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nell'ordine del giorno dell'11 novembre 2002, purtroppo nessuna delibera CIPE sino ad oggi adottata, prevede alcun finanziamento per il suddetto progetto;
Scardovari, dove il consorzio cooperative pescatori del Polesine che occupa attualmente oltre 1500 pescatori, rischia di perdere la disponibilità di vaste superfici proprio a causa di rivendicazioni di tipo privatistico -:
della legge n. 513 del 1977 pari al 90 per cento della spesa integrativa ammissibile di lire 52.500.000;
la «nazionalizzazione», cioè la richiesta di immatricolazione di veicoli provenienti da stati esteri;
mentre continua, irrisolta, la farsesca battaglia per il rinnovo dei vertici dell'Ente Nazionale per l'assistenza al volo (ENAV), continuano i rischi per il trasporto aereo;
in data 26 marzo 2003 all'aeroporto di Napoli Capodichino l'Md80 dell'Alitalia in fase di partenza per il volo Napoli-Torino ha rischiato la collisione con l'aereo dell'Alpi Eagles in partenza per Catania;
i giornali hanno evidenziato come la dinamica dell'episodio sia drammaticamente simile a quella che ha prodotto la tragedia di Linate;
come sempre soltanto la prontezza e la professionalità dei piloti hanno evitato una collisione che poteva provocare la morte di 161 persone;
in particolare, e con riferimento alle prime risultanze, appare grave che due controllori di volo, che operano seduti l'uno accanto all'altro, abbiano dato due autorizzazioni contrastanti l'uno con l'altra;
ancorché ripetitivo rispetto ad una molteplicità immensa di atti di sindacato ispettivo già presentati alla Camera dei Deputati, l'ulteriore rischio di collisione verificatosi all'aeroporto di Napoli-Capodichino riporta in primo piano la necessità di procedere senza indugio a decapitare l'ENAV per consentire che il consiglio di amministrazione possa finalmente contare su membri esperti del settore aeronautico, in grado di occuparsi non solo di assunzioni e di consulenze esterne, ma anche (e in principalità) della sicurezza del trasporto aereo -:
quali siano le cause tecniche dell'episodio verificatosi in data 26 marzo 2003 presso l'aeroporto di Napoli Capodichino;
se non ritenga tale episodio sintomatico delle gravissime carenze in tema di sicurezza del trasporto aereo, istituzionalmente addebitabili all'ENAV;
se non ritenga indilazionabile l'avvicendamento dei vertici dell'ENAV e, in particolare, l'immediata rimozione dell'amministratore unico dell'Ente.
(3-02126)
nel corso della seduta della Camera dell'11 novembre 2002, è stato presentato e accolto dal Governo l'ordine del giorno 9/3200-bis/138 che di seguito si riporta: «La Camera, considerato che: la SS 275 collega tutto il Sud Salento con il capoluogo di provincia; su tale importantissima arteria si riversa oltre il 70 per cento del traffico relativo sia ai comuni che sulla stessa si affacciano, sia di gran parte di quelli che sono ubicati all'interno, ad est e ad ovest di essa; la SS 275 è la più importante arteria che attraversa la penisola salentina in posizione centrale ed equidistante tra l'Adriatico e lo Ionio; il traffico sulla stessa scorre con assoluta difficoltà perché nel tratto tra Maglie e Santa Maria di Leuca si riduce a due corsie ed attraversa per intero numerosi centri abitati con inevitabili ed evidentissimi rallentamenti; la situazione di pericolo è tristemente testimoniata dagli innumerevoli incidenti stradali che hanno già causato tantissimi feriti e ben 45 vittime, tanto che è ormai conosciuta come la statale della morte; a ridosso della stessa, da qualche anno, sono stati realizzati moltissimi opifici per attività artigianali, industriali e commerciali che, oltre a dare lavoro a molti addetti hanno ulteriormente appesantito la già precaria situazione del traffico; in alcuni tratti, nelle ore di punta, sono stati registrati stabilmente picchi di 5.400/5.600 autoveicolo/ora; nonostante ripetute e lodevoli iniziative intraprese e portate avanti con grande tenacia da consiglieri provinciali, parlamentari, consiglieri regionali ed amministratori locali, non è possibile individuare, con ragionevole certezza, un adeguato finanziamento del progetto per l'allargamento della stessa a quattro corsie; ritenuto che è indispensabile eliminare la situazione di grave pericolo, garantendo al traffico le condizioni di sicurezza necessarie e migliorare i collegamenti che favorirebbero lo sviluppo delle attività produttive, il turismo e gli scambi in genere.
Impegna il Governo
a definire i lavori da eseguire sulla suddetta arteria di assoluta priorità e di prevederne, pertanto, il finanziamento nell'anno finanziario 2003».
dopo oltre quattro mesi tale impegno non è stato in alcun modo rispettato;
nonostante le assicurazioni fornite a mezzo stampa da alcuni parlamentari della maggioranza che informavano i cittadini salentini che nel 2003 il progetto per l'allargamento della Statale 275 Maglie Santa Maria di Leuca sarebbe stato cantierizzato non è dato sapere su quali presupposti tali informazioni siano state diramate, atteso che appaiono, al momento, assolutamente improbabili;
infatti, per quanto è dato conoscere e nonostante la gravissima situazione esposta
alla luce di quanto sopra, la realizzazione dell'opera, che darebbe grandi benefici al Sud Salento e favorirebbe la circolazione ed i collegamenti diminuendo notevolmente i rischi ed i gravi incidenti, non sarà sicuramente cantierizzata nell'anno 2003;
pertanto, forti sono il malcontento e la delusione dei cittadini salentini dinanzi a quello che appare, dopo le reiterate promesse, un vero e proprio inganno consumato ancora una volta a danno delle popolazioni del basso Salento sempre più dimenticate dal Governo -:
se il Governo non ritenga di dover urgentemente chiarire quali sia lo stato di attuazione del progetto e se non ritenga di doversi adoperare, con la massima urgenza, per reperire le necessarie risorse finanziarie al fine di onorare l'impegno assunto e di cantierizzare l'importante arteria stradale, già ritenuta di assoluta priorità, entro l'anno in corso.
(3-02130)
l'attività di pesca e della molluschicoltura riveste una grande importanza, per tutto il territorio del Delta del Po, sia per quanto riguarda l'occupazione che per la redditività;
la provincia di Rovigo detiene i diritti esclusivi di pesca nella parte centrale e meridionale del Delta del Po;
tali diritti sono stati dati in gestione al consorzio pescatori del Polesine ed hanno assicurato, per decenni, posti di lavoro e sviluppo;
da anni le istituzione locali, regione Veneto e provincia di Rovigo, con il supporto della capitaneria di porto di Chioggia, sono impegnate a trovare una soluzione ai fini del rilascio di concessioni demaniali per l'esercizio delle suddette attività;
la materia è stata oggetto di numerose conferenze di servizio e, ultimamente, di un tavolo tecnico che ha prodotto la stesura di un Piano concordato per la distribuzione delle aree della laguna della Marinetta, sita nel comune di Rosolina;
con tale piano si prevedeva, per ciascun socio di cooperative o società già titolari di concessioni demaniali, l'assegnazione di uno spazio acqueo lagunare fino al massimo consentito dal Regolamento provinciale pesca;
ultimamente, senza alcuna autorizzazione da parte degli Enti locali e della Capitaneria di porto e senza alcuna sentenza di un Tribunale in materia, alcune Ditte hanno delimitato, in laguna di Caleri, una superficie complessiva di oltre tre milioni di metri quadri;
tale perimetro corrisponde a sei volte l'area che, attualmente, è data in concessione a venti tra cooperative e società che impiegano 267 addetti;
tale area, che andrebbe in parte a sovrapporsi ai canali di navigazione e alle già minori aree date in concessione alle numerose cooperative di pescatori del luogo, sarebbe stata ottenuta grazie alla locazione con due privati che rivendicano la proprietà di gran parte delle lagune di Rosolina;
tale situazione e il metodo con cui sono state occupate e delimitate delle zone già in concessione ad altri operatori stanno, come è facilmente comprensibile, creando un grave stato di tensione che potrebbe ingenerare, se non risolta immediatamente, problemi anche di ordine pubblico;
questa già grave situazione rischia di allargarsi a macchia d'olio poiché, oltre alla zona lagunare del comune di Rosolina, si starebbe verificando nella sacca di
se non ritenga che le aree lagunari in oggetto abbiano tutte le caratteristiche per essere definite demaniali e come intenda comportarsi in proposito;
se non ritenga che tale decisione, importante per il mantenimento dei livelli occupazionali e di sviluppo dell'intera area, debba essere presa al più presto affinché si possa arrivare ad una messa a regime complessiva delle future concessioni di pesca nel territorio.
(5-01818)
il lungomare di via Caracciolo a Napoli è sicuramente uno dei più belli del mondo tanto da essere un vanto del nostro Paese e uno dei maggiori simboli della bellezza artistica e paesaggistica dell'Italia;
la città di Napoli sta tentando negli ultimi tempi un rilancio economico, specialmente nel ramo turistico così come dimostrano i numerosi lavori di riammodernamento in atto da parte degli operatori alberghieri della città, soprattutto nella zona del lungomare;
da qualche mese in un tratto del lungomare prospiciente via Partenope immediatamente a ridosso di Castel dell'Ovo che essendo uno dei luoghi più suggestivi della città rappresenta una meta fissa del turismo nazionale ed internazionale si è in presenza di istallazione di boe che delimitano uno specchio d'acqua ora dedicato alla coltivazione di mitili;
tale coltivazione appare offensiva nei confronti di quanti ritengono prioritaria la valorizzazione di tutto il lungomare cittadino che oggi appare deturpato dalla presenza di attività assolutamente inconciliabili con la vocazione turistica di Napoli;
ciò sta comportando notevoli danni alla città sia dal punto di vista paesaggistico sia dal punto di vista economico visto che i migliori alberghi della città si trovano proprio lungo il tratto del lungomare in questione essendo quest'ultimo, come già detto, uno dei luoghi più suggestivi -:
chi ha concesso l'autorizzazione alla coltivazione dei mitili in una zona sicuramente inadeguata per la sua vocazione turistica;
se l'autorità portuale di Napoli, che dovrebbe rappresentare l'ente pubblico di maggiore responsabilità, abbia dato la concessione demaniale ed in caso affermativo quali siano state le motivazioni;
se la Sovrintendenza per i beni artistici sia stata informata e quale parere abbia reso in considerazione della innegabile importanza dell'aspetto paesaggistico della zona;
se la capitaneria di porto di Napoli abbia mai espresso parere favorevole sull'eventuale concessione demaniale.
(4-05859)
mediante il decreto del Ministero dei lavori pubblici n. 12697/CER/166-9/72 del 27 ottobre 1976 veniva concesso alla cooperativa edilizia Acli-Casa srl di Rovigo il mutuo venticinquennale di 315 milioni di vecchie lire pari al 90 per cento dell'importo dell'investimento previsto pari a 350 milioni di vecchie lire;
con decreto del Ministero dei lavori pubblici n. 5771/CER/166-9/72/513/10 del 14 settembre 1979 con il quale veniva erogata alla cooperativa edilizia Acli-Casa l'ammontare di 47.250.000 di vecchie lire a titolo di mutuo ai sensi dell'articolo 10
il Ministero dei lavori pubblici con atto n. A/4065 Div. III Sez. II del 1o giugno 1994 autorizzava alla cessione della proprietà individuale ai sensi dell'articolo 18 della legge n. 179 del 1992 dei 14 alloggi realizzati dalla cooperativa edilizia Acli-Casa in favore dei soci che avevano già ottenuto l'assegnazione in uso e godimento e la restituzione della somma di 65.254.850 milioni di vecchie lire alla Cassa depositi e prestiti;
con gli atti notarili del novembre 1994 la cooperativa Acli-Casa concedeva i 14 alloggi in proprietà ai soci beneficiari con frazionamento dei tre mutui di cui nelle premesse;
successivamente la cooperativa Acli-Casa di Rovigo procedeva allo scioglimento;
su due avvisi di pagamento, non sono stati corrisposti dalla Cassa depositi e prestiti i contributi in conto interesse mentre per quanto riguarda un terzo finanziamento tale contributo è stato corrisposto -:
quale sia la situazione concernente l'erogazione del contributo statale in conto interessi relativo alla semestralità del giugno 2002, in quanto dette semestralità sono raddoppiate in considerazione del dato che su due rate non appaiono i contributi in conto interessi portando il tasso al 13,10 per cento e al 15,05 per cento per i due finanziamenti mentre per la terza semestralità è stato applicato il tasso agevolato al 4 per cento e la conseguente erogazione del contributo in conto interesse in favore dei condomini della cooperativa Acli-Casa di Rovigo.
(4-05860)
si legge sul quotidiano Il Mattino che Gianluigi Aponte, titolare di una industria armatoriale tra le prime al mondo, afferma di aver stipulato con cantieri coreani contratti per la costruzione di venti navi porta container;
l'Aponte ha anche acquisito la Lirica (gigante del mare da 58.600 tonnellate, 795 cabine, 14 ponti, 2.200 passeggeri, 750 uomini di equipaggio) dal cantiere francese che l'ha realizzata e annuncia che essa «batterà bandiera panamense» -:
quali iniziative vogliano prendere i Ministri interessati per rilanciare un settore in grave crisi in Campania come, quello cantieristico crisi aggravata dal fatto che gli imprenditori maggiori, come è legittimo, ma - ad avviso dell'interrogante - non giusto, non fanno costruire in Campania le proprie navi, con un conseguente impoverimento di risorse umane e tecnologiche.
(4-05862)
le società organismo di attestazione (S.O.A.) sono soggetti privati esercenti una pubblica funzione destinate, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34, alla qualificazione delle imprese di costruzione;
in merito alla loro fusione, l'Autorità per la vigilanza nei lavori pubblici, ha stabilito, con la determinazione n. 13 del 2002, la possibilità di ricorrere alla procedura per incorporazione, in quanto questa operazione non rappresenterebbe un'attività finanziaria e sarebbe un'applicazione dell'articolo 2504-quinquies del codice civile, coerente con la disciplina delle S.O.A.;
la stessa determinazione stabilisce che il progetto di fusione predisposto dagli amministratori delle società interessate «deve essere sottoposto preventivamente al vaglio dell'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici»;
la determinazione chiarisce che trattandosi di fusioni fra società dello stesso tipo la società incorporante succederà, ex articolo 2504-bis del codice civile nelle posizioni giuridiche attive e passive dell'incorporata. Al riguardo sembra che le operazioni finora concluse prevedano il venir meno dell'organico minimo in palese contrasto, con la legge, decreto del Presidente della Repubblica n. 34 del 2000 e con la giurisprudenza costante della Corte di cassazione;
si evidenzia, infatti, che la Suprema Corte di Cassazione ha ribadito che l'ipotesi del trasferimento di azienda si verifica soltanto quando, restando inalterate la struttura organica dell'azienda medesima, questa non cessi di costituire un'entità organizzativa e cioè un complesso di beni e di rapporti unificati dalla volontà del titolare in vista dello scopo produttivo perseguito dalla società (nel caso delle S.O.A., l'attività di attestazione), mentre non si ha ipotesi di trasferimento d'azienda quando si tratti di alienazioni parziali di singoli o di più elementi di quel tutto organico, privi di siffatta unificazione funzionale (ad esempio i contratti di attestazione con qualche attrezzatura). Pertanto, l'elemento fondamentale ed imprescindibile delle aziende S.O.A. è rappresentato proprio dall'organico minimo previsto ed imposto per legge attorno al quale ruotano gli altri elementi aziendali. È, quindi, evidente che non è possibile concepire l'azienda di una S.O.A. senza il requisito fondamentale dell'organico minimo;
è necessario evidenziare, inoltre, che con riferimento alla possibilità di ammettere le fusioni tra S.O.A. si pone il delicato problema se l'Autorità per la vigilanza nei lavori pubblici possa rilasciare il preventivo assenso alla fusione nel caso in cui le società interessate avessero in corso procedure di revoca dell'autorizzazione ai sensi dell'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 34 del 25 gennaio 2000. Tale articolo precisa che la revoca deve essere immediatamente disposta nel caso in cui venisse a mancare l'organico minimo. Appare evidente che alla società cui venisse revocata l'autorizzazione all'esercizio dell'attività di attestazione della qualificazione, sarebbe preclusa oltre alla specifica attività di attestazione qualsiasi altra operazione dispositiva dei diritti nascenti dai contratti stipulati;
a tal proposito la determinazione dell'Autorità ammette la fusione tra due S.O.A: sull'unico presupposto che queste società conservino l'autorizzazione ottenuta e si tratti di fusione omogenea non specificando la particolare disciplina per quanto riguarda le ipotesi di fusione in cui sia in corso un procedimento di revoca all'esercizio dell'attività di attestazione;
l'Autorità, sempre nella determinazione ammette queste operazioni di fusione nella misura in cui non prefigurino una mera attività finanziaria della S.O.A.. Al contrario la specifica acquisizione di un pacchetto di clienti (contratti attivi) di altra società, rappresenta un chiaro esempio di attività finanziaria. Infatti la determinazione dell'Autorità stabilisce che le imprese proseguano i loro rapporti con il nuovo soggetto risultante dalla fusione sia per i contratti non ancora conclusi con il rilascio dell'attestazione, sia per le attestazioni già rilasciata -:
se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e se non intenda precisare la corretta interpretazione dell'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 34 del 2000.
(4-05866)
l'associazione provinciale U.N.A.S.C.A. per gli studi di consulenza automobilistica, in data 11 marzo 2003 a mezzo diffida, comunicava a codesto ministero le inadempienze ed i ritardi verificatisi presso l'ufficio periferico del ministero delle infrastrutture e dei trasporti di Salerno, relativi alle formalità concernenti
per detti atti, nonostante la regolarità della documentazione accompagnatoria tecnico-amministrativa estera, l'ufficio di Salerno ha accumulato ritardi che eccedono di gran lunga i termini previsti dalla legge 241 del 1990 per la disamina della documentazione, la sua valutazione e la successiva immatricolazione dei veicoli;
tale situazione ha creato uno stato di diffidenza nei confronti degli operatori U.N.A.S.C.A. locali, i quali sono rimasti esclusi dalle richieste di immatricolazione a favore di analoghi operatori di province diverse dove la procedura adottata è diversa e notevolmente più celere;
tutto ciò, secondo l'U.N.A.S.C.A., è da attribuire all'immobilismo dei burocrati che oltre a non rispettare i termini previsti, hanno posto in essere procedure arbitrarie contrarie alla normativa vigente, moltiplicando notevolmente la produzione di documentazione inutile allungando i tempi del procedimento -:
quali utili interventi intenda adottare il Ministro per accertare se presso l'ufficio periferico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di Salerno, si siano verificati ritardi e inadempienze da attribuire al personale addetto.
(4-05870)