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PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (vedi l'allegato A - A.C. 310 ed abb.-D sezione 11).
Ricordo che l'emendamento Rizzo 7.600 è inammissibile.
Passiamo quindi alla votazione dell'articolo 7, che avrà luogo a scrutinio palese.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rognoni. Ne ha facoltà (Commenti).
Onorevoli colleghi, calma! Non si capisce nulla! Colleghi, prendete posto, per favore. Anche i colleghi a sinistra, lassù in cima, si siedano, per cortesia!
Prego, onorevole Rognoni.
CARLO ROGNONI. Signor Presidente, l'articolo 7 riguarda le emittenze locali. Mi pare di aver capito che esso sarà votato a scrutinio palese.
Non v'è molto da dire al riguardo, se non che, purtroppo, sebbene l'articolo presenti alcuni aspetti positivi, la maggioranza si è schierata tutta da una parte, cioè dalla parte di chi rappresenta le emittenti più grandi. L'aspetto più scandaloso è che, di fatto, si consentirà a società come Publitalia e Sipra, concessionarie nazionali di chi ha già un controllo monopolistico del mercato pubblicitario, di fare raccolta pubblicitaria anche per alcune emittenti locali, le fortunate dieci, quindici o venti, le quali avranno in tal modo un traino. Chiaramente, non vi sono garanzie che, raccolta la pubblicità, i grandi gruppi non pretendano che le locali fortunate - tra virgolette - chinino la testa, anche sul piano editoriale, ai loro voleri.
Per questo motivo, su questo articolo, il nostro voto sarà contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, sul contenuto di questo articolo abbiamo già dibattuto in Commissione e nel corso della precedente lettura. In entrambe le occasioni, il centrosinistra ha utilizzato argomentazioni strumentali, sfiorando in alcuni casi la demagogia e, soprattutto, sviando l'opinione pubblica dal cuore di questo articolo riguardante l'emittenza locale.
La Lega Nord Federazione Padana ha sempre avuto una particolare attenzione per l'identità, per le culture, per tutto ciò che costituisce la ricchezza di un territorio. Per tale motivo, lavorando su questo articolo, abbiamo profuso le nostre energie per contribuire ad un radicale cambiamento di marcia nel mondo dell'emittenza locale.
Stiamo parlando di un articolo che finalmente dà all'emittenza locale ciò che essa da tantissimo tempo chiede: quella certezza nella continuità imprenditoriale
che, purtroppo, il Governo di centrosinistra le ha negato o utilizzando lo strumento normativo come una spada di Damocle, come un mezzo ricattatorio, o passando da un rinvio all'altro o ideando congegni che rendevano sempre più difficile il funzionamento dell'emittenza locale. Mi riferisco soprattutto a quella proposta in materia di riordino del sistema radiotelevisivo che, rimasta lettera morta al Senato per tanti anni, dava all'emittenza locale un ruolo estremamente marginale.
Perciò, mi stupisce vedere i colleghi del centrosinistra intervenire ed ergersi a paladini dell'emittenza locale: con i loro Governi, essi hanno fatto di tutto per smantellare quella che è la vera ricchezza del nostro sistema radiotelevisivo!
Questo Governo si è contraddistinto per un'azione ferma e costante nei confronti dell'emittenza locale, che riconosce al Ministero delle comunicazioni di aver dato una vera e propria svolta ai contributi per l'innovazione tecnologica. Per quanto riguarda i contenuti, finalmente si è entrati nel merito di ciò che l'emittenza locale realizza, produce e mette in onda. Abbiamo contribuito a finanziare l'emittenza locale, fornendole gli strumenti, non solo normativi, ma anche economici, per attuare una programmazione di qualità.
Siamo riusciti - bisogna dare atto di ciò al disegno di legge Gasparri - a far uscire l'emittenza locale dalla ghettizzazione nella quale l'aveva relegata la visione di sinistra di un'emittenza locale limitata ad una dimensione piccola e senza possibilità di crescere.
Noi siamo intervenuti fornendo una visione imprenditoriale più ampia, nell'ottica del pluralismo al quale si fa tanto riferimento ma che poi, nei fatti - molto spesso, nelle proposte emendative presentate dal centrosinistra - viene smentito. Crediamo nel pluralismo e nella pluralità delle fonti. Ma quali sono le fonti, se non le emittenti locali che oggi, attraverso questo disegno di legge, hanno la possibilità di entrare anche nel circuito nazionale, qualora riuscissero a raggiungere una copertura superiore al 50 per cento del territorio?
Nel disegno di legge Gasparri, finalmente, nella giusta, doverosa ottica di federalismo, abbiamo offerto alle province e alle regioni la possibilità di concedere le autorizzazioni. Quindi, tutto quello che abbiamo sentito in Commissione e, oggi, nel corso dei precedenti interventi degli esponenti del centrosinistra, lo possiamo tranquillamente e con orgoglio rispedire al mittente (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 550
Maggioranza 276
Hanno votato sì 314
Hanno votato no 236).
PAOLO ROMANI, Relatore per la maggioranza (IX Commissione). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO ROMANI, Relatore per la maggioranza (IX Commissione). Signor Presidente, nonostante la qualità del lavoro che la Commissione ha svolto su questo provvedimento, abbiamo l'impressione che oggi, anche a causa di problemi che probabilmente non afferiscono al tema attualmente in discussione, la condizione dell'Assemblea non consenta il proseguimento dell'esame del provvedimento stesso (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi...
PAOLO ROMANI, Relatore per la maggioranza (IX Commissione). Presidente, le chiederei di sospendere... (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo,
della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Onorevole colleghi...
ANDREA LULLI. Dimissioni!
FRANCESCO GIORDANO. Dimissioni!
PRESIDENTE. Onorevole Romani, lei chiede di sospendere la seduta per quanto tempo (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani)?
Onorevoli Colleghi, vi prego!
PAOLO ROMANI, Relatore per la maggioranza (IX Commissione). La risposta è semplice. Ho l'impressione che la soluzione del problema debba essere demandata alla Conferenza dei presidenti di gruppo.
PRESIDENTE. Va bene. Onorevoli colleghi, mi sembra chiaro che... (Commenti del deputato Castagnetti)... La prego, onorevole Castagnetti, cerchiamo di mantenere la calma.
Mi sembra ovvio che una proposta di sospensione dei lavori al fine di demandare alla Conferenza dei presidenti di gruppo una decisione richiede che l'Assemblea si esprima al riguardo. Naturalmente, le opinioni sulla proposta del presidente Romani possono essere favorevoli o contrarie.
Il regolamento prevede che sulla proposta del presidente Romani possano parlare un deputato a favore e uno contro.
LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, prima di votare vorrei capire che cosa stiamo votando. Qual è il motivo per il quale l'Assemblea non può decidere oggi? Se il collega Romani ce lo spiegasse, potremmo decidere se votare a favore o contro; adesso non lo sappiamo.
ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, pongo due questioni. La prima l'ha già sollevata il presidente Violante; per quanto riguarda la seconda, non mi sembra proprio che in questa circostanza lei possa esimersi dall'esercitare la facoltà che il regolamento le attribuisce di dare la parola ad un deputato per ciascun gruppo che ne faccia richiesta per esprimere la propria opinione.
PRESIDENTE. C'è anche un'altra strada che possiamo seguire. Poiché nella proposta di sospensione avanzata non si indica quando riprendere l'esame, su questo argomento posso anche convocare immediatamente una Conferenza dei Capigruppo per poi tornare in Assemblea ed assumere una decisione.
GIOVANNI RUSSO SPENA. Dopo la verifica!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, da che mondo è mondo gli annali del Parlamento sono pieni di casi analoghi in cui è stata richiesta una sospensione (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia - Proteste dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo). Onorevoli, non siamo negli stadi a giocare, cerchiamo di parlare pacatamente. Sappiamo che l'Assemblea deve esprimersi su questa proposta dell'onorevole Romani, né io posso interdire all'Assemblea di farlo. Chiedo ai capigruppo - all'onorevole Violante, all'onorevole Castagnetti, naturalmente anche ai capigruppo della maggioranza - se ritengano utile la convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo.
IGNAZIO LA RUSSA. È competenza del Presidente, se vuole farla!
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, avvertendo che la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata.
La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 16,50.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, l'orientamento della Conferenza dei presidenti di gruppo è di proporre all'Assemblea un rinvio del provvedimento in Commissione. Poiché non spetta evidentemente alla Conferenza dei presidenti di gruppo assumere tale decisione, dal momento che compete all'Assemblea esaminare il provvedimento, sarà l'Assemblea medesima a deliberare su tale questione.
Avverto che sulla proposta di rinvio in Commissione del progetto di legge in esame darò la parola a due oratori a favore e due contro che ne facciano richiesta.
LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare contro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, vorrei informare i colleghi che in Conferenza dei presidenti di gruppo il relatore ha proposto di sospendere i lavori dell'Assemblea e rinviare il provvedimento al Comitato dei nove. Come lei sa, signor Presidente, alcuni capigruppo - ed io sono tra questi - hanno segnalato che tale procedura non è corretta: la procedura corretta è quella del rinvio in Commissione.
Signor Presidente, sia chiaro che su tale materia la maggioranza deve assumersi le proprie responsabilità. Per tale ragione ritengo giusto che sia la maggioranza a votare il rinvio in Commissione. Non è una questione che riguarda l'opposizione: noi siamo disponibili ad andare avanti nell'esame del provvedimento. Se la maggioranza non ha i numeri, non ha la possibilità, non ha l'intesa politica per procedere in tale direzione, si assuma la responsabilità di rinviare il provvedimento in Commissione.
Signor Presidente, su tale materia il rapporto tra maggioranza ed opposizione è stato molto conflittuale. Si è visto che il tipo di comportamento tenuto dalla maggioranza sul problema della libertà di informazione non ha portato neanche la maggioranza stessa ad un'intesa. È nostro auspicio, quindi, che la maggioranza, se riterrà di tornare in Commissione, riveda complessivamente il suo comportamento. Infatti, è chiaro che su tale vicenda si sono giocate le questioni della verifica, del rapporto all'interno delle forze di maggioranza, della crisi che la maggioranza sta vivendo.
Vorrei rivolgere un appello non di parte: il paese sta vivendo una crisi sociale, imprenditoriale, economica ed industriale di primissimo ordine, e mi rivolgo anche al ministro Marzano che è presente in questa sede. Di fronte a tale situazione la maggioranza si dimostra incapace di affrontare i nodi del paese e non riesce a portare a termine neanche un provvedimento al quale aveva dato la priorità che sappiamo. Bisogna dare risposte alle gravi questioni che il paese sta affrontando. In caso contrario, rischia di aprirsi un divario larghissimo tra bisogni della società e capacità della classe politica di dare risposta a tali bisogni.
La maggioranza decida e si assuma le responsabilità di tale decisione che - ripeto - non riguarda noi. Resta il fatto che si tratta di un momento di crisi grave: per la prima volta una maggioranza che in questa sede ha cento voti di scarto non riesce a portare a termine un provvedimento. Vuol dire che vi è una crisi politica. Allora, si affronti tale crisi perché, altrimenti, il paese rischia di non avere una guida ed un indirizzo per risolvere i suoi problemi (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, è ovvio - perciò non l'ho precisato - che, essendosi l'Assemblea già espressa su una parte del provvedimento, il lavoro della
Commissione non potrà vertere su tale parte.
ELIO VITO. Chiedo di parlare a favore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Innanzitutto vorrei dire, Presidente, che tutta la vicenda mi pare singolare, anche da un punto di vista dei rapporti istituzionali, perché... (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, scusate un secondo! L'onorevole Violante è intervenuto. Abbiamo aspettato che rientrassero tutti ed in silenzio è stato ascoltato. Vi prego, pertanto, di avere un rispetto analogo per i capigruppo degli altri schieramenti!
Prego, onorevole Vito.
ELIO VITO. Presidente, siamo usciti dalla Conferenza dei presidenti di gruppo sostanzialmente tutti d'accordo sul fatto che era opportuno rinviare l'esame del provvedimento alle Commissioni. Evidentemente il livello dei rapporti politici ed istituzionali è tale che neanche quando, su una decisione di metodo e procedurale, siamo tutti d'accordo l'opposizione può far vedere a se stessa che è d'accordo con la maggioranza, e deve venire in Assemblea e votare comunque contro, anche relativamente ad una decisione sulla quale si è detta d'accordo (e ci sono buoni testimoni che la situazione è andata così)!
Noi ci assumiamo volentieri le nostre responsabilità, Presidente, ma non prima di aver ricordato che, al Senato, è ancora pendente, dalla scorsa legislatura, l'esame del disegno di legge n. 1138, varato dal Governo di centrosinistra, che non avete avuto mai - colleghi del centrosinistra - la forza, il coraggio e la responsabilità di portare all'esame dell'Assemblea del Senato, essendo rimasto per cinque anni in Commissione! Dico questo, Presidente, per testimoniare che i temi del riassetto del sistema radiotelevisivo, delle telecomunicazioni e della pubblicità sono oggi temi centrali - com'è giusto che sia in una società moderna e complessa, come la nostra - della politica ed anche dei rapporti sociali tra le varie componenti del mondo economico ed imprenditoriale.
Non è quindi uno scandalo se la maggioranza di centrosinistra non è riuscita a portare all'esame dell'Assemblea del Senato quel provvedimento. Noi, invece, siamo riusciti a portarlo all'esame dell'Assemblea e ad approvarlo, con una lunghissima discussione, sia alla Camera sia al Senato, ed ora lo stiamo esaminando nelle parti che sono state oggetto del messaggio di rinvio da parte del Capo dello Stato, peraltro nell'ambito di una corretta procedura istituzionale.
Non mi sorprende, quindi, se oggi noi chiediamo alle Commissioni di procedere ad un esame ulteriore per approfondire quegli aspetti, che, evidentemente, nonostante l'eccellente lavoro svolto con il contributo di tutti i gruppi di maggioranza, meritano ancora qualche valutazione e qualche riflessione, nei termini nei quali tale approfondimento è stato raggiunto anche all'interno degli stessi gruppi di maggioranza. Ci sembra, dunque, saggio consentire del tempo ulteriore alle Commissioni, lasciando fuori altri elementi di strumentalità politica. Ciò anche perché oggi viviamo in un momento - quello di un sistema maggioritario bipolare imperfetto -, nel quale nessuno può accusare l'altro di avere problemi al proprio interno, dato che sappiamo che prima di venire in aula avete sostanzialmente chiesto che il Senato non continui ad esaminare il decreto-legge sulla proroga delle missioni internazionali in Iraq e in altre parti del mondo, perché non siete ancora d'accordo. Anche in questo caso abbiamo, di fatto, concesso alla Commissione difesa del Senato di continuare l'esame degli emendamenti, solo per darvi il tempo di raggiungere una posizione unitaria.
Quindi, Presidente, questa è la politica e di ciò non mi scandalizzo, perché la politica ha bisogno dei suoi tempi. Per tale motivo riteniamo giusto e corretto consentire del tempo ulteriore alle Commissioni,
per continuare ad approfondire un testo complesso e per fare ancora quel buon lavoro che ha già dimostrato di saper fare (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, pongo in votazione la proposta di rinvio alle Commissioni del progetto di legge nn. 310 ed abbinati-D.
(È approvata).
Avverto pertanto che le determinazioni relative al prosieguo dell'iter in Assemblea del progetto di legge saranno assunte in seno alla Conferenza dei presidenti di gruppo. Resta fermo, tuttavia, che l'esame riprenderà da dove si è interrotto, con la limitazione della discussione alle parti oggetto del messaggio del Presidente della Repubblica, come già deliberato dall'Assemblea.
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