Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 350 del 31/7/2003
Back Index Forward

Pag. 13


...
Si riprende la discussione del proposta di legge n. 4103 (ore 11,30).

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 4103)

MARCO RIZZO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZO. Signor Presidente, io credo che sia giusto fare una considerazione relativa al fatto che questa Commissione d'inchiesta svolge, indubbiamente, una valutazione sulla politica estera, sulla politica di difesa e sulla storia del nostro paese. Quindi, credo ci sia da fare una valutazione anche sulla presenza degli esponenti del Governo e chiederei al Presidente della Camera se non fosse il caso che fossero presenti in quest'aula, durante la discussione in merito alla Commissione d'inchiesta, anche il ministro degli esteri e più ancora, in maniera prioritaria, il ministro della difesa. Credo sia una richiesta dal punto di vista politico ma anche del merito accettabile e chiederei al Presidente della Camera se tutto questo potesse essere fatto.

PRESIDENTE. No, onorevole Rizzo, non può essere fatto. Ci sono i rappresentanti del Governo e si tratta di una proroga e non della costituzione di una Commissione d'inchiesta. Capisco che vi sia una battaglia politica dei Comunisti italiani, ma che si pretenda che il ministro degli esteri e quello della difesa lascino il Consiglio dei ministri per venire qui in questo momento, quando c'è il Governo è rappresentato in quest'aula, mi sembra, francamente, eccessivo (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leoni 1.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Diliberto. Ne ha facoltà.

OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, colleghi, in realtà ci sono due ipotesi possibili. La prima è che, come noi riteniamo, questo dossier sia una «bufala». In questo caso, se così fosse, avrebbero fatto benissimo i nostri servizi, che sono invece stati messi in croce per un anno di seguito, a trattare in maniera non prioritaria la materia.
La seconda ipotesi è che, invece, il dossier sia una cosa seria e cioè che in questo gran numero di nomi e di schede vi fossero effettivamente delle spie e che alcuni di essi - o molti, non lo sappiamo - rappresentassero un pericolo per il nostro paese. Come si fa ad appurare se si tratta di una «bufala» o di una cosa seria? È quello che io, da commissario della Commissione Mitrokhin, all'inizio dei nostri lavori mi ero permesso di chiedere e credo che l'onorevole Fragalà ben lo ricordi.
In altre parole, verifichiamo, scheda per scheda, di che cosa si tratta, il che è stato viceversa negato. Noi non abbiamo fatto nulla relativamente alle schede per capire se si tratti di una bufala o di una cosa seria e capisco anche il perché. Infatti, tra i vari nomi del dossier Mitrokhin ci sono autorevoli esponenti di destra e questi autorevoli esponenti di destra presenti nel dossier Mitrokhin, giustamente, dal loro punto di vista - anche perché io ritengo che sia una «bufala» e dunque che anche quei nomi non appartengano a spie -, non intendono che il loro nome venga messo in piazza.
Il problema è che, a questo punto, con questa conduzione, solo alcuni nomi vengono messi in piazza, tra l'altro, alcuni nomi di persone che essendo scomparse non si possono nemmeno difendere. Voglio dire ai colleghi socialisti in quest'aula, a vario titolo collocati negli schieramenti:


Pag. 14

badate, l'aver infangato il nome di Francesco De Martino in quella maniera è un atto delittuoso che dovrebbe offendere - come offende me, che non sono appartenuto alla storia socialista - tutti coloro che di quella storia hanno fatto parte (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo). Evidentemente, in tutto questo, visto che il relatore è appartenuto a quella storia, alcuni hanno ripudiato quella storia.
In ogni caso, la cosa più clamorosa di questa vicenda è che noi abbiamo alle spalle un anno di lavoro che è trascorso, francamente, a cavallo tra l'arroganza e l'ignoranza, ad iniziare dalla conduzione di un presidente, il senatore Guzzanti, che ha gestito la Commissione in una maniera francamente dissennata, come credo sommessamente venga riconosciuto. Capisco che non lo si può fare pubblicamente da tanti esponenti commissari della maggioranza, sino al punto - chiedo ai colleghi un attimo di attenzione: credo che questo sia a verbale della Commissione - che il presidente imita le voci degli altri commissari durante le sedute in un modo da guitto: francamente, è una cosa che dovrebbe essere inammissibile in qualunque sede istituzionale.
Il presidente Guzzanti evidentemente ritiene di potersi permettere qualunque cosa, perché non ha il senso delle istituzioni e lo fa non soltanto con le imitazioni, ma anche con gli insulti, con le minacce attraverso l'uso delle informazioni (ottenute in Commissione che presiede) che utilizza per scrivere e per far scrivere sui giornali (tanto più sul giornale del partito di cui è esponente).
Abbiamo alle spalle un anno di lavoro che ha dimostrato che questa Commissione non serve a nulla se non ad infangare il buon nome della storia della Repubblica italiana.
Posso capire, anzi capisco i colleghi di Alleanza nazionale e della Lega; posso persino capire, per certi versi, i colleghi di Forza Italia che non hanno fatto parte della storia repubblicana pregressa, ma, francamente, trovo abbastanza stravagante, singolare, sbagliato che i colleghi dell'UDC, che a quella storia repubblicana si rifanno con legittimo orgoglio, oggi votino a favore della proroga di una Commissione che sta gettando fango sulla storia non solo dei comunisti, ma anche della Democrazia cristiana. Perché lo fate? Per far continuare a giocare Paolo Guzzanti? Mi sembra una cosa inenarrabile.
Concludo, signor Presidente, chiedendo all'Assemblea di approvare l'emendamento in esame e, soprattutto, di respingere la proroga (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maura Cossutta. Ne ha facoltà.

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, vorrei continuare il ragionamento sulla ricerca della verità. Non solo noi non abbiamo paura della verità, ma abbiamo sempre cercato la verità. Sono altri - è questa la vera anomalia, il buco nero delle istituzioni democratiche del nostro paese - che non hanno cercato, non hanno voluto, non cercano e non vogliono la verità (mi riferisco alla ricerca della verità sulle stragi, sulle responsabilità del terrorismo)! È di oggi la notizia, apparsa su tutti i giornali, della conclusione dei lavori della Commissione antimafia con un documento ignobile, votato a maggioranza, in cui si mette definitivamente una pietra tombale sulla ricerca della verità per quanto riguarda i rapporti tra mafia e politica. Credo che queste siano responsabilità gravissime.
La Commissione Mitrokhin non è stata istituita per la ricerca della verità, ma è la vostra ossessione. È l'ossessione del Governo; infatti, non accettate nemmeno l'emendamento in esame che prevede la proroga di dodici mesi dell'attività della Commissione. No, voi prevedete che il termine entro il quale la Commissione parlamentare deve concludere i propri lavori sia prorogato fino alla fine della XIV legislatura perché non volete una


Pag. 15

Commissione per l'accertamento della verità, per quanto riguarda i fatti denunciati, ma una Commissione bandiera. È un'ossessione anticomunista: è l'unica vostra strategia. È la strategia del vostro Governo, del vostro Premier.
Tutti sono comunisti, non solo il nostro gruppo; è comunista il Presidente Casini, sono comunisti i membri dell'UDC, è comunista De Bortoli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, nutro il massimo rispetto per la Presidenza, ma ho qualche dubbio che si tratti genericamente di emendamenti a scalare. Negli emendamenti che sono stati così considerati, infatti, era prevista un'ipotesi di proroga dell'attività della Commissione per tre mesi, sei mesi, nove mesi ed un anno. Sono scelte che mi pare un errore non sottoporre all'esame del Parlamento. Non si tratta, infatti, di proposte emendative nelle quali è stato fissato un termine di tre mesi, un giorno, due giorni o tre giorni, perché in tal caso, sì, sarebbero stati emendamenti ostruzionistici. Sottoporre alla valutazione della Camera queste diverse opzioni sul termine di proroga mi pare che sarebbe stato legittimo. Pertanto, credo, non sia stato corretto non procedere alla votazione degli emendamenti recanti il termine di sei e nove mesi.
Adesso stiamo discutendo in merito ad un emendamento (che reca la firma degli onorevoli Leoni, Bressa, Mascia, Boato e Bielli) che propone non di sopprimere la Commissione, ma di prorogarne l'attività per un anno (invito anche il collega Fragalà a prestare attenzione perché ha dialogato in modo molto corretto e rispettoso e altrettanto vorrei fare io).
È una Commissione, Presidente, che era stata istituita con una legge del Parlamento per la durata di un anno. Quindi, con questo emendamento noi proponiamo di raddoppiare la durata di questa Commissione. La ragionevolezza vorrebbe che si uscisse da questa impasse, accettando questo emendamento e votandolo.
Signor Presidente, ho citato più volte quello che ha detto il presidente pro tempore di questa Commissione. Leggo qualche altra frase perché è riferito a questo. L'opposizione vi sta proponendo di prorogare di un anno la Commissione.
Dice Guzzanti: «Ho delle informazioni che mi sono state fornite anche da membri del Governo - sarebbe interessante sapere chi sono - secondo cui c'è un piano deliberato e un disegno per far slittare di ora in ora, di giorno in giorno, l'approvazione della Mitrokhin allo scopo di ucciderla. Questa cosa la voglio dire molto chiaramente affinché nessuno creda di riuscire a compiere un tale crimine senza pagarne lo scotto davanti al paese». Noi stiamo discutendo di prorogarla di un anno, altro che ucciderla. «Mi risulta che gente del gruppo dei DS abbia fatto campagna di proselitismo presso i deputati della Casa delle libertà. Se questo succedesse, sarebbe una mascalzonata di cui io, come giornalista e come cittadino, mi vendicherò nel modo più spietato». Questo è il presidente di un organismo bicamerale. «Porterò in piazza tutti coloro che hanno contribuito a questa operazione. Il problema non è solo la resistenza dei diessini. C'è dell'altro».
Il giornalista dice: «All'interno della Casa delle libertà?». «Per quanto riguarda la minoranza sono i DS e la Margherita che cercano di far naufragare la Commissione». DS, Margherita, Verdi e Rifondazione vi stanno proponendo non di far naufragare ma di prorogare per un anno una Commissione istituita per un solo anno, cioè di raddoppiarla.
«Ma purtroppo devo pensare che anche all'interno della Casa delle libertà ci sia qualcuno che fa resistenza». Poi cita anche il Presidente Casini, che però non può decidere tutto lui, e aggiunge: «Un sottosegretario che rappresenta il Governo mi ha detto: ma tu credi davvero che l'approvazione della Mitrokhin venga fatta slittare di giorno in giorno perché c'è troppo lavoro arretrato? Allora non hai


Pag. 16

capito niente. Hanno deciso di uccidere la Commissione Mitrokhin» (questo lo dice un anonimo sottosegretario).
Il giornalista chiede: «Allora si prepara alle barricate?». «Se accadrà quanto temo, io mi dimetterò dal Senato della Repubblica e farò di me stesso oggetto di scandalo. Farò cose da fare impallidire. Gli italiani devono sapere e sapranno. Non vorrei che ci sia chi pensa che arrivando l'estate (...). Io gli faccio vedere i sorci verdi alla Casa delle libertà, ai DS, alla Margherita, eccetera». Tra l'altro è interessante anche l'eccitazione.
Dice ancora Guzzanti: «Ma una parte del Governo e della maggioranza a che gioco gioca?». Poi dice che la sua Commissione potrebbe in realtà continuare ad operare anche se è scaduta il 16 gennaio e conclude: «La mia non è una minaccia. Se fanno morire la Commissione, sarà mia cura..»

PRESIDENTE. Grazie, la lettura è interessante ma la seduta deve continuare con il prossimo emendamento.

MARCO BOATO. Ma, Presidente, la lettura è interessantissima e concludo se mi lascia tre secondi (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Noi stiamo votando un emendamento con cui tutta l'opposizione propone di prorogare di un anno la Commissione.

GIANCARLO GIORGETTI. Devi citare la fonte!

MARCO BOATO. La fonte è la Padania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sgobio. Ne ha facoltà.

COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. L'onorevole Boato poco fa ha letto le dichiarazioni del presidente della Commissione Mitrokhin. Prima ancora, l'onorevole Diliberto ha citato alcune performance dello stesso presidente in Commissione. Evidentemente, aveva voglia di imitare i suoi più celebri figli e figlie, piuttosto che fare il presidente della Commissione bicamerale. Sorge il sospetto, in effetti, che oltre alle ragioni di propaganda politica, che pure possono esserci dietro questa insistenza di proroga, ci sia di fatto un'esigenza di garantire al senatore Guzzanti una attività senza la quale...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sgobio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rizzo. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZO. Signor Presidente, credo che dal punto di vista dell'obiettivo di questa Commissione - l'idea cioè di cercare la verità, con risvolti anche relativi alla storia - ciò che quest'anno di lavoro della Commissione ci ha dimostrato è stato sostanzialmente legato non tanto a questa ricerca della verità, quanto ad una valutazione principalmente propagandistica della storia. Stiamo parlando del mondo quando era diviso in blocchi, stiamo parlando del mondo dove c'era una parte schierata con l'Unione sovietica ed un'altra con gli Stati Uniti d'America e sappiamo che in questa lunga esperienza, che è stata definita poi di guerra fredda, vi sono stati episodi a vario titolo. L'idea di riscrivere la storia, che non è un'idea relativa solo alla vicenda della guerra fredda, ma è un'idea relativa anche alla storia italiana...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rizzo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frigato. Ne ha facoltà.

GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, vorrei soltanto che restasse agli atti il mio disagio personale rispetto a questa discussione. Io non so se la Commissione Mitrokhin abbia lavorato bene o male, tanto o poco. Mi pare però che il sospetto che questa Commissione non persegua la verità, ma abbia come scopo quello di tenere alto lo spauracchio dei comunisti, sia un sospetto del tutto fondato (Applausi del deputato Bindi).
Non serve nascondere i problemi del paese, Presidente, colleghi. Questa Commissione serve a gettare fumo sui veri


Pag. 17

problemi del paese! Noi tra poco dovremo discutere del DPEF: lì ci sono i problemi del nostro paese e, purtroppo, la maggioranza non propone le soluzioni a questi problemi! Concludo e, su questo argomento, signor Presidente, non parlerò più. A me pare che sostanzialmente questa povera discussione attorno a questo tema abbia lo scopo di mantenere la tensione nel paese, un contrasto nel paese, di non affrontare e di non risolvere i problemi. Dico ai colleghi di maggioranza: colleghi, questo giochino ha funzionato nelle scorse elezioni, ma mi pare, anche dalle elezioni amministrative, che gli italiani stiano capendo che c'è bisogno di parlare di oggi, c'è bisogno di parlare dei problemi, c'è bisogno di proporre le soluzioni! Questa Commissione mi pare guardi soltanto indietro (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Caro onorevole Frigato, lei ha fatto riferimento ad una questione che non dovrebbe essere incidentale nei nostri lavori di oggi (e mi riferisco ai capigruppo). Lei ha fatto riferimento al fatto che, di qui a poco, dovremo votare il DPEF. Allora, faccio sommessamente notare ai colleghi che non ho fretta, posso rimanere qui anche per i prossimi dieci giorni, ma poiché oggi, tra i vari argomenti, dobbiamo votare il DPEF e il Senato lo ha già votato ieri, se le cose continuano così, sarà mia responsabilità convocare la Conferenza dei capigruppo, perché è chiaro che il DPEF ha la precedenza su tutto il resto.
Il Senato, come il presidente Giancarlo Giorgetti ineccepibilmente mi ha fatto notare, lo ha già approvato ieri. Ci siamo lamentati che il DPEF sia arrivato in ritardo e la lamentela è stata comune, sia da parte della maggioranza che dell'opposizione, però adesso rischiamo di passare dalla parte del torto se l'esame del DPEF venisse posticipato. Invito pertanto i capigruppo, alla luce del sole, a trovare le intese per accelerare l'esame di questi provvedimenti, perché altrimenti, da qui a pochi minuti, mi troverò costretto ad assumere la decisione di rivedere il calendario dei nostri lavori.

PIERO RUZZANTE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, la sua proposta mi sembra molto logica, così facciamo, ad alta voce, queste riflessioni. Vorrei precisare che il gruppo dei Democratici di sinistra non ha fatto alcun ostruzionismo rispetto a questa proposta di legge relativa alla Commissione Mitrokhin. Siamo contrari, ma non stavamo attuando alcun ostruzionismo, voglio ribadirlo anche rispetto a quegli articoli di stampa.
Appare evidente a tutti però che discutere il 31 luglio della Commissione Mitrokhin, senza che vi sia il contingentamento dei tempi, con un decreto-legge e il DPEF alle porte, mi sembra una cosa quantomeno fuori luogo.
Noi riteniamo che, nelle passate ore, sia stato raggiunto un buon accordo relativamente alla proposta di legge sul TFR. C'è stato un accordo anche sotto il profilo della copertura economica.
Ritengo si possa avanzare la proposta di inversione dell'ordine del giorno, passando al punto 3, per proseguire rapidamente con gli altri punti e concludere i nostri lavori con l'esame del documento di programmazione economico-finanziaria.

PRESIDENTE. Onorevole Ruzzante, la interrompo solo per fare chiarezza. Non ho formulato alcuna proposta. Ho rivolto l'invito a raggiungere, al più presto, un accordo per procedere con l'esame degli ordini del giorno. Ora, concludiamo il dibattito (l'onorevole Bellillo, tra poco, interverrà sull'emendamento Leoni 1.9, l'ultimo della serie a scalare), successivamente, esamineremo la sua proposta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bellillo. Ne ha facoltà.


Pag. 18

KATIA BELLILLO. Signor Presidente, non sono d'accordo con l'onorevole Diliberto quando afferma che questa Commissione non serve a nessuno. Serve, invece, a Guzzanti, perché, naturalmente, è l'unico ruolo che gli avete ritagliato per poter continuare ad esistere e soprattutto a scrivere.
Dieci anni fa, aveva rimediato una rubrichetta in RAI (non so se a Rai1 o a Rai2) e, in tale contesto, tediava gli italiani con le sue domande amletiche: che vuol dire essere di sinistra o di destra? La cravatta rossa è di sinistra o di destra? Ora, naturalmente, non ha più nemmeno quello, se non si inventa la cortina di ferro, che non c'è più per nessuno, perché, oggi - lo ripeto -, i problemi sono il terrorismo, sono altri (anche Bush comincia ad essere indispettito da questa situazione). Noi, il 31 di luglio, ci troviamo a discutere, perché bisogna fare in modo che questa Commissione continui...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bellillo.

MARCO RIZZO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZO. Signor Presidente, è apparsa una notizia molto grave riguardante la questione morale nel nostro paese: la questione dei fondi per l'alluvione...

PRESIDENTE. Onorevole Rizzo, non le concedo... non è possibile! Non ci prendiamo in giro!
Il richiamo per i fondi lo farà a fine seduta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolone. Ne ha facoltà.

BENITO PAOLONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei parlare molto sommessamente su questo argomento.
Due interventi mi hanno colpito. In primo luogo, quello di un collega che ha dichiarato che non è il caso di parlare di questa materia poiché ci sono molti altri argomenti importanti da affrontare, e poi ha parlato del popolo italiano: il popolo italiano! Onorevole Diliberto, ma lei che diritto ha, davanti alla sua coscienza e al popolo italiano, di stabilire chi ha fatto parte della storia repubblicana e chi non ne ha fatto parte?

LUIGINO VASCON. Bravo!

BENITO PAOLONE. Secondo lei, onorevole Diliberto, il sottoscritto, cittadino italiano, in questi lunghi anni, ha fatto sì o no parte del popolo italiano? Ha vissuto la tragedia di vedere gente come lei che, marciando dietro le bandiere rosse, osannava ed esaltava, con tutti voi, un regime, un sistema che metteva in schiavitù miliardi di uomini con delitti efferati (Commenti del deputato Bellillo - Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania)?
Il vostro atteggiamento di battere il tempo della storia, dei fatti, delle verità, della libertà, della democrazia, della giustizia è una cosa dell'arroganza intollerabile.

KATIA BELLILLO. Vergogna!

BENITO PAOLONE. Se ricordaste le cose che avete fatto e dichiarato (bisognerebbe fare un dossier) nei confronti di coloro che non apparterrebbero alla storia repubblicana poiché non erano cittadini italiani, non vivevano in questa nazione, non erano nati per generazioni in questa nazione, non avevano sofferto le pene e le gioie di questa nazione!
Questo vostro atteggiamento è inaccettabile! Si vuole approfondire un argomento su una questione che, dopo cinquanta audizioni, non ha consentito di avere ancora la misura piena della verità. Grave!
Del nostro paese io ne faccio parte! Voi, con il nostro paese che aveva deciso una scelta, sostenevate coloro i quali si alleavano, si collegavano e tramavano con un altro paese che noi avevamo in una posizione diversa come scelta del Governo!


Pag. 19

COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Voi stavate con i nazisti (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!

PRESIDENTE. Onorevole Sgobio!

COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Voi stavate con i nazisti!

BENITO PAOLONE. Noi vogliamo la verità!

COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Voi stavate con i nazisti!

PRESIDENTE. Onorevole Sgobio! Onorevole Sgobio, lei ha parlato senza essere interrotto!

BENITO PAOLONE. Noi vogliamo la verità! Noi vogliamo la verità! E siccome l'abbiamo pagata la vostra verità - pesantemente! - io non accetto questo silenzio! Non accetto che voi, parlando cento volte e dicendo cento menzogne, le facciate diventare verità per il popolo italiano! Non lo accetto (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania)! Non lo accetto! Per questo reagisco.
Voi dovete essere contestati, contrastati! Se i soldi, i rubli - caro Diliberto, è inutile che scuoti la testa perché è così -, se i rapporti li avete assunti attraverso vostri uomini...

OLIVIERO DILIBERTO. Fascista!

BENITO PAOLONE. Lascia perdere!

OLIVIERO DILIBERTO. Fascista (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!

PRESIDENTE. Onorevole Diliberto, lei non può interrompere: ha parlato nel silenzio generale!

SERGIO COLA. Lui è comunista!

PRESIDENTE. È anche il segretario di un partito, onorevole Diliberto! Non interrompa in questo modo (Commenti dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania)!

MAURA COSSUTTA. Pensate ai vostri, voi della Lega!

COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Vergogna!

PRESIDENTE. Silenzio, onorevoli colleghi!

BENITO PAOLONE. Io lo voglio sapere! Tutto ciò io lo voglio sapere! Non ho vissuto come scherzo il dramma della seconda guerra mondiale: l'ho vissuto prima, durante e dopo. Adesso basta! Voi non potete costringerci a non avere la libertà di esprimerci, secondo la nostra coscienza in quanto italiani, in quanto parte viva della storia di questo paese, di questa Repubblica, di dire quello che pensiamo e di perseguire ciò che riteniamo sia giusto perseguire.
La richiesta di proroga dei lavori di questa Commissione è essenziale per me: voglio sapere cosa c'è di vero! E siccome i dati raccolti non hanno permesso di arrivare ancora alla verità, cosa venite a dire? L'aspetto morale, la mafia, perché Guzzanti, perché...

PRESIDENTE. Grazie, l'onorevole Paolone.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoni 1.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Onorevoli colleghi! Onorevoli colleghi, considerato l'atteggiamento - rispondo all'onorevole Boato - di alcuni gruppi politici, ritengo di dovermi attenere ad un'interpretazione rigorosa del regolamento.
Al riguardo, desidero fare presente che tutti gli emendamenti da Bielli 1.2 a Bressa 1.8 costituiscono una serie a scalare, in quanto prevedono diverse grada


Pag. 20

zioni della scadenza della Commissione, facendo riferimento, alternativamente, ai mesi di durata ed alla data di scadenza.
Pertanto - prima di chiudere devo dire questo - ho posto in votazione l'emendamento Leoni 1.9 come ultimo concettualmente della serie a scalare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 443
Astenuti 3
Maggioranza 222
Hanno votato
204
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che l'onorevole Volontè non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Adesso siamo alla votazione sull'articolo 1.
Indìco la votazione...

MARCO BOATO. No, Presidente!

MAURA COSSUTTA. Presidente!

PRESIDENTE. Nessuno mi ha chiesto la parola. Ho guardato!

MARCO RIZZO. No, Presidente!

MARCO BOATO. Presidente!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, scusate...

MAURA COSSUTTA. Presidente, prima ha detto che avrebbe dato la parola all'onorevole Diliberto.

PRESIDENTE. Sì, mi sono (Commenti dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e di Forza Italia)... Calma, un minuto! Mi sono sbagliato! Ho visto Diliberto e gli sto dando la parola!
Prego, onorevole Diliberto.

OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, questo è solo un richiamo al regolamento perché non vorrei decorresse il tempo, ma...

PRESIDENTE. No, mi scusi, onorevole Diliberto, ma il richiamo al regolamento, in questa fase di ostruzionismo, non lo accetto!

OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, in questo caso non è ostruzionistico. Le ricordo che aveva annunciato, dopo l'emendamento, di valutare la proposta di Ruzzante.

PRESIDENTE. No, no, lei parli sull'articolo 1 perché siamo passati alla votazione dell'articolo 1. Dopo valuteremo.

OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, io capisco che la stanchezza ed il nervosismo da parte di tutti possano coinvolgere anche lei, ma non mi sembra che il nostro ostruzionismo abbia assunto...

PRESIDENTE. Non si può fare, in questa fase dei lavori, l'inversione dell'ordine del giorno. È il regolamento! Si può formulare in modo diverso e, comunque, adesso siamo alla votazione sull'articolo 1!

OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, se mi avesse risposto subito, non avrei interloquito con lei. Tutto qui (Proteste dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e di Forza Italia). Quindi ...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, non complichiamo le cose. L'ho vista, onorevole Boato, poi le darò la parola. Onorevoli colleghi, guardate che il tempo dell'onorevole Diliberto non decorre se lo interrompete, per cui vi prego di non interromperlo.

OLIVIERO DILIBERTO. Vedete, in quest'aula è stato più volte richiamata l'esigenza di arrivare alla verità; in realtà questa non è una operazione di verità, è uno dei tasselli dell'operazione più complessiva, che è in corso nel nostro paese,


Pag. 21

di revisionismo storico rispetto a tutta la storia repubblicana. Il collega Paolone diceva: io faccio parte del popolo italiano. Ci mancherebbe, certo, il problema è che per una lunga fase della storia repubblicana è esistito quello che si chiamava l'arco costituzionale (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)...di cui moltissimi esponenti che siedono dalla parte della maggioranza hanno fatto parte, come voi ben sapete. L'arco costituzionale...

GIULIO CONTI. È la storia!

PRESIDENTE. Onorevole Conti, la richiamo all'ordine.

OLIVIERO DILIBERTO. Colleghi, se pensate di intimidirmi, non mi conoscete.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, l'onorevole Diliberto ha 5 minuti, li state facendo diventare 10, perché è chiaro che, se lo interrompete, non può parlare, e io devo tutelarlo.

OLIVIERO DILIBERTO. Grazie Presidente. Questa operazione di revisionismo storico aggredisce quella nozione di arco costituzionale, il fondamento di quei partiti che non si ritrovavano al Governo insieme. Infatti, il Partito comunista era all'opposizione, e vi erano i Governi guidati dalla Democrazia cristiana, poi dalla Democrazia cristiana con i socialisti e i partiti laici, ma insieme, quei partiti, l'opposizione e il Governo, avevano insieme scritto la Costituzione repubblicana, che si fondava su un presupposto, che era quello antifascista; per cui lei, onorevole Paolone, non faceva parte di quella storia (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
Il presupposto antifascista era quello che legava queste forze politiche, ma anche alcune forze politiche che stanno dall'altra parte e che non vedo come possano votare per prorogare questa Commissione. Evidentemente, valuteranno loro, ma il revisionismo storico è teso, tassello dopo tassello, a demolire quella storia repubblicana. La Costituzione viene definita dal Presidente del Consiglio come scritta sotto dettatura dei sovietici, ma un ex Presidente della Repubblica, Scalfaro, è dovuto intervenire per spiegare pietosamente (Proteste dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi... onorevole Strano.

OLIVIERO DILIBERTO. ...per spiegare pietosamente al Presidente del Consiglio che quegli articoli della Costituzione sulla proprietà e sulla iniziativa privata non erano scritti sotto dettatura dei sovietici, ma sulla base della dottrina sociale della Chiesa (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo).
E allora, cari colleghi, la cosa che a me risulta francamente abbastanza inquietante è che in quest'aula a fare questa battaglia siamo solo noi, che in quest'aula a condurre questa battaglia non ci siano altri. È solo la maggioranza dei gruppi di sinistra, coloro che vengono dalla nostra comune storia, anche il gruppo della Margherita, che è infangata quanto noi dalla Commissione Mitrokhin; e mi rivolgo al presidente Papini, che conduce una encomiabile battaglia dentro la Commissione, anche molto faticosa e molto paziente, come tutti sappiamo.
Ma perché non conducete questa battaglia, che è di principio, in difesa proprio di quella storia repubblicana comune alle nostre forze politiche? Perché? Questa è una domanda che rivolgo ai colleghi per unirsi in questa battaglia, come ho detto dal principio di questa seduta. Vedete, si dice: non abbiamo nulla da nascondere. Lo ha detto l'onorevole Bielli. Lo so, non c'è nulla da nascondere, io non ho nulla da nascondere, noi non abbiamo nulla da nascondere e andiamo orgogliosi della nostra storia comunista (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani - Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).


Pag. 22

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, lei opportunamente poco fa aveva proposto che si cercasse di giungere ad un ragionevole tentativo di incontro fra le varie forze politiche. Ho letto ripetutamente le irresponsabili dichiarazioni rilasciate dal presidente pro tempore di questo organismo bicamerale di inchiesta che accusava l'opposizione, e anche una parte della Casa delle libertà, di voler affossare questa Commissione parlamentare.
Presidente, lei ha posto in votazione, con una decisione che, come sempre rispetto, ma che considero discutibilissima, soltanto due delle proposte di proroga del termine per la conclusione dei lavori di questa Commissione d'inchiesta avanzate dall'opposizione. Non tutti i colleghi probabilmente sono a conoscenza del fatto che la Commissione di inchiesta in esame è stata istituita per volontà della Casa delle libertà con una legge istitutiva che indicava in un anno il termine di durata. La proposta di legge in esame, di proroga del termine per la conclusione dei lavori di tale Commissione, prevede una durata fino al termine della legislatura; quindi, altri tre anni. Io ho fatto parte di numerose Commissioni di inchiesta; quella istituita sui terremoti per la quale è stata concessa una proroga per la conclusione dei lavori di sei mesi; ho fatto anche parte della Commissione di inchiesta sul Cermis per la quale il Parlamento ha previsto una durata di un anno, successivamente, dato si è dovuto effettuare una missione parlamentare a Washington, al Pentagono, è stata richiesta e concessa una proroga di tre mesi. Colleghi, a questo riguardo voi troverete in archivio un volume voluminoso in cui sono contenuti i risultati del lavoro svolto dalla Commissione sul Cermis, per i quali si è giunti ad un voto unanime, tra maggioranza ed opposizione; risultati frutto di un lavoro rigoroso, sereno, equilibrato e critico, anche nei confronti del Governo che sostenevamo come maggioranza nella scorsa legislatura; lavori che, come è stato detto, li abbiamo conclusi nell'arco di un anno e tre mesi.
Voi colleghi, qualcuno anche con un po' di comprensibile disattenzione, avete respinto gli emendamenti presentati dall'opposizione con i quali non si proponeva, come sostiene l'ineffabile Guzzanti, di affossare la Commissione di inchiesta sul dossier Mitrokhin, ma di prorogare i lavori di tale Commissione per un altro anno. Voi avete bocciato questi emendamenti!
Presidente, di fronte al suo responsabile appello fatto all'Assemblea di trovare un momento conclusivo di questa vicenda, desidero evidenziare che io non ho detto una parola sul merito della Commissione, sebbene la stessa lavori in un modo che ritengo discutibile. Tuttavia, ripeto, noi dell'opposizione abbiamo proposto di prorogare il termine di durata della stessa di un anno. Questa ragionevole proposta di proroga, che mi sono permesso anche in maniera informale di avanzare per giungere ad un possibile punto di incontro, è stata respinta da quest'Assemblea. E ciò è avvenuto sotto il ricatto di un presidente pro tempore di questa Commissione che insulta l'opposizione ed insulta anche sistematicamente la maggioranza. Dico ciò citando anche la fonte da cui provengono questi insulti: un'intervista rilasciata da tale presidente al quotidiano la Padania di domenica 27 luglio ultimo scorso (quindi non apparsa sul giornale di Rifondazione comunista o dei Comunisti italiani). Nell'intervista in questione - alla faccia della terzietà, alla faccia della imparzialità, alla faccia della obiettività, alla faccia della serenità - il presidente Guzzanti, che appartiene alla Casa delle libertà e che presiede un organismo bicamerale di inchiesta che agisce con gli stessi poteri e gli stessi limiti della magistratura, dice - alla Casa delle libertà -: non c'è solo codardia nella Casa delle libertà, è forse desiderio di vendere qualcosa, per esempio i risultati dell'inchiesta sul dossier Mitrokhin per operare degli scambi; ci sono cose che non si possono fare in maniera così lurida e sotterranea. Io non lo permetterò.
Questo l'ha detto Guzzanti a voi, alla Casa delle libertà, sulle pagine de La


Pag. 23

Padania, e noi vi abbiamo proposto di prorogare questa Commissione d'inchiesta di un anno! Vi rendete conto che c'è qualcosa - ed io non ho aperto bocca sul merito della Commissione...

PRESIDENTE. Grazie...

MARCO BOATO. Vi rendete conto che c'è qualcosa sul piano politico e istituzionale che non funziona?

PRESIDENTE Grazie, onorevole Boato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rizzo, al quale ricordo che ha a disposizione un minuto. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZO. Grazie, signor Presidente. Con il mio breve intervento vorrei rispondere a quanto evidenziato dall'onorevole Paolone, poiché egli chiedeva come mai, nella nostra valutazione politica, era escluso dalla cittadinanza italiana (Commenti del deputato Paolone). Noi riteniamo che la storia abbia fatto sì che una parte della destra italiana non abbia voluto iscriversi alla storia del dopoguerra, in quanto la Costituzione italiana non è stata votata dal Movimento sociale italiano. Gli altri partiti (Commenti del deputato Paolone)...

PRESIDENTE. Onorevole Paolone, potrà parlare dopo.

MARCO RIZZO. La Lega nord Padania e Forza Italia non facevano parte dell'arco costituzionale perché non erano ancora sorti come partiti, ma il Movimento sociale italiano non ha fatto parte dell'arco costituzionale, in quanto non ha votato la Costituzione.

TOMMASO FOTI. Non c'era, studia!

MARCO RIZZO. Credo che questo sia il nodo di fondo per cui noi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rizzo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maura Cossutta. Ne ha facoltà.

MAURA COSSUTTA. Grazie, signor Presidente. Vorrei insistere sull'argomento che l'onorevole Boato sta pacatamente continuando ad esporre assieme a noi. In realtà, questa Commissione non sta cercando la verità. Non avete voluto approvare un emendamento che prorogava di un anno la durata della Commissione, al fine di concedere un tempo più che congruo per approfondire i lavori, ma avete scelto, invece, di prorogare questa Commissione fino alla fine della legislatura.
Tra questo provvedimento e le dichiarazioni del senatore Guzzanti, che l'onorevole Boato ci ha letto, ospitate sul giornale la Padania, ci sarebbe da dire parecchio.

CESARE RIZZI. Taci!

MAURA COSSUTTA. Allora, credo emerga con chiarezza il vostro intento: questa Commissione è un luogo di propaganda continua. Non vi bastano le televisioni di Berlusconi: evidentemente, volete un presidente che denunci, che accusi e che cerchi la sua vendetta, come ha dichiarato! Non è stato sollecitato, ma ha dichiarato che vuole la vendetta...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Maura Cossutta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sgobio. Ne ha facoltà.

COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Grazie, signor Presidente. Intervengo per ribadire che questa Commissione, di fatto, può servire per una serie di scopi, tranne quello per la quale è stata istituita: la ricerca della verità. Non è questo, infatti, che si chiede a questa Commissione d'inchiesta, perché se si fosse trattato di indagare ulteriormente alla ricerca della verità, un anno di tempo forse sarebbe potuto anche bastare. Invece, si protrae la durata di questa Commissione per tutta la


Pag. 24

legislatura non per amore di verità, ma forse per mettere la sordina al senatore Guzzanti, per farlo contento e per non creare ulteriori problemi all'interno della Casa delle libertà, che di problemi, in questo momento, ne ha di molto più seri!
Dunque, è questo il problema, e l'onorevole Paolone, che parla di morti e di libertà, ricordi la propria storia...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sgobio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villetti. Ne ha facoltà.
Onorevole Villetti, lei rappresenta un'altra componente politica del gruppo Misto, ma hanno già parlato l'onorevole Boato, l'onorevole Diliberto ed altri, e la invito...

MAURA COSSUTTA. Interviene a titolo personale!

MARCO BOATO. Può intervenire, Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Boato, ma lei è il «Presidente ombra» qui! Ha diritto di parlare, chi gli sta negando di parlare? Sto solo chiedendo all'onorevole Villetti di essere, per quanto possibile, sintetico!

ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, i deputati del gruppo Misto-Socialisti democratici italiani condividono molte delle critiche e degli interrogativi che sono stati sollevati dai gruppi dell'opposizione sulle caratteristiche strumentali non tanto della Commissione in sé, quanto dell'aspetto relativo ai termini temporali, che considero indubbiamente più rilevante.
Nell'articolo 1 si dice che i lavori della Commissione sono prorogati fino alla fine della XIV legislatura, ma si può leggere «fino all'inizio della prossima campagna elettorale». Quindi, questo carattere di strumentalità è assolutamente evidente e l'onorevole Boato ha anche citato passaggi e dichiarazioni che confermano tale dato.
Tuttavia, signor Presidente, vorrei dire una cosa con molta chiarezza e mi rivolgo non solo ai banchi della maggioranza, ma soprattutto ai colleghi dell'opposizione. Noi siamo convinti che qualsiasi ricerca della verità, pur in un quadro e in circostanze veramente discutibili ed opinabili, debba essere incoraggiata e che mai debbano essere frapposti ostacoli.
In linea di massima, di fronte a qualsiasi Commissione di inchiesta, da chiunque proposta e su qualsiasi materia, i socialisti si sono trovati sempre in una posizione favorevole. Ciò vale tanto più quando circolano dossier che infangano figure di alto profilo politico e morale, come nel caso del segretario del PSI Francesco De Martino che ha retto questo incarico per un'intera fase storica.
Signor Presidente, mi consenta di dire che il professor Francesco De Martino è stato un protagonista della storia della nostra Repubblica, uomo di Governo, intellettuale di valore, maestro di diritto e leader socialista. Come ha ricordato l'onorevole Buemi, De Martino è stato uno dei dirigenti socialisti più impegnati a sviluppare l'autonomia e il revisionismo socialista dopo il 1956. Vi sono scritti, discorsi, idee che hanno fatto storia nel movimento socialista e nel movimento operaio.
Credo che la memoria di De Martino non si difenda ponendo anche un minimo ostacolo alla proroga della Commissione, perché ciò potrebbe far pensare che, in qualche modo, vi è qualcosa da nascondere. Non vi è nulla da nascondere e noi pensiamo che, se si farà strada la verità, come accadrà anche nella Commissione Mitrokhin e anche con le strumentalità che vi saranno, si ridarà - ciò che è importante - onore ad una figura come quella di Francesco De Martino e si farà chiarezza su chi ha effettivamente partecipato alle manovre del KGB e su tutto quel mondo che ruotava intorno ad esso e che, invece, non c'entrava nulla.
Signor Presidente, è per tale motivo che, nonostante questo quadro negativo e le evidenti strumentalità, voteremo a favore dell'articolo 1 e voteremo a favore della legge. Non vi deve essere alcun ostacolo, almeno da parte nostra, e proprio perché viene toccata la nostra storia


Pag. 25

- ripeto: proprio perché viene toccata la nostra storia - noi cerchiamo la verità e soltanto la verità (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, noi pensiamo che, quando una Commissione d'inchiesta si pone obiettivi e compiti, essa debba fare in modo di raggiungerli e di concludere i suoi lavori con un documento che viene posto all'attenzione del Parlamento e del paese. Questo era l'obiettivo fissato nell'arco temporale di un anno per la Commissione sul dossier Mitrokhin.
Ebbene, credo che non si debba soprassedere nel valutare il motivo per cui questa Commissione non sia riuscita a concludersi con un documento finale e, dopo un anno, ci troviamo a discutere di una proposta di proroga. Vi sono responsabilità credo anche della presidenza.
La presidenza ha ricercato scoop, iniziative di valore propagandistico e ha lavorato distanziandosi da un'efficace lavoro di ricerca della verità. Negli emendamenti da noi proposti all'articolo 1 si davano possibilità di proroghe limitate nel tempo, sino a giungere ad una proposta di un ulteriore anno. In tale tempo sarebbe stato possibile il raggiungimento di un lavoro conclusivo da parte della Commissione.
Gli obiettivi che si pongono devono essere raggiungibili anche valutando, poiché discutiamo di una proposta di proroga, ciò che è stato fatto nell'arco di un anno. Ebbene, nel corso di un anno di attività della Commissione, ad esempio, si è appurato che non è disponibile il dossier nella sua versione originale in lingua russa. Sono disponibili i report in inglese, tradotti in italiano da traduttori interni alla struttura del servizio italiano. Ciò significa che quanto era acquisibile è stato già acquisito. I report sono a disposizione e, nel passato, sono stati messi a disposizione dell'opinione pubblica. Non è nemmeno possibile riscontrare la certezza dell'esistenza del dossier tramite la disponibilità ad essere audito del signor Mitrokhin in quanto la richiesta formulata dallo stesso presidente Guzzanti ha ricevuto un diniego.
Dunque, tali obiettivi non possono motivare un'ulteriore proroga dell'attività della Commissione. In queste condizioni tutta una serie di motivazioni addotte ai fini della proroga sono del tutto capziose e manifestano un pensiero recondito: si vuole, forse, utilizzare a fini di parte l'idea di una possibile riscrittura di parti importanti della storia italiana. Credo che, nelle condizioni date, neanche questo possa essere considerato l'obiettivo, sino ad oggi, postosi anche da parte della maggioranza e della presidenza.
In realtà, più che di riscrivere la storia, talvolta abbiamo assistito ad un tentativo di travisarla. La storia dei rapporti dei servizi italiani, del KGB, degli anni fino al 1984 è stata già indagata dalla magistratura italiana ed è stata oggetto di lavoro di altre Commissioni di indagine nelle passate legislature, non ultimo il lavoro della Commissione di indagine sulle stragi.
Ebbene, crediamo che in queste condizioni, di fronte ad una proposta di proroga per tutta la legislatura, non sia possibile dare un assenso. Quindi, il nostro voto contrario è motivato da ragioni di carattere specifico e regolamentare che riguardano la possibilità di funzionamento della Commissione. Vorrei anche ricordare che non possiamo per tutta la legislatura - come già ricordato da alcuni amici della componente socialista - trovarci di fronte al riprodursi, a livello di opinione pubblica, di iniziative di denigrazione di importanti personalità politiche della storia del nostro paese.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani...

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Questo è un modo improprio di utilizzare e di lavorare nelle Commissioni. Se si vuole una collaborazione questa può esservi, ma non all'interno di una logica di scontro e di riscrittura della storia del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici


Pag. 26

di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castagnetti. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, avendo partecipato ai lavori della Conferenza dei presidenti di gruppo sento la responsabilità di dover contribuire a rispettare l'agenda che ci siamo dati e credo questa sia un'esigenza assolutamente condivisa.
Peraltro - mi consentirà, Presidente -, il dibattito che si sta sviluppando è particolarmente delicato. Siamo di fronte al rischio di trasformazione, non voglio dire di discredito, ma di trasformazione del significato di un istituto importantissimo, che incarna una delle prerogative maggiori riservate al Parlamento: l'istituto delle commissioni di inchiesta.
Noi siamo favorevoli, come è stato appena detto dal collega Villetti ed anche da altri colleghi, a ricercare la verità. Tuttavia, con la reiezione, poco fa, dell'emendamento che il centrosinistra aveva presentato per prorogare il lavoro di questa Commissione di un anno, si è determinato un fatto davvero molto importante; si è capito che l'obiettivo di questa Commissione non è l'accertamento della verità. L'obiettivo di questa Commissione non è definito: non lo si vuole definire né temporalmente, né nel merito! L'unica finalità che si persegue è quella di tenere aperta la Commissione per tutto l'arco della legislatura. L'obiettivo, quindi, è quello di perseguire una temporalità smaccatamente propagandistica! Di fronte a questo, signor Presidente, chiedo a tutti i colleghi di fare una valutazione, perché stiamo rischiando davvero di gettare un'ombra di discredito e di svalutazione attorno a questo istituto fondamentale delle Commissioni di inchiesta.
Mi consenta inoltre, signor Presidente, un ulteriore rilievo. Il collega Boato ha opportunamente letto dei brani dell'ultima intervista rilasciata dal presidente della Commissione. Considerando, peraltro, che tutti i componenti di una Commissione che ha queste finalità dovrebbero sentire l'esigenza di garantire l'oggettività del proprio lavoro, il presidente di una Commissione di questo tipo dovrebbe essere l'espressione di un supplemento di garanzia, nei confronti non solo dei commissari, ma di tutto il Parlamento che lo ha delegato a questa funzione.
Questi pensieri, che il senatore Guzzanti quotidianamente si permette di scrivere o di rilasciare in interviste, ci dicono che siamo di fronte, da parte del presidente di una Commissione, ad una gestione della sua responsabilità di presidente come se si trattasse di un oggetto personale, di una proprietà personale, di una clava propagandistica personale: guai a chi me la tocca! Guai a chi me la prende! E se qualcuno pensa di prendermela, io mi vendicherò! Di fronte a queste espressioni, che confermano in modo inequivocabile l'inadeguatezza di questo presidente a presiedere una Commissione d'inchiesta che voglia essere tale - salvo, in caso contrario, confermare che siamo di fronte alla trasformazione, voluta dalla maggioranza, di una Commissione di inchiesta in un comitato propagandistico affidato al propagandista più efficace, perché propagandista maggiore (uno che, ho sentito, si mette anche in Commissione a fare le imitazioni, come il figlio; insomma, evidentemente c'è un complesso di Edipo alla rovescia, ma non lo so e non mi non interessa) -, mi ero permesso, signor Presidente, di richiamare la sua attenzione e la sua responsabilità istituzionale di Presidente di una delle due Camere, dato che siamo di fronte ad una Commissione bicamerale. Mi chiedo se non sia il caso di trovare il modo di un richiamo formale ad un presidente di questo genere. Perché, se questa non è più una Commissione di inchiesta - e noi siamo favorevoli al lavoro delle Commissioni di inchiesta e all'accertamento della verità -, ma è una Commissione propagandistica, guidata da un personaggio che ragiona in questi termini e che usa la Commissione in questo modo, si pone allora un problema molto serio, a tutti i rappresentanti dell'opposizione,


Pag. 27

di come stare, e se stare, all'interno di un comitato di propaganda, che non è più una Commissione di inchiesta.
Alla maggioranza vorrei dire: dovreste essere i primi a sentire la responsabilità di non snaturare, di non screditare, di non svalutare il valore di un istituto così importante (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-UDEUR-Popolari per l'Europa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, il gruppo di Rifondazione comunista esprimerà un voto contrario su questo articolo nonché sull'intero provvedimento. Le motivazioni sono state già esposte dall'onorevole Mascia, dunque non intendo ritornare sul merito.
Vorrei anche tranquillizzare l'onorevole Fragalà sul fatto che Rifondazione comunista si è sempre espressa coerentemente contro questa Commissione, anche quando - come, tra l'altro, legittimamente si è sentito in quest'aula - di tale Commissione si discuteva ai tempi del centrosinistra.
Siamo contrari perché questa Commissione - come è stato esplicitamente affermato dalla destra - ha un evidente obiettivo. Come si è visto concretamente in questi anni, il dossier Mitrokhin non ha alcun fondamento storico, viene usato e brandito come una clava solo ed esclusivamente per dimostrare un assunto teorico che crediamo sia totalmente sbagliato e che debba essere rigettato.
L'assunto teorico è che la storia del partito comunista italiano - guardate che chi vi parla ha su tale storia un giudizio anche critico - viene recuperata solo come una conseguenza, come una sorta di processo eterodiretto dall'estero - e, in questo caso, dall'Unione Sovietica - e ciò snatura strutturalmente la storia democratica del nostro paese. Dunque, questo assunto è totalmente infondato e va contro l'attuale Costituzione, che è antifascista. Infatti, tale assunto è proprio nello spirito e nella testa di colui che dirige e che, finora, ha diretto questa Commissione; altro che ricerca della verità!
La verità è un'altra, vale a dire che qui - in maniera del tutto propagandistica, ma con un intento culturale esplicito - si vuole sostituire la natura antifascista del patto costituzionale, scaricando a colpi di maglio la storia del conflitto sociale di questo paese e sostituendola con un altro collante di tipo liberista, cioè il collante del mercato. Inoltre, si vuole snaturare la Costituzione italiana fino al punto di affermare che la storia di quel partito che ha rappresentato, nel bene o nel male, la storia del conflitto sociale di questo paese deve essere rovesciata. Quella che emerge è solo la storia del liberismo, del mercato e su ciò si vuole costruire un altro atto.
Da questo punto di vista, si fa un'operazione culturale significativa che noi avverseremo con grande determinazione e si vuole svuotare lo spirito vero della Costituzione, vale a dire quello spirito progressivo che tende a difendere il lavoro e a definire la storia dei diritti sociali, la storia delle tutele sociali, la storia della difesa del mondo del lavoro.
Per tale motivo, ci siamo opposti ieri e ci opponiamo ora alla riproposizione in chiave del tutto strumentale e demagogica di questa Commissione che nulla ha a che vedere con la storia del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fragalà. Ne ha facoltà.

VINCENZO FRAGALÀ. Signor Presidente, cari colleghi, intendo intervenire per fornire, con assoluta pacatezza, tre chiarimenti e tre risposte.
Innanzitutto, l'onorevole Boato è persona troppo attenta ai lavori e alla storia del nostro Parlamento per non sapere che la proroga richiesta per la Commissione


Pag. 28

d'inchiesta sul dossier Mitrokhin è stata uniformata alla prassi assunta per la Commissione stragi. L'onorevole Boato, che era deputato anche nella scorsa legislatura, sa benissimo che abbiamo votato all'unanimità la proroga della Commissione stragi presieduta dal senatore diessino Giovanni Pellegrino per tutta la legislatura, perché abbiamo ritenuto che, così come per la Commissione Mitrokhin, i lavori dell'inchiesta dovessero occupare tale periodo.
Chiedo pertanto al collega Boato: perché due pesi e due misure? Perché abbiamo prorogato in modo condiviso per tutta la legislatura la Commissione d'inchiesta sulle stragi, che aveva un oggetto analogo a quello della Commissione Mitrokhin, mentre ora dovremmo limitare a un anno la durata di quest'ultima?
La seconda questione riguarda il presidente Guzzanti. Ritengo, onorevole Boato, che i comportamenti istituzionali di ciascuno di noi si debbano misurare rispetto ai comportamenti e agli atteggiamenti che vengono tenuti nell'espletamento delle proprie funzioni, non certamente per quello che si dice nei comizi e nelle interviste.
Credo che tutti i componenti della Commissione, a partire dall'onorevole Diliberto, possano attestare che nella conduzione dei lavori della Commissione stessa il presidente Paolo Guzzanti non soltanto ha nutrito ai valori dell'imparzialità e della correttezza istituzionale i suoi atteggiamenti, ma ha sempre dato ascolto e spazio a tutti coloro che dall'opposizione facessero una qualunque proposta.
In terzo luogo, e mi rivolgo all'amico e collega Giordano, non è assolutamente corretto dire che la proroga di questa Commissione serve a fornire alla maggioranza parlamentare un'arma impropria per scopi politici. Non è vero quello che Giordano ha tentato di sostenere, vale a dire che attraverso questa Commissione si voglia snaturare il patto costituzionale della Repubblica facendo della storia del Partito comunista italiano una storia criminale al servizio del KGB.
Non è vero, perché faremmo quello che alcuni procuratori della Repubblica in alcune procure di questo paese hanno tentato di fare con la Democrazia cristiana e con il Partito socialista. Dobbiamo invece vedere nell'archivio Mitrokhin, e il collega Giordano lo dovrebbe ricordare, come nella storia del condizionamento da parte del KGB della vita politica e istituzionale del nostro paese vi siano stati anche momenti di attacco e di aggressione nei confronti dello stesso Partito comunista.
Onorevole Giordano, onorevole Diliberto, è stata due anni fa la Fondazione Gramsci a rivelare un carteggio segreto dei servizi segreti dell'Unione sovietica che dimostrava che lo strappo di Berlinguer del 1975 fu un finto strappo imposto dall'Unione sovietica stessa. Lo ha detto la Fondazione Gramsci per fornire un elemento di verità alla storia di questo paese!
Onorevole Diliberto, lei ha letto le carte dei servizi segreti cecoslovacchi?
Il segretario generale del Partito comunista di allora, nel 1975, Enrico Berlinguer, dovette mandare l'onorevole Salvatore Cacciapuoti a Praga, per invitare il Partito comunista cecoslovacco a non armare, addestrare, aiutare e finanziare più i brigatisti rossi in Italia, perché sarebbero state schiacciate l'identità e l'immagine politica non soltanto del Partito comunista italiano ma anche del comunismo mondiale (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
Conoscere queste cose e farle conoscere all'opinione pubblica non è un atto di aggressione alla storia di nessuno. È un atto di verità che voi - soprattutto voi - oggi dovreste pretendere (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale e di deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzuca Poggiolini. Ne ha facoltà.

CARLA MAZZUCA POGGIOLINI. Signor Presidente, ascoltare l'onorevole Fragalà apre il cuore, per certi aspetti. Tuttavia, sappiamo come il Polo non abbia un'unica faccia e un'unica voce ma, essendo così ampio e di così ampi consensi,


Pag. 29

abbia tante facce e tante voci, fra cui anche quella del presidente della Commissione Guzzanti, il quale, quando toglie il cappello di presidente o, meglio, sopra il cappello di presidente, indossa il cappello di giornalista e, sul cappello di giornalista, il cappello di grande comunicatore. Allora, noi che non abbiamo nulla, nulla da temere dal prosieguo delle attività della Commissione Mitrokhin, perché la nostra storia - grazie a Dio - è quella dei cattolici democratici e dei laici impegnati in politica, noi che non abbiamo nulla a che fare con questo, siamo molto rispettosi delle Commissioni parlamentari di inchiesta e vogliamo mettere alla prova il Polo. Naturalmente, voteremo contro il proseguo delle attività fino alla fine della legislatura, perché questa ci sembra cosa ben diversa rispetto alla Commissione stragi della scorsa legislatura, rispetto a problemi che hanno insanguinato il paese. Soltanto la parola «stragi» ci fa accapponare la pelle. Invece, questa Commissione ha un valore...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bellillo. Ne ha facoltà.

KATIA BELLILLO. Signor Presidente, non si vuole raggiungere la verità. Ecco quale è, secondo me, la verità del dibattito che stiamo portando avanti in questa giornata. Per questo, voterò contro l'articolo 1. Non si vuole la verità, perché, in realtà, si vuole rivisitare la storia e fare in modo che, in questo paese, tutte le vacche - come si suol dire - diventino grigie. Allora, si vorrebbe far diventare uguali gli aguzzini e i fascisti collaboratori dei nazisti, che tanti lutti hanno imposto al nostro paese, e coloro che lottavano per la libertà dell'Italia e che hanno permesso di costruire la nuova Repubblica, fondata sul lavoro: una democrazia soprattutto antifascista...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bellillo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, durante questo dibattito un po' teso, lei ha avuto modo di invitare tutti noi a non chiamare in causa alti livelli istituzionali. Però, signor Presidente, lei ha sentito che, di fronte alle parole «forze politiche dell'arco costituzionale» o alle parole «ex Presidente Scalfaro» si è levato addirittura un boato contro questi alti livelli istituzionali. Le ricordo che l'onorevole Scalfaro è stato autorevole esponente, oltre che del suo partito, anche di questa Camera e Presidente della Repubblica. Però, basta pronunciare il suo nome che si alza un tifo da stadio di ubriaconi soltanto per poter contrastare il nome di un'alta carica istituzionale (Applausi di deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani). E questo la dice lunga sul grado di affidabilità democratica di queste forze politiche del centrodestra (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Duca.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giulio Conti. Ne ha facoltà.

GIULIO CONTI. Signor Presidente, credo che un minuto sia troppo poco. Se il mio viene considerato un intervento a titolo personale, esprimerò idee personali. Ritengo che non avere risposto compiutamente a Fragalà né a Paolone sia un atto di grande debolezza. Ritengo che essere ricorsi, in questa occasione, all'arco costituzionale ed al principio dell'antifascismo, tirandoli fuori nuovamente, sia veramente un atto indecente. In nome dell'antifascismo e dell'arco costituzionale, la sinistra inventò Soccorso rosso, inventò Lotta continua, inventò stragi di ragazzi di destra. E, quando qualche assassino veniva scoperto, si rifugiava a Praga, parlava da radio Praga, parlava da radio Tirana e incitava alla violenza contro i nostri ragazzi che essi ammazzavano.
Quando scappavano, andavano in Angola, come accadde nel caso Mattei, e altre cose di una indecenza unica, che il Partito


Pag. 30

comunista ha sempre protetto e garantito. Oggi, ritirare fuori ...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giulio Conti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bielli, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

VALTER BIELLI. Signor Presidente, se fosse stato accolto l'ultimo nostro emendamento, probabilmente, saremmo già passati al successivo punto dell'ordine del giorno. Se la proroga fosse stata di 12 mesi, di fatto, saremmo già - io credo - al successivo punto dell'ordine del giorno. L'avete rifiutata. Ecco perché oggi ci troviamo anche a discutere di queste cose.
Detto questo, l'avete rifiutata perché, caro Fragalà, sulla verità tu hai un grande merito: dici sempre le mezze verità, dici la prima parte e non le risposte, nel senso che non viene poi fuori la verità. Ma questa è la logica della Commissione, nel senso che si dicono le mezze verità e le altre cose si lasciano da parte, perché questo serve come strumento di propaganda. Noi non cadremo nel rischio di fare dell'ostruzionismo. Ho detto che non abbiamo niente da nascondere e che non ci serve l'ostruzionismo. Noi stiamo cercando di fare un'altra cosa. Merito su merito, questioni su questioni: interverremo per dimostrare quello che in verità deve venir fuori e che voi volete occultare.
Debbo dire, per chiudere, che quello che state facendo - ed è quello per cui non ci battiamo - è un attacco ...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bielli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pistone, alla quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

GABRIELLA PISTONE. Signor Presidente, la ricerca della verità è nostro preciso dovere ed interesse. Infangare la storia e i nomi illustri, i nostri padri della patria, della Costituzione, alcuni di essi morti, non corrisponde alla ricerca della verità ed è nostro preciso dovere contrastarlo. La vostra è una ossessione, è una vendetta. La vostra è un'ossessione contro il comunismo, contro la storia del grande Partito comunista italiano (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale) al quale è stato accomunato, io penso, in quest'aula anche l'ex Presidente della Repubblica, Scalfaro (Commenti), perché quando è stato fatto il suo nome si sono levati fischi e insulti. Francamente, di questo ...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Pistone.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).

VINCENZO FRAGALÀ. Presidente, il mio dispositivo di voto non funziona!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 425
Astenuti 5
Maggioranza 213
Hanno votato
247
Hanno votato
no 178).

Prendo atto che l'onorevole Carli ha espresso un voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Prendo atto altresì che le onorevoli Zanella e Bolognesi non sono riuscite a votare e avrebbero voluto esprimere un voto contrario. Prendo, infine, atto che l'onorevole Volontè non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Onorevoli colleghi, a questo punto convoco immediatamente la Conferenza dei presidenti di gruppo. Sospendo la seduta per una mezz'ora, anche per dare ai colleghi la possibilità di una pausa, perché poi, presumibilmente, dalle 13,30 in poi si


Pag. 31

lavorerà ininterrottamente. Pertanto, convoco la Conferenza dei presidenti di gruppo.
Onorevoli colleghi, sono presenti i genitori di Ilaria Alpi. Possiamo rivolgere loro un applauso che è anche l'espressione del sentimento di tutta la nostra Assemblea (Generali applausi cui si uniscono i rappresentanti del Governo).
Sospendo la seduta che riprenderà alle 13,30.

Back Index Forward