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penali, formulare le richieste di archiviazione, provvedere ai turni esterni per gli affari urgenti nonché alla volontaria giurisdizione ed alla gestione dell'ufficio ed ai rapporti con la polizia giudiziaria e le Autorità locali;
a «dimenticare» quell'incontro nel corso del quale aveva accennato al dottor Giovanni Lembo quale mandante del ferimento dell'avvocato Francesco Ricciardi, e l'avrebbe altresì avvertito che se avesse parlato di quei fatti la sua collaborazione sarebbe stata compromessa;
il 18 giugno 2002 l'interrogante presentava un atto di sindacato ispettivo con cui si evidenziava la drammatica carenza di organico in seno alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Lanusei;
alle esigenze ivi segnalate non è stata data risposta;
l'amministrazione della giustizia presso il Tribunale di Lanusei, e soprattutto, presso la Procura della Repubblica, è ancora, drammaticamente, prossima al collasso;
le assenze dei magistrati in organico colpiscono specialmente la Procura della Repubblica presso la quale opera soltanto il Procuratore: dei due sostituti previsti dall'organico uno, dopo aver preso possesso nell'ottobre 2001, è in congedo e si ignora quando prenderà servizio; l'altro è ugualmente in congedo e non è dato sapere se alla scadenza tornerà in servizio;
il circondano del Tribunale di Lanusei ricomprende l'Ogliastra, forse la zona interna della Sardegna con il più alto tasso di criminalità e con la più alta percentuale di delitti impuniti, anche per fattori ambientali e, segnatamente, per l'atavica omertà che, alimentata dalla saltuarietà della azione repressiva dello Stato, circonda e aiuta gli autori delle condotte criminali;
presso la Procura della Repubblica sono in corso indagini per almeno quindici gravissimi omicidi commessi negli ultimi anni;
negli anni dal 1996 al 2001 sono stati commessi nel circondario del Tribunale di Lanusei ben 22 omicidi consumati e 29 tentati, nonché 114 rapine e 63 attentati dinamitardi ai danni di pubblici amministratori e appartenenti a forze dell'ordine;
nel 2001, tra i cinque omicidi consumati e tuttora impuniti, vi sono anche quelli (commessi a Villagrande Strisaili il 30 settembre ed il 3 ottobre) dei poveri Giammatei Francesco e Fiori Rosanna, imprenditori molto noti, la cui tragica fine ha purtroppo avuto grande risalto nazionale;
tra le tante rapine molte sono state commesse ai danni di cacciatori con l'obiettivo dell'impossessamento delle armi;
gli attentati dinamitardi ai danni degli amministratori hanno condizionato pesantemente e, talvolta, paralizzato, la vita democratica di molti Comuni;
molto numerosi sono stati gli incendi dolosi che stanno devastando boschi incontaminati;
nel 2001 le iscrizioni degli affari penali sono state 4.200, di cui 1860 contro noti e 1897 contro ignoti;
il Procuratore, unico magistrato in servizio, deve partecipare a tutte le udienze davanti al Gip, al Gup, al Tribunale collegiale ed al Tribunale monocratico, deve trattare le notizie di reato, contro noti e ignoti, richiedere i decreti
il carico di lavoro è ormai insostenibile e lo stesso Procuratore, stante anche il moltiplicarsi degli impegni ed il forte aumento della pendenza, si vedrà costretto a chiedere il rinvio delle udienze con imputati a piede libero;
purtroppo non hanno modificato la situazione né l'impegno di un sostituto proveniente dalla Procura di Cagliari, peraltro applicato solo per le indagini relative all'omicidio di Fiori Rosanna, né l'applicazione di altro sostituto, proveniente dalla Procura di Nuoro, che è stato incaricato solo di partecipare ad un impegnativo dibattimento ormai in corso da diversi mesi davanti al Tribunale collegiale;
è indilazionabile un intervento immediato che possa restituire effettività, credibilità e normalità alla amministrazione della giustizia, bloccando una altrimenti inarrestabile deriva criminale e sostanziando la fiducia dei cittadini nello Stato;
è necessario - si tratterebbe dell'unico rimedio sperabilmente valido - potenziare l'organico dei Magistrati della Procura, elevandolo da tre a quattro unità;
frattanto, per evitare il tracollo, qualche vantaggio potrebbe aversi attraverso l'applicazione immediata e continuativa di un magistrato, facendo anche ricorso alle tabelle infradistrettuali che prevedono che due sostituti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nuoro sono coassegnati anche alla Procura di Lanusei;
il recente decreto, con il quale il ministro della giustizia ha provveduto ad ampliare la pianta organica di alcuni Uffici Giudiziari dislocati nel territorio italiano, non ha in alcun modo contemplato l'ufficio giudiziario della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lanusei;
peraltro, le esigenze operative riscontrate in seno al predetto Ufficio sono più che mai pressanti ed indifferibili;
la esigua disponibilità delle risorse organiche non consente, infatti, di fornire un'adeguata risposta all'elevato numero di iscrizioni pro capite nel registro delle notizie di reato ed al suo progressivo e costante incremento, come confermano i recenti e gravi episodi di criminalità locale -:
se non ritenga urgente, indifferibile e doveroso intervenire promuovendo sia l'aumento da tre a quattro unità dell'organico dei Magistrati di Lanusei sia, frattanto, l'applicazione immediata e continuativa di un Magistrato.
(4-05707)
da notizie giornalistiche è emerso che, nell'ambito del processo in corso di celebrazione presso il tribunale di Catania a carico dell'ex sostituto procuratore nazionale antimafia, dottor Giovanni Lembo, il collaboratore di giustizia Carmelo Ferrara nel 1995, all'inizio della sua collaborazione, avrebbe riferito al procuratore aggiunto presso la procura della Repubblica di Messina dottore Pietro Vaccara, che il dottor Lembo era coinvolto nel ferimento dell'avvocato Francesco Ricciardi, commesso in data 21 luglio 1991;
tali dichiarazioni il dottor Pietro Vaccara non le avrebbe mai verbalizzate e né, tanto meno, le avrebbe mai segnalate al magistrato competente;
nel corso di una telefonata tra il collaboratore di giustizia, Carmelo Ferrara ed il dottor Pietro Vaccara, avvenuta il 17 settembre 1998 (interamente registrata e prodotta al giudice nel corso del succitato processo presso il tribunale di Catania, e il cui contenuto è parzialmente riportato dal quotidiano La Stampa del 24 febbraio 2003), il dottor Pietro Vaccara avrebbe invitato il collaboratore di giustizia a non fare nomi per telefono e l'avrebbe sollecitato
ildottor Pietro Vaccara, deponendo avanti ai magistrati catanesi, come risulta dal verbale del 26 marzo 1998, non ha riferito tale fatto nel quale il dottor Giovanni Lembo sarebbe stato coinvolto;
ildottor Pietro Vaccara è ancora attualmente procuratore aggiunto presso il tribunale di Messina;
in tale veste ilgiorno successivo alla pubblicazione della notizia sul quotidiano La Stampa, nel corso di un'intervista, il dottor Pietro Vaccara ha affermato di non ricordare assolutamente la telefonata e, comunque, di attenderne la trascrizione ufficiale (si veda il quotidiano La Sicilia del 25 febbraio 2003);
detto magistrato in passato è stato condannato dalla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura per avere effettuato pressioni su un magistrato di altro distretto giudiziario (procura della Repubblica di Catania), che era assegnatario di un fascicolo processuale che lo riguardava (si veda il provvedimento del Consiglio superiore della magistratura del 7 giugno 2002) -:
se il Ministro intenda promuovere presso il Consiglio superiore della magistratura l'azione disciplinare in ordine al comportamento tenuto dal dottor Pietro Vaccara;
se ritenga inoltre di dovere sollecitare al Consiglio Superiore della Magistratura i provvedimenti di cui all'articolo 2 regio decreto-legge del 3l maggio 1946, n. 511 per avere il dottor Pietro Vaccara, dapprima nel 1995 non verbalizzato una rilevante notitia criminis (quale l'indicazione del mandante del tentato omicidio dell'avvocato Francesco Ricciardi nella persona del dottor Giovanni Lembo, importante magistrato della Procura Nazionale Antimafia) e, successivamente nel 1998, per avere avvertito Carmelo Ferrara che se avesse parlato dei fatti riferitigli la sua collaborazione sarebbe stata compromessa e per avere dunque, il dottor Pietro Vaccara, posto in essere una attività finalizzata ad intralciare l'azione giudiziaria, per aver compromesso il prestigio dell'ordine giudiziario, per aver assunto comportamenti non improntati alla dovuta correttezza: comportamenti che hanno inciso sulla sua credibilità e che, considerata la risonanza pubblica che la vicenda ha avuto non gli permettono nella sede occupata di amministrare giustizia con il necessario prestigio di cui un magistrato deve sempre godere.
(4-05711)