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65 per cento sul gasolio e per il 67 per cento sulle benzine, determinandosi la paradossale situazione del pagamento di onerose commissioni da parte del gestore, per svolgere la funzione esattoriale per conto dell'Amministrazione delle Entrate;
nel mese di aprile 2003, e in questi giorni, le associazioni di categoria FAIB/AISA Confesercenti, FEGICA Cisl e FIGISC/ANIS, in rappresentanza dei gestori degli impianti stradali e autostradali di distribuzione dei carburanti, hanno organizzato una forma di protesta contro le elevate commissioni a carico dei gestori per l'impiego delle carte magnetiche nelle transazioni di pagamento dei carburanti da parte dei clienti e che detta protesta è consistita nel rifiuto di pagamenti effettuati con bancomat e carte di credito;
la protesta ha avuto origine in seguito alla decisione di CoGeBan, il Consorzio interbancario che gestisce il sistema dei PagoBancomat, di portare la commissione fissa dovuta dal gestore per ogni singola transazione a 0,23 centesimi di euro (pari a 445 delle vecchie lire) con una addizionale dello 0,3 per cento sul totale del transatto, e che a queste commissioni per l'impiego del bancomat, si sommano i costi di registrazione sul conto corrente del gestore (in alcuni casi anche 80/100 delle vecchie lire a rigo di scrittura contabile) e i costi telefonici, così come per le operazioni effettuate con le carte di credito, per le quali i costi di commissione, per tutti i commercianti, variano dallo 0,5 all'1,2 per cento della somma transatta;
sul costo di ogni litro di carburante erogato, le imposte dell'Amministrazione Finanziaria (Accise ed Iva), gravano per il
le commissioni per l'impiego delle carte di credito gravano anche sui clienti, poiché per ogni singolo rifornimento pagano una commissione fissa di 0,77 euro (pari a 1.500 delle vecchie lire), la quota annuale di detenzione della carta di credito e le spese bancarie; per ogni 15 litri di carburante pagati con carta di credito, che corrisponde al rifornimento medio, il consumatore ha una maggiorazione di costo minima di 0,05 euro al litro, circa 100 delle vecchie lire;
il pagamento con carte magnetiche ha da tempo superato il 35 per cento dei volumi di carburanti erogati nella rete stradale e autostradale del nostro Paese, e che la somma delle commissioni viene a configurarsi come un introito di tutto rispetto per gli istituti di credito e le aziende emettitrici di bancomat e carte di credito, superando di gran lunga i costi reali di gestione dei sistemi e costituendo una vera e propria rendita finanziaria;
il decreto ministeriale del il 31 ottobre 2001, emanato dal Ministro delle attività produttive, approvava il piano nazionale contenente le linee-guida per l'ammodernamento del sistema distributivo dei carburanti e che tra i suoi obiettivi rientrava quello di migliorare l'efficienza complessiva del sistema, favorendo il contenimento dei prezzi e l'incremento, anche qualitativo, dei servizi resi all'utenza;
ogni agevolazione per i pagamenti con carte magnetiche favorisce il minor uso di denaro contante e con questo una oggettiva diminuzione dei rischi legati a fenomeni malavitosi, sia per i gestori che per i clienti -:
se non ritenga il Governo, conformemente agli obiettivi indicati nel citato piano nazionale, di assumere ogni iniziativa possibile per favorire ed agevolare il pagamento del servizio di erogazione dei carburanti, presso le stazioni sia stradali che autostradali, mediante carte magnetiche, ovvero carte di credito, bancomat, schede di pagamento prepagate e ogni altro mezzo di pagamento elettronico, al fine di abbassare gli elevati oneri a carico sia dei gestori degli impianti di distribuzione che della clientela, in considerazione anche delle maggiori garanzie di sicurezza che questi sistemi offrono relativamente al rischio di rapine agli impianti quando vi è depositato troppo contante, e della loro oggettiva consistente diffusione sul territorio nazionale, quale mezzo di pagamento sempre più usato per comodità e sicurezza.
(4-06797)