Allegato A
Seduta n. 291 del 2/4/2003


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(Sezione 6 - Iniziative volte ad impedire l'esecuzione della condanna capitale di una donna nigeriana)

DEIANA, TITTI DE SIMONE, VALPIANA, PISA e PINOTTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
una corte islamica nigeriana ha condannato alla lapidazione Amina Lawal, per aver avuto una figlia al di fuori dei vincoli del matrimonio;
l'esecuzione della lapidazione è stata soltanto posticipata di due mesi per permettere che la condannata porti a termine l'allattamento della sua creatura;
attualmente si è in attesa della sentenza d'appello prevista per il 3 giugno 2003;
una precedente condanna alla lapidazione comminata a un'altra donna, Safiya Husseini, per lo stesso motivo e sempre in Nigeria, fu fermata dalla mobilitazione dell'opinione pubblica mondiale e dalle pressioni diplomatiche di moltissimi Paesi, tra cui l'Italia;
l'affermarsi oggi di forme brutalmente integraliste di interpretazione e applicazione della sharia islamica - soprattutto in alcune zone dominate da un nuovo fondamentalismo islamista - colpiscono con particolare ferocia le donne, mettendone a rischio in radice fondamentali diritti, a partire da quelli alla sopravvivenza fisica, alla sicurezza della vita, alla sessualità, alla maternità, alla felicità del vivere quotidiano;
spesso le donne che soffrono di queste situazioni di violazione dei loro diritti vengono portate alla ribalta della scena pubblica soltanto per giustificare atti di guerra camuffati da interventi umanitari, come è successo per le donne afgane prigioniere del burqua, mentre di norma né i media, né diplomazie occidentali se ne occupano adeguatamente;
l'attuale guerra della Casa Bianca contro l'Iraq non farà che inasprire le spinte al fondamentalismo islamista, come drammatica reazione al fondamentalismo bianco e cristiano, che fa da sfondo ideologico alla teoria della guerra preventiva contro i rogue States;
già molte voci in Europa si sono levate per chiedere la salvezza di Amina Lawal, a cominciare da un nuovo appello dell'Europarlamento, firmato da tutti i gruppi politici europei, che hanno ribadito la loro «opposizione categorica alla condanna a morte, poiché rappresenta l'estrema violazione del diritto alla vita garantito dal diritto internazionale»;
in favore di Amina si è aperta una campagna internazionale, che fa pressione sul Governo centrale di Obasanjo -:
che cosa il Governo intenda fare per mettere in atto tutte le iniziative necessarie per chiedere la revoca della condanna di Amina Lawal e per intervenire sul piano diplomatico presso il Governo nigeriano, affinché non avvengano ulteriori episodi di violazione dei diritti umani. (3-02145)
(1o aprile 2003)