Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 334 del 3/7/2003
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(Misure per contrastare la circolazione e l'accettazione dei biglietti aerei rubati o contraffatti - n. 2-00809)

PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00809 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).

MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, l'interpellanza, sottoscritta anche da altri colleghi, riguarda, purtroppo, un episodio che, da diversi anni, ha visto coinvolta una banda di truffatori che acquisiva in modo fraudolento stock di biglietti aerei in bianco. La magistratura, grazie alla denuncia di agenzie di viaggio truffate, è intervenuta e ha scoperto l'esistenza di un'associazione a delinquere che vendeva biglietti di viaggio di business class o di first class a prezzi riciclati sul mercato, a prezzi modici.
Gli interpellanti si rivolgono al Governo - l'interpellanza è molto puntuale - perché per noi questo evento apre significativamente una serie di interrogativi che abbiamo sottoposto allo stesso. Invitiamo il Governo a porre l'attenzione sul tema della sicurezza nei nostri aeroporti, in particolare sulle procedure con cui le compagnie aeree accettano i passeggeri: nonostante siano stati messi in circolazione biglietti falsi, questi non sono stati oggetto di verifica attraverso controlli incrociati. Pertanto, non solo si è perpetrata una truffa ai danni delle agenzie, ma, contemporaneamente, si è messo in luce un rischio sicurezza passeggeri, e lo dico tra virgolette, perché attraverso un biglietto falso potrebbero imbarcarsi anche passeggeri per scopi non benevoli.
Il secondo interrogativo è invece legato alla vicenda specifica nella quale sono coinvolte le agenzie di viaggio che rappresentano l'anello debole della catena del settore del turismo. Al riguardo, si chiede al Governo se intenda adottare iniziative nei confronti della IATA affinché riveda i criteri più generali in materia di rapporto tra le compagnie aeree e le agenzie di viaggio e se non voglia sensibilizzare le compagnie aeree, in particolare l'Alitalia, affinché, nei confronti dell'anello debole, rappresentato dalle agenzie di viaggio che sono state coinvolte in questa truffa, si verifichino determinate condizioni di pagamento dei debiti generati dalla truffa perseguita (si chiede che venga quanto meno rimandato e sicuramente concordato, con riferimento a determinati importi, per non procurare ulteriori danni alle agenzie stesse).
Ricordo, e concludo, che occorre contestualizzare il tutto all'interno di una situazione di mercato che ovviamente, come il viceministro Tassone sa, è di crisi generale del sistema turistico, sia con riferimento alle compagnie aeree sia con riferimento agli operatori turistici. Questo è il contesto dell'interpellanza presentata: ascolterò con interesse la risposta del Governo per poi riservarmi le ulteriori considerazioni al momento della replica.

PRESIDENTE. Il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, onorevole Tassone, ha facoltà di rispondere.

MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ringraziare l'onorevole Lupi e gli altri interpellanti per aver posto una questione assai significativa, dal momento che, come giustamente questi diceva, partendo dall'episodio posto alla nostra attenzione, si giunge ad una questione molto più ampia, ovvero quella della sicurezza. Proprio la scorsa settimana abbiamo trattato in Aula uno strumento del sindacato ispettivo relativo alla vicenda di Falconara marittima; possono sembrare vicende diverse, ma noi abbiamo un problema di fondo che è


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quello della sicurezza dei nostri aeroporti e della mobilità che avviene all'interno delle aree aeroportuali.
Per questa ragione, il Governo è impegnato profondamente ad elevare il livello di sicurezza. Si tratta di un impegno forte da parte di questo Governo, con il conforto anche di questi strumenti del sindacato ispettivo, che consentono al Governo di avere riferimenti forti rispetto ad una realtà che viene ad essere evidenziata attraverso gli interventi dei colleghi parlamentari.
Leggerò, onorevole Lupi, una breve nota che mi è stata predisposta dagli uffici e successivamente svolgerò una valutazione conclusiva rispetto alle questioni che ha posto alla nostra considerazione.
Con riferimento alla problematica sollevata dagli onorevoli interpellanti ed in particolare quella relativa ai titoli dei viaggi aerei, devo innanzitutto premettere che questa concerne i rapporti fra le compagnie aeree e le agenzie di viaggio - si tratta del primo dato -, i quali rivestono carattere esclusivamente contrattuale e convenzionale, rimanendo quindi affidati alla determinazione delle parti private interessate.
Si tratta pertanto di profili che esulano dalle competenze specifiche del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ancor più se in tale ambito vengono commessi reati.
In relazione alla emissione e alla vendita di biglietti aerei che sono regolate dal cosiddetto protocollo IATA, cui lei faceva ampio riferimento, si evidenzia che la predetta organizzazione internazionale è un'associazione fra compagnie aeree a carattere non governativo e quindi autonomo nella definizione delle proprie iniziative.
Per quanto attiene alla revisione delle procedure interne di accettazione dei passeggeri all'imbarco, che attualmente prevedono la corrispondenza dell'identità personale del passeggero con quella riportata sul biglietto aereo, si rappresenta che la materia rientra nelle cosiddette procedure FAL aeroportuali.
Per quanto concerne, in particolare, l'invito rivolto nell'interpellanza alla società Alitalia - e l'onorevole Lupi vi ha fatto cenno anche nella sua illustrazione - affinché non causi ai propri partner commerciali (le agenzie di viaggio) danni tali da determinare il licenziamento di personale, l'ENAC, sentita in merito, ha fatto conoscere che, poiché l'agente è tenuto a custodire i documenti di viaggio e le piastrine dei vettori nonché ad impedire che gli stessi vadano smarriti, esso è comunque responsabile per culpa in vigilando e, nel caso in cui detti eventi si verifichino, deve comunicare all'autorità giudiziaria l'avvenuta sottrazione ovvero lo smarrimento dei biglietti.
In tale ottica, la società Alitalia ha ritenuto di dover imputare all'agente - con il quale si riserva di trovare un accordo nell'ambito di una già avviata transazione - l'importo dei biglietti utilizzati sui propri voli. La compagnia aerea ha, inoltre, rilevato che, in assenza di un provvedimento giudiziario di sequestro, la possibilità di impedire l'utilizzazione di un biglietto, come si è accennato precedentemente, è limitata ai soli casi di non corrispondenza tra l'intestatario del biglietto ed il passeggero che lo rappresenta ovvero in caso di manifesta alterazione del titolo di viaggio.
Si tratta di una risposta che credo dia una certa soddisfazione ad una parte dell'interpellanza. Tuttavia, rimane in piedi - sono d'accordo con lei - una problematica più stringente. Questo è il modello fin qui seguito, queste sono le procedure fin qui seguite, ma non c'è dubbio che esse debbano essere riviste. Se qualcosa non ha funzionato, io non posso venire a risponderle «queste sono le procedure, queste sono le responsabilità». Credo sia un problema di sicurezza, al di là delle responsabilità e al di là della rivalsa, anche pecuniaria ed economica.
Questi sono gli appunti che mi sono stati forniti dagli uffici, ma non c'è dubbio che io cercherò di andare oltre - come è giusto che io faccia in questa sede - e assicuro l'onorevole interpellante e gli altri colleghi firmatari di questa interpellanza che il Governo si impegna ad affrontare questa vicenda delle procedure, insieme ad


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uno studio che è in corso per assicurare un più alto livello di sicurezza nei nostri aeroporti.

PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO ENZO LUPI. La ringrazio, signor Presidente e ringrazio il ministro. Signor ministro, conoscendo lei e la sua sensibilità, devo confessare che mi è piaciuta molto di più la risposta che ci ha fornito parlando a braccio che quella che le hanno preparato gli uffici. Io ed i miei colleghi interpellanti abbiamo visto, infatti, la sensibilità che il Governo - ed in particolare lei - ha dimostrato in tante situazioni e in tante vicende legate al trasporto aereo e al tema della sicurezza. Ha fatto bene a riferirsi alla risposta che il Governo ha fornito, 15 giorni fa, in merito al caso di Falconara marittima, in cui lei si è attivato, mettendo in gioco la responsabilità del Governo e la credibilità sua personale. Per questa ragione ho detto che mi è piaciuta molto di più la risposta che ci ha fornito parlando a braccio piuttosto che quella preparata dagli uffici.
Poiché questa è una occasione per noi interpellanti di esporle ancora meglio il caso - che lei ha ben compreso -, mi permetta di farle alcune brevi sottolineature, proprio nello spirito dell'impegno che lei si è preso nella parte conclusiva della sua risposta. Conoscendo la sua coerenza e la sua responsabilità, sono sicuro che in questo spirito il Governo, attraverso la sua persona, certamente si impegnerà ad approfondire ulteriormente il caso che abbiamo voluto segnalarvi.
Quali sono le considerazioni che voglio fare? Molto sinteticamente, mi permetta di fargliele - e farvele - presenti. Vi è una prima questione, che ha sottolineato anche lei. Questo è un caso clamoroso, nel suo piccolo. Dopo i fatti dell'11 settembre che hanno determinato tanti problemi, nel nostro paese, dove il passeggero, dal momento dell'imbarco, viene sottoposto, giustamente, ad un controllo costante, è possibile che chiunque possa acquistare, non biglietti normali (non mi riferisco a biglietti di classe turistica o a pacchetti di viaggio offerti in quantità), ma biglietti per lunghe tratte (per Santo Domingo, per i paesi dell'est asiatico, New York e quant'altro), che hanno un costo medio di circa 11 mila euro sul listino (quindi, non sarà una quantità enorme), segnalati attraverso (questo è ciò che è stato dimenticato di sottolineare da parte degli uffici) una black list (le agenzie hanno denunciato immediatamente la truffa, perché i biglietti sono stati acquisiti da questa sorta di associazione a delinquere attraverso furti dolosi con scasso, e la magistratura lo ha accertato), è mai possibile - dicevo - che chiunque possa acquistare tali biglietti a prezzi modici (in questo caso, vi è anche la responsabilità del consumatore)? Un biglietto - lo ripeto - del costo di 11 mila euro è stato acquistato a 500 o 1000 euro; tra l'altro, vi è la responsabilità anche del consumatore che, acquistando tale biglietto, si è reso complice di una sorta di «riciclaggio»; ha perpetrato quindi un reato. Chiunque può presentarsi all'imbarco, mostrare un biglietto che è segnalato, senza che nessuno svolga un minimo controllo. Lei ha sottolineato questo aspetto ed io gliene do atto.
È possibile che nel 2003 nell'era dell'informatica, dove vi è la possibilità, senza alcun problema, di incrociare i dati, nel nostro paese, questo non avvenga? Le compagnie aeree (che, da questo punto di vista, sono le responsabili) non attivano questo sistema! Credo che lei abbia compreso molto bene (la ringrazio della franchezza con cui ha risposto) che, dietro questo problema che può sembrare banale, si nasconda un problema serio, di sicurezza, non solo per i passeggeri, ma anche per tutti i cittadini e per gli operatori che lavorano in questo settore.
Da questo punto, il fatto che il Governo solleciti gli investimenti in sistemi informatici e quant'altro (com'è stato fatto in altre situazioni) mi sembra il minimo.
Seconda questione. Abbiamo la responsabilità di tutelare e di informare il consumatore. In primo luogo, vi è il tema


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della sicurezza; in secondo luogo, la responsabilità del consumatore. Egli deve essere coinvolto, insieme agli attori di questi settori, e comprendere che il mercato va seguito e tutelato. Ci sono veicoli ufficiali attraverso cui il biglietto viene venduto (addirittura, la magistratura ha accertato che i veicoli di diffusione erano i club, i circoli sportivi); ma se qualcuno vende un biglietto del prezzo di listino di 11 mila euro (che, quindi, non è il prodotto di un pacchetto di viaggio di un'agenzia di viaggi) a 500 euro, significa che qualcosa non va. Il consumatore non può rendersi complice della truffa che è stata perpetrata.
Terza questione, altrettanto fondamentale. Quello del turismo, nel nostro paese, e del rapporto tra gli attori (in particolare, tra i vettori aerei e le agenzie di viaggio) è un sistema delicato. Credo che tutti debbano assumersi la responsabilità, in un momento così delicato, di collaborare, affinché sia garantita la certezza del mercato e siano tutelati tutti i soggetti, rendendoli protagonisti di questo mercato. Che non si scarichino sull'anello più debole della catena responsabilità che devono essere condivise! Questo è il tipico caso. Una truffa è una truffa! E se c'è una truffa, non si può scaricare il danno che la stessa determina sull'anello più debole. Ciò è sbagliato dal punto di vista concettuale. In questo modo, non si sviluppa né si difende il mercato! È una ottica piccola, mi permetta di sottolinearlo, poiché tutti acquistiamo biglietti aerei. Vorrei scommettere con le compagnie aeree quanti biglietti, in particolare in questo genere, vengono venduti a prezzo pieno. Le agenzie hanno denunciato immediatamente la truffa subita. Venti agenzie hanno denunciato la truffa subita per un totale di parecchi miliardi di lire, danni per decine di milioni di euro. Lei sa molto bene che, quando un'agenzia di viaggi, con i margini di guadagno che ha, subisce un danno di circa due o tre milioni di euro (in controvalore di biglietti che deve pagare senza averne mai incassato il prezzo), deve pagare, si vede costretta a pagare, altrimenti le si ritira la piastrina; quindi, o paga o chiude ma, il più delle volte, l'agenzia può chiudere.
Le indagini della magistratura hanno accertato che, in diciassette casi su venti, non vi è responsabilità delle agenzie da mancata custodia, come lei ha sottolineato, viceministro. Bene, poiché queste agenzie hanno subito un danno, non è giusto, non è pensabile che, pur facendo salva la loro autonomia - ha fatto bene il Governo a sottolinearlo -, non ci si attivi affinché si risolva insieme il problema, si trovino soluzioni, si dilazioni, si riduca il debito, non si chieda il pagamento, per esempio, del prezzo pieno del biglietto, oppure, come abbiamo proposto, si pensi alla rateizzazione del debito in 5 o 10 anni.
È chiaro che, in questo caso, non vi può essere un'azione diretta del Governo perché siamo di fronte a soggetti privati - il mercato è mercato e noi abbiamo una concezione liberista del mercato -, ma lei, viceministro, ha già sottolineato in altre occasioni, attraverso la sua azione, che l'intervento del Governo, come sollecitazione, perché si possa dare una certa sensibilità piuttosto che un'altra, è sempre stato utile alla risoluzione di problemi che potrebbero determinare anche conseguenze di tipo occupazionale.
Queste le questioni che volevamo sottolineare attraverso l'interpellanza. Siamo convinti, anche a seguito della sua risposta, che il nostro atto di sindacato ispettivo abbia raggiunto l'obiettivo di sensibilizzare sul tema della sicurezza, sul tema del consumatore e dell'avviso al consumatore e, ancora di più, sul fatto che, poiché il sistema turismo è complesso e vede tutti gli attori compartecipi, non può chi è più forte oggi scaricare sul più debole rischi e danni che sono congeniti alle caratteristiche del mercato turistico e delle agenzie di viaggi.
La ringrazio, viceministro, e nutro la convinzione che il Governo ci aiuterà ancora di più, con la sua azione, per far sì che da fatti del genere di quelli qui sopra trattati possano derivare i minori danni possibili.

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