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dermatologiche e soprattutto di natura tumorale che suscitano un giustificato allarme tra i residenti;
nel comune di Roma in Via di Salone, 245 è situato lo stabilimento chimico industriale Engelhard su una superficie di circa 45.000 metri quadri, uno dei tanti sparsi in tutto il mondo, dove lavorano 240 dipendenti di cui 110 operai;
la Engelhard, nello stabilimento di Roma, dispone di un impianto termico per il recupero dei metalli preziosi dai catalizzatori esausti e fornisce da decenni i catalizzatori attivi a centinaia di Industrie Chimiche, Petrolchimiche, Petrolifere e Farmaceutiche che li utilizzano in numerosissimi processi chimici per facilitarne le reazioni. Dopo il loro esaurimento, insieme ai catalizzatori esausti, vengono raccolte tutte le scorie delle reazioni, una sorta di «melma tossica» di scarto, le cui sostanze non sempre sono individuabili;
recenti dati epidemiologici indicano che il danno alla salute dell'uomo può derivare, oltre che dalle sostanze gassose e dalle polveri emesse in atmosfera con la combustione, in particolare da quelle cosiddette «bioaccumulabili» e/o «persistenti» che si accumulano nell'ambiente e nei tessuti degli organismi viventi e possono provocare nel tempo malattie molto gravi come i tumori;
i cittadini e i Comitati di Quartiere del territorio per anni sono stati tenuti all'oscuro della presenza dell'impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi;
nella zona, secondo anche i dati di recente evidenziati da un'analisi sulla mortalità per causa nell'area, redatta dal Dipartimento di Epidemiologia della Asl competente di zona, è stato riscontrato un aumento preoccupante di patologie respiratorie,
lo stabilimento è situato al centro di un'area con circa 20.000 abitanti di Case Rosse e Settecamini, nel comune di Roma, e di Setteville, nel comune di Guidonia, e con 30.000 dipendenti delle aziende che operano nella Tiburtina Valley. Inoltre lo stabilimento è situato ai confini con il costruendo Polo Tecnologico e a ridosso di un nuovo piano di zona per circa 1.200 abitanti con asilo nido previsto dal piano di riqualificazione di Case Rosse;
i catalizzatori esausti probabilmente vengono considerati dalla Engelhard semplici prodotti di lavorazione industriale, e non rifiuti solidi, in quanto dati in «conto lavorazione» dalle aziende chimiche che li utilizzano. Ciò non esime l'Azienda dalle responsabilità e dagli adempimenti prescritti dal decreto legislativo n. 334 del 1999 e successivi;
la Engelhard, forse consapevole della inadeguatezza e quindi della pericolosità dell'attuale impianto che opera da molti anni, ha previsto nei suoi piani di ristrutturazione il rifacimento di detto impianto di combustione degli esausti con passaggio finale dei fiumi in apposito gorgogliatore di lavaggio. Questa soluzione, certamente migliorativa, non esclude però la liberazione nell'aria di gas inquinanti nella prima fase di travaso degli esausti dai fusti nelle vasche di combustione e nei casi in cui gli esausti contengono sostanze altamente infiammabili che entrano in combustione in modo incontrollato superando gli standard di smaltimento sopportati dall'impianto. Inoltre e soprattutto il nuovo combustore non elimina i rischi connessi allo stoccaggio degli esausti;
a detta dei cittadini e dell'interrogante, l'azienda Engelhard, in considerazione della prevista ristrutturazione degli impianti di combustione dei catalizzatori esausti, dovrebbe cogliere l'occasione per trasferire in altra sede i nuovi impianti la cui operatività non è strettamente legata all'intero processo produttivo ed ha una scarsa incidenza sotto il profilo occupazionale -:
se non ritengano necessario, ognuno per la propria competenza, avviare due indagini epidemiologiche per ricoveri e decessi di natura oncologica, una interna all'azienda ed una esterna al quartiere di Case Rosse e tra gli abitanti di Via di Salone che sono esposti agli effetti dei combustori da oltre 20 anni;
se, ove fosse confermata la pericolosità del sito di cui in premessa, non ritengano che si debba procedere alla chiusura immediata dell'impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi utilizzato dalla Engelhard per i catalizzatori esausti e che, di conseguenza, si debbano arrestare i lavori di adeguamento dell'impianto stesso, predisponendo invece la pianificazione nel breve termine possibile della sua delocalizzazione per grave incompatibilità ambientale poiché assolutamente «insostenibile» per il territorio attuale;
se, nell'attuale revisione di tutte le normative che regolano la salvaguardia dell'ambiente attraverso la prossima legge delega, non ritengano necessario adottare le opportune iniziative normative per far rientrare nella regolamentazione dei rifiuti solidi anche quelli potenzialmente tossici, oggi trattati come materie prime o conto lavorazione.
(4-07613)