Allegato B
Seduta n. 396 del 4/12/2003


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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

PISTONE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che, il 2 dicembre 2003, una neonata ha bevuto un litro di acqua contaminata comprata in un supermercato di Marmirolo (Mantova), ingerendo una sostanza a base di sapone liquido;
a parere dell'interrogante, pur senza creare allarmismi di sorta, non bisogna sottovalutare il fenomeno, tenuto conto del fatto che sotto il collo della bottiglia di plastica la polizia ha trovato un foro praticato con una siringa e che questo è il terzo caso dopo quelli avvenuti sempre nel mantovano, ad Ostiglia e a Magnacavallo;
l'interrogante auspica che sui fatti sia fatta piena luce -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti preposti, nell'intento di attuare ed assumere tutti i controlli e le precauzioni del caso, al fine di rassicurare la popolazione.
(4-08286)

MASCIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Firenze si è verificato il caso di un cittadino straniero che a seguito della domanda di regolarizzazione è stato espulso dal territorio nazionale sulla base di una notizia di reato in capo al datore di lavoro;
il signor Dritan Hasi, cittadino albanese nato a Shkoder (Albania) il 1o novembre 1974, ha presentato per il tramite del datore di lavoro, domanda alla Prefettura di Firenze volta all'emersione della propria posizione lavorativa e al rilascio di permesso di soggiorno, ai sensi della legge n. 222 del 2002;
nel settembre 2003 il signor Hasi, non avendo ricevuto alcuna comunicazione in ordine alla definizione del procedimento, e avendo ricevuto notizia della prossima interruzione del rapporto lavorativo, ha contattato il proprio avvocato, dandogli mandato per chiedere informazioni e chiarimenti alla prefettura di Firenze (richiesta inviata all'amministrazione in data 16 settembre 2003;
successivamente il signor Hasi ha ricevuto invito a presentarsi presso la stazione dei carabinieri di Figline Valdarno dove ha appreso che il motivo della convocazione era la notifica di un provvedimento non meglio specificato inerente l'esito negativo della regolarizzazione;
in data 16 ottobre 2003 è stata presentata alla prefettura un'istanza di riesame di detto provvedimento, motivata, tra l'altro, dalla circostanza che nella fattispecie non sussistono le cause ostative alla regolarizzazione di cui alla legge n. 222 del 2002 - ovvero pregresse espulsioni con accompagnamento o rilievi penali a carico del cittadino straniero - e che per come chiarito dallo stesso ministero dell'interno con circolare del 5 dicembre 2002 la condotta di rilevanza penale del datore di lavoro non comporta l'automatico rigetto delle domande di regolarizzazione;
la suddetta istanza è stata respinta con decreto del 2 novembre 2003, senza alcun riferimento alle ragioni per cui la pubblica amministrazione ha deciso di disattendere le indicazioni del ministero;
il signor Hasi, tramite il proprio avvocato, ha così provveduto alla notifica,


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avvenuta in data 25 novembre 2003, del ricorso al Tar Toscana, avverso il diniego della regolarizzazione;
il giorno successivo alla notifica la questura di Firenze ha emesso un ordine di rintraccio del cittadino straniero, il quale dopo essere stato trattenuto alla stazione dei carabinieri di Figline Valdarno, è stato condotto in questura e da qui presumibilmente rimpatriato -:
dove il signor Nasi si trovi attualmente e se sia stato rimpatriato;
per quale ragione nel decreto datato 2 novembre 2003, che respingeva l'istanza di riesame presentata dall'interessato in data 16 ottobre 2003, si siano disattese le indicazioni della circolare del ministero dell'interno del 5 dicembre 2002.
(4-08295)

BERTOLINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il cosiddetto «Campo antimperialista di Assisi» ha lanciato una raccolta di fondi denominata «10 euro per la resistenza irachena» al fine di finanziare il terrorismo iracheno e, in particolare, il portavoce di tale organizzazione, Moreno Pasquinelli, ha dichiarato testualmente: «non condanneremmo l'eventuale uso dei nostri soldi per l'acquisto di armi che servono a sostenere la guerra di liberazione, anche se queste armi venissero usate contro i militari italiani»;
il portavoce del comitato «Iraq libero», Leonardo Mazzei avrebbe, inoltre, affermato che: «è inutile scandalizzarsi perchè fanno saltare in aria i nostri o perchè due marines vengono sgozzati a Mossul»;
queste gravissime dichiarazioni nei confronti dei nostri caduti e soprattutto l'iniziativa della raccolta di fondi per finanziare i terroristi iracheni e, probabilmente anche di Al Quaeda, sono del tutto inaccettabili e potrebbero nascondere iniziative ben più pericolose sia per la sicurezza dei nostri militari in Iraq, sia per la sicurezza dei cittadini italiani all'interno del nostro territorio -:
quali iniziative ha intrapreso o intende intraprendere per verificare che le azioni del «Campo antimperialista di Assisi» non travalichino la sfera della libera espressione delle opinioni e non sconfinino, invece, in atti lesivi della sicurezza dei militari e dei civili italiani.
(4-08297)

BULGARELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
Il Resto del Carlino del 3 dicembre 2003 riporta delle dichiarazioni di Matteo Boe attualmente detenuto nel carcere di Spoleto;
la figlia maggiore di Boe, una bella ragazza quattordicenne, è stata uccisa il 25 novembre, da una fucilata nel balcone di casa da cui si era affacciata;
nelle dichiarazioni rilasciate al quotidiano Matteo Boe racconta di aver saputo della morte per assassinio della figlia casualmente, guardando il televideo, con grande rammarico lamenta di non esser stato informato direttamente e rimpiange amaramente di non aver mai potuto, durante l'arco della sua lunga detenzione, abbracciare la figlia;
l'incidente è rivelatore di un isolamento disumano, indegno di uno stato civile -:
per quale ragione il detenuto Matteo Boe non sia stato informato prontamente della morte della figlia dalle autorità competenti.
(4-08299)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con atto ispettivo n. 4-06407 del 26 maggio 2003 l'interrogante, nel denunziare l'illiceità e la reiterazione di numerosi atti prodotti dagli amministratori comunali di Campo nell'Elba, ha richiesto sia l'insediamento


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di una commissione di accesso presso quel comune, sia di sapere se erano stati avviati procedimenti giudiziari nei confronti degli amministratori dello stesso comune;
a tutt'oggi l'interrogazione non ha avuto alcuna risposta;
nel citato atto ispettivo l'interrogante, richiamando le numerose denunzie nei confronti degli amministratori locali presentati dai cittadini e le varie inosservate sentenze emesse dal Tar Toscana e dal Consiglio di Stato, ricordava che fin dall'agosto del 2002, sindaco, assessori e consulenti della giunta di Campo nell'Elba erano stati inquisiti per abuso d'ufficio e turbativa d'asta;
sempre nel citato atto ispettivo l'interrogante ricordava che l'attuale assessore all'urbanistica, Enrico Graziani, aveva anche subito una condanna per abuso edilizio quando ancora non rivestiva l'attuale carica;
in data 2 luglio 2003, successivamente quindi alla presentazione dell'atto ispettivo da parte dell'interrogante, la guardia di finanza ha arrestato l'Ing. Luigi Caselli, responsabile dell'area tecnica del comune di Campo nell'Elba, con l'accusa di turbativa d'asta nella gara di appalto per l'impianto di illuminazione della nuova variante stradale (vedi Il Tirreno, Elba, La Nazione del 3-4 luglio 2003);
la realizzazione dell'impianto di illuminazione della nuova variante di accesso a Marina di Campo, così come il «Piano Strutturale», il «P.E.E.P.», l'«impianto di teleriscaldamento» «l'Ecocentro» e un cementificio abusivo vedevano anche indagati il sindaco Antonio Galli, l'assessore ai lavori pubblici e all'urbanistica Enrico Graziani, il geometra Roberto Mai, dipendente comunale, e il titolare di una ditta edile elbana (vedi La Nazione del 4 luglio 2003) e, pertanto, l'interrogante, attraverso stampa, ha sollecitato il prefetto di Livorno ad attenzionare l'attività amministrativa del comune di Campo nell'Elba (vedi La Nazione ed il Il Tirreno del 4 luglio 2003);
appare incomprensibile la mancanza di interventi e di controlli sull'attività del comune in questione da parte del prefetto di Livorno;
alla fine del mese di agosto 2003 sono stati raggiunti da un'inchiesta, per presunte speculazioni edilizie e corruzioni nell'Isola d'Elba, i Prefetti Vincenzo Gallitto di Livorno e Giuseppe Pesce di Isernia, quest'ultimo già prefetto vicario a Livorno e commissario straordinario nel comune di Rio Marina, nonché il capo dell'ufficio dei GIP di Livorno, Germano Lamberti (vedi La Nazione e Il Tirreno del 28 agosto 2003);
dopo l'arresto dell'ingegner Luigi Caselli, responsabile dell'area tecnica del comune di Campo dell'Elba e dell'indagine avviata sul prefetto di Livorno, i controlli e le indagini sulla vita amministrativa di quel comune si sono completamente bloccati, nonostante i numerosi procedimenti penali a carico di alcuni amministratori;
a metà dello scorso mese di ottobre 2003 il tribunale del riesame di Genova ha rilevato gravi indizi di colpevolezza nei confronti del prefetto di Livorno, indagato per concorso nell'inchiesta sui presunti abusi edilizi avvenuti all'Isola d'Elba (vedi La Nazione e Il Tirreno del 14 ottobre 2003);
alla fine del mese di novembre 2003, il prefetto di Livorno è stato raggiunto da un ulteriore avviso di garanzia, per l'accusa di peculato, nel mentre gli agenti delle Fiamme Gialle hanno acquisito altri elementi di indagine sul Piano di edilizia economica e popolare in corso di realizzazione nel comune di Campo nell'Elba; piano che ha già visto indagata parte dell'amministrazione locale (vedi La Nazione e Il Tirreno del 27 novembre 2003);
il 2 dicembre 2003 è stato arrestato il prefetto di Isernia, Giuseppe Pesce, ex vice prefetto di Livorno, la cui vicenda giudiziaria era iniziata il 28 agosto 2003 con l'iscrizione, insieme al prefetto di Livorno, nel registro degli indagati della


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procura di Genova in merito all'indagine sui presunti casi di corruzione e di illeciti edilizi all'isola d'Elba;
l'accusa nei confronti del prefetto Pesce, arrestato insieme ad altri tre imprenditori, è di corruzione per il presunto rilascio di licenze edilizie facili in cambio di case a metà prezzo nell'Isola d'Elba (vedi quotidiani locali e nazionali del 3 dicembre 2003) -:
se non ritengano che sia urgente e necessario inviare la Commissione di accesso per accertare la situazione amministrativa e le eventuali responsabilità degli amministratori di Campo nell'Elba;
se non ritengano necessario ed urgente rimuovere i prefetti di Isernia e di Livorno dalle loro importanti cariche istituzionali.
(4-08304)

CATANOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in via Capo d'Africa nel rione Celio a Roma insiste un fabbricato denominato «ex Casa del popolo» - di proprietà della regione Lazio - che da decenni versa in condizioni di fatiscenza e pericolosità;
la regione Lazio ha finalmente predisposto gli atti per ristrutturare il fabbricato in oggetto e destinano ad usi sociali e di pubblica utilità;
il 20 settembre scorso il locale è stato occupato abusivamente;
il Prefetto di Roma - da notizie che si apprendono sulla stampa - avrebbe nei giorni scorsi firmato l'ordinanza per procedere allo sgombero;
l'esecuzione di tale ordinanza non solo consentirebbe all'impresa aggiudicataria dell'appalto di ristrutturazione di poter avviare i lavori ma eviterebbe, tra l'altro, il rischio di danno erariale pendente sulla regione nel caso in cui l'impresa medesima - nell'impossibilità di prendere possesso del cantiere - dovesse rivalersi nei confronti di quest'ultima -:
se non ritiene opportuno intervenire al fine di accelerare la procedura e così permettere che un bene - da ormai troppo tempo sottratto al pubblico godimento - possa essere restituito alla comunità dei cittadini.
(4-08305)

MESSA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nel corso di alcune puntate della trasmissione televisiva Striscia la Notizia, degli autisti hanno pubblicamente denunciato le gravi condizioni di lavoro nelle quali sono costretti a lavorare lamentando, per questo, pericoli per la loro ed altrui incolumità;
nel corso di un'altra puntata della stessa trasmissione, quella del 28 ottobre 2003, hanno lamentato pure una poco attenta attività di controllo da parte delle forze dell'ordine -:
quali iniziative urgenti intendano assumere per assicurare una più mirata e puntuale attività di prevenzione e repressione delle violazioni al Codice della Strada;
se non ritengano opportuno avviare un'inchiesta, rispetto quanto denunciato, per accertare se i controlli siano effettuati con la necessaria e dovuta severità al fine di garantire una maggiore sicurezza stradale.
(4-08306)