...
Italia, in particolare in quelle di Firenze e di Roma, un positivo e unanimemente riconosciuto salto di qualità;
destinato alla base Statunitense di Camp Darby (Pisa), sono stati attuati nel territorio della regione Veneto numerosi blocchi lungo i binari, sui quali tali convogli erano destinati a transitare;
polizia dell'ispettorato di pubblica sicurezza «Viminale» ed eventualmente anche attivando convenzioni con esercizi commerciali limitrofi dove sia possibile utilizzarli, come già avviene per altri uffici di polizia.
nella notte tra il 16 ed il 17 marzo 2003, a Milano, un giovane aderente ai centri sociali in compagnia di due amici è stato accoltellato da 3 presunti simpatizzanti di estrema destra, padre e due figli, incensurati, fermati in un secondo momento dalla Digos;
tale lite, sorta in maniera banale, è poi degenerata in una feroce aggressione a seguito della quale il giovane sarebbe arrivato senza vita all'ospedale San Paolo;
fuori dall'ospedale, una volta sparsasi la notizia dell'aggressione, si è riunito un gruppo di circa 200 giovani e che nel giro di pochi minuti, dopo l'intervento a presidio della situazione da parte delle forze dell'ordine, sarebbero nati violenti scontri culminati con cariche degli agenti di polizia e con conseguenti ferimenti da ambo le parti;
secondo le testimonianze dei presenti, oltre a quelle dei medici del pronto soccorso, l'intervento di presidio discreto a cui erano state preposte le forze dell'ordine, si sarebbe trasformato in breve in una eccessiva, ed a tratti immotivata, foga da parte degli agenti di polizia nel reprimere la protesta dei gruppi;
parrebbe all'interrogante esservi una inquietante similitudine con alcuni comportamenti violenti ed abusi usati dalle forze di polizia in occasione della manifestazione svoltasi a Genova nell'estate 2001;
qualora tali responsabilità fossero effettivamente accertate, ciò rappresenterebbe un preoccupante ed incomprensibile passo indietro nella politica del Viminale nel rapporto con i movimenti che, dopo i gravi fatti di Genova, aveva trovato nel corso di molte manifestazioni in tutta
è forte la preoccupazione che eventuali eccessi alimentino reazioni violente a catena affatto giustificabili ma assai prevedibili -:
quali siano le informazioni in possesso del Governo sui fatti avvenuti;
se quanto espresso in premessa risponda al vero, quali iniziative intenda assumere nei confronti di chi si è reso responsabile di tali abusi e comportamenti violenti.
(3-02089)
gli organi di informazione hanno dato ampio risalto a gravi episodi di intimidazione e attentati nei confronti del sindaco di Anzio, Candido De Angelis, e di esponenti dell'amministrazione comunale;
nel gennaio 2003 sono stati esplosi tre colpi di pistola contro un negozio di ottica che, pochi giorni prima, aveva subito un attentato incendiario. Tali atti intimidatori sarebbero indirizzati all'assessore di AN Mario Pennata;
recentemente venivano esplosi più colpi di pistola contro l'auto del consigliere di AN Umberto Succi che, nel mese di ottobre 2002, subiva un attentato incendiario nel suo stabilimento balneare sito nel comune di Anzio;
negli anni 2000/2001 gravi intimidazioni sono state rivolte al vice sindaco Stefano Di Magno, e all'allora presidente del consiglio comunale Domenico Kapler, il quale rinvenne, nell'aprile 2000, una pallottola calibro 357 magnum sull'uscio del suo studio professionale;
il giorno 7 marzo 2003 sulla situazione di Anzio si è svolta una riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocata dal prefetto di Roma;
a conclusione della riunione è stato divulgato un comunicato con il quale si escludono «situazioni concernenti l'ordine pubblico che giustifichino particolari allarmismi», per poi affermare contraddittoriamente che «con particolare riferimento ai recenti episodi che hanno destato allarme sociale si ritiene che gli stessi non siano opera di organizzazioni appartenenti alla criminalità organizzata, peraltro non presente nel comune, ma che siano scaturiti dal clima politico connesso alle prossime elezioni amministrative»;
comunque è del tutto evidente la gravità dello stato della situazione presente nel comune di Anzio dove, «in relazione al clima elettorale», è possibile assistere a tali gravissimi episodi che turbano la convivenza civile e la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa -:
quali iniziative voglia assumere il Ministro dell'interno per verificare la relazione fra i gravi episodi e l'attività della giunta comunale e per garantire con la tutela dell'ordine pubblico e democratico il sereno svolgimento della campagna elettorale;
se il Ministro della giustizia non ritenga di verificare se siano state avviate inchieste dall'autorità giudiziaria circa i fatti esposti che turbano fortemente l'opinione pubblica.
(3-02091)
in occasione del passaggio sulla rete ferroviaria italiana di materiale militare,
ad attuare i blocchi ferroviari di cui sopra numerosi esponenti del sedicente movimento dei «disobbedienti», collettivi studenteschi vicini all'estrema sinistra dei centri sociali ed esponenti degli stessi centri sociali del nord-est, tra i quali il sedicente portavoce del coordinamento dei suddetti centri sociali Luca Casarini;
oltre a proteste e blocchi lungo le linee ferroviarie, che hanno spesso dato vita a disordini e problemi di ordine pubblico, i promotori di queste iniziative, spesso al limite della legalità, hanno invitato, anche a mezzo stampa, i viaggiatori dei convogli passeggeri di Trenitalia a bloccare i treni stessi, azionando i freni di emergenza ubicati nelle carrozze passeggeri, al fine di rallentare l'intera rete viaria;
si apprende a mezzo stampa, come a coordinare logisticamente le iniziative di cui sopra, a diffondere notizie sui blocchi ferroviari di cui sopra e sui percorsi dei convogli destinati al trasporto di materiale militare nel Veneto l'emittente radio «Radio Sherwood», con sede in Padova;
sempre a mezzo stampa si apprende come sia la stessa emittente a dare indicazioni sull'attuazione dei blocchi ferroviari in tempo reale, e come l'organizzazione degli stessi avvenga, oltre che tramite le frequenze di radio Sherwood, tramite il sito internet della stessa emittente;
nelle azioni organizzate e compiute con l'ausilio della emittente di cui sopra sarebbero ad avviso dell'interrogante spesso ravvisabili estremi di reato, non solo per quanto riguarda i già noti problemi di ordine pubblico, ma anche per la sospensione di pubblico servizio derivante dai blocchi ferroviari e dall'istigazione a delinquere per l'invito all'azionamento dei dispositivi di emergenza dei treni, azionamento regolato con appositi regolamenti tutelati dalla legge;
la stessa Radio Sherwood, inoltre, ha dato la notizia, poi smentita da Trenitalia, del blocco di alcuni treni attraverso l'utilizzo del freno di emergenza;
a giudizio dell'interrogante è preoccupante il ruolo svolto dall'emittente in questione, anche con riferimento all'occupazione del consolato inglese a Venezia del 5 ottobre 2002, all'interno del più ampio ambiente dell'estrema sinistra insurrezionalista -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione sopra esposta;
se i comportamenti di Radio Sherwood siano compatibili con le vigenti leggi inerenti l'emittenza radio.
(3-02092)
il 13 marzo 2002, moriva a Ramallah il fotoreporter italiano Raffaele Ciriello. Ad ucciderlo, risulta essere stata una raffica di mitra partita da un blindato israeliano così come risulta da un filmato eseguito dallo stesso Raffaele con la sua videocamera prima di morire;
la perizia balistica disposta dalla Procura di Milano ha confermato che ad uccidere Raffaele sono stati dei proiettili calibro 7,62 Nato, del tipo in dotazione all'esercito israeliano;
a distanza di un anno dalla morte di Raffaele, non si sa ancora né chi sia il colpevole né quale sia il movente;
l'inchiesta interna avviata dall'esercito israeliano non ha ancora fruttato nessun risultato e nessuna risposta è arrivata dalle autorità israeliane alla richiesta di collaborazione avanzata in giugno dalla Procura di Milano, che chiedeva di identificare e poter interrogare i soldati che erano sul blindato;
molto probabilmente, l'inchiesta italiana rischia di essere archiviata, perché il rifiuto israeliano rischia di vanificare il lavoro dei magistrati;
un portavoce dell'esercito ha dichiarato non esserci né prove, né conoscenza che alcuna unità delle forze armate israeliane avesse aperto il fuoco in direzione del fotografo italiano;
ad avviso dell'interrogante questa risulta essere una dichiarazione sconcertante, che nega l'evidenza dei fatti, filmati dallo stesso Raffaele prima di crollare a terra, ucciso, e tanto più che nell'ultimo fotogramma del suo video, infatti, si nota chiaramente la scia bianca della raffica che parte dal blindato israeliano e lo colpisce a morte;
è bastata questa falsa ricostruzione del portavoce dell'esercito israeliano per autorizzare diversi mass media italiani a «riaprire il caso» ed a rimettere in dubbio le responsabilità israeliane in quello che improvvisamente è diventato «un incidente». Salvo poi lasciar cadere la notizia, evitando qualsiasi inchiesta approfondita sui fatti;
questo comportamento è francamente inammissibile e non si può conciliare con uno stato di diritto;
non deve mai succedere che la morte tragica di un giornalista italiano venga dimenticata -:
se i ministri interrogati non ritengano opportuno e necessario avviare ogni iniziativa diplomatica presso le autorità di Ramallah perché si faccia finalmente luce su questo ignobile assassinio.
(4-05780)
l'ispettorato di pubblica sicurezza Viminale di Roma, è un ufficio della polizia di Stato il cui personale, che ammonta complessivamente a circa 680 unità, effettua attività di vigilanza, scorte e tutela a numerose personalità;
l'ispettorato «Viminale» non dispone di una mensa interna motivo per il quale molti operatori di polizia che da esso dipendono, per consumare il pranzo, devono recarsi con mezzi propri presso le mense esterne disponibili;
appaiono evidenti le difficoltà che questi lavoratori di polizia incontrano non solo per raggiungere in tempo utile la mensa più vicina ma anche per consumare il pasto e fare rientro in ufficio in orario per riprendere il regolare turno di servizio;
gli operatori addetti ai servizi di scorta e tutela, sono spesso costretti a permanere in un determinato luogo senza avere la possibilità di allontanarsi per il tempo necessario per la consumazione del pasto presso una delle mense di servizio;
anche in questo caso sono costretti a recarsi presso i più vicini esercizi commerciali e nutrirsi sostenendo i relativi costi di tasca propria;
non è accettabile che tali operatori di polizia, per motivi esclusivamente di servizio, non siano nelle condizioni di consumare un regolare quanto dovuto pasto, se non acquistandolo a proprie spese;
il sindacato di polizia «Rinnovamento sindacale per l'U.G.L.», ha ripetutamente sollecitato il dipartimento della pubblica sicurezza per la più rapida soluzione di questa importante problematica, segnalando che tale particolare situazione è esplicitamente prevista, tra le tante, dall'articolo 1, comma 1, lettera b) della legge 18 maggio 1989, n. 203;
già a partire dall'anno 2000, in casi analoghi, il ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica aveva espresso parere favorevole all'erogazione del beneficio ad altro personale appartenente alla polizia di Stato amministrato dal R.A.M.I. -:
se non ritenga necessario, oltre che urgente, intervenire con la determinazione che il caso richiede, disponendo la distribuzione dei buoni pasto agli operatori di
(4-05781)
il decreto legislativo 28 febbraio 2001, n. 53, agli articoli 2 e 12 disciplina l'accesso a regime annuale degli assistenti capo della polizia di stato alla qualifica superiore di vice sovrintendente mediante un concorso per titoli ed il superamento di corso di formazione professionale;
il legislatore, con la norma in questione, ha inteso riconoscere la professionalità acquisita negli anni dal personale rivestente la qualifica apicale del ruolo agenti ed assistenti, con la previsione di un concorso per soli titoli, rispetto al concorso con prova scritta riservato al personale del medesimo ruolo con qualifiche inferiori;
tale personale ha una rilevante anzianità di servizio e quindi di età;
il successivo regolamento recante le modali di accesso alla qualifica iniziale del ruolo dei sovrintendenti della polizia di stato con decreto ministeriale n. 199 del 1o agosto 2002, non ha introdotto alcuna previsione limitativa per i candidati -:
quali siano i motivi per cui il bando del primo concorso indetto con decreto del capo della Polizia, direttore generale della pubblica sicurezza, datato 30 gennaio 2003, abbia introdotto, all'articolo 7, un piano di ripartizione provinciale di posti disponibili, cui verranno assegnati i vincitori del concorso secondo l'ordine di graduatoria, senza che tale limitazione sia stata prevista dalle norme precedentemente richiamate e comportante per alcune province la mancanza di posti;
se ritenga irrilevante il danno gravissimo che subiranno i vincitori del concorso che non potranno rientrare nelle sedi di provenienza, attesa l'età degli stessi, il consolidamento familiare nella attuale sede di servizio;
se ritenga che sussistano i presupposti di legittimità di tale decisione;
se non ritenga che ci si trovi di fronte ad un vero e proprio stravolgimento della volontà del legislatore che si troverebbe a penalizzare e mortificare una categoria che invece si voleva valorizzare.
(4-05783)