Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 414 del 28/1/2004
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(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4594)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonito. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BONITO. Signor Presidente, intervengo rapidamente per dichiarare il voto favorevole del gruppo dei Democratici di sinistra sul disegno di legge di conversione del decreto-legge, nel testo emendato. Esprimiamo tale voto favorevole - ritengo opportuno ribadirlo - anche perché qualche minuto fa l'Assemblea, con il voto dell'opposizione e con il voto significativo di larghi settori della maggioranza, ha respinto l'emendamento del Governo che riconosceva la parificazione, ai fini dell'indennità di missione, dei giudici di Cassazione residenti nella capitale e di quelli non residenti.
Ciò detto, il provvedimento in esame merita altresì il voto favorevole dei Democratici di sinistra, giacché introduce una serie di norme che modificano il decreto legislativo n. 196 del 2003, il cosiddetto codice sulla privacy, che ha subìto un lavoro importante di natura emendativa da parte dei gruppi parlamentari e in primo luogo da parte del gruppo che rappresento. L'avere espunto dal novellato articolo 132 del codice sulla privacy il riferimento alla conservazione dei dati relativi al traffico Internet e alla posta elettronica, costituisce, a nostro avviso, una circostanza politica assai significativa ed importante, soprattutto se coniugata all'approvazione degli emendamenti che, una volta ridotto l'ambito dei dati destinati alla conservazione, hanno altresì introdotto una serie di princìpi destinati a garantire in modo significativo ed importante l'attività di conservazione dei dati stessi.
Riteniamo inoltre estremamente rilevante la disciplina introdotta dall'articolo 2, relativa alla proroga del mandato dei giudici onorari, giacché, in assenza di tale norma, non pochi problemi si sarebbero verificati nell'ambito dell'organizzazione della quotidianità del lavoro giudiziario.
Dunque, molte luci e poche ombre. La principale di queste ultime è costituita dall'approvazione dell'articolo aggiuntivo 6.0100, che ha promosso sul campo quattro generali nell'ambito dell'ordinamento della giurisdizione ordinaria, amministrativa e contabile e dell'Avvocatura dello Stato. Riteniamo tuttavia che questa ombra non sia tale da modificare un giudizio complessivo comunque positivo, sia sul piano politico sia sul piano del lavoro parlamentare.
Pertanto, concludo rinnovando l'annuncio del voto favorevole del nostro gruppo all'approvazione del disegno di legge di conversione in esame (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mascia. Ne ha facoltà.

GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare molto brevemente due aspetti positivi del decreto-legge in esame. Il primo è costituito dall'approvazione dell'emendamento che ha cancellato l'estensione della disciplina sulla conservazione dei dati a quelli telematici relativi a Internet, rispondendo a un'esigenza manifestata da questa Assemblea e dal Garante per la protezione dei dati personali e che corrisponde anche ad una sensibilità accresciuta nel paese circa le libertà e i diritti individuali delle persone. In tal modo, si è avuta la possibilità di aprire un confronto più serrato sul decreto-legge approvato dal Governo, al fine di affrontare meglio, anche nel futuro, il problema di trovare una giusta relazione tra le esigenze di sicurezza e questioni di democrazia fondamentali che non possono essere messe in discussione. L'approvazione di tale emendamento assume pertanto un valore che va al di là del merito dell'emendamento stesso.
A nostro avviso, rimane in ombra l'altro aspetto, quello relativo alla conservazione dei dati telefonici. Si tratta di una questione che è stata discussa e persino sollecitata dal procuratore antimafia, rispetto alla quale consideriamo doverosa una riduzione del tempo di conservazione dei dati. È una questione che deve essere ripresa e rielaborata in futuro.
Comunque, credo che sia in Commissione sia in Assemblea la partita relativa alla protezione dei dati abbia subito una modificazione positiva. Considero ugualmente positivo il risultato della votazione che abbiamo appena effettuato in quest'aula e che ha respinto il vergognoso emendamento presentato dal Governo. Oltretutto, non si capisce la ragione per cui sia stato riproposto in aula un emendamento che era stato già respinto in Commissione. Credo che questi siano i due elementi positivi.
Non si può negare, inoltre, che in questo decreto-legge vi fosse anche qualche ragione di urgenza, almeno per alcuni aspetti, in particolare per quanto attiene alla proroga degli incarichi dei giudici onorari. Sicuramente questo elemento giustifica la scelta dello strumento del decreto-legge. Tuttavia, vi sono alcuni rilievi da fare, già sottolineati dai colleghi in quest'aula. Mi riferisco al fatto che il Governo abbia ritenuto di introdurre in un decreto-legge che aveva un altro oggetto questioni che non c'entravano nulla e che, peraltro, sono state affrontate semplicemente con un emendamento del Governo. Sono le questioni relative alle posizioni vicarie nelle giurisdizioni superiori. Si tratta certamente di questioni da affrontare perché, come è già stato sottolineato, l'istituzione di questi posti risponde alla funzionalità del lavoro della magistratura ordinaria e ad una necessità organizzativa; tuttavia, proprio per questa ragione, non si capisce perché tali questioni debbano essere introdotte nell'ambito di un decreto-legge, senza una approfondita discussione di merito, essendo assolutamente fuori luogo rispetto al tema che stiamo affrontando.
Se rispetto al merito complessivo potrebbe non esserci una contrarietà da parte nostra, sottolineo invece la disapprovazione per l'impostazione e per il metodo ricorrente, con riferimento all'utilizzo dello strumento del decreto-legge. Si tratta, infatti, di uno strumento che va adottato per motivi di urgenza e che richiede omogeneità di materia. Invece, ancora una volta, ci troviamo di fronte ad argomenti molto diversi tra loro, che non hanno nulla a che fare gli uni con gli altri, se non la comune competenza del ministro. Penso che questa disomogeneità di materia sia in contrasto con la Costituzione, come è stato più volte sottolineato anche dal Comitato per la legislazione. Ed è per questa ragione - che consideriamo forte dal punto di vista del rispetto delle regole e della democrazia parlamentare - che ci asterremo dalla votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.


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ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, vorrei preannunciare il voto favorevole dei deputati dell'UDC, proponendo alcune brevissime considerazioni su un intervento emendativo che tale gruppo ha tentato di effettuare durante i lavori della Commissione. Vorrei, esprimere un auspicio, nella speranza che, nei prossimi mesi, grazie all'iniziativa del Governo, esso possa trasformarsi in realtà. Riteniamo che la conversione in legge di questo decreto-legge sia utile ed opportuna, perché il testo risolve alcuni nodi importanti che rivestono carattere di urgenza. Risulta, quindi, appropriata anche la veste che è stata scelta. Mi riferisco, in particolare, all'intervento portato dall'articolo 1 relativamente ai tribunali delle acque. Vi è, infatti, un adeguamento alle pronunce della Corte costituzionale che, di fatto, avevano reso impossibile il proseguimento dell'attività di questo organo della magistratura. Mi riferisco alla proroga disposta all'articolo 2 rispetto ad una parte della magistratura onoraria. Mi soffermo sull'argomento perché, in relazione al corpo della magistratura onoraria, l'UDC aveva presentato in Commissione alcuni emendamenti che correvano il rischio di essere dichiarati inammissibili.
Rispetto all'ipotesi paventata, ho ritenuto opportuno ritirare questi emendamenti perché si riteneva, perlomeno da parte del relatore e del Governo, che fossero estranei alla materia del decreto-legge.
Faccio questa precisazione perché è giusto che io, anche in quest'aula, faccia notare che poi alla fine qualcosa di estraneo, forse di più urgente, è comunque entrato a far parte del testo del decreto-legge. Ho ritenuto di confermare un atteggiamento di coerenza e di non ripresentare quegli emendamenti, ma spero che questo atteggiamento di serietà serva ad impegnare maggiormente il Governo rispetto ad un intervento serio e risolutivo di un problema che è vasto e ampio.
La risoluzione della problematica relativa all'inquadramento generale della magistratura onoraria è cosa che ritengo debba stare a cuore a questo Governo e credo che si debba risolvere in tempi rapidi. Oltretutto, anche la proroga di un solo anno - cioè fino al 31 dicembre 2004 - l'ho intesa come un annuncio da parte del Governo di voler risolvere in termini positivi, in tempi rapidi - quindi entro il termine di quest'anno -, la questione aperta.
Avevo presentato emendamenti volti a prevedere un'ulteriore proroga, un ampliamento della proroga, proprio pensando alle difficoltà che il Governo avrebbe potuto incontrare nell'affrontare la riforma complessiva della magistratura onoraria che pone problemi non di scarso profilo: ma questi sono problemi importanti che richiedono un approfondimento.
Spero di poter vedere un Governo fattivo, che sia in grado di risolvere questa problematica e che non disperda un patrimonio di professionalità al quale in questi anni abbiamo attinto e che sicuramente rappresenta una risorsa. Tutto questo, chiaramente, nel rispetto della compatibilità con una magistratura ordinaria che va indubbiamente rispettata, senza invasioni di campo e senza limitazioni del potere della magistratura onoraria, né enfatizzazioni di quelle della stessa magistratura onoraria. Tuttavia, credo che il riconoscimento di diritti seppur minimi a questi professionisti debba essere uno degli obiettivi che il Governo deve prefiggersi nei prossimi mesi.
Rispetto all'articolo 3 del decreto-legge credo che sia stato importante il lavoro svolto in Commissione. Non sono intervenuta insieme ai colleghi quando si è parlato dell'emendamento che ha eliminato il riferimento al traffico telematico. Nel fare ora un rapidissimo passaggio, ricordo che su questo punto ci siamo soffermati in Commissione: abbiamo recepito in maniera abbastanza spontanea i suggerimenti che ci sono venuti dal Garante per la privacy e abbiamo ritenuto di dover enucleare dal testo del provvedimento il riferimento al traffico telematico, per la problematicità che questo avrebbe comportato. Pertanto, sono soddisfatta anche di questo risultato, frutto del lavoro che abbiamo svolto in Commissione.


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Credo che questo decreto-legge vada approvato perché, come ho detto all'inizio, risolve problemi fondamentali ed urgenti. Pertanto, annuncio il voto favorevole del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro (Applausi dei deputati del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, molto brevemente, dichiaro il voto favorevole del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo sul provvedimento, soddisfatti come siamo per i miglioramenti introdotti in Commissione ed anche in aula e soprattutto per il voto sull'emendamento del Governo che aveva ad oggetto l'estensione dell'indennità di missione ed anche la sua trasformazione in indennità di funzione. Si tratta di un provvedimento omnibus, eterogeneo, che ha subìto nel corso della sua conversione in legge «invasioni» di altre materie, per quanto vagamente contigue, il che non è perfetto sotto il profilo del procedimento legislativo e naturalmente non rappresenta una buona tecnica per legiferare.
Tuttavia, il merito è ora sufficientemente adeguato ad alcune esigenze impellenti, come quelle di nomina dei membri supplenti dei tribunali delle acque, sebbene - come ho detto illustrando un emendamento sul punto - alcune specificazioni in ordine al tipo di ingegneri da qualificarsi esperti erano forse opportune, anche perché troppo spesso nel nostro paese vi è disattenzione sull'evoluzione e sulle realtà delle professioni e sarebbe bene che il Parlamento provvedesse a correggere questo ritardo.
La proroga dei giudici onorari era necessaria, mentre invece le figure aggiunte ai vertici nei ruoli apicali delle magistrature rappresentano il risultato di una decisione estemporanea che abbiamo criticato per il metodo e per il profilo sistematico, più ancora che per il merito.
In merito alla conservazione dei dati, siamo arrivati invece ad una disciplina sicuramente difficile, ma di valore, con l'ausilio del Garante per la privacy. Mi sembra che l'esigenza di contemperare i valori della sicurezza - espressi, in particolare, dalla magistratura per particolari tipi di reati che portano alla conservazione, almeno per un certo periodo di tempo, dei dati telefonici - e i diritti di libertà dei cittadini sia adeguatamente contemperata e, quindi, esprimiamo soddisfazione per il testo finale.
Infine, vorrei tornare sull'emendamento finale del Governo, che è stato respinto a larga maggioranza da quest'Assemblea. Si trattava di un emendamento del Governo, eppure non abbiamo visto male: larga parte della maggioranza ha votato contro! Noi crediamo naturalmente nell'autonomia del Parlamento rispetto al Governo, crediamo che vi sia una fisiologia anche nel voto diverso rispetto alle proposte del Governo e tuttavia devo concludere dicendo: fatela questa verifica, ma in fretta, perché non si governa la giustizia con gli spadoni di Pontida o con le criminalizzazioni della magistratura, qualche volta temperate da tentativi di mercimonio di qualche tipo e natura! Si governa in altro modo: innanzitutto con una coerenza nell'azione di Governo che non può essere affidata ad episodi e a mezze verità sostenute da componenti della maggioranza. Abbiamo bisogno di avere un disegno unitario e di avere un Governo che, dinanzi al declino, anche nella materia della giustizia, del nostro paese, per quanto pessimo, come voi riuscite ad esprimere, dovrebbe però avere almeno la forza e la responsabilità di essere unito e coerente sui grandi temi del paese, cosa che davvero non avviene.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cento. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO CENTO. Signor Presidente, molto brevemente vorrei preannunciare il voto di astensione dei deputati Verdi. Durante l'esame di questo provvedimento


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si sono verificati due fatti rilevanti e positivi: il primo è lo stralcio della materia di Internet relativa alla conservazione dei dati; il secondo è la bocciatura dell'emendamento del Governo relativo ai magistrati di Cassazione.
Non c'è dubbio però che questo decreto-legge, nel suo complesso, mantiene anche alcune ombre - da qui le ragioni del nostro voto di astensione -, in particolare rispetto al tempo troppo lungo in cui vengono conservati i dati del traffico telefonico mobile e fisso e rispetto ad un uso ancora una volta improprio della materia della decretazione d'urgenza, dove si uniscono a materie rilevanti su cui è necessario intervenire urgentemente - come la proroga dei tribunali delle acque - materie che francamente meritavano in Parlamento una discussione più seria, una discussione ordinaria nei tempi e nei modi e non certo la strettoia della decretazione d'urgenza. Queste sono le ragioni del nostro voto di astensione su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cola. Ne ha facoltà.

SERGIO COLA. Signor Presidente, ritengo che la conversione in legge di un decreto-legge serva proprio a verificare la sussistenza o meno delle sue ragioni di straordinarietà, necessità ed urgenza, ragioni che, tra l'altro, sono state ritenute sussistenti anche da parte dell'opposizione.
Non desidero sollevare alcuna polemica e, anzi, riconosco che il provvedimento al nostro esame ha fatto registrare il concorso di tutte le forze politiche, che ha prodotto frutti positivi sotto tutti i punti di vista, tanto è vero che il decreto-legge è stato emendato in varie parti.
Vorrei rilevare che, anche per quanto concerne l'ultimo articolo, relativo alle indennità dei magistrati, si è registrata praticamente un'unanimità di consensi, non ritenendosi accettabile la proposta emendativa presentata dal Governo. Ciò a dimostrazione, qualora ve ne fosse bisogno, che, quando si tratta non di questioni non politiche, ma di problemi che vanno affrontati con obiettività e senza il condizionamento della politica, vengono assunte decisioni spesso sensate.
Vorrei sottolineare solamente due aspetti, che ritengo estremamente qualificanti. In primo luogo, avevo proposto una proroga dell'incarico dei giudici onorari fino al 31 dicembre 2005, ma sono stato «bloccato» dalle assicurazioni del Governo ed ho trasfuso la mia proposta emendativa in un ordine del giorno, accettato dal sottosegretario Vietti. Pertanto, rispetto a tale questione posso ritenermi ampiamente soddisfatto e sono convinto che la normativa sui giudici onorari verrà varata nel più breve tempo possibile.
L'altro importantissimo argomento, sul quale si è discusso tanto e si è registrata una trasversalità di consensi, ha trovato una soluzione conforme alla Costituzione, poiché era prevalente rispetto alle pur importanti ragioni di sicurezza.
In conclusione, vorrei sottolineare che il provvedimento in esame è stato emendato in modo tale da soddisfare ampiamente tutte le esigenze rappresentate, ed è per queste ragioni che annunzio, con convinzione, il voto favorevole del gruppo di Alleanza nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Acquarone. Ne ha facoltà.

LORENZO ACQUARONE. Signor Presidente, in questa Assemblea qualche volta accade che il dialogo parlamentare produca effetti positivi.
Debbo riconoscere che i chiarimenti introdotti nel merito dal sottosegretario Vietti (che ringrazio per la sua cortesia) mi hanno persuaso. Continuo ad essere contrario al metodo adottato; tuttavia, per quanto concerne la sostanza dell'articolo aggiuntivo 6.0100 del Governo, in ordine al quale avevo chiesto chiarimenti, devo riconoscere che le spiegazioni fornite dal sottosegretario mi hanno convinto.
Sotto questo angolo visuale, allora, parlando a titolo personale, vorrei dire che, visto nel suo complesso, il provvedimento


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nella sua attuale formulazione meriti consenso; pertanto, preannuncio un voto favorevole.
Per quanto riguarda gli emendamenti che avevo presentato assieme ai colleghi Marone e Siniscalchi e che sono stati dichiarati, a mio avviso erroneamente, inammissibili, mi auguro che la materia possa presto essere nuovamente affrontata in questa Assemblea e, in particolare, che il Governo si renda conto che sta perpetuando una grave illegittimità non dando esecuzione a sentenze passate in giudicato.
Con tale riserva e con tale auspicio, concludo il mio intervento ribadendo che esprimerò un voto favorevole.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

CIRO FALANGA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CIRO FALANGA, Relatore. Signor Presidente, nel mio precedente intervento ho già illustrato le mie riflessioni riguardo alla norma che prevedeva la conservazione dei dati. In questo intervento conclusivo intendo soffermarmi, seppur brevemente, sull'emendamento presentato dal Governo che non è stato approvato da questa Assemblea.
Ebbene, i colleghi dei partiti della coalizione di maggioranza di questa Camera, che pure hanno votato contro l'emendamento citato, respingendolo, avranno sicuramente fatto riferimento, considerandole favorevolmente, alle osservazioni svolte nel corso del dibattito.
Mi riferisco, in particolare, all'intervento dell'onorevole Tabacci, il quale ha accennato alla natura dell'indennità. Si è accennato all'indennità supponendo che essa potesse divenire parte integrante dello stipendio.
Inoltre, accennando ad un effetto di trascinamento, si è paventato che alla concessione di questa indennità potessero seguire eventuali istanze da parte di soggetti equiparabili, sul piano giuridico-economico, ai magistrati della Corte di Cassazione. Ebbene, è sicuramente sulla base di queste osservazioni e di queste considerazioni che i colleghi della maggioranza hanno votato per la reiezione dell'emendamento 7.100 del Governo.
Tuttavia - è qui il punto - io debbo rigettare, e con forza, il sospetto, pure avanzato da alcuni parlamentari dell'opposizione nelle loro dichiarazioni, che con questo emendamento il Governo intendesse in qualche maniera conquistarsi il favore di qualcuno. Lo rigetto non per la tutela della nostra immagine di parlamentari, perché noi non abbiamo nulla da conquistare o da acquistare da alcuno; lo rigetto per la tutela dell'immagine della magistratura. Sono queste le dichiarazioni che compromettono seriamente l'autonomia e l'indipendenza dei giudici! Pensare che i giudici, per ripagare un piccolo aumento di stipendio, possano modellare le loro sentenze a favore dell'una o dell'altra forza politica è supposizione gravissima!
Quando si tutelano l'autonomia e l'indipendenza della magistratura? Quando si fanno i girotondi ed i «girotondini»: è quello il momento in cui bisogna evidenziare queste cose! Sono queste, ripeto, le dichiarazioni che veramente compromettono l'autonomia e l'indipendenza della magistratura.
Sono convinto che il Governo, al di là della natura e dell'eventuale legittimità od illegittimità del provvedimento stesso, intendesse semplicemente dare una risposta positiva a funzionari dello Stato i quali avevano avanzato una specifica richiesta tendente ad ottenere un'indennità di trasferta. Certamente, non poteva essere intenzione del Governo quella di comprare alcuno, perché io credo che, nel nostro paese, i giudici non si possano comprare!

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole relatore.

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