Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 376 del 21/10/2003
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(Tassi di interesse praticati dagli istituti di credito - n. 3-02431)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, onorevole Valentino, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Delmastro Delle Vedove n. 3-02431 (vedi l'allegato A - Interpellanza ed interrogazioni sezione 2).

GIUSEPPE VALENTINO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Con l'interrogazione n. 3-02431, l'onorevole Delmastro Delle Vedove pone quesiti in ordine alla presunta lentezza con la quale le banche italiane adeguerebbero le condizioni offerte alla propria clientela - in specie il prime rate - alla riduzione dei tassi decisa dalla Banca centrale europea. Al riguardo, sentita la Banca d'Italia, si premette che il prime rate, la cui rilevazione è curata dall'Associazione bancaria italiana, da tempo ha cessato di rappresentare il tasso minimo applicato ai migliori clienti bancari e di costituire un indice indicativo dell'andamento del livello dei tassi di interesse bancari. Infatti, una parte sempre più significativa dei contratti di finanziamento fa riferimento, per la fissazione delle condizioni, all'evoluzione dei tassi prevalenti sui mercati monetari e interbancari.
Per quanto concerne poi la presunta lentezza con la quale le banche italiane si adeguerebbero alla riduzione dei tassi decisa dalla Banca centrale europea, va precisato che alla discesa dei tassi nel mercato monetario come quella registratasi nell'ultimo biennio - in particolare nel tasso di riferimento fissato dalla Banca centrale europea -, informata dall'esigenza di stimolare l'economia, risulta difficile far seguire con la stessa rapidità un andamento flettente dei tassi bancari.
Comunque, negli ultimi due anni, in Italia, i tassi di interesse bancari sono diminuiti in misura analoga a quanto registrato nell'area dell'euro. In particolare, tra agosto 2001 e giugno 2003, i tassi sui prestiti nell'area dell'euro sono diminuiti di 1,5 punti percentuali (150 punti base), una variazione analoga a quella registrata in Italia (148 punti). Essi si collocano peraltro su un livello pari al 5,39 per cento più elevato di 33 punti base di quello registrato in Italia. Nello stesso periodo i tassi sui depositi nell'area dell'euro si sono ridotti di 1,74 punti percentuali (174 punti base), una flessione superiore a quella registrata in Italia (105 punti).
Il livello sul quale essi si collocano, pari all'1,85 per cento, è più elevato di 90 punti base rispetto a quello prevalente in Italia.
Nell'area dell'euro, il differenziale tra tassi sui prestiti e tassi sui depositi si è ridotto di 24 punti base nel periodo di riferimento, scendendo al 3,54 per cento, un valore inferiore ai 57 punti base a quello registrato in Italia.
Nello stesso periodo, sulla base delle rilevazioni effettuate, il premio al rischio connesso con l'erogazione di finanziamenti da parte delle banche è aumentato in relazione alla bassa crescita dell'economia.

PRESIDENTE. L'onorevole Delmastro Delle Vedove ha facoltà di replicare.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, anche in questo caso, esprimo la mia insoddisfazione, non nei suoi confronti né verso il Governo, ma in ordine ai dati forniti e alle considerazioni che mi pare siano state fatte dalla Banca d'Italia.
Onorevole sottosegretario, quando confesso di non nutrire né amore né rispetto per le banche, confesso, altresì, presuntuosamente il convincimento di rappresentare la stragrande maggioranza dei cittadini italiani, non soltanto degli italiani malcapitati che devono utilizzare linee di credito, ma anche di quelli più sereni che si limitano a depositarvi denari che possiedono in eccedenza.
La mia interrogazione introduce elementi di valutazione del comportamento del sistema bancario in un frangente economico e produttivo in cui massimamente si sente la necessità che l'apparato del credito faccia da sponda al mondo del risparmio, soprattutto al mondo delle imprese


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i cui meccanismi sembrano inceppati a seguito della crisi economica mondiale.
Onorevole sottosegretario, i dati in mio possesso assicurano che, dall'11 settembre 2001 alla data di presentazione della mia interrogazione, giugno 2003, la Banca centrale ha tagliato cinque volte il proprio tasso di riferimento per un totale di 225 punti base.
Nello stesso periodo, in Italia, il prime rate medio si è ridotto di appena 37,5 punti, passando dal 7,75 per cento, rilevato al 15 settembre 2001, al 7,375 per cento del giugno 2003, un livello, quest'ultimo, su cui il prime rate risulta «ingessato», quantomeno dal 15 luglio 2002, malgrado l'abbassamento, nello stesso periodo, da parte della Banca centrale europea, dei tassi dell'1,25 per cento.
La stessa Associazione bancaria italiana (ABI) ha manifestato stupore e curiosità di fronte alla lentezza con cui gli istituti di credito italiani hanno reagito al taglio dei tassi deciso dalla Banca centrale europea.
Onorevole sottosegretario, ancora ieri la Gazzetta del Mezzogiorno (quindi, del 20 ottobre 2003), ha tentato di fare due righe di conti, il conto della massaia, quello più importante: sommando tutte le voci, con diecimila euro depositati per tutto l'anno da parte di un ipotetico risparmiatore, alla fine si dà alla banca molto più di quanto si riceva in interessi: 436 euro contro 95 che si ottengono, con un saldo a favore della banca di 342 euro e questo al lordo delle imposte e senza considerare l'effetto dell'inflazione.
È questa un'ulteriore ragione per chiedere con forza di investire della questione il comitato interministeriale per il credito e il risparmio.
Onorevole sottosegretario, mi avvio alla conclusione sperando che possa nascere un giorno un economista coraggioso che calcoli i danni spaventosi generati all'economia nazionale e all'economia mondiale, anche attraverso il Fondo monetario internazionale che costituisce il sistema bancario elevato all'ennesima potenza, dalla politica del sistema bancario.
Ve ne fu uno, l'unico, onorevole sottosegretario, che fece un tentativo in tal senso, fu il grande poeta americano Ezra Pound che non esitò a denunciare l'usurocrazia mondiale che governava il mondo. Venne rinchiuso, come lei certamente sa, a Coltano, in una gabbia come una bestia e, quindi, imprigionato, per molti anni, in un manicomio del suo paese, negli Stati Uniti d'America, che ci hanno insegnato essere la più grande democrazia del mondo. Quindi, i discorsi nei confronti delle banche sono difficili e, forse, molte volte pericolosi.
Credo che questo sia un Governo che ha del coraggio e che, fortunatamente senza avere timore di finire a Coltano né in un manicomio criminale, possa affrontare il problema e portarlo a soluzione.
La ringrazio, onorevole sottosegretario.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Delmastro Delle Vedove.

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