l'Istat ha cambiato, come avviene alla fine di ogni anno, il paniere dei beni con cui calcola la variazione dei prezzi al consumo, sulla cui base viene definita l'inflazione;
più che mai l'aumento dei prezzi è tema incandescente di discussione e, dopo l'introduzione dell'euro, viene visto come un attentato ai redditi fissi medio-bassi;
sette sono le novità che entrano nella lista e undici i prodotti ritenuti obsoleti, non più rappresentativi della spesa degli italiani: entrano cereali biologici, maglia sottogiacca, detergente per wc, antenna satellitare e decoder, macchina fotografica digitale, assicurazione del ciclomotore e commercialista; escono formaggio italico, nocciole, canottiera, tessuto per arredamento, cucchiaini d'argento, zoccoli, spedizione bagagli e trasporto auto sul treno, videoregistratore, modellini di auto, portamonete;
il paniere aggiornato, costituito da 569 posizioni rappresentative, entrerà in vigore il 4 febbraio 2004;
le variazioni apportate dall'Istat al paniere sono tuttora oggetto di forti critiche da parte delle associazioni dei consumatori, le quali rilevano che esso non è rappresentativo della realtà degli acquisti;
a causa della percepita diminuzione del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni, soprattutto per i beni e i servizi di prima necessità (assicurazioni, prezzi utenze, banche), tra i cittadini permane, infatti, la convinzione che l'indice di inflazione sia nettamente superiore a quello comunicato ogni mese dall'Istituto nazionale di statistica, che viene accusato di inadeguatezza nella rivelazione -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative affinché l'ente verifichi l'opportunità dì assecondare le richieste che provengono dalle varie associazioni dei consumatori per introdurre nel paniere nuovi beni, al fine di smorzare le critiche e le speculazioni riguardanti la «misurazione» della reale inflazione del Paese.
(3-02985)
(27 gennaio 2004)