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escalation di atti intimidatori perpetrati da ignoti ai danni di numerosi operatori economici e cittadini della zona;
accordi ed intese che prevedano un comodato d'uso gratuito non inferiore ai 5 anni dell'occupazione dell'immobile». Vengono, di conseguenza, sottoposti a revisione tutti i procedimenti già in stato di avanzamento -:
militare della comunità musulmana. Lo stesso sostituto procuratore Dambruoso che insieme al PM Massimo Maroni sono impegnati nelle indagini sul terrorismo di matrice islamica, ha dichiarato in una recente intervista: «che le moschee sono dei punti critici che fungono in alcuni casi da catalizzatori divenendo punto di aggregazione dei terroristi»;
clandestini, vivono in immobili loro locati da persone senza scrupoli -:
scoppiarono grossi disordini tra tifosi e polizia che costarono diversi feriti ai primi, in seguito al trasferimento dei tifosi giunti nel capoluogo abruzzese che vennero prelevati e dirottati in aperta campagna dalle forze dell'ordine), la storia si ripete a Cagliari. Il 10 maggio 2003, in occasione del match, molto sentito da entrambe le tifoserie, il Collettivo, gruppo trainante della tifoseria dorica, organizzava 2 voli aerei per un totale di 50 persone, che andavano a sostenere la propria squadra al Sant'Elia. Mentre per il primo aereo atterrato a Cagliari non c'è stato nessun problema, per il secondo, su segnalazione del comandante dello stesso, le forze dell'ordine hanno provveduto a fermare il gruppo, vietandone l'accesso allo stadio e trasportandolo immediatamente alla Questura di Cagliari. Le accuse mosse sono quelle di disturbo del servizio, in particolare quello di ristorazione, e danneggiamento alle suppellettili, accusa quest'ultima, secondo gli stessi tifosi inventata di sana pianta in quanto le cosiddette intemperanze, denunciate dal personale di bordo, sarebbero riconducibili al lancio di qualche coro, peraltro cessato durante il volo. A breve distanza di tempo è giunto poi anche il secondo aereo, con la restante parte di tifosi, i quali, pur non avendo ricevuto pari trattamento, hanno preferito non abbandonare il resto del gruppo;
(Centro di permanenza temporanea immigrati) di Bologna, riscontrando personalmente delle gravi violazioni dei diritti umani: somministrazione di sedativi nel cibo; mancanza di adeguate terapie da somministrare ai tossicodipendenti; mancanza di informazione, in particolare vengono negati i permessi per i regolari colloqui e con i parenti e con l'avvocato previsto dalla legge che dovrebbe essere presente all'interno della struttura e a disposizione degli immigrati per ben due volte la settimana; totale mancanza di igiene;
altre due persone, una delle quali sottoposta dello stesso Fiorentino;
nella notte del 14 maggio 2003, in località Tomo di Ricadi (Vibo Valentia), ignoti criminali hanno dato alle fiamme, causando ingenti danni, le casse-forme «annate» di un cantiere in cui si sta costruendo la struttura turistica «Centro Benessere di Talassoterapia» di Giuseppe Giuliano, noto imprenditore turistico del Vibonese;
l'incendio si configura ad avviso degli interpellanti come un chiaro attentato di stampo mafioso e segue una incalzante
questa sequenza di attentati provoca nella pubblica opinione del Vibonese rabbia, sconcerto e paura a fronte dell'impunità cui godono gli autori dei moltissimi attentati intimidatori;
la quotidiana continuità con cui vengono colpiti operatori economici e quanti vorrebbero dedicarsi ad attività imprenditoriali rischia di compromettere e di fare arretrare lo sviluppo di una delle poche aree della Calabria in cui è presente un forte e ramificato tessuto produttivo -:
quali iniziative intenda intraprendere al fine di garantire:
la sicurezza agli operatori economici e alle imprese che nella zona garantiscono reddito e benessere a tantissime famiglie;
la pacifica e libera convivenza ai cittadini di Ricadi e dell'intera provincia di Vibo Valentia.
(2-00780)
«Bova, Benvenuto, Borrelli, Buffo, Buglio, Cabras, Caldarola, Capitelli, Carboni, Chianale, Coluccini, Maura Cossutta, Crisci, Dameri, Alberta De Simone, Duca, Giacco, Giordano, Grotto, Labate, Leoni, Lettieri, Lolli, Lulli, Mancini, Mariotti, Marone, Mazzarello, Meduri, Minniti, Molinari, Monaco, Mussi, Nannicini, Nieddu, Oliverio, Panattoni, Pappaterra, Pinotti, Realacci, Rognoni, Rossiello, Rotundo, Ruggieri, Sereni, Vendola, Vertone, Zani».
in data 22 febbraio 2001, presso la prefettura di Brescia, viene comunicata la volontà del ministero dell'interno di incrementare i presidi delle forze dell'ordine sul territorio della provincia di Brescia, con la realizzazione di 6 nuove caserme dei carabinieri nei comuni di Botticino, Erbusco, Flero, Mazzano, Pontoglio, Sarezzo (in tutta la regione vengono individuati 27 comuni);
a seguito della comunicazione, i comuni interessati procedono, dopo la verifica del comando provinciale dell'Arma dei carabinieri, all'individuazione ed al reperimento di aree idonee alla costruzione delle caserme;
nell'aprile del 2001 il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, alla presenza del comandante regionale dell'Arma dei carabinieri, Mario Mori, invita ad un incontro i 27 comuni lombardi interessati ai nuovi insediamenti ed in quella sede viene individuata l'Aler quale soggetto indicato per l'edificazione delle caserme e viene deciso l'investimento di 50 miliardi di vecchie lire da stanziare in conto restituzione;
il 25 novembre 2002 i sindaci dei sei comuni bresciani comunicano al presidente della regione e ai comandi provinciale e regionale dell'Arma dei carabinieri di avere ottemperato ad ogni atto di loro competenza;
in data 23 dicembre 2003 la regione Lombardia, con delibera n. VII/11782, definisce i parametri per la determinazione dei canoni di locazione delle nuove caserme;
in data 14 febbraio 2003 viene comunicato ai sei sindaci, tramite la prefettura di Brescia, che «direttive impartite dal ministero dell'interno a seguito della riduzione degli stanziamenti 2003» impongono misure più drastiche di contenimento della spesa. Viene così reso noto, senza alcun preavviso, che l'esecuzione di progetti relativi alla realizzazione di nuove caserme e di presidi delle forze dell'ordine potrà essere autorizzata solo «in caso di
quali concreti intendimenti il Governo abbia sulla realizzazione delle sei caserme bresciane e sui conseguenti stanziamenti di risorse, se non ritenga inaccettabile caricare sulle amministrazioni locali compiti ed oneri che competono interamente al Governo nazionale, se ritenga esaurito l'obiettivo strategico, maturato nel corso della precedente legislatura ad opera dell'allora Governo in carica, di aumentare significativamente i presidi territoriali delle forze dell'ordine in una provincia importante e delicata, sotto il profilo degli episodi di criminalità diffusa, come quella di Brescia e in quali tempi e con quali atti intenda procedere per dare certezza ai comuni interessati ed alle popolazioni coinvolte.
(3-02335)
in due precedenti interrogazioni a risposta immediata, l'interrogante ha sollevato il tema dell'errata denominazione della consultazione referendaria prevista per il 15 e 16 giugno 2003 e quello dei problemi derivanti dal metodo delle tessere elettorali per l'effettivo e segreto esercizio del diritto di voto per i cittadini;
il Ministro Giovanardi ha risposto positivamente, particolarmente sul primo punto, assicurando l'immediato intervento correttivo da parte del Governo e la pubblicizzazione televisiva della scadenza referendaria, nonché l'attivazione di tutti gli uffici predisposti, affinché ai cittadini privi di tessera per smarrimento della medesima venga prontamente fornita la documentazione necessaria per il voto;
alle parole, però, non sembrerebbero ancora seguiti i fatti: in particolare per quanto riguarda l'intenzione del quesito, dal momento che alcuni tribunali convocano gli scrutatori sulla base del vecchio titolo, che lo stesso Ministro Giovanardi ha pubblicamente riconosciuto completamente errato;
si ha notizia, in alcune zone del Sud ed in particolare in Calabria, di richieste già manifestate da parte di piccole aziende di controllare le tessere elettorali dei loro dipendenti il lunedì successivo al voto, al fine di verificare l'avvenuta astensione dei medesimi con evidente violazione delle libertà e della segretezza del voto medesimo -:
quali iniziative il Governo intenda urgentemente assumere, affinché sia dato seguito a quanto dichiarato e per garantire la massima libertà e partecipazione alla consultazione referendaria, nonché per garantire la fondamentale condizione di segretezza in merito alle intenzioni e alle scelte di voto da parte dei cittadini.
(3-02336)
i recenti attentati avvenuti a Riad, a Casablanca e in Cecenia, l'arresto il 21 maggio di tre marocchini che si apprestavano a dirottare un aereo per farlo schiantare contro la capitale economica saudita, il messaggio audio di Ayman Al Zawairi, vice di Osama Bin Laden trasmesso da Al Jazira, che incita alla guerra santa e annuncia terribili azioni terroristiche nei paesi occidentali, hanno riportato alla memoria il drammatico evento dell'attacco alle Torri Gemelle dell'undici settembre 2001 a New York;
nel nostro Paese, le indagini sul terrorismo internazionale, hanno portato a numerosi arresti e hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, la presenza in Italia di cellule eversive del terrorismo islamico legate al movimento di Al Qaeda;
è noto che la moschea, oltre ad essere sede di attività religiosa, diventa anche centro della vita sociale, politica e
mentre oramai è palese che anche in Italia all'interno delle comunità islamiche si annidi la presenza di gruppi eversivi (basti pensare alle vicende giudiziarie che hanno investito il centro islamico di viale Jenner a Milano e la moschea di Cremona), allo stesso tempo non è invece riscontrabile una collaborazione con le Forze dell'ordine e la magistratura da parte di quei musulmani che si dichiarano moderati e che continuano a chiedere diritti. Questo silenzio, questa non reazione, dettata dalla paura o da una tacita condivisione di intenti, produce il solo risultato di aiutare il terrorismo a crescere e a diventare sempre più forte, e dimostra il loro rifiuto di integrarsi nella nostra società;
una politica buonista, superficiale e poco attenta alle vicende internazionali ha permesso il radicamento del fondamentalismo islamico anche nel nostro Paese -:
vista la drammatica escalation di attentati da parte del terrorismo islamico, che non può e non deve essere sottovalutata, quali provvedimenti il Ministro intenda prendere per non permettere il verificarsi di tali situazioni nel nostro Paese;
se il Ministro, non ritenga opportuno prevedere delle misure atte all'immediata espulsione di tutti coloro che in Italia sostengono le azioni di Al Qaeda e possono quindi considerarsene fiancheggiatori procedendo a controlli severi anche sugli ingressi temporanei nei confronti di chi proviene da Paesi islamici;
se non ritenga inoltre indispensabile che vengano predisposti controlli approfonditi in tutte le mosche e centri islamici presenti sul territorio italiano e se non sia necessario arrivare anche alla chiusura precauzionale di quelli al cui interno si riscontrano presenze eversive.
(3-02332)
nel corso della tornata elettorale nel comune di Torrice (Frosinone), si sarebbero verificati gravi atti intimidatori nei confronti di elettori lavoratori dipendenti, da parte dei loro datori di lavoro con pressioni proprie e improprie;
si sarebbero verificati atti sistematici di teppismo a danno della pubblicità elettorale della lista Tre Torri;
sarebbero stati arrecati, nei giorni 24 e 25 maggio, danni alla proprietà comunale (depuratore e pubblica illuminazione) e sarebbe stata effettuata una irruzione nel Municipio prima del termine dello spoglio delle schede da parte di un gruppo di facinorosi -:
se corrisponda al vero, oltre a quanto esposto, che i sostenitori e i responsabili della lista Tre Torri minacciati, siano stati costretti ad abbandonare i seggi, sentendosi in pericolo per le minacce ricevute e, in caso affermativo, per quali ragioni le forze dell'ordine non hanno garantito adeguatamente la libertà di voto dei cittadini.
(3-02342)
la situazione dell'ordine pubblico nell'area compresa tra le vie Roma, Alberoni, delle Torricelle, dei Mille, nella città di Piacenza, risulta fortemente compromessa a causa dei reiterati episodi di violenza e delinquenza di cui si rendono protagonisti cittadini extracomunitari, molti dei quali,
se e quali iniziative specifiche intenda disporre il Ministro dell'interno per far sì che la suddetta zona torni ad avere quei caratteri di vivibilità che la contraddistinguevano nel passato;
se e quali specifiche iniziative siano state assunte dalla Guardia di finanza e quali ne siano i relativi risultati in ordine alla verifica della regolarità dei contratti di locazione stipulati con la popolazione extracomunitaria che vive nella zona.
(5-02051)
l'aeroporto di Tessera (Venezia) con circa 240 voli al giorno nel periodo maggio-settembre, più la giurisdizione sul traffico del vicino aeroporto del Lido, di Padova, e la gestione, in stretta collaborazione con i colleghi militari di Istrana, del traffico aereo dell'aeroporto di Treviso, è il quarto aeroporto italiano dopo Fiumicino (900 voli), Malpensa (800) e Linate (400) tutti scali dotati di tecnologia radar di ultima generazione;
secondo quanto denunciano i lavoratori e i sindacati di Tessera, il servizio radar di Venezia, invece, è totalmente inadeguato ed è soggetto a sospensioni, con cadenza quasi giornaliera, che si ripercuotono sulla qualità, ma soprattutto sulla sicurezza offerta ai viaggiatori;
inoltre nell'aeroporto ci sarebbe anche il problema degli organici carenti e alle richieste dei sindacati l'Enav ha risposto dicendo che, in realtà, sono pure in troppi e «ha ridotto le presenze in turno»;
per ovviare alle continue interruzioni di servizio del radar si è messo in opera un doppio sistema; si tratta di un monitor di computer con tastiera e mouse che riceve i dati direttamente dal radar del Crav di Padova, il centro regionale di controllo del volo. È un sistema però che funziona soprattutto per gestire gli aerei in transito e non gli atterraggi e le partenze dagli aeroporti e permette solo una verifica delle rotte degli aerei senza alcuna possibilità di intervento per i controllori di volo; inoltre, secondo quanto riferito dai lavoratori, il nuovo macchinario obbligherebbe a lavorare con due schermi totalmente diversi (quello del radar di Tessera e quello del computer collegato a Padova) con grafica, griglie, indicazioni differenti e senza aver sostenuto - come invece prevedono i regolamenti internazionali sulla sicurezza del volo - una sola ora di corso di aggiornamento;
la Save, la società di gestione dell'aeroporto veneziano, da tempo, chiede all'Enav (l'Ente nazionale di assistenza al volo che gestisce i controllori di volo, i radar e tutto il resto) di poter aumentare la frequenza di atterraggi e partenze fino a 35 arrivi e partenze orarie a fronte delle 24 attuali -:
se il Ministro sia al corrente di questa grave situazione che mette in pericolo la sicurezza dei cittadini;
se non ritenga di dover approntare opportune verifiche e controlli per accertare la gravità della situazione dell'aeroporto di Tessera;
se non ritenga di dover risolvere al più presto la situazione del radar, con una opportuna sostituzione con un macchinario di ultima generazione, per risolvere il problema della sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori dell'aeroporto;
come pensa di risolvere il problema della carenza di organico che crea una crescente situazione di tensione tra i controllori di volo con evidenti ripercussioni sulla qualità del servizio e sulla sicurezza dei cittadini.
(4-06463)
dopo i fatti di Pescara di tre anni fa (quando, in occasione della partita Pescara-Ancona,
al termine della «detenzione» presso la Questura, protrattasi fino alla mattina della domenica successiva, tutti i tifosi venivano raggiunti da un provvedimento di «rimpatrio con foglio di via obbligatorio» per anni 3, essendo stati qualificati come «persone pericolose per la collettività», indesiderabili e, quindi, obbligate a non fare mai più ritorno, neanche per motivi personali, nella città di Cagliari;
provvedimento, questo, che, a quanto risulta all'interrogante,normalmente viene adottato solo nei confronti di delinquenti abituali o di prostitute;
e ciò in aggiunta a probabili provvedimenti inerenti alla nuova normativa «anti violenza» che, se irrogati, aggiungerebbero al danno la beffa;
l'episodio, che, per gravità, si va ad aggiungere a quello sopra menzionato accaduto a Pescara tre anni orsono, si colloca in un contesto più ampio di dura repressione che, negli ultimi anni, ha colpito la tifoseria anconetana. Vi è da chiedersi, se ci sia una scelta, scientemente compiuta dagli organi di polizia, di prendere di mira questa tifoseria che, peraltro, oltre a non essere assolutamente tra le più «calde» del mondo calcistico italiano, si è distinta più volte sul fronte della lotta al razzismo negli stadi e dell'impegno sociale in collaborazione con molte associazioni locali, tra le quali Emergency;
risulta peraltro all'interrogante che in diversi casi la magistratura anconetana non abbia convalidato i provvedimenti del questore di Ancona;
basti pensare alla disparità di trattamento che, spesso, ha contribuito a bersagliare la tifoseria dorica, riguardo al trattamento in trasferta. Mentre è divenuto abituale per le tifoserie ospiti allo stadio del Conero di Ancona, arrivare e spesso entrare, sfondando i cancelli, senza pagare il biglietto, ciò è divenuto, invece, secondo l'interrogante, un pretesto per reprimere brutalmente gli anconetani in trasferta;
ciò è avvalorato anche dalle insistenti proteste esercitate dalle frange moderate della tifoseria dorica -:
quali valutazioni dia dei fatti descritti in premessa e in particolare, quali siano state le motivazioni che hanno indotto la questura di Cagliari ad assumere i gravi provvedimenti che hanno impedito al Collettivo Ancona di raggiungere lo stadio sabato 10 maggio 2003.
(4-06466)
l'interrogante insieme ad altri colleghi parlamentari ha effettuato una visita, il 26 maggio 2003, al cosiddetto CPT
la situazione è grave anche nel Centro di detenzione temporanea di Corso Brunelleschi a Torino dove oltre al problema della comunicazione, molti immigrati parlano solo la loro lingua e non si trovano traduttori, le condizioni igieniche sono davvero inaccettabili tanto che topi di fogna circolano liberamente e tranquillamente tra le baracche -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti e se non ritenga necessario far chiudere immediatamente detti centri di permanenza, previsti dalla famosa legge Bossi-Fini, perché non hanno più una funzione temporanea, ma bensì deleteria e vergognosa per chi si trova al loro interno e si vede giorno dopo giorno calpestare i propri diritti e la propria dignità.
(4-06476)
i cittadini non possono più circolare senza essere rapinati e bastonati, come accade in tutte le città italiane, ad opera di malviventi extracomunitari, che malgrado la legge Bossi-Fini continuano a circolare liberamente e a compiere i loro crimini contro la nostra popolazione;
l'episodio di Torino è agghiacciante: due coniugi vengono bloccati, piazzando un macigno in mezzo alla strada per fare fermare la loro auto, e quindi rapinati e bastonati;
le strade, in particolare di sera e di notte, sono in balia della criminalità e sin'oggi non si avverte alcun cambiamento nella gestione dell'ordine pubblico, purtroppo, tutto rimane come prima e le cose peggiorano, mentre la criminalità può fare quel che vuole ed i cittadini amareggiati e delusi, sconfortati e sfiduciati non vanno più a votare -:
se, e quando, si vorranno adottare iniziative volte a restituire sicurezza ai cittadini.
(4-06477)
negli ultimi anni si sta verificando uno spiccato e violento «accanimento» nei confronti del sindacato autonomo di polizia S.A.P.;
si precisa che i comportamenti «ostruzionistici» sarebbero da attribuire alla persona del Questore di Ravenna, dottor Graziano;
si deve sottolineare inoltre una serie di episodi spiacevoli che hanno visto protagonisti vari esponenti del sindacato in questione, come il segretario provinciale Enzo Fiorentino;
agli inizi di gennaio 2003 la procura di Ravenna a seguito della denuncia per violazione della privacy sporta dalla dottoressa Grazioso (ex dirigente Polstrada il cui comportamento era già stato oggetto di interrogazione), chiede che Fiorentino venga sentito per «sommarie informazioni»;
il questore incarica della questione il dottor Fantini con cui Fiorentino in passato aveva avuto una vertenza sindacale che determinò il trasferimento di sede dello stesso Fantini;
quest'ultimo in data 13 gennaio 2003 interroga Fiorentino distraendolo dall'orario di servizio, omette di recapitargli il previsto biglietto d'invito previsto dal codice, non gli permette di fargli chiamare il suo avvocato ed infine, fa assistere all'interrogatorio
sul comportamento di Fantini è stato inoltrato un esposto al Procuratore della Repubblica;
in data 31 gennaio 2003 il segretario Comunale della Lega Nord-Ravenna Luca Rosetti invia una lettera al Ministro Pisanu, ai sottosegretari all'interno Balocchi e Mantovano, al Prefetto e al Questore di Ravenna, segnalando un comportamento scorretto del Questore Graziano nei suoi confronti;
il Questore attribuisce la responsabilità dell'accaduto a Fiorentino, e lo aggredisce verbalmente di fronte a testimoni;
pochi giorni dopo questo episodio lo stesso Questore fa recapitare nella cassetta della posta del SAP la nota con la quale disponeva il riordino della Digos e nominava il nuovo responsabile della Sezione Investigativa (ex Antiterrorismo), esautorando Fiorentino dall'incarico senza peraltro dare comunicazione formale di quanto avvenuto al dirigente d'ufficio, all'attuale reggente e neppure al prefetto;
si deve sottolineare che Fiorentino ha sempre fatto onore all'incarico ricoperto per anni nella qualità di responsabile della Sezione Antiterrorismo, ha acquisito il «nulla osta segretezza» e in più occasioni è stato incaricato da questori che si sono succeduti a Ravenna di dirigere la Digos nei periodi di assenza del dirigente, ricevendo anche degli apprezzamenti formali;
in un'altra occasione il Questore Graziano si rifiuta di prendere provvedimenti nei riguardi di un subalterno che ha pubblicamente offeso il dottor Fiorentino in presenza di un testimone; il dottor Graziano chiede a quest'ultimo nell'arco di pochi mesi ben tre relazioni sulla vicenda, rivelando in questo modo il chiaro intento di intimorirlo e di farlo cadere in contraddizione;
un'ulteriore episodio da prendere in considerazione si verifica nel mese di ottobre 2002 quando il SAP intraprende su scala nazionale un'iniziativa caratterizzata dalla raccolta di domande per far ottenere ai colleghi un'indennità esterna quintuplicata nei superfestivi degli ultimi 5 anni;
risulta all'interrogante che un altro sindacato, avrebbe invitato il questore a rendere noto che nessuna spettanza era dovuta al personale in tal senso;
il questore emana prontamente un'ordinanza nella quale invita i responsabili degli uffici ad informare i loro dipendenti che le domande per l'indennità quintuplicata non avrebbero avuto alcun effetto;
a seguito della forte pressione e del pronto interessamento del segretario nazionale SAP dottor Tonelli presso la direzione interregionale di Milano, il Questore Graziano si vede costretto ad emanare una nuova ordinanza avente un contenuto sostanzialmente opposto rispetto all'ordinanza precedente;
gli episodi di questo tipo non si esauriscono con quelli appena citati: altri comportamenti opinabili sono stati attuati nei confronti di altri iscritti al SAP e che per brevità si possono solo enunciare: Gabriele Negri - Segretario SAP Polstrada di Ravenna - trasferito dalla dottoressa Monica Grazioso; Giuseppe Amato - Ispettore Capo della PS - vessato da anni dal vice comandante Polizzi; infine il dottor Stefano Serravalli - Ass. PS e Vice segretario provinciale SAP - punito dal Questore con un «richiamo orale»;
è inaudito assistere a comportamenti di tal specie posti in essere per mettere in cattiva luce e far perdere credibilità ad un sindacato che a Ravenna raccoglie oltre il 70 per cento della forza sindacalizzata;
inoltre il questore si rifiuta da mesi di incontrare il sindacato più rappresentativo della provincia, omettendo di fornire la documentazione che quest'ultimo gli richiede impedendo in tal modo il normale esercizio dell'attività sindacale -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra evidenziati;
quali provvedimenti intenda adottare per far cessare un tale stato di cose e per prevenire il verificarsi di futuri episodi di questa portata.
(4-06482)
il 25 ed il 26 maggio 2003 si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale di Roma;
come previsto dalle norme vigenti i cittadini che erano ricoverati presso ospedali e cliniche, in tale periodo, potevano esercitare il diritto di voto grazie al sussidio di appositi «seggi volanti», messi a disposizione per i pazienti che ne avevano fatta richiesta;
al Policlinico Umberto I di Roma tale sistema ha messo in evidenza delle lacune in particolare risulta all'interrogante il caso del signor Salvatore Sciacca ricoverato presso la prima clinica medica nel reparto geriatria che non ha potuto esercitare tale diritto, nonostante ne avesse fatta regolare richiesta e regolarmente iscritto nelle liste elettorali -:
se risulti al Ministro dell'interno quanto detto in premessa e quali iniziative intenda assumere per verificare se nella suddetta struttura ospedaliera il diritto di voto è stato pienamente esercitato, o se al contrario esistano episodi da accertare;
se non intendano, più in generale, assumere iniziative al fine di garantire un maggior coordinamento tra il personale sanitario ed i membri dei seggi predisposti per il voto, allo scopo di garantire trasparenza e certezza del diritto di voto del paziente-elettore.
(4-06483)
nel comune di Pavullo nel Frignano (Modena) il Gruppo Consigliare di opposizione «Il Castello» ha evidenziato una gestione del settore urbanistico che ha determinato le dimissioni dell'Assessore competente nel marzo 2002;
con una recente ordinanza di riduzione in pristino (vale a dire abbattimento di un manufatto), sempre su denuncia del Gruppo di cui sopra, l'Amministrazione avrebbe dimostrato la propria disattenzione nei confronti di presunti abusi edilizi;
con la lettera prot. 3318 del 24 febbraio 2003 il sindaco ha negato al Consigliere del Gruppo Consigliare «Il Castello» l'accesso agli atti relativi al settore urbanistica desumibili dal protocollo, relativamente alle domande di concessione edilizia rivolte alla Giunta nel corso del 2002;
con lettera 3731 del 28 febbraio 2003 il sindaco ha negato al Capogruppo di opposizione il rilascio di copia conforme del progetto originale con allegati e concessione edilizia relativi al complesso «Ariete», il maggiore fabbricato esistente nella cittadina di cui sopra; ciò in quanto la società Ariete s.r.l., cui l'Amministrazione aveva comunicato l'avvio del procedimento, aveva richiesto di consentire l'accesso agli atti solo come presa visione, senza rilascio di copia;
il Gruppo «Il Castello», con i controlli sinora svolti e di cui si e data menzione più sopra, sin dove ha potuto indagare, ha sempre trovato comportamenti politici fortemente censurabili;
l'ostruzionismo messo in atto con i dinieghi impediscono al Gruppo di opposizione «Il Castello» di esercitare il proprio legittimo diritto di controllo sugli atti dell'Amministrazione, diritti previsti dalla normativa e compresi i regolamenti comunali -:
se in relazione a quanto riferito in premessa il sindaco abbia posto in essere gravi violazioni di legge e, in caso affermativo, se non intenda esercitare i poteri previsti dal testo unico delle leggi sugli enti locali.
(4-06484)