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l'Ispesl è stato costituito nel 1980, ricevendo in assegnazione il personale degli enti parastatali ENPI e ANCC sciolti, a seguito dell'avvenuta riforma sanitaria; è organo tecnico-scientifico posto alle dipendenze del ministero della salute ed è anche istituto di ricerca dotato di ampia autonomia funzionale e contabile;
l'istituto conta all'incirca 1000 dipendenti e dispone di ben 36 sedi periferiche sparse nelle varie regioni d'Italia ed è ancora diretto, dopo 20 anni dallo stesso direttore pro-tempore nominato in sede di costituzione dell'ISPESL, il dottor Antonio Moccaldi, fisico proveniente dall'Enea;
risulta all'interrogante che l'istituto sia stato gestito in tutti questi anni ricorrendo spesso a promozioni di un gran numero di dipendenti alla qualifica di dirigente di ricerca, senza la selezione che normalmente avviene attraverso i concorsi;
questo metodo, ha suscitato più volte il risentimento del personale, le riserve e le obiezioni dei sindacati ed ha richiamato l'attenzione del Ministro della salute del tempo, onorevole Rosi Bindi, che costituì, per questo, a quanto risulta all'interrogante, una commissione d'inchiesta, della cui relazione, però non sono stati resi noti i contenuti;
secondo l'interrogante la procedura seguita per il conferimento degli incarichi di responsabilità delle strutture tecniche a datare dagli anni 1992-1993, è da considerarsi contraria ai criteri stabiliti dal TAR del Lazio con sentenza n. 252/90 della sez. III e dal consiglio di Stato con sentenza numero 352 del 1993 della sezione VI, che confermava quella del TAR;
risulta all'interrogante che nonostante questi precedenti, il vertice dell'ISPESL abbia continuato anche negli anni successivi a promuovere decine di dipendenti, ignorando i concorsi e senza nominare una commissione idonea, composta con tutte le necessarie e autorevoli competenze;
questo sistema ha finito per danneggiare il prestigio dell'istituto e ha dequalificato le nomine avvenute senza trasparenza e non accreditate, così come si sarebbe dovuto, dalle regole vigenti, diffondendo nell'istituto medesimo inquietudine e disagio -:
come giudichino i Ministri interrogati queste discutibili vicende interne all'ISPESL e quali misure intendano adottare per porre fine agli atti compiuti dal 1992 ad oggi, restituendo all'istituto il prestigio di organo tecnico-scientifico e ai dipendenti tutti il diritto di essere valutati secondo la loro reale professionalità e competenza;
se non ritengano doveroso procedere ad avvicendare la direzione dell'istituto, tenuto conto che dopo 20 anni questo avvicendamento può ritenersi non solo utile ma anche necessario;
perché il ministero della salute non abbia reso pubblica, almeno in Parlamento, la relazione della commissione d'inchiesta promossa dal Ministro Rosi Bindi;
se non giudichi corretto farla conoscere, traendone anche le debite conclusioni (per quanto attiene ad abusi ed irregolarità, eventualmente emersi).
(3-02429)