Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 288 del 27/3/2003
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(Uso delle basi con riferimento all'impiego in Iraq di contingenti di stanza in Italia - n. 2-00688)

PRESIDENTE. L'onorevole Trupia ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00688 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2)

LALLA TRUPIA. Signor Presidente, signor sottosegretario, ho presentato assieme agli onorevoli Zanella e Valpiana questa interpellanza urgente dopo la visita da noi svolta - insieme ai colleghi Cento e Deiana -, in data 24 marzo, alla caserma Ederle di Vicenza.
Si è trattato di una visita svolta nella pienezza delle nostre funzioni di parlamentari della Repubblica. A proposito di ciò, intendo sottolineare il fatto che noi parlamentari, in visita alla caserma Ederle, siamo invece stati pubblicamente indicati da un suo collega facente parte della maggioranza - più precisamente dal collega Vascon della Lega nord - come i mandanti morali degli attentati terroristici perpetrati la notte scorsa a Vicenza - che noi, ovviamente, abbiamo fermamente condannato - e rivendicati dai terroristi appartenenti ai nuclei territoriali antimperialisti.


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Signor sottosegretario, le sarei grata se, cogliendo l'occasione di questa interpellanza urgente, volesse condannare, a nome del Governo, dichiarazioni così irresponsabili e ingiuriose.
Tornando alla nostra visita abbiamo chiesto al comandante italiano della Setaf di Vicenza quale funzione, quale compito aveva, in relazione alla guerra in Iraq, la 173esima brigata aviotrasportata di 1.800 paracadutisti che si addestrava a Vicenza e che era stata ricostituita nel giugno 2000.
Abbiamo chiesto se i paracadutisti erano già in Iraq, o se erano in procinto di partire e, se sì, quanti erano. Abbiamo anche chiesto, nel caso si fossero già spostati o stessero per farlo, se da Vicenza avevano raggiunto, o avessero intenzione di raggiungere direttamente l'Iraq.
Il comandante italiano della caserma, dottor Bordonaro, prima ci ha risposto con un no comment trattandosi, diceva, di informazione riservata. In un secondo momento, sentito il Ministero della difesa, ha sciolto la riserva e ci ha assicurato che la 173esima brigata si trovava al completo a Vicenza per il normale addestramento. Peccato che noi parlamentari, visitando la caserma, abbiamo constatato chiaramente con i nostri occhi i preparativi della partenza. Vi erano, infatti, gli zaini già pronti fuori dalle abitazioni dei soldati, i quali calzavano in una città della Padania, del nord Italia - come ci è stato gentilmente riferito dal comandante della caserma - stivaletti da deserto.
La verità l'ha saputa ieri sera a mezzanotte chi, in quel momento, stava guardando la trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa, attraverso decine di agenzie di stampa. In serata, i paracadutisti dalla caserma Ederle di Vicenza erano arrivati nel nord dell'Iraq.
Un parlamentare, dunque, signor sottosegretario, per essere informato, come è suo diritto e come è suo dovere farsi informare su fatti così importanti e delicati che coinvolgono il proprio paese in una guerra, cosa deve fare? Deve guardare la televisione o leggere i giornali? È un fatto gravissimo, è una presa in giro del Parlamento del tutto inaccettabile di cui il Governo è vergognosamente responsabile. Il Governo, perciò, deve chiarire i fatti, cosa che i ministri interpellati finora non hanno fatto in più occasioni, non ultima quella di ieri nelle Commissioni esteri e difesa riunite dove è stato, tanto per cambiare, reticente anche il ministro presente.
Il Governo deve chiarire e riferire in Parlamento, come l'onorevole Violante ed altri colleghi hanno chiesto questa mattina. Oggi, signor sottosegretario, le chiedo se non ritenga che il fatto accaduto ieri sera, trasmesso in diretta dalla CNN e paventato nella nostra interpellanza, non sia, come d'altronde precisato nella stessa, una palese violazione della risoluzione approvata dal Parlamento il 19 marzo scorso e del punto 3 delle decisioni del Consiglio supremo della difesa (che fa esplicito riferimento all'esclusione dell'uso di strutture militari quali basi di attacco diretto ad obiettivi iracheni), un aggiramento, perciò, alla fine, dell'articolo 11 della nostra Costituzione.
Le ricordo le parole del Presidente Berlusconi nella relazione approvata da voi, dalla maggioranza di questo Parlamento: «L'Italia», cito testualmente, «non parteciperà direttamente alle operazioni militari, non invierà perciò in Iraq né uomini né mezzi (...); concederà l'uso del nostro spazio aereo e delle basi militari (...); lo concederà non per attacchi militari che partano da queste basi (...)». In questo caso, sottosegretario Berselli, vi è stata o no una grave violazione della risoluzione, di tali parole? A noi pare proprio di sì.
Ieri pomeriggio, oltre mille paracadutisti americani sono partiti dalla base di Vicenza, hanno attraversato la città di Pordenone con 21 autocorriere al seguito. Sono giunti nella base di Aviano e da lì sono partiti per raggiungere direttamente il Kurdistan iracheno, hanno occupato un aeroporto e hanno aperto di fatto, come dicono tutti i giornali di oggi, il fronte settentrionale della guerra.
Questa operazione è stata protetta da aerei da caccia, decollati dalla portaerei statunitense Roosevelt e servirà a far arrivare i carri armati ed i mezzi di combattimento


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che proseguiranno l'avanzata da nord verso Bagdad. Hanno così sostituito in un'azione di guerra quella IV divisione di fanteria che doveva scendere sull'Iraq dalla Turchia, ma non l'ha fatto perché, come si sa - è noto -, il Parlamento turco ha negato agli Stati Uniti l'uso delle sue basi per l'invasione.
Signor sottosegretario si tratta di un vero e proprio, attacco di guerra che è partito dalla base italiana di Vicenza ed ha raggiunto direttamente dall'Italia l'Iraq; è un attacco di guerra che ci rende corresponsabili di un conflitto che, purtroppo, è meno rapido e risolutivo di quanto ci avessero fatto credere perché - lo riscontriamo - semina morte non solo tra i militari, ma nella popolazione civile inerme. È una guerra che sta creando moltissime vittime innocenti, nonostante la sbandierata intelligenza dei nuovi armamenti ed è responsabile di un'enorme ed annunciata catastrofe umanitaria, come ha denunciato ieri Kofi Annan al Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
È penoso e falso ciò che si legge in un comunicato della Presidenza del Consiglio di oggi secondo cui la missione di paracadutisti, a detta delle autorità americane, escluderebbe od esclude l'attacco diretto ad obiettivi iracheni e, quindi, non si tratta di un attacco di guerra. Che cos'è allora, signor sottosegretario, quest'azione? Una gita turistica nel nord Iraq, in un'area di conflitto?
D'altronde, questa vostra dichiarazione, questo comunicato è stato smentito poco fa dal generale Brooks in persona che ha spiegato che i parà, partiti dalla base statunitense di Vicenza e lanciati nella notte nel nord dell'Iraq saranno utilizzati - ascolti bene - per proteggere le aree sotto il controllo curdo o anche per colpire l'esercito di Bagdad dal fronte del nord. La presenza - aggiunge - di una brigata di combattimento in quell'area cambia considerevolmente le dinamiche del conflitto. Mi sembrano parole chiare.
Fra l'altro non voglio nemmeno ricordare che eminenti costituzionalisti e giuristi, come il professor Cassese, sostengono che se, invece di mandare medicinali, materiale sanitario destinato ai civili o truppe addette ai servizi sanitari, si inviano i parà, che sono truppe di combattimento, c'è una violazione dell'accordo bilaterale da parte degli americani.
Come si sa, le basi statunitensi sono territorio italiano - e lei lo sa meglio di me -, date in uso alle Forze armate degli Stati Uniti d'America (ripeto: in uso); non a caso esse godono di un doppio comando, uno italiano, che dispone, su disposizione del Governo italiano, l'arrivo e la partenza dei contingenti militari, ed uno della NATO o dell'esercito statunitense. È dunque evidente che il Governo italiano ha autorizzato la partenza dei paracadutisti per una chiara azione di guerra. È un fatto gravissimo ed inaudito!
Quindi, le chiedo, signor rappresentante del Governo, che il Governo si assuma qui le sue responsabilità smettendo di prendere in giro il Parlamento ed i cittadini italiani. Chiarisca, cioè, cosa di diverso dalla partecipazione alla guerra farebbero i paracadutisti della 173esima brigata nel nord dell'Afghanistan. Chiarisca, e mi avvio alla conclusione, se in precedenza, come scriviamo nella nostra interpellanza e come abbiamo chiesto durante la nostra visita in caserma, ci fossero già delle truppe nell'Iraq.
Naturalmente, (lo abbiamo appreso sempre da informazioni di stampa, perché il Parlamento è tenuto all'oscuro di tutto), è stato scritto nei giorni scorsi da molte agenzie di stampa nazionali ed internazionali che l'arrivo di paracadutisti era stato preceduto dall'arrivo di 300 o 400 militari americani di stanza sempre alla base Ederle di Vicenza (dispiace che la mia città diventi veramente soggetto della partecipazione italiana alla guerra, con compiti di appoggio e di supporto).
Le chiedo se questa notizia sia vera o meno dal momento che il comandante italiano non ha potuto risponderci; infatti alla domanda se ci fossero già stati anche dei paracadutisti, è evidente che la risposta che è stata data ad una delegazione di parlamentari, in caserma, dal comandante italiano non corrispondeva alla verità.


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Infine, il Governo chiarisca, come stamani è stato chiesto da molti deputati, davanti all'intero Parlamento i fatti, ma intanto risponda in questa sede al nostro strumento di sindacato ispettivo, se è mutato dunque il ruolo dell'Italia, ovvero se da paese non belligerante siamo divenuti, nostro malgrado e con la responsabilità piena del Governo, nonché all'insaputa di questa istituzione parlamentare ed in violazione dei suoi deliberati, un paese cobelligerante.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, onorevole Berselli, ha facoltà di rispondere.

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, onorevoli colleghi, risponderò all'onorevole Trupia per quanto attiene all'oggetto della sua interpellanza. Non posso rispondere in riferimento ad una trasmissione televisiva, sia pure particolarmente seguita...

LALLA TRUPIA. Comunque c'è già tutto!

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. ...tenutasi nella notte tra ieri ed oggi. Allo stesso modo mi è difficile poter rispondere ad una sollecitazione che lei oggi mi rivolge in riferimento a dichiarazioni che avrebbe rilasciato l'onorevole Vascon, in quanto è quantomeno opinabile che il Governo possa, come lei chiede, censurare queste dichiarazioni. Le ricordo che l'onorevole Vascon non è membro del Governo...

LALLA TRUPIA. È nella maggioranza!

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. ...ed in ogni caso, se lei ritiene che il Governo possa esprimersi in ordine a tali dichiarazioni, nel senso di riconoscersi o meno nelle stesse, lei potrà sempre presentare uno strumento del sindacato ispettivo, interrogazione o interpellanza che sia. Ma quello che lei chiede a me oggi non è oggetto della sua interpellanza e quindi, se lei lo riterrà, il Governo risponderà sicuramente e con tempestività in altra sede.
Con riferimento alle questioni poste da lei e dagli altri onorevoli interpellanti, si conferma il trasferimento in altra zona operativa della 173esima brigata aerotrasportata, stazionante nella base di Ederle (Vicenza), in uso alle forze degli Stati Uniti d'America. Al riguardo, le autorità statunitensi preposte alle operazioni in Iraq hanno fornito esplicita conferma che la missione in questione esclude l'attacco diretto ad obiettivi iracheni ed annette prevalente finalità di stabilizzazione ed avvio di azioni umanitarie nei confronti della popolazione locale.
In particolare, trattandosi di personale precedentemente stazionante su una base nazionale - come lei giustamente ha ricordato - in uso alle forze statunitensi, il suo trasferimento, che escluda l'utilizzo della struttura come base di attacchi e rientri dal territorio iracheno, è compreso nelle possibilità operative del Governo alleato.
Naturalmente, i compiti specifici di dette forze statunitensi sono coperti dal riserbo necessario ad assicurare l'efficacia e la sicurezza dell'operazione - come lei penso potrà facilmente convenire -, che, al contrario, potrebbe essere compromessa, comportando un accrescimento del rischio per gli alleati, dalla diffusione e condivisione indiscriminata di informazioni. Resta fermo, pertanto, l'impegno dell'esecutivo al rispetto degli indirizzi discendenti dal Consiglio supremo di difesa e dalle risoluzioni parlamentari del 19 marzo scorso.
Ricordo che il comunicato in esito al Consiglio stesso riportava i seguenti punti: esclusione della partecipazione alle azioni di guerra di militari italiani; esclusione della fornitura e della messa a disposizione di armamenti e mezzi militari di qualsiasi tipo; esclusione dell'uso di strutture militari quali basi di attacco diretto ad obiettivi iracheni; qualificazione della posizione italiana - conformemente alle statuizioni che precedono - come non belligerante; mantenimento dell'uso delle


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basi per le esigenze di transito, di rifornimento e di manutenzione dei mezzi, nonché dell'autorizzazione al sorvolo dello spazio aereo nazionale.

TIZIANA VALPIANA. Vicenza è in Italia!

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Mi permetto di ricordarle che, conformemente, il 19 marzo il Presidente del Consiglio, nel suo discorso alle Camere, ha affermato testualmente: «L'Italia non parteciperà direttamente alle operazioni militari, non invierà perciò in Iraq né uomini né mezzi, come sin dall'inizio» - dice il Presidente del Consiglio dei ministri - «ho dichiarato pubblicamente e ho detto con franchezza e con lealtà agli amici americani, dalla prima conversazione con il Presidente americano George Bush. Non siamo, dunque, una nazione belligerante!»...

TITTI DE SIMONE. Questo lo sappiamo!

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Lo sappiamo e lo confermo.

TITTI DE SIMONE. Lo abbiamo già sentito! Abbiamo già sentito tutte le bugie che avete detto!

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. «L'Italia è, del resto, già seriamente impegnata con i suoi soldati su altri fronti della sicurezza e della pace, dai Balcani all'Afghanistan». Sì, onorevole Trupia, dai Balcani all'Afghanistan, per missioni di mantenimento della sicurezza e della pace. «L'Italia, fedele alla linea che ha ispirato i precedenti accordi internazionali, anche oggi concederà l'uso del nostro spazio aereo e delle basi militari sul nostro territorio». Così concludeva il Presidente del Consiglio dei ministri.
Sia la Camera dei deputati che il Senato della Repubblica hanno votato una risoluzione - come ricorderà - che approvava queste dichiarazioni e, dunque, legittimava la concessione dell'uso delle basi e dello spazio aereo.
In ultimo, con riferimento all'ipotesi di informare...

LALLA TRUPIA. Basta che parli!

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. ...le Commissioni preposte ogni qual volta strumenti bellici o truppe statunitensi destinati al conflitto in Iraq partano da basi italiane, il Governo è certamente disponibile, come è sempre stato - lo ripeto - come è sempre stato (perché il Governo si è sempre, immediatamente, confrontato con l'Assemblea del Senato, con l'Assemblea della Camera e con le competenti Commissioni di merito), a riferire nel caso che ciò dovesse configurare un evento di particolare rilevanza politica, come del resto ha sempre fatto, improntando le proprie comunicazioni ad un giusto ed equilibrato bilanciamento fra le esigenze militari e quelle, certamente legittime, di informazione.
Per quanto riguarda l'attività in questione (cui lei ha fatto riferimento con l'interpellanza) e soprattutto le altre questioni che lei ha illustrato nel corso del suo intervento, posso riferire che, con lettera ai Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, il Governo ha annunciato che potrà riferire più esaustivamente ed estensivamente fin dalla prossima settimana.

PRESIDENTE. L'onorevole Zanella, cofirmataria dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

LUANA ZANELLA. Signor Presidente, affermare che non possiamo ritenerci soddisfatte della risposta è dire poco! Siamo davvero indignate e indignati per come il Governo tratta il Parlamento. Il Parlamento ha il diritto e il dovere di sorvegliare che vi sia il pieno rispetto, non soltanto dell'articolo 11 della Costituzione, ma anche della risoluzione recentemente approvata dalla maggior parte dei parlamentari seduti, sia in quest'aula sia in quella del Senato.


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Rispondo velocemente con le seguenti osservazioni (molto è stato affermato dalla collega ed io non voglio ripetermi). Come potete venirci a raccontare che non c'è un supporto logistico diretto ad azioni strategiche di questa guerra? L'orgoglio del paracadutismo, direi mondiale, è proprio questa 173esima brigata di stanza a Vicenza, caserma Ederle. Tutti e tutte lo sappiamo. Il loro impiego principale è per colpi di mano. Cosa sono i colpi di mano? Conquista di aeroporti o di installazioni strategiche. Prego questo Governo veramente di fare l'esercizio che fanno tutti i nostri studenti di scuola media superiore: leggetevi i testi in Internet, leggetevi la saggistica ed anche il materiale divulgativo! Non è possibile che non abbiamo un confronto con questo Governo! Noi non abbiamo un confronto di verità! Abbiamo un confronto, non dico di bugie - non voglio offendere nessuno -, ma di copertura e mistificazione della realtà, anche attraverso i mandatari, che possono essere i gentilissimi, esperti ed abili comandanti delle rispettive basi; essi, per esempio, affermano che le esercitazioni di paracadutisti avvengono nei campi, nei poligoni ungheresi, anche assieme al nostro esercito; dichiarano, inoltre, che tutto l'apparato di supporto a questa maledetta guerra, collocato sul territorio nazionale, in particolare nella mia regione, serve essenzialmente per le esercitazioni, per formare i quadri - attraverso giochi di simulazione molto simili ai videogiochi - che, eventualmente, possano essere usati in situazioni di guerra guerreggiata.
I paracadutisti della SETAF appartenenti alla 173a Brigata aviotrasportata che sono stati aviotrasportati, appunto, in Iraq, sono equipaggiati con il normale armamento di fanteria: fucile mitragliatore Colt M16 per truppe aviotrasportate; la famosa pistola Beretta 92F, americana, calibro 9, come arma da fianco; lanciagranate, che costituiscono una variante del Colt M16; bombe a mano; mortai di vario calibro. Come arma di squadra, poi, viene usata la mitragliatrice M60, mentre unità di esploratori dispongono anche di armamento fornito di silenziatore per la neutralizzazione del nemico, eccetera.
Dunque, sappiamo, perché l'abbiamo visitata, che nel complesso della caserma Ederle ci sono bunker contenenti il munizionamento che serve, così ci venne detto, per le esercitazioni (e non solo) della 173a brigata di paracadutisti.
Ora, ci chiediamo se quei famosi camion, quei famosi treni partiti da Vicenza non abbiano invece trasportato, per rifornire questa 173esima brigata, tutte le munizioni e tutti i mezzi costituenti l'equipaggiamento (normale, ci si dice) dei paracadutisti prima che questi fossero inviati in Iraq. Ci chiediamo, più specificamente, quale funzione avessero quel materiale, quelle armi, quelle camionette e tutti i mezzi che sono stati trasportati mediante i nostri treni ancora prima che fosse votata la risoluzione qui alla Camera. A tale riguardo, appare più verosimile la tesi dell'opposizione che ravvisa nell'atteggiamento del Governo o un silenzio colpevole o, addirittura, una presa in giro del Parlamento. Da certi punti di vista, sarebbe ancora peggio se gli Stati Uniti non avessero rispetto del nostro paese e facessero le loro cose alla faccia degli accordi (compresi quelli recenti di cui parlava il sottosegretario poco fa) ed alla faccia dei vincoli che ci impone la nostra Costituzione.
A quest'ultimo proposito, ricordo che fior di costituzionalisti, espressisi in questi giorni, hanno affermato che anche gli accordi sono vincolati al rispetto del dettato costituzionale, che non possiamo valicare, tanto è vero che, nel caso di richiesta di estradizione di condannati alla pena capitale (da parte di paesi in cui questa pena è ancora vigente), noi non la concediamo perché la pena di morte contrasta con la nostra Costituzione (mica perché siamo particolarmente buoni e generosi!).
Con riferimento agli accordi, poi, voglio ripetere qui quanto è stato detto anche in altra sede: il Governo potrebbe relazionare sull'accordo con gli Stati Uniti del 1954, che è scandalosamente segretato, facendo


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riunire, avviando le opportune iniziative, Camera e Senato, insieme o separatamente, secondo quanto previsto dall'articolo 64, comma 2, della Costituzione, che prevede, appunto, la possibilità per le Camere di «adunarsi in seduta segreta». Quindi, vi sono anche gli strumenti per dare fino in fondo la possibilità, al Parlamento, di esercitare il proprio diritto, il proprio dovere, il proprio ruolo e, al Governo, di uscire da questa assolutamente inammissibile, ridicola ed offensiva situazione nella quale non soltanto noi veniamo a sapere le cose dalla CNN, dalle agenzie di stampa o guardando le trasmissioni di Vespa, ma addirittura il Governo afferma: come voi, noi leggiamo, ascoltiamo e sappiamo le cose che riguardano le operazioni di guerra dalla CNN!
Questo, è veramente, inammissibile. Riprendiamoci la dignità! Noi come parlamentari la esigiamo, ma io invito il Governo ad esigerla anche per sé, perché tra un po', davanti alla cittadinanza e al mondo intero che ci guarda, veramente faremo la figura dei burattini (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e di Rifondazione comunista - Congratulazioni).

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