Allegato B
Seduta n. 356 del 16/9/2003


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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il Presidente del Consiglio, in una lettera pubblicata dal quotidiano Il Foglio dell'8 novembre 2002, palesava la incondizionata esigenza per la concessione di un atto di clemenza individuale nei confronti del signor Adriano Sofri, in espiazione di residuale pena detentiva per il reato di concorso in omicidio volontario;
tale esigenza veniva motivata, oltre che dall'intero contesto e dalla dichiarata intenzione della lettera, in particolare, anche da passaggi testuali come i seguenti: «...La società non può attendersi dalla sua detenzione un qualunque beneficio in termini di rieducazione, e che la pena rischia di risultare soltanto afflittiva ... e che sia matura una decisione favorevole alla grazia...»;
il Ministro di giustizia in carica, senatore Roberto Castelli, ha pubblicamente assunto invece e mantiene orientamento sostanzialmente opposto, sia pure variamente argomentandolo, così in pratica escludendo di voler promuovere allo stato atti deliberativi del suo ufficio conformi alla surriferita esigenza rappresentata dal Presidente del Consiglio;
il Presidente del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 95, comma 1 della Costituzione, «dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile», ed altresì «mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri»;
un altissimo numero di parlamentari appartenenti a gruppi distinti nonché istanze fondamentali dello Stato, autorevoli organi di stampa e cospicua parte della pubblica opinione stanno manifestando, ciascuno nei modi a propria disposizione, un comune e profondo sentire che risulta, al tempo stesso, identico a quello del Presidente del Consiglio ma contrastante con l'altro del Ministro di giustizia ed altresì del partito politico cui egli appartiene e che concorre a formare numericamente e politicamente la formale maggioranza in atto;
un così essenziale contrasto, il quale investe sia la compagine governativa sia la maggioranza di governo, determina disagio e precarietà istituzionali, tutt'altro che marginali, proprio nella necessaria unità di indirizzo dell'esecutivo e della maggioranza medesima;
tale stato di disagio e di precarietà, riguardante questioni le quali, tanto in sé quanto per le problematiche che vanno generando nelle istituzioni e nella pubblica opinione, non può rimanere organico ed irrisolto com'è attualmente mentre invece abbisognerebbe di una immediata iniziativa del Presidente del Consiglio e di una collegiale presa di posizione da parte del Governo -:
se il Presidente del Consiglio, nell'esercizio dei doveri sopra richiamati, intenda rimuovere sollecitamente l'anzidetto stato di disagio e precarietà politica ed istituzionale nella materia in oggetto;
nella ipotesi positiva: a) con quali iniziative funzionali e in quali tempi; b) tanto monocraticamente quanto collegialmente sempre al fine di determinare e/o favorire la soluzione da lui stesso auspicata sul tema in parola;
nella ipotesi negativa: a) come ritenga di porsi davanti a quella che sarebbe una contrapposizione aperta fra il proprio sentire umano, morale, giuridico, peraltro largamente ed autorevolmente condiviso, favorevole alla grazia per Sofri (ed eventualmente per i di lui concorrenti nello


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stesso reato) e la opposta volontà del proprio Ministro di giustizia; b) in particolare, come ritenga di porsi davanti allo stato di fatto di non impedire volontariamente e perciò di mantenere contro coscienza lo stato di cattività di Sofri, soluzione dallo stesso Presidente del Consiglio già apprezzata come ormai ingiusta e priva di causa etica e tecnica;
sia nella ipotesi positiva che nella ipotesi negativa: come intenda risolvere i presenti conflitti fra di lui e il Ministro di giustizia e parte della maggioranza che lo sostiene, conflitti incidenti tanto nella funzionalità che nel prestigio governativi quanto sulla tenuta della maggioranza parlamentare e politica che teoricamente vi corrisponde. E ciò, sempre considerando bene inteso, la possibilità che il Ministro medesimo rifiuti di porre in essere la condizione di efficacia costituita dalla controfirma di un qualsivoglia atto presidenziale in materia di di lui competenza (articolo 89, comma 1 Cost.).
(2-00883) «Filippo Mancuso, Boato».

Interrogazioni a risposta immediata:

D'AGRÒ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 28 ottobre 2002 è stato sottoscritto a Tripoli un accordo, firmato dal Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi, e dal Presidente del Consiglio libico, ingegner Shameek, alla presenza del colonnello Gheddafi, con il quale la Libia si impegnava entro il 31 marzo 2003 a pagare i debiti, comprensivi di rivalutazione monetaria ed interessi, nei confronti delle imprese italiane che avevano svolto attività in suolo libico o avevano intrattenuto rapporti commerciali con aziende libiche e per le quali era in atto un contenzioso;
le imprese hanno fornito per l'ennesima volta tutta la documentazione comprovante i crediti alle due aziende (Ali e Ubae) delegate dal Governo libico alla verifica della legittimità del credito entro i termini stabiliti, ma del pagamento finora non c'è traccia -:
se il Governo intenda adottare iniziative a tutela delle oltre 120 imprese italiane che vantano crediti, pari a circa 850 milioni di euro, nei confronti della Libia: aziende che, a causa del protrarsi dell'insolvenza di quel Paese, non vedono ancora chiudersi una vertenza oltremodo penalizzante sul piano finanziario.
(3-02659)

TITTI DE SIMONE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
dopo la sentenza del tribunale amministrativo del Lazio del luglio 2003 relativa alle graduatorie permanenti, che cancellava i 18 punti per i cosiddetti «precari storici», il Governo ha annunciato un disegno di legge che avrebbe dovuto risolvere la questione definitivamente;
fino ad oggi sul contenuto di questo disegno di legge sono girate solo voci contraddittorie tra loro: cosa che sta agitando e preoccupando fortemente i diretti interessati;
esistono nel sistema dei punteggi oggi in vigore molteplici difformità nelle modalità e nelle quantità di calcolo seppure di situazioni analoghe, che privilegiano alcuni percorsi di abilitazione rispetto ad altri;
questo stato di fatto determina incertezze, contrasti, forti disagi e un profondo senso di insicurezza negli interessati, in virtù del continuo e contraddittorio modificarsi del sistema dei punteggi per l'inserimento nelle graduatorie permanenti;
il precariato è il frutto di scelte politiche in materia di reclutamento lavorativo, che si vuole adesso estendere al mondo della scuola;


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si apprende, infatti, dalla stampa che intenzione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sarebbe quella di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato di docenti - le cosiddette immissioni in ruolo - soltanto per far fronte alla vacanza di posti determinata dalle cessazioni dal servizio, prevedendo, di conseguenza, che l'ulteriore fabbisogno sarà coperto con docenti precari;
la razionalizzazione delle assunzioni e la necessità di smaltire la copiosa schiera dei precari richiederebbe la non attivazione dei corsi delle scuole di specializzazione all'insegnamento secondario per le abilitazioni nelle classi di concorso, per le quali risultano più affollate le relative graduatorie;
il piano di finanziamento di 8.320 milioni di euro per finanziare la riforma, di cui tanto si parla in questi giorni, altro non è che un tardivo recupero di un generico impegno che dichiara disponibile oggi la stessa quantità di risorse che veniva data come assolutamente certa nel lontano dicembre 2001;
non ultimo - per alimentare ulteriormente la confusione sulle scelte di politica scolastica dell'attuale Governo - sarebbero state fatte circolare due sintesi diverse dello schema di decreto legislativo sulla scuola dell'infanzia e sul primo ciclo dell'istruzione, discordanti nelle parti più rilevanti, uno disponibile sul sito del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, l'altro su quello della Presidenza del Consiglio dei ministri;
la serenità dei docenti e la certezza delle regole sono fondamentali per l'andamento della didattica, per il funzionamento della scuola e per un corretto percorso dei singoli alunni, nelle singole classi delle singole istituzioni scolastiche che costituiscono la rete nazionale -:
quali saranno i tempi ed i contenuti di provvedimenti volti a risolvere la querelle dei punteggi per l'inserimento nelle graduatorie permanenti e ad accogliere le istanze dei «precari storici».
(3-02660)

REALACCI, IANNUZZI, MERLO e REDUZZI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha annunciato l'intenzione di varare un nuovo condono edilizio allo scopo di reperire risorse aggiuntive nell'ambito della manovra finanziaria per il 2004;
in occasione della discussione della legge finanziaria per il 2003, quando si era ventilata l'ipotesi di un condono, fortunatamente rinviato, il solo effetto annuncio ha provocato nel corso del 2002 un aumento dell'abusivismo edilizio, valutato intorno al nove per cento, con una concentrazione del 55 per cento del nuovo abusivismo nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa. In Campania, Sicilia, Puglia e Calabria ormai una casa su quattro è abusiva. Come ha dichiarato il procuratore generale di Salerno, «l'azione di contrasto, che ha portato a demolizioni anche rilevanti sotto il profilo ambientale, ha dovuto segnare il passo, una volta che si è diffusa la voce di un possibile condono, con un effetto moltiplicatore dei reati»;
il condono edilizio, come risulta da stime attendibili, comporta spese maggiori ai ricavi: a fronte dell'introito massimo prevedibile di circa 5,1 miliardi di euro, i comuni italiani dovranno spendere una cifra di circa 8,7 miliardi di euro per le opere di urbanizzazione e per portare i servizi essenziali. Per non parlare del danno incalcolabile al già disastrato territorio italiano -:
se il Governo sia consapevole che il condono-incentivo, come sembra potersi definire a causa della ripetitività di tale provvedimento, ma anche soltanto il semplice annuncio di una sanatoria sugli abusi edilizi, alimenta gli interessi illegali legati al ciclo del cemento, in particolare quelli delle ecomafie, e dà il colpo di grazia ad anni di battaglie per la difesa del patrimonio ambientale e culturale e per la legalità nel nostro Paese.
(3-02661)


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CÈ, GUIDO GIUSEPPE ROSSI, DARIO GALLI, LUCIANO DUSSIN, BALLAMAN, BIANCHI CLERICI, BRICOLO, CAPARINI, DIDONÈ, GUIDO DUSSIN, ERCOLE, FONTANINI, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, LUSSANA, MARTINELLI, FRANCESCA MARTINI, PAGLIARINI, PAROLO, POLLEDRI, RIZZI, RODEGHIERO, SERGIO ROSSI, STUCCHI e VASCON. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
come ha autorevolmente sostenuto il Consiglio di Stato, nel parere n. 63, espresso in data 27 aprile 1988, «il crocifisso, per i principi che evoca, fa parte del patrimonio storico del nostro Paese» e le norme del regio decreto 30 aprile 1924, n. 965, e del regio decreto 26 aprile 1928, n. 1297, in cui si prevede l'esposizione obbligatoria del crocifisso nelle scuole, sono ancora vincolanti e vigenti;
è notizia di questi giorni che in un paese degli Abruzzi, Ofena, in provincia de L'Aquila, è stato appeso alla parete di una classe primaria della scuola elementare frequentata dal figlio dell'oramai noto Adel Smith, fondatore dell'Unione mussulmani d'Italia, un simbolo islamico di forma rotondeggiante con incisi al suo interno dei versetti, che offendono e che sono palesemente contrari alla religione cattolica, ossia la 112esima sura del Corano, che recita testualmente: Allah è unico, Allah è l'assoluto, non ha generato e non è stato generato, nessuno è uguale a lui;
questa iniziativa, presa dai dirigenti scolastici con il beneplacito dei docenti per cercare di andare incontro alle istanze di uno dei genitori di fede islamica, per i bambini che frequentano la scuola è l'ennesimo esempio, purtroppo non isolato ma anzi con numerosi precedenti in altre scuole del nostro Paese, di una battaglia anticristiana e antitradizionalista, che mira a sfaldare l'unione e la cultura dei nostri popoli. Infatti, cancellare i simboli della nostra identità, collante indiscusso di una comunità, significa unicamente svuotare di significato i principi su cui si fonda la nostra società -:
quali provvedimenti il Governo intenda prendere per fare chiarezza una volta per tutte su quelli che, ad avviso degli interroganti, costituiscono veri e propri abusi che, di volta in volta, vengono commessi dai dirigenti scolastici, imponendo, finalmente, il rispetto della legge e adottando sanzioni disciplinari nei confronti dei presidi e degli insegnanti, che decidono di contravvenire alle normative vigenti e, in particolar modo, di andare contro a quelli che sono i principi e i valori insiti nella tradizione religiosa e culturale del nostro Paese.
(3-02662)

INNOCENTI, CORDONI, AGOSTINI, GASPERONI, GUERZONI, MOTTA, NIGRA, BUFFO, TRUPIA e RUZZANTE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
da settimane si susseguono dichiarazioni di autorevoli esponenti del Governo che preannunciano l'intenzione dell'Esecutivo di voler modificare la legislazione in materia previdenziale, efficacemente riformata nel 1995 dalla cosiddetta «legge Dini» e completata con interventi successivi nel 1997, evidenziando difformità di orientamenti nella maggioranza, sia per quanto concerne le modalità dell'intervento legislativo, sia per le finalità delle misure prospettate, sia, infine, per il merito stesso delle modifiche che si vorrebbero introdurre;
confrontando le posizioni esposte dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali con quelle esposte dal Ministro dell'economia e delle finanze e dallo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, l'opinione pubblica e, in primo luogo, i lavoratori e il mondo delle imprese non sono in alcun modo in grado di valutare se l'annunciata riforma sarà contenuta nella legge finanziaria per il 2004 o nella delega previdenziale all'esame del Parlamento, se l'obiettivo è quello di reperire risorse per «far cassa» o se sono sottese supposte motivazioni di equilibrio del sistema - nonostante, comunque, le difformi conclusioni della


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commissione ministeriale Brambilla - o se, ancora, sarà incentrata su strumenti volti a incentivare il rinvio del pensionamento o su un perentorio innalzamento dell'età pensionabile;
tale situazione sta producendo un diffuso clima di incertezza tra i lavoratori, che rischia di tradursi in un incontrollato aumento delle domande di pensionamento: fenomeno questo che potrebbe comportare significativi squilibri finanziari agli enti previdenziali -:
se non ritenga opportuno, al fine di restituire certezza giuridica ed economica al sistema previdenziale e alle legittime aspettative dei lavoratori, abbandonare ogni intenzione di stravolgere la normativa richiamata e concentrare l'azione di Governo sui più significativi punti del disegno di legge delega, consentendo il definitivo avvio della previdenza complementare e il rafforzamento del trattamento previdenziale per i giovani lavoratori e per le nuove figure contrattuali, garantendo, infine, il principio della volontarietà e dell'autonomia delle parti nell'utilizzo del trattamento di fine rapporto ai fini della previdenza integrativa, abbandonando definitivamente l'ipotesi della decontribuzione.
(3-02663)

RIZZO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
con recenti esternazioni rese alla stampa e con un'abile operazione di falsificazione storica dei fatti, il Presidente del Consiglio dei ministri ha inteso riabilitare il «ventennio fascista», affermando, tra l'altro, che «Mussolini non ha mai ammazzato nessuno» e che anzi «mandava la gente a fare vacanza al confino»;
tali affermazioni attestano le tendenze autoritarie di un Esecutivo, che, fino ad oggi, minando gravemente la dialettica democratica, ha varato leggi speciali sulla giustizia ed altri provvedimenti legislativi, che hanno seriamente minato i principi costituzionali sui quali si fonda la nostra democrazia;
con quelle esternazioni l'obiettivo del Presidente del Consiglio dei ministri sembra essere stato quello di rimettere in discussione quella verità storica oggettiva riconquistata dei combattenti della Resistenza, facendosi così interprete di quel conservatorismo italiano di cui il fascismo fa parte a pieno titolo e rivendicandosi quale continuità storica della destra italiana, che ha letto il fascismo solo come parentesi storica caratterizzata da una dittatura morbida;
le radici della Repubblica italiana e della nostra Costituzione sono fondate sui valori dell'antifascismo, che, per questo, rappresenta una pregiudiziale di natura costituzionale -:
se non ritenga che tali indignanti esternazioni, oltre ad offendere le memorie dei martiri e dei perseguitati del «ventennio fascista» ed a calpestare la memoria collettiva di intere generazioni che hanno combattuto per la libertà del nostro Paese, contrastino con lo spirito e la lettera della nostra Costituzione repubblicana nata dalla resistenza al regime fascista.
(3-02664)

ANTONIO LEONE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la percezione dell'aumento dei prezzi da parte delle famiglie, in particolare di quelle a reddito fisso, appare superiore all'andamento degli indici dell'Istat e tale da determinare una situazione di disagio economico, che costituisce, poi, la vera ragione della attuale debolezza dei consumi interni;
il passaggio dalla lira all'euro ha costituito, evidentemente, un'occasione invitante per una parte dei commercianti e dei gestori di pubblici esercizi, che l'hanno utilizzato, in alcuni casi, per trarne vantaggio;


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di tale situazione hanno usufruito anche le compagnie di assicurazione, in particolare per quanto riguarda il settore della responsabilità civile auto, e le aziende di credito, che hanno incrementato le loro commissioni in misura superiore al tasso d'inflazione Istat -:
quali misure il Governo abbia adottato ed intenda adottare, nel rispetto delle regole del libero mercato, per raffreddare la dinamica dei prezzi dei beni e dei servizi più utilizzati dalla famiglie, come premessa indispensabile per una ripresa dei consumi e degli investimenti e, quindi, dello sviluppo economico.
(3-02665)

LA RUSSA, AIRAGHI, ALBONI, AMORUSO, ANEDDA, ARMANI, ARRIGHI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BORNACIN, BRIGUGLIO, BUONTEMPO, BUTTI, CANNELLA, CANELLI, CARDIELLO, CARRARA, CARUSO, CASTELLANI, CATANOSO, CIRIELLI, COLA, GIORGIO CONTE, GIULIO CONTI, CORONELLA, CRISTALDI, DELMASTRO DELLE VEDOVE, FASANO, FATUZZO, FIORI, FOTI, FRAGALÀ, FRANZ, GALLO, GAMBA, GERACI, GHIGLIA, ALBERTO GIORGETTI, GIRONDA VERALDI, LA GRUA, LA STARZA, LAMORTE, LANDI di CHIAVENNA, LANDOLFI, LEO, LISI, LO PRESTI, LOSURDO, MACERATINI, MAGGI, MALGIERI, GIANNI MANCUSO, LUIGI MARTINI, MAZZOCCHI, MENIA, MEROI, MESSA, MIGLIORI, MUSSOLINI, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, ONNIS, PAOLONE, PATARINO, ANTONIO PEPE, PEZZELLA, PORCU, RAISI, RAMPONI, RICCIO, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SAIA, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SELVA, SERENA, STRANO, TAGLIALATELA, TRANTINO, VILLANI MIGLIETTA, ZACCHEO e ZACCHERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 12 settembre 2003 la magistratura di Genova ha concluso le indagini relative all'irruzione da parte delle forze dell'ordine nella scuola Diaz ed alle perquisizioni a carico dei manifestanti effettuate all'interno della caserma di Bolzaneto avvenute in occasione del G8 svoltosi a Genova nel luglio del 2001, con l'invio di 73 avvisi di conclusione indagini ad agenti, funzionari e dirigenti della Polizia di Stato;
già in occasione degli scontri il Vice Presidente del Consiglio Gianfranco Fini aveva espresso la solidarietà del Governo alle forze dell'ordine;
all'indomani della notizia della chiusura delle indagini, il Ministro dell'interno Giuseppe Pisanu ha dichiarato che «Forza Italia sta dalla parte dei Carabinieri, della Guardia di finanza e della Polizia», denunciando inoltre «il tentativo di trasformare gli aggrediti in aggressori e i facinorosi in vittime innocenti», critiche non dirette alla magistratura, ma a chi sta «cercando di montare una polemica politica su un atto dovuto» come è stato poi successivamente precisato dal titolare del Viminale;
nel luglio del 2001 Genova venne devastata con bottiglie molotov ed incendi appiccati ovunque, aggredita e saccheggiata dal «movimento» dei black-bloc che, per «sfondare la zona rossa» ed impedire il G8 premeditò con cura, per giorni e giorni lo scontro, portando nella capitale ligure una guerra annunciata che lasciò attoniti gli italiani ed ebbe gravissime ripercussione sull'immagine del nostro Paese a livello internazionale -:
se sia a conoscenza di quanti manifestanti violenti fossero presenti a Genova, quanti di loro siano stati denunciati e quanti rinviati a giudizio e, contestualmente, quanti fossero i rappresentanti delle forze dell'ordine presenti per garantire la sicurezza durante lo svolgimento del summit e quanti di loro complessivamente siano stati denunciati; se sia a conoscenza di quanti danni alla proprietà siano stati quantificati e se ed in che misura questi siano stati risarciti; se ritenga di dover esprimere ufficialmente la solidarietà del Governo alle forze dell'ordine e quali iniziative intenda promuovere


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al fine di sostenere coerentemente e concretamente gli esponenti delle forze dell'ordine nel loro quotidiano impegno sul fronte della sicurezza, anche in vista di futuri impegni internazionali del Governo italiano.
(3-02666)

Interrogazione a risposta orale:

AGOSTINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
a partire dal 28 agosto 2003 dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, membro del Governo che tuttora detiene attraverso il Ministero dell'economia e delle finanze il 62.394 per cento del capitale dell'Alitalia, ha rilasciato incaute e contraddittorie dichiarazioni in ordine al riassetto societario; il titolo quotato Alitalia ha subito nei giorni recenti violente oscillazioni;
singolarmente, la quotazione del titolo Alitalia subiva proprio in quei giorni violente oscillazioni: essa è salita complessivamente di oltre il 16 per cento nei due giorni successivi a martedì 26 agosto 2003, per poi cedere complessivamente il 9,15 per cento entro la fine della settimana;
in quegli stessi giorni, inoltre, non solo la quotazione subiva le summenzionate oscillazioni, ma il volume dei titoli negoziati era aumentato improvvisamente ed in misura significativa;
l'articolo 2367 del codice civile definisce la fattispecie dell'aggiottaggio, consistente nel fatto di «chiunque diffonde notizie false ovvero pone in essere ... artifici concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari, quotati o non quotati»;
l'articolo 180 del testo unico della finanza dà rilievo all'abuso di informazioni privilegiate, consistente nel fatto di «chiunque essendo in possesso di informazioni privilegiate, in ragione della partecipazione al capitale di una società, ovvero dell'esercizio di una funzione, anche pubblica, di una professione o di un ufficio... senza giustificato motivo, dà comunicazione delle informazioni, ovvero consiglia ad altri sulla base di esse il compimento di taluna delle operazioni indicate nella lettera a (del medesimo comma)» (privilegiate);
la CONSOB in base al comma 3 dell'articolo 185 del testo unico della finanza, può richiedere notizie, dati o documenti a chiunque appaia informato sui fatti: procedere all'audizione di chiunque appaia informato sui fatti;
ciononostante nessun provvedimento risulta essere stato finora adottato malgrado gli ingiustificati pericoli e le perdite cui sono stati sottoposti i portatori, nessuno dei quali con quote superiori alla soglia di rilevanza del 2 per cento, del restante 37,606 per cento del capitale Alitalia corrispondente a quasi 539 milioni di euro al valore nominale e ad oltre 370 milioni di euro al valore corrente di borsa -:
in quale veste il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti abbia rilasciato le dichiarazioni e le contro-dichiarazioni richiamate in premessa;
se e quali di tali dichiarazioni siano fondate.
(3-02656)

Interrogazioni a risposta scritta:

CANNELLA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
è stato previsto nel piano regolatore generale di Roma un «corridoio» per il collegamento dei quartieri periferici di Tor dè Cenci e Spinaceto con la fermata della Metropolitana Eur Palasport;
in base ad un accordo preliminare del dicembre 1999 sottoscritto dal Ministero dei trasporti, la regione Lazio e il


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comune di Roma, è stato disposto il finanziamento dell'opera per complessivi 130 milioni di euro, di cui il 60 per cento a carico dello Stato e per il resto a carico del comune di Roma;
il comune di Roma, senza gara ha affidato la progettazione dell'opera alla STA Spa;
detta società è detenuta per il 98 per cento delle azioni dal comune di Roma e presieduta dal Dott. Enrico Testa, ex parlamentare dei Democratici di Sinistra ed ex Presidente dell'Enel, e, a quanto risulta all'interrogante, non avrebbe i requisiti di società di ingegneria;
per il progetto di enorme impatto ambientale, il Comune non ha avvertito l'esigenza di interpellare il XII Municipio all'interno del quale ricade l'area su cui verrà realizzata l'opera né i cittadini dei cinque quartieri coinvolti ai lavori;
il progetto della STA Spa prevede la realizzazione di una tramvia su gomma mediante appalto concorso con opera coperta da brevetto -:
se e quali iniziative il Governo intenda intraprendere per sospendere l'erogazione di fondi statali per un'opera che ad avviso dell'interrogante rischia di arrecare gravissimi danni ai cittadini residenti in cinque quartieri del XII Municipio del comune di Roma.
(4-07361)

VENDOLA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'inondazione che si è rovesciata l'8 settembre 2003 su una parte del territorio jonico e in particolare sull'area dei comuni di Palagiano e Palagianello, nella provincia di Taranto ha determinato lo stravolgimento della vita di quei centri, danni gravissimi e perdite di vite umane;
i sindaci dei due comuni hanno aspramente criticato la protezione civile per aver abbandonato a se stesse le comunità e ignorato le richieste di aiuto dei municipi;
tale critica è stata così determinata da portare i due sindaci ad abbandonare per protesta la riunione convocata dalla prefettura nella tarda serata dell'8 settembre;
il responsabile del settore prevenzione della protezione civile, Bernardo De Bernardis, ha invece rivendicato l'assenza di qualsiasi ritardo e «l'intervento tempestivo e in pieno accordo con quanto chiesto dal presidente della Regione Raffaele Fitto»;
evidentemente tale intervento non prevede incredibilmente il coinvolgimento e l'attivazione del comitato regionale della protezione civile il cui presidente, Fabrizio Camilli, ha denunciato il mancato coinvolgimento, perfino nella partecipazione al «vertice» del giorno 8, della sua struttura denunciando di aver «appreso quanto avvenuto nel tarantino solo dai giornali» e di non aver potuto di conseguenza attivare i numerosi specializzati che, se interpellati, si recano sul posto con mezzi adeguati» dalla provincia di Lecce;
si è così dato avvio a un rimpallo di responsabilità fra le autorità preposte all'emergenza che contrasta tragicomicamente con la gravità della situazione e con il dramma degli sfollati -:
quale sia stato il grado di tempestività ed efficienza dell'intervento della protezione civile nazionale;
quale sia la ragione del mancato raccordo tra protezione civile nazionale ed il comitato regionale della protezione civile;
quali interventi di ristoro dei danni e di sostegno alle popolazioni colpite si intendano adottare;
se intendano disporre, come per il terremoto, misure di esenzione fiscale tra le quali ticket, IRPEF, ICI.
(4-07362)