportate nel processo verbale da ciò che si sente vociferare, da ciò che è stato detto parlando con alcuni colleghi tra i banchi, al di fuori degli interventi. Sono cose completamente separate! Ne ho parlato con il collega Taormina; ci siamo chiariti, mi sono scusato, si è scusato per non aver capito, ma credo che questo sia assolutamente un problema che riguarda noi. Siete così gentili da esservi preoccupati dell'onorevole Taormina; ne siamo lieti noi della maggioranza, perché vuol dire che è completamente riabilitato un collega che per lunghi mesi avete tacciato come l'uomo peggiore di questo Parlamento! Grazie per questa opera di riabilitazione che avete voluto fare (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)!
Presidente, concludo dicendo che prendo atto e mi assumo la responsabilità della protesta che ieri il gruppo ha espresso, anche per le cose fatte e dette da altri; politicamente si è trattato di una responsabilità derivata da un dato che voglio qui ribadire. Ci è sembrato in quel momento - e ci sembra tuttora - fosse corretto che la Commissione si riunisse prima di esprimere i pareri, perché credevamo - e crediamo - fosse chiaro qual era il presupposto del percorso di quella proposta di legge, e cioè che l'imputato, che aspira alla grazia, debba presentare la domanda, direttamente o attraverso un suo congiunto. È una posizione politica molto chiara; può non piacervi, ma è una posizione che abbiamo espresso, magari in forma eccessiva - e me ne scuso - , ma legittimamente, e non può essere censurata politicamente da chi non è d'accordo. Vi ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

LAURA CIMA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA CIMA. Signor Presidente, dopo l'intervento dell'onorevole La Russa, oltre ad intervenire per un sollecito, vorrei dire che le questioni che sono state sollevate - e che anche io sollevo in questa sede - non riguardano il rapporto privato tra La Russa e Taormina, ma sono questioni di boicottaggio del funzionamento dei lavori parlamentari da parte di una forza politica e di un presidente di quella forza politica che, essendo in minoranza sulla posizione che ha espresso all'interno di quest'Assemblea, ha impedito che i lavori andassero avanti. Per non correre lo stesso rischio che la maggioranza ha corso con il voto segreto sulla legge Gasparri si chiede il rinvio in Commissione di una proposta di legge, in discussione in aula. Questa non è democrazia, Presidente, questa è una questione di metodo che, però, intacca le ragioni stesse del nostro essere in Parlamento.
In secondo luogo, il ministro Giovanardi farebbe bene ad occuparsi di questi aspetti invece di venire qui a fare le «pastette» come ha fatto ieri e stamattina (Commenti dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e di Forza Italia). Il parlamentare svolge una funzione importante dal punto di vista ispettivo; io ho 35 interrogazioni a cui il Governo non ha risposto (alcune di queste risalgono addirittura al 2001). Sono accaduti molti fatti, forse le interrogazioni non hanno più ragione di essere, ma io chiedo che il Governo mi risponda, perché è un mio diritto di parlamentare. Il ministro Giovanardi, oltre che il Presidente della Camera, deve tutelare questo mio diritto, perché altrimenti non svolgiamo quella funzione democratica di deputati parlamentari per cui il popolo ci ha eletto.

PRESIDENTE. Onorevole Cima, senz'altro sarà tenuta presente, come è accaduto altre volte, l'esigenza di una sollecita risposta da parte del Governo,


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che lei, a voce alta, ha richiesto. Per quanto attiene alle «pastette», quando si ci si deve riferire ad un ministro si deve avere riguardo, perché il Governo svolge una funzione dello Stato. Allora, la invito, per cortesia, ad usare parole corrispondenti all'altezza di questa funzione, che è uguale a quella legislativa e a quella giudiziaria (Applausi dei deputati del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro - Commenti del deputato Cima). Mi permetto di dirglielo, onorevole Cima, perché nel sollecitare una risposta non si può offendere il titolare di un diritto, che è quello del Governo di fare nell'aula della Camera quello che è necessario fare. Altro che «pastette»!

GOFFREDO MARIA BETTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GOFFREDO MARIA BETTINI. Signor Presidente, nella giornata di ieri è avvenuto un fatto assai grave. È stata rivolta una minaccia di morte al sindaco di Roma Veltroni: gli è stata, infatti, recapitata una lettera contenente una pallottola. La minaccia è giunta, come dice il messaggio che l'accompagna, da sostenitori fanatici e criminali della illegalità edilizia.
Signor Presidente, la giunta civica di Roma da tempo sta conducendo una battaglia contro lo scempio del territorio, anche con l'abbattimento di costruzioni che non hanno nulla a che vedere con condizioni di necessità e che si ergono provocatoriamente in zone protette e di grande valore archeologico ed ambientale.
Veltroni ha già detto che questa azione per la legalità e i diritti di tutti non si fermerà; semmai, sarà ancora più intensa e rigorosa. Tuttavia, credo che egli oggi meriti non solo la solidarietà da parte del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, che rappresento, ma anche di tutto il Parlamento; così come merita un sostegno concreto nella sua azione anche da parte del Governo e del ministro dell'interno, al quale chiediamo di riferire in Parlamento su quali siano i suoi programmi e i suoi obiettivi per contrastare l'illegalità e l'abusivismo, temi sui quali ci sembra esservi davvero un vuoto inammissibile dal punto di vista dell'impegno (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Vorrei associarmi alle espressioni di solidarietà che già da diverse forze politiche sono state formulate nei confronti dell'amico Veltroni, sindaco di Roma. Ritengo che le sue parole abbiano un'eco positiva, non solo nella Presidenza, ma nei sentimenti di ciascuno di noi.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo per fatto personale, in relazione a quanto dichiarato questa mattina dal collega Rizzi. Prima, però, vorrei associarmi alle parole del collega Bettini per esprimere la solidarietà di tutto il gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo, oltre che del partito della Margherita di Roma, nei confronti di un sindaco che ha fatto anche di questa battaglia una delle azioni qualificanti della propria amministrazione e che, certo, non si farà intimidire da atti vergognosi quale quello che si è compiuto ieri. Ciò, peraltro, è avvenuto soltanto a poche ore di distanza da un altro atto intimidatorio nei confronti del presidente di RomaNatura, Ivan Novelli, che ha ricevuto una pallottola in una busta proprio per la sua azione di tutela del territorio e, in particolare, della città di Roma.
Signor Presidente, prendo la parola per fatto personale, anche in relazione alle dichiarazioni del presidente La Russa. Ritengo di poter usufruire dello stesso tempo concesso al collega La Russa, ma in realtà ne utilizzerò molto di meno. Intendo, semplicemente, richiamarmi alle parole pronunciate questa mattina dal Presidente della Camera in maniera, a mio avviso, assolutamente esaustiva e chiara (e, forse,


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le sue parole dovrebbero essere chiare anche al collega La Russa: se lo fossero state, gli avrebbero evitato di svolgere un intervento quale quello che ha fatto oggi). Credo che esse rimangano non solo agli atti della Camera, ma anche nella mente e nella memoria di ciascuno di noi. Credo che il Presidente abbia ben stigmatizzato il comportamento, in particolare, del collega La Russa.
Signor Presidente, mi consenta soltanto di dire che, in tutto ciò che è successo ieri, di politico non vi è nulla. Sono stati tirati dei fogli e sono stati rivolti degli insulti nei confronti di un collega che, come noto, combatto dalla mattina alla sera per mille ragioni. Tuttavia, per quanto mi riguarda, chiunque siede in quest'aula merita un doveroso rispetto; sfido chiunque ad aver visto compiere, da parte mia, un'azione violenta come quella che è stata fatta ieri nei confronti del collega Taormina. Nel momento in cui egli è relatore di un provvedimento per una Commissione, è relatore di tutti e non soltanto di una parte.
Signor Presidente, mi lasci dire che le parole dell'onorevole La Russa sono perse nel vuoto e non hanno alcun senso, per la semplice ragione che, in ciò che si è manifestato ieri, di politico non vi è nulla. Diversamente, dovremmo giustificare tutte le azioni che si sono compiute nella storia d'Italia, anche le peggiori, perché ognuna aveva una ragione politica. Siamo stati chiamati qui per dimostrare, anche con civiltà ed accettando le regole parlamentari, come si svolge il confronto tra le persone.
Per quanto riguarda ciò che ha detto il collega Rizzi, egli ha richiamato un argomento giusto, ricordando quando in quest'aula mi tolsi la giacca per protestare e stigmatizzare un fatto preciso. Quando si discute di conflitto di interessi e quando si fa una legge che, in sostanza, non lo risolve, perché non pone alcuna norma che reprima le violazioni di chi si trova coinvolto in tale conflitto, ciò significa che qualunque nostra azione, se ovviamente non si prevede una norma che la disciplini e, in qualche modo, la condanni, non è soggetta ad alcuna restrizione.
Ciascuno può fare quello che vuole. In quell'occasione mi tolsi la giacca proprio per dimostrare che il Presidente della Camera avrebbe dovuto intervenire, perché esiste una regola in quest'aula e se tale regola non viene rispettata c'è subito una norma che consente a chi di dovere di agire conseguentemente.
Non fui espulso per una sola ragione - mi dispiace che non ci sia il collega Rizzi -, ossia perché contemporaneamente si sollevarono dei tumulti. Infatti, la collega Mussolini venne verso di me, non so per quale ragione, e il Presidente, applicando a mio avviso il regolamento, prima di sancire il mio comportamento con una espulsione, dal momento che non ero stato richiamato per la seconda volta, sospese i lavori dell'Assemblea per tumulto. Ho citato questo episodio semplicemente per fare chiarezza.
Mi permetto semplicemente di segnalare a lei, Presidente, che è così sensibile e appartiene ad una forza politica che dovrebbe essere anch'essa sensibile all'argomento, che nell'estate del 2002 si verificherà quell'evento e, ahimè, il conflitto di interessi non è stato ancora risolto nel nostro paese. Ancora il Parlamento non ha avuto la possibilità di approvare non una legge che vuole l'opposizione, ma una legge del Governo, che non dico risolva il conflitto di interessi, ma che, perlomeno, costituisca una risposta e non una presa in giro nei confronti degli elettori, ai quali si è promesso che nel giro di cento giorni sarebbe stato risolto il problema del conflitto di interessi.
Ancora questa mattina il Senato si è rifiutato di calendarizzare, su richiesta dell'opposizione, il dibattito e il voto sul provvedimento concernente il conflitto di interessi, per il quale rimane solo un piccolo aspetto da risolvere, ossia la copertura finanziaria. Era già stato calendarizzato ed è stato fatto «sparire». Signor Presidente, vorrei informarla che sto conducendo uno sciopero della fame da dieci giorni e andrò avanti proprio perché ritengo


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che sia dovere di ciascuno di noi chiedere innanzitutto alla maggioranza di rispettare gli impegni presi, prima che con il Parlamento, con i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).

TIZIANA VALPIANA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TIZIANA VALPIANA. Vorrei semplicemente sollecitare la risposta del Governo ad una mia interrogazione che ho presentato nell'agosto del 2001, riguardante la situazione lavorativa dei dipendenti degli IRCS. Si tratta di persone che lavorano in istituti di ricerca a carattere scientifico, la cui condizione lavorativa presenta delle serie problematiche posto che non esiste tuttora l'applicazione della normativa prevista. Credo che dal 2001 ad oggi, visto che la legge prevedeva entro sei mesi l'adeguamento della situazione lavorativa, sia trascorso troppo tempo e dunque, al riguardo sollecito la risposta del Governo.

PRESIDENTE. La ringrazio. Si tratta veramente di un pezzo d'antiquariato! Spero che venga apprezzato e messo in condizioni di ottenere una risposta da parte del Governo.

GABRIELLA PISTONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELLA PISTONE. Vorrei esprimere, come ho già fatto ieri in quest'aula, solennemente la solidarietà al sindaco Veltroni e la condivisione per la sua azione e per la sua fermezza. L'illegalità è prevaricazione, non è diritto. Gli scempi abusivi che vengono perpetrati nella città di Roma vanno sicuramente puniti - ripeto - con la giusta fermezza. Non si può assolutamente risolvere il problema delle abitazioni, eventualmente ci fosse, con il «fai da te». Non è una pratica democratica.
Allora, sollecito il Governo, credendo di fare con ciò cosa gradita al sindaco, affinché finalmente si ricordi che esiste un problema «casa»: del resto, questo Governo, finora, non è intervenuto in alcun modo in ordine alla cosiddetta politica dell'abitare.
Dunque, sollecito esprimendo tutta la solidarietà al sindaco Veltroni, una risposta all'appello da lui inviato ieri al Governo proprio sul problema della casa. Il Governo, con la legge finanziaria, ha ulteriormente tagliato le risorse per il fondo sul sostegno all'affitto. Quanto accaduto è gravissimo ed ora la città di Roma, ma non solo, ne pagherà le conseguenze.
Ecco perché penso che non si debba far crescere la cultura dell'illegalità che invece viene, purtroppo, alimentata da leggi che prevedono condoni edilizi e condoni fiscali. Bisogna mettersi al lavoro affinché il diritto alla casa sia veramente garantito a tutti in tutte le città italiane.

PIERO RUZZANTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, non entro nel merito - lo ha già fatto, in quest'aula, il collega Innocenti - dei fatti di ieri. Appare evidente a tutti che un determinato comportamento che colpisce il relatore è qualcosa di diverso dai diverbi che possono verificarsi in quest'aula tra colleghi. Il lancio dei fascicoli avvenuto e registrato dal resoconto stenografico, le offese, le intimidazioni e l'interruzione stessa della funzione di relatore rappresentano qualcosa di diverso. Il relatore, infatti, è una figura istituzionalmente prevista dal nostro regolamento e nel momento in cui parla (come la Presidenza) rappresenta tutta l'Assemblea e non la maggioranza o l'opposizione.
Abbiamo chiesto che della questione si occupi l'Ufficio di Presidenza e attendiamo di buon grado le decisioni che verranno assunte in quella sede.
Detto questo, vorrei ricollegarmi al problema posto dalla collega Cima. Si tratta del funzionamento della Camera nel suo


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complesso e, più in particolare, del rapporto tra il Parlamento ed il Governo. Anche io vorrei sollecitare la risposta agli strumenti di sindacato ispettivo che portano la mia prima firma. Assicuro alla Presidenza che il problema esiste: la percentuale di risposte date ad interpellanze e interrogazioni è inferiore rispetto alla passata legislatura.
Poniamo tale problema da due punti di vista. Da un lato, si tratta del rispetto del parlamentare, che è un rappresentante del popolo e, quando pone una questione attraverso la presentazione di un atto di sindacato ispettivo, parla a nome e per conto di qualcuno che, nel suo territorio, ha sollevato tale problema. Dunque, non si tratta di mancanza di rispetto solo nei confronti del singolo parlamentare, ma anche nei confronti del territorio e dei cittadini che hanno sollecitato l'atto di sindacato ispettivo. Pertanto, chiedo alla Presidenza di invitare il Governo a dare sollecite risposte agli atti di sindacato ispettivo.
Vi è poi un secondo problema, Presidente, perché a tutti i deputati arriva puntualmente un fascicolo, realizzato dall'ufficio per il controllo degli atti parlamentari. Da questo punto di vista, devo denunciare il fatto che non solo non viene data la risposta, ma anche quando questa viene data o il Governo si assume un impegno, attraverso una risposta ad un'interrogazione parlamentare o l'accettazione di un ordine del giorno, a quell'impegno assunto in una sede importante come il Parlamento non segue nessun fatto e nessun atto che vada nell'indirizzo dell'impegno assunto. Vi sono le percentuali di risposta di alcuni ministeri - persino la Presidenza del Consiglio dei ministri - che sono ridicole.
Si tratta di risposte date a fronte di impegni assunti dal Governo. Da parte della Presidenza del Consiglio, per esempio, si dà attuazione a meno del 10 per cento degli impegni che il Governo ufficialmente si è assunto nel rispondere alle interrogazioni o nell'accogliere risoluzioni, mozioni, ordini del giorno o altri atti di sindacato ispettivo. Chiederei quindi il rispetto degli impegni assunti che ritengo altrettanto fondamentale, perché non basta dare la risposta, ma bisogna dare anche applicazione alla stessa.
Infine, signor Presidente, vorrei sollecitare in particolare modo la risposta ad un'interrogazione, che riguarda migliaia di persone affette da una malattia rara, che si chiama CFS, una sindrome da stanchezza cronica. Si tratta di una malattia riconosciuta in quasi tutti i paesi europei, mentre in Italia essa non è stata ancora riconosciuta. Vi sono decine di migliaia di ammalati che attendono la possibilità di vedere riconosciuto questo loro diritto, con un sostegno di tipo assistenziale e previdenziale. Vi sono studi medici che dimostrano l'esistenza e la gravità di questa malattia, che rende impossibile lo svolgimento di un lavoro. Sollecito, pertanto, la risposta a questo atto di sindacato ispettivo, chiedendo che il Governo si impegni proprio per riconoscere quanto in altri paesi europei è già attualmente riconosciuto.
Vorrei infine far presente, signor Presidente - non è necessario farlo oggi, ma eventualmente anche in un'altra seduta - che sono in grado di dimostrare come il problema delle risposte agli atti di sindacato ispettivo esista; quanto posto dalla collega Cima è vero e reale, così come esiste il problema legato al controllo, che la Camera giustamente deve esercitare a nome di noi tutti, affinché quanto viene assunto e deciso in quest'aula, abbia poi un seguito ed una realizzazione concreta.

PRESIDENTE. Il suo intervento, onorevole Ruzzante, è stato molto articolato, su questioni specifiche, che coinvolgono il problema del rapporto fra il deputato e il Governo, in relazione ai problemi che il deputato esprime. La Presidenza della Camera è sensibile a tale questione e, pertanto, riferirò in tal senso al Presidente. Penso, peraltro, che forse anche in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo si possa avere una risposta che tenga conto delle sue osservazioni.

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