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PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, sono in quest'aula solo dalla presente legislatura, ma, con periodicità molto ravvicinata, siamo chiamati a discutere di questioni riguardanti il collega Sgarbi.
Vorrei chiedere se sia possibile concentrare tutte in una volta le singole discussioni di questi documenti in materia di insindacabilità, in modo tale da razionalizzare i nostri lavori, perdere poco tempo e risolvere la questione definitivamente. Settimanalmente, abbiamo queste cause pendenti. Forse sarebbe il caso di rendere più efficace il lavoro del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, della Lega nord Padania e di deputati di Forza Italia).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Realacci. Non le posso dare una risposta perché non compete a questo soggetto facente funzioni poter interpretare un'esigenza che magari è stata avvertita altrove.
VINCENZO SINISCALCHI, Presidente della Giunta per le autorizzazioni. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VINCENZO SINISCALCHI, Presidente della Giunta per le autorizzazioni. Signor Presidente, intervengo per fare osservare al garbato e caro onorevole Realacci, anche come battuta, che occorrerebbe, non una giornata, ma una sessione parlamentare (Si ride).
PRESIDENTE. La ringrazio per questo presagio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, vorrei svolgere una brevissima dichiarazione sul contesto di queste decisioni che andiamo ad assumere in materia di insindacabilità.
In quest'aula, oggi, con grande serenità e con distacco, discutiamo su vicende che si sono consumate un decennio fa. Il distacco, dunque, ci induce a guardare le cose con un atteggiamento molto diverso rispetto a quelli assunti nel periodo in cui si tenevano le trasmissioni Sgarbi quotidiani.
Mi chiedo, ricordando la lettera di Moroni (quando le parole non sono sufficienti, non resta che il gesto): ma se in quel contesto non ci fosse stata anche la testimonianza che pure ha reso, talvolta in condizioni di una qualche provocazione e con qualche eccesso verbale, ma cosa
sarebbe stato, ancora di più, di quella stagione? Gli strumenti di cui disponeva Di Pietro, infatti, erano molto più contundenti delle parole di Sgarbi.
Quindi, onorevole Kessler, le cose vanno davvero constestualizzate, perché diversamente la discussione di oggi rischia di essere una recita, tra l'altro sgradevole per chi casualmente si è trovato a passare in quei dintorni. Quindi, prima riusciamo a chiudere, passando oltre, meglio è.
È meglio non ascoltare prediche su questo punto. Ognuno, poi, fa il suo mestiere. Io vi ricordo la stagione che ha caratterizzato quegli eventi. Poi, passiamo anche guardare in alto. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fanfani. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FANFANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo anche per rispondere ad alcune critiche che, in ordine al tipo di voto, sono state avanzate, anche dal collega Sgarbi, il quale ha richiamato i parlamentari del gruppo della Margherita alla conoscenza e alla valutazione della propria storia.
Mi sembra doveroso richiamare, in questa sede, i contenuti del voto che dobbiamo esprimere. In questa sede, non dobbiamo svolgere alcuna valutazione di merito. Non dobbiamo dire se ciò che ha dichiarato o fatto l'onorevole Sgarbi (o qualsiasi altro collega) sia censurabile nel merito, sia corretto, sia supportato da un'esimente specifica ovvero sia connotato da buona o da cattiva fede o rientri o non rientri nel legittimo diritto di cronaca o nel legittimo diritto di critica. Questo noi non lo dobbiamo fare!
Noi dobbiamo soltanto affrontare un problema di carattere formale che è stato disegnato dalla nostra legge, dalla legge che tutti abbiamo approvato quest'anno, la legge 20 giugno 2003 n. 140, la quale divide il problema in due parti. Tutti noi siamo insindacabili per le opinioni espresse in quest'aula, in questa sede e in tutti gli atti tipici del Parlamento, i cosiddetti atti intranei.
Poi, questa legge disciplina, conformemente a quanto aveva già fatto la giurisprudenza, gli atti cosiddetti esterni; e li disciplina in questo senso: è altresì insindacabile ogni altra attività di ispezione, di divulgazione e di critica - cosa che ciascuno può ovviamente fare - ovvero di denuncia che abbia le due caratteristiche di avere contenuto politico e di essere connessa con la funzione di parlamentare.
Allora, l'unico giudizio che voi dovete dare in quest'aula è quello di dire se ciò che è stato fatto, oggi o in altra parte, dall'onorevole Sgarbi, al quale va tutta la mia simpatia personale, se non altro perché condivido la sua attività di apprezzamento dell'arte, che mi è anche propria, ovvero da qualsiasi altro parlamentare, abbia i contenuti della critica politica - e su questo non c'è dubbio - e se anche, accanto a questo requisito, vi sia l'altro della connessione con la funzione di parlamentare.
Su questo problema c'è divisione, perché l'onorevole Kessler vi ha spiegato che, a parere suo, la connessione parlamentare non esiste in tutte quelle attività in cui si svolge una attività giornalistica esterna (nelle quali si svolge completamente altra attività), mentre altri ritengono, altrettanto legittimamente, che, comunque, non si dismetta la veste di parlamentare e che vi sia una connessione.
Questo solo quest'Assemblea deve decidere; esclusivamente su questo voi dovete, in libertà di coscienza, esprimere il vostro voto.
PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Fanfani.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kessler. Ne ha facoltà.
GIOVANNI KESSLER. Grazie, signor Presidente.
Non so a quali prediche l'onorevole Tabacci si riferisse nel suo intervento di poco fa, allorquando mi ha citato ripetutamente. Io non ho fatto prediche!
Colleghi, onorevole Tabacci, ho svolto il ruolo, da me non richiesto, affidatomi dal presidente della Giunta, di relatore su altri documenti. Il mio compito, che ho cercato di onorare, è stato di spiegare le motivazioni per le quali la maggioranza della Giunta ha ritenuto, nei predetti due casi, le opinioni espresse dal deputato Sgarbi non avevano riferimento con la sua funzione di parlamentare. Questo, colleghi, questo, onorevole Tabacci, è il giudizio che ciascuno di noi deve dare, oggi, in sede di votazione sull'insindacabilità: l'ha già spiegato l'onorevole Fanfani, ma credo che ce lo spieghi la Costituzione e che ogni parlamentare lo sappia.
Oggi, non siamo qui per dare giudizi sulle persone e nemmeno sui colleghi che sono interessati da queste procedure in materia di insindacabilità. Men che meno, siamo qui per dare giudizi su episodi di corruzione che ci sono sicuramente stati o sulla storia giudiziaria dell'Italia, ma non perché, onorevole Tabacci, questi giudizi non debbano essere dati: fa sicuramente parte della nostra funzione di parlamentari discutere di fenomeni così gravi come quelli della corruzione in Italia e di un'istituzione così importante come la magistratura.
Diamoli pure, quindi, questi giudizi! Io non li ho dati certamente in questa sede, perché non mi competeva; ma il voto che dobbiamo esprimere oggi, la discussione che dobbiamo tenere oggi sono sull'insindacabilità o meno di opinioni espresse da parlamentari. Le prediche - le mie, se ci sono state, e le sue - lasciamole alle sedi ed ai momenti che la Costituzione ci indica!
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
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