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La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 10.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Sedioli 4-bis.12.
LUIGI GASTALDI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI GASTALDI, Relatore. Signor Presidente, vorrei fare una precisazione sull'ultimo passaggio che ha caratterizzato il dibattito di ieri sera in Assemblea.
In Commissione avevamo elaborato un emendamento sul quale, durante l'iter del provvedimento in quella sede, si era registrata una certa convergenza. Si trattava di una proposta emendativa presentata dal collega Gambini e da altri deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo. Rispetto a tale emendamento, volto a modificare una proposta emendativa del relatore, dopo un serio approfondimento, si era giunti ad una riformulazione che, sostanzialmente, recepiva alcuni importanti principî contenuti nell'emendamento del collega Gambini.
Ciò che si è poi verificato, con il voto controverso sull'emendamento 4-bis.13 della Commissione - non so se per un'inesatta comunicazione da parte di qualcuno oppure per un semplice malinteso -, non avrebbe comunque intaccato il contenuto del provvedimento, in quanto la reiezione dell'emendamento in questione avrebbe portato al ripristino del testo proposto dal relatore. In tal modo, sarebbe stato comunque mantenuto il testo originario da noi presentato.
Quindi, il voto successivo che ha portato all'approvazione dell'emendamento 4-bis.13 della Commissione non avrebbe inciso sul contenuto del provvedimento al nostro esame.
Vorrei dire ciò, senza entrare nel merito delle affermazioni e delle tesi sostenute dal collega Innocenti, sulle quali non mi voglio assolutamente pronunciare e che sono, peraltro, sicuramente legittime.
Mi interessava ribadire che, nel merito del provvedimento, l'uno o l'altro esito della votazione non avrebbe modificato la sostanza delle cose.
PRESIDENTE. La ringrazio per la sua precisazione, che chiarisce i termini del problema.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Sedioli 4-bis.12 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sedioli 4-bis.12., non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 270
Votanti 269
Astenuti 1
Maggioranza 135
Hanno votato sì 113
Hanno votato no 156
Sono in missione 81 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis. 16 della Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 276
Votanti 177
Astenuti 99
Maggioranza 89
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 2
Sono in missione 80 deputati).
Passiamo al subemendamento Quartiani 0.4-bis.17.1.
Chiedo al presentatore se aderisca all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, si tratta di un subemendamento all'emendamento della Commissione relativo ai diritti dei creditori ed alle modalità di definizione della procedura che consente ai creditori stessi di addivenire ad un accordo concordatario. È evidente - anche per il fatto che è stato votato un emendamento che ha modificato positivamente il testo originario del Governo - che siamo di fronte ad una definizione per classi dei creditori sono ammessi ai crediti. È chiaro che, non essendo sufficiente una suddivisione per classi per garantire, in particolare, i piccoli creditori, non è nemmeno sufficiente fare riferimento alla semplice maggioranza per ottenere l'accordo dei creditori medesimi. Quindi, riteniamo opportuno fare in modo che venga definita una seconda garanzia aggiuntiva a quella della maggioranza numerica, che si riferisca alla maggioranza di rappresentanza dei due terzi del totale dei crediti che vengono ammessi. È questo un meccanismo che consente di evitare che siano solo i grandi creditori a definire le modalità ed il valore complessivo del rientro dei crediti stessi.
In tal modo, se i creditori rappresentano i due terzi del totale, è possibile allora addivenire ad una eventuale definizione del rientro del credito anche per quelle classi di creditori che, eventualmente, non avessero ottenuto o definito una precisa maggioranza che concordasse con le proposte dell'amministratore straordinario e del tribunale.
Da questo punto di vista, si garantiscono, con riferimento alla maggioranza dei due terzi, l'insieme dei creditori, compresi, quindi, quelli piccoli e medi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruggeri. Ne ha facoltà.
RUGGERO RUGGERI. Grazie, signor Presidente. Vorrei invitare i colleghi sia dell'opposizione sia, in particolare, della maggioranza a rivolgere particolare attenzione a questo subemendamento, volto a di tutelare i piccoli creditori...
PRESIDENTE. Onorevole Ruggeri, mi dispiace doverla interrompere. Lei è già intervenuto sul complesso degli emendamenti, quindi non potrebbe intervenire ora. Non lo sapevo, perché non presiedevo in quel momento, ma la prego di sintetizzare al massimo il suo intervento.
RUGGERO RUGGERI. Chiedo solo l'attenzione dell'Assemblea sul subemendamento in esame, che è funzionale ai piccoli risparmiatori ed alle piccole e medie imprese che a tutti noi stanno particolarmente a cuore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Quartiani 0.4-bis.17.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 316
Votanti 315
Astenuti 1
Maggioranza 158
Hanno votato sì 138
Hanno votato no 177).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.17 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 314
Votanti 312
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 127).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-ter.1 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 318
Votanti 315
Astenuti 3
Maggioranza 158
Hanno votato sì 315).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Gambini 4-ter.01.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
SERGIO GAMBINI. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO GAMBINI. L'articolo aggiuntivo in esame ha l'obiettivo di prevedere alcune agevolazioni che consentano l'afflusso di capitale di rischio, di venture capital, nelle imprese che si trovano in difficoltà.
Come abbiamo detto, il provvedimento in esame era volto inizialmente solo ad accelerare le procedure per poter avviare l'amministrazione controllata. Nel corso della discussione in Commissione, tuttavia, sono state inserite modificazioni molto importanti che rendono questo provvedimento uno strumento più adeguato ed efficace per gestire una fase così difficile quale quella dell'amministrazione controllata.
In particolare, con gli ultimi emendamenti approvati ieri sera abbiamo rivisitato la materia del concordato. Particolarmente importante, a tale proposito, è la possibilità di ristrutturare la situazione creditoria dal punto di vista finanziario attraverso strumenti nuovi come la trasformazione dei crediti in azioni. Si tratta di una operazione molto innovativa, già prevista nella legislazione di altri paesi come quelli anglosassoni, che facilita la gestione anche finanziaria, e non solo industriale, della fase di amministrazione controllata.
Abbiamo ritenuto che valesse la pena di inserire in tale meccanismo un beneficio fiscale. Infatti, coloro che accettano di trasformare una parte dei propri crediti in azioni possono godere del beneficio di non vedere tassato il capital gain che si realizzerà sulle azioni una volta conclusa la fase di ristrutturazione prevista dall'amministrazione straordinaria. È un esempio di come si possano prevedere meccanismi che aiutino e sostengano un lavoro complesso e difficile come quello posto in essere dal commissario straordinario per salvare un'impresa così importante per il patrimonio nazionale come la Parmalat (ma potrebbe trattarsi - e non ce lo auguriamo - di altre imprese).
Vorremmo, quindi, che l'articolo aggiuntivo venisse valutato positivamente.
Sappiamo che su di esso vi è il parere contrario del relatore e del Governo, ma dato che abbiamo la possibilità di interloquire con il ministro Marzano, che è presente in aula, vorremmo che venissero tenuti in considerazione, se non ora, almeno per il futuro, questi tipi di strumenti che sono in vigore in tutto il nostro continente, sia per le fasi di crisi conclamata, sia per quelle immediatamente precedenti. Ciò affinché sia possibile convogliare risorse finanziarie venture capital sulle imprese in crisi, come avviene abitualmente in Inghilterra, in Germania e in Francia, attraverso gli strumenti di finanza legati alle imprese in crisi. Sottoponiamo pertanto all'attenzione del ministro il contenuto di questa proposta emendativa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gambini n. 4-ter.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 356
Maggioranza 179
Hanno votato sì 158
Hanno votato no 198).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Gambini 4-ter.02.
LUIGI GASTALDI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI GASTALDI, Relatore. Vorrei formulare al collega Gambini, presentatore dell'articolo aggiuntivo in esame, l'invito a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, che verrebbe accolto dal Governo.
PRESIDENTE. Chiedo dunque ai presentatori dell'articolo aggiuntivo Gambini 4-ter.02 se accedano all'invito formulato dal relatore.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Nell'accogliere la richiesta avanzata dal relatore di ritirare l'articolo aggiuntivo Gambini 4-ter.02, di cui sono cofirmatario, vorrei tuttavia precisare i motivi per i quali acconsentiamo a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, anche perché ritengo sia opportuno fare in modo che la presenza del ministro in aula sia elemento di garanzia del fatto che il Governo provveda conseguentemente, con propri atti amministrativi - anche di iniziativa propria del Ministero delle attività produttive (e naturalmente del Ministero dell'economia e delle finanze) -, a dare attuazione all'ordine del giorno, trattandosi di una questione di estrema importanza. In esso, infatti, si fa riferimento alle modalità con le quali è possibile sostenere le aziende fornitrici e subfornitrici, spesso piccole e medie aziende (addirittura anche aziende artigianali), che si trovano in grosse difficoltà finanziarie, nel momento in cui hanno relazioni di mercato con aziende anche di grandi dimensioni che entrano in crisi e sono poste in amministrazione straordinaria a seguito di una dichiarazione di stato di insolvenza.
Quello, pertanto, che proponiamo con questa nostra proposta emendativa che sarà trasformata in ordine del giorno - condiviso da tutta la Commissione, impegnando quindi ancor di più lo stesso Governo -, è di elevare a 5 milioni di euro il limite massimo dei crediti di imposta e contributivi compensabili con imposte e contributi dovuti o rimborsabili alle imprese, il cui fatturato nel 2003 sia stato determinato per una quota superiore al 50 per cento da forniture o subforniture di beni e servizi alle imprese in stato di insolvenza che intendano ovviamente avvalersi della procedura di ristrutturazione economica e finanziaria, di cui al decreto legislativo n. 270 del 1999, cioè il cosiddetto Prodi-bis. In tal modo, per tali imprese, si possono ridurre gli esborsi
fiscali e contributivi e si liberano 5 milioni di euro di liquidità per quelle imprese che abbiano crediti di imposta che con i meccanismi ordinari sarebbero rimborsati solo dopo molti anni. Questa misura ha, dunque, lo scopo di sostenere le imprese dell'indotto, che vengono colpite dalla crisi delle grandi aziende.
In particolare, viene indicata, in primo luogo, una copertura finanziaria: credo, quindi, che anche nell'ordine del giorno che presenteremo si debba far riferimento ad una precisa copertura finanziaria, perché è anche attraverso questa indicazione che si definisce la possibilità del Governo di accettare l'ordine del giorno.
Si tratta di un'iniziativa proposta dal centrosinistra, che non è di parte, perché si intende intervenire sul sistema complessivo delle imprese. È giusto, quindi, che diventi un'iniziativa di tutto il Parlamento e che il Governo la faccia propria, attuandola con preciso impegno.
In secondo luogo, vorrei che fosse chiaro che, anche dal punto di vista della normativa europea, non si tratta di una fattispecie (non vi è, infatti, dubbio al riguardo) da configurare sotto il profilo di aiuto di Stato: si tratta di crediti esigibili e, quindi, di un impegno che, lo Stato ha già assunto, in relazione a crediti passati che possono essere compensati.
PRESIDENTE. Prendo atto, quindi, che l'articolo aggiuntivo Gambini 4-ter.02 è stato ritirato, dai presentatori i quali hanno preannunziato di volerne trasfondere il contenuto in un ordine del giorno.
Passiamo all'emendamento Gambini 5.1.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gambini 5.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 379
Maggioranza 190
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 212).
Prendo atto che l'onorevole Degennaro non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Gambini 5.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
SERGIO GAMBINI. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO GAMBINI. Signor Presidente, l'emendamento interviene relativamente al comitato di sorveglianza. Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un intervento piuttosto insistente da parte di chi rappresenta i creditori truffati dalla Parmalat nel nostro paese, i quale richiedono - giustamente - di poter disporre di strumenti attraverso i quali controllare la procedura concorsuale messa in atto dall'amministrazione straordinaria.
Riteniamo che valga la pena sottolineare il ruolo del comitato di sorveglianza, indicandolo con precisione all'interno del provvedimento, considerato che già nel Prodi-bis la sua funzione era delineata, nonché indicare una sua determinata composizione; a tale riguardo, si propone che al suo interno siano rappresentate le organizzazioni sindacali, i consumatori e gli utenti.
Ci pare, infatti, che gli interessi dei lavoratori dipendenti e dei consumatori debbano essere particolarmente tutelati nell'ambito della gestione dell'amministrazione straordinaria. Pertanto, tali interessi, certamente attraverso la nomina che spetta al ministro, devono trovare rappresentanza all'interno del comitato di sorveglianza.
In questi giorni il ministro Marzano ha annunciato che avrebbe accolto la richiesta avanzata dalle organizzazioni dei consumatori
nel nostro paese. Ritengo, tuttavia, che non si debba trattare di un'elargizione annunciata dal ministro delle attività produttive solo quando lo stesso si ricorda del problema o è ben disposto a risolverlo.
Bisognerebbe che questa norma fosse inserita nel provvedimento, consentendo che gli interessi dei consumatori, in questo caso dei risparmiatori truffati dalla Parmalat, nonché quelli di migliaia di lavoratori che hanno interesse alla valutazione del piano di ristrutturazione, del piano industriale di ripresa dell'attività produttive, trovino adeguata rappresentazione nell'ambito del comitato di sorveglianza.
Per tale motivo, chiediamo l'approvazione dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gambini 5.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 378
Maggioranza 190
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 206).
Passiamo all'emendamento Gambini 5.3.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gambini 5.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 379
Maggioranza 190
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 210).
Passiamo all'emendamento Gambini 5.4.
GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Mi rivolgo direttamente al ministro e al sottosegretario: francamente, ritengo che questo emendamento debba essere approvato, altrimenti non riesco a comprenderne la ratio. Infatti, se nel comma 2 dell'articolo 5 si fa riferimento ad una mera facoltà del commissario straordinario di richiedere al ministro delle attività produttive l'autorizzazione al compimento delle operazioni previste, non si comprende come ciò possa essere collegato al comma 2-bis, laddove si prevede l'assenza di qualsivoglia autorizzazione da parte del ministro in ordine a valutazioni sulle operazioni che non eccedono i 250 mila euro.
Signor ministro, ritengo dunque che l'emendamento in esame debba essere accolto, in quanto l'obbligatorietà della richiesta da parte del commissario straordinario può essere legata al ministro per tutte le operazioni eccedenti i 250 mila euro, lasciando invece l'autonomia decisionale al commissario straordinario per le operazioni al di sotto di tale somma. Mi sembra che ciò sia molto più logico e razionale.
LUIGI GASTALDI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI GASTALDI, Relatore. Signor Presidente, ritengo che l'emendamento Gambini 5.4 possa essere accolto; dunque, la Commissione trasforma il precedente invito al ritiro in un parere favorevole sullo stesso.
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gambini 5.4, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 397
Maggioranza 199
Hanno votato sì 393
Hanno votato no 4).
Passiamo all'emendamento Gambini 5.5.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gambini 5.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 388
Votanti 387
Astenuti 1
Maggioranza 194
Hanno votato sì 173
Hanno votato no 214).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.7 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 384
Maggioranza 193
Hanno votato sì 382
Hanno votato no 2).
Passiamo all'emendamento Gambini 5.6.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
SERGIO GAMBINI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO GAMBINI. L'emendamento in esame attiene nuovamente al ruolo ed alla composizione del comitato di sorveglianza, con particolare riferimento ai lavoratori dipendenti.
Come sappiamo, vi è una situazione assai incerta e difficile per quanto concerne le modalità attraverso le quali si svilupperà la ristrutturazione dell'impresa, prevista appunto dall'amministrazione straordinaria. Si tratta di scelte che il commissario straordinario deve presentare nel corso delle prossime settimane e che dovrebbero essere valutate con attenzione da parte dei lavoratori dipendenti, con il contributo e la concertazione delle organizzazioni sindacali che li rappresentano.
Ovviamente, ci auguriamo che il commissario straordinario e il ministro delle attività produttive, nel corso di questa fase, interloquiscano attivamente con chi rappresenta i lavoratori delle aziende Parmalat. Tuttavia, al di là di questo aspetto legato ad una volontà politica del Ministero ed alla sensibilità di chi è ora chiamato a guidare l'azienda - il commissario Bondi -, a nostro avviso sarebbe necessario che, all'interno del comitato di sorveglianza, vi fosse una rappresentanza delle organizzazioni sindacali.
In altri paesi, strumenti di questa natura sono previsti e consentono di affrontare un grande dramma sociale, qual è la crisi di un'importante impresa come la Parmalat, sulla base di principi di coesione garantiti soltanto dalla trasparenza e dalla partecipazione attiva nella vigilanza anche di chi rappresenta gli interessi fondamentali dei lavoratori dipendenti.
Per queste motivazioni riteniamo che il nostro emendamento avrebbe dovuto essere
valutato con maggiore attenzione rispetto a quanto é stato fatto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gambini 5.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 218).
Prendo atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Gambini 5.01 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gambini 5.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 395
Maggioranza 198
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 219).
Passiamo all'emendamento Gambini 6.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, con quest'emendamento ci proponiamo di evitare un utilizzo improprio delle azioni revocatorie, tenuto conto che il decreto-legge al nostro esame prevede che il commissario straordinario possa proporre tali azioni purché le stesse siano funzionali al raggiungimento degli obiettivi del programma. Il programma cui si fa riferimento nel testo é, naturalmente, quello di ristrutturazione dell'impresa.
La norma così formulata, a nostro parere, consente un eccesso di discrezionalità e, soprattutto, un utilizzo improprio delle azioni revocatorie. Pertanto, chiedendo la soppressione di questa norma, si vuole evitare che le azioni revocatorie, che hanno la specifica finalità di ripristinare la par condicio tra i creditori, siano destinate a finanziare la gestione dell'impresa: questo è l'obiettivo del nostro emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gambini 6.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 222).
Passiamo all'emendamento Alfonso Gianni 6.2.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
ALFONSO GIANNI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFONSO GIANNI. Signor Presidente, anche quest'emendamento, che spero sia più fortunato del precedente emendamento a mia firma, tiene conto di una discussione svoltasi in Commissione lavoro alla quale ingenuamente, visto gli effetti, ho prestato fede. In quella sede, tramite un libero ed aperto scambio di pareri, si sono convenute tra maggioranza ed opposizione alcune cose, salvo poi, da parte della maggioranza, contraddirle con il voto in Assemblea.
L'oggetto del mio emendamento riguarda una delle questioni che erano state sollevate in quella sede: non vedendola tradotta in emendamenti, come sarebbe stato logico e coerente attendersi da parte dei colleghi della maggioranza, l'ho fatto io. Poiché in questo decreto-legge si parla esclusivamente di interessi dei creditori, fermo restando che in questa categoria sono inclusi anche gli stessi lavoratori dipendenti, a me non pare pleonastico sottolineare (con un'interpretazione più forte e più estensiva), siccome siamo di fronte ad un'impresa i cui lavoratori impiegati superano le mille unità (non stiamo parlando di poche - e comunque non trascurabili - persone, ma di molte famiglie), che sia il comportamento del commissario liquidatore sia quello di tutti gli agenti chiamati in causa in questo decreto-legge debbano avere come punto di riferimento non solamente gli interessi dei creditori ma anche gli interessi dei lavoratori dipendenti dell'impresa.
Si tratta proprio di quell'impresa che si vuole salvare e alla quale si vuole dare continuità produttiva, malgrado i disastri che alcuni sciagurati padroni dell'impresa stessa hanno provocato.
Non mi sembra si tratti soltanto di una notazione di stile, che peraltro ogni tanto non guasterebbe nella nostra attività legislativa, ma di una questione sostanziale e di una causa giusta, che si può perseguire, come previsto dall'emendamento da me presentato, con l'inserimento delle parole: «e dei lavoratori dipendenti dell'impresa». Ne raccomando pertanto l'approvazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gambini. Ne ha facoltà.
SERGIO GAMBINI. Signor Presidente, la questione va affrontata con grande attenzione. Ritengo sarebbe stato opportuno sopprimere l'articolo 6, in quanto esso affronta un tema estremamente delicato che potrebbe inficiare lo stesso percorso dell'amministrazione straordinaria e la validità del decreto-legge in esame. Si tratta dell'istituto della revocatoria. Su tale materia vi sono sentenze della Corte di cassazione inequivocabili. La revocatoria può essere utilizzata soltanto per ripristinare la par condicio dei creditori. Ai sensi dell'articolo 6, invece, questa viene finalizzata ad altri scopi, ovvero ai programmi di ristrutturazione dell'impresa.
È vero che la Commissione, attraverso l'approvazione di un emendamento, ha tentato di migliorare il testo originario del Governo inserendo il riferimento all'interesse dei creditori; tuttavia, leggendo con attenzione il testo, esso ha un unico significato, quello di dire che la ristrutturazione dell'impresa è nell'interesse dei creditori e perciò si può applicare la revocatoria. Ritengo che qualsiasi creditore che volesse impugnare i provvedimenti di revocatoria potrebbe, sulla base della giurisprudenza della Corte di Cassazione, mandare all'aria il «castello» costruito attraverso questo decreto-legge.
Per tali motivi, credo che i colleghi avrebbero dovuto valutare con maggiore attenzione l'articolo 6, poiché è nell'interesse di chi vuole dare forza e solidità all'azione del commissario straordinario e al provvedimento in esame, che ha come obiettivo di salvare un importante patrimonio produttivo, evitare di creare un «tallone d'Achille», quale quello costituito, appunto, dall'articolo 6.
Comprendo comunque il ragionamento dell'onorevole Alfonso Gianni: nel momento in cui l'articolo 6 rimane, non si devono tutelare soltanto gli interessi dei creditori, ma anche quelli dei lavoratori, che sono in molti casi a loro volta creditori dell'azienda. Pertanto, esprimeremo
voto favorevole sull'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alfonso Gianni 6.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 404
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 219).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gambini 7.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ieri il ministro Marzano ha dichiarato che alla Parmalat deve restare solo la produzione del latte e che tutte le altre attività devono essere vendute.
A me sembra che, a tal proposito, occorrerebbe un atteggiamento prudenziale, per evitare che il ministro assuma funzioni improprie, quali quelle relative alla formulazione e alla gestione del programma di ristrutturazione, che competono al commissario straordinario. Perché dico questo? La questione deve essere molto chiara. Con il successivo emendamento Marcora 7.5 si fa riferimento all'autorizzazione per l'esecuzione del programma di ristrutturazione. A questo proposito, il decreto-legge al nostro esame stabilisce che le decisioni del ministro delle attività produttive siano assunte d'intesa con il ministro delle politiche agricole e forestali, prevedendo, evidentemente, il caso specifico di ristrutturazioni nel solo settore agroalimentare.
Mi sembra che, intanto, occorrerebbe concordare sul fatto che non sempre le procedure e i meccanismi d'intesa sono atti ad alleggerire la burocrazia: spesso allungano i tempi, creando una molteplicità di situazioni, anche nell'ambito dei diversi ministeri e dell'amministrazione centrale. Quindi, in tal modo non si viene incontro alla necessità di un intervento urgente, che rappresenta il motivo per il quale è stato adottato il decreto-legge medesimo.
Dico ciò anche perché, se il testo prevede il riferimento esclusivo all'intesa con un particolare ministero, è del tutto evidente che il decreto-legge rischia di prefigurarsi come un provvedimento ad hoc, specifico, una specie di provvedimento fotocopia della situazione così com'è. In realtà, quando si adotta un decreto-legge, spero lo si faccia non soltanto per inseguire le condizioni date e le urgenze, ma anche per intervenire in una dimensione di sistema in grado di prevenire nel futuro elementi di difficoltà quali quelli rinvenuti nel caso specifico della Parmalat.
Quindi, diciamo «no» ad un decreto-legge fotocopia. Se intesa deve esserci, occorre che siano coinvolti i ministri di volta in volta competenti, a seconda del settore specifico dell'azienda in crisi che dovesse addivenire ad amministrazione straordinaria.
Dunque, l'intesa va prevista non soltanto con il Ministero delle politiche agricole e forestali ma anche con gli altri ministeri competenti in materia, naturalmente con il beneficio di inventario esposto in premessa: non sempre la procedura d'intesa tra i ministeri è in grado di alleggerire le condizioni dell'intervento, che è caratterizzato dall'urgenza; qualche volta, si rischia di gravare sui tempi, sulla burocrazia ministeriale e sull'amministrazione centrale, con conseguenze negative sia per le aziende in crisi, sia per i fornitori, sia per i risparmiatori, sia per i lavoratori interessati alla fuoriuscita dalla crisi medesima.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gambini 7.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 225).
Passiamo agli identici emendamenti Misuraca 7.3, Bellotti 7.4 e Marcora 7.5.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dei rispettivi emendamenti.
EGIDIO BANTI. Signor Presidente, insisto per la votazione dell'emendamento Marcora 7.5, di cui sono cofirmatario, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EGIDIO BANTI. Signor Presidente, ferma restando la ragionevolezza dell'emendamento precedente - purtroppo respinto dall'Assemblea -, la nostra proposta emendativa, presentata in forma identica anche da colleghi della maggioranza, sottolinea l'incongruenza di una parte dell'articolo 7, laddove si prevede l'intesa con il ministro delle politiche agricole e forestali soltanto per una parte delle competenze che il decreto-legge assegna, nei casi previsti, al Ministero delle attività produttive e, in particolare, soltanto per il programma di ristrutturazione e non per le iniziative susseguenti. Mi riferisco, ad esempio, alle iniziative previste all'articolo 5, quali operazioni di cessione e di utilizzo di beni, di aziende o di rami di aziende dell'impresa. Se deve essere prevista un'intesa con il Ministero delle politiche agricole e forestali - s'intende: nel caso di imprese che operano nel settore -, è assolutamente incongruente che essa non venga estesa alle previsioni di cui all'articolo 5.
Infatti, si tratta specificamente di attività che incidono sull'essenza delle attività connesse dell'impresa in questione. Dunque, devono essere comunque oggetto di intesa con chi si occupa della programmazione, in questo caso della programmazione in materia agricola.
Pertanto, noi chiediamo che si corregga il testo dell'articolo 7, prevedendo che l'intesa con il Ministero delle politiche agricole e forestali sia estesa all'insieme dei provvedimenti che il decreto-legge in esame attribuisce alla competenza del Ministero delle attività produttive.
BRUNO TABACCI, Presidente della X Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI, Presidente della X Commissione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli identici emendamenti in esame sono un po' delicati. Invito caldamente i proponenti a ritirarli, perché quando il Governo adottò il decreto-legge in questione era prevista una commistione tra il Ministro delle politiche agricole e forestali e quello delle attività produttive, che è evidentemente un vulnus rispetto alle procedure della cosiddetta legge Prodi.
Infatti, è vero che questo provvedimento, come è stato detto ieri, riguarderebbe in particolare il caso Parmalat, ma la legislazione fa riferimento a casistiche che possono riguardare anche altri settori. È già una forzatura che il Governo abbia previsto in ogni passaggio della procedura l'intesa tra il Ministero delle attività produttive e il Ministero delle politiche agricole e forestali; in questo senso, la Commissione ha trovato un punto di equilibrio, ossia ha limitato - e già, secondo me, ha fatto un sforzo molto importante - il coinvolgimento del Ministero delle politiche agricole e forestali nel parere sul piano di ristrutturazione generale, e non sui singoli provvedimenti. Tra l'altro, ho l'impressione che, se questa procedura
così eccezionale, affidata a un commissario straordinario tanto particolare, venisse sottoposta a filtri eccessivi, il «giocattolo» rischierebbe di rompersi in mano.
Quindi, è bene che il Parlamento sappia quello che si sta decidendo. Non si tratta di stabilire dal punto di vista politico se controbilanciare il ruolo del Ministero delle attività produttive con quello del Ministero delle politiche agricole e forestali. Si tratta invece di un passaggio molto delicato.
Pertanto, ribadisco l'invito a ritirare gli identici emendamenti in esame.
LUCA MARCORA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, ribadisco che insistiamo per la votazione del mio emendamento 7.5, perché, presidente Tabacci, la sua valutazione dovrebbe portare a sopprimere tutto l'articolo 7. In questo senso, riteniamo che avrebbe potuto essere approvato l'emendamento Gambini 7.2, che prevedeva l'intesa con il ministro competente nella materia oggetto dell'attività dell'impresa.
Si tratta di questioni che richiedono comunque il coinvolgimento dei ministeri competenti per quanto riguarda non solo il programma di riorganizzazione e di rilancio dell'impresa, ma anche le operazioni previste dagli articoli 4 e 5.
PRESIDENTE. Prendo atto che anche i presentatori degli identici emendamenti Misuraca 7.3 e Bellotti 7.4 insistono per la votazione.
Passiamo quindi ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Misuraca 7.3, Bellotti 7.4 e Marcora 7.5, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 296
Astenuti 115
Maggioranza 149
Hanno votato sì 78
Hanno votato no 218).
Prendo atto che gli onorevoli Realacci e Marcora hanno espresso il loro voto in modo erroneo, mentre avrebbero voluto esprimere un voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 7.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 411
Astenuti 3
Maggioranza 206
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 224).
Passiamo all'emendamento Alfonso Gianni 7.9.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
ALFONSO GIANNI. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFONSO GIANNI. Signor Presidente, poiché siamo di fronte ad un programma di ristrutturazione, chiedo che si precisi ancora una volta ciò che in altre normative è effettivamente esplicitato e ciò che inevitabilmente interviene nella prassi in casi gravi come questo, cioè che, almeno sul medesimo programma, siano sentite - seppure senza un parere vincolante - le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative. Chiediamo dunque che sia previsto a questo passaggio
nel quale la voce del mondo del lavoro dipendente, ai livelli di rappresentazione che esso esprime, che sono possibili e che sono previsti, possa effettivamente farsi sentire, altrimenti, tra gli interessi dei creditori, le competenze del ministro delle attività produttive e qualche intervento del ministro delle politiche agricole, tutti agiscono e tutti fanno, apparentemente nell'interesse della patria, ma le vittime di tutto ciò non compaiono mai, né come soggetti e neppure come destinatari. A me, francamente, questo pare inaccettabile, per cui insisto per la votazione del mio emendamento 7.9 e ne raccomando l'approvazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alfonso Gianni 7.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 222).
Prendo atto che l'onorevole Tabacci ha espresso in modo erroneo il suo voto, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Alfonso Gianni 7.10.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal Governo.
ALFONSO GIANNI. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFONSO GIANNI. Questo emendamento, onorevole Tabacci, va esattamente nella direzione delle preoccupazioni che ella ha espresso poco fa. Infatti, pur sapendo che questo è un decreto-legge marcato Parmalat (e non nascondendoci dietro ad un dito), si è ritenuto opportuno - almeno da parte mia - sottolineare che, qualora disgraziatamente - ma purtroppo non del tutto improbabilmente, visto il declino industriale del nostro paese - dovessimo trovarci di fronte a situazioni drammatiche analoghe a quelle della Parmalat, ma intervenute in altri settori produttivi e merceologici, potremmo utilizzare questo provvedimento anziché trovarci nella necessità di approvare una nuova legge ad hoc.
Questa è la ragione per cui il nostro emendamento 7.10 è volto a prevedere che, analogamente, il ministro delle attività produttive, d'intesa con il ministro competente del settore in cui è avvenuto il disastro di una determinata impresa, possa assumere le decisioni e gli orientamenti necessari. A me pare, quindi, un tentativo di rendere un pochino più generale ed astratta questa norma legislativa, come Costituzione vorrebbe.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alfonso Gianni 7.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 415
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 224).
Passiamo all'emendamento Misuraca 7.7.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misuraca 7.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 422
Votanti 418
Astenuti 4
Maggioranza 210
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 401).
Passiamo all'emendamento Rava 7.8.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GIUSEPPE ROSSIELLO. No, signor Presidente, insisto per la votazione dell'emendamento di cui sono cofirmatario, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROSSIELLO. Signor Presidente, è del tutto evidente che con il decreto-legge in esame stiamo discutendo in ordine al crac delle imprese, nonostante il movente sia rappresentato dalla vicenda Parmalat. Sui mass media, infatti, vediamo associati la Parmalat e la Cirio; pertanto, sussiste un problema che colpisce, da un lato, il risparmiatore raggirato e, dall'altro, il creditore raggirato, nel caso di specie il conferitore dei prodotti.
Non ritengo sia il caso di tornare, in questa sede, sulla grande difficoltà che vive, in generale, l'impresa agricola italiana. Basti citare qualche dato: negli ultimi anni, il reddito è cresciuto del 26 per cento, mentre per l'impresa agricola è cresciuto appena del 12 per cento; produrre un litro di latte costa 0,31 centesimi di euro, mentre al conferimento viene pagato 0,32 centesimi. Si registra, pertanto, una situazione di estrema difficoltà, e quando un soggetto conferisce i propri prodotti - ahimè - in un certo regime, alla Parmalat, comprenderete bene quanto sia grave la situazione.
Con il decreto legislativo n. 270 del 1999 era stato previsto il cosiddetto comitato di sorveglianza, ma all'interno di tale comitato erano privilegiati, di fatto, i creditori più importanti, i creditori chirografari, i consulenti e gli esperti. Ma il conferitore, che di fatto è il principale creditore, dov'è? Certo, se si tratta di imprese operanti nel settore della gomma, il creditore che ha fornito caucciù non ci interessa, ma nel caso di specie è del tutto evidente che i creditori che hanno conferito prodotti agricoli all'impresa insolvente nei sei mesi precedenti la dichiarazione dello stato di insolvenza debbano avere una loro rappresentanza all'interno di tale organismo. Si tratta infatti di rappresentare coloro che, in termini di perdite, pagano di più e direttamente. Mi sembra evidente, dunque, che occorra cautelare l'anello più debole della catena.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rava 7.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 421
Astenuti 2
Maggioranza 211
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 232).
Prendo atto che i presentatori degli articoli aggiuntivi Marcora 7.02, 7.03 e 7.04 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marcora 7.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 409
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 223).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marcora 7.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 233).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marcora 7.04, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 411
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 228).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 421
Astenuti 2
Maggioranza 211
Hanno votato sì 411
Hanno votato no 10).
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.
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