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una gestione del territorio secondo le aspettative delle popolazioni interessate, di accogliere la richiesta di smilitarizzazione della base di Monte San Cosmo (oltre 133 ettari dotati di ogni infrastruttura: ferrovie, strade, luce, acqua, gas eccetera) e la sua riconversione per finalità civili e di pace, in particolare come area attrezzata per la protezione civile.
aumentano le preoccupazioni per il clima di tensione e di aggressione nei confronti del contingente di alpini che il nostro Paese ha inviato in Afghanistan;
gli alpini italiani inviati a Khost, in piena area tribale pashtun, nell'ambito della operazione Nibbio, stanno subendo da settimane attacchi che dimostrano come il nostro contingente sia nel mirino dei gruppi fondamentalisti afghani;
lo stesso Sismi sta lavorando con grande efficacia ed intelligenza per offrire al comando del contingente italiano informazioni preziose per prevenire le insidie ogni giorno portate dai circa 500 mujaheddin che, con buon armamento, gravitano nella zona affidata agli alpini;
alla base Salerno, che ospita i nostri soldati, si è giunti ormai al cosiddetto «allarme rosso»;
si ha la sensazione che la situazione non solo non accenni a migliorare, ma che, al contrario, le forze fondamentalistiche abbiano consolidato le loro posizioni sì da far pensare ad una vera e propria guerra partigiana senza sbocchi -:
quale sia la situazione militare nell'area in cui opera il contingente militare italiano in Afghanistan;
quale sia l'effettiva consistenza militare dei gruppi fondamentalisti afghani presenti nell'area;
se risponda a verità che le iniziative militari assunte dai fondamentalisti nei confronti del nostro contingente abbiano fatto scattare il cosiddetto «allarme rosso»;
quali siano, più generalmente, le prospettive temporali ragionevoli per la normalizzazione della situazione afghana.
(3-02291)
nel cuore della Valle Peligna, non lontano dall'abitato di Pratola, è situata la base militare di Monte San Cosimo;
tale base ospiterebbe uno dei più consistenti depositi di armi e munizioni dell'Italia centro meridionale, ed in occasioni di crisi internazionale verrebbe sottoposta a particolari dispositivi di allerta perché conterrebbe armamenti sofisticati;
in occasione della crisi Italia-Libia della primavera 1986 essa venne indicata come uno dei possibili obiettivi strategici da colpire; e nello stesso periodo la fascia delle servitù militari venne portata da 100 a 200 metri perché, come affermò il Ministero della difesa, «era stata accresciuta la capacità del deposito militare»;
nel 1990 l'Enea-Disp individuò la base di Monte San Cosimo come uno dei quattro siti in Italia aventi idoneità per lo stoccaggio di scorie radioattive;
questo stato di cose da molti anni suscita allarme nelle popolazioni locali dei cui legittimi diritti si sono fatti interpreti le amministrazioni pubbliche, dal consiglio regionale d'Abruzzo al consiglio provinciale dell'Aquila, fino alle amministrazioni locali più interessate direttamente, Pratola Peligna, Sulmona e Prezza;
tali amministrazioni, anche in considerazione del fatto che la Valle Peligna è zona sismica di primo grado ed è confinante con il Parco nazionale della Maiella-Morrone, hanno avanzato la richiesta di smilitarizzazione della base e della sua riconversione come area per la protezione civile;
richiesta, questa, che insieme all'auspicio per la pace in Iraq, è stata ribadita dal consiglio comunale di Pratola Peligna il 10 aprile scorso -:
qual è l'esatta funzione della base militare di Monte San Cosimo e qual è la natura del materiale bellico in essa custodito, ovvero se oltre ad armi e munizioni tradizionali vi siano in essa anche armamenti non convenzionali;
se vi siano depositate scorie radioattive;
quali misure di sicurezza sono state adottate per garantire l'incolumità e la salute dei cittadini della Valle Peligna in relazione ad ogni eventuale rischio, compresi quelli derivanti da possibili incidenti o attentati;
se risulta vero che recentemente, in vista della abolizione della leva militare, la vigilanza della base sarebbe stata affidata addirittura a guardie giurate private;
se non ritengano, al fine di tutelare i diritti inalienabili dei cittadini e di assicurare
(4-06289)
nella notte tra sabato 9 e domenica 10 maggio 2003, sotto il portone della Caserma Podgora in piazzetta Stella a Napoli è successo un fatto di inaudita gravità;
un gruppo di delinquenti con assurda ferocia, ha assediato per almeno 30 minuti un automobile con due persone a bordo. Rumore, insulti, urla, calci, tentativi di ribaltare l'auto;
gli aggressori hanno tirato fuori catene e cominciato a colpire vetri, cruscotto, tetto e sportelli;
i cittadini del quartiere sono intervenuti per difendere i due poveretti aggrediti;
i carabinieri della caserma, invece non sono intervenuti, mentre sotto i loro occhi veniva consumato un delitto grave e feroce, asserendo, secondo quanto risulta all'interrogante, che non era compito loro, in quanto la caserma era solo investigativa e non operativa;
episodi di questo tipo creano grande preoccupazione per il grave segnale di impotenza che viene lanciato nella lotta contro la criminalità;
da oggi in poi scippatori e delinquenti sanno di essere più forti e più potenti. Potranno agire più indisturbati che mai -:
se corrisponda al vero che la caserma Podgora è solo una caserma investigativa senza compiti di controllo del territorio;
se non ritenga che la caserma Podgora così come è, è una caserma inutile e non sia quindi indispensabile potenziarla e farla divenire una caserma operativa vera;
quali misure il Ministro intenda assumere per garantire la sicurezza dei cittadini.
(4-06311)