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PRESIDENTE. L'onorevole Didonè ha facoltà di
GIOVANNI DIDONÈ. Signor Presidente, signor ministro, gli sviluppi ulteriori del caso Parmalat stanno portando il disastro finanziario a dimensioni assolutamente inimmaginabili (ultimamente, anche Finmatica si è aggiunta all'elenco). Risultano evidenti le mancanze di controllo, quando non addirittura le connivenze, degli organismi istituzionalmente preposti ai controlli. Mi riferisco alla Banca d'Italia, alla Consob, alle società di revisione, alle società di rating ed al sistema bancario nel suo complesso.
comuni, freno che verrà inevitabilmente utilizzato per recuperare parte del dissesto generato da queste vicende.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, è evidente che, dinanzi alla complessità e alla gravità della situazione evidenziata dal caso Parmalat, si apre tutta una serie di questioni decisive e strategiche, sia per i risparmiatori, che hanno visto il loro risparmio pregiudicato (pensiamo al caso Parmalat, al caso Cragnotti ed ai bond argentini), sia per la solidità del nostro sistema bancario, che storicamente ha sempre consentito alle famiglie e ai risparmiatori di avere la sicurezza che i risparmi ad esso affidati non potessero essere messi a rischio.
PRESIDENTE. L'onorevole Didonè, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di
GIOVANNI DIDONÈ. Signor Presidente, signor ministro, sappiamo in partenza che è una battaglia molto difficile. Ieri, il Governatore ha auspicato che il sistema intervenga per indennizzare i risparmiatori frodati. Tuttavia, chi deve pagare, secondo il Governatore? Il sistema. Ma il sistema chi è? È quell'insieme di piccoli risparmiatori, piccoli imprenditori, artigiani e commercianti che con questi crack non c'entrano nulla.
punto di vista, bastava un controllo serio di una giornata per scoprire il gioco delle fatture false. Ancora una volta una valanga di parole senza un'ammissione chiara di colpevolezza. Forse, dobbiamo accogliere la proposta di un giornale statunitense ed invitare i nostri piccoli risparmiatori a mettere i propri risparmi nel materasso!
Ancora più stridente risulta la disparità di trattamento del sistema bancario nei confronti del resto del paese: i piccoli e medi imprenditori, i piccoli e medi risparmiatori, che negli anni scorsi hanno permesso al sistema finanziario nazionale, con il proprio lavoro ed i propri risparmi, di commettere simili follie e che rischiano, soprattutto in futuro, di pagare i debiti che l'affare Parmalat e quelli che seguiranno lasceranno al sistema Italia.
Vorremmo sapere quali azioni il Governo intenda intraprendere per evitare che ciò accada. È assolutamente indispensabile porre un freno ai costi che il sistema bancario applica ai risparmiatori
Davanti a questa crisi complessiva bisogna, quindi, porsi il problema di un riequilibrio del sistema dei controlli strategico e approfondito. Da tale punto di vista, anche gli organi istituzionali si stanno muovendo. L'indagine conoscitiva promossa dal Parlamento (mi riferisco alle competenti Commissioni riunite di Camera e Senato) sta verificando ed approfondendo i rapporti fra sistema delle imprese, mercati finanziari e tutela del risparmio, attraverso una serie di incontri con il ministro dell'economia e delle finanze (che è già stato ascoltato il 15 gennaio), con il presidente della Consob (ascoltato il 20 gennaio), con i rappresentanti di Confapi e Confindustria (ascoltati il 22 gennaio), con il Governatore della Banca d'Italia (ascoltato ieri). Non si tratta di incontri formali: chi li ha seguiti ha potuto constatare che si tratta di incontri sostanziali, ricchi di contenuto, in cui si approfondiscono i temi in questione, qualche volta anche con polemiche o con passione civile, che giustamente trovano espressione in quella sede.
Oltre a questa indagine parlamentare, è in corso anche una riflessione da parte del Governo. È stata presentata (ed è già nota) una bozza di riforma del sistema dei controlli, che verrà discussa domani o in una delle prossime sedute del Consiglio dei ministri.
Insomma, credo che l'obiettivo di tutti sia quello di giungere ad un sistema equilibrato di controlli e di garanzie che, naturalmente (sono d'accordo con l'onorevole interrogante), abbia come base la tutela degli interessi del risparmiatore. È infatti evidente che il soggetto che fa funzionare il sistema è il risparmiatore, il quale, investendo e vedendo tutelato il suo risparmio, può dare un'indicazione virtuosa al nostro sistema produttivo. È proprio questo rapporto di fiducia che rischia di incrinarsi. Bisogna, quindi, operare il massimo sforzo per tutelare coloro che sono stati coinvolti in questi dissesti e per fare in modo, tramite un efficiente sistema di controlli, che tali episodi in futuro non si verifichino più.
Invece, tornerei su chi doveva vigilare e non lo ha fatto.
Nelle audizioni svolte, sia il presidente della Consob, dottor Cardia, sia il Governatore della Banca d'Italia, dottor Fazio, hanno vergognosamente dichiarato di non avere colpe. Il dottor Cardia ha parlato di turn over di personale medio-alto in Consob, e quindi non è in grado di fornire personale adeguato ad effettuare controlli, mentre il dottor Fazio ha affermato che non è possibile individuare un crack di natura così criminosa nelle ispezioni che compie la Banca d'Italia. Secondo il mio
Non vorrei, come cittadino italiano, dover mettere ancora mano al portafoglio, perché è vero che i risparmiatori, fino ad oggi, non ci hanno rimesso niente, però io stesso, come cittadino italiano, ho dovuto partecipare al risanamento del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia mettendo mano al portafoglio.
Signor ministro, la scorsa settimana il nuovo presidente di una banca parmense coinvolta nel crack, nel corso di un intervista, ha detto che la banca va bene e che il suo risultato operativo è in aumento, ma soprattutto che non ha il portafoglio Bond-Parmalat. Vorrei capire come mai non lo hanno, visto che sono bravi banchieri! Tra le proposte che ieri il Governatore ha indicato, vi è anche quella della rotazione degli incarichi negli organismi di controllo. Questo penso valga anche per la Banca d'Italia; invito pertanto fin da subito, anche lui a dare un segnale ai risparmiatori, ai cittadini e al mondo intero.


