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TESTO AGGIORNATO AL 23 GIUGNO 2003
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 388-B sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Marras 2.1, sul quale vi è il parere contrario anche della Commissione bilancio. L'emendamento 2.8 della Commissione è stato ritirato.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Maura Cossutta 2.2 e 2.3; al riguardo, vorrei segnalare che anche la Commissione bilancio ha espresso parere contrario.
La Commissione esprime, infine, parere contrario sugli emendamenti Fioroni 2.4, 2.5, 2.6 e 2.7. Ricordo che, anche su questi ultimi emendamenti, la Commissione bilancio ha espresso parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
GRAZIA SESTINI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Marras 2.1.
GIOVANNI MARRAS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARRAS. Signor Presidente, ritiriamo l'emendamento in esame per trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ricordo che l'emendamento 2.8 della Commissione è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maura Cossutta 2.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 432
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato sì 18
Hanno votato no 414).
Prendo atto che l'onorevole Ranieli non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maura Cossutta 2.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul
quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 420
Astenuti 5
Maggioranza 211
Hanno votato sì 18
Hanno votato no 402).
Prendo atto che l'onorevole Ranieli non è riuscito a votare.
Avverto che, della serie di emendamenti a scalare da Fioroni 2.4 a Fioroni 2.7, porrò in votazione il primo e l'ultimo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 434
Astenuti 1
Maggioranza 218
Hanno votato sì 39
Hanno votato no 395).
Prendo atto che l'onorevole Ranieli non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione)
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 436
Votanti 429
Astenuti 7
Maggioranza 215
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 378).
Prendo atto che l'onorevole Ranieli non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meduri. Ne ha facoltà.
LUIGI GIUSEPPE MEDURI. Signor Presidente, come già ho avuto modo di affermare nel corso della discussione sulle linee generali, il provvedimento alla nostra attenzione rappresenta un importante riconoscimento della funzione sociale degli oratori.
Il testo è oggi modificato e sicuramente migliorato con l'apporto dell'opposizione, mai pregiudiziale con riferimento alle regioni che, in relazione al nuovo titolo V, hanno la vera competenza nel declinare sul territorio quella che rappresenta una legge di principio che, tuttavia, abbisogna di atti concreti a livello regionale, affinché possa dispiegare al meglio efficacia ed effettività.
Si tratta di una dimensione educativa e pedagogica che merita tutta l'attenzione istituzionale ai livelli di rappresentanza, anche in considerazione dei numeri che caratterizzano la realtà oratoriale in Italia.
I 6.000 oratori presenti sul territorio nazionale, anche nella diversità delle tradizioni e delle esperienze, da area ad area, dimostrano la grande risorsa costituita da queste esperienze.
È indubbio che la complessità sociale della nostra comunità impegna gli oratori a farsi carico di azioni di recupero e di intervento. L'ha dichiarato la Conferenza episcopale italiana e lo vogliamo ribadire noi, nell'autonomia e laicità della politica.
L'attività degli oratori non è solo religiosa nell'accezione più stretta del termine,
ma si caratterizza, sempre più, per il carattere marcatamente sociale delle proprie iniziative.
Si tratta di luoghi di aggregazione nei quali, soprattutto nelle aree più rilevanti ad incidenza di marginalità, si supplisce anche a compiti prettamente istituzionali. Penso all'azione degli oratori nelle aree metropolitane e nel sud quale argine alla criminalità. Quest'ultima, infatti, ricerca, in soggetti deboli e marginali, nuova e pericolosa manovalanza. Lo dico per esperienza personale e perché ho la fortuna di vedere l'opera meritoria dei vescovi calabresi in un contesto territoriale difficile.
L'oratorio ha funzioni di luogo di aggregazione e di prevenzione del disagio minorile attraverso momenti di svago, ma anche di impegno civico, di vera e propria educazione alla legalità ed ai valori che rinsaldano la convivenza civile nella pluralità, anche a dispetto di certi conservatorismi presenti in alcuni settori del mondo cattolico.
Gli oratori costituiscono un importante e, a volte, insostituibile aiuto alle famiglie nel loro gravoso compito di formatori: educano alla convivenza civile, al rispetto degli individui, dei gruppi e delle istituzioni; promuovono percorsi formativi, con animazione, doposcuola organizzati, percorsi di apprendimento personalizzati, attività integrativa dell'offerta scolastica. Lo vediamo in questi giorni, al termine dell'anno scolastico: molte famiglie affidano i propri figli agli oratori per iniziative estive evitando di marginalizzarli o di lasciarli a casa, in solitudine, davanti alla televisione o esposti al rischio della strada. Inoltre, vogliamo ricordare le esperienze culturali e multiculturali, attraverso scambi internazionali e progetti di solidarietà all'estero, l'integrazione tra giovani stranieri ed italiani, l'avvio delle giovani generazioni a svolgere forme di volontariato e di impegno sociale finalizzate a superare le barriere culturali, dalla diversità del colore della pelle alla presenza dell'handicap.
L'oratorio di oggi è diventato, quindi, un polo di educazione giovanile e di impegno sociale aperto a tutti. Basta vedere quale multiculturalità è presente nei campi estivi, nelle città grandi o di provincia e, ormai, su tutto il territorio nazionale.
I nostri emendamenti hanno la funzione di ricordare al Governo che occorrono adeguati finanziamenti da destinare a queste strutture e che ci attendiamo, nella prossima finanziaria, un segnale di attenzione concreta. In caso contrario, tutto si tramuterebbe nell'ennesima trovata pubblicitaria di un centrodestra che cerca soltanto di accreditarsi nei confronti del mondo cattolico, mentre alcuni autorevoli esponenti del Governo addirittura parlano di cannonate verso le carrette del mare cariche di disperati, calpestando, così, il valore della solidarietà e del rispetto della vita umana.
Non basta una legge a conferire il bollino per la certificazione di chi è più cattolico: riteniamo che, al fondo, vi debba essere un minimo di coerenza (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fioroni, al quale ricordo che dispone di un minuto. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, nell'approvare una proposta di legge, dovremmo anche fare in modo da renderla efficiente ed efficace.
Il voto contrario sui due emendamenti 2.4 e 2.7, a mia prima firma, comune, peraltro, ad una vasta parte dell'Assemblea, induce in me una preoccupazione. Alla regione Lazio, abbiamo condotto una battaglia comune - mi rivolgo ai colleghi del centrosinistra - su una proposta di legge sugli oratori, che ricalcava sostanzialmente questi indirizzi, perché ritenevamo e riteniamo ridicolo approvare una normativa regionale - in questo caso, una normativa nazionale - nella quale, al di là di un riconoscimento morale, non si riesce a fornire un minimo di sostegno a quel lavoro indispensabile che viene svolto sul territorio nazionale.
Per tale motivo non sono riuscito a comprendere il voto contrario espresso da
gran parte dell'Assemblea. Ci accingiamo ad approvare una proposta di legge che dà un grande riconoscimento morale ai tanti oratori presenti sul territorio nazionale, ma che, purtroppo, non aggiunge, per loro, parole di speranza (qualcuna, gratis, forse gliela dà) ...
PRESIDENTE. Onorevole Fioroni...
GIUSEPPE FIORONI. ...né li mette in condizione di poter operare.
Mi sembra tanto di aver preso in giro qualcuno anche in quest'aula, com'è già stato fatto nella sede della regione Lazio!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cento. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO CENTO. Signor Presidente, avendo votato a favore degli emendamenti del collega Fioroni, colgo anch'io l'occasione per sottolineare la contraddizione presente nel dibattito e nelle decisioni che il Parlamento sta assumendo.
Da una parte, c'è una proposta di legge giusta, che anche noi Verdi abbiamo sostenuto; siamo addirittura promotori di un'iniziativa tesa al riconoscimento della funzione sociale degli oratori perché, al di là delle convinzioni religiose, credo che essi costituiscano un elemento di socialità indiscutibile nella vita del nostro paese. Dall'altra, però, vi è il rischio di vedere che questo dibattito sfoci in una deliberazione del Parlamento su una delle tante norme manifesto cui, poi, non seguono scelte concrete sul piano della capacità di valorizzare l'attività sociale degli oratori nel nostro territorio.
Allora, credo che, pur sostenendo e pur ritenendo importante la scelta di principio, su questo punto forse sarebbe stata necessaria e sarebbe necessaria una riflessione più approfondita. Le parrocchie, gli oratori e quanti in maniera volontaria prestano la propria attività in queste iniziative sociali non hanno bisogno solo di un riconoscimento legislativo, hanno bisogno di interventi concreti dello Stato e delle autonomie locali soprattutto in quelle aree disagiate dove la presenza dell'oratorio è uno strumento di emancipazione sociale e di promozione umana.
Su questo credo che il Parlamento rischi di perdere un'occasione importante. Noi continueremo a sostenere questa legge ma mi sembrava doveroso sottolineare, dopo la bocciatura di questi emendamenti, l'errore che il Parlamento commette nel non collegare iniziative concrete alla proposta di legge, che è importante ma che rischia di rimanere solo un principio (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
AUGUSTO BATTAGLIA. Signor Presidente, intervengo per dire che anche noi abbiamo partecipato con molta convinzione al dibattito su questa importante legge sugli oratori e abbiamo partecipato con convinzione perché siamo convinti che gli oratori abbiano avuto nella storia, nel passato in particolare, grandi funzioni, sia di carattere sociale sia di carattere educativo e formativo, in quanto hanno contribuito in maniera significativa alla formazione culturale, morale, sociale di migliaia e migliaia di ragazzi e di giovani nel nostro paese. Sono stati un pezzo del sistema formativo e culturale di questo paese. E siamo anche convinti che la loro funzione non si sia esaurita, anche se oggi nel territorio abbiamo una offerta diversificata di servizi educativi, di servizi formativi, di servizi per il tempo libero. Hanno pesato su questo, naturalmente, importanti iniziative delle regioni e degli enti locali in particolare (mi riferisco a leggi importanti come la legge n. 285 approvata nel corso della precedente legislatura). Ma pur con una funzione aggiornata - che oggi non può essere necessariamente esclusiva - , pur in un quadro di altre presenze, noi siamo convinti che la funzione degli oratori possa essere e sia ancora attuale e che quindi sia giusta un'attenzione, un sostegno da parte delle autorità pubbliche.
Signor Presidente, abbiamo partecipato con convinzione e stiamo lavorando, abbiamo lavorato in queste ore perché questo provvedimento possa arrivare ad un esito positivo, però ciò non significa che non dobbiamo sottolineare i limiti di questa proposta di legge. Si tratta di una proposta che dà un riconoscimento morale, formale, teorico alla funzione degli oratori, ma poi non mette in campo nulla, non mette in campo risorse, non mette in campo iniziative e delega sostanzialmente ad altri l'operatività, senza peraltro mettere in campo risorse che possano mettere in condizione gli enti locali di sostenerne l'attività degli oratori così come di altre iniziative, di altre confessioni religiose o comunque di altre iniziative territoriali.
Questa è un po' una proposta di legge manifesto, generica, che certamente noi sosteniamo, ma dei cui limiti siamo consapevoli; su di essa noi naturalmente incalzeremo anche la maggioranza, perché su questo quadrante della spesa sociale vi è bisogno di rafforzare la rete dei servizi nel territorio e, invece, vi sono enti locali che non sono messi in condizione di garantire neanche la quantità dei servizi che erano stati organizzati con le precedenti leggi.
Questa è una difficoltà che dovremo affrontare; non riguarda solo gli oratori, ma riguarda la rete dei servizi sociali. Noi siamo alla vigilia della discussione di un documento di programmazione economico-finanziaria, dove il ministro Tremonti prospetta altri tagli, altre riduzioni di spesa nel settore sociale.
Pertanto, c'è una contraddizione tra quello che noi facciamo quando sottolineiamo l'importanza di queste strutture sociali, educative e formative e diciamo alle regioni e ai comuni di sostenerle, e il tagliare le risorse destinate agli enti locali per sostenere questo tipo di esperienze. Questo lo ritengo molto grave.
Noi sosteniamo questa iniziativa legislativa, tuttavia, saremo molto combattivi nel momento in cui si tratterà di esaminare il documento di programmazione economico-finanziaria e successivamente la legge finanziaria in cui, fra l'altro, si prospetta un arretramento dell'impegno dello Stato verso questo tipo di servizi e di attività.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE, Relatore. Signor Presidente, intervengo per fornire un chiarimento al collega Fioroni e ad altri colleghi prima intervenuti. Faccio presente che lo stanziamento di 2,5 milioni di euro era riferito al minore gettito dei comuni e rappresenta una copertura finanziaria che va a coprire proprio questo minore gettito. In definitiva, quindi, non c'è un finanziamento da parte dello Stato; il finanziamento verrà poi fissato dalle regioni alle quali il provvedimento in esame rinvia con l'articolo 1, comma 3, e con l'articolo 4.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sabattini. Ne ha facoltà.
SERGIO SABATTINI. Signor Presidente, ascoltando il chiarimento poc'anzi fornito dal relatore, onorevole Lucchese, in ordine al minor gettito dei comuni, ritengo che non sia un buon modo di legiferare dello Stato centrale il togliere soldi ai comuni e destinarli agli oratori. Aggiungiamo, invece, i soldi da destinare agli oratori e non togliamoli ai comuni.
Non vedo per quale ragione il relatore possa dire vantandosene che questa rappresenta una misura di finanziamento. A mio avviso, si tratta, invece, di una misura estrema che produrrà miseria sia per i comuni sia per gli oratori. Uno Stato centrale che si rispetti dovrebbe finanziare un provvedimento importante come questo con cespiti ben più significativi e senza, nel contempo, sottrarli ai comuni; se poi l'Assemblea non si dimostrerà interessata a ciò, questo significherà che mancherà ai comuni una parte dei finanziamenti da
destinare alla realizzazione di altri interventi di tipo sociale, culturale e quant'altro.
Signor Presidente, intendevo evidenziare, a titolo personale, che ciò non rappresenta una linea di condotta seria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massidda. Ne ha facoltà.
PIERGIORGIO MASSIDDA. Signor Presidente, caro onorevole Sabattini, sarebbe anche serio leggere meglio il provvedimento al nostro esame prima di formulare delle critiche perché in esso si prevede esattamente il contrario di quanto lei ha affermato
SERGIO SABATTINI. Lo ha detto il relatore!
PIERGIORGIO MASSIDDA. Poiché conosco la sua sensibilità e la sua intelligenza ritengo che lei il provvedimento non l'abbia proprio letto per fare affermazioni di questo genere.
SERGIO SABATTINI. Allora, il relatore si è espresso male.
PIERGIORGIO MASSIDDA. Probabilmente, il relatore è stato frainteso. Sarebbe, invece, opportuno, prima di parlare di serietà, leggere il provvedimento perché è molto facile non comprendere bene un dato argomento. Volendo parlare di serietà mi richiamo agli interventi che voi avete svolto, nei quali avete detto che questa è un'iniziativa validissima perché con questo provvedimento tutti assieme stiamo solo oggi riconoscendo un ruolo agli oratori. Pertanto, tutte queste differenziazioni e tutti questi distinguo, di fatto, sviliscono la battaglia la quale - mi dispiace dirlo - non è più comune. Allora, non è vero che voi siate d'accordo su questo riconoscimento che è fondamentale per poter consentire alle regioni, ai comuni di finanziare queste strutture, previo accordo tra Governo e regioni. Esiste infatti un federalismo sebbene voi, a vostro piacimento, una volta dite che esiste e un'altra lo criticate. Su questo argomento, tenuto conto che ci troviamo tutti d'accordo - e per questo mi unisco sia all'applauso fatto dopo l'intervento svolto dall'onorevole Meduri sia a tutte le valutazioni svolte da chi mi ha preceduto - fa piacere capire che l'oratorio ha dato molto a tanti colleghi presenti in questo Parlamento.
Però smettetela, una volta per sempre, di fare sempre dei distinguo che fanno male più a voi che a noi, perché si tratta di una battaglia comune. Questa battaglia o è comune, ed allora diamo un voto senza mille distinguo, oppure, a questo punto, dateci la soddisfazione di dire che, per adesso, gli unici che hanno approvato questa proposta di legge siamo stati noi (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.
DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, lungi da me voler alimentare lo spirito di polemica, poiché su questo provvedimento ci siamo già espressi prima che passasse al Senato. Allora abbiamo affermato chiaramente che tutto ciò che favorisce ed apre la strada a realtà che si pongono sul territorio come occasione di educazione e di formazione della nostra gioventù è ben accetto, indipendentemente dal fatto che queste realtà siano espressione della comunità ecclesiale o della società civile.
Ciò che vogliamo sottolineare adesso, astenendoci dal voto su questo articolo, è che si tratta solo di una partita di giro.
Siamo pienamente favorevoli al provvedimento, che sosterremo sino alla fine; tuttavia, su alcuni aspetti abbiamo la necessità di marcare una differenza. Infatti, non si può dire al paese che vengono dati soldi agli oratori, perché non è assolutamente vero; si è aperta meritoriamente la strada importante del loro riconoscimento, ma siamo ancora al riconoscimento formale, lasciando poi in capo agli enti locali e alle regioni la necessità e l'opportunità di
legiferare e di indicare (lo vedremo nel tempo) aiuti che possano incrementare le attività oratoriali.
Pertanto, ci asterremo dal voto su questo articolo per marcare questa nostra differenza, ma anche il nostro risentimento: gli oratori, infatti, non hanno bisogno di mance, così come non hanno bisogno di false promesse, perché da tempo, senza che nessuno si scomodasse, svolgono meritoriamente il loro compito (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Olga Di Serio D'Antona. Ne ha facoltà.
OLGA DI SERIO D'ANTONA. Signor Presidente, devo dire che mi riconosco molto nelle parole dell'onorevole Mosella, che mi ha appena preceduto. Mi sembra si stia facendo molto rumore per nulla per quei fondi che vengono sottratti ai comuni, considerando opere di urbanizzazione secondaria gli edifici di culto destinati agli oratori: in realtà, noi restituiamo tali fondi ai comuni con i 2 milioni e 500 mila euro stanziati dal presente provvedimento e che, come ha affermato l'onorevole Mosella, costituiscono esattamente una partita di giro.
Pertanto, credo veramente che si sia fatto molto rumore per nulla. Noi abbiamo avuto occasione di affermare sia nella discussione in Assemblea, sia nel corso dell'esame svolto in XII Commissione...
PRESIDENTE. Onorevole Olga Di Serio D'Antona...
OLGA DI SERIO D'ANTONA. ...che ritenevamo importante il ruolo degli oratori, così come credo che abbiamo dimostrato la validità di tutta la legislazione varata durante i Governi di centrosinistra a favore di tutti quegli enti che si occupano del sociale e dell'educazione dei giovani. Lo abbiamo dimostrato con la legge n. 285 del 1997, che finanziava le ludoteche ed i luoghi destinati ai giovani...
PRESIDENTE. Onorevole Olga Di Serio D'Antona, la invito a concludere il suo intervento.
OLGA DI SERIO D'ANTONA. ...e lo abbiamo dimostrato anche con legge n. 328 del 2000. Concludo, signor Presidente: il tempo è tiranno (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, comprendo che l'opposizione svolga legittimamente il suo ruolo in ogni occasione; tuttavia, penso che in questo caso abbia perso il senso profondo di questo provvedimento. Al di là del finanziamento previsto per compensare i comuni del minor gettito dell'ICI, infatti, la vera funzione di questa proposta di legge è il riconoscimento legislativo degli oratori e di tutte le attività similari svolte dagli enti ecclesiastici ed anche dagli enti di quelle confessioni religiose che hanno stipulato con lo Stato un'intesa, ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione. Tale riconoscimento legislativo li mette in rete con tutti gli altri servizi sociali cosiddetti laici del territorio.
Questo provvedimento darà la possibilità a tutti gli oratori che faranno progetti riguardanti le attività per i minori di poter accedere anche ai finanziamenti della legge n. 285, che grazie ad un emendamento che io stessa ho presentato in Commissione, consentirà effettivamente anche a loro di svolgere un ruolo di tutela dei giovani, così come è stato fatto da altri servizi ed istituti cosiddetti laici del nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, non riesco a capire lo scopo degli interventi dei colleghi della sinistra. Ho avuto, infatti, l'impressione che non potendo dire «no» agli oratori - privilegiando loro i centri sociali in alternativa ad essi - stiano intervenendo proprio perché gli oratori stessi, secondo questa legge, si pongono in competizione con quei circoli sociali protetti dalla sinistra. Quindi, vengono visti in termini di concorrenza.
Cari colleghi della sinistra, se veramente aveste riconosciuto la funzione culturale e sociale degli oratori, in sette anni di Governo avreste potuto approvare la legge di riconoscimento e i relativi finanziamenti (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
Vi è un limite alla decenza. Se affermate che un'iniziativa sia giusta, e non la attuate, siete colpevoli di non aver concesso questo riconoscimento, che, onorevoli colleghi, è più importante di qualche milione in più, che si sciupa velocemente. Grazie a questa legge, l'oratorio può presentare progetti in tutti i settori dell'emergenza sociale.
Ecco il valore altamente morale, politico e sociale di questo provvedimento, e ringrazio i colleghi della maggioranza che lo hanno sostenuto, perché di questo c'è bisogno. I signori della sinistra - sì, è vero - saranno concorrenti dei vostri centri sociali, che spesso sono luogo non di cultura della socialità, ma di cultura di fazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maura Cossutta. Ne ha facoltà.
MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, rispetto a questo provvedimento esprimeremo un voto contrario, ma ne riparleremo dopo le dichiarazioni di voto. Vorrei solo aggiungere una considerazione, proprio perché credo, onorevole Massidda, che le distinzioni fra noi siano importanti.
Riteniamo che questo sia un provvedimento di bandiera, ma soprattutto che non fosse necessario. Ricordo a tutti i colleghi, anche della precedente legislatura, che eravamo insieme e insieme abbiamo costruito l'articolo 1 della legge n. 328, ossia la legge di riforma dell'assistenza. L'articolo 1, comma IV, stabilisce che gli enti locali, le regioni e lo Stato, nell'ambito delle rispettive competenze, riconoscono e agevolano il ruolo degli organismi non lucrativi di utilità sociale, degli organismi della cooperazione, delle associazioni degli enti di promozione sociale, delle fondazioni, degli enti di patronato, delle organizzazioni di volontariato, degli enti riconosciuti delle confessioni religiose, con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, operanti nel settore della programmazione, nell'organizzazione e nella gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.
Era già scritto tutto. Questo provvedimento non era necessario, semmai era necessario stanziare risorse per la legge n. 328, mentre voi avete tagliato le risorse al fondo sociale, le risorse agli enti locali, le risorse alla legge n. 285, le risorse alla cooperazione. Quindi, si tratta di un provvedimento non necessario, un provvedimento bandiera, rispetto al quale noi esprimeremo un voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ranieli. Ne ha facoltà.
MICHELE RANIELI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con il provvedimento in esame riconosciamo agli oratori di essere un patrimonio spirituale, culturale e sociale. Tutto ciò non può essere definito soltanto una bandiera, ma significa dare all'oratorio, che è un momento di vita, di socializzazione, di rapporti, di elevazione spirituale e culturale, un riconoscimento istituzionale.
Quanti, nella storia di ciascuno di noi, hanno vissuto quell'esperienza che ricordano con fervore e con senso di gioia? Quanti ragazzi, oggi, vivono il disagio e le realtà periferiche del nostro territorio nel più assoluto isolamento? L'approvazione di questo provvedimento è, quindi, importante perché significa istituzionalizzare l'oratorio al di là dell'espressione religiosa e di tutte le religioni che hanno sottoscritto patti con lo Stato italiano.
Riteniamo, quindi, importante il provvedimento in esame per le questioni evidenziate, al di là del fatto che la risorsa finanziaria sia significativa o meno. Il riconoscimento consente che l'oratorio venga istituzionalizzato perché è possibile recepire le risorse anche attraverso la normativa delle leggi n. 285 e n. 328 a cui faceva riferimento la collega Cossutta, ma si tratta di uno stimolo per le istituzioni locali - regioni, province e comuni - perché gli oratori costituiscono certamente quel fulcro di socialità e di elevazione culturale e spirituale utile per guidare i nostri giovani verso la corretta via della crescita e farli diventare i professionisti e gli amministratori di domani.
Per tali motivi aderiamo con convinzione a questa iniziativa legislativa (Applausi dei deputati del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).
MAURA COSSUTTA. C'è già la n. 328!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 371
Astenuti 54
Maggioranza 186
Hanno votato sì 355
Hanno votato no 16).
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