Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 328 del 24/6/2003
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(Iniziative diplomatiche a favore del rispetto dei diritti umani, civili e politici a Cuba - nn. 3-02183, 3-02203 e 3-02404)

PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Delmastro Delle Vedove n. 3-02183, Ghiglia n. 3-02203 e Realacci n. 3-02404 (vedi l'allegato A - Interrogazioni sezione 3), che vertono sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.
Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, senatore Ventucci, ha facoltà di rispondere.

COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'Italia e i partner dell'Unione europea hanno da sempre rivolto un'attenzione particolare alla difficile situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali a Cuba e, con particolare riferimento alla pena di morte, hanno per anni esercitato pressioni in favore quanto meno di una moratoria sulle esecuzioni.
Dopo un periodo in cui era parso poter cogliere alcuni segnali incoraggianti, i drammatici recenti avvenimenti hanno costituito un brusco segnale che ha messo in forse la speranza di un'evoluzione positiva del regime cubano.
A ciò bisogna aggiungere l'aggravante costituita dal fatto che tali avvenimenti hanno avuto luogo alla vigilia e durante la sessione annuale della Commissione dei diritti umani di Ginevra, costituendo quasi una sfida alla comunità internazionale ed al suo massimo organo di tutela dei diritti.
L'ondata di arresti e condanne che ha coinvolto 78 esponenti della dissidenza cubana e l'esecuzione capitale di tre cittadini, rei di aver sequestrato un battello, hanno così riportato all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale la grave situazione di Cuba, che fa riscontrare ripetute violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali perpetrate dal regime.
L'Italia che ha da sempre inserito la promozione dei diritti umani fra le sue


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priorità di politica estera e come punto di riferimento costante per tutte le componenti della sua azione internazionale, impegnandosi in modo coerente e costante per la loro promozione e tutela, sia sul piano bilaterale, sia su quello multilaterale, ha ritenuto irrinunciabile far conoscere alla controparte cubana la propria totale riprovazione per questi tragici eventi.
Come noto, il nostro ambasciatore a Cuba ha subito espresso a nome del Governo una protesta formale e convinta sull'accaduto. Successivamente, il segretario generale della Farnesina ambasciatore Baldocci, su incarico del ministro Frattini, ha convocato l'ambasciatore cubano a Roma, Maria De Los Angeles Florez Prida, per esprimere il vivo disappunto e la forte preoccupazione del Governo italiano per le recenti azioni repressive.
Nei mesi successivi agli eventi, non è mancato il costante interessamento della nostra ambasciata rispetto alle condizioni di salute dei prigionieri politici e sono stati compiuti dei passi presso le autorità cubane competenti in favore dei casi più preoccupanti.
Infine, per dare un segnale chiaro e inequivocabile alla controparte cubana, e in seguito all'approvazione della mozione La Russa nella seduta del 29 aprile scorso della Camera dei deputati, è stata decisa la sospensione di tutti i programmi di cooperazione allo sviluppo con Cuba, sia quelli sul canale bilaterale, sia quelli sul canale multilaterale, ad eccezione degli interventi di emergenza umanitaria.
Sul piano multilaterale, il Governo italiano non ha mancato di dare forte impulso alle iniziative assunte in sede comunitaria e nell'ambito della commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite, riunita a Ginevra nella sua 59 sessione annuale proprio nel giorno in cui a Cuba si verificava il deprecato irrigidimento repressivo del regime castrista. In particolare, lo scorso aprile la commissione ginevrina ha adottato una risoluzione nei confronti di Cuba, promossa da Costarica, Nicaragua, Perù e Uruguay, che l'Italia ha cosponsorizzato.
L'Italia e altri paesi europei avrebbero voluto avere un testo dai toni di condanna più forti nei confronti del regime cubano, che facesse stato altresì del recenti, drammatici avvenimenti, ma l'Unione europea, avendo incontrato opposizioni al rafforzamento del testo di risoluzione, su esplicita richiesta dell'Italia e di altri partner, in una dichiarazione letta dalla Presidenza greca, si è rammaricata che il testo in questione non riflettesse in maniera adeguata la situazione dei diritti umani nell'isola, soprattutto a seguito degli ultimi drammatici avvenimenti. Nella stessa dichiarazione, inoltre, l'Unione europea ha condannato senza mezzi termini le recenti esecuzioni capitali, nonché la fine della moratoria sulle esecuzioni capitali che Cuba aveva di fatto adottato negli ultimi tre anni.
Desidero inoltre ricordare i successivi passi compiuti dall'Italia come membro della troika comunitaria, insieme alla Grecia e alla Commissione europea. Oltre agli interventi compiuti nel mese di aprile, lo scorso 5 giugno la troika ha infatti inviato alle autorità cubane - che si sono rifiutate di riceverla - una nota verbale con cui si faceva stato che «l'Unione europea, fortemente preoccupata per la continua flagrante violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei membri dell'opposizione cubana e di giornalisti indipendenti, privati della loro libertà per avere espresso liberamente le loro opinioni, richiama ancora una volta le autorità cubane a rilasciare immediatamente tutti i prigionieri politici».
L'Unione, a seguito delle preoccupanti informazioni circa le precarie condizioni di detenzione dei prigionieri affetti da gravi problemi di salute, ha fatto appello alle autorità cubane affinché evitino ai prigionieri sofferenze inutili e affinché non siano esposti a trattamenti inumani e degradanti.
Infine, di fronte all'attuale situazione, l'Unione europea ha deciso all'unanimità di limitare le visite bilaterali di alto livello, di ridurre il profilo delle manifestazioni culturali organizzate nel paese, di estendere gli inviti a cerimonie in occasione


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delle feste nazionali ai membri della dissidenza cubana e di procedere ad una rivalutazione della posizione comune dell'Unione europea nei confronti di Cuba.
Sul piano bilaterale, al di là dei passi già compiuti dal Governo e della pausa di riflessione che è stata decisa rispetto ai programmi culturali - che si svolgeranno in tono minore rispetto al passato - e ai progetti di cooperazione, rimane la decisa condanna che da parte nostra si continuerà ad esprimere nei confronti di tutte le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali di cui il regime cubano si renderà colpevole.
Durante l'ormai imminente semestre di Presidenza dell'Unione europea, l'Italia si impegnerà a rivedere con i partner la posizione comune, mentre ricordiamo che l'Unione europea ha adottato nel 1996 una posizione comune nei confronti di Cuba, che viene rinnovata periodicamente e che si propone di favorire il processo di transizione di Cuba verso una democrazia pluralistica che rispetti i diritti dell'uomo e le libertà fondamentali.
Tuttavia, le recenti gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà di opinione e di pensiero da parte del regime cubano hanno indotto l'Unione europea ad una riflessione circa la propria politica estera comune verso l'isola, sfociata nella citata dichiarazione della Presidenza del 5 giugno 2003, che introduce alcune misure sanzionatorie.
Rammentiamo inoltre che, in occasione del Consiglio affari generali e relazioni esterne che ha avuto luogo il 16 e il 17 giugno a Lussemburgo, da parte italiana è stato chiesto di affrontare l'argomento direttamente a livello ministeriale, per consolidare ulteriormente l'atteggiamento dell'unione nei confronti del regime cubano e, durante queste riunioni, i ministri degli esteri dell'Unione europea hanno ribadito le misure politico-diplomatiche enunciate nella dichiarazione dell'Unione europea inviata al Governo cubano il 5 giugno scorso, mentre è stata confermata la solidarietà europea all'Italia e alla Spagna contro cui Castro ha pronunciato le parole e le accuse più forti e di fronte alle cui ambasciate il regime ha orchestrato le manifestazioni che si sono avute il 12 giugno. Nell'occasione, i ministri degli esteri dell'Unione europea hanno definito il comportamento delle autorità cubane come «inaccettabile» e hanno ribadito che «l'Unione continuerà a controllare la situazione del paese, in particolare quella dei cittadini cubani che sono impegnati in un'opposizione politica pacifica».
Forte preoccupazione è stata espressa per il «serio deterioramento della situazione dei diritti umani», auspicando che l'attuale monitoraggio possa continuare.
Infine, nelle conclusioni del Consiglio sui rapporti con il paese caraibico, è stato precisato che «tutti i detenuti per ragioni politiche dovrebbero essere rilasciati immediatamente».
La condanna del regime cubano espressa dal Consiglio, tuttavia, non ha coinvolto la popolazione cubana, verso la quale sono state pronunciate parole di solidarietà e che rimarrà destinataria degli aiuti umanitari e di emergenza di cui ha bisogno.

PRESIDENTE. L'onorevole Delmastro Delle Vedove ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-02183 e per l'interrogazione Ghiglia n. 3-02203, di cui è cofirmatario.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, il suo motore si è riscaldato. Con riferimento a questa risposta, lei ha viaggiato a pieni giri. Con grande piacere, dunque, dichiaro la mia più completa soddisfazione, anche perché vi erano, non soltanto una serie di considerazioni politiche confortanti, ma anche e soprattutto cuore ed anima nei confronti di un popolo che, da quarant'anni, sta vivendo questa drammatica vicenda liberticida di un comunismo impietoso che procede attraverso la carcerazione, le fucilazioni e la negazione delle più elementari libertà individuali e collettive.
La violenta carcerazione di ottanta attivisti per i diritti umani, la fucilazione di tre scafisti, le ridicole manifestazioni al


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l'esterno delle ambasciate italiana e spagnola, con mobilitazione più o meno spontanea di una massa di cubani, probabilmente costretta a vivere questo momento patetico del regime cubano, ha destato in noi sconcerto, amarezza e preoccupazione, anche perché - come lei sa - il regime cubano è diventato dinastico: in omaggio alla democrazia tipica del comunismo, Fidel Castro ha già designato suo fratello come suo successore, secondo le regole monarchiche più consolidate. Vi è persino da temere che, ai quarant'anni di spietata dittatura, debbano seguirne altri, con la stessa famiglia Castro.
Sono contento e soddisfatto della sua risposta e del tono della medesima. Il nostro Governo si è comportato molto bene. Credo sia giunto il momento in cui il mondo libero smette di vezzeggiare (come ha fatto per troppo tempo) questo spietato dittatore.
L'Italia si caratterizza, fra le altre cose, per essere uno dei paesi che ospita i maggiori emuli di questo dittatore e soprattutto i personaggi che fanno della dittatura comunista una vera e propria geografia. Non posso dimenticare, onorevole sottosegretario, il volto trasfigurato del giornalista Gianni Minà ogni qualvolta parla dei suoi contatti e delle sue visite all'ufficio di Fidel Castro. Ritengo che solo un apostolo nei confronti di Gesù possa avere la trasfigurazione che aveva questo giornalista. Vorrei che, in un paese ricco di sentimenti umanitari come il nostro, ormai approdato ad una definitiva applicazione di un ampio sistema democratico, soltanto questo giornalista possa rimanere trasfigurato all'idea di vedere Fidel Castro. Per il resto, il Governo prosegua in questo modo. Il Presidente Berlusconi utilizzi il semestre europeo per rendere sempre più dura la vita a questa spietata dittatura comunista e per riuscire ad essere il timone di un'Europa che, attraverso atteggiamenti più seri, più determinati ed accorati (anche se non di deve approdare ai sistemi dell'embargo e delle sanzioni, che, a mio giudizio, non hanno mai risolto alcun problema e che soprattutto generano sofferenza in coloro che già soffrono a causa della dittatura comunista), possa applicare le misure che consentono al mondo libero di affermare la diversità dal sistema comunista e inducano il dittatore e suoi epigoni a rientrare nella comunità civile. In tal modo, si può aiutare il popolo cubano a ritrovare quelle libertà e quelle democrazie perdute purtroppo da oltre quarant'anni. Grazie, onorevole sottosegretario.
Dichiaro la mia completa soddisfazione per la sua risposta.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Mosella, vorrei rivolgere un saluto ai rappresentanti della federazione delle associazioni sportive calcio dell'astigiano presenti nelle tribune.
L'onorevole Mosella ha facoltà di replicare per l'interrogazione Realacci n. 3-02404, di cui è cofirmatario.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Ventucci per la sua esposizione che ci informa su una tragedia che ha colpito tutti i paesi civili. Noi abbiamo a cuore due questioni: la violazione dei diritti umani, civili e politici che è stata, sostanzialmente, perpetrata, ma anche la progressiva democratizzazione di Cuba. Per tali motivi, abbiamo chiesto che cosa abbia fatto e che cosa intenda fare il Governo per il prossimo futuro, comprendendo che la Presidenza di turno del semestre europeo costituisce un'occasione ma non può essere la panacea di tutti i mali.
Crediamo che si debbano verificare due condizioni, rispetto alle quali la nostra diplomazia e il nostro Governo devono tenere vigile lo sguardo, anche nei prossimi mesi, per non far cadere questa tragedia nel dimenticatoio (da parte nostra manterremo viva l'attenzione verso ciò che sta accadendo a Cuba).
La prima condizione è che il Governo cubano deve essere disposto a tollerare e a legalizzare l'opposizione politica interna, concedendo ad essa l'accesso a tutti i mezzi di comunicazione per diffondere le sue idee, per partecipare alle elezioni ed, eventualmente, per concorrere alla formazione di un Governo.


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La diplomazia internazionale e quella del nostro paese possono e devono operare affinché vengano evitate forme di ingerenza che, in parte, hanno causato questa vicenda. I paesi come gli Stati Uniti devono rivedere la decisione di embargo; le immagini dell'Iraq giunte nelle case degli italiani hanno mostrato il significato di questa misura a causa della quale i più poveri tra i poveri pagano le conseguenze di una disputa che non appartiene loro. Quindi, bisogna sospendere l'embargo che colpisce i più poveri e lavorare per un confronto leale tra il Governo dell'isola e le opposizioni. Crediamo che la tensione non aiuti e non possa essere l'unica base dei rapporti tra Cuba e gli Stati Uniti, i quali proprio negli ultimi giorni hanno dato la prova peggiore del loro atteggiamento: la dittatura cubana ha lasciato allibiti il mondo civile e la comunità internazionale con la fucilazione di tre cittadini; dal canto loro, gli Stati Uniti, sembrano sempre più orientati verso una guerra preventiva e cercano spazio e consenso in questa direzione, mentre danno appoggio e sostegno ad alcuni degli oppositori nell'isola.
Il regime di Castro reagisce con la repressione alla paura che Cuba diventi il prossimo Iraq e di questo dobbiamo essere consapevoli per evitare che si consumino altre tragedie.
A noi rimane l'indignazione per gli omicidi che sono stati perpetrati e anche per i processi sommari, che ci fanno temere la fine dell'apertura al mondo che il Santo Padre Giovanni Paolo II aveva auspicato durante la sua visita a Cuba nel gennaio 1998. Non è vero che c'è una ideologia che difende la tragedia cubana. Le ultime condanne a morte hanno sollevato l'indignazione del premio Nobel per la letteratura, che pure è un militante comunista, Josè Saramago, il quale ha scritto a Fidel Castro per esprimere tutta la sua indignazione.
Non leggo tutta la lettera di Saramago, ma solo la parte finale: adesso arrivano le fucilazioni, sequestrare una imbarcazione e un aereo è un crimine severamente punibile in qualsiasi paese del mondo, ma non si condannano a morte i sequestratori, soprattutto se si tiene conto che non ci sono state vittime. Cuba non ha vinto nessuna eroica battaglia fucilando tre persone, ha perso invece la mia fiducia, ha condannato le mie speranze, ha infranto le mie illusioni. Quindi, la demagogia che spesso viene utilizzata in questi casi noi la respingiamo.

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