Allegato B
Seduta n. 324 del 17/6/2003

TESTO AGGIORNATO AL 19 GIUGNO 2003


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ECONOMIA E FINANZE

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la mancata restituzione del credito di imposta maturato legittimamente sta creando una insostenibile situazione per le imprese, soprattutto meridionali, che hanno già accettato con responsabilità la totale sospensione del bonus da novembre ad aprile scorsi e che hanno dato la massima disponibilità e collaborazione per il controllo sui crediti maturati;
nella Gazzetta Ufficiale del 3 giugno 2003 sono stati elencati i comuni cui è stata estesa la proroga delle agevolazioni della cosiddetta Tremonti-bis, comprendenti città come Milano, Mantova, Bergamo, Como, Sondrio, Torino, Verbania, Genova e Pordenone, che verranno beneficiate di uno sconto fiscale pari al 50 per cento del volume degli investimenti effettuati


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entro il 31 luglio prossimo mentre per quelli immobiliari tale proroga sarà estesa fino al 2004;
a novembre 2002 la mancanza di copertura aveva determinato il blocco della cosiddetta Visco-Sud sostituita con un bonus fiscale usufruibile dietro prenotazione delle risorse messe a disposizione dal CIPE;
l'Agenzia delle Entrate ha comunicato che la decisione di aumentare le risorse disponibili per il credito di imposta sugli investimenti nel Mezzogiorno spetterà al CIPE;
il sottosegretario Baldassarri ha dichiarato in una intervista a Radio 24 che non si ripeterà alcun blocco del bonus come invece era avvenuto nel 2002;
l'incertezza e i ritardi che si stanno accumulando riguardo a tale situazione stanno indebolendo i segnali di ripresa fatti registrare da tutto il meridione in questi ultimi mesi -:
se verranno rispettati gli impegni presi con le imprese, a quanto ammontino le risorse che il CIPE, in qualità di gestore unico, intende mettere a disposizione e se sarà rispettata la scadenza di fine luglio richiesta dalle aziende per l'erogazione del contributi previsti dalle agevolazioni.
(2-00803)«Volontè, Giuseppe Drago, Giuseppe Gianni, De Laurentiis».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
nel 2001 (2-00100 del 15 ottobre) e poi ancora nel 2002 (n. 2-00271 del 12 marzo) è stato chiesto con ripetute interrogazioni al Ministro dell'economia e delle finanze di garantire che le strutture del ministero, in particolare l'agenzia delle entrate, continuassero il loro lavoro di accertamento e di lotta all'evasione fiscale, avendo particolare attenzione al caso Mediaset, anche per l'evidente delicatezza della situazione;
è del tutto evidente infatti che parlare di Mediaset significa chiamare in causa direttamente o indirettamente il Presidente del Consiglio in quanto proprietario di Fininvest (84,7 per cento di proprietà della famiglia Berlusconi) che a sua volta possiede la maggioranza (48 per cento) di Mediaset;
la questione richiamata era l'oggetto della contestazione in corso verso Mediaset da parte delle Entrate di Milano di evasione fiscale per avere utilizzato la legge Tremonti (legge di agevolazione per i nuovi investimenti), per risparmiare (secondo le notizie di stampa), 197 milioni di euro di imposte, calcolando come nuovi investimenti diritti cinematografici (nel periodo 1994-95) che in realtà pare riguardassero film già proiettati in sale cinematografiche; su questo come è noto le Entrate hanno iniziato un contenzioso che ha avuto nel febbraio 2003 una sentenza di 2o grado a loro favore;
come è ovvio le Entrate rappresentano in giudizio il punto di vista dell'interesse pubblico, che è quello di vedere pagate le tasse nei termini previsti dalle leggi in vigore;
in seguito, come è noto, sono state approvate le vigenti normative in materia di condoni e si apprende dalla stampa che Mediaset, malgrado le assicurazioni date il 31 dicembre 2002 dal proprietario di riferimento dell'azienda che questa non avrebbe chiesto condoni, ha chiesto il condono con l'effetto di sanare con la cifra di 35 milioni di euro un contenzioso riguardante come ricordato ben 197 milioni di euro;
risulta del tutto evidente che l'utilizzo del condono da parte di Mediaset conferma l'esigenza per l'azienda di rispondere alle contestazioni per evasione fiscale e questo contrasta con i tentativi di accreditare un danno alla sua immagine ogni volta che sono state ricordate queste contestazioni. Se le contestazioni per evasione fiscale fossero state ritenute prive di fondamento dall'azienda è del tutto evidente che non avrebbe speso 35 miliardi di Euro,


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che si giustificano solo a fronte di un importo molto maggiore, di 197 milioni di Euro di possibile esborso;
va aggiunto che la guardia di finanza, sempre secondo notizie di stampa, aveva a sua volta elevato un verbale a Mediaset riguardante il periodo fiscale 96/2000. Resta peraltro una pendenza di Mediaset non condonata pari a 61.8 milioni di euro, in quanto essendo già avvenuta una condanna nel febbraio scorso la percentuale da pagare per il condono è salita dal 10 al 50 per cento giudicata probabilmente troppo onerosa e quindi scegliendo di tentare il ribaltamento della condanna nel 3o grado di giudizio. Va aggiunto che i condoni già utilizzati hanno anche effetti penali in quanto le normative in oggetto prevedono espressamente l'estinzione dei reati penali conseguenti;
si può quindi concludere, ad avviso degli interroganti, che le normative approvate in materia di condoni riguardano l'azienda Mediaset che, per l'intreccio descritto, è di proprietà del Presidente del Consiglio e senza trascurare che in conseguenza dell'utilizzo dei suddetti condoni ci sono effetti anche sugli aspetti penali -:
se non si sia creata una ulteriore ed evidente situazione di conflitto di interessi;
se il Ministro dell'economia e delle finanze non intenda disporre uno specifico e rigoroso controllo anzitutto sui condoni esercitati da Mediaset e non ritenga necessario poi rafforzare la posizione che rappresenta l'interesse pubblico con apposito mandato a stare in giudizio contro Mediaset per le parti di evasione ancora non risolte dai condoni.
(2-00805)
«Grandi, Adduce, Battaglia, Bielli, Fluvi, Gambini, Giulietti, Guerzoni, Maran, Maurandi, Nigra, Quartiani, Rugghia, Santagata, Sciacca, Susini, Bellini, Benvenuto, Bonito, Bova, Caldarola, Carboni, Cennamo, Chianale, Cialente, Coluccini, Crisci, Crucianelli, Galeazzi, Gasperoni, Grignaffini, Lettieri, Lolli, Mariotti, Motta, Nannicini, Nieddu, Oliverio, Ottone, Pennacchi, Pinotti, Realacci, Rotundo, Ruzzante, Sandi, Stradiotto, Tocci, Tolotti, Trupia, Amici, Roberto Barbieri, Carli, Chiti, Magnolfi, Kessler, Manzini, Raffaella Mariani, Olivieri, Ranieri, Zunino, Cento, Michele Ventura».

Interrogazione a risposta in Commissione:

LETTIERI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con il blocco prima e poi con la modifica delle norme e delle procedure relative agli incentivi di cui al credito d'imposta, il Governo ha incrinato il rapporto di fiducia degli imprenditori con lo Stato;
l'istituzione del Fondo unico per il Mezzogiorno è stata una scelta sbagliata, che non solo non garantisce maggiori risorse per le regioni meridionali, ma lascia anche ampia discrezionalità alle decisioni governative, in spregio dei princìpi di trasparenza e correttezza decisionale;
le risorse destinate al credito d'imposta sugli investimenti nel Mezzogiorno sono, perciò, del tutto incerte e allo stato sarebbero esaurite;
gli imprenditori, che hanno effettuato investimenti nel 2002 sulla base della normativa allora in vigore, sono di fatto penalizzati in quanto non hanno ancora ottenuto il credito loro spettante;
in generale c'è un danno enorme per l'economia meridionale che sta rallentando il suo trend di crescita anche a causa del blocco di tale strumento agevolativo -:
a quanto ammontino esattamente i fondi disponibili per il credito d'imposta


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relativamente agli anni 2002, 2003, 2004 e 2005 e quante domande siano rimaste inevase per mancanza di risorse finanziarie;
se non intenda adottare iniziative normative volte a riproporre la precedente disciplina, che si era dimostrata efficace e comunque stanziare fondi adeguati alle effettive richieste avanzate dagli imprenditori.
(5-02104)

Interrogazione a risposta scritta:

MARIO PEPE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il dottor Costantino Pecorini è dirigente dal 1992 della circoscrizione doganale di Roma I;
tale dirigente ha sempre raggiunto e superato gli obiettivi assegnati;
ha ricevuto numerosi incarichi anche a livello internazionale da parte dell'amministrazione ed anche a livello di commissioni tributarie;
nel 2002 è stato sospeso in via cautelare dall'incarico a seguito di un rinvio a giudizio per la legittima distruzione di merce di origine messicana non ammessa in commercio per mancanza di visto sanitario;
successivamente, in data 18 aprile 2003, è stato assolto perché il fatto non sussiste;
nonostante ciò, l'amministrazione ha intentato un procedimento di recesso dal posto di lavoro, con motivazioni che appaiono all'interrogante persecutorie;
il 3 giugno 2003, presentatosi unitamente al proprio rappresentante sindacale per la giustificazione degli addebiti, gli veniva confermato l'intendimento da parte della direzione dell'agenzia della dogana, alla risoluzione del rapporto di lavoro, ad avviso dell'interrogante, senza motivazioni valide;
tale atteggiamento appare all'interrogante chiaramente persecutorio -:
se non sia opportuna un'indagine amministrativa su tale vicenda e, ove risultasse illegittimo il procedimento di recesso, se non intenda adottare ogni opportuna iniziativa volta a disporre il reintegro del dottor Pecorini nel proprio posto di lavoro e nella qualifica precedentemente assegnatagli o ad altro incarico di servizio previa audizione dello stesso.
(4-06629)