Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 417 del 3/2/2004
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Si riprende la discussione.

(Ripresa esame di questioni pregiudiziali - A.C. 310 ed abb.-D)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI. Signor Presidente, il disegno di legge sull'assetto del sistema radiotelevisivo, con le modifiche apportate dalle Commissioni, risponde pienamente, a nostro avviso, ai rilievi sollevati dal Presidente della Repubblica nel suo messaggio del 15 dicembre 2003.
L'articolo 25, in parallelo con il testo del decreto-legge attualmente all'esame delle stesse Commissioni, è stato modificato affinché contenesse esclusivamente le modalità per la cessazione del regime transitorio recato dalla legge Maccanico, attraverso la previsione di un potere di verifica da parte dell'Autorità, da svolgersi in un termine prefissato e molto breve, e l'indicazione di precisi poteri sanzionatori in caso di esito negativo della verifica in ordine all'accertamento delle condizioni di effettivo ampliamento del pluralismo.
Il SIC, ossia il paniere di ricavi entro il quale calcolare il 20 per cento come limite


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posto a difesa del pluralismo dei mezzi di comunicazione, è stato notevolmente ridotto nella sua entità economica oltre che reso più omogeneo nelle sue componenti, in accoglimento delle indicazioni contenute nel messaggio di rinvio del Presidente della Repubblica. Ogni ulteriore sospetto di incompatibilità con la Costituzione a questo riguardo è del tutto privo di fondamento. Il sistema integrato delle comunicazioni non interferisce minimamente con i mercati che sono oggetto della nuova regolamentazione comunitaria e, in particolare, della direttiva-quadro. In primo luogo, le direttive in materia di telecomunicazione recepite con il codice delle comunicazioni elettroniche hanno come ambito di applicazione le reti e i servizi di comunicazione elettronica, essendo invece esclusi - cito testualmente - i contenuti dei servizi forniti mediante reti di comunicazione elettronica che utilizzano servizi di comunicazione elettronica, come i contenuti delle trasmissioni radiotelevisive, di cui si occupa la legge Gasparri. Secondo la direttiva-quadro restano quindi impregiudicate le misure adottate a livello comunitario o nazionale per assicurare la difesa del pluralismo dei mezzi di informazione.
Inoltre, il SIC racchiude diverse attività economiche tutte attinenti alla comunicazione, globalmente e complessivamente considerate, allo scopo di fissare una soglia ex ante, pari al 20 per cento dei ricavi del sistema integrato, finalizzata a garantire attraverso un divieto preventivo il pluralismo dell'informazione.
Le direttive comunitarie prevedono invece mercati nell'ambito dei quali l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrà applicare misure ex post solo nei riguardi di soggetti che dispongano di posizioni di significativo potere di mercato e a prescindere dal raggiungimento di una certa percentuale di ricavi. Peraltro, la nozione di sistema integrato delle comunicazioni non è nuova nel nostro ordinamento; basta leggere la legge Mammì, che prevedeva un settore delle comunicazioni di massa formato dai ricavi derivati dalla vendita di quotidiani e periodici, dalla vendita o l'utilizzazione di prodotti audiovisivi, da abbonamenti a giornali, periodici o emittenti radiotelevisive, da pubblicità, da canone e da altri contributi pubblici a carattere continuativo. Similmente, l'articolo 2 della legge Maccanico ha previsto un settore economico comune alla radiotelevisione e all'editoria di quotidiani e periodici, accumulando in un medesimo paniere le risorse derivanti da pubblicità, spettanze per televendite, sponsorizzazioni, proventi da convenzioni con soggetti pubblici, finanziamento del servizio pubblico, ricavi da offerta televisiva a pagamento, vendita e abbonamenti di quotidiani e periodici del mercato dell'editoria elettronica.
In relazione a tali previsioni, non è mai stato posto un problema di compatibilità con la definizione di mercato rilevante, propria del diritto alla concorrenza, perché, analogamente a quanto avviene per il SIC, questa definizione di settori merceologici è finalizzata alla tutela del pluralismo nell'informazione, in cui gli Stati membri sono liberi di adottare una propria disciplina.
Le considerazioni sin qui esposte sono peraltro confermate dalle dichiarazioni rilasciate, in un'intervista apparsa sul Corriere della Sera il 22 dicembre scorso, dal commissario europeo Monti, che non ha rinvenuto alcun contrasto tra la cosiddetta legge Gasparri e la disciplina della concorrenza. Monti ha affermato che l'ordinamento europeo riconosce l'importanza del pluralismo nell'informazione e lascia agli Stati membri la sua tutela, una tutela che questo progetto di legge ritengo appresti in maniera completa e conforme al dettato costituzionale.
Ribadisco, quindi, il convincimento del gruppo di Alleanza nazionale circa la piena costituzionalità del provvedimento che ci accingiamo ad esaminare (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo


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la seduta, che riprenderà alle ore 15,10.

La seduta, sospesa alle 14,55, è ripresa alle 15,10.

PRESIDENTE. Avverto che, essendone stata formulata richiesta da parte dei rappresentanti dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo, il voto sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità avrà luogo a scrutinio segreto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali per motivi di costituzionalità Castagnetti ed altri n. 1, Violante ed altri n. 2, Giordano ed altri n. 3 e Boato ed altri n. 4.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 540
Votanti 539
Astenuti 1
Maggioranza 270
Voti favorevoli 265
Voti contrari 274).

Prendo atto che gli onorevoli Dorina Bianchi, Pistone e Turco non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.

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